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#della liguria mi pare
sara-smind · 2 months
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📍Como, 24 Marzo 2024
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blogitalianissimo · 4 years
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Salve, ho bisogno di un parere. Oggi una vicina mi ha detto che il milanese che ha la casa vacanze nei paraggi sarebbe arrivato con moglie e figlio. Non è sicura, domani vedrà di controllare. Notare che io abito in Liguria. Mettiamo che il milanese è davvero qui... come cazzo avrebbe fatto a superare i controlli? E soprattutto... nel caso, potrei chiamare la polizia perché gli vada a citofonare?
Ehi!
Guarda ho googlato, perché al centro-sud chi viene dal nord deve obbligatoriamente segnalarsi e mettersi in quarantena. A quanto pare è così anche per la Liguria, o almeno così dice un articolo del corriere della sera risalente all’8 marzo “La Regione Liguria ha adottato un’ordinanza con cui obbliga chi è arrivato dalla Lombardia e dalle province della zona di sicurezza a rimanere nelle loro case di vacanza e a segnalare la loro presenza.. «Devono seguire le indicazioni del decreto come se fossero nelle loro abitazioni di residenza», ha detto il governatore Giovanni Toti.”
Perciò credo che tu abbia tutto il diritto di avvertire la polizia, specialmente adesso che tecnicamente ci sarebbe il divieto di spostarsi. Magari fai il nome e cognome del tipo alle forze dell’ordine, e chiedi 1. se si è autosegnalato, 2. se ha il permesso di rimanere lì.
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giovaneanziano · 4 years
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Serata 4 di Sanremo. Da guardare solo per Dua Lipa come ospite.
- la classifica generale. Vi dico solo i top e i flop 3
Morgan e Bugo, Junior Cally e Elettra FLOP,
Piero Pelù, Le Vibrazioni e Gabbani TOP.
Vabbè mi rode il culo. Stasera vota la sala stampa, domani il televoto. Ok vince Gabbani che do cojoni.
- nuove proposte si fanno fuori subito con la GIURIA DEMOSCOPICA
- Tecla contro Marco Sentieri: Tecla con una canzone sull'8marzo che per me ha vinto, scusa Marco, anche se la tua canzone sul bullismo ha toccato il mio passato. Infatti ha vinto Tecla
- Leo Gassman contro Fazma. Leo vestito con una tuta che boh, ma un energia che eh. Fazma è full autotune e per me MADONNA. Leo Gassman ha vinto con il 50,01% praticamente ha vinto grazie al Portinaio che odiava l'autotune.
- finalissima nuove proposte con sto Mortal Combat Tecla VS Leo Gassman. PREMIO DELLA CRITICA: EUGENIO IN VIA DI GIOIA FANGIRLO. PREMIO SALA STAMPA: TECLA. I premi li porta Giovanni Toti, governatore Liguria. Vittoria Totale come a Fortnite: 52,5% vince Leo Gassman che ora ci farà il balletto di Fortnite. Dio come sogno il balletto di Fortnite a Sanremo.
- mentre aspettano il vincitore, Fiorello viene vestito da Coniglio del cantante mascherato che è sto nuovo format rai triste. E sotto il coniglio c'è Fiorello vestito da De Filippi. Che palle madonna
- ora si inizia con i Big di nuovo. Sono le 22 e devono cantare il 24. Addio
PAOLO IANNACCI sempre in frack e con un sorriso contagioso.
- Tiziano Ferro non voglio sentirmi più per sei anni dopo Sanremo. Vado avanti con Mario Kart. Ah ha limonato con Fiorello
- monologo della Clerici. Che lo prende per il culo sulla figura di merda pre Sanremo
- Dua Lipa sale sul palco e che je dici? Ricordiamo sempre che io e Dua Lipa stiamo insieme solo che lei non lo sa.
Le canzoni sono sempre quelle e non so più che dirvi, quindi farò entrare l'anziano fashion police, a domani.
RANCORE è economico dai, ha sempre i soliti vestiti e solito cappello
GIORDANA ANGI completo rosa che mi fa venir voglia di mon cherry
GABBANI mi sta in culo da quella volta che alla cena della Luxottica ha urlato contro i camerieri cattivo senza motivo. Ma la canzone è bella e rosico
RAPHAEL GUALAZZI ha una camicia che è più brutta delle mie. Credetemi eh, ne ho una fucsia con su le palme che un paio di colleghi manco mi salutano
PINGUINI TATTICI NUCLEARI vestiti elegantissimi stasera! E se qualcuno li associa ancora agli Stato Sociale SCHIUMO. MADONNA CHE CARICHI ANCHE ELIO A AIZZARE LE FOLLE E GLI OCCHIALI AL DIRETTORE D'ORCHESTRA!
ANASTASIO vestito di rosso che la casa di carta chi. Amo sta canzone, che devo dirvi? COME TI SENTI? DISINNESCATO
- Amadeus fa dell'ironia sulla storia del passo indietro con la morosa di Valentino Rossi. Cosa cazzo ridete che non c'è in cazzo da ridere
ELODIE senza spalline quindi MI HA ASCOLTATO?? ELODIE SEGUIMI SU TUMBLR
- Ancora Tiziano Ferro? Ma basta, pare mia zia che si autoinvita in ogni occasione
RIKI vestito da cameriere con gli occhiali quelli di vetro per sentirsi fighi
- Sanremo fa un monologo sul come si fa la pipì a 60 anni. Utile. Si sì.
- esibizione di Ghali che scende le scale cadendole male, ma era lo stuntman brutto.
Ne mancano 15 ancora e sono le 23. Voglio solo dormire
DIODATO che più la ascolto più mi mungo le ginocchia
IRENE GRANDI con una risata talmente falsa che la trovi al Lidl a 3€
ACHILLE LAURO ho finito le parole sono commosso. con un copricapo impossibile alla Renato Zero e rischiava anche di perdere il microfono e poi tocco di classe con calze a rete ciao che posso dire
PIERO PELÙ che se ascolti il testo è tipo dolcissimo, ma è Piero Pelù e non te lo aspetteresti minimamente
La Nannini e Coez e l'unico pensiero è -11
TOSCA credo di soffrire della sindrome da Achille Lauro: chiunque non sia lui, m'annoia. Mi sto addormentando per colpa di Tosca
LE VIBRAZIONI mi ricordano molto i The Darkness. E con loro c'è sempre Vessicchio.
ALBERTO URSO non riesco a guardarlo ha lo sguardo troppo TROPPO creepy, mi sento violato
LEVANTE con sti colori Wes Anderson sta veramente bene. Ora manca solo che si metta al centro e simmetrica, così Wes la chiama al prossimo film
Poi mi sono addormentato km me culla Pro proprio a Elettra? (Questo scritto alle 2 eh)
Beh notte (e mi son addormentato sul telefono)
ORE 7 DEL MATTINO MI SVEGLIO COL TELEFONO IN FACCIA
Riprendo da dove ho lasciato grazie a Rai Play
BUGO E MORGAN sto qui due iniziano, il testo sono insulti a Bugo e lui se ne va. Semplice. E Morgan ci resta male. PANICO GENERALE! Fiorello propone di eleggere subito il vincitore e fanculo domani e io ci starei
LA PAVONE vestita semozebrata fuori tempo che ho dovuto stoppare lo streaming dal nervoso
- comunicazione di servizio Morgan e Bugo squalificati. Ma va? Tutti NOOOOO e io EEEEEEEEEH
NIGIOTTI che stasera è il sosia di Grignani con la sua canzone che non sopporto perché è uguale alle altre quindi NEXT
ELETTRA castigata e col look di mia madre il giorno della prima elementare nel lontano '68, può twerkare ma non lo fa. Elettra ma che ti succede *inserire meme di star wars dove Obi Wan dice MI SON FIDATO DI TE*
MASINI fa io Masini, ma non quello dei tempi d'oro. Oh se io fossi cantante, alla serata cover porterei la sua VAFFANCULO o la sua cover di Nothing Else Matter dei Metallica, che è la più NONSENSE del mondo (Linko qui perché dovete sapere https://youtu.be/7DsbEQydS3c )
Poi basta son andato a fare colazione beccateve la classifica
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Diodato li non lo capisco, ma gusti. Gli altri TANTO CUORI SOPRATTUTTO AI PINGUINI. Tosca merda sempre
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cartofolo · 5 years
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Cartofolo, e tu come stai? Hai sempre una buona parola per tutti ma su di te sappiamo poco :)
La mia vita è stata particolare, Anon.  A parte un’infanzia difficile, tutto si è poi sviluppato su una storia d’amore. Quella con mia moglie è stata un'avventura della mente e del cuore, tanto particolare che un giornalista l'ha voluta descrivere sulla rivista "il Giornale dei Misteri" per quello che ha implicato nella storia della parapsicologia di cui, come ho già scritto, sono uno studioso. Spero che tu e altri lettori mi scuseranno se ne riporto solo uno stralcio omettendo i nomi che preferisco mantenere riservati in questo ambito.
