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#Vado Ligure (SV)
adrianomaini · 8 months
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L'inchiesta sugli attentati di Savona viene archiviata senza colpevoli nel '93
Fonte: Istituto Parri A Savona il 22 novembre 1974 25.000 persone partecipano a una grande manifestazione di protesta. Il giorno seguente la riunione del Comitato Unitario Antifascista ottiene grande visibilità per la presenza del presidente della Camera Sandro Pertini, savonese <83. Il politico socialista – partigiano – dopo aver paragonato i recenti avvenimenti ai giorni della sua gioventù e…
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bagnabraghe · 8 months
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L'inchiesta sugli attentati di Savona viene archiviata senza colpevoli nel '93
Fonte: Istituto Parri A Savona il 22 novembre 1974 25.000 persone partecipano a una grande manifestazione di protesta. Il giorno seguente la riunione del Comitato Unitario Antifascista ottiene grande visibilità per la presenza del presidente della Camera Sandro Pertini, savonese <83. Il politico socialista – partigiano – dopo aver paragonato i recenti avvenimenti ai giorni della sua gioventù e…
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lamilanomagazine · 6 days
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Regione Liguria, Genova. Individuate cinque aree potenzialmente idonee per l'impianto di chiusura del ciclo: due tecnologie a confronto.
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Regione Liguria, Genova. Individuate cinque aree potenzialmente idonee per l'impianto di chiusura del ciclo: due tecnologie a confronto. Sono cinque le aree ritenute potenzialmente idonee e due le tecnologie messe a confronto – 'waste to chemical' attraverso cui produrre 'green fuels' come idrogeno e metanolo da impiegare in distretti verdi oppure di valorizzazione energetica - per la realizzazione futura dell'impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti in Liguria. Questo il risultato dello studio eseguito dal Rina su incarico dell'Agenzia regionale ligure per i rifiuti – Arlir. Intanto il Comune di Genova, tramite Amiu, ha manifestato la propria disponibilità per iniziare il percorso finalizzato alla realizzazione dell'impianto sul proprio territorio, in località Scarpino. La ricerca è stata commissionata dall'Agenzia per effettuare sia una comparazione delle tipologie di impianti di chiusura del ciclo previste nel Piano regionale (impianto riciclo chimico o impianto termico) per individuare la soluzione tecnologica più idonea sotto il profilo tecnico, ambientale ed economico, sia un'analisi 'applicativa' dei criteri di localizzazione di impianti di chiusura del ciclo come definiti dal nuovo Piano regionale e dal Comitato d'Ambito per individuare macroaree potenzialmente idonee che presentino una maggiore vocazione morfologica/infrastrutturale: Valpolcevera-Scarpino; Valle Scrivia; zona Cairo Montenotte; zona Cengio; zona Vado Ligure. Per quanto riguarda le tecnologie, impianto a riciclo chimico oppure impianto termico, sono state analizzate in modo comparativo, tenendo conto ad esempio, della ricognizione delle best practice nazionali e internazionali del trattamento e controllo delle emissioni/cattura Co2; dell'ottimizzazione e di possibili sinergie con gli altri impianti di trattamento già presenti sul territorio. "Con oggi programmiamo in via definitiva, come avevamo detto attraverso il nuovo Piano approvato dal Consiglio regionale e l'Agenzia, la chiusura del ciclo dei rifiuti, consentendo alla Liguria di diventare autosuffficiente – dichiara il presidente della Regione Liguria -. Agli impianti biodigestori di Cairo e di Saliceti, quest'ultimo finalmente in costruzione, si aggiungerà, grazie al lavoro dell'Agenzia e allo studio del Rina, anche l'impianto per la parte residua di indifferenziata ovvero un impianto waste to chemical per la trasformazione del rifiuto in energia o un termovalorizzatore, come quello che verrà costruito a Roma o come quelli già esistenti ad esempio in Lombardia. In questo modo i rifiuti potranno essere trattati sul territorio ligure in modo sicuro, efficace, efficiente e moderno oltre che ambientalmente sostenibile. Il Rina ha