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#avvistamenti cetacei
morelin · 3 months
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Whale watching alle Azzorre
Come vi avevo detto, la nostra prossima avventura parte dal porto: si partecipa ad un'uscita di whale watching sperando di avvistare delfini e balene! Le isole Azzorre sono infatti uno dei più importanti “santuari dei cetacei” del mondo: pensate che qui si possono avvistare 24 tipi di cetacei diversi, cioè un terzo delle specie esistenti. Di buonora quindi ci presentiamo al porto e ci mettiamo in pole position per accaparrarci un posto sulla barca (non gommone); insieme a noi tanti altri turisti provenienti da tutto il mondo. Prendiamo il largo mentre i biologi marini presenti a bordo ci raccontano curiosità sui delfini e sulle balene che popolano queste acque. Dopo un po' inizia ad esserci un po' di movimento sulla barca perché avvisano che forse c'è qualcosa vicino a noi... ci alziamo velocemente dai sedili per dirigerci verso le balaustre e scrutiamo attentamente l'orizzonte fino a quando... ecco che avvistiamo qualche delfino solitario.
Già mi sentivo fortunata ad aver visto una pinna tra le onde ma il bello doveva ancora venire! Ad un certo punto un numeroso gruppo di delfini composto anche da cuccioli ci viene incontro ed inizia a nuotare intorno a noi! Ci spostiamo da una parte all'altra della barca per ammirarli meglio. Non vi dico l'emozione provata nel vedere per la prima volta questi bellissimi animali da vicino ed in mare aperto che ci accompagnavano e giocavano tra loro e con noi!
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Verso la fine del tour abbiamo visto da lontanissimo e per pochi istanti anche lo spruzzo proveniente dallo sfiatatoio di un capodoglio. Devo dire che siamo stati molto fortunati e, seppur la qualità delle foto e dei video non sia delle migliori a causa del movimento della barca, della loro velocità, della mia strumentazione e dei passaggi di produzione, spero che almeno un po' si possa percepire la bellezza di questa esperienza meravigliosa.
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mezzopieno-news · 5 years
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L’ISLANDA INTERROMPE LA CACCIA ALLE BALENE
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L’Islanda, uno dei maggiori cacciatori di balene del mondo, ha deciso di fermare la pesca alle balene.
La decisione è stata presa in seguito alle difficoltà economiche e al calo del turismo. Le balene infatti sono una delle grandi attrattive turistiche dell’Islanda e creano lavoro più di quanto ne riesca in questo momento a fare la pesca ai grandi cetacei. La più grande compagnia islandese specializzata nella caccia alle balene aveva già interrotto l’uccisione di balene nel 2016 e il turismo in quell’anno crebbe del 38%. Secondo Peter Egan, un noto animalista: "Il turismo incentrato sugli avvistamenti di balene produce il doppio del profitto rispetto all'industria della caccia". I pescherecci si dedicheranno, al posto delle balenottere, a pescare cetrioli di mare, una fonte di cibo e di buon reddito molto più disponibile e profittevole.
Lo stop alla pesca delle balene è per ora solo temporaneo ma diverse proposte parlamentari stanno lavorando perché diventi permanente. L’interruzione della pesca dei grandi cetacei era stata messa in atto in precedenza già nel 2002 per un anno, riprendendo poi nel 2003, violando la moratoria della Commissione internazionale per la caccia alle balene che vuole proteggere questi animali dal rischio estinzione.
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Fonte: The Reykjavik Grapevine
  ✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali
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foxpapa · 5 years
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Ostia, delfino nuota con busta dell'immondizia sulla pinna 
Un delfino che nuota con una busta nera impigliata sulla pinna. Arriva dal mare di Ostia l'ennesima, drammatica, fotografia dell'emergenza rifiuti. Nello scorso weekend i volontari dell'associazione "Sotto al mare", già protagonisti di alcuni avvistamenti di delfini, hanno notato un nuovo gruppo di cetacei sbucare dall'acqua. Ma a rompere l'incanto di questo nuovo, emozionante incontro è arrivata "la mano dell'uomo" come spiega Lisa Stanzani di "Sotto al mare": uno dei delfini, infatti, aveva una busta di plastica nera sulla pinna. "La speranza è che l'animale sia riuscito a liberarsene, o che qualche altro esemplare l'abbia aiutato. Ma non possiamo averne la certezza - chiarisce Stanzani -. Purtroppo capita spesso di imbattersi nello zampino dell'uomo quando ci si trova a largo per ammirare le bellezze del nostro mare". Pochi giorni prima, durante un'altra uscita, infatti, l'associazione aveva notato e recuperato una rete da pesca abbandonata, che galleggiava poco lontano da una tartaruga Caretta caretta "una specie in pericolo di estinzione per le catture dirette e accidentali e per la rarefazione dei siti di nidificazione" spiegano dall'associazione. Ed era stata proprio una rete da pesca ad uccidere, alcune settimane fa, una mamma capodoglio e il suo piccolo a Ponza
di GIULIA ARGENTI
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jeangabsdiary · 6 years
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A new season starts - Inizia una nuova stagione
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[Versione italiana più in basso] As usual, when Summer is approaching, at Oceanomare Delphis Onlus we feel very excited about the beginning of a new season of Ischia Dolphin Project: volunteers and researchers work side by side in monitoring the cetaceans inhabiting our sea, off the Island of Ischia, Procida, Ventotene, and Capri (Italy), on board the Jean Gab. We spent the first two weeks mostly preparing the camp and "refreshing" the Jean Gab...we went out few times but with huge satisfaction!