"La prima volta che (Cartofolo) aveva visto (lei) aveva provato un’emozione potente. Erano ragazzi, neanche ventenni; domenica pomeriggio, sala da ballo, lei poco incline alle danze e in compagnia delle amiche che vogliono scuoterla da una cocente delusione amorosa; lui la vede lì, seduta, bellissima, e sente dentro di sé una cosa che è del tutto irrazionale, eppure è una certezza assoluta, tanto subitanea quanto indiscutibile: “Questa è la mia; questa me la voglio sposare!”. E per il giovane che aveva appena attraversato anni veramente difficili, vederla lì e sentire questo, era come venire salvato da un naufragio dello spirito. Perché proprio di questo si era trattato. Era stato cresciuto come un piccolo fervente cattolico, frequentava la chiesa, conversava volentieri con il suo parroco e con gli altri sacerdoti, e soprattutto aveva fede nella dottrina che gli era stata insegnata. Credere in Dio era per lui come stare al sicuro, al caldo, protetto da questo grande amorevole Padre. Ed era stato così per anni, fino all’adolescenza. Poi, allo scadere del quindicesimo, erano iniziati i dubbi ed erano venute le domande, quelle che un fervente cattolico non deve farsi. Sei di fede cattolica? Allora ti devi appunto “fidare” di quello che ti dicono! E i dogmi? Eh, i dogmi… i dogmi sono appunto dogmi. Vanno presi così, e non vanno discussi, altrimenti che dogmi sono?! Ma il giovane (Cartofolo) era di una pasta poco accomodante; spaccatore di capelli in 4 e poi in 8 e poi anche in 16. Aveva – ohibò che strana cosa! – una testa che voleva pensare, e certe domande gli venivano, non poteva farci niente. E cominciò a porle a chi – e chi altri? – sicuramente aveva le risposte. E quindi ai preti. Erano gli esperti, no?! Perché quel Dio era fatto come era fatto? Perché se la prendeva con questi e non con quelli? E che significa peccato? Peccato per chi, e secondo quale idea? E l’Inferno? Non era forse l’Inferno un’invenzione terribile? Chi l’aveva permessa? Lui? E tutta l’ingiustizia che vedeva intorno a sé?... Eh, i sé, i ma, i perché, i semmai, si affollavano nella sua testa, e più si affollavano e più cercava aiuto, e più cercava aiuto più trovava porte chiuse. Non che non lo volessero ascoltare, ma cercavano di riportarlo dentro l’ovile, fuori del quale aveva imprudentemente mosso qualche passo, senza però dargli spiegazioni che lo soddisfacessero. E non ci fu verso di trovare qualcuno in grado di dargliele, quelle spiegazioni. Furono anni penosi per (Cartofolo). Improvvisamente gli si era ribaltato dentro tutto ciò che lo aveva reso sicuro di sé e del mondo. Non aveva più né certezze né riferimenti, e cominciò a sentire che per lui tutte quelle cose che gli avevano insegnato su Dio erano assurde. Aveva grattato un poco la superficie dorata del suo credo e appena sotto aveva trovato incongruenze, confusione, fumo, nebbia fitta. Non si riconosceva più in niente, cercava intorno a sé, voleva trovare risposte, ma di sicuro non stavano nel recinto dentro al quale volevano ricondurlo. Finché un drammatico giorno prese la sua decisione: “Sono tutte storie! Non esiste niente. C’è solo quel c’è ora, in questo posto dove sono, e in questo tempo dove vivo. C’è solo questa mia vita!”. Da fervente cattolico era divenuto ateo. Ma non era stata una scampagnata, tutt’altro. Va anche detto che Umberto era uno di quegli atei che portano nella loro vita una definizione ulteriore del termine ateo, à-theos, che si traduce senza-Dio, ma anche a-Dio. E in genere quel “a” (privativo) è inteso nel suo significato di negazione. Ma c’è un altro verso di intenderlo: ovvero come “mancante di dio” e al tempo stesso “rivolto verso” quella mancanza, rivolto verso un dio che non si riesce a vedere al punto tale di pensare che non ci sia. Il senso più profondo di alcuni atei sta proprio in quel “a”, che in realtà più che una negazione indica una direzione; anche se la speranza che, da quella parte “a” cui sono rivolti, possa fare la sua comparsa un dio degno di questo nome è talmente nascosta che non sanno più di averla. Eppure ce l’hanno, e questo fa di loro degli agnostici. In (Cartofolo) questa speranza nascosta prendeva la forma del suo cercare, mentre la disperazione per la fede perduta e per il vuoto che sentiva dentro di sé rivelava la forza del suo contrario, ovvero quanto fosse grande in lui il bisogno di cercare (e qui va ricordato che si cerca per trovare!). Non potendo credere in un dio, poteva solo credere nel suo vivere quotidiano, e per questo motivo incontrare, proprio nel suo quotidiano, quel sole che (Lei) aveva immediatamente rappresentato per lui, era stato come venire letteralmente salvato dal buio che stava attraversando. Bagnino da qualche anno, quando fare il bagnino significava rastrellare a braccia vaste distese di spiaggia e spostare pesantissimi pattini con la sola forza dei bicipiti, e quindi fisichetto niente male, si avvicina alla ragazza seduta: - Balli? Lei secca secca: - No! Lui, sedendole accanto: - Neanche io. “E adesso?” si chiede (Cartofolo) “Che si fa? Siamo in una sala da ballo, dove di solito si viene per ballare. Ma, a quanto pare, con questa di ballare non se ne parla nemmeno. Uhm…”. Viene in suo soccorso un giovinastro, di quelli piuttosto entranti, che chiede alla giovane di far coppia con lui. Lei rifiuta, come ha appena fatto con Umberto, e distoglie lo sguardo. Ma il giovane è uno sicuro di sé, insiste, e poi insiste ancora, mentre si capisce bene come la ragazza sia infastidita dai modi del giovane. Ma lui niente, non molla, la prende addirittura per un polso e vuole trascinarla sulla pista. Umberto salta su e si mette fra di loro: - Ha detto che non vuole ballare! Il confronto dura un istante, l’altro si ritira. Ecco, è fatta, l’ha difesa, è stato il suo cavaliere. È così che comincia una storia d’amore che durerà per sempre. Escono insieme, si conoscono, a lui lei piace tantissimo, a lei lui inizia a interessare un poco per volta. Oltre alle attenzioni che le riserva, a (lei) piacciono i discorsi di questo giovane, ben diversi da quelli dei ragazzi di quell’età. Ha interesse per la psicologia e la filosofia e non è per niente superficiale. (Lei) viene da una famiglia che per tirare avanti ha avuto bisogno di lei fin da piccola; ma pur non avendo studiato è affascinata dai ragionamenti di (Cartofolo). Parlano molto della vita, del destino, degli stati d’animo, lui le racconta i suoi dilemmi esistenziali, le rivela le domande che lo assillano fin da giovane e Ines sente crescere il legame per questo giovane così profondo. Sente che di lui potrà fidarsi. Leggendo un libro di Jung prestatole da (Cartofolo) inizia a riflettere su di sé e sulla sua vita e comincia a rintracciare un significato nella concatenazione delle vicissitudini, molte delle quali dolorose, che ha vissuto dai 13 anni in poi. E forse intravede un senso anche in quel loro incontro. Si fidanzano e lui trova lavoro in una grossa compagnia di assicurazioni, ma lo mandano in Liguria. Così lei sta a Viareggio e lui su e giù da La Spezia e tutto sembra complicarsi. Ma quando la vita ti vuole condurre in un punto preciso, sa bene come intrecciare la corda del karma. Molte scoperte attendono i due giovani, e il nuovo corso per loro inizia incontrando uno strano libro che trovano sulle bancherelle di una fiera: “Rapporto dalla Dimensione X” . Vi si raccolgono, recita la scheda sul retro di copertina, le comunicazioni giunte per via medianica – per via medianica?! – dell’Entità A. In quelle pagine, si legge, viene proposta una teoria filosofico spirituale affascinante, e vi si dà una visione di Dio del tutto nuova. Che siano lì dentro le risposte alle domande di (Cartofolo)?    Lo acquistano e lui non se ne separa più, lo legge avidamente, anche in macchina, mentre aspetta di incontrare i clienti con i quali ha appuntamento. Lei vi si immerge nel fine settimana, quando lui glielo riporta. Sia lui che (Lei) rimangono colpiti da quello che vi trovano; sono pagine assolutamente pregevoli, e rispondono effettivamente a molti dei quesiti che si era posto il giovane. (Cartofolo) sente riaccendersi la speranza. Quelle pagine hanno il potere di convincerlo che forse è possibile tornare a credere. La prospettiva della prosecuzione di sé oltre la morte, consente a (Cartofolo) di concepire una vita che non sia fine a se stessa, che sia parte di un disegno, con un significato che travalichi le mete così ridotte e insensate che gli uomini si pongono. E tutto questo giungeva per via medianica? Attraverso… gli spiriti? Dapprima lui e (lei) ne sono incuriositi, anche se titubanti, ma poco a poco si appassionano alle letture che riguardano i fenomeni paranormali, la medianità, le sedute spiritiche. Iniziano a leggere le pubblicazioni specialistiche che in quegli anni già appaiono nelle edicole. E scoprono così che nella loro stessa regione esiste una rete sotterranea ma vitale di sensitivi, sperimentatori, seguaci dello spiritismo, e presto entrano in contatto con un gruppo viareggino, iniziando le loro prime esperienze medianiche. La corda del karma che intreccia le loro vite li sta portando sulla soglia di un mondo del tutto sconosciuto. ..."
Così la storia è continuata in un susseguirsi di esperienze straordinarie  completate dalla nascita di un figlio che ha allargato il nostro amore e reso forte di una responsabilità che alla fine, abbiamo capito, premia il dare, non l'avere. Di questo ne siamo certi.
