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#castello di pietra
chloesomeone · 8 months
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Expansive Sun Room
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Example of a huge classic limestone floor and multicolored floor sunroom design with a standard fireplace, a stone fireplace and a glass ceiling
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sofysta · 1 year
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Tra le incontaminate campagne siciliane, contornate di muretti in pietra a secco, a quindici chilometri da Ragusa, sorge il Castello di Donnafugata. Il Castello appare quasi all'improvviso, in pietra bianca, su una bassa collina, che sovrasta campi nei quali fanno capolino alberi di carrubo e ulivi. Un ampio prospetto ai cui lati si trovano due torri circolari, un terrazzino panoramico ed un bel loggiato con archi a sesto acuto. Le merlature nella sua sommità fanno effettivamente pensare ad una struttura difensiva ma non è così. La dimora Donnafugata è un condensato di stili di epoche e di gusto differenti. Così lo volle il barone Corrado Arezzo De Spuches. Visitare il castello equivale un po' ad immergersi nelle atmosfere simili al famoso "Gattopardo". Il castello è composto da ben 122 stanze. Attraversandole si compie un vero e proprio "salto" nel mondo dell'aristocrazia siciliana dell'ottocento. Piacevolissimo immergersi nel parco annesso, ampio ben otto ettari e ombreggiato da grandi ficus magnolioides e altre specie vegetali tipicamente siciliane ed esotiche. Il parco nasconde alcune "distrazioni" che in passato allietavano e divertivano gli ospiti, come il tempietto circolare, la Coffee House (per dare ristoro), il labirinto in pietra ed alcune "grotte" artificiali dotate di stalattiti. Il castello è stato nel corso degli anni sede si diversi set cinematografici e televisivi. Nelle stanze interne sono state girate alcune scene del film "Il Gattopardo" di Visconti, e "I Viceré", mentre sulla terrazza del castello sono state girate varie scene della fiction "Il commissario Montalbano".
Castello di Donnafugata - Ragusa
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gcorvetti · 2 months
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Manca poco.
Oggi dalla montagna al mare di nuovo, però invece di Milo-Aci Trezza la tratta è stata Nicolosi-Aci Castello, ma non da solo. Dopo il pranzo in campagna dei genitori del compagno di mia sorella, con pietanze a base di carne grigliata, era tanto che non mangiavo carne così spesso e penso che ne farò a meno per i prossimi mesi, sistemati i tavoli e visto che la maggior parte degli adulti si è abbioccata chi sui divani e chi su amache e dondoli, mi è balenata in mente l'idea che potevo andare al mare a fare il bagno vista anche la temperatura, allora vado da mia nipote e amiche e le dico che fa andiamo? E anche loro avevano in mente la mia stessa idea, quindi passati a prendere costumi e asciugamani ci siamo diretti appunto ad Aci Castello e le ho portate in un posto dove andavo con mio padre quando ero piccolo, robe a cavallo tra gli anni 70 e 80, solo perché si sono degli scalini scavati nella pietra lavica e si può scendere in acqua agilmente. Arrivati il mare era un pò mosso, ma niente di eccezionale, quindi mi sono fatto avanti e sono sceso piano ma con decisione, l'acqua era fredda ma non tanto e dopo un pò di bracciate ero già a mio agio, poi vedendo che le ragazze temporeggiavano sono risalito, poi però si sono immerse anche loro, anzi loro sono state più di me, beh giovani e in possesso di grasso corporeo. Poi le ho accompagnate a casa e sono tornato col sorriso stampato in faccia perché era una cosa che volevo fare, anzi mi mancava tanto il sale sulla pelle, peccato che appena tornato a casa mi sono trovato mia madre che gracchiava le sue lamentele continue ed è quasi stato come se niente fosse. Mancano veramente poco, due giorni Martedì e Mercoledì, perché poi Giovedì notte/mattina presto andrò a prendere l'aereo, non importa se dovrò affrontare un viaggio lungo, non mi importa neanche di guardare quanto tempo ho da aspettare nell'unico scalo, so solo che una volta a Tallinn prendo il bus e dopo 2 ore e mezza sarò a casa tra le braccia della mia bella, che è un sogno ricorrente di queste ultime settimane. Scriverò qualcosa a riguardo di questi quasi due mesi più avanti con calma e mente fresca, per ora voglio solo partire. Vi lascio con una band che mi piace.
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Ortona
Una città “dalle sere dolci e profumate come quelle d’Oriente”
(Gabriele D’Annunzio)
Questa città ha una storia tutta da scoprire, dove leggende tramandate nel tempo si mescolano alla vita di tutti i giorni e sanguinose battaglie e saccheggi distrussero tanto davvero troppo tra le vie di questa cittadina.
In passato la città era completamente circondata da una cinta muraria trecentesca e al suo interno era suddivisa tra Terra Vecchia, ovvero la zona dove abitavano i pescatori e i marinai e dove si svolse la terribile Battaglia del dicembre 1943, e Terra Nuova, una zona costituita per lo più da orti e campi. Parlando di Terra Vecchia bisogna considerare un aspetto molto singolare che i pescatori avessero lì le loro casette colorate tra quelle viuzze strette nella parte alta della città e non sulla costa vicino al porto e che per raggiungere le loro imbarcazioni percorressero degli scalini che collegano ancora oggi queste due zone; inoltre bisogna dire che il porto un tempo non era situato dove lo troviamo oggi ma si trovava più vicino al Castello Aragonese quindi sotto la cosiddetta Pizzuta.
Proprio dietro al faro dell'attuale porto, dove si trova anche una statua di San Tommaso che accoglie i marinai, c'è una piccola spiaggetta di pietre nominata la spiaggetta della Ritorna perché con l'avvicinarsi del maltempo le mogli dei pescatori (ed anche secondo un'altra leggenda una principessa) urlavano e pregavano «ritorna» ai loro amati.
Percorrendo le viuzze di Terra Vecchia possiamo notare un arco in pietra tufacea, il materiale di cui sono costutuite le scogliere, una casa lasciata così com'era di cui si può scorgere il colore originale attorno alla finestra e una casa che venne distrutta dalle bombe che si trova (ironia della sorte) nella piazzetta dedicata alla convivialità nominata dell'Allegria.
Per quanto riguarda il commercio bisogna dire che Ortona aveva un commercio comune con Venezia di stoccafisso e baccalà, che un tempo era il pesce dei poveri e dei contadini.
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Terra Vecchia ha termine dove è situato Palazzo Farnese, costruito nel 1584 venne comprato dalla Madama (Margherita d'Austria) insieme a tutto il feudo di Ortona e le vennero affidati anche i restanti feudi abruzzesi che amministrò con grande maestria.
Tra i personaggi illustri di Ortona che possiamo nominare ci sono due membri del Cenacolo Michettiano: Basilio Cascella (seppur nato a Pescara) e il compositore Francesco Paolo Tosti.
Pertanto a fine 800 Ortona vive di riflesso del Cenacolo Michettiano e vengono costruite case in stile liberty.
Proprio a Ortona è stato composto il nostro "inno" abruzzese per la gioventù "Vola Vola Vola " a cui a Porta Caldari è dedicata una fontana.
Vulesse fa' r'venì pe' n'ora sole
Lu tempe belle de la cuntentezze
Quande pazzijavame a vola vola
E te cupria de vasce e di carezze
E, e vola, vola, vola, vola, vola E vola lu pavone Si tiè lu core bbone Mo' fammece arrepruvà
...
