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#Palazzo Collezioni
A Torino la mostra coloniale “Africa. Le collezioni dimenticate”. Approssimativa, incompleta e piena di errori
A Palazzo Reale di Torino ha inaugurato “Africa. Le collezioni dimenticate” una “mostra che affronta il tema della colonizzazione italiana dell’Africa”. Almeno così dice il pannello introduttivo nella prima delle Sale Chiablese. “Non una mostra d’arte – afferma la direttrice Pagella – ma una mostra di storia”. Esposizione caratterizzata da errori grossolani, dimenticanze volute e omissioni…
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hornyforpoetry · 3 months
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[ Apollo showed me the sun // Told me not to fly too close // Or else I would be one // Of the people on the land... ]
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[ Daylight shuffles in // Cascading through the open door, and // Dancing on your lips // Where you held your cigarette... ]
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[ So, Apollo bring me back // To the place I was before I met you // And Icarus leads the way // To where I need to go... ]
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[ I hear your footsteps now // Barefoot soles on the bathroom floor, and // On my way out // I told you I would never leave... ]
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The Room of Apollo // Collezioni Comunali d'Arte // Palazzo d'Accursio ”Apollino” // Antonio Canova ”Icarus & Apollo” // Ripto
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fashionbooksmilano · 1 month
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I mondi di Marco Polo
Il viaggio di un mercante veneziano del Duecento
a cura di Giovanni Curatola, Chiara Squarcina
testi di Michela Agazzi, Alvise Andreose, Eugenio Burgio, Stefano Causa, Rossella Cester, Arabella Cifani, Cristina Crisafulli, Giovanni Curatola, Daniele D’Anza, Piero Falchetta, Marco Guglielminotti Trivel, Vasco La Salvia, Michele Nucciotti, Zara Pogossian, Sabrina Rastelli, Chiara Squarcina
Magonza Editore, Arezzo 2024, 400 pagine, 20x28cm,ISBN 978-88-31280-99-0
euro 38,00
email if you want to buy [email protected]
Il catalogo della mostra di Palazzo Ducale a Venezia (6 aprile – 29 settembre 2024) è il libro ufficiale delle celebrazioni dei 700 anni dalla morte di Marco Polo, e ripercorre – attraverso studi inediti e opere preziose quanto eterogenee – la vita, i viaggi e le scoperte del più grande esploratore di tutti i tempi, con attenzione inoltre alle interpretazioni contemporanee che molti artisti hanno dedicato a questo personaggio.
Il volume, che si presenta come opera di riferimento su Marco Polo, mette in scena l’amore per la conoscenza del mondo e dell’altro, attraverso una galleria di immagini, opere e reperti provenienti dall’Armenia, dalla Cina, dal Qatar, dal Canada, dalla Francia, da molte collezioni e altre importanti istituzioni nel mondo.
Le varie sezioni del volume – con dei focus sulla cartografia, sulle aree di interesse dei viaggi di Marco Polo e delle scoperte mai pubblicate sinora sulla sua casa a Venezia – permetteranno di rileggere la geografia fisica, politica e umana degli incontri di Marco Polo in Asia.
17/04/24
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michelangelob · 9 months
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Galleria dell'Accademia di Firenze: aggiunge alle collezioni il Crocifisso Corsi
Questa mattina è stata presentata la nuova opera acquistata dalla Galleria dell’Accademia di Firenze durante l’ultima Biennale Internazionale dell’Antiquariato BIAF, che ha avuto luogo a Palazzo Corsini nel 2022. Si tratta di un crocifisso dipinto risalente al primo quarto del secolo XIV, noto come Crocifisso Corsi, che i visitatori potranno da domani in poi ammirare all’interno del percorso…
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personal-reporter · 1 year
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Antonio Cifrondi a Clusone