fatto uno studio per individuare una serie di luoghi potenzialmente idonei e il Comune di Genova ha già avanzato la propria disponibilità, proponendosi per realizzare l'impianto a Scarpino. Oggi comincia il percorso per avvicinarci al traguardo: la stima sui tempi è molto difficile ma credo servirà qualche anno, immaginando che nel giro di un anno e mezzo si possa arrivare all'individuazione puntuale del luogo, della tipologia di impianto e dell'interlocutore tecnico proponente. Serve una capacità di visione d'insieme - conclude il governatore - che coinvolga tutti gli enti, secondo quello che indicano le normative comunitarie, garantendo anche percorsi virtuosi che portino a diminuire il costo delle procedure e quindi a gravare meno sulle bollette dei cittadini". Per il Sindaco di Genova e l'assessore all'Ambiente e ai Rifiuti del Comune, che ha avanzato la propria disponibilità, "oggi per la Liguria è una giornata storica. Iniziamo un percorso che permetterà di mettere la parola 'fine' al conferimento della spazzatura in discarica o fuori regione. Genova è pronta a fare la sua parte, ritenendo idoneo il sito di Scarpino come area per sviluppare un progetto per un impianto di chiusura del ciclo dei rifiuti. Una struttura che terrà conto dei principi di sostenibilità ambientale ed economica e che sarà compatibile e complementare con l'impianto di Trattamento Meccanico Biologico in fase di realizzazione sempre a Scarpino. L'intera area sarà al centro di un grande progetto di valorizzazione per diventare un sito dell'energia e dell'economia circolare". "Con il nuovo piano regionale, approvato poco meno di due anni fa, e la nascita dell'Agenzia, braccio operativo essenziale per dare concretezza a quel Piano – aggiunge l'assessore all'Ambiente e al Ciclo dei Rifiuti della Regione Liguria - ci siamo posti l'obiettivo della chiusura del ciclo dei rifiuti, impensabile fino al 2015. Da allora abbiamo fatto importanti passi avanti e grazie al grande lavoro svolto, soprattutto per aumentare la raccolta differenziata, passata dal 38,63% di otto anni fa a circa il 60% del 2023, non solo questo obiettivo è realizzabile ma a portata di mano. Voglio ringraziare l'Agenzia per questo studio che sarà la base, il punto di partenza di una futura manifestazione di interesse o ricerca di mercato in modo da garantire che l'impianto sia realizzato nel luogo più idoneo e con le migliori tecnologie, sempre d'intesa con gli enti interessati. L'obiettivo è rendere lo smaltimento in discarica uno strumento sempre più residuale, minimizzando gli impatti ambientali e soprattutto ottimizzando i costi della Tari per i cittadini, che è un nostro obiettivo fondamentale". "Quella condotta dal Rina è un'analisi tecnico scientifica con l'obiettivo di dare uno strumento in grado di esplicitare in modo concreto quanto indicato nelle linee di indirizzo del piano regionale dei rifiuti – osserva il commissario dell'Agenzia regionale per i rifiuti Monica Giuliano - un'analisi delle migliori tecnologie applicate alle due tipologie d'impianto di chiusura del ciclo rifiuti e una prima indagine sulle macro aree idonee. È uno dei primi obiettivi raggiunti dall'Agenzia sulla pianificazione futura: si individuano le aree idonee per la chiusura del ciclo, tenendo conto di tutti gli aspetti premianti o meno del Piano regionale. È uno strumento aperto, a disposizione di tutti i player che vorranno presentare proposte valutative per la chiusura del ciclo".... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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architectnews · 3 years
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Vimar logistics and production hub in Marostica
Vimar hub in Marostica, Italy logistics and production Building, Vicenza Architecture Design
Vimar logistics and production hub, Marostica
1 June 2021
Vimar logistics and production hub in Marostica, at Casa Platform
Design: Atelier(s) Alfonso Femia
Location: Marostica, province of Vicenza, Veneto, northern Italy
Photos © Stefano Anzini
Atelier(s) Alfonso Femia participates in “Casa Platform”, an event conceived and coordinated by the Platform magazine that takes place at the Scuola Grande Di Santa Maria Della Misericordia, Venice, Italy, from May 22nd to August 20th, 2021.