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Percorrendo la passeggiata orientale che costeggia la costa e qualche viuzza raggiungiamo affacciato sul mare il Castello Aragonese che esternamente si presenta intatto ma all'interno possiamo notare essere rimaste in piedi solo alcune mura e torrette. La sua storia è un continuo trasformarsi: da alcuni resti romani venne costruita poi una fortezza che in seguito venne utilizzata per scopi militari, per poi venire acquistata facendola diventare un palazzo signorile con all'interno un meraviglioso giardino all'inglese.
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È arrivato il momento di fare una visita al museo dedicato alla Battaglia di Ortona tra civili e soldati canadesi contro le truppe tedesche, ma intanto possiamo già rinvenire delle tracce di questo sanguinoso scontro in un vicolo della città dove possiamo ancora leggere una scritta che indicava il coprifuoco: "il coprifuoco per tutte le truppe alleate è alle 21:00" e affianco possiamo notare dei fori nel muro causati dalle schegge delle granate esplose e dai proiettili.
Il Museo della Battaglia conserva oggetti e foto che testimoniano i giorni del violento scontro urbano del dicembre 1943, ciò che caratterizza questa guerra è essere stata principalmente una guerra di "propaganda" e poco utile invece a fini strategici, anche se comunque molto sanguinosa essendosi svolta casa per casa.
I civili vennero fatti sfollare dalle truppe tedesche ma non tutti fuggirono decidendo di nascondersi nelle cantine delle loro case ma perdendo così la vita.
Ortona ha ottenuto la medaglia d'oro al valore civile perché durante il conflitto ci si è aiutati l'un l'altro civili e soldati canadesi.
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I tedeschi tra le altre cose distrussero anche la torre dell'orologio, una delle due torri della Cattedrale di San Tommaso, per evitare fosse un punto di avvistamento.
Ma perché proprio a Ortona?! Semplice, perché è qui che il Re Vittorio Emanuele III di Savoia fuggì durante la seconda guerra mondiale imbarcandosi appunto al porto di Ortona verso Brindisi; ed è qui che si trovava la Linea Gustav.
Tra gli oggetti presenti nel museo possiamo soffermarci su tre in particolare:
I papaveri ricamati sulle vesti dei soldati canadesi e delle crocerossine, che indicavano la loro morte in battaglia essendo i papaveri rossi come il sangue;
Varie radioline e giradischi militari con cassa perché anche i soldati avevano bisogno di qualche momento di svago;
Una foto particolarissima, una foto di un banchetto di natale realizzato durante la guerra per i soldati circondato da firme, firme dei soldati sopravvissuti sia canadesi che tedeschi come inno alla pace, a testimoniare che fare la guerra non conviene.
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Ora è sufficiente uscire dal museo e svoltare verso la costa per raggiungere la Cappella del Crocifisso Miracoloso. Un tempo chiamato monastero di Sant'Anna questo luogo è testimone di antiche storie di fede, mare, corsari saraceni e leggende anche culinarie.
Era il luogo di fede in cui vivevano e pregavano del monache di clausura. Si narra che un giorno mentre pregavano l'affresco del crocifisso iniziò a gettare sangue dal costato, questo venne considerato un miracolo ma anche simbolo di presagio di un'imminente tragedia. Il sangue miracoloso venne raccolto in due ampolline, di cui una si trova a Venezia e l'altra è rimasta in questa Cappella ad Ortona rinchiusa in una teca (che viene messa in mostra il secondo venerdì del mese).
Il presagio era reale infatti dalla costa arrivarono le vele dell'ammiraglio della flotta ottomanna Piyale Paşa che iniziarono a distruggere tutto. Gli abitanti di Ortona fuggirono nelle campagne ma le monache di clausura non poterono abbandonare il monastero e restarono a pregare, le loro preghiere forse le salvarono perché Ortona viene nuovamente distrutta ma i nemici non riuscirono nemmeno ad avvicinarsi al monastero e alle suore di clausura perché una fitta nebbia ricoprì questo luogo come a renderlo invisibile e inesistente.
A questo luogo e alle monache di clausura sono legate anche altre due leggende di cui una è solamente la visione della realtà in chiave magica e fantasy poiché le monache di notte per lavare i panni si recavano alla fonte vicina facendosi luce nel buio e da allora quella fonte venne chiamata la fonte delle fate. Mentre l'altra è legata alla nascita del dolce tipico di Ortona: le nevole (da non confondere con le neole o ferratelle abruzzesi), dolce che appunto secondo questa leggenda è stato creato dalle monache di clausura che un giorno avendo finito le ostie presero gli ingredienti che avevano e unendoli e cuocendoli con il ferro per le ostie diedero vita alle nevole, la cui ricetta prevede solamente mosto cotto, arancio autoctono dal sapore dolceamaro e olio d'oliva (alcuni pasticceri del posto aggiungono anche della cannella).
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La Cattedrale di San Tommaso, un tempo Cattedrale di Santa Maria Vergine, custodisce le reliquie dell’apostolo San Tommaso e la sua pietra tombale dove viene ritratto l'apostolo e che presenta due fori uno per inserirvi un bastoncino di incenso e l'altro per inserirci degli oggetti che successivamente venivano recuperati intrisi dell'energia sacra per poter ottenere cure miracolose, infatti sia la pietra tombale che le reliquie stesse dell'apostolo sono importanti non per il loro aspetto fisico materiale ma per l'energia fortissima dell'anima che emana il corpo del santo apostolo, un'anima che è stata così vicina a Cristo nei suoi giorni in Palestina.
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Spero questo riassunto vi abbia fatti viaggiare insieme a me alla scoperta di questa città abruzzese e ringrazio per la visita guidata i Compagni d'Avventura e Ortona Welcome
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susieporta · 2 years
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"L’orgasmo di una donna è un castello da studiare, una torre da scolpire, una cattedrale da scolpire.
È un’opera di raffinata modellazione, come la costruzione di un complesso vaso di porcellana. Essa richiede l’intervento di un mago in grado di combinare il fuoco con il cristallo, la pietra con l’acqua, la terra con le stelle.
L’orgasmo di una donna è un dedalo di prove, trabocchetti e premi, un banchetto preparato in una settimana, un rebus per estimatori.
Refrattario alla fretta e alla noncuranza, esso si nutre di cura e di attenzione, di respiri e dei ritmi delle onde, dei cerchi concentrici che formano l’universo e lo percorrono in eterno.
Opera alchemica che non può farsi strada in presenza di distacco o distrazione, lievita di fronte all’amore, alla dedizione, alla consegna integrale di sé.
L’orgasmo di una donna è l’abbandono della terra ferma per un mare di fiducia. È un albero da coltivare e nutrire.
È lasciare entrare, accogliere il mare nel porto, abbattere le dogane e mescolarsi con l’ignoto.
L’orgasmo di una donna è bassa marea e alta marea, architettura composita, supernova che esplode lasciando luce ovunque.
È costruire una torre di Babele di nuovi linguaggi ad ogni unione, che precipita ogni volta che raggiunge il suo apice, non per difetto, ma per conservare in sé il mistero sacro di chi ci è riuscito."
(Sonia Serravalli - “Il Bosco Femmina”)
Manar Shakti
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lettieriletti · 4 months
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Redo of Healer 12
Dopo aver perso la pietra filosofale, Keyaru si dirige al castello di Jioral che è intenzionato a usarla per avere il pieno dominio sul mondo. Per fermare le ambizioni del re, Keyaru prenderà in prestito il potere della tribù dei demoni e si scontrerà con i tre eroi, che hanno ricevuto il potere dell’immortalità dal re in persona!