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personal-reporter · 5 years
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Teatro sull’acqua 2019 ad Arona, ancora un’occasione di godere della bellezza del Lago Maggiore
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Arona si prepara ad accogliere la IX edizione del festival Teatro sull’Acqua diretto da Dacia Maraini, dal 3 all’8 settembre, con come tema di questa nuova edizione la Poesia. Sono previsti una serie di eventi che andranno dallo spettacolo Concertazione per elementi ospitato sulle acque del lago diretto da Monica Maimone, agli incontri dedicati ai poeti in Piazza San Graziano con Vivian Lamarque, Fabio Pusterla e Maria Borio accompagnata dalle letture di Federica Fracassi, al teatro in villa con Bello mondo di Mariangela Gualtieri, al Menù della Poesia ospitato nei locali e ristoranti della città. Come sempre Dacia Maraini dialogherà con alcuni tra i più interessanti autori e autrici del panorama letterario italiano, tra cui Claudia Durastanti, Simona Sparaco, Michela Marzano e Antonio Scurati. Il debutto sarà con Concertazione per elementi mercoledì 4 settembre e le repliche il 5, 6 e 7, sempre alle 21.30, che trasforma in immagini oniriche le parole dei poeti e queste diventano acqua, aria, terra, fuoco. Ogni sera, nel centro storico di Arona, turisti e cittadini potranno in grandi macchine sceniche sul lungolago, portate a mano da giovani servi di scena che sono co-protagonisti della spettacolarizzazione, tra giovani ballerine che dialogano con le creature dell’acqua: grandi pesci colorati, cavallucci marini, un grande cigno bianco e ad aprire e chiudere saranno gli spicchi di luna, padrona delle maree e signora degli innamorati. Il cartellone del festival 2019 si arricchisce di un nuovo spazio oltre a Villa Ponti, come Villa Usellini, segnalata al Fai che ospiteranno gli spettacoli Zanna Bianca della Natura selvaggia di Francesco Niccolini, ispirato ai romanzi e alla vita avventurosa di Jack London, con Luigi D’Elia, Mi abbatto e sono felice con Daniele Ronco, Bello mondo con Mariangela Gualtieri e la guida di Cesare Ronconi, Sospiro d’anima con Alda Taliente e Così…vi pare da Luigi Pirandello. Al Teatro sull’Acqua non mancheranno i migliori spettacoli di Teatro di Strada, con la centralissima Piazza del Popolo e il lungolago Marconi invasi da teatri mobili, clownerie, visual comedy, marchingegni teatrali, e perfomer di Circo. Inoltre nei bar e ristoranti del centro storico un gruppo di attori professionisti, vestiti da camerieri, presenterà agli ospiti una selezione di poesie che i commensali possono ordinare da un menu, come se fossero vivande. Lo spettatore sceglie e i versi sono immediatamente recitati per lui, con un sapore intimo, ironico, romantico o provocatorio, secondo l’estro del momento e la complicità che ne scaturisce, che vanno da Dante e Shakespeare a Sanguineti e Fosco Maraini, passando per Brecht e Bukowsky, fino alla poesia dialettale di Totò, De Filippo e Trilussa. Il Teatro sull’Acqua, è l’unico esempio italiano di produzioni teatrali sull’acqua, con l’Opéra on the Lake del Bregenz Festival (Austria) e il Teatro delle Marionette d’Acqua di Hanoi (Vietnam) ed è sostenuto da Comune di Arona, Regione Piemonte, Fondazione CRT e Compagnia di San Paolo nell’ambito dell’edizione 2019 del bando Performing Arts. Inoltre il Teatro sull’Acqua è entrato a far parte di Performing +, un progetto per il triennio 2018-2020, lanciato dalla Compagnia di San Paolo e dalla Fondazione Piemonte dal Vivo con la collaborazione dell’Osservatorio Culturale del Piemonte, per rafforzare le competenze della comunità di soggetti non profit operanti nello spettacolo dal vivo in Piemonte, Liguria e Valle d’Aosta.   Read the full article
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abatelunare · 5 years
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L’Abate in gita
Gite con la scuola ne ho fatte poche. Alle elementari mi pare nessuna. Alle medie giusto un paio. Quella classica alle grotte di Frasassi. Pare fosse una tradizione della mia scuola andarle a visitare. Poi quella in Liguria. Dove abbiamo visto l’Acquario di Genova - forse anche il Museo Oceanografico - e uno splendido orto botanico. Dobbiamo aver fatto anche un salto a Montecarlo, ma non ne sono certo. C’è stata credo anche una terza gita. Non ricordo dove siamo andati. Però ricordo che arrivati a destinazione ho vomitato appena sceso dal pullman. Al liceo abbiamo fatto una sola, vera gita. Siamo andati a Roma. Un tour de force di tre o quattro giorni. Essendo allevi salesiani ci hanno perfino concesso una messa in San Pietro tutta per noi. Gli altri due viaggi in Lombardia non li conto. Perché non erano gite. Siamo stati ospitati in un istituto salesiano lombardo in terza e in quinta (credo, eh: non ricordo i periodi precisi). Avremmo dovuto fare gli esercizi spirituali. A me non venivano quelli di matematica. Figuriamoci gli altri.
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marikabi · 6 years
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Like Fishes in the Net (XVII puntata)
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Fèisbuk è innanzitutto un investimento emozionale per gli utenti. Non lo è più per Mark Elliot Zuckerberg, ricchissimo CEO già alla veneranda età di 27 anni. O per lo meno, lo è nella misura in cui sta vivendo l’emozione di essere stra-ricco.
Le nostre emozioni – che postiamo gratis -- si trasformano in moneta sonante (pare 100 dollaroni a cranio, il che moltiplicato per in miliardo e duecento milioni di utenti, fa…) perché una volta depositate nella nostra Bacheca  non ci appartengono più. E non solo perché diventano pubbliche, ma perché sono pubblicate. La differenza è importante.
Un’emozione è pubblica anche se la svelo al bar tra amici, o se la condivido al pranzo del matrimonio di mio cugino o su di un palco ad una convènscion.
Un’emozione è pubblicata quando – una volta registrata – si può recuperare e riutilizzare. Come gli articoli dei giornali, i testi letterari, le canzoni su iTunes. Con la differenza importante che sulle nostre emozioni non c’è il copyright.
Facebook (l’azienda), inoltre, ha deciso che tutto ciò che non è esplicitamente vietato, è permesso, ovverosia, i settaggi delle impostazioni su ciò che deve rimanere in-pubblicato sono per default liberi da restrizioni. In questo modo, Facebook (sempre l’Azienda) ha il database più ricco e profondo di ogni altra nazione.
Quindi, se non ci preoccupiamo di andare a cambiare le impostazioni, ogni nostra informazione è accessibile. Non solo a potenziali stalker (meno male che non ci chiamiamo Charlize, Cameron o Anna Oxa) ma anche a tutte le tentacolari società di marketing che hanno fatto e faranno la fortuna economica di Mark Elliot di cui sopra, utilizzando le nostre emozioni per tarare le pubblicità ed offrire prodotti sempre più personalizzati alle nicchie di utenza.
Più postiamo notizie sulle nostre emozioni e più lievita il conto in banca del ventisettenne lentigginoso, il quale ha tutto l’interesse di far aumentare la quantità di utenti e di post.
Come abbiamo letto sul TIME, fèisbuk non è un fine, ma un mezzo per veicolare, come se fosse un immenso sistema nervoso collettivo che trasmette le sensazioni del mondo. È uno strumento creato per permettere alle persone per fare ciò che amano di più: comunicare. Tutti comunicano, tutto comunica: dall’albero che cade nella foresta disabitata agli ormoni nei vasi linfatici.
Uno degli sviluppi della piattaforma per rendere ancora più semplice la condivisione di sensazioni ed emozioni è aumentarne la fruibilità sugli smartphone, quegli ibridi tra cellulari e microcomputer, ormai indispensabili appendici della nostra vita. Tant’è che Foursquare (letteralmente: Quattro Cantoni)  è nato proprio per taggarci nei luoghi dove ci troviamo al fine di offrirci in tempo reale tutte le opportunità commerciali dei dintorni. Idem l’applicazione built-in “Places”.
I momenti in cui fèisbuk ci ha meravigliato con le sue possibilità di avere tutto sotto controllo (piissima illusione) o di poterci connettere immediatamente con i nostri amici sono quei potenti collanti che lo hanno reso pressoché indispensabile. Non avere fèisbuk a portata di click ci rende ansiosi come aver perso uno dei nostri sensi, come avere un potente raffreddore.
Il think tank di Mark il Rosso ha poi ideato quello che è il passaporto per i siti del mondo: non più login legati alla nostra e-mail, bensì al nostro account “F”. Et voilà, appare pure la nostra fotina ogni qualvolta apriamo un sito della piattaforma “FacebookConnect”. A seconda di ciò che leggiamo o scegliamo su questi siti, ecco che una pubblicità correlata apparirà in pop-up. Una manna anche per i motori di ricerca che hanno aperto una piattaforma all-purpose, come Google (Gmail, GoogleDocs) o Yahoo! . Nel 2010 si sono contati 2 milioni di siti integrati con fèisbuk e nell’ultimo anno si è avanzati al ritmo di 10.000 siti al giorno.
La preoccupazione degli utenti, però, non dovrebbe appuntarsi su questa incredibile invasione della privacy, anche perché nessuno di coloro che sta su fèisbuk se ne importa davvero più di tanto se si continua a postare roba del tipo “Ho mal di pancia. Devono essere state tutte quelle cozze di ieri sera.” Diciamo meglio che le persone vorrebbero avere la possibilità di controllare ciò che viene pubblicato.
E qui casca l’asino! Le operazioni per arrivare a controllare ciò che è visibile sono estremamente complicate ed inoltre quelli di Palo Alto aggiungono diavolerie quasi ogni trimestre. Mi chiedo come la maggior parte della fascia emergente sul social network, quella degli over 60 (che è poi la stessa più appetibile dai mercati, poiché più numerosa e ancora danarosa, in questi tempi di denatalità, crisi, disoccupazione e precariato giovanile), possa controllare le impostazioni cervellotiche sulla privacy di fèisbuk. Esiste, però, anche una App sull’iPhone che ci guida passo passo nel settaggio delle impostazioni sulla privacy di fèisbuk. L’unico problema è che è in inglese e che ogni tanto si deve ripetere la procedura perché a Palo Alto cambiano le impostazioni con frequenza (mica fessi). Secondo voi, GDPR (che ci ha fracassato i maroni, con banner e valanghe di email, con le quali abbiamo capito che la colpa è nostra se ci rubano i dati) ha sistemato le cose? Io penso di no.
Prendere per esempio quella ragazza tedesca che aveva postato un invito alla sua festa di compleanno. Si era dimenticata di settare le impostazioni dell’evento come ‘privato’ e così l’invito ha raggiunto circa 15 mila persone di cui mille e 600 si sono presentate a casa sua e per farle sgomberare è intervenuta la Polizia, fermandone qualcuna, sedando pure qualche rissa e spegnendo un paio di piccoli incendi. Molte ragazze in sandali si sono tagliate i piedi sui cocci si bottiglie rotte. La casa di Thessa (questo il suo nome) è stata transennata. Insomma, un disastro.
In linea di massima, sarebbe opportuno limitare le informazioni personali (età, preferenze, link), evitare di usare le applicazioni che vengono direttamente da fèisbuk (Farmville, Baci, Abbracci, MafiaWars, Poker, etc), non accettare l’amicizia di assoluti sconosciuti, non usare per fèisbuk la stessa password dell’e-mail, del conto in banca o di PayPal. Inoltre, sarebbe utile bloccare la chat, limitare la ricerca pubblica ed impedire che gli amici ti inondino di applicazioni cretine e di inviti ad eventi cui non parteciperai mai e poi mai, e loro lo sanno pure, ma ti invitano lo stesso, porca polenta!
La regola aurea che dovrebbe guidarci sarebbe la seguente: “Facebook (l’azienda) è un business e l’unica cosa che cerca è di fare soldi con le nostre informazioni”.
Abbiamo trovato interessante nella sua semplicità, una lettera che già nel 2010 un Senatore del Minnesota – tale Al Franken – ha inviato ai capi di Facebook (l’Azienda) chiedendo loro di adottare migliori politiche di tutela della privacy, in quanto gli inserzionisti pubblicitari (pagando, of course) possono ottenere da Palo Alto informazioni del tipo e-mail, numero di telefono, data di nascita o reddito presunto, semplicemente basandosi sui dati inseriti nelle impostazioni del profilo, ricavandone – con qualche arguzia anche i dati di una carta di credito da clonare. Il pericolo maggiore, però, è quello che corrono i minori, superficiali sulle regole, e ghiotto boccone pubblicitario (e non solo) per le Aziende.