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Here what Carlotta told us, as an ODO researcher on board: "During the first trip on Jean Gab, we met several species of birds (Cory's shearwater - in the picture - and Manx shearwater) and some turtles (Caretta Caretta, also in the picture). Then we met a group of striped dolphins (Stenella coeruleoalba) and sperm whales (Physeter macrocephalus) in a single day, what a triumph! We did five encounters with single whales. The photo analysis identified two animals. while in the acoustic recordings there were at least three clicking whales. About the striped dolphins, we observed them during socializing, traveling and feeding in the same area where the sperm whales were foraging (you can see the video we made with a drone here).
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The third week was more "silent": “We met only one sperm whale, Brunone, our beloved old acquaintance sighted for the first time in 2004 and met several times in the past 15 years. We spent a lot of time searching for cetaceans during the week, but we only met lots of birds (of which we collected data, thanks to the collaboration with Ardea, an ornithology association whose President  Rosario Balestrieri - was on board with us), a turtle and a manta. This time we had volunteers from all over the world: Italy, Bahrein, UK and France! All of them enjoyed a great sailing trip...we went around (almost) the whole Ischia island! Berta and Sterna, our two dogs, were great as usual, doing their job on board the Jean Gab!”
Is it enough to enroll in our Ischia Dolphin Project? 
Join the Ischia Dolphin Project! Check the participation info here, or write to [email protected] for more info!
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Come ogni anno, mano a mano che si avvicina l’estate cresce l’adrenalina in tutto lo staff di Oceanomare Delphis Onlus per la ripresa del tanto amato Ischia Dolphin Project: volontari e ricercatori fianco a fianco per monitorare la vita dei cetacei nelle acque al largo delle isole di Ischia, Procida, Ventotene e Capri a bordo del veliero Jean Gab! Le prime due settimane sono trascorse per lo più preparando l’attrezzatura e “rinfrescando” Jean Gab...ma le poche uscite fatte hanno dato emozioni enormi!
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Ecco cosa ci racconta Carlotta, ricercatrice ODO: “Durante la prima uscita abbiamo incontrato diverse specie di uccelli marini (berte maggiori, nelle foto in alto, e berte minori) e tartarughe (Caretta caretta, foto in basso). Successivamente abbiamo effettuato tre avvistamenti di stenelle striate (Stenella coeruleoalba) e capodogli (Physeter macrocephalus) in un’unica giornata: un trionfo! In particolare, abbiamo approcciato singoli individui per 5 volte, fotoidentificando due animali, ma dalle registrazioni acustiche risulta che gli individui di capodoglio erano almeno tre! Abbiamo potuto osservare le stenelle in fase di socializzazione (abbiamo anche realizzato un video con il drone: clicca qui per vederlo!), per poi vederle spostarsi in gruppo e mangiare nella stessa zona dei capodogli.”
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“La terza settimana con i volontari è stata più “silenziosa”: siamo riusciti a fare solo un avvistamento di capodoglio... e si trattava proprio di Brunone, un esemplare avvistato per la prima volta in queste acque nel 2004 e incontrato varie volte in questi 15 anni. Nonostante le tantissime ore di osservazione, a parte Brunone e un po’ di fischi di delfino non abbiamo effettuato avvistamenti veri e propri: solo tanti uccelli marini,  di cui abbiamo raccolto i dati grazie alla collaborazione con Ardea, associazione di ornitologi con cui collaboriamo dal 2015, e il cui presidente, Rosario Balestrieri, è salito a bordo in una delle uscite. Abbiamo incontrato anche una tartaruga e una manta! I volontari che ci hanno affiancato in questo periodo sono stati simpaticissimi e provenivano da tutto il mondo: Italia, Regno Unito, Bahrein, Francia...e hanno goduto di una bella veleggiata, abbiamo girato quasi tutta l’isola!”
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Berta e Sterna, le nostre compagne di viaggio a quattro zampe, hanno fatto il loro dovere come sempre!
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Il Jean Gab ti aspetta a bordo per nuove avventure nelle acque campane. Ischia Dolphin Project è aperto a tutti, leggi il bando a questo link e scrivi a  [email protected] se desideri ulteriori informazioni.
