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#Sogno numero due
dilebe06 · 4 months
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Succede che io dia un esame di Pedagogia Speciale da 4 crediti. È un esame grosso in realtà, con 2 libri da 400 pagine l'uno, dove verrò valutata su una prova scritta, mezza a risposte aperte e mezze chiuse.
La grandiosità dell' esame si evince anche dai due elaborati da mandare 15 giorni prima dell'esame, elaborati che ci ho messo 2 settimane per completare, data la loro complessità.
Per aiutarmi, la mia collega mi passa inoltre le domande che spesso vengono fatte all' esame. Sia quelle aperte che chiuse. Così, studio più che altro le domande e le risposte che le circondano: d' altronde con quasi 1000 pagine da studiare, ricordarsi tutto è impossibile.
Arriva il giorno dell' esame e succede che la professoressa si dimentica di stamparmi il compito e improvvisi 5 domande aperte, gettandomi nel panico più vero.
5 domande in 45 minuti.
5 domande dove nessuna di loro era quella delle domande passatemi dalla mia amica.
CAZ...O! 😱
Disperata, una la lascio in bianco. Una rispondo con due righe di numero e le altre tre... faccio del mio meglio. Ci butto dentro tutto quello che so.
Esco dall' aula disperata ancora di più perché so che la professoressa ci metterà un mese a darmi l'esito. Che a ben guardare, ipotizzo sia negativo .
L' idea di rimettermi a studiare il cooperative learning mi devasta.
Comunque i libri di pedagogia rimangono nella mia scrivania e continuo a studiare ignara se dovrò presentarmi all' appello di febbraio o se potrò finalmente essere libera da questo esame.
L' incertezza mi uccide.
Succede quindi, che ieri sera mi veda la seconda stagione di Dragon Zakura, serie che parla di ragazzini del liceo con voti così bassi da rasentare la sufficienza, che riescono a passare l'esame di ammissione per l' università della Todai grazie al loro insegnante.
10 episodi di metodi di studio poco ortodossi, insegnamenti utilissimi e consigli alla portata di tutti. Dragon zakura è il mio documentario preferito.❤️🤣
Oh, sarà il mood positivo... sarà il miracolo...saranno le vibrazioni positive datemi da un drama che insegna i metodi di studio...stamani ho ricevuto l' esito dell' esame pure io: 27/30.
😶😶😶😶😶😶😶😶
Come? Perché? Come è possibile??
È un sogno? Sono entrata alla Todai pure io???
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allecram-me · 2 months
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96
Chiedo a Siri un numero random, e loro mi rimandano indietro la speranza. È così che mi si spezzano i denti, esponendo la mascella al solito stupido destino. Lo sai già cosa arriva, sai che non può più arrivare niente, perché non può sempre arrivare qualcosa. Io nella vita sono un po’ di cose, ultimamente mi vesto da esperta di analisi dei dati. Ho preparato dei grafici bellissimi. Ma se la bellezza dei grafici sta nella maniera magnificamente ordinata con la quale ti suggeriscono una storia, la bellezza della vita sta nel disordine - nemmeno con questi vestiti mi sento di dire il contrario.
Infatti, la primavera è banale perché ci rende uguali, con l’effetto di arrivare ad accentuare le differenze che caratterizzano le nostre condizioni. La probabilità di un numero pari è un mezzo, ed il concetto di confidenza è l’inganno che ci fuorvia, è l’ordine imposto ad una realtà che non è qui per servirci. Siri, invece, l’abbiamo inventata proprio per questo. Lo sai quale è la cosa peggiore, dico loro, è che o sogno i numeri o sogno la peggiore delle opzioni possibili, la speranza. La mia vita non mi piace, ma la colloco sempre nel futuro, lontano da me. La vita però non cambia più, diventa solo più stanca. Consumo energie che mi avvicinano alla fine e le consacro alla noia, perché spero o perché non ci spero più - nel mio caso, è esattamente la stessa cosa. Le due cifre della mia speranza di oggi hanno braccia e bocche tese, ma sono al posto sbagliato - è una storia pure questa, una storia alla quale potrei tranquillamente credere.
La superstizione avanza, soltanto perché i numeri non mi distraggono abbastanza: non sono quel tipo di creatura, non sono quello che sembro.
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belladecasa · 1 year
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Ieri addormenta alle 3 con i sonniferi, sogno che mia madre e mia zia decidono di andare all'improvviso a Marrakech, mi fanno prendere un cambio di fretta e partiamo in macchina per andare all'aeroporto, loro due, mio fratello e un suo amico, io e la mia amica Adri. Io avevo il ciclo e durante il tragitto mi sporco tutta così ci fermiamo in una specie di Autogrill gigante per andare in bagno. Vago alla ricerca del bagno tutta sporca. Ne trovo uno ma c'era una fila assurda così ne cerco un altro e nel frattempo perdo tutta la mia comitiva. Non lo trovo e torno al primo facendo la fila; sale l'ansia perché so che mi staranno cercando preoccupati. Una ragazza in fila mi dà degli assorbenti più grandi perché mi stavo dissanguando nel frattempo e mi guarda con tenerezza come per dire poraccia sta disadattata non si rende conto che per come sta messa non può andare in giro con un assorbente minuscolo. La ringrazio felice per la sua gentilezza. Entro ma non trovo un bagno, ma un'ulteriore sala gigantesca che era una specie di ristorante, solo che alcuni tavoli erano piccoli e singoli con il water al posto della sedia così da presupporre che si facessero le proprie cose mentre si aspettava. Erano tutti occupati e chiedo a una signora seduta se posso cambiarmi lì davanti a lei sul water e lei risponde che giustamente gli faceva schifo perché stava mangiando e di cercare la stanza numero 8 in cui avrei trovato il bagno. Vago cercando sta stanza colando sangue mestruale e la trovo, solo che dentro c'era un' ulteriore grande stanza con tanti tavolini in cui a un capo erano seduto un uomo e nell'altro capo c'era il water: il presupposto era che una volta entrati in quella stanza si accettasse denaro da uno di questi uomini per essere guardate mentre si usava il bagno. Io orripilata cerco di scappare ma non trovo più l'uscita, corro mentre uno di questi mi segue, riesco ad andare infilandomi in un tunnel dove questo rimane incastrato perché molto più grande di me. Quando esco da questo tunnel trovo la mia madre e mia zia, mi fanno cambiare l'assorbente cercando di coprirmi. Nel frattempo vedo che la mia amica Adri si sta sposando con il suo ex, non capisco e voglio impedirlo. Mi sveglio. Ora devo andare a studiare il Canzoniere sì certo
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aitan · 2 years
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Milton Greene, "Marilyn Monroe", 1953
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Ernesto Cardenal, "Preghiera per Marilyn Monroe" (traduzione di Antonio Porta e Marcelo Ravoni)
accogli questa ragazza conosciuta in tutto il mondo con il nome di Marilyn Monroe
nonostante non fosse questo il suo vero nome
(ma Tu conosci il suo vero nome, quello dell’orfanella violentata a 9 anni
e la piccola commessa che a 16 aveva voluto uccidersi)
e che ora si presenta a Te senza nessun maquillage
senza il suo Addetto Stampa
senza fotografi e senza firmare autografi
sola come un astronauta davanti alla notte spaziale
Lei sognò da bambina che si trovava nuda in una chiesa
(secondo il racconto del Time)
davanti a una moltitudine prostrata, il capo sul pavimento
e doveva camminare in punta di piedi per non pestare le teste.
Tu conosci i nostri sogni meglio degli psichiatri.
Chiesa, casa, antro, sono la sicurezza del seno materno
ma anche qualcosa più di questo…
Le teste sono gli ammiratori, è chiaro
(la massa di teste al buio sotto il torrente di luce).
Ma il tempio non sono gli studi della 20th Century Fox.
Il tempio – in marmo e oro – è il tempio del suo corpo
nel quale c’è il Figlio dell’Uomo con una frusta in mano
che scaccia i mercanti della 20th Century Fox
che hanno fatto della Tua casa di preghiera un antro di ladri.
Signore
in questo mondo contaminato dal peccato e dalla radioattività
Tu non incolperai soltanto una piccola commessa
che come tutte le piccole commesse ha sognato di essere una stella cinematografica.
E il suo sogno divenne realtà (ma come la realtà del tecnicolor).
Non ha fatto che mettere in atto il copione che le avevamo dato
– Quello delle nostre stesse vite – Ed era un copione assurdo.
Perdonala Signore e perdonaci
per la nostra 20th Century
per questa Colossale Super-Produzione a cui tutti abbiamo lavorato.
Lei aveva fame di amore e le abbiamo offerto tranquillanti,
per la tristezza di non essere santi
le fu raccomandata la Psicoanalisi.
