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#16 ottobre 1943
pietroalviti · 7 months
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16 ottobre 1943, Piazza Giudia - Sergio Zavoli insegna come si racconta la storia
Il magistrale racconto filmico con cui Sergio Zavoli raccontò la razzia al Ghetto, nel 1963, intervistando i testimoni e le vittime.
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naturalistadibordo · 7 months
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fridagentileschi · 1 year
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LE FOIBE: UNO DEI TANTI ORRORI COMUNISTI
Pur condannando l’orrore – e non potrebbe essere altrimenti – di quanto di inumano e inconcepibile avvenne dal 1943 al ’45 nelle martoriate città agli estremi confini della nostra penisola, vorrei porre l’attenzione ancora una volta su alcune delle figure femminili, vittime tra le vittime. E non per preferenza sommaria verso un genere, ma per portare a conoscenza alcune delle innumerevoli storie in cui, per la sola colpa di essere donne, si muore più volte; e per dare loro un volto, uno fra le migliaia, restituendo una piccola parte di quella dignità rubata, saccheggiata, depredata, così come lo furono i loro corpi: carne da macello, scettro di un delirio di onnipotenza maschile, in guerra come in pace.
Norma Cossetto,nella foto, studentessa universitaria istriana, fu torturata, violentata e gettata in una foiba ancora viva. È stata uccisa dai partigiani di Josip Broz, meglio conosciuto come Maresciallo Tito, nella notte tra il 4 e il 5 ottobre 1943.
Altra triste fine fu quella delle tre sorelle Radecchi: Fosca, Caterina e Albina, tutte gettate nelle foibe dopo aver subito le stesse violenze di Norma e di chissà quante altre donne rimaste senza nome. Un triplice omicidio raccapricciante di tre giovanissime innocenti di 16, 19, 21 anni. Lavoravano in una fabbrica di Pola e furono soggette a trattamenti disumani per giorni. Albina era anche prossima a partorire ma non le fu risparmiata nessuna sevizia. Vennero infoibate ancora vive e forse raggiunte dai vari proiettili che venivano scaricati nelle fosse per assicurarsi della morte delle vittime.
A Rosa Petrovic fu riservato un trattamento speciale aggiuntivo, strappandole gli occhi dalle orbite.
C'e' ancora chi separa il nazismo dal comunismo. Invece sono due facce della stessa medaglia. Ha giovato al nazismo la contrizione del nome, cominciamo a chiamarlo nazionalSOCIALISMO, forse qualcuno si sveglia..che siano stati antagonisti nemmeno vuol dir nulla...anche cattolicesimo e protestantesimo lo sono stati...
Rosso e nero sono due colori forti.. due colori duri..rosso e' il colore del sangue e nero del sangue pesto...l'ideologia e' la stessa: odio contro l'umanita'. Nessuno stupore che ambedue difendano l' islam e lo appoggino visto che li lega l' odio contro le donne e quindi l'odio contro la vita. Pretendiamo che vengano considerati apologia di reato!
In memoria delle vittime.
Glielo dobbiamo.
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occhietti · 2 years
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È il 16 ottobre del 1943,
il "sabato nero" del ghetto di Roma.
Alle 5.15 del mattino le SS invadono le strade del Portico d'Ottavia e rastrellano 1024 persone, tra cui oltre 200 bambini.
Due giorni dopo, alle 14.05 del 18 ottobre, diciotto vagoni piombati partiranno dalla stazione Tiburtina. Dopo sei giorni arriveranno al campo di concentramento di Auschwitz in territorio polacco.
Solo quindici uomini e una donna (Settimia Spizzichino) ritorneranno a casa dalla Polonia. Nessuno dei duecento bambini è mai tornato…
- "La resistenza silenziosa. Leggi razziali e occupazione nazista nella memoria degli ebrei di Roma" a cura di Marco Impagliazzo, Guerini e Associati, 1997
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16 aprile 1927: nasce Joseph Alois Ratzinger a Marktl am Inn, Germania, ultimo dei tre figli di Joseph e Maria Ratzinger.
1943-1945: Assistente nella difesa antiaerea della Germania e soldato di fanteria;  imprigionato nel 1945 nel campo di prigionia americano a Neu-Ulm.
29 giugno 1951: ordinato sacerdote insieme al fratello Georg Ratzinger a Frisinga.
1969-1977: Professore all'Università di Ratisbona.
25 marzo 1977: nominato arcivescovo di Monaco e Frisinga.
27 giugno 1977: creato cardinale da papa Paolo VI.
25 novembre 1981: Nominato Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede da Papa Giovanni Paolo II;  assume l'incarico nel marzo 1982.
2 aprile 2005: muore Papa Giovanni Paolo II.