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chez-mimich · 5 months
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Quest’anno sono sopravvissuto anche grazie a questo:
“Milano da Romantica a Scapigliata” Castello di Novara, 4.01.23
Dineo Seshee Bopape: “Born in the first light of the morning”, Hangar Pirelli Bicocca, 7.01.23
Bruce Nauman: “Neons, Corridors,Rooms”, Pirelli Hangar Bicocca, 7.01.23
Zerocalcare: “Ogni maledetto lunedì. Su due”, 12.01.23
“Grazie ragazzi” di Riccardo Milani, 15.01.23
“Mr & Mrs Clark. Ossie Clark and Celia Birtwell. Fashion and Prints 1965-74” Fondazione Sozzani, 21.01.23
“Ferito a morte” di Raffaele La Capria, Teatro Strehler, 22.01.23
“Indice, Storia dell’ “ di Dennis Duncan, 23.01.23
“Babylon” di Damien Chazelle, 29.01.23
“Dietro le quinte della polizia” di Georges Simenon, 10.02.23
“Zerocalcare dopo il botto” Fabbrica del Vapore Milano, 11.02.23
“La Casa della Memoria”, Milano, 11.02.23
“Gli spiriti dell’isola” di Martin McDonagh, 12.02.23
Matteo Osmieri e Alessia Binda, Concerti del conservatorio, 12.02.23
“ADI. Design Museum Milano, 18.02.23
Conservatorio 2
“Dietro le quinte della polizia” di Georges Simenon, 05.02.23
“Laggiù qualcuno mi ama” di Mario Martone, 19.02.23
“Quaderni ucraini”, 20.02.23
“Tessiture di sogno” di W.G. Sebald, 25.02.23
“La Maria Brasca” di Giovanni Testori, Teatro Parenti, 25.02.23
“Empire of Light” di Sam Mendez, 05.03.23
“Anatomia di un suicidio” di Alice Birch, Teatro Grassi, 12.03.23
“Romeo e Giulietta” di William Shakespeare, regia di Mario Martone, Teatro Strehler, 13.03.23
“Ho visto cose” di Mario Finotti, Galleria Giannoni, 18.03.23
“La moda giusta” di Marta D. Riezu,18.03.23
“Everything wehere all at once” di Daniel Kwan e Daniel Scheinert, 25.03.23
“Dal cucchiaio alla città” di Ugo La Pietra
“V13” di Emmenuele Carrère 02.04.23
“Fondazione Angelo Bozzola”, Galliare, 01.04.23
“Eloisa Manera”, Piccolo Coccia, 03.04.23
“Quando” di Walter Veltroni, 04.04.23
“Il ritorno di Casanova” di Gabriele Salvatores, 10.04.23
“Air. La storia del grande salto” di Ben Affleck, 09.04.23
“A Sound a Million Shape” di Alessia Obino, NJ Weekender Spring Edition, 15.04.33
“Ahmed” Pat Thomas, NJ Weekender Spring Edition, 15.04.23
Marc Ribot, NJ Weekender Spring Edition, 15.04.23
Al Doum & The Faryds, NJ Weekender Spring Edition, 16.04.23
Rhabdomantic Orchestra, NJ Weekender Spring Edition, 16.04.23
“Design Week Fuorisalone”, Milano, 18.04.23
“Augusto Betti artista+designer”, Fondazione Sozzani, 18.04.23
“Design Week-Fuorisalone: Alcova”, Ex mattatoio Milano, 22.04.23
“La La Lambro” di Maurizio Milani, 20.04.23
“Il sol dell’avvenire” di Nanni Moretti, 25.04.23
“Mon crime” di François Ozon, 30.04.23
“La quattordicesima notte del tempo ordinario” di Pupi Avati, 30.04.23
“Fra antropologia e storia dell’arte” di Bay Warburg, 07.05.23
“Cere anatomiche. La Specola di Firenze. David Ceonenberg”, Fondazione Prada, 13.05.23
“Housing Concert Piano City Milano: Bas Bulteed”, da Corrado Beldì, 21.05.23
Yuri Ancarani: “Lasciate stare i sogni” Pac Milano, 21.05.23
“Rapito” di Marco Bellocchio, 28.05.23
Luciano Rossetti: “Vent’anni di Novara Jazz”, 01.06.23
“Satoyama Quartet”, Nòva, Novara Jazz 2023, 01.06.23
Caterina Palazzi e Sudoku Killer, Nòva, Novara Jazz, 01.06.23
“Emong”, Fara Novarese, Novara Jazz, 02.06.23
Sebi Tramontana solo, Chiesa di San Pietro Barengo, Novara Jazz, 02.06.23
“Istant Song”, Castello di Barengo, Novara Jazz, 02.06.23
“Transatlantic” Michele Dal Lago e Icaro Gatti, Teatro di Tornaco, Novara Jazz, 03.06.23
Antonello Salis e Italo Satta, Villa Caccia Romagnano Sesia, Novarara Jazz, 04.06.23
“Insulæ Songs” Villa Caccia Romagnano Sesia, Novara Jazz, 04.06.23
Anais Drago, “Terre ballerine”, Villa Caccia”, Maggiora, Novarajazz 2023, 04.06.23
“Church of sound: Alina Bzhezhiska Quartet”, Basilica di San Gaudenzio, Novara Jazz, 04.06.23
Chet Beker, Vita e musica” con Francesco Martinelli, Castello, Novara Jazz, 08.06.23
“EABS meets Jaubi” Broletto, Novara jazz, 09.06.23
Francesco Simeti, “Pan di zucchero”, Palazzo Faraggiana, 10.06.23
Pasquale Mirra in solo, Palazzo Faraggiana, 09.06.23
“Flat Earth Society Orchestra” Broletto Novara Jazz 09.06.23
“TUN Torino Unlimited Noise” Broletto Novara Jazz, 09.06.23
Nicole Mitchell solo Palazzo Bellini, Novara Jazz, 10.06.23
Angelica Sanchez solo, Palazzo Bellini, Novara Jazz, 10.06.23
Damon Locks & Rob Mazurek, “New Future City Radio” Giardino Palazzo Natta, Novara Jazz, 10.06.23
“Mitelli Trio” e Joe McPhee, Castello, Novara Jazz, 10.06.23
Rob Mazurek e “Exploding Star Orchestra”, Broletto Novara Jazz, 10.06.23
Veryan Weston solo. Organo San Giovanni Decollato, Novara Jazz, 11.06.23
Adam Pultz-Melbye solo, Galleria Giannoni, Novara Jazz 11.06.23
Joe McPhee solo, Chiesa del carmine, Novara Jazz, 11.06.23
"Mitelli Avery Flaten Trio", Sovrintendenza, Novara Jazz, 11.06.23
"Chicago/Sao Paulo Undeground", Canonica del Duomo, Novara jazz, 11.06.23
BCUC-BANTU Continua Uhuru Consciousness, Broletto, Novara Jazz, 11.06.23
Gian Maria Tosatti “NOw/here”, Pirelli Hangar Bicocca, 17.06.23
Ann Veronica Janssen “Grand Bal” Pirelli Hangar Bicocca, 17.06.23
“Emily” di Frances O’Connor, 24.06.23
Dora Birnbaum, “Revolutionary Acts”, Osservatorio Prada, 01.07.23
Kris Ruhs “Figuratives”, Fondazione Sozzani, 01.07.23
Kris Ruhs , “Resonances”, Fondazione Sozzani, 01.07.23
Quntin Tarantino, “Cinema speculation”, 08.07.23
Nikolaj Achultz, “Mal di terra”, 18.07.23
Julien Green, “Parigi”, 25.07.23
“Assedine Alaïa, Arthur Elgort. En liberté. Fondation Alaïa, Parigi, 19.08.23
“Voyages en Noir et Blanc”, Galerie Bigaignon, Parigi, 19.08.23
“Basquiat X Warhol” Fondation Vuitton, Parigi 20.08.23
“Naples à Paris”, Louvre, Parigi, 21.08.23
“Aux origines de l’image sacrée”, Louvre, Parigi 20.08.23
“Frank Horvat, Paris, le monde, la mode” Jeu de Paume, Parigi 20.08.23
“Johan Van Der Keuken, Le rytme des Images” Jeu de Paume, Parigi, 20.08.23
“Annette en plus infinitement”, Fondation Annette e Alberto Giacometti Parigi, 21.08.23
“Ron Mueck”, Fondation Cartier, Parigi, 21.08.23
“Moï Ver”, Centre Pompidou, Parigi, 22.08.23