More specifically, Atelier(s) Alfonso Femia exhibits in the context of the exhibition “Best Italian Interior Design Selection” and is present in the volume that collects the selected projects.
Alfonso Femia also participates in the Platform Architecture Festival with a lecture to be held on July 14th, 2021.
ON DISPLAY
The studio exhibits the project for the new Vimar logistics and production hub in Marostica.
Vimar is a historic company that is strongly established in the area. It has been producing plates, switches and systems for managing electrical energy since 1945.
The landscape is typically Venetian, with the hills and the plateau, the crenellated towers that mark the sequence of the walls. The new complex in Marostica is located along one of the main access routes to the city. It is divided into three main functional areas: the finished product warehouse, the semi-finished warehouse and the production. These areas are then flanked by a pole for the technological centers, offices and services.
“Light” is the theme of the company, of its “new” home and warehouses.
The warehouses and related areas (technological center and mezzanine for laboratories and offices) are gathered in a single building. The mezzanine, which faces south and houses offices and laboratories, enjoys the light transferred from the large floor-to-ceiling windows.
The warehouse, with its 10 meters height, is illuminated by a zenith light that mixes with the one from the mezzanine. The production, offices and services (canteens and meeting rooms) are gathered in another two-storey building.
The project dialogue with the green surroundings through the insertion of large patios, real hanging gardens that function as a prelude, to transmit air and light inside.
Interior layout and design, on which the exhibition focuses, realize the intention of creating an ecology of the workspace aimed at micro-environmental comfort and psychological and emotional well-being, mediating the technical needs, both in the portions dedicated to deposits, both in the part of the offices.
Casa Platform | Atelier(S) Alfonso Femia Scuola Grande Di Santa Maria Della Misericordia Sestiere Cannaregio, 3599 Venice May 22nd – August 20th, 2021 Platform Architecture Festival: Alfonso Femia, Wednesday July 14th
Atelier(s) Alfonso Femia
Atelier(s) Alfonso Femia is an international architecture firm based in Genoa, Milan and Paris. The experience gained in more than 25 years of activity, developed at all scales of intervention, is reflected in the depth of approach to the most sensitive themes of the city and the territory. The studio embraces all fields of design, from residences to offices, to retail, to masterplans, to urban regeneration with an avant-garde vision for environmental aspects.
Their most recent projects include the Dallara Academy in Parma (2018), the new BNLBNP Paribas headquarters in Rome (2016), Les Docks de Marseille (2016), The Corner in Milan (2019), two Residential and Social Housing complexes in Milan (2020) and in Romainville, Paris (2020).
They won the international competitions for the rehabilitation of the First Italian Mint in Rome, for an innovative hospitality system in Europacity / Paris, for the New City of Sport in Cosenza, for the New School complex in Legnago (Vr) and for the Chittolina sports area in Vado Ligure (Sv).
Alfonso Femia is the author of numerous books, among the most recent, La Bonne Ville, in collaboration with Paul Ardenne; Scuola Social Impact; I’m an architect, a professional biography written by Paul Ardenne.
