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#fascino di donna
angela-miccioli · 3 months
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Il fascino che una persona esercita
su un'altra non sta in ciò che mostra
della sua personalità nell'istante
preciso dell'incontro, ma nella sintesi
del suo intero essere, che rilascia
questa droga potente che cattura
l'immaginazione e genera il legame.
-Anaïs Nin
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didivola · 2 months
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Lei è una donna felina
che sa muoversi con grazia
tra le luci e le ombre della vita
Lei ha un corpo unico
che esprime la sua essenza
di bellezza, forza e passione
Lei non ha bisogno di parole
per comunicare il suo fascino
basta il suo sguardo profondo
Lei è una donna unica
che non si lascia domare
ma sa amare con tutto il cuore
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Versi che mi sono stati dedicati...era doveroso pubblicarli😙
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smokingago · 6 months
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Avete presente una Donna affascinante?
Non bella, il fascino è altro!
Una donna che ha colore, odore e gusto indimenticabili.
Una Donna insostituibile.
La dovete guardare attentamente perché il fascino non è discinto ed è colmo di sfaccettature.
La dovete annusare profondamente perché il fascino non è una banale scia di profumo.
La dovete gustare piano e molto lentamente, perché il fascino non è un gusto banale o scontato bisogna apprezzarne e riconoscerne i retrogusti celati e non per tutti.
Una Donna affascinante non ambisce a rimanere addosso ad un maschio, una Donna così rimane dentro ad un Uomo.
Sempre.
Anonimo
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È una sorta di fluorescenza in una donna. Se ha fascino, non ha bisogno di nient'altro; se non ce l'ha, tutto il resto non serve a molto.
J. M. Barrie
Buongiorno!
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haiku--di--aliantis · 1 month
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"Libera di mente e di cuore. Perché l'amore non mette catene." (Barchetta di carta sfuggita a @catsloverword)
Non la ingabbi. Non ne prevedi comportamenti, pensieri, gusti. Magari a un certo punto finalmente pensi di averla appena capita: ti rilassi un po' ma lei ti scarta e sfugge. È un mistero di sensualità. È una donna di alta qualità. Si sa: la qualità non ha bisogno di aggettivi. Ti frega con uno sguardo di traverso. Non sfuggi al suo fascino. La cerchi, la vuoi. Forse si farà amare da te. Intanto, è un pensiero di carta: un origami che galleggia nel laghetto del parco del tuo cuore.
Aliantis
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gocciaemozione · 2 months
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La festa, il fascino, la bellezza, il profumo della donna è come la nascita, il risveglio dei fiori a primavera... Mi piacerebbe che l'8 marzo diventasse invece la festa degli uomini, ma di quegli uomini che per tutto l'anno non smettono di rispettare la loro compagna, moglie, madre, vicina di casa, collega di lavoro, figlia. Vista la ricorrenza della festa, sopratutto a quegli uomini che svolgono la funzione di datori di lavoro a milioni di donne. Che una volta per tutte, la donna sia considerata tale. Perché una donna se sta bene regala il mondo a chi le sta attorno e a chi ne ha bisogno. Cari uomini lasciate i rami di mimose ai loro alberi, lasciate i fiori ai loro giardini e fate vivere le vostre donne in armonia con il loro destino, oggi, domani, dopo domani e per tutto l'anno. Donne, smettete di sentirvi deboli, impreparate; siete molto più di quanto voi stesse pensiate o crediate, basta decidere di avere accanto persone degne del vostro cuore. Diamo lode a tutte quelle donne che si sono "lasciate" privare della propria vita, sogni, affetti e fare che l'8 marzo sia un giorno di grande riflessione a prescindere dal genere della persona in questione... Tu donna dal sorriso velato, mostri a tutti la bellezza del tuo cuore, la sensibilità di un'anima in conflitto tra gioie e tristezza adagi il tuo tempo corrente, dove ogni emozione vissuta per te è un margine di vita ancorata al tuo essere unica e speciale...
Buon 8 Marzo.
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Lei non era una donna qualunque, una con un bel paio di gambe, un bel seno, un bel sedere o un viso particolare, non so dire neppure se fosse realmente bella esteticamente.
Aveva le rughe dei suoi anni, dei suoi vissuti, un carattere spigoloso, era complessa, quasi schiva, contorta ... eppure era così bella nel suo fare, nel suo amare, nel suo infinito essere. In ogni cosa che faceva trovavi celato tutto il suo fascino, aveva addosso il profumo selvaggio di libertà, di sogni, di concretezza, di passione. No, decisamente lei non era una donna qualunque, aveva il cuore esteso verso l'infinito, infinito come lo è il mare, come lo è l'universo e profonda come l'oceano.