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Fino al 3 settembre 2023 il Museo Arte Tempo a Clusone ospita la mostra monografica Antonio Cifrondi, con la prima mappatura online di tutte le opere dell’artista visitabili nel territorio della ValSeriana, di Lovere e delle città di Bergamo e Brescia.  Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura 2023, il Comune di Clusone onora così  un suo grande esponente  come Antonio Cifrondi, con due iniziative speciali a lui dedicate e parte del progetto Cifrondi ‘23. La monografica dedicata a Cifrondi,  curata da Enrico De Pascale con Luca Brignoli, presenta una trentina di opere da musei, chiese e collezioni private, rappresentative dei diversi ambiti praticati dall’artista tra pittura sacra, di storia, figure di genere, ritratti e autoritratti. Cifrondi fu un esponente di spicco di quella tradizione artistica lombarda, altrimenti nota come pittura della realtà, con tra i suoi esponenti Moretto, Moroni, Ceresa, Baschenis, Fra’ Galgario, e Ceruti,  che ebbe nell’umana e sincera adesione ai fatti e alle persone della vita quotidiana il suo tratto distintivo. Ricordato dalle fonti per la rapidità esecutiva e il virtuosismo tecnico Cifrondi, fu coetaneo di Fra’ Galgario e poco più anziano di Giacomo Ceruti detto il Pitocchetto, ideò nell’arco di mezzo secolo più di quattrocento opere, in parte conservate nelle chiese e nelle dimore private del territorio bergamasco e bresciano. In occasione della mostra fanno il loro ritorno a Palazzo Marinoni Barca, dopo un secolo, per generosa concessione di Intesa Sanpaolo, attuale proprietario, i due teleri con Storie di Cambise dipinti dal pittore intorno al 1690. Il secondo progetto che il Comune di Clusone dedica ad Cifrondi nel 2023, con l’obiettivo di offrire un percorso di scoperta e valorizzazione di un patrimonio collettivo, è la prima schedatura online di tutte le opere del pittore visitabili conservate nei luoghi pubblici della città di Clusone, dei Comuni della ValSeriana, di Lovere e delle città di Bergamo e di Brescia. Il progetto Cifrondi ‘23 ha la collaborazione dell’Accademia di Belle Arti G. Carrara di Bergamo, in particolare degli studenti dei corsi di Applicazioni digitali per le Arti Visive, con docente Agustín Sanchéz, e di Tecniche dell’incisione e grafiche speciali, con docente Cinzia Benigni. La mostra  su Antonio Cifrondi è visitabile venerdì 15:30-18:30; sabato e domenica 10:00-12:00 e 15:30-18:30. Read the full article
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my-marika-world · 2 years
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La prima capitale
Il 20 luglio ho visitato la città di Torino con un caro amico. Una gita breve, che non ci ha permesso di esaurire le cose da visitare e vedere, ma che ci ha fatto assaggiare il sapore di questa città italiana.
Arrivati verso le 10:30 alla stazione di Porta Nuova, ci siamo diretti verso la parte storica della città. Passati attraverso le vie che mostrano ancora la struttura romana, tipica delle città che abbiano avuto questa influenza antica, siamo arrivati in piazza san Carlo, circondata da imponenti palazzi, tranne a sud, dove si possono vedere le chiese gemelle di Santa Cristina e di San Carlo. Nel centro della piazza si trova il Monumento a Emanuele Filiberto di Savoia, noto anche come Caval ëd Bronz (cavallo di bronzo, in piemontese).
Proseguito in direzione nord, siamo giunti sotto i portici del Teatro Regio, che ci hanno poi condotti fino al Palazzo Reale. Entrati a far visita, abbiamo passato qualche ora a camminare per le stanze dei Savoia. Nella prima parte, siamo stati catapultati negli anni della Torino reale e prima capitale italiana attraverso mobili e oggetti dei re e di chi ha vissuto in questo palazzo. Nel resto della visita abbiamo potuto vedere le collezioni sabaude e i ritrovamenti archeologici di varie epoche.
Finito il percorso del Palazzo, siamo andati a ristorarci in un bar piccolo ma accogliente, in cui abbiamo potuto assaggiare dei piatti tipici torinesi: agnolotti al sugo di arrosto e gnocchi con fonduta di toma; arrosto e vitel tonnè; bonèt e infine un bicèrin di amaro.
Dopo pranzo abbiamo percorso i portici che ci hanno condotti al Po, facendo solo una piccola deviazione verso la Mole Antonelliana. Costeggiando piazza Vittorio Veneto siamo giunti al fiume più lungo d'Italia che ci ha poi condotti al parco del Valentino, dove ci siamo ristorati dal caldo prima di arrivare in stazione e concludere la nostra giornata in questa bellissima città.