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freedomtripitaly · 4 years
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Lei si chiama Codamozza, ed è la protagonista della storia che vi stiamo per raccontare e che ha già appassionato milioni di persone. Una balenottera comune, di quelle che siamo abituati a vedere nuotare tra le acque dei mari e degli oceani, lunga 20 metri e con un peso di 50 tonnellate, se non fosse per quel particolare della pinna mozzata dovuto a una vicenda lunga e travagliata. Codamozza – Fonte Ansa La prima volta che i ricercatori del Thetys, l’Istituto che studia i cetacei del Santuario Pelagos, si sono accorti di lei, hanno scelto il nome che oggi tutti conosciamo, proprio per l’aspetto attuale dell’animale. Nel 2005, la balena fu avvistata nel Santuario Pelagos con gravi danni alla pinna caudale, probabilmente dovuto a una collisione con un’imbarcazione, a una rete o una lenza, secondo il parere degli esperti. Nel tempo poi, diversi sono stati gli avvistamenti di Codamozza in varie zone del mediterraneo: l’animale ha vagato dalla Spagna alla Grecia fino ad arrivare in Italia. Deperita e senza più la pinna, la balenottera è stata avvistata prima a Catania e poi nel mar Ligure dove si è trattenuta diversi giorni. La storia ha fatto il giro del web e non solo, anche i telegiornali nazionali hanno parlato di lei, del suo coraggio e della sua forza, e del fatto che, nonostante la sua condizione, non si sia fermata davanti a nulla proseguendo il suo viaggio. In molti si sono uniti nell’appello nei confronti del Thetys, con la richiesta di fare qualcosa di concreto per aiutare il cetaceo. C’è chi chiede di applicare una protesi, chi darle da mangiare, ma in una lunga lettera sul suo sito web, Maddalena Jahoda, responsabile della comunicazione di Tethys, ha spiegato che nonostante il tentativo di aiutare l’animale, la questione è più controversa di quanto si immagini. Realizzare una protesi di un animale che pesa 50 tonnellate è già di per sé un’impresa difficile, anche se non impossibile ma, la difficoltà maggiore è data dal fatto che il cetaceo è sempre stato libero e quindi sarebbe difficile avvicinarlo. Anche per quanto riguarda il cibo, la situazione non è delle più semplici: Codamozza si sposta in continuazione arrivando a percorrere oltre 100 km al giorno. Quello che è certo è che tutti, esperti e non, hanno compreso che la balenottera ha bisogno di aiuto. Tutto quello che possiamo fare al momento è raccontare questa storia, seguirla e fornirvi degli aggiornamenti, facendo sempre il tifo per Codamozza. Codamozza – Fonte Ansa https://ift.tt/2BDoE6e Salvate “Codamozza”: la balenottera senza coda del Mar Ligure ha bisogno di aiuto Lei si chiama Codamozza, ed è la protagonista della storia che vi stiamo per raccontare e che ha già appassionato milioni di persone. Una balenottera comune, di quelle che siamo abituati a vedere nuotare tra le acque dei mari e degli oceani, lunga 20 metri e con un peso di 50 tonnellate, se non fosse per quel particolare della pinna mozzata dovuto a una vicenda lunga e travagliata. Codamozza – Fonte Ansa La prima volta che i ricercatori del Thetys, l’Istituto che studia i cetacei del Santuario Pelagos, si sono accorti di lei, hanno scelto il nome che oggi tutti conosciamo, proprio per l’aspetto attuale dell’animale. Nel 2005, la balena fu avvistata nel Santuario Pelagos con gravi danni alla pinna caudale, probabilmente dovuto a una collisione con un’imbarcazione, a una rete o una lenza, secondo il parere degli esperti. Nel tempo poi, diversi sono stati gli avvistamenti di Codamozza in varie zone del mediterraneo: l’animale ha vagato dalla Spagna alla Grecia fino ad arrivare in Italia. Deperita e senza più la pinna, la balenottera è stata avvistata prima a Catania e poi nel mar Ligure dove si è trattenuta diversi giorni. La storia ha fatto il giro del web e non solo, anche i telegiornali nazionali hanno parlato di lei, del suo coraggio e della sua forza, e del fatto che, nonostante la sua condizione, non si sia fermata davanti a nulla proseguendo il suo viaggio. In molti si sono uniti nell’appello nei confronti del Thetys, con la richiesta di fare qualcosa di concreto per aiutare il cetaceo. C’è chi chiede di applicare una protesi, chi darle da mangiare, ma in una lunga lettera sul suo sito web, Maddalena Jahoda, responsabile della comunicazione di Tethys, ha spiegato che nonostante il tentativo di aiutare l’animale, la questione è più controversa di quanto si immagini. Realizzare una protesi di un animale che pesa 50 tonnellate è già di per sé un’impresa difficile, anche se non impossibile ma, la difficoltà maggiore è data dal fatto che il cetaceo è sempre stato libero e quindi sarebbe difficile avvicinarlo. Anche per quanto riguarda il cibo, la situazione non è delle più semplici: Codamozza si sposta in continuazione arrivando a percorrere oltre 100 km al giorno. Quello che è certo è che tutti, esperti e non, hanno compreso che la balenottera ha bisogno di aiuto. Tutto quello che possiamo fare al momento è raccontare questa storia, seguirla e fornirvi degli aggiornamenti, facendo sempre il tifo per Codamozza. Codamozza – Fonte Ansa Lei si chiama Codamozza, ed è la balena senza pinna che sta navigando per i mari d’Italia in ricerca di aiuto.
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CURIOSITA'
CURIOSITA’
Per gli amanti degli animali marini, in particolare delle balene e dei delfini, è possibile organizzare vacanze all’insegna degli avvistamenti di questi meravigliosi e inavvicinabili animali.  Oltre ai classici paesi esteri, anche l’Italia, per esempio la città di Imperia, offre la possibilità di compiere delle gite su apposite imbarcazioni alla scoperta dei cetacei. Una delle migliori aree per…
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italianaradio · 5 years
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Islanda: caccia alle balene stop. Non accadeva da 17 anni
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/islanda-caccia-alle-balene-stop-non-accadeva-da-17-anni/
Islanda: caccia alle balene stop. Non accadeva da 17 anni
Islanda: caccia alle balene stop. Non accadeva da 17 anni
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: per la prima volta dopo 17 anni, l’Islanda ha sospeso la caccia alle balene per questa estate. L’annuncio è stato dato proprio dalle due principali baleniere dell’isola. Infatti, il crudele sterminio dei cetacei era stato sospeso solo durante il 2002 per poi riprendere l’anno successivo in violazione della moratoria della International Whaling Commission. La decisione comunque non è governativa ma è il risultato di preoccupazioni commerciali: “Il turismo islandese e con esso l’economia nazionale sta precipitando velocemente”.