Photographs © Stefano Anzini
Vimar logistics and production hub in Marostica images / information received 310521
Location: Marostica, Vicenza, Veneto, Italy, southern Europe
Venice Architecture
Venice Architecture Designs – chronological list
Venice Architecture News
Venice Architecture Tours by e-architect
Spanish Pavilion at the 17th International Architecture Exhibition photo courtesy of organisers Spanish Pavilion Venice Biennale 2021
Reusable Alis Pod Architect: Zaha Hadid Architects photography : Alessandra Chemollo Reusable Alis Pod
The Majlis: a meeting place, San Giorgio Maggiore photo courtesy of architects office The Majlis at San Giorgio Maggiore
Home Ground, Alison Brooks Architects
Pavilion of Finland Venice Biennale 2021
Venetian Architecture
Venetian Architectural Archive
Venice Biennale
Venice Architecture Biennale – Review + Images
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adrianomaini · 1 year
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Il partigiano Schiavetta venne individuato perché non volle fuggire dalla sede del distaccamento
Giuseppe Schiavetta, meglio conosciuto come Beppino, nacque a Carcare, comune in provincia di Savona situato nella Val Bormida, il 18 aprile del 1926 da una famiglia di modeste condizioni economiche. Trascorse gli anni giovanili nel paese natale dove ebbe modo di attendere agli studi elementari e medi presso il collegio tenuto dai padri Scolopi e, nel corso del tempo, di avvicinarsi agli ambienti…
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bagnabraghe · 1 year
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Il partigiano Schiavetta venne individuato perché non volle fuggire dalla sede del distaccamento
Giuseppe Schiavetta, meglio conosciuto come Beppino, nacque a Carcare, comune in provincia di Savona situato nella Val Bormida, il 18 aprile del 1926 da una famiglia di modeste condizioni economiche. Trascorse gli anni giovanili nel paese natale dove ebbe modo di attendere agli studi elementari e medi presso il collegio tenuto dai padri Scolopi e, nel corso del tempo, di avvicinarsi agli ambienti…
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lamilanomagazine · 2 years
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Bologna, la droga da Santo Domingo nascosta nel pellame: sequestrati 760kg di cocaina, colpita una vasta area di spaccio
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Bologna, la droga da Santo Domingo nascosta nel pellame: sequestrati 760kg di cocaina, colpita una vasta area di spaccio. Nell’ambito di una complessa attività d’indagine coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna, la Squadra Mobile di Bologna, con la collaborazione degli omologhi Uffici Investigativi di Vicenza, Pisa, Savona, Lucca ed Arezzo nonchè con l’Agenzia delle Dogane e Monopoli ha proceduto complessivamente al sequestro di 743 kg di cocaina, nonché della somma di 341.310 euro in contanti, oltre a svariato materiale per il confezionamento del narcotico. Lo stupefacente veniva sequestrato in quattro diverse località, a Monteviale (VI), 260 kg suddivisi in 488 pani, a Santa Croce sull’Arno (PI), 233 kg suddivisi in 432 pani di cocaina, a Vado Ligure (SV), 237 kg suddivisi in 460 pani ed a Bologna 13 kg di cocaina, suddivisi in 28 pani. Il denaro veniva sequestrato presso le abitazioni di due degli arrestati nelle località di Lido di Camaiore (LU) e Castiglion Fiorentino (AR), ove veniva altresì rinvenuta e sequestrata un’autovettura munita di doppiofondo per il trasporto dello stupefacente. Sono state complessivamente tratte in arresto 5 persone, di cui quattro di nazionalità dominicana (tre dei quali dimoranti in questo capoluogo ed uno in provincia di Arezzo) ed uno di nazionalità italiana; sono state sottoposte a sequestro nr. 5 autovetture ed 1 motociclo. L’indagine si fonda su una complessa attività di osservazione e monitoraggio di alcuni soggetti dominicani dimoranti nella città di Bologna e dell’Emilia che, oggetto di investigazioni solo da alcuni mesi, hanno dimostrato elevatissime capacità di approvvigionamento di cocaina attraverso un canale di fornitura internazionale ed una rilevante capacità di distribuzione delle partite di narcotico sul territorio nazionale. Nel corso delle indagini, coordinate dal Sost. Proc. della