Silvana Stremiz
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sofysta · 2 months
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«Mon cher Monsieur,
vi starete chiedendo chi è che vi scrive. Non ve lo dirò. Non ancora. Rispondetemi, e provate a scoprirlo. Forse vi aspetta un’avventura che farà di voi l’uomo più felice di Parigi. La Principessa.»
Così comincia la lettera che stravolgerà la vita di Jean-Luc Champollion, l’affascinante proprietario di una galleria di successo in rue de Seine. Molto sensibile al fascino delle donne, che lo ricambiano volentieri, Jean-Luc vive in uno dei quartieri più alla moda di Parigi, in perfetta armonia con il suo fedele dalmata Cézanne. Tutto procede al meglio, tra vernissage, allegri ritrovi con gli amici nei café di Saint-Germain-des-Prés e romantiche passeggiate au clair de lune lungo la Senna. Finché, una mattina, Jean-Luc scorge qualcosa nella posta: una busta azzurra, scritta a mano. È una lettera d’amore, o meglio, una delle più appassionate dichiarazioni d’amore che lui abbia mai ricevuto, ma non è firmata: la misteriosa autrice, nascosta dietro uno pseudonimo, lo sfida a smascherarla dandogli una serie di indizi. Per quanto perplesso, Jean-Luc sta al gioco. Ma l’impresa non sarà affatto semplice: chi sarà mai la deliziosa impertinente che sembra conoscere così bene le sue abitudini e si diverte a stuzzicarlo? Stregato dalle sue parole, Jean-Luc cercherà di dare un nome a quella donna così intrigante e sfuggente il cui volto gli è del tutto sconosciuto. O forse no?
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io-sono-la-tua-favola · 4 months
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Ogni donna é diversa.
Ciascuna é unica, imperfetta e speciale a modo suo.
Ciascuna ha i suoi preziosi lati nascosti che ne accrescono il fascino.
Solo in una cosa sono tutte uguali: nel desiderio di essere..
📖🌹
A .Degas
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neropece · 4 months
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“quiet warmth” photo by Fabrizio Pece (tumblr | 500px | instagram)
Il sole invernale illuminava delicatamente le rive di lungo Dora, gettando un bagliore argenteo su ogni superficie. Una donna, con l'impermeabile bianco, camminava con passo tranquillo insieme al suo cane dello stesso colore. Lui le girava attorno con entusiasmo, sfruttando al massimo lo spazio concesso dal guinzaglio. La vista della Mole Antonelliana si stagliava maestosa sullo sfondo, una presenza silente che osservava ogni passo della donna.
Mentre avanzavano lungo il fiume, il rumore della città sembrava attenuarsi, lasciando spazio al fruscio dell'acqua, al lontano suono dei passi delle scarpe sull'asfalto e a qualche urla di gabbiani. Ogni tanto la donna si fermava per accarezzare il suo cane guardandolo negli occhi con affetto.
Attraversarono il Ponte Bologna e il cane si fermò un attimo per annusare l'aria con la coda agitata. La donna controllò rapidamente il telefono, si appoggiò alla balaustra e guardando il fiume che scorreva placido sotto di loro mormorò: "Sai, la vita ha modi strani di metterti alla prova."
Il cane fece un leggero grugnito, come se capisse il peso delle parole della sua padrona. Si rimisero in cammino, e il loro percorso li portò vicino alla riva, dove l'acqua lambiva dolcemente le sponde.
Sedendosi su un muretto la donna prese il suo cane sulle gambe e, guardando il riflesso della Mole nell'acqua, sospirò: "Nonostante tutto questa città ha un certo fascino, non trovi?"
Il cane posò la testa sulle gambe della donna, come cercando conforto. Per un momento, entrambi rimasero lì, immersi nei loro pensieri, il mondo intorno a loro era in pausa.
Proseguirono il loro percorso fino a fermarsi proprio di fronte alla Mole Antonelliana, la sua silhouette imponente era finalmente illuminata dai raggi del sole che stavano facendosi largo tra gli strati di nuvole. "Chissà cosa ci riserva il futuro," sussurrò la signora guardando il cane.
Il cane abbaiò, come se volesse dire che, indipendentemente da ciò che avrebbe portato il domani, era pronto ad affrontarlo insieme alla sua padrona.
Con quella promessa silenziosa, la donna e il suo cane camminarono fino a scomparire, lasciando dietro di loro il fiume e la Mole che, come una vecchia amica, li osservava da lontano, sempre presente ma mai veramente vicina.
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Cos'è il fascino in una donna se non la capacità innata e naturale di entrarti sottopelle invadere i tuoi pensieri contro ogni logica affinché tu non possa dimenticarla mai.
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Elisabetta Barbare De Sanctis
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"Dopotutto, il fascino dello smettere di essere se stessi, sia pure per un breve attimo, è davvero grande."
