Tumgik
#Tago Mago
gotankgo · 3 months
Text
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
Miss Kitty and I paying our respects to Damo Suzuki and his incredible musical legacy
21 notes · View notes
gummyartstradingcards · 3 months
Text
Tumblr media
12 notes · View notes
jt1674 · 3 months
Text
Tumblr media
9 notes · View notes
rastronomicals · 1 month
Photo
Tumblr media
1:00 PM EDT April 14, 2024:
Can - "Paperhouse" From the album Tago Mago (February 1971)
Last song scrobbled from iTunes at Last.fm
File under: Shit that John Lydon likes
--
Tumblr media
3 notes · View notes
saramencken · 9 months
Text
Tumblr media
Eno on his Can Remixes
9 notes · View notes
sivavakkiyar · 5 months
Text
Tumblr media
[yt]
4 notes · View notes
diceriadelluntore · 2 years
Photo
Tumblr media
Storia Di Musica #239 - Can, Tago Mago, 1971
Julian Cope, oltre che leader e cantante di quella scheggia musicale che furono i mitici Teardrop Explosion, è stato anche produttore musicale, archeologo e finissimo musicologo. Di questa ultima sua abilità, il suo primo lavoro fu un bellissimo disco tributo alla musica tedesca che in queste mese settimana sto raccontando, dal titolo Krautrocksampler: One Head's Guide To The Great Kosmische Musik - 1968 Onwards, pubblicato nel 1995 e tradotto in italiano nel 2006 dall’editore Fazi. Opera fondamentale per la critica della musica cosmica, del disco di oggi Cope dice: ”è un disco che suona uguale solo a sé stesso e che non somiglia a nessun’altra opera che l’abbia preceduto o seguito”. Aggiungo io che anche la storia del gruppo che lo suonò non è niente affatto male. Tutto comincia nel 1968 su impulso di Irmin Schmidt, pianista allievo della scuola di Karl Heinz Stockhausen, e già concertista di talento. A lui si aggiungono Holger Czukay, altro genio e anch’egli allievo nella stessa scuola, Jaki Liebezeit, titolato batterista jazz nei circuiti europei e Michael Karoli, già suonatore dilettante di banjo nella sua Svizzera. In un ensemble esteso il gruppo si allarga al flauto di David Johnson e al cantante americano Malcom Mooney. Czukay sa fare di tutto e ha un talento naturale come tecnico del suono, e hanno la fortuna di finire sotto l’ala protettrice di un noto collezionista d’arte, Christoph Vohwinkel, che concede delle sale del meraviglioso Schloss Nörvenich, vicino Colonia, che diventano il loro Inner Studios dove registrare e provare. Il gruppo all’inizio si chiama Inner Space Production ma fu Mooney a trovare una parola che, siccome presente anche in altre lingue oltre all’inglese, fosse di facile memorizzazione: la scelta cadde su CAN, che per esempio in inglese significa “lattina” ma in turco “libertà”, sebbene in numerose interviste a distanza di decenni Liebezeit sostenne che era un acronimo per “Comunismo, Anarchia, Nichilismo”. Le prime prove discografiche sono alcuni brani che appaiono nelle compilation Unlimited Edition e Delay, entrambe del 1968. Nel 1969 il gruppo fonda la propria etichetta, Music Factory, che dura lo spazio di due pubblicazioni: Monster Movie, registrato live in studio come era moda del periodo, e Cannibalism 2, leggendario lavoro avanguardistico, con melodie popolari vietnamite (scelta niente affatto casuale) mescolate a suoni elettronici. Diventano una sorta di mito negli ambienti underground, e una loro canzone, Mother Sky, è nella colonna sonora del film di Jerzy Skolimowski del 1970 Deep End (in italiano La Ragazza Del Bagno Pubblico). Altre idee per il film andranno a far parte del loro primo “effettivo” lavoro, Soundtracks. Agli inizi del 1970, Mooney lascia la band, a seguito di un esaurimento nervoso che lo porterà in cliniche psichiatriche per mezza America; leggenda vuole che Czukay si imbatta per le strade di Monaco in un busker giapponese, che non sa nemmeno cantare, che lo colpisce così tanto da ingaggiarlo come voce alla band. Entra così in formazione Kenji "Damo" Suzuki, personaggio leggendario come il lavoro che pubblicheranno