“Lynne Coehn et Marina Gradonneix, Laboratoires/Observatoires” Centre Pompidou Parigi, 22.08.23
“Serge Gainsbourg, Le mot exacte” Centre Pompidou, Parigi, 22.08.23
“Surréalisme au féminin?” Musée de Montmartre, Parigi, 23.08.23
“Over the Rainbow”, Centre Pompidou, Parigi, 24.08.23
“Avant l’Orage”, Bourse de Commerce Parigi, 25.08.23
“Accro-chat-ge” Musée d’Orsay Parigi, 25.08.23
“On ne peut vivre qu’à Paris”, di Emil Cioran e Patrice Reytier,29.08.23
“Oppenheimer” di Christopher Nolan, 03.09.23
“Manodopera” di Alain Ughetto, 08.09.23
“Un homme heureux” di Cioran-Reytier, 10.09.23
“Pepito principe del jazz” di Marco Molendini, 15.09.23
“Collettivo trifoglio-Iride” con Marte Bellu”, Nu Arts and Community, 21.09.23
“Blow Up Percussion” con Vittorio Montalti, Nu Arts and Community, 21.09.23
“Pleasure Garden: A listening Garden” Nu Arts and Community, 22.09.23
“Il Bosco che non c’è/ Nerverwood” con Antonella Cirigliano, Nu Arts and Community, 22.09.23
“Niccolò Baraggioli” vernissage, Nu Arts and Community, 22.09.23
“Umberto Orsini racconta Novara” Nu Arts and Community 23.09.23
“SaxFor Tone”, Nu Arts and Community, 23.09.23
“DNA” di Dennis Kelly, Collettivo Hangar, regia di Andrea Gattinoni, 23.09.23
“State Petals” con Ljuba Bergamelli e Zeno Baldi, 23.09.23
“Puppets Jazz” con Enrico Intra, Compagnia Colla e Civici Corsi di Jazz di Milano, 23.09.23
"Isole" di Gavin Francis, 30.09.23
"Il barone rampante" da Italo Calvino, con Stefano Massini, Teatro Grassi, 01.10.23
"Asteroid City"di Wes Anderson, 07.10.23
"Grand Hotel" di Roman Polanski, 8.10.23
"Over the Rainbow" (catalogo mostra), 10.10.23
"The Killers of the Flower Moon" di Martin Scorsese, 22.10.23
“Thao Nguyen Phan: Reincarnation of Shadows”. Pirelli Hangar Bicocca, 28.10.23
“James Lee Byars” Pirelli Hangar Bicocca, 28.10.23
“E in Deutsches Requiem” Basilica di San Gaudenzio, 29.10.23
“C’è ancora domani” di Paola Cortellesi, 1.11.23
“Händel, Bononcini” Novarien Trumpetes Ensemble, San Gaudenzio, 5.11.23
“Memorie di un baro” di Sacha Guitry, 7.11.23
“Sinfonia n. 4 di Schubert e Quattro Pezzi Sacri di Giuseppe Verdi” Teatro alla Scala, 11.11.23
“Max Vaduku, Through her Eyes” Gallerie d’Italia Milano, 25.11.23
“Maria Callas: ritratto” Gallerie d’Italia, 26.11.23
“She's Analog", e Adele Altro, NJ Weekender, 12.11.23
Daniela Pes, Nj Weekender, 12.11.22
“The Old Oak” di Ken Loach, 18.11.23
“Lou Reed, Re di New York” di Will Hermès, 18.11.23
“Argentina. Quel che la notte racconta al giorno”, Pac Milano, 26.11.23
“La pulce nell’orecchio” di Georges Feydeau, 26.11.23
“100 domeniche” di Antonio Albanese,02.12.23
“Coup de chance” di Woody Allen, 08.12.23
“Boldini, De Nittis et les italiens de Paris”, 09.12.23
“Trilogia della città di K.” di Àgota Kristof. Teatro Studio Melato Milano, 17.12.33
“One life” di James Hawes, 23.12.23
“Foglie al vento” di Aki Kaurismäki”, 30.12.23
Buon 2024
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thetudorslovers · 2 years
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Pia de' Tolomei was an Italian noblewoman from Siena identified as "la Pia," a minor character in Dante's Divine Comedy who was murdered by her husband. Her brief presence in the poem has inspired many works in art, music, literature, and cinema. Her character in the Divine Comedy is noted for her compassion and serves a greater program among the characters in her canto, as well as the female characters in the entire poem.
Podere Santa Pia was named after Pia de' Tolomei, a woman with an intriguing story. According to some legends, the beautiful Pia di Tolomei, the sorrowful wife of Nello d'Inghiramo de Pannocchieschi, crossed the Ponte della Pia to go into exile in Maremma, at Castello della Pietra. There her husband ordered her execution so he could marry his mistress Margherita Aldobrandeschi, Contessa of Sovana and Pitigliano.
Dante Alighieri wrote about this legend  Pia asks for Dante's prayers when he encounters her waiting to enter Purgatory among souls who died suddenly and unprepared. "Son Pia, Siena mi fé, disfecemi Maremma." ("I am Pia. Siena made me; Maremma unmade me.") Purg. V, 130–136.
It has been theorized that Pia was killed by being thrown out of a window, so her crash into the earth would make her words Maremma "unmade" her literal. An alternate theory suggests Pia was a neglected bride who perished from malaria. Among the early commentators, Jacopo della Lana, the Ottimo Commento, and Francesco da Buti claim that she may have been killed for some crime, while Benvenuto da Imola and the so-called "Anonimo Fiorentino" assert that her death was due to her husband's jealousy. The only consensus on Pia's death is its secrecy, which is why la Pia says that only her husband knows how she died.
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tenebraetuae · 9 months
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La Chiesa, edificata extra moenia su una preesistente cappella intitolata alla miracolosa Madonna delle Grazie, ed affiancata da una palazzina con giardini destinati a residenza estiva del Vescovo e dei seminaristi. Fu fatta edificare dal Vescovo Vincenzo Giustiniani (1593-1614) e svetta alta e visibile da lontano come desiderava il suo committente.
La facciata, su cui è incisa la data di costruzione 1602, è davvero originale, bizzarra ed unica nel suo genere. Ripartita in tre ordini, termina con un timpano spezzato completato dalle insegne episcopali. Sono delineate della pietra tre torri merlate poste in asse con i portali sottostanti mentre nel terzo ordine campeggia l'altorilievo della grande aquila reale ad ali spiegate con una corona regale sulla testa. La lettura dell'intera facciata evidenzia l'aquila reale che protegge il sottostante castello. La Chiesa era sotto la tutela del Vescovo la cui mitra troneggia in cima alla testa dall’aquila. Nella parte superiore la facciata è ornata da stemmi e ritratti, mentre nella parte sinistra è completata da un piccolo campanile del secolo XIX. Il particolare disegno della facciata generò il toponimo di Porta o Via dell'Aquila Grande.