Ricorda Signore la sua paura crescente della macchina da presa
e l’odio per il maquillage – insistendo a truccarsi per ogni scena –
e in che modo l’orrore divenne sempre più grande
e più grande la mancanza di puntualità negli studi.
Come ogni piccola commessa
ha sognato di essere una stella cinematografica.
E la sua vita fu irreale come un sogno che uno psichiatra interpreta e archivia.
I suoi amori furono un bacio ad occhi chiusi
che quando gli occhi si aprono
si scopre che è stato sotto i riflettori
e spengono i riflettori!
e smontano le due pareti della stanza (era un set cinematografico)
mentre il Regista si allontana col suo taccuino
perché la scena è ormai stata girata.
O come un viaggio in yacht, un bacio a Singapore, un ballo a Rio
l’esser ricevuta nella dimora del Duca e della Duchessa di Windsor
visti nel salottino dell’appartamento miserabile.
Il film è finito senza il bacio finale.
La trovarono morta sul letto con una mano sul telefono.
E i due detectives non riuscirono a sapere chi voleva chiamare.
Fu
come uno che abbia composto il numero dell’unica voce amica
e sente soltanto la voce di un disco che dice: WRONG NUMBER.
O come uno che ferito dai gangsters
che allunga la mano verso un telefono staccato.
Signore
chiunque sia stato quello che voleva chiamare
e non chiamò (e forse non era nessuno
o era Qualcuno il cui numero non si trova sull’elenco di Los Angeles)
rispondi Tu al telefono!
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colonna-durruti · 6 months
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Cronache ribelli
All’incirca settanta anni prima del celebre Spartaco, in Sicilia uno schiavo siriaco di nome Euno guidò migliaia di schiavi alla riconquista della libertà. Dopo la fine della guerra contro Annibale le caratteristiche dell’agricoltura nel territorio italico erano notevolmente cambiate rispetto al periodo precedente: l’agricoltura non era più quella di auto-sussistenza, bensì si concentrava su prodotti destinati alla commercializzazione, con la necessità di vaste superfici e abbondante manodopera. Il modello di proprietà era quello della villa rustica, una grande azienda agricola fondata sullo sfruttamento intensivo di schiavi. La maggior parte di loro erano prigionieri di guerra, un tempo uomini liberi. Inutile dire che le condizioni in cui vivevano erano, il più delle volte, disumane. Nei dintorni di Enna viveva lo schiavo Euno, un personaggio sicuramente sui generis. Euno si considerava una sorta di profeta, parlava con gli dei in sogno e riferiva a tutti i suoi compagni i loro messaggi. Una notte, in particolare, la dea siriaca Atargatis gli apparve e gli predisse un futuro da re. Tutti gli schiavi della zona avevano grande considerazione di lui e così, quando gli schiavi di un certo Damofilo decisero di ribellarsi al giogo, si recarono da Euno, il quale prontamente si mise alla loro guida. Nel 136 a.C., con una schiera di quattrocento schiavi, Euno riuscì a conquistare Enna, facendo strage dei ricchi proprietari terrieri. Dopo la vittoria si proclamò re, proprio come gli aveva predetto la dea, prendendo il nome Antioco. La notizia della presa di Enna corse come il vento. Rapidamente Euno raccolse sotto di sé ben seimila schiavi. A questo gruppo di ribelli si aggiunse, inoltre, il contingente dei cinquemila uomini che erano insorti ad Agrigento ed erano guidati da un certo Cleone, schiavo di origine cilicia. Ma il numero dei rivoltosi aumentava ogni giorno: gli schiavi riuscirono a conquistare altre due città, Morgantina e Taormina, resistendo ai Romani per molti anni. Nel 133 a.C. la schiera dei ribelli assediò Messina ma fu costretta alla ritirata dall’esercito romano. Si rifugiarono a Taormina ed Enna, dove furono circondati dalle truppe di Publio Rupilio: gli schiavi resistettero a lungo, patendo anche la fame, addirittura dandosi al cannibalismo ma, nel 132 a.C., cedettero. I sopravvissuti all’assedio vennero catturati, seviziati e poi crocifissi o uccisi in altro modo. Euno venne catturato a Enna e portato a Morgantina, dove morì in prigionia. La prima grande rivolta servile era stata domata da Roma, ma la scintilla era stata innescata. Anni dopo altri schiavi avrebbero seguito l’esempio di Euno e dei suoi compagni, combattendo e rischiando la morte pur di riuscire a conquistare la libertà.
Questa è una delle storie che menzioniamo in agende e calendari 2024. Li trovate seguendo il link nel primo commento.
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~ I tatuaggi della vita ~
Il cielo era di un azzurro pazzesco, il sole forte e il mondo intero le sembrava girare solo per lei. Si era preparata con tutta la dovizia possibile ed il risultato la lasciava davvero soddisfatta. Trucco impeccabile, la gonna cucita apposta per il suo didietro, l'incrociatina scollata al punto giusto, lo stivale con tacco alto ma comodo la facevano sentire sensuale ma a suo agio. L'avrebbe trovata più bella stavolta? Intanto lui stava macinando km per raggiungerla quella mattina e, sebbene non avevano progetti precisi oltre ad incontrarsi, le era parso ragionevole ficcare in borsa un telo mare, il suo libro, barrette al cioccolato, orari dei treni e dei traghetti, la guida turistica 1999/2000 e, conoscendolo, la certezza di evoluzioni impreviste ed imprevedibili per quella giornata. Una plausibile bugia lasciata a casa che la coprisse per almeno 18 ore e poi di corsa al terminal della stazione centrale.
Vederlo scendere dall'autobus fu il solito delirio nucleare nel suo petto. Finalmente stavolta non c'era stato nessun intoppo e non aveva sognato, anzi il sogno la stava raggiungendo su due solide gambe e sfoggiando un sorriso da schiaffi in mezzo a due fossette. Minuti interminabili di carezze e baci, quelli forti e disperati che alla fine ti lasciano formattato e senza fiato. "Vuoi un caffè?"... "No voglio te!"... Non faceva certo ridere ma a loro ridere come scemi veniva benissimo per qualsiasi cosa, ancora di più quando erano di persona invece che a telefono. "Dai davvero cosa vogliamo fare? Non possiamo restare qui tutto il giorno!?" - "Vorrei stare in un posto solo con te senza nessuno intorno. Ehm... che ne dici se prendiamo una stanza da qualche parte? Solo per stare tranquilli, ok? Solo per parlare in pace e basta...". Eccolo qua... e mo'? Lei non era un'esperta degli alberghi a ore, non ne aveva mai frequentati prima giacché si era ostinatamente "conservata" fino ad oltre i vent'anni in attesa di quello giusto, e tutti i grandi amori precedenti, chiaramente, non erano stati mai giusti abbastanza. O impossibili e intensi abbastanza come stavolta. Regioni differenti, relazioni precedenti interrotte per frequentarsi, complicazioni lavorative e familiari varie. Intanto che rifletteva, lui stava già guardando in direzione dell'hotel di lusso che sovrasta il terminal con la sua imponente struttura, e le fa l'occhiolino. "Ehm... Guarda che non è un albergo a ore"... - "Non ti preoccupare, a loro cosa importa quanto ci stiamo? Basta che paghi!" - "Costerà un botto" - "Non è un problema. Dai andiamo!" - "Tu sí pazz!" - "Mo’ adaver! E chamm fá!".
