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#crostacei
cucinaconmimiesasa · 10 months
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Paccheri all'astice
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food-and-catering · 2 years
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Scoglio del Bettolino Un primo di strozza preti con un ottimo sapore di mare, un piatto fresco e saporita. #strozzapreti #scampi #cappesante #cicale #pomodoro #gamberetti #gamberoni #stranglespriest #crostacei #shellfish #scallops #cicadas #shrimps #prawns #tomato #ferrara #comacchio #emiliaromagna #italia (presso Il Bettolino Di Foce) https://www.instagram.com/p/ChUE9hZM-7l/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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myiummy · 3 months
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Zuppa di pomodori, cannellini e gamberi
… al pepe verde Malabar (dal gusto fresco e piacevole), zafferano e lime. Super! Continue reading Zuppa di pomodori, cannellini e gamberi
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scienza-magia · 9 months
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Con il decreto omnibus è iniziata la cattura del granchio blu
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Pesca, il governo dichiara guerra al granchio blu. Nel decreto d'estate stanziati i fondi per proteggere cozze, vongole, ostriche e allevamenti di orate e spigole. Il governo dichiara guerra al granchio blu. Il Callinectes sapidus, questo il nome scientifico del piccolo crostaceo (15 cm di lunghezza e 23 cm di larghezza) originario dell'Atlantico del Nord e che ha invaso anche il mar Mediterraneo, è diventato un problema per l'intero ecosistema dei mari italiani e di conseguenza per la nostra industria della pesca.
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Il granchio blu è arrivato nei mari italiani dalla sponda occidentale dell’oceano Atlantico. Inizialmente avvistato nel mare adriatico ormai non è difficile incontrarlo in quasi tutte le regioni italiane. Inizialmente di casa tra Trieste a Venezia, nel 2022 è comparso lungo le coste laziali e in questa estate del 2023 il granchio Blu ha infestato anche la Toscana, dalla laguna di Orbetello all'isola d'Elba. Crostaceo onnivoro e prelibato Si tratta di animali onnivori e piuttosto aggressivi. Si nutrono di tutto ciò che riescono a catturare: bivalvi, anellidi, avannotti, carogne e piante. Vivono anche in acqua dolce e, ironia della sorte, sono anche considerati una prelibatezza dal punto di vista culinario. Tanto che mentre l'Italia dichiara guerra al crostaceo infestante in America è considerata una razza protetta a tal punto che scattano le multe per chi pesca esemplari sotto misura ossia inferiori a 14 cm di lunghezza. L'allarme delle imprese Sarà anche buono ma per le imprese ittiche e dall'acquacoltura il granchio blu è ormai una minaccia reale. L'ultimo grido di allarme è arrivato il 27 luglio scorso da Federagripesca che ha denunciato come il proliferare del granchio blu sia ormai un serio problema per l'intera filiera in quanto si ciba di molluschi e novellame. A rischio, dunque, la produzione di vongole, cozze e ostriche tanto che gli stessi produttori hanno denunciato danni oltre il 50% per un settore che ogni anno muove circa 100 milioni di fatturato. A farne le spese è anche l'itticoltura che a più riprese ha lanciato l'allarme al governo per la razzia di pesci che il granchio blu compie negli allevamenti. L'intervento del Governo Allarme raccolto dal governo tanto che al prossimo Consiglio dei ministri prima della pausa estiva nel decreto omnibus potrebbe trovare una norma su misura che stanzia 2,9 milioni di euro per dare la caccia al crostaceo blu. Secondo quanto prevede la norma che dovrebbe arrivare sul tavolo di Palazzo Chigi per contenere il fenomeno della diffusione della specie granchio blu e di «impedire l'aggravamento dei danni inferti all'economia del settore ittico», è autorizzata la spesa di 2,9 milioni di euro per sostenere i consorzi e le imprese di acquacoltura che provvedono alla cattura ed allo smaltimento del Callinectes sapidu. A finanziare la guerra al granchio blu sarà il ministero dell'agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste che con un decreto del ministro dovrà individuare le aree geografiche colpite dall'emergenza, i beneficiari, le modalità di presentazione delle domande, i costi ammissibili e poi i criteri per la distribuzione dei fondi. Read the full article
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yescarlatommasone · 1 year
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Per chi ama i crostacei
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marcomangani · 2 years
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#spaghetti #gamberorosso #datterini #salicornia ed #agliofresco … ho pianto ! #estate2022 #baiaverde #foodporn #instafood #cucinaitaliana #crostacei (presso Camping Baia Verde) https://www.instagram.com/p/CgWoZCoj1QW/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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deradomatera · 2 years
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Gli scampi sono tra i crostacei più amati e apprezzati grazie al loro sapore delicato, la polpa soda e un inconfondibile profumo di mare 🌊👨🏻‍🍳
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il-ciuchino · 4 months
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Come riconoscere i prodotti con farina di insetti al supermercato
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Se ne parla da tanto, e dopo discussioni e dibattiti è arrivato anche da noi il via libera per il loro consumo: il 29 dicembre scorso, infatti, sono stati pubblicati in Gazzetta Ufficiale i decreti del Ministero dell’Agricoltura che regolano e commercializzano prodotti alimentari a base di farina di insetti. Ma dove, per chi la volesse, la si potrà trovare, e come la si potrà riconoscere? Vediamolo insieme.