L’annuncio ufficiale. La radio islandese “RUV” ha annunciato che la Hvalur, l’unica compagnia esportatrice di balene in Giappone, non arpionerà più i grandi cetacei a causa delle difficili condizioni di mercato. Per di più, poiché la zona costiera è ormai priva di pesca, le imbarcazioni dovrebbero spendere troppo per raggiungere quelle aree dove poter cacciare. E così, i pescherecci nell’estate 2019, al posto di sterminare le belenottere, cattureranno cetrioli di mare.
Storicamente le balene sono anche fonte di attrazione turistica. Infatti, quando nel 2016 la Hvalur non ha ucciso questi cetacei, il turismo è cresciuto del 38% . Hugh Morris del The Telegraph il 13 febbraio scorso pur senza menzionare le balene disse: “Il boom del turismo islandese che ha visto quadruplicare il numero di visitatori dell’isola, potrebbe terminare entro i prossimi sette anni”. Mentre, a commentare la notizia di oggi con un tweet è stato l’animalista Peter Egan, attore della serie TV Downton Abbey: “Uccidere questi esemplari ferisce il turismo incentrato sugli avvistamenti di balene che produce il doppio del profitto rispetto all’industria della caccia”. Intanto, per questa estate, niente caccia alle balene. 
La notizia arriva come un fulmine a ciel sereno: per la prima volta dopo 17 anni, l’Islanda ha sospeso la caccia alle balene per questa estate. L’annuncio è stato dato proprio dalle due principali baleniere dell’isola. Infatti, il crudele sterminio dei cetacei era stato sospeso sol…
Fabio Camillacci
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delfinicapitolini · 7 years
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Dulcis in fundo
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Nel mese di luglio 2017 non abbiamo effettuato molti avvistamenti nell’ambito del progetto Delfini Capitolini, ma c’è n’è stato uno a fine mese che ci ha colpito davvero!  
Grazie ad un segnalatore del gruppo di Nautica Fabietti srl, Gabriele Coco (Mia Coco), che domenica 30 luglio ci ha prontamente avvisati della presenza degli animali nei pressi delle piattaforme petrolifere antistanti Fiumicino, è stato possibile intercettare il gruppo di tursiopi ed effettuare la loro cattura...fotografica! Gli animali si spostavano molto velocemente all'interno dell'area, probabilmente per la presenza di numerosi cuccioli, tuttavia siamo riusciti ad effettuare una raccolta dati molto soddisfacente. Ecco un po’ di foto!
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L’avvistamento è stato ripreso da diverse testate giornalistiche locali e nazionali, tra cui Roma Today, La Repubblica e Canale 10.
Appuntamento al mese prossimo con un nuovo post sul progetto Delfini Capitolini. Grazie come sempre anche all’Area Marina Protetta Secche di Tor Paterno e al rimessaggio Nautica Fabietti srl, che oltre ad offrirci un impeccabile servizio per le nostre imbarcazioni collabora attivamente alla nostra ricerca.
Per la tutela di questi splendidi animali anche il tuo contributo è importante: sostieni la ricerca di Oceanomare Delphis Onlus partecipando ad una uscita in mare in barca a vela in collaborazione con Miceli Vela Charter Rya alla ricerca dei delfini nel mare di Roma (info: [email protected]).
Se hai la fortuna di incontrare cetacei sulla costa laziale inviaci la tua segnalazione in tempo reale al numero +39 348 5934685.
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In July 2017 we had not many sightings, with Roman Dolphins Project, but one of them took our heart away! Thanks to the call from Nautica Fabietti srl, on Sunday 30th July we met some bottlenose dolphins near the oil platforms outside Fiumicino and we collected many photos. The animals swam fast, maybe because of the presence of many calves, but we were able to collect lots of significant data. Here some photos! The sighting has been taken up by several local and national newspapers.
To protect these wonderful animals we need your help: come on board with us and Miceli Vela Charter Rya to find the dolphins in the Roman sea! Send an email to [email protected]
If you see cetaceans on the Lazio coast, please let us know! Call or send a message immediately at +39 348 5934685.
Thanks as usual to "Secche di Tor Paterno" Marine Protected Area and to Nautica Fabietti srl, which provides perfect services for our boats and actively cooperates with our research!
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Durante il mio soggiorno ad Imperia ho preso parte ad un’escursione di whalewatching, organizzata da WhaleWatch Imperia.
L’escursione
L’escursione di avvistamento di WhaleWatch Imperia parte da Porto Maurizio ad Imperia. Esattamente da Calata Anselmi. 
Non è stato difficile da raggiungere!
Porto di Imperia San Maurizio
La giornata era molto calda ed il sole cocente, mi ero, anche, dimenticata la crema solare ed il cappello… Pensa, quindi, che scottatura mi sono presa! 😉 Ne è valsa la pena, però, è stata un’esperienza super-emozionante.
Appena salita a bordo della motonave Corsara, l’equipaggio mi ha subito accolto con gran calore e simpatia. Come una grande famiglia! D’altronde, come ho letto su una maglietta di uno dei comandanti: “Il mare unisce i Paesi che divide!“.
Motonave Corsara
L’escursione è partita dal porto di Imperia alle 11.00 e, prima di incominciare gli avvistamenti, abbiamo fatto tappa ad Andora per recuperare il resto dei passeggeri.
Nel tragitto da Imperia ad Andora abbiamo potuto godere dello splendido paesaggio ligure.
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Il Santuario Internazionale dei Cetacei
Il Santuario Internazionale dei Cetacei, dove si svolge l’escursione, è una vasta area marina protetta istituita nel 1999 con un accordo tra Francia (Costa Azzurra e Corsica), Principato di Monaco ed Italia (Liguria, Toscana e parte nord della Sardegna).