L'ingresso della hall dell'hotel era modernamente lussuoso e spropositato, enorme, quel tratto fino alla reception non finiva più, c'era qualche turista in attesa di chissà cosa, due uomini eleganti che discutevano fitto tra loro, nessun altro eppure lei si sentiva sotto i riflettori mentre lui si presentava e si occupava di tutto con disinvoltura. Lei teneva a bada l'ansia dedicando la sua attenzione alle opulente composizioni floreali disseminate qua e là. Un momento di imbarazzo alla richiesta dei documenti, l'ostentata tranquillità nel mentre raggiungevano l'ascensore e le risate liberatorie una volta dentro mentre si guardavano attraverso lo specchio, ognuno immaginando i pensieri dell'altro. Certi alberghi non hanno corridoi, ma labirinti malefici. Finalmente il numero della stanza e lei tira un sospiro di sollievo. Ma quando sente il rumore della serratura automatica che si chiude alle sue spalle il respiro si blocca e le sembra che il mondo smetta di girare. Il tempo si ferma. Lei e lui da soli, veramente, in uno spazio tutto per loro. Le volte precedenti che si erano incontrati, si erano consumati di baci e mani spudorate avevano esplorato tutto l'esplorabile, solo la mancanza di privacy aveva impedito loro di strapparsi i vestiti di dosso a vicenda. E adesso lui cosa voleva? Ma soprattutto lei cosa voleva? Lo voleva? Sì lo voleva, fanculo, cos'altro doveva aspettare ancora, cosa poteva essere più di così? "Ti aldilà" si erano detti e ridetti, come i protagonisti del libro che li aveva uniti. Seduta sul sofà cercava di sembrare rilassata, mentre lo guardava cercare della musica sul suo Nokia, e intanto studiava ogni dettaglio del suo corpo, dal collo alle gambe. Un corpo magro ma ben definito, perfettamente proporzionato tanto da iniziare a sentirsi insicura del suo, morbido, poco slanciato. Che prurito alle mani però, che voglia di toccarlo subito. E lui, che riusciva a leggerle i pensieri a distanza, figurarsi con quanta facilità li intuiva adesso. Adesso che la guardava in faccia, in quegli occhi che lui aveva definito spesso troppo grandi per poterci nascondere le bugie, le sorride e le fa "Stai tranquilla, non succederà nulla, e se succederà qualcosa sarà solo quello che vuoi tu. Vieni qua... Aidi". Uhm, una rassicurazione contraddetta dal tono della sua voce e dal modo in cui la guardava mentre lo diceva. Le sembrava come le buone intenzioni mentre scarti un cioccolatino e lo porti alla bocca promettendo solo di baciarlo. Un attimo di esitazione ma poi obbedisce, come la brava bambina che è, raggiungendolo sul letto e sedendosi sulle sue gambe. Le sue braccia la avvolgono stringendola forte prima, sciogliendosi poi, per lasciare alle mani la libertà di vagare delicatamente su di lei, fino ad alzarle il mento costringendola a guardarlo negli occhi. Lui sta dicendo cose su cose ma lei ascolta appena, risponde meno, annuisce ma è distratta dalle sensazioni, sente solo il suo calore, il suo profumo pazzesco, il piacere delle dita leggere sulla schiena, la consistenza dei muscoli durissimi sotto le mani che, ormai hanno preso vita propria e iniziano ad andare dove vogliono. Lei bacia la curva del suo collo strappandogli un rantolino ed un sorriso compiaciuto. "Te l'ho detto già che mi sei mancata?". Bacio uno."Dieci volte... .Sembra impossibile che finalmente sei qui con me". Bacio due. "Non voglio tornare dove tu non sei". Tre. Quattro. "E io non voglio che vai via". Cinque. "Vieni via con me". Sei. Sette. Otto. Senza rendersene quasi conto, scarpe e magliette sono sul pavimento. Nove. Scatta la chiusura del reggiseno. "Non coprirti sei bellissima". Dieci. Un bacio dopo l'altro le bocche lasciano le labbra e i baci si susseguono dappertutto, si assaggiano, si mordono dove le mani precedono e spogliano quel che resta da spogliare.
Era andata troppo oltre per dire ancora no, troppe promesse sussurrate, troppi sospiri condivisi al telefono, troppi se fossi lì per tirarsi indietro adesso che era veramente lì, per lei, e lei per lui, a dispetto di tutto e tutti, dei cento motivi per cui entrambi avrebbero dovuto essere altrove e non a scambiarsi la pelle. Ma non poteva sbagliare, era proprio dove doveva essere, con chi doveva essere, doveva solo lasciarsi andare. Spegnere quel cazzo di cervello e accendere i riflettori solo sul momento. Godersi quelle labbra piene e calde, lasciarle assaggiare e mordere ogni parte di lei, seguire il brivido che la scia delle sue mani lasciava ovunque e il piacere di dove sapevano sapientemente insistere, lasciarsi guidare. Lo sentiva fremere dall'urgenza ma la sua esperienza lo aiutava a resistere per aspettare lei finché spontaneamente iniziò a spingersi su di lui, a stringerlo tra le gambe, a cercarlo. "Vieni qui" le disse allora, facendola salire su di lui e poi, quando furono allineati aggiunse "Vai dolce" con il suo accento "diverso" che la faceva sempre un po' impazzire. "Così".
Quell'invasione tanto cercata, una sensazione nuova a pelle che ad ogni piccolo movimento scagliava scariche elettriche lungo il corpo e fuoco liquido nelle vene, era così semplice, istintivo, non faceva affatto male, nessuna tragedia come le avevano raccontato, anzi. Lei cedeva come burro e il piacere la invogliava a muoversi sempre un po' di più, andare sempre più a fondo. E poi d'improvviso la realizzazione. Non c'era più un dove inizio io e dove finisci tu, erano un tutt'uno, profondamente. Lui sotto di lei, occhi nei suoi, sguardo a tratti cosciente a tratti perso. "Era una sensazione maestosa". Le mani ancorate ai suoi fianchi, a tenerla quasi come se temesse che scappasse. Ma lei non sarebbe andata da nessuna parte, adesso era suo. Si sentiva un'onda e lo trascinava via. E poi lui la ribaltò diventando l'onda che trascinava lei, sempre più impetuosa, sempre più esigente. Adesso riscuoteva tutte le promesse e manteneva le sue, di farla impazzire, di farne una donna, di farla sua. E così fu, il piacere arrivò potente, propagandosi dalle viscere alla punta dei capelli e le sembrò di esplodere in tanti piccoli pezzi. All'appagamento fisico si aggiunse quello mentale di sentirsi desiderata, posseduta, mentre il suo nome veniva sussurrato sulla pelle come in una preghiera prima e urlato poi.
Quando il respiro torna regolare, riprendono forma i contorni del mondo circostante, il lampadario e il gessetto finemente elaborato che gli faceva da contorno sul soffitto, il colore delle pareti, l'armadio, la finestra da cui il sole cercava di insinuare qualche raggio attraverso le fessure della tenda non chiusa perfettamente, il copriletto blu chissà come e quando finito tutto di lato a terra, la musica che si diffondeva dal Nokia a basso volume, dove un artista del momento cantava "dimmi perché non so di sbagliato che c'è ora che ti sto amando baby". Lui metà sul fianco metà su lei, sudato, nudo, la guardava in modo indecifrabile. Qualcosa si stava facendo strada nella testa di lei e lo ricacciò indietro subito. Cose da pensare domani. "Dovevamo solo parlare in pace, eh?". Lui rise piano, facendo apparire quelle fossette che rendevano il suo sorriso da schiaffi, ma non disse niente e lei aggiunse "in effetti ci siamo detti abbastanza..." e continuó ad accarezzarlo ed a fissare nella mente ogni dettaglio del suo contorno.
Il tempo girò le lancette noncurante di loro, dei discorsi, dei problemi, dei progetti e fu subito di nuovo ora di sistemarsi e rivestirsi. Dei loro universi in collisione non rimase che una piccola macchia sul lenzuolo, che fece incrociare i loro sguardi, ma non seguirono commenti. Andarono via di corsa verso l'autobus che attendeva già in moto. "Ti aldilà" disse lui senza voce attraverso il finestrino, lei lesse le labbra e capì restando lì a guardare finché il suo volto e l'autobus furono fuori dalla portata dei suoi occhi. Lui era come un sogno, di quelli che si fanno ad occhi aperti, intenso, ipnotico, colorato, e anche se era destinato a durare poco, dentro c’era tutta l’intensitá, le emozioni, di cui lei aveva bisogno.
Tutto era al suo posto e il cielo non era crollato. Anche il rumore delle chiavi che aprivano la porta e il saluto di sua madre era quello di sempre. Si guardò allo specchio, le sue mani, la sua bocca, le sue gambe erano sempre le stesse. Solo gli occhi le sembravano cambiati, nel lago nocciola c'era un luccichio in fondo in fondo diverso da quello di prima. E come diceva lui, erano troppo grandi per nasconderci le bugie, ma non ebbe il coraggio di essere onesta con se stessa. Non in quel momento che "si sentiva profondamente infelice, ma in modo distaccato, come se la sua vita appartenesse a qualcun'altro".
La sua taciuta premonizione era corretta, proprio come i protagonisti del libro, Alex e Aidi, erano predestinati a perdersi. Lo sapevano già ma si erano illusi di non essere costretti alla fine a trovare"tutti e due un posto fuori dal libro". La vita è sempre forte, ti trascina dove dice lei anche quando non vuoi e non sempre, soprattutto quando si è giovani, si ha la forza di contrastarla, le spalle non sono ancora abbastanza larghe. Ma almeno s'erano vissuti abbastanza intensamente da ricordarsi, nel bene o nel male, nelle sensazioni forti condivise e con nessun altro replicate, nelle notti in bianco passate al telefono, nella musica che si erano dedicati, nei libri che si erano scambiati, nelle frasi cifrate diventate tatuaggi, tutta la vita.