nel 1971. L’idea era di “fondere tutta la musica contemporanea in un unico elemento” e se c’è un disco che può contendere questo titolo, questo è Tago Mago. Lavorano come in trance, per lunghe jam session che secondo i biografi arrivano anche a 15-16 ore, ed è Czurkay con un lavoro da amanuense certosino, a tagliare i pezzi delle registrazioni per crearne dei brani. I brani sono lunghi, ipnotici, e il doppio lp sprigiona ancora oggi, a 50 anni, un fascino irresistibile e avanguardistico. I suoni cosmici di Paperhouse si mutano in una sorta di blues zoppicante per poi alzare di tono e infervorarsi in un vortice di chitarre e urla, un po’ estemporanee, di Suzuki, sorrette dalla ritmica di Liebezeit, che in questo disco scriverà le coordinate dell’intera batteria per musica cosmica: ricordo solo il ritmo motorik (ispirato a quello di Mo Tucker dei Velvet Underground, è un 4\4 che diventerà il pilastro ritmico dei Kraftwerk,  Klaus Dinger dei Neu! lo chiamò "ritmo Apache") nel brano Oh Yeah (che inizia come una esplosione nucleare); Mushroom è un viaggio lisergico e psichedelico che il titolo vuole suggerire. Tutto il disco è attraversato da una vena mistica e “occulta”, sensazione che trova conferma in tanti particolari: i riferimenti alle teoria di Aleister Crowley, dal titolo (Tagomago è una piccola isola al largo di Ibiza che rientra negli scritti del famoso occultista) e un brano Aumgn, che è la versione crowleiana dell’Om indù, sembra un viaggio cosmico attraverso la musica per connettersi con gli extraterrestri. Il meglio della loro idea musicale sta in gioielli come Halleluhwah, una sorta di space funk ipergalattico, che si annoda su se stessa per uscirne sempre diversa in tutti i suoi oltre 18 minuti, la fantasmagorica Peking O, dove compare una delle prime drum machine usate in musica, la Rhythm Ace della Ace Tone, che mischia in pratica di tutto (musica africana e orientale, free-jazz, avanguardia, musica concreta, i rumori provieniti dal giardino del castello-studio di registrazione) e getta i semi del post punk, di tutti gli sviluppi della musica elettronica, la new-wave nella sua ritmica geometria in certi passaggi chiave. Chiude il “disco magico”  Bring Me Coffee Or Tea, che solo all’apparenza è una “canzone pop”. Il disco ovviamente avrà pochissimo successo commerciale, ma sarà una profezia per chiunque lo incontri, finito nella sua rete tra il magico e l’indescrivibile. Nel 1972, il successivo Ege Bamyası (che è il nome turco dell’ocra dell’Egeo, verdura tipica dell’Asia Minore) ha persino un singolo di successo nella storica Spoon. Il gruppo si scioglie nel 1973 dopo Future Days, che è molto più rock che ambient, e ha nella pirotecnica Bel Air i 20 minuti di epitaffio di un era, dato che Suzuki si converte ai Testimoni di Geova e lascia la band. Che continuerà, sebbene zoppicante nelle idee, fino agli anni ‘80, ma nulla potrà mai eguagliare quello che secondo la rivista Drowned In Sound è "probabilmente il disco rock più influente mai registrato."
16 notes · View notes
noo-dll · 2 years
Text
Tumblr media
tago mago :^D
10 notes · View notes
myearspleasure · 1 year
Text
MERCREDI 05 AVRIL 2023
TAGO MAGO - TRAVERSEE SAUVAGE
Tumblr media
2 notes · View notes
ray-rabies · 2 years
Video
youtube
CAN- Halleluwah takes 2 to tago-mago
7 notes · View notes
Text
Tumblr media
7 notes · View notes
jt1674 · 9 months
Text
Tumblr media
10 notes · View notes
rastronomicals · 6 months
Photo
Tumblr media
11:25 PM EST November 18, 2023:
Can - "Aumgn" From the album Tago Mago (February 1971)
Last song scrobbled from iTunes at Last.fm
File under: Shamanic avant-funk, per Simon Reynolds
--
Tumblr media
3 notes · View notes
planetoidsfun · 4 days
Text
Tumblr media
The Altars of Tagomago.
Just trying out my new markers
0 notes
biblioklept · 3 months
Text
I feel pretty in the chimney, I feel
RIP Damo Suzuki, 1950-2024
youtube
View On WordPress
0 notes
aumgn-aumgn · 4 months
Text
Tumblr media
0 notes