La Chiesa fu ampliata e ristrutturata dal vescovo D. Cennini nel 1652, come si legge sull'arco trionfale. Gli stemmi appartengono al Vescovo Cennini, al Vescovo De Cavalieri ed alla famiglia Orsini. L’interno a navata unica con quattro cappelle laterali ha volte a vela su pilastri e soffitto piano. Tra i vari arredi ed opere d'arte che si conservano meritano particolare attenzione la pregevole tela ad olio raffigurante la Madonna delle Grazie attribuita a Giovanni Donadio di Gravina ed il bronzo del Cristo Deposto di Giuseppe Menozzi di Mantova.
Il restauro effettuato dopo i danni subiti dal terremoto del 1980 ha riportato alla luce l'arco di trionfo con i suoi capitelli ed alcuni medaglioni in pietra conferendo all'ambiente maggiore snellezza ed ampiezza.
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Conoscete Erice? 🇮🇹♥️
@_georgelucky_
È' uno esplêndido borgo siciliano a poca distanza de Trapani.
Arroccato sulla cima del omonimo, questo borgo svetta dall'alto dei suoi 750 metri, godendosi un'eccezionale vista panoramica che guarda al golfo di Trapani ed alle isole Egadi da un lato ed alla vallata del Valderice dall'altro.
La pietra caratterizza le case e le viuzze rendendo il borgo davvero autentico e affascinante.
Uno dei simboli e' sicuramente il Castello di Venere arroccato sullo strapiombo che delimita il paese e risalente all'epoca normanna.
#Sicília
#visitsicily #borghitalia
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lamilanomagazine · 5 days
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Milano: Castello Sforzesco, una mostra racconta il meglio dei lavori a sanguigna dal cinquecento all'ottocento
Milano: Castello Sforzesco, una mostra racconta il meglio dei lavori a sanguigna dal cinquecento all'ottocento. Fino all'8 agosto, nelle Salette della Grafica al Castello Sforzesco, è aperta al pubblico con ingresso gratuito la mostra "... per gitar diverse linee. Disegni a pietra rossa da Leonardo alle Accademie", un nuovo appuntamento promosso da Comune di Milano-Cultura e Castello Sforzesco legato alla valorizzazione del patrimonio artistico della città che consentirà al pubblico di ammirare, tra gli altri, la celebre "Testa di Leda", disegno attribuito a Leonardo da Vinci e custodito presso il Gabinetto dei Disegni. Frutto di un progetto di ricerca internazionale, cui hanno partecipato studiosi di università olandesi e ricercatori italiani, la mostra, curata da Michael W. Kwakkelstein e Luca Fiorentino, è una selezione di fogli eseguiti a sanguigna tra la fine del Quattrocento e il primo decennio dell'Ottocento, realizzati da differenti artisti, alcuni dei quali di grande importanza per la storia dell'arte italiana. La sanguigna è una pietra naturale estratta in diversi luoghi d'Europa e utilizzata in differenti settori (dai disegni architettonici alla sartoria) e che, verso la metà del Quattrocento, divenne strumento artistico di larga diffusione. Importanti artefici, infatti, scelsero questo mezzo quale medium privilegiato per lo studio su carta dei loro primi pensieri: dallo schizzo allo studio anatomico, dal progetto d'insieme allo studio dei dettagli. Il mezzo della sanguigna vanta variegate possibilità d'impiego tecnico: linea di contorno e trattamento del chiaroscuro a incrocio, sfumato (tramite sfregamento delle dita sulla polvere, con lo sfumino o pressando la punta della sanguigna sul foglio), il famoso "red on red" di invenzione leonardesca (ovvero disegnare in rosso su un supporto colorato rosso), intrecciando a piacimento i mezzi grafici (pietra nera e rossa, gessetto, biacca, acquarello). Si è dunque scelto di indagare tra le collezioni del Castello all'interno di un lasso cronologico ampio all'incirca quattro secoli: gli artisti lombardi hanno avuto più larga attenzione, potendo le raccolte civiche vantare nomi come Leonardo da Vinci, Francesco Melzi, Ambrogio Figino e anche i protobarocchi Cerano, Procaccini e Morazzone e infine i classicisti dell'Accademia come Giuseppe Bossi e Luigi Sabatelli. Il percorso di mostra, che si snoda nelle due Sale della Grafica del Castello, vede le seguenti sezioni: Leonardo e la sua scuola, l'importante restauro di un Nudo accademico attribuito ad Andrea Sacchi, le tecniche (con materiali esposti e video), le differenti tipologie di disegno con fogli di scuola lombarda, romana, napoletana e veneta. Nel catalogo che accompagna la mostra è stata anche avanzata qualche proposta attributiva, nella speranza di dar vita a un dialogo scientifico in grado di arricchire le collezioni pubbliche: Jacopo Ranzani (Institut National d'Histoire de l'Art, Paris) ha approfondito l'uso della pietra rossa nelle botteghe artistiche, Francesco Lofano (Università di Bari) ha studiato i pittori napoletani e il loro particolare utilizzo della sanguigna nel XVII secolo partendo da una nuova attribuzione di un foglio del Castello a uno dei più importanti artisti partenopei quale fu Bernardo Cavallino, Luca Fiorentino (Ricercatore, NIKI Florence) ha approfondito le tecniche grafiche utilizzate nella prima metà del Seicento a Milano, Alessia Alberti rende conto delle svariate collezioni dalle quali provengono i disegni esposti. Il contributo degli studenti olandesi è stato possibile grazie al sostegno della Fondazione Amici del NIKI. Il progetto grafico della mostra è stato realizzato dagli studenti della Civica Scuola d'Arte & Messaggio. Info su www.milanocastello.it Il Gabinetto dei Disegni del Castello Sforzesco Il Civico Gabinetto dei Disegni nasce negli anni Venti del Novecento per offrire un'adeguata collocazione alle opere d'arte su carta, che avevano iniziato ad affluire nelle collezioni cittadine a partire dalla metà dell'Ottocento su iniziativa di artisti e di esponenti dell'aristocrazia milanese. Con il tempo il patrimonio si è arricchito e conta oggi circa 35.000 disegni di maestri italiani e stranieri dal Quattrocento ai giorni nostri, con particolare ricchezza di esempi lombardi. Le Salette della Grafica al Castello Sforzesco Inaugurate nel 2020 con una mostra-omaggio a Raffaello attraverso l'opera e la collezione di Giuseppe Bossi, le Salette della Grafica nascono con l'intento di rendere accessibile, a rotazione, il patrimonio grafico del Castello Sforzesco, un prezioso archivio di stampe e di disegni che, per ragioni di conservazione, è normalmente custodito in locali a condizioni di temperatura e umidità controllate e non è inserito nel percorso museale del Castello.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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Il Maschio Angioino: Un colosso di pietra nel cuore di Napoli
Il Maschio Angioino, sorge imponente nel cuore di Napoli, dominando il panorama con la sua mole maestosa e la sua storia millenaria. Eretto dagli Angioini nel XIII secolo, questo castello medievale rappresenta non solo un capolavoro di architettura gotica, ma anche un simbolo indiscusso della città partenopea. Le origini e la costruzione del Maschio Angioino La sua storia ha inizio nel 1266, quando Carlo I d'Angiò, conquistata Napoli, decise di edificare una fortezza che fosse al contempo residenza reale e baluardo difensivo. I lavori, affidati all'architetto francese Pierre de Chaulnes, si protrassero per ben vent'anni, dando vita a un complesso fortificato di straordinaria imponenza. Un'architettura di grande fascino Il Maschio Angioino si presenta come un'opera architettonica di grande fascino, caratterizzata da elementi tipici del gotico angioino. Le sue mura merlate, le torri cilindriche e il fossato che lo circonda conferiscono al castello un aspetto austero e imponente. All'interno, si snodano ampi cortili, sale riccamente decorate e suggestivi camminamenti di ronda, che offrono una vista mozzafiato sulla città. Un passato ricco di eventi Nel corso dei secoli, il Maschio Angioino ha vissuto le vicende più salienti della storia napoletana. Ha ospitato sovrani, intrighi di corte e battaglie sanguinose. Tra le sue mura hanno risuonato le musiche di feste sontuose e le grida di rivolte popolari. È stato testimone di assedi e di cambiamenti di regime, assumendo sempre un ruolo centrale nella vita della città. Un presente all'insegna della cultura Oggi, il Maschio Angioino è un museo che accoglie i visitatori con un ricco patrimonio storico e artistico. Tra le sue sale si possono ammirare affreschi medievali, armature antiche e opere d'arte di grande pregio. Il castello ospita inoltre mostre temporanee, concerti ed eventi culturali, che ne fanno un luogo vivo e dinamico al centro della vita cittadina. Un futuro da protagonista Il Maschio Angioino guarda al futuro con fiducia, pronto a continuare ad essere un punto di riferimento per la cultura e l'identità di Napoli. Grazie a un'attenta opera di restauro e valorizzazione, il castello continuerà ad affascinare visitatori provenienti da tutto il mondo, raccontando loro la storia millenaria di una città unica e straordinaria. Foto di Didier da Pixabay Read the full article
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daniela--anna · 19 days
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Il Castello di Colomares nella città di Benalmádena (Andalusia, Spagna) è un omaggio a Cristoforo Colombo e alla scoperta dell'America.