"E lui non aveva mai amato così tanto, poiché si ama davvero, forse, solo nel ricordo".
Almeno per lei è stato così.
@conilsolenegliocchi 🐞
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abr · 1 year
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Un anno fa il Djoker rotolava fuori dall'Australia con il foglio di via, dopo una settimana di prigionie e processi. Non ha mai abiurato il suo non vaccinarsi (...). E nonostante i due Slam saltati per il bando e i punti cancellati della vittoria a Wimbledon, sul campo si è ripreso quello che era suo: il numero 1 del mondo (...) vincendo il suo decimo Australian Open (su dieci finali, impressionante) il 22° Slam che lo porta in parità con Nadal. Voleva continuare «a scrivere la storia del tennis», voleva una rivincita, e l'ha ottenuta (...).
«Il messaggio per tutti i giovani è che ce la possono fare, non importa da dove vengono. Quindi vi dico coltivate i vostri sogni, innaffiateli come si fa con i fiori. Trovate chi è pronto a condividerli con voi, e non fateveli rubare da nessuno».
Lo ha detto da ex bambino cresciuto sotto le bombe delle guerre balcaniche - e che da quattro anni, lui serbo, ha un coach croato - costretto ad emigrare a 13 anni da solo in Germania. Nel suo sogno ci sta tutta una vita. Carne, sangue, speranze. 
via https://www.dagospia.com/rubrica-30/sport/ldquo-djokovic-ha-dato-lezione-ipocriti-che-godevano-suoi-340925.htm
Non lo dice ma in più il "sistema" degli allineati al Rieduchescional Channel ha provato a farlo fuori anche stavolta, montando una polemica di cartone per defocalizzarlo, sbattendo in prima pagina supposte simpatie russe di suo padre (e se anche fosse?). Alla fine però persino l'ipocrita house organ di regime La Busiarda che pur prova ad alzare il ditino (tagliato: qua non si può) è costretto ad inchinarsi attonito.
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bicheco · 1 year
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Francesca (Reggio Calabria )
Storiella con morale.
Reggio Calabria. Francesca 9 anni sta guardando il mare. Le si avvicina una donna: "Ciao, cosa fai?". "Conto le onde" risponde la bambina. "A che numero tocchi?". "Non lo so, mi hai fatto confondere: adesso devo ricominciare da capo". "Scusami, non volevo confonderti. Posso farmi perdonare?". "Non so. Magari potresti contare insieme a me.". "Mi piacerebbe moltissimo. Facciamo così: io conterò le onde pari e tu quelle dispari. Che ne dici?". Francesca sorrise e cominciò: "Uno...". Anche il mare sorrise e si lasciò contare.
Morale: sognare da soli è bello, sognare in due non è più un sogno.
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pleaseminddgap · 2 years
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Blonde: un film non all'altezza del romanzo, o della vita
Ho scelto di vedere questo film una volta passato il clamore, il facile entusiasmo o le stroncature senza appello di chi non ci vedeva la trasposizione fedele della vita di Norma Jean Baker in arte Marilyn Monroe.
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Da quando ero una bambina sono appassionata delle vicende di questa donna, e in secondo luogo di questa attrice. I traumi infantili, la mancanza di un padre, l'essere oggettivizzata dagli sguardi maschili, il rapporto con la maternità mancata (o vissuta): sono tutte esperienze che un'altra donna può comprendere. Prima dell'uscita del film, con congruo anticipo, mi sono preparata, affrontando le settecentoepassa pagine del corposo e bel romanzo di Joyce Carol Oates dal quale il film è stato tratto: un romanzo, non una fedele biografia. Contenente molte parti di fantasia, molte illazioni credibili ma totalmente inventate, per ammissione della stessa autrice. Il libro l'ho amato, al punto da averne registrato anche la lettura di un brano, che poi ho condiviso su YouTube. Sebbene sia in larga parte frutto di fantasia, è vivo, palpitante, capace di far percepire sensazioni simili a quelle che deve aver realmente provato Marilyn. A sentirsi violata, recapitata qua e là come un pacco, da una famiglia all'altra, da un letto all'altro.
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Ne esce fuori il ritratto non di una vittima in senso assoluto bensì di una donna segnata fin dalla prima infanzia nel profondo, che rimane intrappolata dal suo aspetto e dal suo talento naturale per la recitazione. Una ragazza tanto sensuale da diventare la proiezione del desiderio altrui, una dea sessuale universalmente riconosciuta. Una donna affamata di sapere, consapevole dei propri limiti, in cerca di un'identità che venga accettata (e che le riporti indietro una figura paterna). Gli uomini che la circondano? In larga parte sono laidi, sfruttatori e, solo in due-tre casi, uomini che provano ad amarla davvero. Oltre a loro, solo il fidato amico e truccatore Whitey.
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La sessualità come tema cardine, ciò che avrebbe dovuto esserci e ciò che manca
L'accento sulla sessualità, centrale nel romanzo, resta tale anche nel film: il sesso anale sul tappeto del produttore, rievocato anche in alcuni flashback, il sesso a tre con i "gemelli" (che, a differenza di Norma Jeane, soffrono l'ingombrante presenza dei loro padri), la fellatio fatta a Kennedy. Poi c'è la Marilyn tormentata dal passato, l'orfana di padre (e anche di madre, in una certa misura), l'isterica, la madre frustrata nel suo desiderio di maternità, la donna che fa i conti con la perdita di una vita e di un sogno, la donna violata, l'insicura, che però appena si accendono i riflettori pare splendere di luce propria.
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Mancano totalmente all'appello alcune sequenze, peraltro fedelmente biografiche, che nel libro sono essenziali per lo svolgimento dei fatti: la vita all'orfanotrofio di Los Angeles, la sessione fotografica con Tom Kelley (Otto Ose nel libro, ndr), che a distanza di anni la porterà a comparire sul primo numero di Playboy e a dare scandalo; il matrimonio a soli 16 anni con Jim Dougherty (Bucky Glazer nel libro, ndr), durante il quale verrà scoperta come fotomodella; il tour in Corea durante il quale cantò per i soldati americani al fronte: una delle occasioni nelle quali, per ammissione della stessa attrice, lei era stata più felice. Manca anche Happy Birthday Mr President, la canzone di compleanno cantata davvero da Monroe a Kennedy il 19 maggio 1962 al Madison Square Garden di New York, una delle sequenze più vivide del libro (alla quale ho riservato la lettura su YouTube).
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Che né il libro né il film siano strettamente biografici lo si capisce subito, se si conosce bene la biografia di Marilyn. In entrambi non vengono mostrati esplicitamente gli abusi (nel libro sono vissuti in modo vivido come qualcosa al confine tra sogno e ricordo rimosso, senza essere mai descritti), l'amore breve ed extra coniugale con Yves Montand, l'amicizia con Truman Capote (che l'avrebbe voluta nella trasposizione cinematografico del suo Colazione da Tiffany, ndr), la relazione lesbica con l'insegnante di recitazione Natasha Lytess' e tanto altro.
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Punti di forza e punti deboli
Quindi ecco quali sono, secondo me, i punti di forza e i punti deboli di questo film.
I punti di forza: il lavoro intenso e coraggioso sul personaggio di Ana De Armas, sulla carta molto diversa da Marilyn, sia fisicamente che come retaggio culturale (De Armas è cubana, sebbene il suo lavoro sull'accento sia stato molto accurato). Tuttavia, De Armas fa di tutto per essere Marilyn, oltre a sottoporsi a lunghissime sessioni di trucco, proprio come la stessa Marilyn: una fase essenziale per smettere di essere Norma e diventare la "maschera" Marilyn; la scrupolosa ricerca iconografica, sebbene questa risulti talvolta erronea e decontestualizzata; i numerosi tentativi di nobilitare l'opera con trovate registiche alternative, con una pretesa di originalità; la fotografia, che è stata curatissima in ogni dettaglio.
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I punti deboli: voler mostrare tutto, spiegare tutto, rendere in modo patinato anche l'intimità della donna Norma Jean (un esempio su tutti: il feto del suo "Baby" mai nato, che poteva tranquillamente essere evocato senza essere mostrato esplicitamente); la superficialità: il film sembra una carrellata di celebri foto di Marilyn, ricreate pedissequamente ma totalmente decontestualizzate e incoerenti nel loro flusso; la scelta di fare la copia/caricatura di Marilyn rendendo De Armas, in certi fotogrammi, quasi irriconoscibile dall'originale; il doppiaggio italiano, esasperato, che riproduce più il doppiaggio dei film di Marilyn (e quella voce da bionda svampita che l'ha resa riconoscibile) che la reale voce dell'attrice.