Non ci è sembrata terrorizzante la nota del Senatore, ma circostanziata e piena di buon senso. Per quanto ivi spiegato, però, un certo timore ci è occorso e siamo andate a nascondere ogni dato (data e luogo di nascita, luogo di residenza, e-mail, preferenze sessuali e politiche) che potesse essere in qualche modo usato o incrociato per capire come spremerci meglio come consumatori. O raggirarci addirittura. In una lettera di presentazione agli inserzionisti (svelata dal TIME ma anche il WallStreetJournal ha dedicato una lunga serie di articoli) si legge: “Facebook vi da l’opportunità unica di scovare le persone nei momenti particolari della loro vita, quando sono più sensibili a mostrare interesse nei vostri prodotti o servizi. È uno strumento potentissimo per gli affari, voi riuscirete ad acquisire nuovi clienti nel momento in cui iniziano o finiscono gli studi, si fidanzano, si sposano o si mettono su famiglia, in quei momenti, cioè, in cui sono più predisposti ad avere bisogno dei vostri prodotti. Riuscirete ad identificare esattamente i vostri potenziali consumatori attraverso coordinate demografiche e geografiche ed avere un mirino di precisione attraverso la sezione ‘Interessi e preferenze.’ “  Insomma, ogni click su ‘mi piace’, su post, commenti, foto o pagine, regala un’informazione preziosa alle aziende che acquistano da Facebook possibilità di accedere al data base più grande del mondo. Più chiaro di così.
C’è, però, un risvolto positivo sulla privacy zoppicante di fèisbuk: le indagini di polizia. Funziona benissimo per scovare i delinquenti (che ora usano chat e skype, meno vulnerabili di una SIM telefonica. Tant’è che anche il nostro premier di dispiace di aver dovuto rinunciare al cellulare). La funzione ‘Places’ combinata con GoogleEarth te li localizza come un videogame. Niente appostamenti, niente travestimenti: “Volante Facebook a Volante Twitter, Volante Twitter rispondete!”
Non solo, ma fèisbuk non è poi ritenuto così virtuale come piazza, perché due tizi agli arresti domiciliari (in provincia di Catania) sono stati incriminati di evasione (seppur virtuale) perché da fèisbuk lanciavano invettive contro le Forze dell’Ordine e mantenevano contatti con i loro sodali di delinquenza. Insomma, la vita su fèisbuk è reale, lo sono anche i reati puniti con la galera (vera, mica virtuale).
Poi, c’è stata quella storia in cui il Comune di Bordighera (capito? Bordighera, in Liguria) è stato sciolto per infiltrazioni mafiose. Pare che gli inquirenti avessero – tra l’altro – scoperto che il Sindaco aveva tra gli amici alcuni ‘ndranghetisti di calibro. Voglio capire i teen agers, che accettano quasi chiunque, ma ad un Sindaco di una cittadina del nord gli viene qualche attimo di riflessione se uno che si chiama – che ne so – Cetto Laqualunque gli chiede l’amicizia. O no?
La privacy non esiste più. Anche perché a noi tutti (mica solo ai poliziotti, agli investigatori o agli avvocati divorzisti) piace da matti ‘guardonare’ nelle vite di chiunque e più è facile reperire fatti e notizie più la tecnologia s’ingegna nel diventare ficcanaso.
Una delle ultime trovate del team di Palo Alto (sono prolifici in ambito di diavolerie, quelli) è il riconoscimento automatico dei volti sulle foto postate. Non è l’atto di taggare qualcuno (che è volontario, ma ci si può tranquillamente s-taggare), bensì è la capacità della tecnologia di leggere le foto e -- meglio dell’effebiai -- identificare gli immortalati. Facebook (l’Azienda) proclama che questa è una gran comodità, ma puzza di violazione della privacy. Il fatto è che a Palo Alto si sono intestarditi a tenere abilitate le opzioni di pubblicizzazione delle info per default, mentre sarebbe più corretto tenerle disabilitate e lasciare agli utenti la scelta di ciò che vogliono o non vogliono condividere. Non possiamo farci nulla, il nostro mondo è cambiato ed occorre ripensare alla nozione di privacy. Siamo un po’ tutti diventati come i VIP, costretti loro malgrado a ritrovarsi sui giornali per la loro inevitabile notorietà. Solo che loro -- oltre a ricavarci gloria ed onori -- ne hanno fatto un mestiere peraltro redditizio. Ma noi comuni mortali?
Una voce controcorrente ci è sembrata quella dello stra-famoso sociologo Zygmunt Bauman. Il vate della modernità e della società liquida ci dice che i social media hanno capovolto il concetto di difesa dei diritti individuali fondamentali per l’autonomia dei singoli. “Quello che ci spaventa al giorno d’oggi non è tanto la possibilità del tradimento o della violazione della privacy, quanto il suo opposto, cioè la prospettiva che tutte le vie d’uscita posano venire bloccate. L’area della privacy si trasforma in una specie di carcere”, dove nessuno vuole sentire di noi e della nostra storia, in una condanna al silenzio mediatico. Una vera e propria ‘morte sociale’ attende tutti i resistenti all’entrata nel cyber-mondo.
A proposito di morte. Il TIME ha riportato la storia di due ragazze australiane intrappolate in una tempesta, le quali invece di chiamare la polizia o la protezione civile, hanno postato il loro stato di emergenza su fèisbuk. Sono state rintracciate e salvate. Di converso, abbiamo letto di quel disastro aereo in Patagonia, nel maggio 2011. Il reporter ci informava afflitto che gli inutili soccorsi (tutti morti) sono stati oltremodo complicati in quanto la zona era senza copertura cellulare. Questi episodi indicano due cose fondamentali: a) ormai le giovani generazioni fanno più affidamento ai canali comunicativi offerti dai social media e b) fèisbuk e le comunicazioni cellulari (quando esistono, ma in Patagonia no, evidentemente) funzionano più dei canali tradizionali anche in casi di emergenza.
Vabbe’, ma che ce ne importa, alla fin fine, di queste pippe sulla pràivasi. Quasi quasi vado a vedere le foto del matrimonio che ha postato il cugino della sorella di mio cognato e fare la conoscenza degli invitati. In automatico.
(Capitoli da un best seller ormai introvabile)
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giancarlonicoli · 3 years
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6 mar 2021 14:52
IL RE DELLE “CAMMELLATE” - VITA E AMORI DI ORLANDO PORTENTO, MENTORE DI BEPPE GRILLO ED EX MARITO DI ANGELA CAVAGNA - “HO UNA PENSIONE DI 646 EURO E HO FINITO I RISPARMI. PER SBARCARE IL LUNARIO, A 75 ANNI, LAVORO IN UN RISTORANTE COME INTRATTENITORE. QUANDO CONDUCEVO SU RAI3 LIGURIA IL MIO PROGRAMMA, UNA SERA MI SONO TROVATO UN CARTELLO CON SU SCRITTO “LA RAI PAGA UN FASCISTA!” - GRILLO AVEVA ALLE SPALLE UNA BUONA FAMIGLIA, MA ERA AFFETTO DA UNA TIRCHIERIA INNATA! ANDAVA IN GIRO CON LA TUTA SENZA TASCHE. UNA VOLTA MI CHIAMO’ SUO FRATELLO E…”  
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Mattia Pagliarulo per Dagospia
Orlando Portento è un fiume in piena. Settantacinque anni di vita vissuta tra alti e bassi, tra successi e sconfitte, tra ricchezza e difficoltà economiche e tra vecchi e nuovi amori.
Molti lo ricorderanno per essere stato il marito della soubrette non che infermiera di Striscia la Notizia Angela Cavagna, altri per essere stato mentore di un’ esordiente Beppe Grillo, ma la maggior parte delle persone lo ricorderanno sicuramente per la sua sfuriata durante una puntata del reality La Fattoria nel 2006, in cui a suon di cammellate e triccheballacche ha raggiunto il centro dello studio accanto alla padrona di casa Barbara d’Urso ed ha iniziato ad inveire contro quest’ultima e contro gli autori del programma perché, a suo dire, la consorte Angela Cavagna era stata eliminata in maniera irregolare.
Questi suoi originali e stravaganti cavalli di battaglia verbali entrano con prepotenza nel linguaggio comune rivelandosi dei veri e propri tormentoni ancor oggi attuali. L’ultima sua apparizione televisiva risale all’autunno 2019 ospite a Pomeriggio 5 nel quale accusava l’ex moglie e in cui lamentava serie difficoltà economiche. Oggi a distanza di tempo incontriamo e conosciamo meglio un Portento chiamato Orlando.
D. Orlando, nel 2019 ha dichiarato di essere in serie difficoltà economiche, percependo una pensione bassa, pagando un affitto alto e avendo quasi finito i risparmi, la situazione è migliorata?
R. Niente affatto! La pensione è di 646€ mentre l’affitto è di 580€, i risparmi di una vita sono ufficialmente finiti! Sono sempre più rovinato...
D. È vero che per sbarcare il lunario fa il jolly presso un ristorante delle colline genovesi ?
R. Eh già, sono pensionato e ho settantacinque anni ma ugualmente lavoro presso il ristorante Forchettone da Leandro sulla collina genovese di Fontanegli dove faccio l’entrenouse, l’intrattenitore, il direttore, il primo cameriere, primo sanificatore, primo sommelier, ma ho rifiutato il titolo di primo lavapiatti. Errata Cocige! Non sono un jolly sono un mazzo di carte, ma manco quelle mi posso giocare più con il Gomit!
D. Forse intende dire Covid Portento?
R. Eh no, gomit! Tutti si salutano con il gomito quindi è gomit, e con il gomit sono più rovinato del solito dato che nemmeno al ristorante si lavora con continuità con ste zone gialle, verdi, blu, rosse ecc ecc
D. Qualche tempo fa abbiamo assistito ad una guerra mediatica verso l’ex moglie Angela Cavagna, che pare sia  finita nelle aule di tribunale. Come stanno realmente le cose?
R. Penso che Angela abbia preso la querelite, una rara e difficilmente curabile forma di querelite; la scienza si sta adoperando per cercare una soluzione medica per farla guarire da questa patologia. Ahimè di rimbalzo però ha infettato anche me quindi attenzione perché querelo tutti anch’io come ha fatto la signora!
D. Non pensa sia giunto il momento di seppellire l’ascia di guerra nei confronti della sua ex moglie?
R. Dobbiamo sottolineare che i pellerossa si sono estinti da un po’ e quindi non vedo asce di guerra da sotterrare. Mi è rimasto un totem somigliante ad Angela Cavagna come ricordo...
D. Il settimanale Oggi qualche tempo fa la dava come papabile naufrago dell’Isola dei Famosi ma alla fine non è figurato nel cast ufficiale, come mai?