8 aprile 2005: da decano del collegio cardinalizio, Ratzinger presiede i funerali di Giovanni Paolo II.
19 aprile 2005: eletto 265esimo papa in uno dei conclavi più veloci della storia.  Scegliendo il nome Benedetto XVI, dice di essere solo un “semplice, umile lavoratore nella vigna del Signore”.
24 aprile 2005: insediatosi come papa con la messa.
18-21 agosto 2005: Primo viaggio all'estero, alla Giornata Mondiale della Gioventù a Colonia, Germania.
24 settembre 2005: incontro con il teologo dissidente Hans Kung nella residenza estiva papale.
25 dicembre 2005: Firma della prima enciclica “Dio è amore”.  Rilasciato il 25 gennaio 2006
28 maggio 2006: durante un viaggio in Polonia visita il campo di concentramento di Auschwitz.
12 settembre 2006: durante una visita in Germania, tiene un discorso all'Università di Ratisbona che fa infuriare i musulmani;  citando un imperatore bizantino che caratterizzò alcuni degli insegnamenti del profeta Maometto come "malvagi e disumani", in particolare "il suo comando di diffondere la fede con la spada".
16 aprile 2007: Primo volume di “Gesù di Nazaret” completato nel giorno del suo 80° compleanno.  Rilasciato il 13 aprile.
27 maggio 2007: firma una lettera ai cattolici cinesi, esortandoli a unirsi sotto la sua autorità.  Pubblicato il 30 giugno.
7 luglio 2007: Rimosse le restrizioni sulla celebrazione della vecchia Messa in latino come gesto importante per i cattolici tradizionali.
20 aprile 2008: durante una visita negli Stati Uniti, prega per le vittime degli attacchi dell'11 settembre 2001 a ground zero.
19 luglio 2008: durante la visita in Australia per la Giornata Mondiale della Gioventù, incontra le vittime di abusi sessuali da parte di sacerdoti e durante una messa si scusa per le loro sofferenze.
21 gennaio 2009: revoca la scomunica del vescovo che nega l'Olocausto Richard Williamson e di altri tre vescovi ultra tradizionalisti della Fraternità San Pio X, suscitando indignazione.  Decreto rilasciato il 24 gennaio.
10 marzo 2009: riconosce gli errori del Vaticano nell'affare Williamson, afferma che il Vaticano deve fare un uso migliore di Internet per prevenire future controversie.  Lettera pubblicata il 12 marzo.
17 marzo 2009: in viaggio verso il Camerun, racconta ai giornalisti a bordo dell'aereo papale che i preservativi non sono la soluzione all'Aids e possono peggiorare il problema, suscitando critiche diffuse.
11 maggio 2009: durante una visita in Terra Santa, depone una corona al memoriale di Yad Vashem a Gerusalemme, afferma che le vittime dell'Olocausto "hanno perso la vita ma non perderanno mai il loro nome".
29 giugno 2009: firmata la terza enciclica “La carità nella verità”.  Rilasciato il 7 luglio 2009.
17 luglio 2009: si rompe il polso destro in autunno a tarda notte nella casa delle vacanze estive.
20 ottobre 2009: il Vaticano annuncia che il papa sta facilitando la conversione in massa degli anglicani al cattolicesimo.
19 marzo 2010: rimprovera i vescovi irlandesi per “gravi errori di giudizio” nella gestione degli abusi sessuali da parte del clero, ma non fa menzione della responsabilità del Vaticano nella lettera ai fedeli irlandesi.  Rilasciato il 20 marzo.
28 febbraio 2013: partenza dalla Città del Vaticano in elicottero diretto a Castel Gandolfo, dove inizia il suo ultimo viaggio da “semplice pellegrino”.
23 marzo 2013: Riceve a pranzo Papa Francesco a Castel Gandolfo;  i due uomini pregano fianco a fianco e Francesco insiste: “Siamo fratelli”.
28 aprile 2014: si unisce a Francesco sull'altare per canonizzare San Giovanni Paolo II e San Giovanni XXIII, la prima volta che un papa regnante e uno in pensione celebrano insieme la Messa.
11 aprile 2019: in un saggio, incolpa lo scandalo degli abusi sessuali del clero sulla rivoluzione sessuale degli anni '60 e sull'assenza di Dio.
Gennaio 2020: Contribuisce a un libro che riafferma il celibato per i sacerdoti in un momento in cui Francesco stava considerando un'eccezione, suscitando richieste di regole che governino i futuri "papi emeriti"
8 febbraio 2022: chiede perdono per eventuali "colpe gravi" nel trattamento dei sacerdoti di Monaco, ma nega illeciti personali o specifici.