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Certe trovate che strizzano l'occhio alla morbosità dello spettatore, come la scena della masturbazione nella sala cinematografica all'anteprima di Niagara, sono superflue e quasi grottesche, oltre a non essere presenti nel romanzo. Al contrario, la scena della fellatio praticata a John Kennedy nel libro è presente e rende bene l'idea dell'umiliazione di Marilyn. In un'intervista a Variety Ana De Armas ha commentato così le scene esplicite alle quali ha preso parte: "Ho fatto cose in questo film che non avrei mai fatto per nessun altro, mai. L’ho fatto per lei (Marilyn, ndr) e l’ho fatto per Andrew. So cosa diventerà virale ed è disgustoso. È sconvolgente solo a pensarci. Non posso controllarlo. Non si può davvero controllare cosa fanno le persone e come estraggono le cose dal contesto. Non credo che la cosa mi abbia fatto avere ripensamenti, mi ha solo dato amarezza pensare al futuro di quelle clip". Mi sento di giustificare, almeno in parte, il regista Andrew Dominik: un materiale succoso come il romanzo di Oates sotto mano, così visivo e avvincente, era molto facile farsi prendere la mano. L'autrice del romanzo, comunque, è intervenuta in difesa della trasposizione Netflix con un tweet: "Penso che sia stata/sia una brillante opera d'arte cinematografica ovviamente non per tutti. Sorprendente che in un'era post #MeToo la cruda esposizione della predazione sessuale a Hollywood sia stata interpretata come 'sfruttamento. Sicuramente Andrew Dominik intendeva raccontare sinceramente la storia di Norma Jeane".
Le altre Marilyn
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C'è una bella differenza tra Blonde e un film come My Week With Marilyn (2011), che alla sua protagonista è valso un Oscar: a differenza di De Armas, Michelle Williams non pretende di essere il calco identico di MM, sebbene le somigli fisicamente più dell'attrice cubana. Tuttavia le restituisce una verità inconfutabile, senza risultare mai sopra le righe. Certo, bisogna tenere conto di un'altra differenza importante: il film del 2011 è basato sul memoir strettamente biografico di uno scrittore (Colin Clark, ndr) che ha conosciuto davvero Norma Jeane e ci ha passato del tempo assieme, raccogliendone confidenze e pensieri. Erano i tempi in cui lei si trovava a Londra per girare Il principe e la ballerina con Laurence Olivier nella doppia veste di protagonista e regista (1957) e lui era un giovane neolaureato al suo primo impiego come assistente personale del regista inglese. Tornando a Blonde, del romanzo di Oates esiste un'altra trasposizione filmica: la miniserie prodotta da CBS con Poppy Montgomery come protagonista. Mi riprometto di vederla al più presto per poter fare un confronto.
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visionairemagazine · 1 year
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ADDIO AD ALBERTO RADIUS, ARTISTA DI SPESSORE E UOMO DAL GRANDE CUORE.
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Alberto Radius ci ha lasciato questa mattina dopo una lunga malattia. Ne hanno dato la notizia la moglie Cristiana e il figlio Andrea che hanno dichiarato: “Ci lascia un grande vuoto, ma tutti noi porteremo per sempre la sua musica nel cuore”. Sono molti i messaggi postati sui social per ricordarlo. Produttore, chitarrista, ex Formula 3, collaboratore di Lucio Battisti, Radius è stato un innovatore nella storia del rock italiano. Amava sperimentare continuamente e aveva continuato ad esibirsi fino a pochi mesi fa, per amore della Musica. La sua ultima apparizione in televisione è stata da Serena Bortone su Rai1 dove, nonostante la malattia, ha imbracciato la sua fedele chitarra, incantando gli altri ospiti e i telespettatori. A Sanremo 2021, durante la serata dedicata alle cover, era salito sul palco insieme ai Coma Cose, regalando momenti di grande levatura musicale. Questo eterno ragazzo, nato a Roma, già da giovanissimo ‘on the road’, è stato uno dei più importanti chitarristi rock italiani. La sua è stata una lunga e prestigiosa carriera. E' nel suo Studio di via Capolago che il grande Franco Battiato registrò “La voce del padrone” e altri successi. Simbolo del prog rock, Alberto Radius ha lasciato delle indelebili impronte di stile, lavorando con molti Artisti del panorama musicale italiano. Come ha dichiarato il cantautore Roby Cantafio, Radius era un artista di spessore e un uomo dal grande cuore. Ogni chitarrista aveva da imparare qualcosa da lui. Era stato il fratello di Little Tony, Enrico Ciacci, a insegnargli a suonare la chitarra. Aveva appena 12 anni. Verso la fine degli anni cinquanta comincia ad esibirsi nelle sale da ballo con i White Booster e in seguito, per due anni, entra a far parte dell'orchestra di Mario Perrone. Dopo il servizio militare, suona con i fratelli Gigi e Franco Campanino nei club di molte città italiane e sarà proprio con i Campanino che aprirà nel 1965 alcune serate dell'Equipe 84. Trasferitosi a Milano, suona con gli inglesi Simon & Pennies per poi passare ai Quelli (la band che diventerà la Premiata Forneria Marconi). Insieme a Tony Cicco e Gabriele Lorenzi, fonda i Formula 3 che, dopo l'incontro con Lucio Battisti, debuttano con l'etichetta Numero Uno, fondata dal cantautore. Dopo due anni incide il primo album da solista e nel 1974, dopo lo scioglimento dei Formula 3, contribuisce a fondare la band Il Volo. La sua produzione discografica da solista conta vari album e lavori importanti come “Nel ghetto”. Parallelamente, inizia un'intensa carriera da session man che lo vede affiancare Lucio Battisti, Pierangelo Bertoli, Mino Di Martino, Marcella Bella, Goran Kuzminac, Cristiano Malgioglio, Franco Battiato e i vari artisti con cui ha lavorato il cantautore siciliano in quel periodo: Milva, Alice, Giusto Pio, Sibilla e Giuni Russo, di cui, a volte, è stato anche produttore.
"Eppur mi son scordato di te" è la canzone più famosa del repertorio dei Formula 3, ma noi non ci scorderemo mai di lui.
L’amico Gigi Cifarelli gli ha dedicato questo bellissimo e commovente scritto che voglio condividere con voi:
“Alberto mio caro sapevamo che la festa della Vita stava volgendo al termine. Abbiamo scherzato e riso insieme ancora tante volte lo scorso anno e resterai sempre nel mio cuore, come in quello di tanti altri per i quali eri la chitarra della Formula 3 e di Lucio Battisti, i nostri dell'infanzia. Ma quanto ti devo? E per fortuna te l'ho sempre detto e l'ho sempre detto a chiunque. Come dimenticare? Fu come in un sogno. Correva proprio lo stesso periodo dell'anno, febbraio/marzo 1985. una sera stavo suonando al Capolinea (la mia seconda casa) e ad un certo punto, in fondo la sala riconosco quel capoccione pieno di capelli irsuti che ti caratterizzavano e trasalii... È Alberto Radius... Che meraviglia il mio idolo da bambino... Mi affrettai a fare una pausa per raggiungerti sperando di poterti anche solo stringere la mano. Appena poggiai la chitarra  invece ti vidi partire per venirmi incontro, ero emozionato e sorpreso... Tesi le mia mano per stringere la tua e il mio desiderio era quello di esternarti il mio affetto e la mia gioia nel poterti conoscere, ma non mi facesti nemmeno iniziare. Partisti a cannone esordendo così: “Aoh!! Ma ma li mortacci tua! Ma d'addo vieni?? Da Marte? Maestrone (e mi ha poi sempre chiamato così) ... Anzi sai che famo? Domani devi da vení in via Capolago 5 a lo studio mio. Famo un ber Disco.” Me l'aveva detto Marco (E. Nobili), ma chi se lo aspettava? Non dormii la notte e alle 9, il giorno dopo, stavo da Te. Già scrivevo per Guitar Club e così conobbi direttamente il caro Marco e anche Giuni Russo, i tuoi cari amici, che adesso avrai raggiunto, e conobbi anche la cara Rossana Pasturenzi, tuttora una cara amica. Ci sedemmo, progettammo e in due settimane nacque "Coca&Rhum", il mio primo disco e la mia vera scrittura, da lì, grazie a tutto questo, partì una sequela di cose bellissime della mia Vita. Coca&Rhum fu disco dell'anno e io iniziai a essere votato nei referendum, vincendone tanti.  Ero un ragazzo ed ebbi tante gioie e tante gratificazioni. In questa foto c'è tutto l'affetto che provavi per me e che io ho sempre ricambiato. Senza di Te nulla sarebbe stato così e domani il mio concerto al Grace di Lodivecchio, vicino a San Colombano dove mi invitavi sempre e ci sono venuto troppo poco, sarà dedicato a Te, Alberto mio caro. Ti vorrò bene sempre... Saluta tutti quelli che abbiamo amato insieme. Hendrix su tutti.” ❤️Gg
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carmy77 · 2 years
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CONCORSO DI POESIE, FILASTROCCHE, RACCONTI E FIABE
“LIBERA LA FANTASIA” – 5^ EDIZIONE! SCADENZA BANDO 20 MAGGIO 
2023!        