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cinquecolonnemagazine · 24 hours
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La Reggia di Caserta: un gioiello del Barocco italiano
La Reggia di Caserta, situata nell'omonima città campana, è un imponente complesso monumentale che rappresenta uno dei capolavori indiscussi dell'architettura barocca in Italia. Voluta da Carlo di Borbone, re di Napoli e Sicilia, come residenza reale alternativa alla caotica Napoli, la sua costruzione ebbe inizio nel 1752 sotto la direzione del celebre architetto Luigi Vanvitelli. Reggia di Caserta: l'immenso patrimonio storico Il Palazzo, che si estende su una superficie di circa 47.000 metri quadrati, è caratterizzato da una pianta rettangolare articolata su quattro cortili interni. La sua facciata monumentale, lunga oltre 200 metri, colpisce per la sua armonia e il sapiente uso di elementi decorativi, come lesene, paraste e timpani. All'interno, la Reggia vanta oltre 1.200 stanze, riccamente decorate con affreschi, stucchi e sculture di pregio, opera di artisti rinomati come Francesco De Mura, Pietro Bianchi e Gaetano Callani. Tra gli ambienti più suggestivi, si annoverano l'Appartamento Reale, con la sua Sala del Trono, la Cappella Palatina e la Biblioteca, e l'Appartamento Nuovo, dove spicca la Sala del Presepe con la sua straordinaria opera in miniatura. Degno di nota è anche il Teatro di Corte, considerato uno dei più belli d'Europa per la sua perfetta acustica e gli sfarzosi decori. Il parco Ma la vera perla della Reggia di Caserta è il suo immenso parco, che si estende per oltre 120 ettari. Ispirato alle grandi residenze reali europee, come Versailles e la Granja de San Ildefonso, il parco vanta una complessa articolazione di fontane, giochi d'acqua, statue, aiuole e boschetti, creando un'atmosfera di suggestiva bellezza. Tra i punti di maggior interesse, figurano la Cascata Grande, il Giardino Inglese, il Bosco Vecchio e la Peschiera. La Reggia di Caserta, con il suo Palazzo, il parco e le numerose collezioni d'arte, è stata dichiarata Patrimonio dell'Umanità dall'UNESCO nel 1997. Oggi, questo complesso monumentale rappresenta una delle mete turistiche più ambite in Campania, attirando visitatori da tutto il mondo. Foto di alex1965 da Pixabay Read the full article
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lamilanomagazine · 7 days
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Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura
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Sicilia: Notte europea dei musei, la Regione ha aperto i luoghi della cultura. Si è tenuto l'appuntamento con la "Notte europea dei musei". L'iniziativa nasce con il patrocinio dell'Unesco, del Consiglio d'Europa e dell'Icom (International council of museums) per incentivare e promuovere la conoscenza del patrimonio artistico e culturale nazionale ed europeo. Musei, parchi archeologici e siti storici della Regione hanno aperto le porte, al costo simbolico di un euro, offrendo visite guidate, mostre speciali, performance artistiche, laboratori per bambini e tanto altro. Un'opportunità unica per esplorare le collezioni permanenti e le esposizioni temporanee, arricchendo così la propria conoscenza dell'arte e della storia siciliana. Partita da Palermo, sono state aperte le porte il Museo Archeologico Salinas (ore 19-23) con percorsi guidati e con visita al cantiere aperto di restauro della statua di "Diana cacciatrice"; il Museo d'arte contemporanea a Palazzo Belmonte Riso con visite guidate alla scoperta di sessant'anni di storia dell'arte da Jannis Kounellis, Richard Long, Christian Boltanski, ai siciliani Carla Accardi, Pietro Consagra, Antonio Sanfilippo e Emilio Isgrò; il Villino Florio e il Villino Favaloro e, ancora, il Centro regionale progettazione e restauro, che ha aperto la propria sede di Palazzo Montalbo, con laboratori di diagnostica e di restauro, oltre che alla biblioteca. Nella provincia, hanno aperto il Parco archeologico di Himera, Solunto e Monte Iato con l'Antiquarium e il museo Pirro Marconi di Himera, l'Antiquarium di Solunto, quello di Monte Iato, il Museo archeologico della Valle dell'Eleuterio a Marineo, le Terme arabe a Cefalà Diana. Ad Agrigento ha aderito il Museo archeologico regionale Pietro Griffo: ha ospitato un inedito percorso teatralizzato con i ragazzi del liceo classico Empedocle di Agrigento che ha come filo conduttore il mito di Achille e Pentesilea, tra Eros e Thanatos; in provincia, il Museo archeologico della Badia di Licata, con un laboratorio per i piccoli ispirato al ricchissimo patrimonio di vasi preistorici ed uno spettacolo "Il tesoro dal passato. A Caltanissetta sono state organizzate visite al Museo archeologico di Marianopoli e all'area archeologica delle Mura Timolontee di Gela dove sarà possibile assistere a rappresentazioni teatrali itineranti sulla storia della città. A Catania c'è stata un'apertura straordinaria del Teatro Antico e di Casa museo Giovanni Verga, con una visita condotta dallo storico dell'arte Gaetano Bongiovanni sul tema "Giovanni Verga e Catania". In provincia, ha partecipato all'iniziativa anche il Museo della ceramica di Caltagirone e il Museo archeologico di Centuripe. Nell'Ennese ha aderito all'iniziativa la Villa romana del Casale a Piazza Armerina. A Messina ha aperto il Museo regionale; nella provincia, invece, visite all'Antiquarium di Milazzo, all'area archeologica di Tindari, alla Villa romana di Patti, alle Terme romane di Bagnoli a Capo d'Orlando ed ancora all'area archeologica di Halaesa Arconidea a Tusa. Nel Ragusano sono state organizzate visite serali al complesso monumentale ex Convento della croce a Scicli, al Museo archeologico regionale di Camarina, al Museo archeologico Ibleo di Ragusa e al Parco della Forza di Ispica. In provincia di Trapani hanno aderito il Parco archeologico Lilibeo di Marsala, con un programma che ha previsto una conversazione sul tema "La poesia come presente alternativo", mentre, la visita al museo è stata accompagnata da performance musicali.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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bergamorisvegliata · 26 days
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I LUOGHI DELL'ANIMA
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Isola Bella
Ci sono voluti quasi quattrocento anni e il lavoro di squadra di centinaia di architetti, ingegneri, stuccatori, pittori ed ebanisti per dar luogo alla straordinaria trasformazione dell’Isola Bella da scoglio in luogo di delizie.