28 dicembre 2022: Papa Francesco annuncia che Benedetto è “molto malato”, chiede preghiere speciali e lo visita a casa sua.
31 dicembre 2022: Benedetto muore alle 9:34 nella sua casa nei Giardini Vaticani all'età di 95 anni.
Curiosità:
-Sa come far volare un elicottero ma non sa guidare una macchina
-Conosce 7 lingue
-Parla fluentemente il tedesco, l’inglese, l’italiano, il francese, lo spagnolo, il latino
-Gli piace prendersi cura dei gatti randagi
-Per molto tempo è stato un amante di cani e gatti
-E’ il sesto Papa nella storia della Chiesa a rinunciare
-L’ultima rinuncia di un Papa fu quella di Gregorio VII, agli inizi del XIV secolo
-Possiede due peluche che sua madre gli regalò quando era bambino
-Il cibo preferito di Benedetto XVI sono i ravioli di patate bavaresi. Inoltre, nel libro del 2016 "The Vatican Cookbook" scritto da tre guardie svizzere, è stato rivelato che anche a Benedetto XVI piace il Kirschenmichel (NELLA FOTO), un dessert tedesco a base di pane, cannella, chiodi di garofano, vaniglia, mandorle e ciliegie; Maiale al forno con i dumolings (un panino cinese) e insalata di salsiccia di Regensburg. Il fratello Georg ha rivelato che ama lo strudel di mele.
-Predilige te, limonata, la radler (una spuma locale) e da buon tedesco non disdegna la birra "bionda" tedesca.
-Una Birra in suo onore
-Weideneder Brau Vertriebs GmbH, un birrificio a conduzione familiare nella città di Tann, in Germania, ha creato una birra speciale chiamata Pabstbier (Birra del Papa). L’etichetta dice: “Dedicato al Grande Figlio della nostra Patria, Papa Benedetto XVI”
-E' stato ordinato sacerdote nello stesso giorno del fratello
Nel 1947 entro in seminario a Monaco di Baviera, insieme al fratello: entrambi ne uscirono ordinati come sacerdoti il 29 giugno 1951. Il Papa emerito lo ha sempre definito "Il giorno più importante della mia vita".
-Voleva fare l'imbianchino
Ha raccontato suo fratello Georg, che da piccolo, «a Tittmoning Joseph aveva ricevuto la cresima dal cardinale Michael Faulhaber, il grande arcivescovo di Monaco. Ne era rimasto impressionato e aveva detto che sarebbe voluto diventare anche lui cardinale. Ma, solo qualche giorno dopo quell’incontro, osservando il pittore che tinteggiava i muri di casa nostra, disse anche che da grande avrebbe voluto fare l’imbianchino…»
-Fece parte della Gioventù Hitleriana
Dopo i 14 anni, nel 1941, Ratzinger fu iscritto nella Gioventù hitleriana, come previsto dalla legge Gesetz über die Hitlerjugend (Legge sulla gioventù hitleriana), emendata il 6 marzo 1939 e in vigore dal 25 marzo 1939 fino al 1945, che obbligava tutti i giovani di età compresa fra i 14 e i 18 anni ad arruolarvisi. Dopo la chiusura del seminario continuò le sue presenze obbligatorie alla Gioventù hitleriana contro la sua volontà, per non ricevere sanzioni pecuniarie sulle tasse scolastiche del Gymnasium.
-E' stato il primo Papa su twitter
Nel dicembre del 2012 il Vaticano ha annunciato che anche il pontefice era sbarcato sui social network e precisamente su Twitter con l'account @Pontifex. Il suo primo tweet è stato fatto il 12 dicembre col testo: "Cari amici, sono contento di stare in contatto con voi tramite Twitter. Grazie alla vostra generosa risposta. Vi benedico tutti con tutto il mio cuore".
-E' un grande "fan" di Mozart
Benedetto XVI è noto per essere profondamente interessato ed attratto dalla musica classica, oltre ad essere un noto pianista. Il suo compositore preferito è Wolfgang Amadeus Mozart.
Personalità:
la sua personalità è meglio descritta come tranquilla, studiosa e umile.
È un uomo introverso, libresco e gentile.