R. Perché sono sull’ammuffimento totale. Ho rifiutato L’Isola dei Famosi anche se avevo bisogno di quattrini. Ad una certa età inizi a prendere qualche chiletto ma se fossi andato in Honduras senza mangiare la mia pasta e senza bere il mio buon bicchiere di vino dimagrivo troppo, mi si scavava il viso come quello di Edoardo De Filippo “‘adda passá ‘a nuttata! ”: non era il caso di naufragare e rischiare la vita alla mia veneranda età!
Tra una sciatica e l’altra mi piacerebbe semmai partecipare ad una specie di “Grande Casa di Riposo Vip” ambientato in un bell’ospizio risanato. Mi immagino già lì con Sandra Milo, Tony Dallara, Gina Lollobrigida, Luca Giurato ecc ecc, mentre a condurre metterei i quasi centenari Pippo Baudo dai piani della casa di cura e Maurizio Costanzo dalla portineria in accettazione!
D. L’8 marzo uscirà il suo primo libro dal titolo “Due Quori e una Cavagna”, di cosa parla?
R. Il libro è edito da Pathos Edizioni di Torino e la prefazione me la sono fatta io perché nessun critico letterario, storico, idraulico, dentista, elettricista, netturbino ha voluto scrivermela, ho dovuto cantare e portare la croce, nemmeno il mio prete confessore di colore ha accettato il mio invito!
Il libretto parla di vent’anni e più di cronaca italiana, di curiosità, di incazzicchiamenti, di amarezze, di successi e sconfitte, ambedue impostori, frammenti di vita vissuta, illusioni perdute, sogni sempre attuali. Realtà tramontate, svanite e confuse tra le nebbie dei ricordi, dolci e amari, e degli anni che volano come aquile che con il tempo perdono la proverbiale s...vista. Gli intermezzi, i fatti e i riferimenti descritti, sono realmente accaduti. Unica qualità positiva? Genova...È una lettura simpatica e di facile comprensione, cerco in un goffo tentativo di emulare il Giovannino Guareschi, vedi lo Zibaldino ecc ecc
D. Non ha mai nascosto di essere un uomo di destra, le ha causato problemi questo nella sua carriera?
R. Sempre e dico sempre! Purtroppo di rimbalzo anche la Cavagna ci è andata di mezzo.
Racconto un aneddoto: conducevo ogni lunedì su Rai3 regione Liguria il mio programma “Sport...ento” e all’ingresso della sede Rai di Genova di Corso Europa una sera mi sono trovato un cartello con su scritto “La Rai paga un fascista!” riferito a me medesimo; morale della favola? La portineria non aveva visto nessuno e il cartello sparì.
Solo per farle capire l’accanimento che i sinistroidi avevano con me!  A me e ad Angela ci hanno cacciato due volte dalla Rai senza rinnovarci il contratto solo perché di destra.
Una volta però dopo il non rinnovo mi rivolsi direttamente a Gianfranco Fini, ci recammo presso la sede di Alleanza Nazionale a Roma, io attesi fuori mentre Angela entrò nel suo ufficio chiedendogli aiuto, lui da gran signore senza dire troppe cose alzò il telefono e chiamò Confalonieri, pochi giorni dopo la nostra visita arrivò un contratto per Angela da parte di Mediaset per un programma.
D. Perché ama definirsi un ex di tutto?
R. Perché è così belin! Sono stato autista, preparatore atletico, autore, conduttore, ristoratore, manager, cabarettista, allenatore di calcio, calciatore, insegnante di tecnica calcistica, ho gestito negozi di abbigliamento...se non sono un ex di tutto io chi può esserlo?!
D. Sembra che abbia dimenticato la Cavagna con un nuovo amore, Nicoletta...
R. Bah non è un nuovo amore, è un amorino.
Nicoletta fa la guardia cinofila e mi ha accalappiato, d’altronde ero solo come un cane! Ognuno vive a casa sua, dopo Angela nessuna donna ha più dormito nel mio letto!
D. Lei è stato co-autore non che amico di un esordiente Beppe Grillo, che ricordi ha di lui e di quel periodo?
R. Siamo stati amici nel nostro periodo di adolescenza quindi un centinaio di anni fa circa, abitavamo nello stesso quartiere, San Fruttuoso a Genova dove io vivo tutt’oggi.
Grillo era molto simpatico, era questa la sua carta vincente per conquistare le donne, i denti storti la bellezza non di certo!  Giuse, noi amici lo chiamavamo così aveva alle spalle una buona famiglia, ma nonostante tutto era affetto da una tirchieria innata, non aveva il braccino corto, era totalmente mutilato!
L’Avaro di Moliere è un filantropo al confronto di Grillo! Andava in giro con la tuta senza tasche apposta per non offrire mai neanche un caffè, a lui il pacchetto di sigarette durava tantissimo perché andava sempre a scrocco per non consumare le sue!
Sono stato un mezzo profeta nel 2013 quando fui ospitato da Paolo Del Debbio a Quinta Colonna, in quell’occasione ho definito i cinquestellini dei sonnambuli, che appena si sarebbero svegliati sarebbero caduti dal balcone prendendo una facciata per terra che li avrebbe frantumati, e guarda un po’ che è accaduto tra gennaio e febbraio al governo...
D. Come mai la vostra amicizia poi è finita?
R. Io presentavo nella nostra città degli eventi presso i giardini dell’ Acquasola chiamati “Le Serate di Genova” ed una sera era ospite Pippo Baudo. Il mio impresario Morelli dietro le quinte si avvicina a Pippo dicendogli: “è più grande Portento di Grillo, aiutalo!” e lui risposte: “e come faccio ad aiutarlo?! Grillo non vuole!”. Ascoltai questa conversazione a distanza, e nessuno si accorse di me. Da quel giorno io con Grillo ho chiuso, lo pensavo un amico invece non si comportò da amico.
Lo vidi circa quindici anni fa ad un funerale ma non ci siamo salutati, poi cinque anni fa incrociati a piazza Martinez ma sono andato via dritto a passi lunghi e ben distesi.
Bella riconoscenza e gratitudine quella sua, e pensare che all’inizio della sua carriera sono stato il primo ad accorgersi del suo talento e a motivarlo, in merito a ciò racconto un episodio inedito di cui non ho mai parlato.
Era agli inizi Grillo, ricevo una telefonata accorata e di supplica da suo fratello Andrea che tutti chiamavano Andreino in cui mi veniva chiesto di convincere Giuse (Beppe) a ritirarsi dalle scene e a tornare a lavorare nell’azienda di famiglia perché avevano bisogno di lui; io risposi al fratello di non avere fretta, di aspettare e dargli tempo un anno, nel caso la carriera di comico non avesse preso il volo mi sarei adoperato io a convincerlo di smettere e tornare a Genova a lavorare nell’azienda di famiglia. Giuse ascoltava molto i miei consigli, era   condizionato, in maniera buona intendo, da me. Quindi se avessi ascoltato il fratello ora Giuse non sarebbe quello che è! Con il senno di poi forse era meglio...
D. Nel 2006 ha raggiunto il suo momento di maggior popolarità irrompendo in studio a La Fattoria e polemizzando con la conduttrice Barbara d’Urso a suon di cammellate e triccheballacche; era una scena studiata a tavolino?
R. Ero incazzaticchio veramente, altro che scena studiata a tavolino. Ero nero perché a mio avviso avevano eliminato la Cavagna in maniera irregolare e così sono andato al centro dello studio accanto a Barbara d’Urso e ho iniziato a sfogarmi a suon di cammellate e triccheballacche. Finito tutto sono andato nel residence e mi sono fatto due spaghetti con l’olio senza nemmeno il grana grattugiato perché manco c’era.
Il giorno dopo tutti parlavano di me e sono iniziati gli inviti in tutte le principali trasmissioni di Mediaset: un grande successo travolgente ma inaspettato. Ancora oggi la gente mi ferma per strada per un selfie e vuole che faccia il gesto del triccheballacche! Incredibile, dopo quindici anni ancora mi ricordano per quei cinque minuti di incazzicchiamento vero però!
D. Ha compiuto da poco 75 anni, come si immagina Portento tra 10/15 anni?
R. Non mi vedrò perché toglierò tutti gli specchi di casa! Andando al bar vicino a casa mi consolo, lì incontro coetanei messi molto peggio di me, ammuffiti che prendono la pillola blu perché non gli tira più, o di duecento chili, o con sette motorini nel cuore, o con problemi alla prostata, io a parte la pastiglia che prendo per la pressione alta e la sciatica non ho altre patologie! Quasi quasi rimetto gli specchi a casa a questo punto...
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sofiahasadiary · 3 years
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2/2/2021
Buon anno in ritardo, insomma!
(È la terza volta che riscrivo questa cosa, tumblr è fatto col culo a quanto pare)
Quante cose sono cambiate dall'ultimo post, è così assurdo cercare di ricollocare gli avvenimenti dell'anno passato mese per mese, ho un unico ricordo confuso e massiccio di improduttività, anche se razionalmente so che non è stato così, per niente.
In primis, ti ricordi quel contest? L'hai vinto! Primo posto, buoni che hai speso in libri sul sito della Feltrinelli, hai posto le basi di quella che sarebbe stata la tua piccola libreria personale, "nuova e consapevole" azzarderei: sì, avevi tanti libri prima, però hai fatto decluttering e la maggior parte l'hai data alla biblioteca di Venegono Superiore, quella per cui lavora come volontaria (o lavorava, pre Covid) la Signora Enza, mamma di Nicolò.
Ecco, Nicolò.
L'hai lasciato il 14 Dicembre 2020 (il giorno dopo il diciottesimo di Gaia, per cui hai montato due bellissimi video e per cui avete fatto volare 18 lanterne cinesi, di cui la tua finita impigliata su un albero): sei stata molto brava, hai preso in mano la situazione durante uno dei suoi down in macchina, mentre eravate sulla strada per andare a casa sua (dove avresti trascorso i soliti 4-5 giorni dopo un sacco di tempo a non vedervi) finalmente sei riuscita a tirare un grosso respiro e prendere la decisione. Tu. Ma ti rendi conto? L'hai fatto TU. Sei riuscita a troncare la cosa che ti recava più danni in assoluto, che ti limitava psicologicamente in QUALSIASI cosa e che ti tirava giù nei momenti felici. Sei forte, non te ne vuoi rendere conto.
Sei rinata, da lì in poi. Stai vivendo.
Ma facciamo un passetto indietro: cos'è successo dall'Aprile in cui hai scritto l'ultimo post?