Repubblica dr. Roberto CERONI, è emerso che la sostanza stupefacente veniva importata via mare da Santo Domingo, paese di provenienza degli indagati, attraverso navi cargo trasportanti container da 22 tonnellate ciascuno di “pellame bovino grezzo”, che occultavano fra uno strato ed un altro, all’interno di apposite “tasche” appositamente ricavate incollando due strati di pellame, pani di cocaina sottovuoto del peso di circa 500 grammi l’uno. Tutto il pellame, pressato e maleodorante, era impregnato di ingente quantitativo di sale, circostanze che ne rendevano assolutamente difficoltosa l’individuazione. L’organizzazione dominicana poteva contare sull’appoggio di una società italiana della provincia di Pisa, facente capo ad un imprenditore italiano, avente ad oggetto il commercio di pellame. Le indagini svolte dalla Polizia di Stato consentivano quindi di verificare che in numerosi occasioni la società aveva importato da Santo Domingo rilevanti quantitativi di pellame a mezzo container, con porto di arrivo a Vado Ligure (SV). L’identificazione dell’italiano era stata resa possibile all’esito di un mirato servizio di osservazione svolto il giorno 10 febbraio scorso da personale dipendente, a seguito di una delle anomale trasferte che gli indagati dominicani effettuavano a cadenza di qualche settimana l’una dall’altra presso un casolare sito nel vicentino, nel comune di Creazzo, a ragione ritenuta una delle basi logistiche dell’organizzazione. In tale occasione, oltre ai cittadini dominicani, era possibile individuare ed identificare l’imprenditore italiano, nonché verificare che lo stesso, oltre al casolare, aveva altresì a disposizione un capannone industriale nella provincia di Vicenza, dove nella stessa giornata sopraggiungeva un mezzo pesante che scaricava 16 bancali, corrispondenti al contenuto di un container. Appariva quindi rilevante sotto il profilo investigativo la compresenza di soggetti dominicani ed un imprenditore italiano operante nel settore del pellame e dedito a importazioni proprio da Santo Domingo, nonché il contestuale arrivo di un camion che scaricava numerosi bancali in un capannone che si presentava come assolutamente anonimo e senza alcuna insegna commerciale: tutto ciò portava a ritenere plausibile che i bancali di merci potessero in realtà essere utilizzati per occultare ingenti quantitativi di cocaina. Tale ipotesi si fondava anche sugli esiti dei pregressi e prolungati servizi di osservazione svolti nelle settimane precedenti dal personale della Squadra Mobile nel vicentino, che avevano già testimoniato la presenza degli indagati dominicani presso il casolare di Creazzo in uso all’imprenditore italiano, così che veniva formulata l’ipotesi che lo stupefacente, una volta giunto presso il magazzino sito nella provincia di Vicenza, all’esito dell’estrazione dalle merci in cui era contenuto, venisse poi spostato presso il casolare, da dove veniva infine prelevato dagli indagati con varie autovetture munite di doppiofondo per essere trasferito in questo capoluogo ed in altre province. Le successive attività condotte con il supporto dell’Agenzia delle Dogane e Monopoli ha consentito non solo di ricostruire le pregresse importazioni di pellame effettuate dall’organizzazione, ma anche di localizzare sul territorio nazionale tre container recentemente importati sui quali si sono concentrate le attività investigative. Ad oggettivo riscontro, in data 27 gennaio scorso si era già proceduto al fermo di un’autovettura che, partita dal casolare e transitante sull’autostrada in direzione Bologna, su input della Squadra Mobile veniva sottoposta a controllo all’altezza di Altedo da parte della Polizia Stradale; all’esito delle operazioni di perquisizione, svolte anche con l’ausilio di unità cinofile dell’U.P.G.S.P. di Bologna, risultava possibile rinvenire occultati all’interno di un vano appositamente creato 38 pani, del peso di circa 500 grammi ciascuno, per complessivi 18 kg di sostanza stupefacente. Il conducente dominicano e pregiudicato, veniva quindi tratto in arresto. Sulla base di quanto complessivamente emerso, appariva quindi verosimile che all’interno del capannone sito in provincia di Vicenza in occasione del richiamato servizio di osservazione del 10 febbraio fosse stato scaricato e occultato un ennesimo carico