L’Associazione culturale e teatrale “Luce dell’Arte” ETS indice il Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe “Libera la fantasia”- 5 ^ Edizione per tutti coloro che hanno voglia di dare sfogo alla potenza dell’immaginazione attraverso la stesura di opere dove regni qualsiasi forma di vita unica e speciale, oltre che tanto brio ed un mare di mondi visitati con la mente in chissà quale sogno.
Quest’anno, in più, grandi novità per gli autori Primi e Secondi classificati!
Infatti, per i Primi classificati, se risultanti vincitori per opere inedite, come ulteriore premio la realizzazione gratuita da parte nostra della stampa nel numero di 10 copie dell’elaborato con copertina originale, pronto per essere pubblicato con un contratto da “Luce dell’Arte Edizioni”, il nostro prestigioso progetto editoriale. Se, invece, i primi classificati risulteranno vincitori con opere edite, oltre al classico riconoscimento conferito dal Concorso, sarà fatta proposta di pubblicazione per un loro eventuale inedito nel cassetto, da sottoporre in seguito a valutazione della curatrice collane. Anche ai Secondi classificati che vincano, in questo caso, soltanto con testi inediti, sarà dato come valore aggiunto la possibilità di pubblicare con l’Associazione.
Art. 1: Il concorso è articolato in quattro sezioni ed è aperto a giovani e adulti italiani o stranieri (in quest’ultimo caso allegare traduzione in italiano agli scritti in lingua madre). Età minima consentita per partecipare: 14 anni. Età massima: nessun limite. Per ogni sezione è ammesso aderire con opere premiate o no in altri concorsi letterari.
A)    Sezione Poesie e Filastrocche a tema fantasy: si può partecipare con poesie o filastrocche inedite o edite in lingua italiana o vernacolo con traduzione, che decantino la fantasia, o che abbiano comunque come filone portante qualcosa di fantastico. Il numero massimo di opere da inviare è di tre.  Sono ammessi anche libri editi di poesie e filastrocche o e-book. Non ci sono limiti di lunghezza per gli elaborati.
B)    Sezione Poesie e Filastrocche a tema libero: si può partecipare con testi inediti o editi in lingua italiana o vernacolo con traduzione a tema libero. Sono ammessi anche libri editi di poesie e filastrocche o e-book. Non ci sono limiti di lunghezza per gli elaborati. Il numero massimo di opere da inviare è di tre.
 C)    Sezione Racconti e Fiabe a tema fantasy: si può partecipare con racconti fantastici e fiabe inediti o editi. Sono ammessi anche libri editi di racconti e fiabe o e-book. E’ possibile aderire peraltro con sceneggiature, purché fantasy. Non ci sono limiti di lunghezza per gli elaborati. Il numero massimo di opere da inviare è di tre. 
D)    Sezione Racconti e Romanzi a tema libero: si può partecipare con racconti e romanzi inediti o editi. Sono ammessi anche libri di racconti editi o e-book. E’ possibile aderire peraltro con sceneggiature a tema libero. Non ci sono limiti di lunghezza per gli elaborati. Il numero massimo di opere da inviare è di tre.
Art. 2: Ogni opera inedita deve essere spedita in due copie IN FORMATO ELETTRONICO, di cui una anonima e l’altra con firma in calce e dichiarazione di paternità insieme a scheda di iscrizione con dichiarazione sulla privacy, breve curriculum vitae o biografia e fotocopia versamento quota adesione su postepay. Per le copie edite basta la spedizione di una sola copia IN FORMATO ELETTRONICO con firma in calce su prima pagina e tutta procedura di iscrizione concorso sopra elencata.
Tutto il materiale richiesto per il Concorso va inviato esclusivamente per e-mail in formato PDF, Word ed RTF a: [email protected] mettendo nell’oggetto “Partecipazione Concorso Libera la fantasia – 5^ Edizione” ed inserendo sempre in allegato fotocopia del versamento effettuato su postepay.
Art. 3: Per chi non fosse in possesso di indirizzo personale di posta elettronica o poco pratico di essa, potrà fare l’invio del materiale letterario tramite quella di un parente o amico, o chiedere alla segreteria dell’Associazione di scannerizzare le opere, inviando materiale al concorso SOLO in forma cartacea. Per le opere inedite andranno inviate due copie e per le edite basta una copia sola, sempre nelle modalità e con il materiale nel complessivo richiesti.
Art. 4: Ogni concorrente può partecipare ad Una o a Tutte le sezioni.
La quota di partecipazione a copertura di spese di segreteria è di:
-         10 euro per Una sola sezione, inviando massimo 3 opere;
 -         15 euro per la partecipazione a Due sezioni, inviando massimo 3 opere a sezione     (ossia 6 elaborati totali);
 -         20 euro per la partecipazione a Tre sezioni, inviando massimo 3 opere a sezione (ossia 9 elaborati totali);
 -         25 euro per la partecipazione a Quattro sezioni, inviando massimo 3 opere a sezione (ossia 12 elaborati totali).
La quota di partecipazione va versata tramite versamento su carta Postepay Evolution indicando le seguenti coordinate:
numero carta: 5333 1711 4920 2588
Iban: IT67P3608105138283116883121
beneficiario: Carmela Gabriele
codice fiscale GBRCML77E71H926K
Il contributo richiesto per spese di segreteria tramite ricarica Postepay Evolution può essere effettuato in modo semplice presso sportelli di uffici postali, online o presso tabaccherie e richiede a parte una minima spesa di commissione esclusa dalla quota di partecipazione, ossia 1 euro o 2 euro.
La quota di adesione per chi partecipa a a Tre o Quattro sezioni ed è associato, verrà scontata di 5 euro, quindi sarà rispettivamente di 15 euro e 20 euro.
Per tutti gli studenti dai 14 anni in su, che dimostrino ciò con autocertificazione, per gli autori ultrasessantacinquenni o invalidi con certificato attestante la condizione, medesimo sconto, se aderisono a Tre o Quattro sezioni.
Art. 5: La scadenza del bando del Concorso sarà entro il 20 Maggio 2023, termine ultimo per ricevimento opere in formato elettronico e per i pochi autori non avvezzi ad e-mail, in formato cartaceo.  
Per quanto riguarda appunto le opere cartacee, dovranno pervenire a mezzo raccomandata entro la data di scadenza bando prevista al seguente indirizzo:
Dott.ssa Carmela Gabriele, Presidente Ass.“Luce dell’Arte” ETS,
via dei gelsi, n. 5 – 00171, Roma, (Rm).
Art. 6: Tutte le opere che giungeranno non rispettando il regolamento, verranno scartate e non saranno più restituite. L’Associazione si esime da ogni responsabilità per il mancato arrivo per mezzo di posta prioritaria di alcuni elaborati o per gli eventuali ritardi di poste italiane.
Art. 7: Le opere saranno giudicate da una Giuria di Qualità, composta da esperti del mondo culturale, e da una Giuria Popolare, che premieranno i primi tre classificati per sezione e tutti i lavori migliori. Non sono previsti ex – equo. I partecipanti al Premio non vincitori che ne faranno richiesta dopo esito finale Concorso, riceveranno come riconoscimento via e-mail un Diploma di Merito personalizzato. I risultati del Concorso saranno pubblicati sul sito www.lucedellarte.altervista.org.
Art.8: Ogni vincitore sarà contattato tempestivamente per e-mail e telefono al fine di consentire la sua presenza alla cerimonia di premiazione, che si terrà a Roma orientativamente di sabato o domenica verso la fine di  Luglio o ai primi di Settembre 2023. I premi vanno ritirati personalmente il giorno della premiazione, tramite delegato solamente in casi di grave impedimento alla propria presenza. In caso di assenza dei premiati, a casa saranno spediti a loro spese riconoscimenti e diplomi entro un mese dalla data di premiazione. Dopo un mese da essa, avverrà esclusivamente invio diploma in pdf alla loro casella di posta elettronica, se non avessero scelto spedizione premi.