- A Giugno hai fatto la maturità, dopo 1 mese a studiare con Chiara prima a casa sua poi a casa tua: sei uscita con 94, hai portato in educazione civica il revenge porn e hai ipnotizzato tutti;
- A Luglio sei andata in vacanza in Liguria a San Bartolomeo, con le gemelle Cruccu e Chiara, ben due volte: la prima, ti sei divertita un’immensità, tra alcol ed ego gonfiato alle stelle! In discoteca al Maial Party (hai movimentato mezzo mondo per trovare i biglietti e alla fine li avete presi lì, siete arrivate in costume per niente perché avete pagato lo stesso) sei finita sul cubo con Chiara e Martina, Marcella studiava: ti sei divertita un mondo, la tua autostima era alle stelle, avete monopolizzato anche un body-guard! Avevi una relazione aperta, in accordo con Nicolò (anche se era successo prima) hai fatto zozzerie con un tipo conosciuto una sera in un bar sulla spiaggia, mentre tu e le altre per una scommessa (per decidere chi lavava i piatti) avete rimorchiato due ragazzi (in realtà solo io e Chiara), Simone e Francesco: indovina un po’, ti sei fatta entrambi. Il primo è il famoso tizio delle zozzerie in spiaggia (Dio santissimo, vorrei non aver mai fatto nulla), il secondo in modo più romantico, l’hai solo baciato all’alba dopo una conversazione di almeno tre ore sul lungomare mentre pioveva e voi avevate appena finito di giocare a calcio. Ah sì, ci hai quasi fatto un threesome con Chiara. La notte prima che partisse. Ti amo Sofia.
- Ad Agosto hai provato a fare i test d'ingresso per il Politecnico di Milano (Design, due date) e di Torino: sei entrata a Torino!
- A Settembre cercavi di mettere insieme la tua vita. (mi pare)
- Ad Ottobre hai iniziato l’università, lentamente ti sei fatta risucchiare da quel sistema, seppur totalmente online;
- Fast forward: a Dicembre hai ricevuto la commissione della porta di Zoidberg, hai stampato con serigrafia le tue prime maglie in collaborazione con Midnight Tempura (santo cielo) e hai lasciato Nicolò.
Ed eccoci forse al momento più importante di tutti (ma cercherò di far preso perché è la 1:20 am e domani devi studiare, dopodomani hai un esame di Fotografia e il giorno dopo di Design, maledetto Germak che ti ha messo 23 nel lavoro del calendario di legno, shhhleeeppppp).
Hai riallacciato i rapporti molto di più con tante persone, tra cui Luca: ti sei comprata la Switch da modificare ma non l’hai ancora fatto perché giocare con lui ogni sera a Fortnite è molto più bello di qualsiasi cosa. 
Luca...
Ti sei innamorata, con tutta probabilità. Di nuovo.
Hai lasciato Nicolò perché vedere e sentire Luca su discord ti ha ricordato cosa vuoi da una relazione, cosa vuoi che ti trasmetta la persona che hai accanto:
Positività. 
Amore. 
Affetto. 
Costruttività.
Felicità.
Il 19 hai un aereo per andare da lui in Olanda, forse viene anche Livia dagli UK con l’eurostar.
Sofia, i piedi di piombo... non ignorarmi. Tutelati, anche se ormai è tardi. Vorrei solo poterlo vivere davvero, potermi abbandonare ad un amore sincero e puro, positivo e che sia davvero... amore.
Hai tanti tagli profondi che ti sono rimasti dalla relazione con Nicolò, non sottovalutarli, non sottovalutarti.
Forse con Luca, tra le sue braccia, riuscirai a sentirti “nel posto giusto al momento giusto”. Te lo meriti.
P.S. = la situazione Covid è un casino, sono arrivati i vaccini ma vedo sempre più lontana la fine di questa situazione, ne uscirò sicuramente molto provata, come tutti.
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campaniareturns · 4 years
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gli errori Lumbard
Dice l’Ambasciatrice Belloni, Direttrice generale della Farnesina che la politica estera di un Paese è la carta di identità che racconta della politica interna dello stesso.
A mio avviso non c’è nulla di più corretto oggi, dovuto al fatto, naturalmente, che non solo la pandemia purtroppo (che avremmo voluto risparmiarci, e che dobbiamo risparmiarci) ma tutti i dati sui comportamenti delle persone, ci ricordano che esiste un collegamento glocal che ordisce l’abito di ogni Stato.
Banalizzando, la dico in una frase: se mi dichiaro nazionalista e il giorno della Festa della Repubblica del mio Paese organizzo una manifestazione di parte, fuori nessuno mi crede.
Approfondendo, provo a spiegarmi meglio; mi riferisco innanzitutto ai processi di immigrazione regolare e al ruolo che le seconde e terze generazioni svolgono: che si tratti di immigrazione italiana sud-nord o all’estero, o che si osservi quella balcanica, moldava, latino americana o del Nord Africa, il risultato è il medesimo. Le origini non si dimenticano, le si può accomodare fuori dalla porta per un periodo, ma tornano.
Traslando dal piano psicologico emotivo personale a quello economico storico strutturale, mi riferisco pure al ragionamento  sulla divisione internazionale del lavoro formulato dal Presidente della Tunisia Saied.
E’ qualcosa di cui non si dibatte perché è più semplice limitarsi alla diatriba sui colonizzatori: fa scena, sul piano della comunicazione si trovano escamotage per bucare l’emotività dell’opinione pubblica, ma il punto resta quello posto dalla Tunisia e, ci permetterà l’On. Giancarlo Giorgetti, ma sostenere che Salvini sia il difensore dell’autodeterminazione dei popoli quando non è chiara la linea di politica economica estera  della Lega nazionalista, beh qualche dubbio ci viene.
Per la verità finchè viene a chi scrive poco ci fa, ma se questi dubbi li nutrono le potenze straniere… quelle che dovrebbero essere scenario protagonista dell’autodeterminazione del proprio popolo, ci appare più grave e, capiamoci, è un problema per l’Italia non solo per la Lega.
Perché pone un tema sulla solidità del sistema dei partiti italiani attuali: per capirci le elezioni senza seggio non le vuole il Presidente americano.
Differentemente da Casini, io non penso che Salvini abbia perso in Europa: personalmente ritengo, lo dissi in tempi non sospetti al Sindaco Bassolino, che se osserviamo la doppia intervista di Minoli a Vincenzo Boccia appena eletto Presidente di Confindustria e a Giancarlo Giorgetti appunto, notiamo una vistosa differenza: il leader lombardo, consapevole della rilevanza dell’intervista, anche per il momento in cui essa avviene, pesa ogni parola… soprattutto sulla politica estera, lo fa talmente bene da risultare cinico.
Un tantino eccessivamente cinico.
Come dico al mio Sindaco, bisogna credere nelle cose e, come disse il portavoce di Obama alla vigilia di Expo: la comunicazione ha un pregio, ci restituisce, in quest’era digitale, l’esatta immagine di quel che siamo.
Non è un caso il momento in cui il Governo Conte 1 si proponeva con ben quatto “caselle” vuote nei propri assetti istituzionali dovute apparentemente a questioni giudiziarie, ma in realtà attribuibili ad una instabile cultura di politica economica.
Il Sottosegretario Rixi che a Genova prefigura uno sviluppo della Liguria senza collegarlo a Milano, ci racconta questa storia… A.Siri che non affronta il tema dell’edilizia, Dario Galli che non si fa interprete di sviluppo dei territori lungo tutta l’Italia ci racconta che in quel governo ci sono troppi lombardi “sclerotizzati” e un solo veneto.
Un solo veneto per mesi senza rimpasto di governo, senza verifiche di maggioranza.
Allora, i “vecchi” della Lega dicevano a Salvini: “non andare in Europa, fai l’Assessore in Regione per un mandato; non andare a Roma senza un’esperienza di governo”. 
Allora i giovani amministratori invece “fai cadere il governo” ed io li ascoltavo e mi preoccupavo per l’Italia...
Raccogliere consenso è meno faticoso che governare.
Differentemente da Casini, penso che Salvini abbia perso sulla capacità di essere forza di governo riconosciuta da tutti i Paesi, non solo dagli europei.
Mi pare nel 2012, ma devo recuperare la data precisa, Giorgetti rivolge al Parlamento un’interrogazione sul mercato del lavoro ai confini nord orientali dell’Italia: la rende pubblica, nel senso che esce un comunicato stampa che ne racconta il contenuto.
Strano, mi dico!
Fin a quel momento delle azioni parlamentari, il leghista non parla pubblicamente: una come me è costretta a leggersi tutti gli atti sottoscritti dal Giancarlo uno a uno andandoseli a cercare con grande sforzo.
Mi dico che politicamente egli vuol rendere evidente, nelle dinamiche interne alla Lega, di essere amico dei Veneti… Tuttavia accade una cosa: il più grande insegnamento che il Presidente Napolitano mi ha fin qui dato.
L’Emerito risponde all’interrogazione di Giorgetti. Non la cita, sia chiaro; ma neanche 48 ore dopo il comunicato del leghista, Giorgio Napolitano fa una dichiarazione. Senza citarlo pedissequamente, mi perdonerà il Presidente, eglli disse che l’integrazione europea non è un prendere lasciare, non esiste la locuzione “una volta per tutte”... C’è un problema di mercato del lavoro non uniforme che falsa l’economia europea? La politica agisca, proponga, costruisca le alleanze.
Per la serie Napolitano dice: non esiste porre una bandierina per gli assetti interni senza uno sforzo di impegno per migliorare la realtà per tutti.
Giorgetti, ben inteso, fa sempre  i salti mortali, per sostenere Salvini: tutti coloro che sostengono il contrario, non conoscono Giancarlo. Il punto è che non si evolve se non si affronta una discussione interna, se non si opera una crescita culturale della comunità che Salvini è stato bravissimo ad aggregare.
Dentro la Lega questa discussione nessuno la compie: può piacere o no ma Davide Boni ha ragione, Pagliarini ha ragione, il figlio di Maroni ha ragione. Non necessariamente nel merito, ma nel metodo tutti costoro rendono palese che dal Congresso di Assago ad oggi non c’è stata una discussione politica sui temi, non c’è stato quello che allora Bossi risolse col dibattito collaterale alle elezioni del “Parlamento padano”...
C’è una grande lezione che l’On. Lia Quartapelle ha recentemente dato agli amici milanesi, che a mio avviso vale ugualmente tanto per Renzi quanto per Salvini: non si snobba chi ha fatto esperienza prima di te.
Il Segratario nazionale On. Piero Fassino chiede la Commissione Esteri? Lia Quartapelle fa un passo indietro.