Fino al 1630 l’isola Bella era uno scoglio abitato da pescatori, con due piccole chiese e qualche orto. I Borromeo, già proprietari dell’Isola Madre dal 1501, dal primo ventennio del Seicento con Giulio Cesare III e Carlo III concentrano i propri interessi sull’isola, dando avvio al grandioso progetto che porterà alla creazione del Palazzo e del giardino.
Questo intento verrà portato avanti, ampliato e definito da Vitaliano VI a tutti gli effetti considerato il fondatore dell’Isola Bella. I lavori che hanno portato all’attuale assetto si susseguono senza interruzione anche successivamente durante tutto il Settecento e l’Ottocento, fino ad arrivare al 1948 quando con Vitaliano IX Borromeo vengono costruiti il Salone Nuovo, la facciata settentrionale e il grande molo.
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COSA VEDERE
Palazzo Borromeo
Il Barocco nella sua massima espressione
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Un affascinante percorso tra arte e storia accompagna nelle oltre 20 sale. Cuore di Palazzo Borromeo, la Galleria Berthier è un mosaico di oltre 130 quadri che include capolavori e alcune copie di grandi maestri del passato del calibro di Raffaello, Correggio, Tiziano, Guido Reni – prassi ricorrente nelle collezioni nobiliari dell’epoca. Ambienti unici sono la Sala del Trono, la Sala delle Regine, il Salone degli Arazzi e le Grotte, nate per stupire gli ospiti trasportandoli in un magico mondo marino.
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...e qui ci fermiamo, invitando a consultare il seguente link per scoprire le bellezze dell'Isola Bella:
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progetto-geografia · 28 days
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Pechino
Iniziamo dicendo che il Mandarino è la lingua ufficiale di tutta la Cina.
Si trova 12 ore di volo da noi ed è 8 ore in avanti nel fuso orario.
Cosa dire per rappresentarlo meglio?
Le festività ovvio, le più importanti che si svolgono a Pechino seguono il calendario lunare tradizionale. La festa più sentita è sicuramente il Capodanno Cinese, anche detta Festa della Primavera, che cade tra la fine di giugno e la metà di febbraio e dura ben tre giorni.
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Due settimane dopo la sua conclusione si tiene il Festival delle Lanterne, che è caratterizzato proprio da una grande partecipazione popolare: migliaia di persone camminano di notte per le strade di Pechino portando in mano lanterne dai colori sgargianti.
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Altre due feste molto sentite sono la Giornata della Pulizia dei Sepolcri,che corrisponde alla nostra Festa dei Morti.
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Il Festival di metà autunno,noto anche come Festival della Luna. La prima festa prevede la visita ai propri defunti nei cimiteri e la distruzione del “denaro fantasma”, bruciato in quanto non più utilizzabili dai defunti nell’aldilà.
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La seconda festa, invece, è caratterizzata dalla condivisione dei gustosi dolci della luna (biscotti ripieni di pasta di loto) e si svolge tra settembre e ottobre. Da non perdere anche gli spettacoli teatrali e le acrobazie che si svolgono tutto l’anno.
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Cosa vedere a Pochino? Dei consigli?
1) Cittá proibita
2) La grande muraglia
3 ) National museum of China
4 ) La Torre della campana e la Torre del Tamburo
5 ) Palazzo d’estate
6 ) La via Sacra delle tombe dei Ming
1 cittá proibita
Situata nel cuore di Pechino e incastonata fra i Giardini Imperiali e Prospect hill (una collina artificiale che offre una vista mozzafiato sulla stessa), la Città Proibita rappresenta uno dei palazzi imperiali meglio conservato in Cina. Questo complesso di palazzi, cortili ed edifici, costruiti e posizionati secondo un preciso schema, e ognuno con il proprio rappresenta la massima espressione dell'architettura popolare cinese.
E' stata abitata per quasi cinquecento anni esclusivamente dagli imperatori e dalle loro famiglie: dinastia Ming (1368-1644), dinastia Qing (1644-1911). La Città Proibita venne poi aperta al pubblico solo a partire dal 1949.
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2 La grande muraglia
Non si trova direttamente a Pechino, ma a oltre 40 km dal centro. E' considerata uno dei più importanti simboli della tradizione popolare cinese e una delle sette meraviglie del mondo: stiamo parlando della Grande Muraglia cinese.