Questa era l'intenzione di Esteban Martín, che iniziò a lavorare al progetto nel 1987 insieme a due muratori e pose l'ultima pietra sette anni dopo.
Attraverso diversi materiali, come la pietra, il mattone o il legno, il monumento racconta la storia della scoperta del continente americano in varie scene.
Tra questi c'è una rappresentazione delle tre navi della spedizione e un'immagine di San Salvador in onore dell'isola di San Salvador. L'architettura si ispira a una miscela di stili diversi, come le epoche neoromana, neobizantina, neogotica e neomudéjar.
#architettura #storia #castello
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L'Enigma del Castello delle Ombre
Nel cuore delle colline avvolte dalla nebbia sorgeva il Castello delle Ombre, un’imponente fortezza avvolta nel mistero e circondata da leggende oscure. Le sue torri si stagliavano contro il cielo notturno, mentre le sue mura di pietra raccontavano storie di antichi intrighi e tragici destini. Si diceva che il castello fosse abitato dai fantasmi di coloro che vi avevano trovato la morte in…
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drheinreichvolmer · 1 month
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AMORE IN AFFITTO 4
Gloria venne accompagnata nel salone della caffetteria da Maris e Francesca, e prima di entrare la greca le fece una breve spiegazione di quelli che sarebbero stati i suoi doveri: << Dovrai occuparti dell'ordine e della pulizia della caffetteria e di tutti i vari utensili di uso quando sarà il tuo turno, dovrai portare le varie ordinazioni ai rispettivi tavoli e se verrai richiesta dovrai intrattenere il cliente o la cliente in questione. >> le spiegò con calma la maid dai capelli verdi.
<< Ok.. spero di non combinare altri disastri. >> rispose mortificata Gloria, ripensando allo sguardo di Corinne nella sala del trono.
<< Tranquilla, andrà tutto bene. >> disse Maris, << Saprai di aver svolto un buon servizio se questo ciondolo si illuminerà. >> aggiunse mettendole al collo un ciondolo con una pietra rosa.
<< A seconda dell'emozione che una persona prova, la pietra si illumina di uno specifico colore. >> asserì Francesca con un sorriso.
<< E cosa succede dopo? >> domandò la ragazza dai capelli rosa curiosamente.
<< La pietra cattura l'emozione, essa poi viene raccolta e custodita in un luogo a noi sconosciuto. Lo scopo è cercare di raccoglierne più delle altre maid. >> proseguì Maris.
<< Colei che riuscirà in questa impresa sarà la fortunata che il nostro padrone sposerà!>> aggiunse Francesca con gli occhi a cuoricino.
<< Beh a me non interessa, l'ultima cosa che voglio è sposarmi un vecchio, e per giunta pure mio stretto parente. Mi limiterò a farlo solo per saldare il mio debito. >> replicò Gloria dopo aver fatto una faccia disgustata al pensiero sposare suo zio.
Gloria era finalmente pronta per il suo grande esordio, la sua collega Maris le diede un ultima sistemata al fiocco e poi sorrise.
<< Bene, sei pronta.. vedrai, andrà tutto benissimo. >> disse la greca sorridendole.
<< Spero tanto che tu abbia ragione. >> rispose ansiosamente Gloria.
<< Sicuro, e poi ricordati che noi saremo sempre lì ad aiutarti!>> aggiunse Francesca. Gloria entrò poi finalmente nel grande salone del castello riservato alla caffetteria, lo sguardo di tutti i presenti puntato su di lei.
<< Bene, è venuta a fare altri disastri vedo. >> disse acidamente Ilona porgendo a Gloria il vassoio con le tazzine da tè e la rispettiva teiera. La ragazza cercò di non farsi condizionare dalla collega, prese il vassoio e partì in direzione del tavolo dodici.
<< Dai muoviti, non c'è mica il ghiaccio a terra o le bucce di banana! >> continuava intanto Ilona, alzando il tono della sua voce. Le gambe della giovane Gloria iniziarono a tremare per l'agitazione, si stava trattenendo a stento dal mettersi a piangere. Le tazzine sul vassoio ondeggiavano a causa della sua agitazione, rischiava seriamente di cascare tutto.
<< La situazione si sta mettendo male.. >> commentò Judith dispiaciuta, mentre Evelyn annuì con la testa facendo un sospiro sconsolato.
<< Dannazione, sei proprio negata!>> insistette la maid dai capelli viola frustata. Gloria si morse il labbro, ed alcune lacrime iniziarono a scendere lungo le sue rosee guance.
<< Non posso più restare a guardare! >> disse d’un tratto Francesca, esasperata dal comportamento da bulletta di Ilona. L'italiana si fece avanti, sistemando con cura le tazzine.
<< Sta solo cercando di metterti pressione, dimostra a quell'oca che tu non sei meno di lei in questo posto, io credo in te Gloria! >> dichiarò la bionda osservando Gloria dritta negli occhi. Le parole di incoraggiamento di Francesca diedero alla fanciulla la motivazione di riprendere il controllo della situazione e portare a destinazione il vassoio senza difficoltà. Una volta giunta al tavolo numero dodici, servì con disinvoltura le due ragazze per poi allontanarsi dopo aver fatto un lieve inchino. Le clienti sorrisero in segno di apprezzamento, e Judith ed Evelyn le fecero un piccolo applauso per congratularsi. La fanciulla fece ritorno dalla collega Francesca abbracciandola per ringraziarla del supporto.
