Tumgik
#innaffiare
tonymouse-it · 4 months
Text
Tumblr media
Faccende domestiche!
211 notes · View notes
ragazzoarcano · 2 months
Text
“Dovremmo smetterla di innaffiare semi di plastica sperando che ne spuntino fiori.”
— Viviana De Donno
13 notes · View notes
haikyou · 10 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Festina lente
E innaffia le piante;
Regolati, Bao !
HaikyouBao, 7 luglio 2023 - 7.51, Kontowood.
0 notes
serenamatroia · 2 years
Text
Tumblr media
0 notes
pgfone · 9 months
Text
Tumblr media Tumblr media
Allora, quest'anno ho messo queste zucche chiamate "moscata di provenza" e avevano preso una brutta piega, come prima cosa mi hanno invaso tutto l'orto che per innaffiare devo fare i passi come Carla Fracci, poi di 6 piante 3 si sono ammalate e si sono seccate completamente nel giro di pochi giorni, le altre rimaste, pochi fiori e zero zucche, ZERO, tutti i giorni a cercare tra le foglie ma niente, capite che lo smadonnamento era alle porte, quando oggi, non so da dove (perché sono sempre lì a traccheggiare sull'orto) sono uscite fuori queste due super zucche.
210 notes · View notes
iviaggisulcomo · 9 months
Text
I miei amici fanno l'aperitivo al mare, io passo il mercoledì sera ad innaffiare l'orto, fare da stalliere a 3 gatte anziane e dare la caccia a un topolino nella casa in campagna dei miei genitori (in vacanza all'estero).
La joie de vivre.
73 notes · View notes
haaveillablogsworld · 9 months
Text
- Amore
- Dimmi
- Dove stai andando?
- Nell'orto, ci sono i peperoni da innaffiare, ieri li ho un po' trascurati.
- E potresti farlo più tardi?
- Certamente, cara, cosa succede?
- Niente di particolare, ma mi piacerebbe parlare un po'
- Nessun problema tesoro
- Tu mi ami?
- Certo, perché me lo chiedi?
- È bello sentirselo dire
- Ti amo, ti amo, ti amo. Ah, ti amo
- (Sorride)
- Non te lo dico abbastanza? Voglio dire, che ti amo. Lo sai - che ti amo?
- Esiste un “abbastanza” se parliamo d'amore? Me lo dici molto, ma non ti chiederò mai di smettere di farlo
- E io non lo farò, non smetterò di dirti che ti amo
- (Sorride ancora). Posso farti una domanda?
- Posso dirti di no?
- No non puoi
- Appunto (Sorride)
- Se un giorno smettessi di amarmi me lo diresti?
- Si, lo farei
- E se incontrassi una donna e ti rendessi conto di amarla più di me?
- Te lo direi. Saresti più felice se non lo facessi?
- No no, me ne farei una ragione
- Quando succederà sarai la prima a saperlo
- Grazie, questo mi rassicura
- La prossima settimana compirò ottant'anni, e di questi ne ho passati 65 insieme a te. E credimi, non mi è mai successo di trovare una persona che potesse solo farmi pensare di passare un giorno lontani. Pensavo fosse un modo di dire, ma veramente ti ho scelta ogni giorno della mia vita
- Anche quando ti facevo arrabbiare?
- Soprattutto quando mi facevi arrabbiare
- E quando mi svegliavo la mattina, con i capelli spettinati, gli occhi gonfi, il segno del cuscino sul viso?
- Quelli erano i momenti che preferivo
- Grazie amore
- Grazie a te, per avermi concesso il privilegio di condividere la mia vita con la tua. Te ne sei andata troppo presto.
L'uomo bacia la foto di sua moglie, e con gli occhi lucidi esce dalla porta. Ci sono i peperoni da innaffiare.
-- Autore sconosciuto
55 notes · View notes
flavio-milani00 · 3 months
Text
Amare è anche e soprattutto prendersi cura dell'altra persona. Bisogna "innaffiare" tutti i giorni il rapporto affinché non muoia.
E la cosa deve essere reciproca.
10 notes · View notes
lunamagicablu · 11 months
Text
Tumblr media
“Il giardino è il posto perfetto per praticare la consapevolezza. Innaffiare, seminare, toccare e sentire la terra, sono attività meravigliose e rigeneranti”. Thich Nhat Hanh ********************** “The garden is the perfect place to practice mindfulness. Watering, sowing, touching and feeling the earth are wonderful and regenerating activities”. Thich Nhat Hanh 
32 notes · View notes
sophie-blanceur · 6 months
Text
Dovremmo smetterla
di innaffiare semi di plastica
sperando che spuntino fiori.