Per il PD di Milano è la lezione più importante per affrontare le amministrative di Settembre e quelle di Milano: troppi “anziani” dei partiti di centro sinistra non sono più protagonisti. Lasciano il posto ai giovani con piacere perché sono persone che scommettono sul futuro, ma hanno molto da dire e molto da impegnarsi ma non lo fanno perché pochi dicono loro come fare, dove farlo,  ragionano con loto. E certo non lo può fare da sola la brava segretaria milanese Silvia Roggiani perchè, come ricorda Macaluso, si sta nei partiti con la responsabilità soggettiva.
Il Partito Democratico, a mio avviso, deve essere riconoscente a Lia Quartapelle per aver mostrato cultura d’organizzazione, subito dopo deve porsi il tema della rappresentanza dei giovani dei quartieri popolari.
Quando accadrà per Salvini quel che è avvenuto per Quartapelle? 
Perché ragazzi 5000 persone che firmano in un solo Municipio, governato dalla Lega fra l’altro, per dire che risparmiare sull’accoglienza in realtà è significato farlo sulla pelle dei lavoratori del settore (sicurezza e coesione sociale… un buon numero, dunque) e dei cittadini perché alla fine si è reso più difficile a tutti compiere il proprio mestiere... qualcosa significa. Ora i professionisti che abbiamo a Milano sono come Giorgetti, per conoscere tutti gli interventi che fanno una come me se ne deve andare in giro per la città sistematicamente… perché sono talmente bravi che spesso non danno neanche notizia.
Ma la gente dei Quartieri Popolari sa tutto.
Che dopo la circolare attuativa dei decreti salviniani, frutto dell’indirizzo della politica, noi abbiamo avuto più gente in giro… era chiaro a chi ogni giorno, non chiuso in ufficio, in quartiere ci stava!
Il cittadino sa benissimo che scuola sanità e sicurezza li paga da contribuente, fa i conti e sceglie il compromesso con se stesso più efficace.
Per questo Marco Minniti è ben voluto da una larga maggioranza silenziosa di persone, per questo è così autorevole all’estero sebbene ancora io non abbia visto una sua intervista con Minoli.
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PERCHÉ DUE ORARI??? 🤔 Vorrei fare in modo che anche chi ha ripreso a lavorare possa continuare a condurre uno stile di vita attivo. 💪 . Così ho pensato di dividere la lezione del mercoledì in due parti, offrendovi la doppia possibilità. Mi spiego: - Ore 18:00 Aerobica 30 minuti Non hai tempo? ⌛ Guarda il video fino in fondo. - Ho tempo? ⏳ Clicca sul video che ti mostro nel video e prendi il tappetino. Il video sarà pronto per continuare con la parte di tonificazione a terra 😉 (verrà pubblicato alle 18:30 perfettamente coordinato la prima lezione) . Questi video verranno pubblicati su YOUTUBE sul canale La mia vita naturale. . Che ve ne pare?? In questo modo il workout è molto personalizzabile ed inoltre vi rimangono mini video di tonificazione della durata di 10-15 minuti!! . Ovviamente il video di tonificazione non avrà la parte di warm up ma solo tono +stretching 😉 . Una specie di Barby App 😂 📱 . Ci vediamo questo pomeriggio alle 18:00 a casa mia! 🥰🥰 . . . . #aerobica #aerobicaconmusica #aerobicaacasa #aerobicafacile #aerobicaetonificazione #fitnesslezionecompleta #aerobicalezionecompleta #fitnessacasa #fitnessperdonne #fitnesspermamme #homefitness #ginnasticaperdimagrire #ginnasticaacasa (presso Liguria, Italy) https://www.instagram.com/p/CAHuFVRICPQ/?igshid=eo6ijrwurbfj
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frontedelblog · 4 years
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Plasma iperimmune, da Pisa la risposta a Giuseppe De Donno: “Mettere da parte campanilismi”
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La risposta della direttrice di Aoup Silvia Briani alle polemiche dello pneumologo mantovano sulla scelta di Pisa come capofila della sperimentazione nazionale della plasmaterapia: “Scelti per criteri qualitatitivi e non quantitativi”. Per forza, fino al 5 maggio a Pisa erano stati trattati 2 pazienti, a Mantova 48 (e 48 salvi). Ma da quando si confonde il merito con il campanilismo?   Di Edoardo Montolli   Arriva da Pisa la risposta a Giuseppe De Donno. Dopo che Iss e Aifa avevano scelto l’Aoup di Pisa come capofila della sperimentazione sperimantale del plasma iperimmune, lo pneumologo mantovano, pioniere della tecnica, aveva liquidato la vicenda come una «scelta politica». In un’intervista a Radio Padania Libera, parlando con il direttore Giulio Cainarca, si era spinto oltre (GUARDA), dicendo: «Solo in Italia poteva succedere una cosa del genere. Come fa ad essere considerato esperto della materia e capofila un centro che ha trattato due casi con il plasma? Cremona per casistica li ha superati trenta volte. Noi certamente non lo seguiremo e andremo per la nostra strada». LA RISPOSTA DI PISA Dai media locali arriva la risposta di Silvia Briani, direttore dell’Aoup pisana: «Anche se posso comprendere il suo punto di vista dopo mesi di stress e fatica per combattere il coronavirus, non trovo tuttavia corretto liquidare con battute poco felici il fatto che Pisa e la Toscana, per fortuna, abbiano registrato un numero di contagi molto inferiore alla Lombardia. Trovo quindi fuori luogo affermare che “Pisa non sa neanche cos’è il coronavirus” dal momento che il Covid-19 purtroppo lo conosciamo, lo studiamo e lo combattiamo come in tutti gli ospedali del mondo. Aggiungerei anzi che la guerra contro questa pandemia si vince solo lavorando in sinergia. E la comunità scientifica internazionale, che lavora in open source, deve essere il nostro faro, perché da soli non si va da nessuna parte». CRITERI QUALITATIVI E aggiunge: «Quanto invece alle ragioni del disappunto del professor De Donno, vorrei sottolineare che ancor prima dell’Iss e dell’Aifa, il protocollo di studio toscano messo a punto a Pisa aveva già raccolto l’adesione di 4 regioni (Lazio, Marche, Umbria e Campania) e ora anche della Liguria, con in più l’Ispettorato di Sanità militare, oltre ad aver registrato il consenso di tutte le associazioni dei donatori e del Centro nazionale sangue. Questo per dire che il protocollo dello studio multicentrico randomizzato, risultato della sinergia fra gli ospedali e la rete toscana dei centri trasfusionali per la cura del Covid-19, è ben strutturato ed è stato scelto evidentemente secondo criteri qualitativi più che quantitativi, pur non avendo ancora arruolato il numero di pazienti già trattati a Mantova e Pavia». DUE CASI TRATTATI E questo tuttavia, appare francamente surreale: fino al 5 maggio Pisa, per loro stessa ammissione, aveva trattato appena due 2 casi di coronavirus con il plasma iperimmune (GUARDA), contro i 48 di Mantova (senza che si sia registrata alcuna vittima) oltre agli altri curati al San Matteo di Pavia. Sarebbe interessante sapere in base a quale criterio, che non sia la cieca fiducia, siano arrivate le adesioni delle quattro regioni. Eppure c’era un trial registrato il 25 marzo da Mantova, prima città occidentale a sperimentare il plasma. C’era un successo clamoroso, che ha avuto eco mondiale con il caso di Pamela Vincenzi (GUARDA) e c’era perfino il caso di un paziente dato praticamente per morto a Bergamo, salvato dal team mantovano. Ha detto in proposito il medico: «Lo ha salvato direttamente il presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché il paziente arrivava da 18 giorni di sindrome respiratoria acuta e non rientrava nel mio protocollo, su cui ero abbastanza rigido. Il Quirinale ha chiamato il prefetto e abbiamo deciso di infondere il plasma per uso compassionevole. Ecco, il paziente si è svegliato. E da allora sostengo: bisogna fare attenzione a dire di no alle cure. E non mi sento più di dire di no a nessuno». Soprattutto, e questo è davvero surreale davanti a migliaia di morti, De Donno ha ricordato: «In merito alla scelta di preferire il centro di Pisa alla nostra sperimentazione, non so perché sia accaduto. Pensi che io l’ho saputo dalle agenzie. Non hanno nemmeno atteso i nostri risultati, che francamente mi pare incomprensibile». - GUARDA   BASTA CAMPANILISMI Nè è dato modo di comprendere in cosa i criteri qualitativi possano portare l’Aoup di Pisa ad essere preferita al San Matteo di Pavia. In proposito, i media toscani riportano ancora le frasi della dottoressa Briani: «Proprio perché da soli non si va da nessuna parte, fra i principali investigators c’è anche il San Matteo di Pavia insieme a Pisa. In conclusione, vorrei smorzare le polemiche che, in questa fase, non hanno alcun senso, esortare a mettere da parte campanilismi di sorta e invece ringraziare tutti gli operatori sanitari di tutt’Italia che hanno dato il massimo in questi mesi così difficili e il cui contributo, ora più che mai, sarà decisivo per ripartire con le attività ordinarie, mantenendo altissima la guardia affinché la curva dei contagi non si rialzi e si possa presto tornare alla normalità». Ma quelli che lei chiama campanilismi, si chiamano nel resto del mondo con un nome più appropriato: meriti. Prima offuscati da deliranti polemiche sui costi del plasma (in realtà irrisori) e sulla sua pericolosità (praticamente non bisognerebbe allora fare più una sola trasfusione, dato che il criterio di purificazione del plasma iperimmune è il medesimo del plasma comune), poi dall’accusa che il professore mantovano cercasse visibilità paventando inesistenti complotti. Di fatto la sperimentazione gli è stata portata via da sotto il naso da un’azienda ospedaliera che ha trattato due casi. E ad aver visibilità, in tv, sono ancora le stesse persone che ci propinavano scemenze sull’assenza di rischi in Italia o che bollavano il coronavirus come una forte influenza. Tuttora, lì, a pontificare senza vergogna su cosa sia giusto fare e cosa non lo sia. - TUTTO SUL PLASMA IPERIMMUNE Edoardo Montolli Gli ultimi libri di Edoardo Montolli ** SPECIALE CORONAVIRUS – GUARDA **   Read the full article
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gio87 · 4 years
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Maledetto 11 Aprile.
Maledetto undici aprile dell’anno echiseloricordapiù. 
Domani è Pasqua. 
Dopodomani Pasquetta. 
Tre giorni fa ho cominciato a fare workout confidando in un’eventuale resurrezione in caso di morte. 
Per ora riesco ancora ad utilizzare tutti e quattro gli arti, sempre che non abbia bisogno di distenderli. 
Non ne ho bisogno: dal divano alla sedia. 
Dalla sedia al divano.
Dal divano al letto. 
Ce la faccio. 