Il Santuario Internazionale dei Cetacei
La protezione di questa vasta area di acque nazionali ed internazionali ha permesso l’instaurarsi di un ambiente ideale per i cetacei.
Il Santuario Internazionale dei Cetacei si estende per 100 000 chilometri quadrati e comprende 124 comuni francesi, 111 comuni italiani e 1 del Principaro di Monaco.
Il Santuario Internazionale dei Cetacei
Gli avvistamenti
Dopo circa 30 minuti di traversata, abbiamo raggiunto la piana abissale.
Come ci ha spiegato l’esperta biologa Elena, essa si trova nel punto in cui il fondale marino raggiunge i 2 000 metri di profondità ed è il luogo ottimale per l’avvistamento dei cetacei. 
Qui, infatti, si trova la maggior parte del nutrimento delle balonettere e degli altri mammiferi marini.
Ed ecco che ci siamo, il momento più bello dell’escursione è arrivato!
La prima ora, complice il mare leggermente mosso, è stata una calma piatta, nessun avvistamento, nessuno spruzzo!
Ad un certo punto dalla torretta di avvistamento sentiamo: “Abbiamo visto lo spruzzo di una balenottera, tenetevi gli andiamo incontro!” e la motonave inizia a correre a tuttà velocità in direzione dello spruzzo.
Che emozione!
Le balenottere
Mentre corriamo verso il primo avvistamento della giornata, Elena ci dà qualche informazione in più sulla vita di questi grandi mammiferi.
Innanzitutto, quella che stiamo per vedere è la balenottera comune, il secondo animale più grosso del Mondo, dopo la balenottera azzurra.
Già questa informazione mi rende molto entusiasta, sto per vedere uno degli animali più grandi del Mondo!!
Il cibo delle balenottere comuni è costituito dal krill, delle piccole creature marine invertebrate. Esse costituiscono lo zooplancton di cui sono ghiotti le balene, le mante, glli squali balena, il pesce azzurro ed alcuni uccelli acquatici.
Nel Mar Ligure, grazie alle correnti favoreli ed alle temperature non troppo rigide, lo zooplancton prospera, attraendo un gran numero di cetacei.
Finalmente raggiungiamo il punto di avvistamento della balenottera, Elena ci spiega che hanno un ciclo di immersione/emersione dai 5 ai 20 minuti, cioè stanno a galla per respirare 5/10 minuti e poi si immergono per restare sott’acqua per altrettanto tempo o leggermente di più.
Ed eccola lì, è riemersa sul lato sinistro della nave! 
Balenottera comune
A questo punto vedrai una massa di persone correre da quel lato della nave, fai attenzione può essere pericoloso!
Quello che ti posso consigliare è di rimanere in un punto dove puoi scrutare il mare in prima fila e non muoverti per un po’. Sicuramente arriverà il momento in cui la balenottera sarà proprio dalla tua parte!
Le balenottere azzurre al posto dei denti hanno i fanoni, simili a lamine utilizzate per filtrare l’acqua trattenendo solo il nutrimento. Sono composti da cheratina, la stessa sostanza che forma le nostre unghie ed i nostri capelli.
Questa è stata solo la prima dei molti avvistamenti della giornata, diciamo che era la giornata delle balenottere 😉 .
Le balenottere dopo la loro immersione lasciano un’impronta sulla superficie del mare, data dalla spinta con la coda per immergersi ad una profondità maggiore.
Impronta della balenottera
Elena ci ha spiegato che molto probabilmente in questo periodo ci sono molte correnti favorevoli che stanno trasportando del krill.
Nel corso del pomeriggio ne abbiamo avvistate molte altre, ecco qui una gallery:
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Il momento più entusiasmante è stato verso la fine, quando ormai ci stavamo approcciando a ritornare. Ad un certo punto in lontananza si vedono: uno, due,… tre spruzzi!!!!
Gli spruzzi in lontananza
Wow, 3 balenottere si sono unite assieme e stanno nuotando ed emergendo una accanto all’altra. Non ce lo possiamo perdere!
Ci dirigiamo verso questi spruzzi, ma, arrivati sul luogo, le balenottere si sono già immerse. Non ci perdiamo d’animo ed aspettiamo che riemergano.
Eccole qui, vederle assieme è veramente emozionante!
Tre balenottere assieme
Balenottera comune
Al momento dell’immersione sarà molto raro che la balenottera comune tiri fuori la coda dall’acqua. Questo perchè si immerge ad un profondità non troppo elevata, solitamente circa 200 metri, e, quindi, non ha bisogno di molta spinta. 
Il mammifero marino che tira sempre fuori la coda dall’acqua al momento dell’immersione è il capodoglio che può scendere fino a 2 000 metri di profondità.
La tartaruga marina
Tra una balenottera e l’altra, è comparsa a fianco della motonave Corsara una simpatica tartaruga marina.
E’ stato veramente bello, fino ad ora le avevo visto solamente negli acquari. Dal vivo sembrano ancora più belle!
Caretta caretta
Si tratta, in particolare della tartaruga comune o Caretta caretta e, purtroppo, è a rischio di estinzione nel Mar Mediterraneo a causa delle forti minacce.
Caretta caretta
In natura queste tartarughe posso vivere dai 30 ai 60 anni.
Caretta caretta
Caretta caretta
I delfini
L’ultimo meraviglioso incontro della giornata è stato un gruppo di stenelle striate.
Stenelle striate
Ora sicuramente ti starai chiedendo: ” Ma perchè stenelle striate? Non sono i classici delfini?“.