Viviana De Donno
Tumblr media
19 notes · View notes
lidialiceuniverse · 8 months
Text
Bisogna innaffiare i rapporti di fiducia.
9 notes · View notes
Text
Vivere Nascere Piangere succhiare bere mangiare dormire aver paura Amare Giocare camminare parlare andare avanti ridere Amare Imparare scrivere leggere contare Battersi mentire rubare uccidere Amare Pentirsi odiare fuggire ritornare Danzare cantare sperare Amare Alzarsi andare a letto lavorare produrre Innaffiare piantare mietere cucinare lavare Stirare pulire partorire Amare Allevare educare curare punire baciare Perdonare guarire angosciarsi aspettare Amare Lasciarsi soffrire viaggiare dimenticare Raggrinzirsi svuotarsi affaticarsi Morire.
Agota Kristof
5 notes · View notes
mucillo · 10 months
Text
Guarda "Leon - L'Amore è per sempre" su YouTube
youtube
Mathilda: Ami la tua pianta, non è vero?
Léon: È la mia migliore amica. Sempre felice, niente domande ed è come me, vedi? Senza radici.
Mathilda: Se l’ami davvero, dovresti piantarla in mezzo ad un prato in modo che le metta le radici.
Léon: Già.
Mathilda: È me che devi innaffiare se vuoi che cresca.
8 notes · View notes
a-tarassia · 2 years
Text
Mia mamma mi ha chiamato l'altro giorno e mi ha raccontato che innaffia l'orto con l'acqua che raccoglie dalle verdure che lava nel lavandino e mi diceva che anche nonna a suo tempo innaffiava i fiori per esempio con l'acqua con cui lavava i vestiti a mano e io mi sono un attimo stranita dico ma il sapone? Mamma dice che una volta nonna usava quello che faceva lei in casa per quanto anche se era sugno di maiale comunque aggiungeva un poco di sapone commerciale e alla fine non è mai morto nessuno per avvelenamento
Mia mamma fa la differenziata da che ricordo, lo faceva per principio, anche se raccoglievano comunque tutto insieme alla fine, poi hanno introdotto per davvero la differenziata e allora mamma è stata contenta Mia mamma ha sempre fatto il compost e dato l’umido alle galline.
I miei genitori per innaffiare la terra si sono scavati un pozzo artesiano più di quindi anni fa che da noi in Calabria la siccità è un problema da decenni, luglio e agosto usavamo le bottiglie di acqua che mettevamo da parte la sera quando dalle 19 da rubinetti l'acqua ricominciava ad uscire fino mezzanotte ora in cui la richiudevano per razionarcela, dicevano che era per colpa della corruzione e della mafia e del resto è così La gente andava con le bottiglie vuote sotto casa del sindaco perché non poteva lavarsi o cucinare, io per evitare mi lavavo al mare alle docce e mio padre costruì un bagno nel sottoscala esterno e in cima mise un serbatoio in vetro resina e noi ci lavavamo così, era bellissimo, ma non potevamo capire che mentre noi vivevamo di privazioni nessuno  di quelli che dovevano si occupava di risolvere il problema che io ricordo sempre esistito. Le case al sud hanno i serbatoi di acqua sui tetti. Da sempre.
I miei mi hanno detto che mentre prima il pozzo per riempire 300litri di serbatoio impiegava circa mezz’ora, adesso ci vuole più di un’ora.
Mi mamma mi ha detto che ha deciso di fare come me e lavarsi di meno.
Io non so come dirlo a mia mamma che tutte le volte che si è privata di qualcosa c’è sempre stato qualcuno che quella cosa l’ha presa da lei e da altri milioni di persone per farci un profitto che non gli serviva.
Come glielo dico a mamma che lei innaffia i fiori con l’acqua delle verdure e l’Europa vuole riattivare le centrali a carbone perché nessuno è stato in grado di prendere sul serio il disastro a cui stavamo andando incontro e non hanno investito nelle cose più importanti in cambio di voti e potere e che la mafia di cui tutti accusavano i vari sindaci andava ben oltre i sindaci sempre più in alto e ancora in alto così in alto che non possiamo più prenderla.
Noi al sud l’emergenza acqua l’abbiamo sempre avuta e prima di noi l’hanno avuta i popoli ancora più al sud del mondo, c’è gente che muore da sempre a causa della mancanza di acqua e però visto che adesso scorre di meno dai rubinetti di chi conta iniziano a suonare i campanelli.
A me non importa, accada quel che accada non riusciranno mai a farmi sentire in colpa per come ho vissuto o come vivo, per quello che sta succedendo. Questo volevo dire alla fine, non è colpa nostra. È colpa mia che non sto ancora piazzando bombe in nome di mia madre per le attenzioni che ha avuto inutilmente e di mia nipote per il mondo che le stiamo lasciando.