Art. 9: I riconoscimenti assegnati per ogni sezione saranno i seguenti:
Primo classificato:
-         se con opera inedita Trofeo o Grande medaglia dorata + Diploma di Merito + realizzazione stampa gratuita da parte di “Luce dell’Arte Edizioni” dell’opera vincitrice in 10 copie con copertina originale scelta da Associazione + proposta di pubblicazione;
-         se con opera edita Piatto dorato in astuccio o Targa + Diploma di Merito + proposta di pubblicazione per un’opera inedita nel cassetto da sottoporre poi a valutazione curatrice delle collane Ass.;
Secondo classificato: Targa + Diploma di Merito + proposta di pubblicazione con “Luce dell’Arte Edizioni” in caso esclusivamente di opera inedita vincitrice;
Terzo classificato: Targa + Diploma di Merito;
Menzione Speciale: Trofeo + Diploma di Merito
Premio Assoluto della Critica: Targa + Diploma di Merito
Premio Speciale Miglior Giovane Autore: Trofeo o Targa + Diploma di Merito
Premio Speciale per l’Operato Socio - Culturale: Trofeo o Targa + Diploma di Merito
Segnalazioni di merito: Medaglia argentata + Diploma di Merito
Eventuali Finalisti: Medaglia di bronzo + Diploma d’Onore
Art. 10: Chi partecipa al Premio, accetta tacitamente tutte le condizioni del presente Bando. In base alla vigente normativa sulla privacy, gli indirizzi e i dati personali dei partecipanti verranno utilizzati solo per il Premio. Per richiesta di qualsiasi altra informazione, contattare il Presidente dell’associazione, la dott.ssa Carmela Gabriele, al seguente indirizzo e-mail: [email protected]. Recapito telefonico Ass. Luce dell’Arte ETS: 348 1184968. Il sito dell’associazione da visitare è: www.lucedellarte.altervista.org  
Pagina Facebook Ass: Associazione culturale e teatrale Luce dell’Arte
Pagina Facebook del Concorso: Concorso di Poesie, Filastrocche, Racconti e Fiabe “Libera la fantasia”
In fede,  Il Presidente dell’Ass.ne culturale e teatrale “Luce dell’Arte” ETS,
dott.ssa Carmela Gabriele
P.S. A tutti consiglio di fotocopiare e diffondere il seguente Bando per incrementare la partecipazione all’iniziativa culturale.
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neroegiallo · 2 years
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Throwback
Dal diario di Bordo: Arti per l'Arte
Dopo la scuola
Le Glitter Paradise
L’anno accademico volgeva al termine e noi allieve stavamo preparando il saggio finale.
Due coreografie di gruppo e poi, io e Susy, Miss la Mousse, abbiamo sancito l’inizio della nostra carriera da performer.
Susy mi chiede se voglio farle da spalla per il suo act; io intanto preparo un numero da solista. La nostra primissima esibizione.
La nostra insegnante dice che eravamo troppo avanti per l’epoca, non siamo state capite.
A pensarci bene, ha senso: nel 2009, il Burlesque iniziava a prendere piede in Italia e veniva per lo più incatenato al mondo delle PinUp e degli anni ‘50: glamour e fascino. 
Un tizio (scrivo tizio perché dopo tutti questi anni non ha senso smerdarlo), in una intervista disse che, se volevi fare Burlesque dovevi essere PinUp.
Io e Susy, troppo alternative. 
Che vuoi farci, ogni cosa ha il suo tempo e noi ci siamo anche adattate, alle atmosfere retrò.
A Susy poi piacciono di brutto, quelle atmosfere.
I suoi numeri sono un perfetto mix tra ambientazioni degne dei film hollywoodiani, dal gusto classico, con la sua personalità eccentrica e decisa.
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Poco dopo il saggio, il nostro primo ingaggio ufficiale; in Toscana, per l'inaugurazione di un Hotel di lusso, dopo la sua ristrutturazione.
All’inizio eravamo noi due più Daniela, la mia collega che si è unita al corso e al trio ma che ha rinunciato poco prima dello show.
Uno sbattimento assurdo e divertente allo stesso tempo.
Abbiamo ingaggiato la ragazza di mio fratello, Eva Nasty. 
(Per me e Susy era Eva Brown ma lei non approvava molto.. eppure è veramente la compagna di HH, non per via di mio fratello, che è un pezzo di pane e lontanissimo dall’essere paragonato a Mr Baffetto, no. Lei però sì, bionda, bellissima e gelida. La Signorina Rottermaier in confronto è uno zuccherino)
Ecco la nascita del nostro primo gruppo, le Glitter Paradise.
Il nostro primo numero di gruppo: “La Piscinetta”.
La cameriera - Eva - riordina la camera e prepara un bel bagno profumato per le due signorotte - La Mousse e Artisia - che si cambiano dietro al telo e si tuffano nella piscinetta, facendo un gran macello.
Qualche mese dopo io e Susy siamo state ingaggiate come resident performer per un locale di Milano, il Toilet.
Ci siamo esibite ogni Giovedì, per alcuni mesi.
Proponevamo un tema diverso per ogni settimana. 
Ogni settimana ci incontravamo e ideavamo lo spettacolo, sceglievamo le musiche, preparavamo coreografia e costumi.
Era bellissimo, un sogno.
Susy, Miss la Mousse.. non ho mai creduto alla storia delle due metà separate della stessa mela. Siamo mele intere, divise a metà ma le metà siamo sempre noi.Quella metà di Susy è come la mia, siamo il riflesso delle nostre metà; arriviamo dalla stessa merda e non abbiamo mai smesso di credere di poter volare libere e realizzare i nostri cazzo di sogni.”
https://www.instagram.com/miss_la_mousse/
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Buonasera lettori ♥️ ~ Il libro di cui parliamo è uno dei più chiacchierati, fin dalla sua uscita: la recensione di oggi è dedicata a “Fabbricante di lacrime” di Erin Doom 🦋 ~ La storia si concentra sulla vita di Nica, una ragazza rimasta orfana e che viene scelta come figlia adottiva da una coppia. La giovane è felicissima di poter finalmente lasciare l’orfanotrofio in cui ha trascorso tutta la vita e di avere una famiglia, qualcuno che la ami e con cui sentirsi a casa 🏠 Ma il suo sogno sembra già in pericolo perché assieme a lei, la coppia decide di adottare anche l’enigmatico Rigel, il quale ha sempre dimostrato il suo odio per Nica. ~ Tra chi lo ritiene uno dei migliori romanzi rosa degli ultimi anni e chi ne elenca i difetti, credo ci si possa posizionare esattamente a metà. È indubbiamente un romanzo rosa, per cui non dovrebbe stupire la presenza di una protagonista che vorrebbe realizzare il suo sogno e il protagonista maschile bello e dannato, né che i due finiscano per innamorarsi! Personalmente ho trovato bella la storia, il concetto della delicatezza e il modo di vedere il mondo di Nica, ho amato Anna per l’amore incondizionato che incarna e la caratterizzazione di Rigel. ~ Ciò non toglie che in alcuni punti il libro sembra davvero prolisso e fin troppo ricco di riflessioni e frasi retoriche, ed eliminandole si sarebbe ridotto il numero di pagine. Di certo non lo consiglio a persone adulte, più ad adolescenti, ma non mi sento di criticarlo totalmente perché è in ogni caso una bella storia, in parte diversa dalle solite che merita almeno una piccola opportunità ✨ ~ Lo avete letto? Fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti, sono molto curiosa! 💭 ~ #libro #bookstagramitaly #book #leggere #reading #lettricecompulsiva #leggerechepassione #consiglidilettura #leggereésempreunabuonaidea #recensione #bookreview #letteratura #lettureconsigliate #lettrice #reader #ioleggo #booklover #bookphotography #laragazzadellibro #fabbricantedilacrime #erindoom #salani https://www.instagram.com/p/CjnwRFQoJOg/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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circusfans-italia · 9 days
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CIRCUS HARLEKIN 2024: PROGRAMMA E FOTO DELLO SHOW
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CIRCUS HARLEKIN 2024: PROGRAMMA E FOTO DELLO SHOW LA STORIA Il circo Harlekin è stato fondato 32 anni fa da Peter Pichler e Monika Aegerter due amici che, un artigiano e l’altra insegnante, avevano una forte passione per il circo tanto che, inizialmente mantennero entrambi il proprio lavoro ed il circo come hobby. La loro passione li ha spinti a creare questo piccolo complesso  da sempre caratterizzato per una presenza molto localizzata nel bernese e nelle località turistiche tra Berna e Lucerna.
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Una foto di Monika e Pedro nel 2010 Immaginavano un circo con buone performance di artisti internazionali e qualche numero di animali, il tutto unito dalle loro entrate comiche. Peter divenne poi il clown Pedro e Monika la sua spalla oltre che presentatrice dello spettacolo.