<< Visto? Te lo dicevo che ci saresti riuscita. >> ribatté l'italiana mentre ricambiava l'abbraccio. In quel momento la pietra di Francesca divenne di colore verde, la sua disponibilità ed empatia avevano appena generato un sentimento di amicizia da parte di Gloria. Anche Maris si fece avanti congratulandosi con Gloria per aver dato ascolto alle parole di Francesca. Nell'esatto momento in cui le due maid si congratulavano con la giovane Gloria, il barone si fece avanti per complimentarsi a sua volta. Aveva apprezzato molto quanto Francesca e Maris erano state preziose nella riuscita di quel primo servizio, ma anche molto fiero di come Gloria aveva scelto di fidarsi dei consigli delle due donne. Dietro le spalle del barone c'era la loro collega Corinne, la quale continuava a squadrare biecamente le due colleghe. La francese strinse entrambi i pugni, e dopo di ciò decise di abbandonare la caffetteria, prima di avere un crollo nervoso davanti ai clienti. Heinreich si accorse dell'evidente strano comportamento della sua dipendente, e dopo essersi congedato dalle altre maid, convinto che sarebbe andata a rifugiarsi nella sala dove veniva custodita gelosamente la mistica pietra. Fu infatti lì che la trovò, intenta ad osservare quel prezioso artefatto che fluttuava dentro alla teca, mentre sospirava angosciata.
<< Che cosa ti turba tanto mia cara, non dirmi che sei gelosa di Gloria? >> domandò ad un tratto l'uomo avvicinandosi.
<< Altezza siete qui.. gelosa? State forse scherzando.. >> replicò poi acidamente la francese mentre tentava di nascondere i suoi reali pensieri al riguardo.
<< Mia cara Corinne, sai bene quanto io ti conosca, quindi non c'è motivo di cercare di mentirmi. >> la rassicurò il nobile con voce calma.
<< Okay, la detesto! Non merita di servirvi, e poi è evidentemente incapace di essere all'altezza di questo posto. >> aggiunse la francese alzando il tono di voce.
<< Corinne, per certe cose serve tempo.. guarda questa pietra, non posso farla completare quando voglio io, e allo stesso modo Gloria non può essere pronta quando lo decido io. >> ribatté il barone.
<< Ma poteva decidere di non farla venire qui o di non farla lavorare alla caffetteria, certe cose le possiamo decidere altezza. >> lo corresse subito Corinne. A quel punto il barone si tolse la benda nera di cuoio che portava sull'occhio destro; molte persone, tra cui le altre maid, erano da sempre convinte che lo avesse perso a causa di qualche scontro. In verità la benda serviva unicamente a celare il segreto che riguardava l'occhio destro del nobile. Difatti, a differenza del sinistro, che era di un color azzurro polvere; il destro presentava una colorazione rossa, e questa non era l'unica cosa peculiare. Ad un tratto sulla pupilla apparve infatti uno strano simbolo, il quale ricordava vagamente la croce di ferro, o quella maltese. Ciò era collegato al mistico potere in possesso del barone, chiamato “Macht der Kaiser”, ovvero “il potere degli imperatori”. Grazie a questa abilità, era in grado di leggere i cuori delle persone e vedere le loro più nascoste emozioni. Scrutando l'animo di Corinne si accorse che il suo cuore bianco e puro era diventato nero come la pece, il che non era certo un bene. Avvicinandosi alla donna la osservò negli occhi, mentre accarezzava il suo viso.
<< Non hai motivo di preoccuparti, non sei più sola e non verrai più abbandonata.. insomma, io sono migliore di tuo padre. >> pronunciò con tono quasi paterno il nobile.
<< M-mio padre? >> disse Corinne sgranando per un attimo gli occhi.
<< Non è colpa tua, Corinne.. tu volevi solo essere amata. >>
<< Solo essere amata.. >> ripeté la donna, mentre il suo corpo iniziava a tremare. Sembrava come se stesse ricordando qualcosa che non voleva ricordare, e si ritrovò improvvisamente il viso bagnato dalle lacrime.
<< Tuo padre era incapace di darti l'amore di cui avevi bisogno, per lui non eri abbastanza. Per questo ti ha rimpiazzata... ma non devi temere, io non potrei mai fare una cosa del genere a te. >> replicò il barone asciugando le sue lacrime. Corinne rimase in silenzio, poi osservò nuovamente il volto del suo padrone. Heinreich la strinse in un abbraccio, mentre le accarezzava i capelli blu indaco.
<< Era solo un incidente.. ma le persone non sempre sanno capirci, e il più delle volte è più facile abbandonare qualcuno che cercare di capirlo. >> aggiunse l'uomo senza smettere di confortarla. Pian piano il cuore di Corinne fece ritorno ad bianco puro, e la ragazza sorrise provando una sensazione di benessere. Il tutto si era svolto sotto l'attento sguardo di un uomo dalla chioma albina vestito elegante, i suoi occhi rossi osservavano da diversi minuti i due. Si trattava di Hans, il braccio destro di Heinreich, questo era il suo vero aspetto. Soltanto il barone e Corinne erano a conoscenza delle sue vere sembianze. Dopo quel colloquio col barone, la giovane venne accompagnata nella sua camera da letto da quest'ultimo. In tale circostanza, la maid colse l'occasione per denudarsi in sua presenza, con l'intenzione di sedurlo – convinta che se si fosse concessa avrebbe avuto più sicurezza di non perdere i suoi privilegi. Corinne fece cadere le vesti a terra, mentre il suo sguardo fissava intensamente l'uomo di fronte a lei. Si sentiva però talmente nervosa che si morse le labbra con forza, finendo per farle sanguinare. Heinreich le pulì quella traccia di sangue dal labbro inferiore passandoci sopra il pollice, tenendo sollevato il mento della donna. Il cuore di Corinne batteva forte, anche se voleva farlo più di qualunque cosa sentiva un non so che, che la tratteneva da andare fino in fondo. Il barone notò però immediatamente l'evidente insicurezza e disagio della maid dai capelli indaco, e la respinse, invitandola a rivestirsi e ad andare a dormire.
Al mattino il sole splendeva e una nuova giornata stava per cominciare alla caffetteria, Judith era impegnata a dare da mangiare ai gatti del bistrot, mentre Maris si occupava di pulire i tavoli prima dell'arrivo dei clienti. Francesca ed Evelyn stavano pulendo gli utensili e macchinari vari, quella mattina era il loro turno. Gloria era arrivata puntuale al suo secondo giorno di lavoro, e finalmente sentiva di poter dare il meglio di sé a lavoro. Si mise quindi a pulire con attenzione e scrupolosità i vetri delle grandi finestre, osservando ogni tanto di nascosto la sua collega Corinne e domandandosi se mai la donna dai capelli indaco avrebbe cessato di essere in collera con lei. Poco dopo i clienti fecero il loro ingresso alla caffetteria, ognuna delle maid stava svolgendo la sua mansione, fino a quando Judith non si fece avanti verso Gloria.