Dio di illusioni — Donna Tartt
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smokingago · 11 months
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In certe donne che non sono né belle né piacevoli quanto altre, c’è un fascino invincibile che attrae gli uomini e stupisce e fa sdegnare le altre donne, le quali non possono rendersene conto, perché esso agisce soltanto sugli uomini.
La ragione è che una certa donna è più donna di un’altra, come fra due bottiglie di vino delle stesse dimensioni, una contiene più aroma ed essenza di vino di un’altra, così in una donna c’è molta più femminilità che in un’altra.
Alphonse Karr
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diceriadelluntore · 3 months
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Affascinare
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Monoteismo. Monomania. Monogamia. Monotonia. Niente di buono inizia con questo prefisso.
Esiste una parola più mistificante, abusata, fraintesa, più estensibile a livello di significati e di propositi, più contaminata dagli sputacchi di miliardi di lingue bugiarde, della parola "amore"? È c'è qualcosa di più scontato di tutto questo?.
Vorrei suggerire l'idea che il fallimento ci possa raccontare più cose del successo, e un cattivo perdente più cose di un perdente buono.
Cercavo solo di far notare che si arriva quasi sempre all'insulto quando la discussione è persa. E che cerchi di affibbiarmi un'etichetta. Ma io non sono una valigia.
Elizabeth Finch, insieme al suo abbigliamento tanto fuori moda quanto interessante, al modo particolare con cui fumava le sigarette, alle scarpe brogue portate con infinita grazia. Ammetto che le donne che le indossano mi piacciono sempre molto. Come mi è piaciuta Elizabeth Finch.
Julian Barnes tratteggia attraverso Neil, un personaggio così dolce quanto "fallito", il ricordo speciale di questa donna, conosciuta da Neil come professoressa del corso di Cultura e Società. Una classe di studenti in parte affascinata, in parte terrorizzata dal suo modo particolare di insegnare: discutendo, attraverso un approccio maieutico lontanissimo dal comune "infarcire nozioni ad oche da ingrasso" che spingeva gli studenti a vedere le cose da angolazioni del tutte nuove, a buttare luce su tempi ritenuti oscuri, e sui personaggi, spesso colposamente ai margini delle Storie. Va da sé che di un tipo così o ci si lascia affascinare, oppure la si detesta.
Il nostro protagonista appartiene al primo schieramento, tanto che coltiva, con pudore e costanza, il rapporto con la docente, con cui di tanto in tanto si vede per un pranzo, in un ristorante italiano. E lì si continua a discutere, a chiacchierare, a confrontarsi. Ma succederà qualcosa, che non vi svelo, per cui verrà affidato a Neil una sorta di progetto incompiuto, caro a Finch: uno studio su Flavio Claudio Giuliano, Imperatore di Roma, passato alla storia come l'Apostata, ultimo imperatore che tentò di far tornare politeista l'Impero, essendo non cristiano.
Ci sono due questioni che ho adorato: la prima riguarda il come Neil descrive il suo rapporto con Elizabeth, e tutti i dubbi che vengono al pettine quando si costruisce un'idea su un altro nel momento in cui ne conosciamo solo una parte, una dimensione. Si notano tutti gli scoramenti, i passi indecisi, che ognuno di noi fa quando vorrebbe, ma non può, conoscere meglio l'altro. La seconda è più sottile, e riguarda appunto il fascino: fascino è probabilmente il miglior esempio di enantiosemia, cioè quando acquisite condizioni polisemiche, una parola può avere un significato opposto a quello etimologico. Infatti il fascinus era un amuleto contro l'influenza malefica che si ritiene possa emanare dallo sguardo degli invidiosi, degli adulatori, degli affetti da qualche morbo. Era in pratica una sorta di malia. Con lo stesso termine, si indicava il dio Priapo, e i Romani chiamavano con lo stesso modo il suo attributo sessuale, il pene di dimensioni gigantesche, simbolo di fertilità e di ricchezza. Tanto è vero che era pratica comune indossare dei piccoli amuleti a forma fallica contro la negativa malia. Solo in tempi molto più recenti, il fascino diventa un'attrattiva seduttiva, che seppur "funzioni" allo stesso modo, non è più legato all'allontanare lo sguardo dell'invidioso, ma a catturare colui che si vuole far rapire. Come lo fa, leggendo le considerazioni di Neil, Elizabeth Finch.
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haiku--di--aliantis · 3 months
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La qualità non ha bisogno di aggettivi. Il fascino di una donna neppure. È indefinibile ed è anche la sua impronta personale: ogni donna ha il suo modo esclusivo ed affinato nel tempo per catturare il cuore dell'uomo che desidera avere tra le braccia.