No, non mi sono sbagliata si tratta proprio di due specie diverse!
I comuni delfini, quelli tutti grigi per intenderci, sono i tursiopi. Sono così diffusi, in particolar modo negli acquari e nei delfinari, perchè sono una delle poche specie di delfini in grado di sopportare la vita in cattività. Solitamente vivono vicino alla costa e formano piccoli gruppi, ma non è difficile trovarli a nuotare in solitaria.
Le stenelle striate, invece, vivono in mare aperto in gruppi veramente numerosi (possono arrivare fino a 50 esemplari). 
Stenelle striate
Il loro nome deriva dal fatto il loro colore non è omogeneo, ma su un lato presentano una striscia bianca che va dal muso alla coda.
Stenelle striate
Sono degli animali molto sociali e giocosi, adorano saltare tra le onde e divertirsi.
Stenelle striate
Pensa che possono compiere ben 8 tipologie di salti differenti:
salto completo (full leap);
mezzo salto (half leap);
salto verticale (vertical leap);
avvitamento (forward roll);
avvitamento in superficie (surface roll);
ensemble;
spanciata (belly flop);
surfing.
Eccoli qui che giocano tra le onde della motonave:
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Le regole di comportamento per gli avvistamenti
Il buon whalewatcher deve seguire alcune regole di comportamento per non disturbare gli abitanti del mare:
la prima regola  è non gettare nulla in mare e non dare nulla da mangiare ai cetacei;
non fare rumori che possano spaventare gli animali (quando vedi uno spruzzo, quindi, non iniziare ad urlare per la felicità 😉 );
armarsi di pazienza, i mammiferi marini possono far attendere molto prima di ricomparire in superficie.
Alcuni consigli per rendere l’escursione più piacevole:
armati di crema solare e cappellino, il sole in mezzo al mare è nettamente più forte rispetto a quello che puoi prendere sulla spiaggia;
per lo stesso motivo sopra, portati delle scorte d’acqua per non disidratarti;
se vuoi aiutare nell’individuazione dei cetacei, puoi portare con te un binocolo e scrutare l’orizzonte del mare;
non dimenticare la macchina fotografica od una videocamera, puoi immortalare dei momenti straordinari.
Come raggiungere il molo di partenza di WhaleWatch Imperia?
Raggiungere il molo dove è attraccata la motonave Corsara, è molto semplice. 
Sul tuo navigatore GPS devi impostare come destinazione la piscina Rari Nantes, dove è presente un grande parcheggio gratuito, in cui sicuramente troverai un posto libero.
Dopodiché percorri il parcheggio verso il porto, troverai un’entrata pedonale. Una volta dentro fai qualche altro passo e ti troverai davanti la motonave blu che ti porterà in questa bellissima avventura!
Informazioni utili
L’escursione con WhaleWatch Imperia ha una durata di circa 4 ore dalla partenza dall’ultimo porto di imbarco.
Se parti da Imperia l’orario di partenza è alle 11.00, mentre quello di arrivo varia tra le 17.00 e le 18.30 a seconda delle tappe intermedie.
A bordo della motonave sarà sempre presente uno staff ben preparato che comprende, anche, un biologo marino che ti spiegherà curiosità ed anneddoti dei mammiferi marini.
Siccome si tratta di animali selvatici, è possibile che durante l’escursione non si verifichi nessun avvistamento. In questo caso WhaleWatch Imperia ti offre la possibilità di partecipare gratuitamente ad una seconda escursione nel momento che vorrai, basta conservare il biglietto.
I prezzi sono i seguenti:
da Sanremo, Imperia e Bordighera, 34 euro per gli adulti e 22 euro il ridotto;
da Andora e Laigueglia, 32 euro per gli adulti e 20 euro il ridotto.
Il biglietto ridotto è riservato ai ragazzi dai 5 ai 14 anni, i bambini da 0 a 4 anni sono gratis.
E’ necessario presentarsi sul pontile d’imbarco almeno 30 minuti prima della partenza.
Per conoscere tutte le date delle prossime escursioni, consulta il sito. Troverai, anche, tutte le indicazioni per effettuare la prenotazione.