Inserita fra i patrimoni dell'umanità UNESCO, fu costruita in soli dieci anni dal generale Meng Tien nel 221 a.C., come linea strategica di difesa. Si estende per migliaia di chilometri, circondata dal verde della giungla: dalle montagne della Corea fino al deserto del Gobi. Conosciuta dagli occidentali solo alla fine dell'XIII secolo, grazie alle descrizioni dei primi viaggiatori, la Grande Muraglia è una tappa obbligata in un viaggio a Pechino.
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3 National Museum of China
Considerato il tempio della storia e della cultura cinese, il National Museum of China è uno dei più grandi al mondo. Imponente e maestoso, racconta grazie alle tante sale e collezioni presenti all'interno, ben cinquemila anni di storia: dalle mostre di antichi e preziosi manufatti risalenti al Neolitico fino alle mostre d'arte contemporanea. Costellato da ritratti di Buddha e di Mao, questo museo è una sintesi di storia e politica, riguardanti le varie dinastie che si sono susseguite.
Alcune fra le attrattive più curiose presenti al suo interno sono: gli incisivi di un homo Erectus, l'"Uomo di Yuanmou", un vestito funerario cerimoniale in giada, risalente alla Dinastia Han, e un antico vaso in bronzo, chiamato Simuwu Ding.
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4 La Torre della campana e la Torre del Tamburo
Posizionate l'una di fronte all'altra, in uno degli hutong storici, le Torri della Campana e del Tamburo rappresentano due dei simboli più importanti di Pechino. Furono erette durante la dinastia Ming e anticamente venivano utilizzate per scandire il tempo, grazie ai venticinque tamburi contenuti nella Torre del Tamburo e alla campana di bronzo nell'altra. L'alba veniva infatti annunciata dalla campana, il tramonto dal tamburo. Dopo l'abbandono della città proibita, le torri non vennero più usate per scandire il tempo, tuttavia i tamburi suonano ancora oggi per quindici minuti, quattro volte al giorno. La campana, invece, tace dal 1924.
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5 palazzo d’estate
Situato a circa 15 km nord-ovest da Pechino, il Palazzo d'Estate fu costruito nel 1750, durante la dinastia Qing, come residenza estiva degli imperatori. Leggende narrano che l'imperatrice vedova Cixi ne fece per molti anni la sua dimora, dandovi luogo a eccessi e sregolatezze.
Nel 1998 è stato dichiarato Patrimonio Mondiale dell'Umanità UNESCO. Il suo giardino, che si estende su una superficie di circa 290 ettari, è una delle massime espressione dell'antica arte paesaggistica cinese ed è oggi considerato uno dei meglio conservati dell'intera Cina. Elementi centrali nella composizione del giardino sono il Lago di KunMing e la vicina Collina della Longevità. Presso questi vi è anche un vasto repertorio di architetture che comprendono edifici di notevole valore artistico.
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6 La via Sacre delle tombe dei Ming
Lungo circa 7 km, a nord-ovest di Pechino, questo viale veniva percorso dal corteo funebre in occasione della morte degli imperatori. La via termina nel cimitero imperiale, costeggiato su tre lati da montagne, che custodisce al suo interno tredici mausolei: uno per ogni imperatore della dinastia Ming lì sepolto, insieme a imperatrici, concubine, principi e principesse.
All'interno del cimitero sono presenti ben 36 sculture in marmo bianco di Pechino, scolpite nel 1435: 24 animali e 12 figure umane, secondo l'antica tradizione di erigere una scultura davanti all'ingresso delle tombe imperiali, iniziata sotto la dinastia Qing. Lo scopo di ogni statua era quello di proteggere il sonno eterno degli imperatori.
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Cosa mangiare di tradizionale?
Anatra alla Pechinese
Dim Sum
Jiaozi
Hot Pot
Pollo Gongbao
Spaghetti con salsa di soia
Chuan
Tang hu lu
Torta lunare (Moon Cake)
Tè cinese
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mishimamiravenecia · 1 month
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PALAZZO PISANI MORETTA, s.XV.
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(Español / English / Italiano)
El edificio se construyó en la segunda mitad del siglo xv, por lo que se lo considera tardo-gótico. En 1629 fue residencia de una rama de la familia patrícia de los Pisani, en concreto de los Pisani Moretta,Francesco Pisani Moretta, último descendiente varón de la familia, cedió en herencia la propiedad a su hija Chiara en 1737.
Siendo Chiara propietaria se realizaron numerosas reformas, entre ellas la substitución de la primitiva escalera exterior por una escalinata interior, realizada por Andrea Tirali, y la decoración de las estancias con frescos pintados por los artistas en boga del momento. En el interior, remodelado con elementos barrocos y neoclásicos, destaca la primera planta principal, organizada en torno a una gran sala de recepción de cerca de 24 metros de longitud decorada con frescos de Jacopo Guarana y que presenta salas laterales, en dos de las cuales hay obras de Giovanni Battista Tiepolo y de Pietro Longhi.A lo largo del tiempo, el palacio ha ido pasando por diferentes manos, todas ellas vinculadas a las familias originarias, las cuales acogieron como invitados a personajes históricos como Josefina de Beauharnais o José II del Sacro Imperio Romano Germánico. Gracias a las restauraciones de los últimos tiempos y a la recuperación de sus colecciones artísticas y mobiliario original, el palacio Pisani ha vuelto a adquirir parte del esplendor del que durante siglos fue objeto.
