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#Trabant
scavengedluxury · 1 month
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Rainbow Trabant, 1990. From the Budapest municipal photography company archive.
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camaradavelvethammer · 3 months
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Drifting in Vineta
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galoogamelady · 1 year
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My sticker sheet for Wastelands 2023, a collaborative eco art zine set in a post-apocalyptic future. These will be available through the Kickstarter campaign only!
Our Kickstarter is live!
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les-belles-mecaniques · 2 months
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Traban
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easternblocrelics · 1 year
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Nation-World magazine Goodbye to Old Buda 30th July, 1980
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chrisjohndewitt · 5 days
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East Berlin Kronenstrasse at the junction with Friedrichstrasse in 1979
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airisu7425 · 7 months
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Aaaah! The Trabant is back - this time it's a cabrio. :3
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benkaden · 16 days
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Ansichtskarte
Gransee An der alten Stadtmauer
Reichenbach (Vogtl): BILD UND HEIMAT REICHENBACH (VOGTL) (V 11 50 A 1/B 317/77 01 04 03 127)
Foto: Parrhysius (Kleinmachnow)
1977
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malautomat · 1 year
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TRABANT UNIVERSAL
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andmaybegayer · 2 months
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has anyone made a carbon fibre Performance Trabant. This feels like a thing someone would do, the original Trabant was a fabric composite body on a steel frame, it would be relatively simple to take a mould of the body parts and recast them in high performance composite. If you were willing to spend several thousand dollars on a bit that is.
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scavengedluxury · 1 month
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Trabant carved by master carpenter Günter Schumann, 1990. From the Budapest municipal photography company archive.
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gregor-samsung · 6 months
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“ Nel giro di 24 ore Yuri è diventato libero, ricco e possessore di un autoveicolo. Le leggi della DDR, la Repubblica Democratica Tedesca, cioè la Germania est, non permettevano di visitare i paesi occidentali; prima dell’età della pensione si poteva viaggiare solo nei cosiddetti paesi fratelli, del blocco orientale, e neanche in tutti. A partire dall’ottobre del 1989 le grandi manifestazioni di protesta a Lipsia e a Berlino costringono alle dimissioni il primo ministro Honecker, e in seguito l’intero governo. Il 4 novembre la Cecoslovacchia apre le frontiere con la Germania ovest, creando cosí un corridoio che verrà subito attraversato da decine di migliaia di tedeschi dell’est. Il 9 novembre cade il Muro di Berlino, ma Yuri quasi non se n’è accorto. Come tutti ascoltava le notizie, alla radio e in televisione, ma il giorno prima si erano aggravate le condizioni di suo zio Hannes, che viveva da solo. La madre l’aveva pregato di prendersi un permesso per stargli vicino; nonostante si muovesse ormai a fatica, lo zio non aveva mai voluto farsi ricoverare. Yuri non ha chiesto il permesso, tanto in quei giorni non lavorava nessuno. Aveva le chiavi; è salito dallo zio la mattina presto, e l’ha trovato seduto per terra con la schiena contro il divano. Respirava a fatica, aveva rovesciato sul pavimento delle pastiglie e non era riuscito a raccoglierle. Yuri ha raccolto le pastiglie, ne ha date due allo zio con un bicchier d’acqua e ha chiamato l’ambulanza. Siccome però in quei giorni non lavorava nessuno, l’ambulanza è arrivata due ore piú tardi. Intanto, lo zio Hannes aveva fatto in tempo a rivelare a Yuri dove teneva nascosti i suoi risparmi, convertiti al mercato nero in marchi occidentali (in una cartellina sul tavolo; lo zio aveva letto Edgar Allan Poe); a consegnargli le chiavi della sua Trabant verde pisello; a dirgli che per lui era stato come un figlio, il figlio che non aveva avuto; e a morire. Yuri ha atteso l’ambulanza carezzando i capelli dello zio, ancora folti e quasi neri. Poi, rimasto da solo, ha aperto la busta. Gli è sembrato che i soldi fossero parecchi. Ha passato lo sguardo sulla libreria, enorme, in cui per decenni lo zio aveva conservato, insieme ai grandi capolavori della letteratura mondiale, uno sterminato archivio di riviste, anche qualcuna russa, polacca o cecoslovacca. «Kultur im Heim»; «Eulenspiegel»; la «NBI», la «Neue Berliner Illustrierte»; «Film und Fersehen»; «Frischer Wind»… Le aveva raccolte per tutta la vita, dio sa per farsene cosa, e adesso era morto. A Yuri è venuto prima da piangere, poi un attacco di rabbia. Per metri e metri di scaffali, quelle riviste denunciavano in maniera insopportabile che lo zio, e lui stesso, e tutti, avevano sprecato la vita in mezzo a tante sciocchezze che non contano niente. Cosa se ne faceva lo zio, adesso, dei grandi successi sportivi della DDR, delle grandi conquiste sociali a cui nessuno credeva tranne, forse, lui? Meglio bruciarle, quelle riviste, e subito. Yuri ha aperto la finestra perché voleva buttarle in cortile, ma lo sguardo gli è caduto sulla macchina, parcheggiata lungo il muro; adesso era sua. È andata subito in moto, cosa che non si poteva mai dare per scontata, con una Trabant. Lo zio la teneva bene, teneva bene tutto: i suoi libri, le camicie che si stirava da solo. Trattava con rispetto tutto quello che gli stava intorno, povero zio Hannes, cosí onesto, cosí convinto della bontà delle sue idee, evaporate nel giorno della sua morte. Il serbatoio era pieno. “
Guido Barbujani, Soggetti smarriti. Storie di incontri e spaesamenti, Einaudi (collana Super ET Opera Viva), febbraio 2022¹; pp. 150-151.
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newtafterdark · 1 year
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That moment when your old "Transformers Animated" hyperfixation gets reactivated & you give your old OC from 14+ years ago a well-deserved redesign~!
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Girosoli Beograd @ Dragana Dimitrijević
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ecbanda · 4 months
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elsipe · 1 year
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