Contatti
Sito web: www.whalewatchimperia.it
Cellulare: +39 392 1376120
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Kiss Kiss,
Cassandra
#ViaggiandoATestaAlta
WhaleWatch Imperia, un’esperienza unica ed emozionante Durante il mio soggiorno ad Imperia ho preso parte ad un'escursione di whalewatching, organizzata da WhaleWatch Imperia…
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freedomtripitaly · 5 years
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Piccola città del comune islandese di Norðurþing, nell’estremo nord del Paese, Húsavík è un nome che – ai più – non dice nulla. Soprannominata “la capitale del whalewatching”, Húsavík viene raggiunta ogni anno dai turisti desiderosi di avvistare le balene. Perché? Perché qui ogni uscita in barca è un successo, dal momento che la baia di Skjálfandi su cui sorge è un vero e proprio crocevia per i cetacei: ecco dunque che gli avvistamenti di balene, capidogli, megattere e persino delle rare balenottere azzurre sono all’ordine del giorno. Ma, sebbene sia difficile a credersi, Húsavík ha avuto anche un ruolo fondamentale nella storia. In che storia? Quella dell’atterraggio sulla luna. Un evento straordinario, che ancora oggi sancisce uno tra i principali motivi d’orgoglio per gli americani. Negli anni precedenti la missione di Apollo 11, infatti, la Nasa ha mandato i suoi astronauti proprio qui, affinché potessero fare pratica – prima del loro viaggio intergalattico – su di un terreno dall’aspetto “alieno”. Dopo aver scandagliato la Terra in lungo e in largo, gli scienziat hanno indivuato nei territori fuori Húsavík paesaggi molto simili a quelli che disegnano la Luna: così, dei 12 uomini che hanno camminato sul nostro satellite, ben 9 si sono esercitati in Islanda. Descritta dagli astronauti come una terra dalla magnifica desolazione, l’Islanda è del resto uno tra i più incredibili luoghi del pianeta. È un laboratorio naturale borbottante e rumoroso, dove zampillanti geyser incontrano le cascate, e le luci del Nord non che ricordare agli umani quanto insignificanti siano in confronto all’Universo. Senza contare che il Paese è per l’80% disabitato e per il 60% roccioso, che è ricco di deserti di lava e di ghiacciai, ecco che davvero sembra di trovarsi su di un mondo alieno. «L’Islanda somiglia davvero alla Luna. Ha questo paesaggio ultraterreno, specialmente in estate quando ci sono meno neve e ghiaccio nel deserto artico settentrionale», commenta Örlygur Hnefill Örlygsson, direttore del The Exploration Museum di Húsavík. Per poi continuare: «Ma non è questo il motivo per cui gli astronauti dell’Apollo sono stati inviati qui: il vero motivo è la geologia del nostro Paese, quella presenza di rocce e ghiaccio che li hanno aiutati a prepararsi per la missione». Se volete regalarvi un viaggio sulla Luna, ecco dunque che vi basterà volare in direzione Islanda. https://ift.tt/2JDZjZV Húsavík, la città d’Islanda il cui paesaggio somiglia a quello lunare Piccola città del comune islandese di Norðurþing, nell’estremo nord del Paese, Húsavík è un nome che – ai più – non dice nulla. Soprannominata “la capitale del whalewatching”, Húsavík viene raggiunta ogni anno dai turisti desiderosi di avvistare le balene. Perché? Perché qui ogni uscita in barca è un successo, dal momento che la baia di Skjálfandi su cui sorge è un vero e proprio crocevia per i cetacei: ecco dunque che gli avvistamenti di balene, capidogli, megattere e persino delle rare balenottere azzurre sono all’ordine del giorno. Ma, sebbene sia difficile a credersi, Húsavík ha avuto anche un ruolo fondamentale nella storia. In che storia? Quella dell’atterraggio sulla luna. Un evento straordinario, che ancora oggi sancisce uno tra i principali motivi d’orgoglio per gli americani. Negli anni precedenti la missione di Apollo 11, infatti, la Nasa ha mandato i suoi astronauti proprio qui, affinché potessero fare pratica – prima del loro viaggio intergalattico – su di un terreno dall’aspetto “alieno”. Dopo aver scandagliato la Terra in lungo e in largo, gli scienziat hanno indivuato nei territori fuori Húsavík paesaggi molto simili a quelli che disegnano la Luna: così, dei 12 uomini che hanno camminato sul nostro satellite, ben 9 si sono esercitati in Islanda. Descritta dagli astronauti come una terra dalla magnifica desolazione, l’Islanda è del resto uno tra i più incredibili luoghi del pianeta. È un laboratorio naturale borbottante e rumoroso, dove zampillanti geyser incontrano le cascate, e le luci del Nord non che ricordare agli umani quanto insignificanti siano in confronto all’Universo. Senza contare che il Paese è per l’80% disabitato e per il 60% roccioso, che è ricco di deserti di lava e di ghiacciai, ecco che davvero sembra di trovarsi su di un mondo alieno. «L’Islanda somiglia davvero alla Luna. Ha questo paesaggio ultraterreno, specialmente in estate quando ci sono meno neve e ghiaccio nel deserto artico settentrionale», commenta Örlygur Hnefill Örlygsson, direttore del The Exploration Museum di Húsavík. Per poi continuare: «Ma non è questo il motivo per cui gli astronauti dell’Apollo sono stati inviati qui: il vero motivo è la geologia del nostro Paese, quella presenza di rocce e ghiaccio che li hanno aiutati a prepararsi per la missione». Se volete regalarvi un viaggio sulla Luna, ecco dunque che vi basterà volare in direzione Islanda. Nell’estremo nord dell’Islanda c’è una cittadina, nota come “la capitale del whalewatching”, che ha avuto un ruolo nell’allunaggio: hanno fatto pratica qui, gli …
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mezzopieno-news · 5 years
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LE BALENE RITORNANO SULLE COSTE AMERICANE
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Le balene sono state per decenni oggetto di caccia indiscriminata e di un forte sfruttamento commerciale. Il loro numero è stato in preoccupante diminuzione e alcune specie hanno sfiorato l’estinzione. I rilevamenti danno tuttavia un’inversione di tendenza e un deciso aumento degli avvistamenti.
Nelle acque che circondano la città di New York è stato registrato un sensibile incremento di megattere presenti in baia, passando da 5 nel 2011 a 272 dell’ultimo anno. Il dato è stato diffuso dal gruppo scientifico Gotham Whale, un’organizzazione non profit che si occupa di tutela e che organizza crociere naturalistiche nelle acque intorno alla città.  “Le balene sono una novità a New York”, ha detto Paul Sieswerda, curatore del New York Aquarium. Gli scienziati spiegano che l’aumento degli avvistamenti di cetacei è da attribuire al miglioramento della qualità dell’acqua, in seguito all'approvazione di una legge che ha limitato lo sversamento degli scarichi nel fiume Hudson.