Aliantis
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Silenzio (Gianna Nannini)
youtube
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ross-nekochan · 9 months
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Non so cosa scrivere eppure mi sento l'anima nebulosa con tante cose dentro che nemmeno so decifrare.
Mi sento stanca e insoddisfatta. Non so cosa sto facendo e mi sento persa in un mezzo a un vuoto: non vedo una direzione, un'obiettivo, qualcosa. Vivo le giornate a comandi: questo mese fai il training, rispondi alle telefonate, fai i colloqui ecc ecc. Per il resto niente più.
Penso alla mia non-famiglia: non sento nessuno da quando sono partita. Va bene così, era quello che volevo ma non vuol dire che mi faccia stare bene. Mia madre e mio fratello sono a fare le vacanze che lei sognava di fare per festeggiare i suoi 50 anni. Mio padre non lo so né mi interessa.
Chiamo e sento solo i nonni - qualche giorno fa li ho videochiamati e mi sono teletrasportata nel mio paesello. Preparavano le cose per il ferragosto, mentre qui è stata una settimana lavorativa normale (e pure pesante per sto training a orari del cazzo).
Con la coppia indiana stiamo organizzando di scalare il monte Fuji il mese prossimo. Era una cosa che non ho potuto fare 5 anni fa, quando le mie conoscenti lo avevano fatto e che io ho proposto. Vediamo.
Mi sento molto a casa con loro. Mi meraviglio di come il sud sia sud in tutto il mondo: danno grande spazio al cibo, condividono sempre, mi chiamano sempre ma allo stesso tempo criticano tutti, sono pettegoli, sono talmente legati al loro cibo da non volerne sapere di nient'altro. Il risvolto della medaglia è che è un sud molto arretrato: ieri abbiamo visto un film e, a quanto pare, è ancora necessario che la donna sia vergine al matrimonio, il matrimonio combinato è ancora comune, le donne devono servire il marito e badare ai figli, sono devotissimi alla religione e mille altre cose che forse non si vedono più dai tempi dei miei nonni.
Penso a quante persone diverse io abbia incontrato da gennaio. In Erasmus ho fatto amicizia con una polacca, una greca e oggi me la rido con degli indiani, oltre a convivere con persone cinesi, messicane, ceche, francesi, americane, italiane e così via.
Paradossalmente sono in Giappone ma il giapponese lo uso pochissimo. Tutti prima di partire mi hanno detto:"Chissà come migliorerai col giapponese adesso" e invece all'estero succede che entri in delle bolle per cui nel tuo quotidiano parli tutt'altra lingua. Parlo in inglese stentato perché noto che se non ho un interlocutore madrelingua non metto sforzo né in pronuncia né in grammatica e parlo come mangio.
Dicevo, ci sono persone di ogni tipo ed alcune si sono lanciate verso il vuoto in questo paese senza sapere niente della lingua. Mi sono ricordata che al primo anno di università rifiutai la borsa erasmus che avevo vinto perché non c'erano più paesi disponibili che parlassero in inglese e per me era impensabile buttarmi in un paese di cui non conoscessi la lingua. Ad oggi lo farei ma sono passati 7-8 anni di vita nel mezzo e sono ormai adulta. Qui ci sono ragazzini di 20 anni stentati e alla loro età non avrei avuto il coraggio.
Per molti, o forse per tutti, questo è un paese di passaggio. Vieni, prendi il visto studentesco di 1 anno e te ne vai a casa, con la possibilità di aver detto di aver vissuto dall'alta parte del globo. Nessuno rimane e a ben dire (anche perché i giapponesi fanno lo stesso). Questo è un posto unico al mondo dove le cose sono così diverse da tutto il resto della normalità che gli studiosi lo hanno definito "Galapagos syndrome": esistono cose solo per i giapponesi perché questa è una società tutta particolare con esigenze proprie. Se non sei abituato a questa vita non riesci a fartene un'abitudine e se ci sei nato non riesci a vivere altrove. È un posto difficile, ben oltre le aspettative della gente comune.
L'altra volta sentivo il podcast de Il Post sui libri giapponesi sempre più amati in Italia e mi fa sempre ridere quella patina di fascino che hanno tutti quando si parla di qui. Mi fa sempre sorridere e far incazzare questa cosa. Il prof Coci intervistato nel podcast ha detto cose storicamente vere ma per come le ha dette erano cagate per me. Eppure anche io ne sono stata vittima e vivo tuttora a mie spese le conseguenze di questa infatuazione.
Così come mi fanno ridere sia italiani e indiani che dicono:"A me interessa solo la lingua, la cultura non mi interessa". Come se le due cose si potessero separare così, all'acqua di rose.
Ripensandoci forse a Rovigo stavo meglio. Chissà se potrò trovare la serenità anche in questo paese.
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