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Il loro sogno ha preso sempre più forma tanto che, negli anni, la pista di Harlekin è stato il trampolino di lancio per artisti ancora sconosciuti approdati poi nelle piste di prestigiosi complessi internazionali. Per quanto riguarda gli animali, non disponendo di un proprio parco zoo hanno stretto una forte collaborazione  con il circo svedese Olympia che, negli anni, ha fornito numeri di cavalli e esotici sempre diversi. Oggi, dopo la morte di Peter avvenuta un paio di anni fa, nel corso della tournée del trentesimo anniversario, il complesso è gestito esclusivamente dalla moglie Beatrice assieme alla figlia Nicole.
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IL PROGRAMMA 2024 CIRCUS HARLEKIN 2024: PROGRAMMA E FOTO DELLO SHOW Anche il programma 2024 rispecchia perfettamente il percorso definito dai fondatori con performance internazionali molto buone che non sfigurerebbero anche nelle piste di complessi più grandi. Il programma vede la presenza di una troupe russa di 4 artisti troupe Perfect Move impegnati nella prima parte con un numero di salti all' airtrack con una coreografia allegra e con buoni trick. I 3 uomini chiudono poi lo spettacolo con un numero alla bascula coreana dove non manca anche un triplo salto mortale. Altro perno dello spettacolo sono quattro artisti etiopi impegnati in diversi numeri. Il circo Harlekin, da alcuni anni presenta artisti provenienti da questa nazione africana con performance sempre di ottima qualità e anche quelli di quest’ anno confermano il notevole livello artistico.
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Nell’edizione 2024 propongono 4 diverse specialità (un duo di ragazze antipodiste coi tappetini (Yordanos e Hilina) , un trio (Golden Sister) in un adagio acrobatico stile Trio Bellissimo, di un livello pari a quello premiato a Monte-Carlo New Generation di qualche anno fa, un ragazzo (Yitbarek Worke) presenta un numero di equilibri sui rulli ed un buon giocoliere con le clave.  Per quanto attiene la parte aerea il programma di quest’anno vede un duo alle fasce (Duo Mamchych) e una giovane artista alla corda brasiliana (Ivette Maldonado Nevarez) . Ben curato e anche il numero di hula-hoop (Edita Mamchych) con effetti scenici con un buon impatto sul pubblico soprattutto con gli hula-hoop  fosforescenti e con le luci a LED.
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La Direttrice Nicole Pichler oltre a presentare lo spettacolo presenta due performance con gli animali la prima con tre cammelli e successivamente una con quattro ponies. Dopo la scomparsa di Pedro la ricerca di un clown che potesse essere il filo conduttore è stato indiscutibilmente uno dei passaggi più delicati per questo complesso. Nicole ha individuato un giovane clown francese Mister Tomito (Thomy Leglise) che, dato il buon successo ottenuto, lo ha riconfermato anche per quest’anno ma con entrate totalmente nuove. Mister Tomito in passato ha lavorato anche al cirque Medrano di Raoul Gibault. Una valida  orchestra di sei elementi accompagna le oltre due ore di programma.
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LE FOTOGRAFIE DELLO SHOW 2024
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Abbiamo assistito allo show lo scorso 10/05/2024 a Ringgerberg. Una serata particolare e molto emozionante. Una emozione unica che nasce dal nostro amore per il circo..... Alle 19,15 al circo c'era poca gente quando, in lontananza, si è cominciata a sentire una allegra marcetta. Quelle di una volta. Quelle suonate dalle bande di paese. Ed era proprio così. Due gruppi musicali, una banda ed un gruppo di sole percussioni, una quarantina di musicisti almeno, come moderni pifferai precedeva l'affezzionato pubblico che dal paese si avvicinava al circo.
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E così, in una atmosfera quasi felliniana, sotto alle mille luci delle cordoniere, al suono allegro della banda il piazzale antistante al circo si è riempito all'impossibile. Mentre il pubblico pagava il proprio biglietto e poi si accomodava ai bar, le due bande hanno continuato a suonare ininterrottamente. Alle 20,00 precise, le due bande sono entrate sotto allo chapiteau e, all'interno della grande pista hanno suonato alcuni brani. Il pubblico in standing ovation ha dimostrato tutto il proprio apprezzamento per quanto avevano appena visto. In un cambio immaginario di direzione, la conduzione della musica è passata all'orchestra e lo spettacolo ha avuto inizio.
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Con spettacoli di questo livello è facile comprendere il perché il pubblico bernese si è affezionato a questo complesso. D’altronde, si può pretendere di più da un complesso di soli 24 metri?
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Scarica il biglietto sconto speciale amici di Circusfans Italia: ritaglia l’immagine qui sotto e consegnala alle casse del circo prescelto
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CIRCUS HARLEKIN 2024: PROGRAMMA E FOTO DELLO SHOW
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londranotizie24 · 2 months
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micro961 · 2 months
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Lorenzo Lombardi Dallamano - “E se Fedez e Tiziano Ferro…”
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Fedez e Tiziano Ferro scompaiono al termine di un concerto. Sono stati rapiti, non c'è dubbio, ma ancora non sanno di essere le pedine di un sadico gioco tremendamente reale. Vanessa Cojocaru, appena diventata Ispettore Capo, e la sua squadra si ritrovano al centro di una vicenda terrificante, che risucchia in maniera annichilente lei e tutti i personaggi, da Chiara Ferragni e Victor Allen all'abilissimo tecnico della scientifica Andrea Lucignano. Nelle narici di Vanessa però si insinua un odore che non la convince, che rimanda a tempi passati, e adesso ha troppo da perdere.
“E se...” è una saga composta da 7 thriller di genere hard-boiled, che si snodano in diversi ambienti della socialità comune coinvolgendo un nucleo acclarato di protagonisti di fantasia circondato da personaggi reali che cambiano in ogni romanzo a seconda del mondo narrativo. Questa è la caratteristica principale di ogni libro della saga, assieme allo strumento narrativo che è basato sempre sul numero 7.
“E se Mandzukic e Nainggolan…” La compagna del noto opinionista sportivo Daniele Adani scompare. Non ci sono dubbi: si tratta di rapimento. Parigi, una volta detective di fama, ora in totale disarmo, si ritrova suo malgrado invischiato nella ricerca della donna e, forse, nella ricerca di sé stesso, ma senza davvero volersi ritrovare. Avrà a che fare con il giovane Ispettore della Mobile, Vanessa Cojocaru: guardata in tralice da quasi tutti, perché arrivata da poco, donna, di origine romena, e di aspetto minuto, ora dopo ora fa capire di essere molto determinata e risoluta. Sullo sfondo una città che è tutte le città, persone che si credono chissà chi e non sono nessuno, emeriti Nessuno che si dimostrano cardini. Il tempo narrativo è scandito da un macabro count-down, coincidente con la struttura dei capitoli, che parte dal settimo per scorrere con un'inquietante sequenza sino al primo, che in realtà è il capitolo di chiusura, facendo provare al lettore la reale angoscia dei protagonisti costretti a vivere i 7 giorni che restano da vivere alla rapita. E intanto, i due calciatori Mario Mandzukic e Radja Nainggolan notano qualcosa che è sfuggito a tutti gli altri...
“E se Fedez e Tiziano Ferro…” I due famosi cantanti spariscono, mentre vengono ritrovati i corpi di alcune ragazze lasciati a simboleggiare qualcosa che all'inizio sfugge all'Ispettore Capo Vanessa Cojocaru, ma che non tarderà a terrorizzarla. I buoni diventano cattivi, i vivi sembrano volersi uccidere e i morti faticano a restare tali. Uno straordinario tecnico della scientifica ha un atroce sospetto, che diventerà dubbio e poi orrenda certezza. Dove cercare il colpevole di tutto questo? Solo il passato potrà rispondere.
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Lorenzo Lombardi Dallamano
Un master in profiling, sceneggiatore, produttore discografico con 11 Festival di Sanremo all'attivo, influencer di successo col nick social “il_rammaricato”, vive sin dall'infanzia l'ambiente cinematografico, che nel subconscio lo porterà ad ambientazioni narrative da grande schermo. Il germe della scrittura lo accompagna da sempre, nelle decine di ghost books e nei più di 100 testi scritti per artisti italiani e non, segnandone profondamente la percezione stessa della quotidianità. Il grande sogno era però quello del romanzo, che portava in grembo praticamente dall'adolescenza, e che è riuscito a realizzare complice l'isolamento forzato da coronavirus. Data l'ottima accoglienza per il primo romanzo, del quale è in pre produzione un adattamento cinematografico, “E Se...” è diventata una saga, il cui secondo capitolo dal titolo “E se Fedez e Tiziano ferro...” è fuori ora.
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