I pescatori di New York si sono organizzati per gestire le attività di osservazione delle balene e per preservarle dalle reti e dalle eliche delle barche, scambiandosi i dati di rilevazione attraverso una piattaforma condivisa e resa pubblica per tutti i natanti che si muovono nella baia.
Fonte: Gotham Whale - 6 giugno 2019
✔ Buone notizie cambiano il mondo. Firma la petizione per avere più informazione positiva in giornali e telegiornali https://www.change.org/p/per-avere-un-informazione-positiva-e-veritiera-in-giornali-e-telegiornali
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foxpapa · 7 years
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Buone notizie dal mare di Ischia
Tornano a farsi vedere i grampi, una delle sette specie di cetacei che popolano i canyon sottomarini tra l’isola verde e le pontine. Hanno nomi di artisti – Modigliani, Vasari, Gaudì, Raffaello e Magritte – e sono individui che la onlus Oceanomare Delphis ha già fotoidentificato negli anni scorsi.
Curiosità intorno a una triade – nonna, mamma e giovane – sorpresa durante una battuta di caccia nei mari dell’isola. Quattro diversi avvistamenti, dodici individui e nuove informazioni – interessanti – su una delle specie meno conosciute nel Mediterraneo, che attorno a Ischia ha dunque una vera e propria nursey. “La presenza di coppie madri-piccolo e? un elemento di considerevole rilevanza scientifica – spiega la cetologa Barbara Mussi - perché? permette di caratterizzare l’area non solo come sito di alimentazione ma anche di riproduzione e allevamento dei piccoli”. Leggi l'articolo
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foxpapa · 7 years
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Buone notizie dal mare di Ischia
Tornano a farsi vedere i grampi, una delle sette specie di cetacei che popolano i canyon sottomarini tra l’isola verde e le pontine. Hanno nomi di artisti – Modigliani, Vasari, Gaudì, Raffaello e Magritte – e sono individui che la onlus Oceanomare Delphis ha già fotoidentificato negli anni scorsi. Curiosità intorno a una triade – nonna, mamma e giovane – sorpresa durante una battuta di caccia nei mari dell’isola. Quattro diversi avvistamenti, dodici individui e nuove informazioni – interessanti – su una delle specie meno conosciute nel Mediterraneo, che attorno a Ischia ha dunque una vera e propria nursey. “La presenza di coppie madri-piccolo e? un elemento di considerevole rilevanza scientifica – spiega la cetologa Barbara Mussi - perché? permette di caratterizzare l’area non solo come sito di alimentazione ma anche di riproduzione e allevamento dei piccoli”. Leggi l'articolo
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foxpapa · 7 years
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Buone notizie dal mare di Ischia
Tornano a farsi vedere i grampi, una delle sette specie di cetacei che popolano i canyon sottomarini tra l’isola verde e le pontine. Hanno nomi di artisti – Modigliani, Vasari, Gaudì, Raffaello e Magritte – e sono individui che la onlus Oceanomare Delphis ha già fotoidentificato negli anni scorsi. Curiosità intorno a una triade – nonna, mamma e giovane – sorpresa durante una battuta di caccia nei mari dell’isola. Quattro diversi avvistamenti, dodici individui e nuove informazioni – interessanti – su una delle specie meno conosciute nel Mediterraneo, che attorno a Ischia ha dunque una vera e propria nursey. “La presenza di coppie madri-piccolo e? un elemento di considerevole rilevanza scientifica – spiega la cetologa Barbara Mussi - perché? permette di caratterizzare l’area non solo come sito di alimentazione ma anche di riproduzione e allevamento dei piccoli”. Leggi l'articolo
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foxpapa · 7 years
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E’ un “fedelissimo” del golfo di Napoli.
E in particolare delle acque di Ischia. E a giugno si è fatto vedere, ancora una volta. Si chiama Brunone il capodoglio avvistato ancora una volta da Oceanomare Delphis, la onlus che monitora i cetacei nei nostri mari.
L’ultima apparizione risaliva al 26 ottobre del 2016, per la prima bisogna tornare al 2004. Una evidente macchia bianca sul fianco sinistro lo rende perfettamente riconoscibile. Brunone è uno degli ottanta esemplari di capodogli schedati e catalogati all’interno dell’Ischia Dolphin Project, un progetto che da venticinque anni si traduce nello studio e nella conservazione dei cetacei nei mari tra le isole di Ischia, Procida, Capri e Ventotene. Cercarlo può essere una sfida avvincente: Oceanomare Delphis organizza, insieme ai campi di volontariato che attraggono persone da tutto il mondo, uscite giornaliere con lezioni e avvistamenti (info 349 5749927).
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foxpapa · 7 years
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          Buone notizie dal mare di Ischia
Tornano a farsi vedere i grampi, una delle sette specie di cetacei che popolano i canyon sottomarini tra l’isola verde e le pontine. Hanno nomi di artisti – Modigliani, Vasari, Gaudì, Raffaello e Magritte – e sono individui che la onlus Oceanomare Delphis ha già fotoidentificato negli anni scorsi. Curiosità intorno a una triade – nonna, mamma e giovane – sorpresa durante una battuta di caccia nei mari dell’isola. Quattro diversi avvistamenti, dodici individui e nuove informazioni – interessanti – su una delle specie meno conosciute nel Mediterraneo, che attorno a Ischia ha dunque una vera e propria nursey. “La presenza di coppie madri-piccolo e? un elemento di considerevole rilevanza scientifica – spiega la cetologa Barbara Mussi - perché? permette di caratterizzare l’area non solo come sito di alimentazione ma anche di riproduzione e allevamento dei piccoli”. Leggi l'articolo
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