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The building was constructed in the second half of the 15th century, it is considered to be late Gothic. In 1629 it was the residence of a branch of the Pisani patrician family, specifically of the Pisani Moretta, Francesco Pisani Moretta, the last male descendant of the family, bequeathed the property to his daughter Chiara in 1737.
During Chiara's ownership, numerous alterations were carried out, including the replacement of the original external staircase with an internal staircase by Andrea Tirali, and the decoration of the rooms with frescoes painted by the artists in vogue at the time. The interior has been remodelled with baroque and neoclassical elements, and the first floor is the main floor, organised around a large reception room about 24 metres long, decorated with frescoes by Jacopo Guarana and with side rooms, two of which contain works by Giovanni Battista Tiepolo and Pietro Longhi.Over the years, the palace has passed through different hands, all of them linked to the original families, who welcomed as guests historical figures such as Josephine of Beauharnais or Joseph II of the Holy Roman Empire. Thanks to recent restorations and the recovery of its artistic collections and original furnishings, Palazzo Pisani has regained some of the splendour it enjoyed for centuries.
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L'edificio fu costruito nella seconda metà del XV secolo ed è quindi considerato tardo gotico. Nel 1629 era la residenza di un ramo della famiglia patrizia Pisani, la famiglia Pisani Moretta. Francesco Pisani Moretta, ultimo discendente maschio della famiglia, lasciò la proprietà in eredità alla figlia Chiara nel 1737.
Durante la proprietà di Chiara furono eseguiti numerosi interventi, tra cui la sostituzione della scala esterna originale con una scala interna di Andrea Tirali, e la decorazione delle sale con affreschi realizzati dagli artisti in voga all'epoca. L'interno è stato rimodellato con elementi barocchi e neoclassici, e il primo piano è quello principale, organizzato intorno a un grande salone di rappresentanza lungo circa 24 metri, decorato con affreschi di Jacopo Guarana e con sale laterali, due delle quali contengono opere di Giovanni Battista Tiepolo e Pietro Longhi.Nel corso degli anni, il palazzo è passato attraverso diverse mani, tutte legate alle famiglie originarie, che hanno accolto come ospiti personaggi storici come Giuseppina di Beauharnais o Giuseppe II del Sacro Romano Impero. Grazie ai recenti restauri e al recupero delle collezioni artistiche e degli arredi originali, Palazzo Pisani ha riacquistato parte dello splendore di cui ha goduto per secoli.
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sounds-right · 1 month
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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fashionbooksmilano · 1 year
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Raoul Dufy Il pittore della gioia
a cura di Sophie Krebs con Nadia Chalbi
Skira, Milano 2022, 248 pagine,  24 x 28cm, Cartonato, Bilingue Italiano Inglese, ISBN  9788857248974
euro 37,00
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Mostra Roma, Palazzo Cipolla,dal 14 Ottobre 2022 al 26 Febbraio 2023
La vita e l'opera dell’artista francese, pittore e scenografo. Autore di opere monumentali come La Fata Elettricità (un murale di oltre 60 metri di lunghezza per 10 di altezza, composto da 250 pannelli dipinti a olio, commissionatogli per il Padiglione francese dell’Esposizione Universale del 1937 a Parigi), Dufy fu un grande pittore, scenografo e disegnatore francese di inizio ’900 che, per la sua capacità di catturare le atmosfere, i colori e l’intensità della luce e a trasferirli sulle sue tele, divenne – per antonomasia – il pittore della gioia e della luce.Lo stile dell’artista, colorista nato, è caratterizzato da una tavolozza vivace e sconfinata e da un disegno libero e morbido, dominato dagli arabeschi e dalle curve che lo rendono così incantevole. Il rapporto al contempo audace e delicato istituito tra colore e disegno costituisce il maggiore contributo di Dufy alla pittura moderna. Con oltre 160 opere tra dipinti, disegni, ceramiche e tessuti tratti dalla poliedrica produzione di Dufy e provenienti da rinomate collezioni pubbliche e private francesi (tra gli altri, il Musée d’Art Moderne de la Ville de Paris che conserva di Dufy una delle più ricche collezioni, dal Centre Pompidou, Palais Galliera, il Musée des Tissus et des Arts Décoratifs di Lione, il Musée des Beaux-Arts Jules Chéret di Nizza, il Musée Royaux des Beaux-Arts de Belgique di Bruxelles), il volume racconta la vita e l’opera di un artista con lo sguardo sempre rivolto alla modernità, pervaso da una vivacità che ha saputo adattare a tutte le arti decorative, contribuendo a cambiare il gusto del pubblico. Pubblicato a corredo della prima grande retrospettiva a lui dedicata in Italia, Raul Dufy. Il pittore della gioia è un viaggio emozionale attraverso i temi prediletti dall’artista, dove le sensazioni visive ridotte all’essenza della realtà, l’utilizzo della composizione, della luce e del colore sono gli elementi emblematici che caratterizzano le sue opere. Un excursus che trova il suo leitmotiv nella violenza cromatica, nella magia di quel colore che diventa elemento indispensabile per la comunicazione di emozioni e stati d’animo.