Con calma, ma ce la faccio. 
La dignità e l’amor proprio non fanno parte del programma addominali-glutei-braccia per principianti. 
Sapevatelo. 
Ammiro e contemporaneamente detesto la signorina che mi mostra e spiega gli esercizi. 
La trovo un tantino sopra le righe e a tratti pare strafatta di popper. 
Ho tentato con una lezione di yoga la scorsa settimana: Dhanurasama, Pada Hastasana, Kakasana. 
Ho subito capito di non meritarmelo. 
Ho lavorato molto sull’autoprotezione in questi anni, ma ammetto di aver fatto una certa fatica a non chiamare il numero per l’emergenza Covid-19 Liguria e chiedere di poter parlare con uno psicoterapeuta. 
Uno bravo, possibilmente. 
Cosa vi devo dire? 
Le giornate in quarantena sono interminabili. 
Mi rifiuto categoricamente di avventurarmi in astrusi esperimenti culinari. 
La pandemia non mi ha sicuramente fatto venire voglia di lavare i piatti e ri-piastrellare la cucina. 
Continuo imperterrita a comprare le mie buste di muschi e licheni. 
Le trovate nel reparto surgelati tra il disagio e il ridatemilamiavita. 
Oggi non ho nemmeno la necessità di andare a fare la spesa e dedicarmi alla mia attività preferita da un mese a questa parte: osservare le persone mentre tentano di aprire i sacchetti per la frutta e la verdura con i guanti di plastica. 
Così tante bestemmie consecutive non le ho sentite pronunciare nemmeno dal mio amico Gregorio, veneto DOCG. 
Ricordo con affetto il suo utilizzo dell’imprecazione come intercalare. 
Ora vive a Parigi, ma non credo abbia smesso. 
Avrà semplicemente tradotto. 
Ad ogni modo mi pare di aver capito che il Papa ci perdona tutti. 
Ieri, al supermercato, mentre stavo pagando, è entrata una coppia e la cassiera, una santa, urla: “Scusate, per favore, solo uno per nucleo familiare.”
Perfetto. 
Io non ho nucleo familiare. 
Ho una pianta e un cactus. 
Avrò diritto a qualche bollino in più? Il tizio le risponde:
“Ha ragione, ma tanto ci stiamo separando purtroppo.” 
Non l’ho rincorso per chiedergli l'autografo solamente per non infrangere la regola del distanziamento sociale. 
“Ci vorrebbe l’esercito davanti ai supermercati. Schedare le persone che vengono più di una volta a settimana.” 
Continua la cassiera, Fissandomi. 
Cazzo mi ha sgamato. 
Ho capito, amica, non fa una piega, ma le buste pesano.
La birra pesa. 
Non riesco a portarne più di tre alla volta. 
Due da quando faccio gli esercizi a casa. 
Studio in modo altalenante. 
Sto preparando l’esame di diritto penale. 
Sapevate che per il reato di atti osceni in luogo pubblico sono previsti dai 5.000 ai 30.000 euro di sanzione amministrativa? 
Magari avere degli atti osceni, ma anche solamente un luogo pubblico andrebbe bene. 
Pure senza gli atti osceni. 
Tutti i pomeriggi verso le ore 15:00, per fortuna, prendo il caffè in cortile con Robbi. 
Robbi ha un ristorante. 
Chiuso, naturalmente. 
Robbi mi aggiorna quotidianamente, tra una boccata di sigaro e una bestemmia, sulle novità estorte con le peggiori minacce al suo povero commercialista. 
Ecco: forse lui non lo perdonano. 
Questa mattina alle otto una dottoressa è venuta a farmi il prelievo per il famigerato test per il dosaggio degli anticorpi. 
Sembrava fossero arrivati i RIS di Parma. 
Temevo potesse vederci qualche vicino e di essere additata come l’impestata del comprensorio. 
È un attimo che la reputazione va a farsi benedire. 
“Caspita che fatica trovarla. Se dovesse mai aver bisogno di un’ambulanza lei è spacciata.” 
“Buongiorno anche a lei.” 
A quanto pare il piacere è solo mio. Entra con il fiatone tira fuori ago e provetta. 
Non ha tempo da perdere mentre io pagherei per fare due parole veloci sul senso delle nostre vite.
“Mi dia il braccio che le prendo un po’ di sangue.” 
“Faccia pure, tanto mi resta solo questo da dare.” 
“Per i risultati ci vuole pazienza, glielo dico! Le arriverà una mail.” 
“Una mail? Disinfettata mi auguro!” 
La battuta non le strappa un sorriso.
Non era un granché effettivamente e mi pare ovvio che sia parecchio incazzata con la vita. 
Come darle torto. 
Sono la prima paziente della giornata.
Riguardo, mentre faccio colazione, l’ultima diretta di Conte. 
Bisogna ammettere che è sexy quando si incazza e pure quando parla in latino: “Cum grano salis”. 
Da brividi signori. 
È l’unico uomo della mia vita. 
Ieri nell’attesa (infinita attesa), confidando finalmente in un appuntamento con il Presidente, mi sono fatta la doccia e depilata. 
Con l’aratro. 
Non mi pare che nel decreto ci sia l’obbligo della ceretta. 
Perlomeno durante la Fase Uno. 
Sindrome di Stoccolma, la chiamano. 
La signorina del meteo ha appena detto, con un’enfasi decisamente non necessaria, che avremo giornate meravigliose che dovremo restare a guardare dalla finestra di casa. 
Una sadica. 
Sono le undici. 
Mi farò un altro caffè. 
Se mi dovessero scoppiare le coronarie, Signori, è stato bello. 
L’ambulanza, a quanto pare, non riuscirà a trovarmi. 
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italianaradio · 4 years
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Genova, cadono calcinacci in galleria. Aspi convocata d’urgenza al Mit 
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/genova-cadono-calcinacci-in-galleria-aspi-convocata-durgenza-al-mit/
Genova, cadono calcinacci in galleria. Aspi convocata d’urgenza al Mit 
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Genova, cadono calcinacci in galleria. Aspi convocata d’urgenza al Mit 
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Sulla A26 in direzione Genova, nella galleria Bertè, si sono staccati dal soffitto alcune grosse lastre di cemento crollate dalla volta della galleria, che è a tre corsie, e finiti in quella centrale. Il crollo non ha coinvolto mezzi in transito e il tratto da Masone fino al bivio A26/A10 è stato chiuso con uscita obbligatoria a Masone, ad eccezione dei mezzi pesanti. Il ministero dei Trasporti ha convocato d’urgenza Aspi a Roma: incontro fissato per oggi.
Per i rilievi sono intervenute le pattuglie della polizia stradale e le squadre dei tecnici di Autostrade. Il Comune di Rossiglione sulla sua pagina Facebook ha pubblicato un post con cui informa i cittadini chiedendo loro di prestare “la massima attenzione sulla A26” per i crolli in galleria.
Il governatore Giovanni Toti ha commentato: “Questo ulteriore episodio ci lascia allibiti. Da tempo chiediamo di conoscere la situazione di sicurezza di gallerie e viadotti. Ho parlato con il ministro Paola De Micheli che mi pare sia ugualmente allibita”.
In Regione Liguria, dove lo stesso Toti ha incontrato, con il sindaco di Genova Marco Bucci, l’amministratore delegato di Aspi Roberto Tomasi, al termine della riunione il dirigente di Autostrade per l’Italia ha detto: “Mi dispiace profondamente per quanto accaduto. Daremo massima attenzione a quello che è successo. I tecnici sono subito intervenuti nella galleria e stanno facendo le necessarie verifiche. Procederemo con il massimo rigore su tutti i fronti”. Tomasi ha detto che al ministro porterà il piano operativo di monitoraggio della rete autostradale e delle gallerie, effettuato tramite società specializzate esterne. Nel piano, già in corso, saranno ulteriormente rafforzati i controlli in campo e ridotte ulteriormente le tempistiche.
Al vertice di Roma Aspi proporrà inoltre di ampliare le esenzioni dai pedaggi per la rete autostradale ligure gestita dalla società stessa, secondo quanto rivelano fonti di Autostrade per l’Italia. E tale proposta, dicono le stesse fonti, sarà attuata fin dai primi giorni del nuovo anno.
Sulla A26 in direzione Genova, nella galleria Bertè, si sono staccati dal soffitto alcune grosse lastre di cemento crollate dalla volta della galleria, che è a tre corsie, e finiti in quella centrale. Il crollo non ha coinvolto mezzi in transito e il tratto da Masone fino al bivio A26/A10 è stato ch…
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Rosa Marchetti
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alpes-et-fricandeau · 7 years
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Cosa pensi veramente delle regioni? (Siero della verità)
//non posso parlare di tutte nemmeno volendo perché alcune non sono nemmeno gestite da un account Rp e non sono molto rappresentate.Piemonte: il mio adoratissimo falsissimo fratellone, gli voglio bene nonostante tutto, ma soprattutto, nonostante tuttiLombardia: se ci potessi parlare te lo direi, a vederlo così mi pare un incompreso risvoltinatoAPH Südtirol: simpatica ma leggermente inquietanteTrentino: un ragazzo gentile e sfortunatoVeneto: un adorabile ubriacone, poco sveglio ma simpaticoLiguria: una tipa tosta, ho stima di leiToscana: non ci ho parlato molto, ma la mancanza di "c" e il suo ego smisurato non mi piacciono molto, pare un tipo interessante peròLazio: tutto ciò che fa e dice gli è concesso perché lui è il capo, un po' lo invidioMarche: sembra un tipo apposto e simpaticoCampania: solare ed amichevole, credo sia pure paziente da come gli altri descrivono il lombardoMolise: o////o è simpatico... e..e... passiamo oltrePuglia: tostissima e risoluta, oltre che taccheggiatrice pro di santi, da grande voglio essere come lei (anche fisicamente sarebbe chiedere troppo)Calabria: calmo e gentile ma non farlo arrabbiare, a parte se sei Sicilia a quanto pareSicilia: indubbiamente tosta e simpatica, oltre che bella, ma questo è risaputoSardegna: è un'isolana come Sicilia, ma molto più pacata//ho scritto un poema
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blogitalianissimo · 7 years
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Breaking news, mi sono consultata con un po' di persone e grazie al loro aiuto ho trovato un nome per Liguria e Molise! Liguria = Giorgia (legato alla croce di San Giorgio) Molise = Nicandro. SÌ. NICANDRO. Me l'ha suggerito una ragazza molisana, e visto che mi avete vietato di dare nomi strani ad Abruzzo, almeno mi consolo con Molise. A quanto pare è un nome esclusivo della provincia d'Isernia... e perché no!
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