<< Perdona il disturbo, ma sei richiesta al tavolo ventiquattro. >> disse Judith sorridendole. Lo sguardo di Gloria divenne pallido come quello di un malato, non poteva credere che al suo solo secondo giorno di lavoro qualcuno già avesse chiesto di lei. Voleva seppellirsi ma non poteva rifiutarsi, aveva promesso a sé stessa di non tirarsi più indietro. Judith le mise una mano sulla spalla, incoraggiandola che in fondo non era poi così complicato rendere felici i loro clienti. Gloria quindi prese un respiro e si sedette al tavolo, davanti ad un giovane con gli occhiali e una fila di taccuini ed appunti vari. Gloria lo osservava confusa, chiedendosi a cosa gli potessero servire tutti quegli appunti. Il ragazzo, dopo essersi presentato come Abel, spiegò di essere il capo redattore del giornale del suo liceo, era venuto per fare un intervista, per la quale aveva scelto il membro più giovane della caffetteria. Gloria rimase ancora più sconvolta alle sue parole, un’intervista a lei? A che domande avrebbe dovuto rispondere? E cosa sarebbe successo se non fosse stata all'altezza di soddisfare le aspettative di quel giovane giornalista? Era sul punto di tirarsi indietro, quando si rese conto che quella poteva essere l'occasione per catturare il suo primissimo cristallo, quindi a discapito di tutto decise di accettare. E così l'intervista cominciò, ma il carattere discutibile di Gloria stava rendendo difficile le cose al povero Abel; il quale alla fine, stanco della scarsa collaborazione di Gloria, decise di pagare il suo consumo e lasciare immediatamente la caffetteria. Ilona sorrise compiaciuta di fronte alla scena, si aspettava che la maid dai capelli rosa avrebbe prima o poi fatto fiasco. La giovane si rese conto di aver rovinato l'occasione di catturare il suo primo cristallo, tuttavia non si lasciò sconfortare. Infatti, determinata a sistemare le cose e dispiaciuta per il povero Abel, decise di trovare il giovane giornalista e aiutarlo a trovare il perfetto scoop. Per farlo avrebbe dovuto lasciare il castello, e la sua collega italiana Francesca Bellini volle aiutarla in quell'impresa. Le due uscirono quindi di nascosto durante la pausa pranzo, consapevoli di star violando il regolamento che imponeva alle maid di allontanarsi dal maniero, se non al seguito del loro padrone.
Le due vennero però viste dalla maid Maris, che scelse di tacere al fine di non far finire le due ragazze nei guai. Soltanto una volta fuori si posero il problema di rintracciare Abel; e Francesca suggerì di presentarsi fuori dal suo liceo nella speranza di riuscire a trovarlo. Le due maid si recarono allora alla scuola nominata dal giovane giornalista, ma vennero informate che Abel era già andato via. Persa ormai ogni speranza, vennero fortunatamente a sapere da una sua compagna di classe che in quel momento il ragazzo si trovava al vicino teatro Adonis. Gloria e Francesca decisero quindi di raggiungerlo al teatro, dove scorsero di nascosto Abel tra il pubblico, che stava assistendo alle noiose prove dello spettacolo di Romeo e Giulietta. Nonostante Camill, un suo compagno di classe, interpretasse perfettamente la parte di Romeo; la sua controparte Florian era davvero pessima. Il giornalista osservava senza speranze le prove, convinto di ritrovarsi a scrivere l'ennesimo articolo da pochi soldi, avrebbe assistito all'ennesimo spettacolo osceno della sua classe. Francesca stessa guardava incuriosita gli attori sul palco, e riuscì immediatamente a dedurre che qualcosa stava interferendo con la prestazione della povera Florian. Riferiti i suoi dubbi a Gloria, le due decisero di seguire di nascosto la studentessa, così da capire cosa la rendesse tanto a disagio. Il presentimento si rivelò corretto, trovarono infatti la ragazza che piangeva in camerino; e cercando di consolarla, scoprirono la causa del suo problema. Florian era segretamente innamorata di Camill, e i suoi sentimenti per lui le rendono impossibile recitare la sua parte. Compresa la situazione, Francesca ipotizzò che se Florian fosse riuscita a dichiarare il suo amore a Camill, sarebbe stata in grado di interpretare al meglio Giulietta. Osservandola da sola infatti, entrambe le cameriere scoprirono che Florian era in realtà una bravissima attrice, adesso che nessuno la stava osservando. Fu allora che Francesca estrasse un ciondolo dalla sua tasca, spiegando sottovoce a Gloria come quella collana le permetteva di vedere i desideri delle persone. E nel momento in cui lo indossò, dopo aver scrutato il cuore della ragazza, scoprì che il suo più grande desiderio era quello di poter vedere nuovamente i ciliegi in fiore con Camill, come quando erano bambini.
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bergamorisvegliata · 1 month
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Andiamo a visitare un posto dove la magia, l'incanto, la bellezza, e la sua unicità fanno di Tenno (a poca distanza dal lago di Garda) un luogo che non può mancare nella "collezione" dei paesi che vogliamo conoscere.
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Arroccato sulle colline sopra Riva del Garda, il comune di Tenno si estende tra oliveti, vigneti e formazioni rocciose. La posizione di questo incantevole paesino rivolto a sud e immerso in una rigogliosa vegetazione, permette di ammirare da ogni punto lo scintillio del Lago di Garda sul quale si affaccia.
Chiunque abbia visitato questo luogo pieno di contrasti ne conserverà a lungo le immagini nella memoria. L’azzurro del Lago di Tenno,
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che può essere raggiunto partendo da Riva del Garda seguendo le pittoresche serpentine che risalgono il territorio, rinfresca alla sola vista. Anche Canale di Tenno, uno dei Borghi più Belli D’Italia, merita sicuramente una visita. Dopotutto i suoi vicoli medievali accompagnano in un coinvolgente viaggio nel tempo.
Tenno si trova al centro della Riserva di Biosfera Alpi Ledrensi e Judicaria. Questa riserva naturale Patrimonio Mondiale dell’UNESCO è uno scrigno di biodiversità culturale e naturalistica inserita tra mondo alpino e mediterraneo. Una breve escursione tra i boschi che circondano il paese di Tenno o una visita d’interesse architettonico alla Chiesa di San Lorenzo e il Castello di Tenno rendono la gita completa. Anche le cascate del Varone, che toccano quasi i 100 metri d’altezza, non possono mancare nella lista delle attrazioni da vedere. In fondo addirittura il celebre scrittore tedesco Thomas Mann ne rimase affascinato!
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Pochi chilometri sopra il Lago di Tenno, a 765 metri sul livello del mare, il Passo del Ballino collega il Garda Trentino con Comano Terme e le spettacolari Dolomiti di Brenta, Patrimonio Mondiale dell’UNESCO.
PONTE TIBETANO
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UNA PASSERELLA NEL VERDE
Con una lunghezza di 120 metri e una larghezza di 1 m, il ponte tibetano inaugurato nel 2023 permette di superare l’alveo del torrente Rio Secco e completa il percorso di visita al lago di Tenno.
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Tornando al Castello, quello di Tenno (XII sec.) domina il paese, fatto di case in pietra e strette viuzze medievali, con uno spettacolare affaccio panoramico sul lago di Garda.
Da non perdere il vicino lago di Tenno, unico per il suo colore verde azzurro e le acque limpide. Una lunga scalinata porta alle rive erbose del lago, l’ideale per un tuffo immersi nella natura, o per fotografare la ricca tavolozza di colori del lago e del bosco.
L' abitato di Canale, tra il borgo di Tenno e il lago, fa parte dei più bei Borghi d’Italia: d’estate qui si tiene Rustico Medioevo, giochi e spettacoli di strada per rivivere le atmosfere medievali del borgo, mentre durante il periodo natalizio, da vedere sono i Mercatini di Natale, fra i più caratteristici del Trentino.
Se venite da queste parti, dovete assolutamente assaggiare la carne salada, una vera prelibatezza, magari accompagnata da un filo d’olio extra vergine del Garda.
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Due sono i link che vi proponiamo per conoscere ancora meglio Tenno e il suo lago:
e
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