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13/02/23
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michelangelob · 16 days
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Ludovico e Annibale Carracci: Tesori d'Arte Antica a Bologna
Apre al pubblico la nuova mostra  Ludovico e Annibale Carracci. Storie antiche per due camini bolognesi nella collezione Michelangelo Poletti, a cura di Angelo Mazza, presentata dai Musei Civici d’Arte Antica del Settore Musei Civici Bologna. Allestita nella Sala Urbana delle Collezioni Comunali d’Arte a Palazzo d’Accursio, l’esposizione inaugura sabato 18 maggio alle ore 18.00, con apertura…
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tarditardi · 1 month
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Il 25 aprile apertura straordinaria e visita guidata gratuita per la mostra "Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli" a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani
Dopo l’interesse e il successo del pubblico per le precedenti visite guidate della mostra “Elogio della composizione. La fotografia di Giuseppe Cavalli”, in occasione della Festa della Liberazione del 25 aprile si replica. Ci sarà la possibilità di vedere, a partire dalle ore 11:15, l’esposizione inaugurata lo scorso 26 marzo a Palazzo delle Arti Beltrani a Trani (BT), con una guida d’eccezione e senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto d’ingresso.
L’allestimento, con 82 foto tra ritratti, paesaggi, nature morte, di cui 32 vintage, è in collaborazione con l’Archivio Eredi Giuseppe Cavalli e con il contributo di Alessia Venditti, dottoranda di ricerca UNIUD (Università degli Studi di Udine), curatrice del progetto di riordino dell’Archivio Cavalli.
L’esposizione fotografica dedicata alle opere di Cavalli, nato 120 anni fa nella città di Lucera,sarà accoltadalle sale del piano nobiliaredel Centro Culturale Polifunzionale della Città di Trani fino al 31 maggio 2024. Il progetto di Palazzo Beltrani, eccezion fatta per le esposizioni tenutesi nella natia Lucera, è la prima esposizione che omaggia Giuseppe Cavalli in Puglia dopo 41 anni.
Giuseppe Cavalli è un artista prestigioso e acuto critico di punta del dopoguerra italiano, caposcuola dell’high-key (espressione adoperata in fotografia come sinonimo di toni alti per indicare il carattere delle foto che presentano per lo più tonalità molto chiare, prossime al bianco, fonte Treccani) e promotore culturale con altri protagonisti del suo tempo. Attraverso le pagine della rivista Ferrania ha contribuito a elevare questa arte, anche con il volume “8 fotografi italiani di oggi” e la promozione del movimento La Bussola accanto ai valenti colleghi Finazzi e Leiss, Lerder e Veronesi. Con una raccolta di oltre ottanta opere, l’esposizione vuole ripercorrere le tappe fondamentali della sua esperienza artistica tra produzione fotografica e critica arguta.
«Quel che soltanto importa è che l’opera, qualunque sia il soggetto, abbia o meno raggiunto il cielo dell’arte: sia bella o no. Dire: basta coi nudi; niente più natura morta e così via è, come ognun comprende, un errore estetico di evidenza palmare. Non si vuol con questo disconoscere l’utilità nel campo pratico del documento fotografico e com’esso sia vitale per la cronaca e il ricordo dei tempi. Ma il documento non è arte, e se lo è, lo è indipendentemente dalla sua natura di documento […]. Valga la serietà dei nostri intenti a cattivarci simpatia e stima di quanti credono, come noi, alle splendide possibilità della fotografia nel largo campo dell’arte. Ove, se per la sua relativamente giovine età muove ancora i primi passi, è pur certo che troverà col tempo, per l’amore di chi la coltiva credendo in essa, quella universale dignità di considerazione a cui ha diritto». Fonte: G. Cavalli, M. Finazzi. F. Leiss, F. Vender. L. Veronesi, Manifesto de La Bussola in “Ferrania” 1947, p. 5. 1
I posti per la visita guidata (senza costi aggiuntivi rispetto al biglietto) nella giornata di giovedì 25 aprile sono limitati, è consigliata la prenotazione (tel: 0883 500044, info).
Con il ticket di ingresso alla mostra sarà possibile visitare anche le collezioni custodite a Palazzo Beltrani e la Pinacoteca “Ivo Scaringi“.