Quali insetti e per quali prodotti
Dunque, anche in Italia si potrà produrre, vendere e acquistare alimenti con farine realizzate con quattro tipologie di insetti, che sono, nello specifico, larve del verme della farina minore, larve gialle della farina, locuste migratorie, grilli domestici.
Se in molti paesi, soprattutto orientali, gli insetti si mangiano già da lunghissimo tempo, la decisione europea di aprirsi alla vendita di questi alimenti si concretizza con il regolamento comunitario sui novel food del gennaio 2018, che riconosce le quattro tipologie di insetti descritte come nuovi alimenti e prodotti tradizionali provenienti da Paesi terzi. Secondo l’Efsa, l’autorità europea per la sicurezza alimentare, le farine di questi insetti potranno essere utilizzate in alimenti come pane, biscotti, barrette, prodotti da forno, pasta, pizze, minestre, bevande tipo birra.
Nonostante i regolamenti europei impongano già l‘indicazione dell’ingrediente sia nella denominazione di vendita (“gallette con farina di grillo”, ad esempio), sia nell’elenco degli ingredienti con il nome specifico dell’ingrediente e la sua percentuale, i provvedimenti stabiliti dal Ministero dell’Agricoltura indicano in modo ancora più stringente condizioni di utilizzo ed etichettatura degli alimenti a base di farine di insetti.
Secondo le disposizioni nazionali, quindi, sulle confezioni dovranno essere riportate tipologia di insetto presente, quantità utilizzate (fino a un massimo del 10%), paese di origine della farina (al momento in Europa sono autorizzate farine prodotte da un’azienda francese, una olandese e una vietnamita), informazioni relative a rischi legati a reazioni allergiche. La farina di insetti deve essere, infatti, segnalata obbligatoriamente, dal momento che è un allergene come i crostacei e i molluschi. La confezione deve quindi recare la dicitura “le persone allergiche ai crostacei, ai molluschi o agli acari della polvere potrebbero essere allergiche anche agli insetti”.
A differenza della normativa europea, poi, i nostri decreti stabiliscono che i prodotti in questione debbano essere posti in vendita in comparti separati, segnalati attraverso apposita cartellonistica. Previste anche sanzioni per i trasgressori.