di cocaina, occultato nel pellame giunto via mare a bordo di nave container proveniente da Santo Domingo. D’intesa con il magistrato titolare delle indagini presso la Direzione Distrettuale Antimafia di Bologna si decideva quindi di programmare un intervento di p.g. per il momento in cui gli indagati dominicani si fossero nuovamente spostati dai luoghi di rispettiva dimora per portarsi nel vicentino. Detto trasferimento avveniva nella prima mattinata del 17 febbraio, allorquando l’elemento apicale del gruppo dominicano, il quarantaduenne pregiudicato, lasciava Bologna per raggiungere l’imprenditore italiano presso il casolare di Creazzo, al pari di un altro suo connazionale, quarantasettenne anch’egli pregiudicato, proveniente invece dalla provincia di Arezzo. All’esito della prolungata attività di osservazione e pedinamento che veniva posta in essere, una volta accertata la presenza dei tre uomini all’interno del capannone sito in provincia di Vicenza il personale della Polizia di Stato di Bologna e Vicenza accedeva all’interno del locale bloccando i tre indagati ed operando una perquisizione particolarmente complessa. Le operazioni sortivano esito positivo in quanto all’interno degli strati di pellame misto a sale risultavano effettivamente occultati con le riferite modalità pani di cocaina sottovuoto, per un numero totale di 488 ed un peso complessivo di 260 kg. Nell’occasione, oltre ad altro materiale di interesse investigativo, si procedeva al sequestro della somma complessiva di 4.080 euro. La perquisizione veniva quindi estesa ad opera di altro personale di questa Squadra Mobile, in collaborazione con la Squadra Mobile di Savena, la Polizia di Frontiera e l’unità cinofila di Genova, presso il porto di Vado Ligure (SV), dove gli accertamenti effettuati con l’Agenzia delle Dogane avevano permesso di riscontrare la presenza in deposito di un container contenente pellame proveniente da Santo Domingo ed anch’esso destinato alla medesima società. All’esito delle operazioni di ricerca si procedeva al sequestro di 460 panetti di cocaina per un peso complessivo di 237 kg, occultate all’interno del carico di pellame con identiche modalità. Ulteriore e contestuale perquisizione veniva svolta in località Santa Croce sull’Arno (PI) all’interno di un magazzino doganale, ove era stoccato in attesa dell’imminente trasferimento nel vicentino il contenuto di un ulteriore container destinato alla società del sessantasettenne italiano, ed anche in questo caso all’interno del pellame bovino era possibile sottoporre a sequestro 432 pani di cocaina per un peso complessivo di 233 Kg. Un quinto arresto in flagranza di reato veniva operato nelle stesse ore in questo capoluogo a carico di un altro cittadino dominicano, venticinquenne incensurato, ritenuto uno degli uomini di fiducia del 42enne dominicano, il quale risultava essere il materiale custode di una parte dello stupefacente che l’organizzazione dominicana aveva stoccato in un garage di Bologna sito in zona Barca, all’interno del quale venivano sequestrati circa 12 kg di cocaina, anch’essi per lo più suddivisi in pani della stessa tipologia di quelli già in sequestro, nonché svariato materiale per il confezionamento dello stupefacente ed una macchina conta-banconote di tipo professionale e la somma di 1.980 euro. Le successive operazioni di perquisizione svolte presso i luoghi di domicilio degli indagati consentivano di acquisire ulteriori elementi probatori e sottoporre a sequestro ingenti somme di denaro, ritenute profitto dell’attività illecita. In particolare la perquisizione domiciliare svolta con la collaborazione della Squadra Mobile di Lucca presso l’abitazione dell’indagato italiano tratto in arresto consentiva di rinvenire e sequestrare la somma contante di 296.690 euro; quella svolta ad opera della Squadra Mobile di Arezzo presso il domicilio dell’arrestato dominicano quarantasettenne, confermava la presenza di un doppio vano sull’autovettura nella sua disponibilità con cui in varie occasioni si era recato a Creazzo, la quale veniva quindi sottoposta a sequestro unitamente alla somma di 38.560 euro, abilmente occultata all’interno di un pannello posto nel soffitto di una pertinenza dell’abitazione.         Read the full article
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