01/02/2024 - Calderara di Reno, Bologna
Ci sono luoghi in questa grande famiglia queer del teatro dove sei a casa.
Per le persone, la sala, le strade intorno, il caffè che conosci, l'odore buono del camerino, la vista da quella finestra. Sono a Calderara di Reno, Teatro Spazio Reno, con La Grande Foresta. Con Luisa ed Eva ❤. Sì, sono a casa.
Da qui sono passati tutti i miei lavori ma anche progetti, incontri, esperimenti, cose della vita privata accadute negli angoli. E tutte condivise con le persone care di questo teatro. Certe telefonate in quel determinato posto le ricordo ancora ora…
La Grande Foresta è un nostro racconto antico. Secondo Mario, altri amici, il più bello. Questa mattina è stato strano ritrovarlo. E pensavo come raccontando questa storia si costruisca davvero una foresta, un foresta reale ma in un luogo e in un tempo immaginario, che esiste tra tutti noi nel tempo dello spettacolo.
Il protagonista è un bambino che poi diventa ragazzo e poi adulto e poi vecchio in quella foresta.
Mentre il pubblico usciva si è avvicinato un ragazzino. Voleva dirmi una cosa all'orecchio. Dimmi!, gli dico. Mi abbasso. E lui, me lo presenti quel ragazzino?
Domani ancora.
ps. nella foto 3 nostri spettacoli del cuore. Le locandine di questi e altri sono nei corridoi del teatro.
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🔖<<Un giorno, in una società perfetta, un altro che sia fatto come me di certo apparirà, e sarà libero.>>🔖
*Versi del poeta di famiglia e cultura greca Costantino Kavafis (Alessandria d'Egitto, 1863 - Alessandria d'Egitto, 1933), uno dei più grandi scrittori ellenici, oltre che l'autore di versi del ventesimo secolo più tradotto nel mondo.
🔴ITACA
(Konstantinos Petrou Kavafis, noto come Costantino Kavafis)
Se decidi di tornare a Itaca,
augurati che sia lunga la tua strada,
piena di avventure, piena di cose da scoprire.
Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi,
e neppure la collera di Posidone:
sulla tua strada non troverai nulla del genere
se alto manterrai il pensiero, se un’emozione
scelta ti toccherà l’anima e il corpo.
I Lestrigoni e i Ciclopi,
il feroce Posidone, non li incontrerai,
se non li porti con te nella tua anima,
se la tua anima non te li pone innanzi.
Augurati che sia lunga la tua strada.
Che siano molte le mattinate estive
in cui, con chissà quanta soddisfazione, e quanta gioia
entrerai in porti mai visti prima.
Fai scalo nei mercati fenici
e acquista merci pregiate,
madreperla e corallo, ambra ed ebano,
e profumi voluttuosi di ogni tipo,
quanti più puoi profumi voluttuosi.
Attracca in molte città d’Egitto,
per imparare tanto dai sapienti.
E nella mente, dovrai sempre avere Itaca.
È lei la meta tua, è là che devi giungere.
Ma non affrettare il viaggio.
Meglio che duri molti anni;
e che tu arrivi all’isola ormai vecchio,
ricco di tutto quel che hai guadagnato in viaggio,
senza aspettarti che le ricchezze te le dia Itaca,
Itaca ti ha dato il viaggio bello.
Senza di lei non ti saresti messo in strada.
E non ha altro da darti.
E se la troverai povera, non è Itaca che ti ha ingannato.
Ora sei diventato sapiente, e hai tanta esperienza
che avrai capito, ormai, cosa significa Itaca.
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"Che sono quei monti?" chiesi molto incuriosito, quasi impaurito. "Sono le Alpi Apuane", mi fu spiegato. Ammirai a lungo lo spettacolo inconsueto che mi faceva pensare, non so perché, alla creazione del mondo: terre ancora da plasmare che emergevano da un vuoto sconfinato, color dell'incendio.
Fosco Maraini
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