Produzione e vendita in Italia
Per ora non tutti i marchi più importanti della Grande Distribuzione sembrano orientati ad introdurre questa novità su scala nazionale, anche se alcuni prodotti alimentari a base di farine di insetti sono presenti già da qualche tempo sugli scaffali di cinque supermercati veronesi, grazie ad un accordo fra l’unica azienda italiana che li produce attualmente, la Fucibo di Schio, nell’Alto vicentino, e due gruppi della grande distribuzione organizzata del Nord-Est, il veronese Tosano ed il trentino Poli. Si tratta di patatine, o meglio di chips, prodotte da un anno in due gusti, e di biscotti, anch’essi di due tipi diversi, commercializzati da alcuni mesi. Alimenti che contengono sia farina di mais che farina ricavata dalla “camola”, la comune tarma della farina, cui si andranno, via via, aggiungendo craker o sfogliette. Si sta inoltre lavorando anche al lancio di una pasta. […] Fonte: Imola Oggi
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3nding · 2 months
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Questi giorni piovosi di convalescenza post operatoria operatoria e ridotta mobilità data dal peggior mal di schiena ever, mi stanno dando modo di leggere e pensare più del solito. Solitamente questa sarebbe una buona cosa ma non nel frangente in questione. Ho infatti sconfinato in un territorio che potremmo definire fatalista. I dati registrati negli ultimi decenni sono chiari: la mia generazione e sopratutto quelle successive dovranno convivere (il termine corretto sarebbe sopravvivere) con un pianeta completamente diverso. Il cambiamento climatico non è arrestabile né mitigabile, il computo energetico è già sballato (si vedano le centinaia di record giornalieri delle temperature minime e massime alle varie latitudini) e l'energia in eccesso accumulata dal sistema-pianeta impiegherà secoli se non millenni a tornare forse a livelli pre rivoluzione industriale. Non esistono soluzioni concrete, fantomatici pareggi energetici o netzero, invenzioni fantascientifiche che catturino la CO2 o oscurino il sole con dimensioni e tempi fattibili. Cosa succederà? Ecco alcune ipotesi. Anche senza il collasso della corrente del Golfo il clima è già cambiato portando a fenomeni estremi con sempre più frequenza. Sono già cambiate le stagioni. Questo impatterà ancora di più sugli ecosistemi con l'estinzione di massa a catena di moltissime specie. Desertificazione, deforestazione e acidificazione degli Oceani. Quest'ultima cosa in particolare sfugge alla nostra abilità di immaginare le conseguenze nel medio periodo. L'acqua dolce scaricata in mare dalla fusione delle calotte polari aumenterà l'acidificazione ma non saranno solo i coralli a soffrirne come già è possibile vedere nelle barriere coralline di tutto il mondo. L'impossibilità per gli organismi marini di utilizzare il carbonato di calcio si traduce nella scomparsa di tutte quelle specie che sviluppano un guscio (qui tutti pensano ai crostacei) tra le quali ovviamente va incluso il plankton. Capiamoci, se collassa l'ecosistema marino non c'è ritorno sul breve o medio periodo, il nostro pianeta si chiama Terra ma è per la maggior parte coperto da oceani dai quali dipende buona parte della produzione di ossigeno. Ripeto: abbiamo in pochissimo tempo accelerato e sconvolto processi che si sono verificati e stabilizzati in milioni di anni. Una volta che un equilibrio si rompe non si torna indietro, ne sono la prova le specie che abbiamo visto estinguersi nella nostra vita, i ghiacciai che sono scomparsi sotto i nostri occhi nell'ultimo secolo, la riduzione della quantità e biodiversità del pescato a livello globale. Se togliamo da un sistema circolare un elemento (rapporto preda/predatore) quel sistema non è più circolare ma si sballa fino a stravolgersi completamente. Lo sanno bene tutti coloro coinvolti col granchio blu dal delta del Po e lungo le coste adriatiche. Nel frattempo i miliardari di diversi Paesi si affannato ad identificare delle goldilocks zones lungo il pianeta, aree con più risorse e meno problematiche che impiegheranno più anni a rovinarsi rispetto al resto del mondo, dove andare a costruire i loro bunker. Ci aspettano un pianeta e una popolazione completamente diversi per i quali in pochi (rispetto ai numeri attuali) si dovranno adattare per sopravvivere in condizioni a noi sconosciute. Se pensiamo che guardiamo allo spazio cercando luoghi che siano ospitali alla vita umana mentre rendiamo invivibile l'unico a nostra disposizione, questo credo dia la tara sulla follia e le colpe della nostra specie.