Orari di visita: dal martedì alla domenica con orario continuato dalle 10,00 alle 18,00, ultimo ingresso alle ore 17:00. Giorno di chiusura: lunedì. Apertura straordinaria per il 25 aprile con orario continuato, dalle ore 10:00 alle 18:00 (ultimo accesso ore 17.00). Biglietto d’ingresso: 6,00 euro ticket intero, 4,00 euro ticket ridotto (per minori, studenti, docenti, soci FIAF-Federazione Italiana Associazioni Fotografiche e over 65).
L’intera programmazione 2024 gode dei patrocini della Città di Trani – assessorato alle Culture; Regione Puglia – Dipartimento Turismo, Economia della Cultura e valorizzazione del Territorio; PACT Polo Arti Cultura Turismo Regione Puglia; TPP Teatro Pubblico Pugliese; Associazione delle Arti ETS; Festival internazionale di Andria Castel dei Mondi.
Info Palazzo delle Arti Beltrani, via Beltrani 51 Trani: tel: 0883 500044, info
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ristorantequid · 1 month
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Cosa vedere a Matera nel centro storico: una guida completa
Il centro storico di Matera è un vero e proprio tesoro ricco di storia e cultura, che va oltre i famosi rioni dei Sassi. In questa guida ti condurremo in un viaggio attraverso le strade e le piazze di Matera, svelandoti i suoi tesori nascosti e le sue attrazioni meno conosciute.
Piazza del Liceo e Palazzo Lanfranchi: un tuffo nella storia
Il cuore del Piano
Partiamo da Piazzetta Giovanni Pascoli, conosciuta anche come “Piazza del Liceo”, che ospita Palazzo Lanfranchi, un’imponente costruzione del XVII secolo. Oggi il palazzo ospita il Museo Nazionale d’Arte medievale e moderna della Basilicata dove ammirare una vasta collezione di opere d’arte, tra cui dipinti della scuola napoletana e capolavori di Carlo Levi, come il famoso pannello “Lucania ’61”, lungo 18 metri.
Il Museo Archeologico Nazionale
Proseguendo lungo via Ridola, è possibile raggiungere il Museo Archeologico Nazionale, situato nell’ex convento barocco di Santa Chiara. Fondato nel 1911, il museo conserva reperti significativi del territorio materano e lucano, offrendo una straordinaria testimonianza delle stratificazioni storiche della regione, dal Paleolitico ai giorni nostri.
Piazza del Sedile: il crocevia dei Sassi
Il cuore politico ed economico
Piazza del Sedile è stata il fulcro politico ed economico di Matera nel XVI secolo, sede del Palazzo del Sedile, l’antico municipio. Oggi, il palazzo ospita il Conservatorio di musica intitolato al compositore Egidio Romualdo Duni. Da qui, è possibile ammirare lo spettacolare panorama dei rioni Caveoso e Barisano, che si ergono ai lati della piazza.
Piazza Duomo e la Cattedrale di Matera
Un capolavoro romanico-gotico
Percorrendo via Duomo, si arriva in Piazza Duomo, dominata dalla maestosa Cattedrale di Matera, costruita nel XIII secolo in stile romanico-gotico. L’interno della cattedrale è un vero scrigno di tesori artistici, con affreschi medievali, altari barocchi e la famosa “cappella del presepe”, che ospita un presepe in pietra del XVI secolo realizzato dall’artista Altobello Persio di Montescaglioso.
Il museo Diocesano
Accanto alla cattedrale, si trova il Museo Diocesano inaugurato nel 2011 e dedicato all’arte sacra. Tra le sue collezioni spiccano gli argenti provenienti dal tesoro della cattedrale, che raccontano la ricca tradizione religiosa di Matera.
Piazza Vittorio Veneto: il salotto della città
Una vista mozzafiato sul panorama lucano
Piazza Vittorio Veneto è la piazza principale di Matera, da cui si gode una vista spettacolare sui rioni Sassi e sulla Civita. Da qui, è possibile visitare il Palombaro lungo, un enorme serbatoio d’acqua scavato nella roccia, e immergersi nella vivace atmosfera dei negozi e dei ristoranti lungo via delle Beccherie.
Belvedere Guerricchio
Non dimenticare di visitare il belvedere Guerricchio, da cui ammirare il suggestivo panorama del Sasso Barisano e della Civita, soprattutto al tramonto, quando i colori caldi accendono le antiche facciate di pietra.
Chiesa di San Giovanni Battista: un gioiello nascosto
Arte e storia
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Ristorante Quid a Matera
Se stai pianificando di visitare Matera, non perdere l’occasione di gustare un pranzo presso il Ristorante Quid. Situato nel cuore dei suggestivi Sassi di Matera, offre una cucina raffinata che promette un’esperienza sensoriale completa. Abbinamenti innovativi, menù raffinato, atmosfera incantevole e ricerca dell’eccellenza culinaria rendono questo ristorante una tappa imperdibile durante la tua visita a Matera.
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