118 notes · View notes
annaeisuoipensieri · 1 year
Text
Nascere
Piangere succhiare bere mangiare dormire aver paura
Amare
Giocare camminare parlare andare avanti ridere
Amare
Imparare scrivere leggere contare
Battersi mentire rubare uccidere
Amare
Pentirsi odiare fuggire ritornare
Danzare cantare sperare
Amare
Alzarsi andare a letto lavorare produrre
Innaffiare piantare mietere cucinare lavare
Stirare pulire partorire
Amare
Allevare educare curare punire baciare
Perdonare guarire angosciarsi aspettare
Amare
Lasciarsi soffrire viaggiare dimenticare
Raggrinzirsi svuotarsi affaticarsi
Morire.
(Ágota Kristóf, “Chiodi”)
Tumblr media
21 notes · View notes
gregor-samsung · 1 year
Text
“ Nella mia camerata, che era la migliore e aveva due panorami, stettero per qualche giorno i capi fascisti, avvocati e dottori, dopo il 18 Settembre; qui vennero alcuni grossisti di olio e di grano negli anni delle leggi sui granai e sugli oleari del popolo: uno di questi, anzi, guardando fuori dalla finestra, comodamente perché la persiana un giorno si trovò asportata o cadde e le pratiche per rimetterla andarono per le lunghe, s’innamorò di una sontuosa fanciulla che si affacciava al suo balcone ad innaffiare le piante grasse sulle lastre di marmo, e che per la prima volta alzava gli occhi al nido dei serpenti, quando il giovane grossista cantava. Dopo pochi giorni si sposarono. Con i fascisti entrarono piatti in quantità, il maresciallo chiese aumento di forza, tanto le guardie erano occupate. “Uscirete presto, la galera non è fatta per voi”. Dicevano i comuni che s’ingrassarono in quei giorni. Io ero tenuto come quelli dai contadini e dagli altri: un calzolaio, un camionista, un ambulante, un piccolo proprietario. Il camionista che disse al commissario: «Non so niente. Sono stato chiamato a caricare paglia». La paglia se n’era caduta alla grande velocità che lui andava ed erano spuntate sul carro le corna dei buoi rubati, lui però non ne sapeva niente. Anche lui mi diceva: «Uscirai presto, la galera non è fatta per te!». Volevo che non fosse così. Non c’erano certi miei signori che avevano ucciso, sia pure per colpa, avevano rubato, violentato la servetta di dodici anni? Stavano protetti nel loro castello e ricevevano le autorità in salotto con la fotografia del genitore, il defunto senatore del Regno, secondo istruttore del processo Matteotti. Il maresciallo non sarebbe venuto qui per i suoi soprusi, i suoi reati, nemmeno il maresciallo del carcere se io l’avessi denunciato per concussione continuata offrendo le prove, l’Esattore mai più, che guadagnava cinque milioni all’anno per legge, i veterinari, che denunciavano l’afta epizootica quando avevano bisogno di soldi, i segretari comunali, il dottore delle prefetture, che, per un sopraluogo finito in un’ora, si faceva pagare tre giorni di trasferta e il segretario asseriva essere doveroso e solito da parte dei sindaci liquidare, il medico che non visitava il giovane, presunto omicida, ridotto con la carne nera in caserma per tre giorni fino alla scoperta del vero autore. E tanti, ma chi può nominarli? Degli Enti, dei Consorzi, degli Istituti, delle Banche. Se quelli commettono un reato, sono trasferiti di autorità con le spese di trasporto a carico del denaro pubblico: così girano anche l’Italia da una provincia all’altra. E se sono licenziati, prendono una liquidazione che li fa milionari. E se restano allo stesso posto, nella stessa città, prendono la tredicesima, la quattordicesima e la quindicesima mensilità perché l’anno lo allungano loro come vogliono. E, ripresi, sanno difendere la causa dei figli e della famiglia piangendo e furiosamente accusando le api regine, gl’intoccabili superiori d’ufficio. Quando quei signori sono colpiti, diventano tutt’al più comunisti per il tempo necessario a rimettere le cose a posto nella santità del lavoro, dello Stato, dello straordinario, della pubblica funzione. Ogni giorno, solo al paese mio, si dicono dieci messe nelle chiese nello stesso momento in cui la carovana dello Stato inizia la sua giornata di crimini e gli uomini forti calpestano le strade. “
Rocco Scotellaro, L' uva puttanella-Contadini del Sud, Laterza (collana Universale, n° 4; prefazione di Carlo Levi), 1977⁴, pp. 92-94.
[Prime Edizioni originali, postume: Laterza (collana Libri del tempo), 1956-1954]
16 notes · View notes