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francescointoppa · 7 months
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Raccolto sulla spiaggia. Guscio di cozza con crostacei cirripedi
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food-and-catering · 2 years
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Penne al granchio #pasta #granchio #pomodoro #crostacei #pesce #primopiatto #italia #italy #魚 #葡萄酒 #小螃蟹 #италия #italien #crab #tomato #이탈리아 (presso Ristorante Il Libeccio) https://www.instagram.com/p/CWH_d-usJdX/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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myiummy · 2 years
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Zuppa di salicornia e gamberi alla senape
Zuppa di salicornia e gamberi alla senape
Detesto settembre con tutte le mie forze. Per me, è il mese in cui, da sempre, finiscono tutte le cose belle: le giornate lunghe, i piedi scalzi, i vestiti leggeri. Rimangono afa e zanzare, almeno dalle mie parti. (more…)
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colonna-durruti · 2 months
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“Il cristiano che mangia pesce di venerdì sorride del musulmano che non mangia carne di maiale, il quale a sua volta si burla dell’ebreo che non mangia crostacei. L’ebreo fondamentalista che si dondola davanti al muro del pianto guarda con stupore il cristiano genuflesso su un inginocchiatoio, mentre il musulmano stende il tappeto in direzione della Mecca. Tuttavia nessuno conclude che la pagliuzza nell’occhio del vicino è identica alla trave nel proprio. E che sarebbe meglio espandere lo spirito critico, cosi pertinente e sempre benvenuto quando si tratta degli altri, anche alla propria condotta”.
Michel Onfray, Trattato di Ateologia
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bucciadiarancia · 3 months
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La giornata di oggi è appena iniziata e ho già scoperto una cosa nuova: esiste un processo evolutivo chiamato carcinizzazione (1916, Lancelot Alexander Borradaile) che porta, col tempo, a far somigliare tutti i crostacei a granchi. Corpi larghi, schiacciati, col carapace sopra e la parte molle sotto, le chele. All'apparenza finisce sempre tutto così, in granchio: nessun anomuro diventerà mai presidente, al massimo gli spunteranno due nuove zampe.
Il processo è però reversibile, un articolo scientifico che non sono riuscita a leggere per intero chiamato "How to become a crab" riporta almeno sette casi di successo in cui, quando la musichetta si è fatta battente ed il crostaceo ha iniziato a lampeggiare, l'evoluzione Pokemon non ha dato come esito un altro granchio.
Credo sia bastato prendere l'abitudine di svegliarsi la mattina presto e andare a fare jogging correndo su e giù per la pista anziché procedere lateralmente.
Stamattina voglio: pranzare da mia cugina, comprare molti sacchi di confetti da distribuire al ritorno, mettere ordine tra i post-it sparsi nella mia borsa, nascondere nei kleenex i pezzi di salmone crudo del ristorante giapponese.
#r
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quandolarte · 5 months
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Le religioni sono il carcere del cervello...
Il cristiano che mangia pesce di venerdi sorride del musulmano che non mangia carne di maiale, il quale a sua volta si burla dell'ebreo che non mangia crostacei. L'ebreo fondamentalista che dondola davanti al Muro del Pianto guarda con stupore il cristiano genuflesso su un inginocchiatoio, mentre il musulmano stende il tappeto in direzione della Mecca. Tuttavia nessuno conclude che la pagliuzza nell'occhio del vicino è identica alla trave nel proprio. E che sarebbe meglio espandere lo spirito critico, così pertinente e sempre benvenuto quando si tratta degli altri, anche alla propria condotta.
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pollicinor · 8 months
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La moria di cozze si è verificata nel corso delle ultime settimane ha colpito in particolare gli esemplari arrivati a maturità. Numeri alla mano, alcuni allevamenti sono arrivati a lamentare la perdita di addirittura un terzo della produzione. Sono tre, come accennato in apertura, le cause individuate. “Il caldo di fine estate, la scarsità di fitoplancton e un parassita che ha approfittato del mitile stressato dai primi due fattori” ha spiegato il dottore Giuseppe Arcangeli, direttore del Centro Specialistico ittico che comprende il Centro di referenza nazionale per lo studio e la diagnosi delle malattie dei pesci, dei molluschi e dei crostacei. ” Se il caldo di fine estate anche in altri anni ha causato una diminuzione del prodotto, non era mai successo che ci fosse la combinazione di questi tre fattori”.
Dall'articolo "A Venezia c’è una moria di cozze, e il granchio blu non c’entra nulla" di Luca Venturino
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