Religione:
Cristiano cattolico
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lamilanomagazine · 1 month
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Binario della Memoria: a Roma Tiburtina un totem multimediale per ricordare le vittime della Shoah
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Binario della Memoria: a Roma Tiburtina un totem multimediale per ricordare le vittime della Shoah Il binario della Memoria arriva a Roma Tiburtina. Un totem multimediale è stato posizionato al binario 1 della stazione per ricordare oltre mille donne, uomini e bambini di religione ebraica che il 18 ottobre 1943 furono deportati da Roma verso il campo di concentramento di Birkenau. L'inaugurazione è avvenuta oggi, 3 aprile 2024, dal Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, dalla Senatrice della Repubblica Italiana Ester Mieli, dal Presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, dal Sindaco di Roma Roberto Gualtieri, dal Presidente della Comunità Ebraica di Roma Victor Fadlun, dal Presidente della Fondazione Museo della Shoah Mario Venezia e dall’amministratore delegato del Gruppo FS Luigi Ferraris. Un video, realizzato anche con il contributo dell’Istituto Luce - Cinecittà, riporta sul totem la testimonianza di alcuni dei 16 sopravvissuti alla deportazione, 15 uomini e 1 donna, nessun bambino.  La presenza dei totem nelle stazioni, crocevia di culture e luogo di incontro e confronto, rappresenta un monito a non cedere all’indifferenza e un invito alla riflessione per contrastare ogni forma di violenza e discriminazione. Il progetto del binario della Memoria, promosso da Ministero della Cultura, Gruppo FS, Comunità Ebraica di Roma e Fondazione Museo della Shoah, ha preso il via lo scorso anno con il primo totem informativo al Binario 21 della Stazione di Milano Centrale, dal quale tra il 1943 e il 1944 migliaia di ebrei e oppositori politici vennero deportati dai nazifascisti ad Auschwitz-Birkenau, Mauthausen e altri campi di sterminio e di concentramento o di raccolta come Fossoli e Bolzano. “Lo scorso anno, raccogliendo una sollecitazione della Senatrice Liliana Segre, che saluto sempre con grande affetto, abbiamo inaugurato un percorso dedicato alla memoria della Shoah con un totem illustrativo al binario 21 della Stazione centrale di Milano. Oggi aggiungiamo un altro tassello con un totem nel luogo dove, il 18 ottobre 1943, gli ebrei romani furono deportati nei campi di sterminio. Ho più volte ribadito l’unicità, odiosa e tragica, dell’Olocausto riprendendo i concetti di una grande scrittrice quale Hannah Arendt”. Lo ha dichiarato il Ministro della Cultura, Gennaro Sangiuliano, che ha aggiunto: “Il Governo s’è fatto promotore di una legge, approvata all’unanimità dal Parlamento, sul Museo della Shoah che sarà aperto a breve a Roma. La memoria è ancora più rilevante in questo momento storico in cui vediamo riemergere inaccettabili rigurgiti antisemiti”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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agrpress-blog · 4 months
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Da quindici anni la “Fondazione Giuseppe Levi Pelloni”, attraverso l’area didattica, è presente con continuità, con il patrocinio dell'Ucei e in collaborazione con l'Accademia Internazionale Cartagine, nella celebrazione della “Giornata della Memoria”, ricorrenza, istituita con legge dello Stato del 20 luglio 2005, dedicata alle vittime dell'Olocausto e occasione per ricordare tutte le vittime dei totalitarismi del Novecento. La legge, è opportuno ricordare, ha stabilito all’art 1, che “La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, giorno della memoria, al fine di ricordare la Shoah, sterminio del popolo ebraico, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei , gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che anche in campi di schieramenti diversi , si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita, hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati” e all’art. 2, che “In occasione del giorno della memoria di cui all’art.1, sono organizzati cerimonie, iniziative, incontri e momenti comuni di narrazione dei fatti e di riflessione, in modo particolare nelle scuole di ogni ordine e grado, su quanto è accaduto al popolo ebraico, ai deportati militari e politici italiani nei campi nazisti in modo da conservare al futuro dell’Italia la memoria di un tragico e oscuro periodo della storia del nostro Paese e in Europa e affinché simili eventi non possano mai più accadere”. Anche quest’anno, la Fondazione ha organizzato eventi e incontri. Venerdì 26 gennaio nel Teatro Comunale di Valmontone, Roberta e Luciana Ascarelli, Pino Pelloni, Antonietta Lucchetti e Stanislao Fioramonti incontreranno gli alunni delle scuole della città e nel pomeriggio, nella Sala Regina di Montecitorio presiederanno a Roma alla proiezione del film “Eredi della Shoah” che narra un viaggio tra i racconti dei nipoti dei sopravvissuti all'Olocausto ripercorrendo le storie di sei protagonisti, eredi di un passato che li accomuna. Un racconto intimo e toccante che tenta di offrire una nuova chiave di lettura sull'eredità della Shoah. Il 5 febbraio la Sala del Refettorio di Palazzo San Macuto-Camera dei deputati ospiterà l’evento “Never Again”, una riflessione sull'antisemitismo con Roberta Ascarelli, Pino Pelloni, Quirino Zangrilli, Cinzia Baldazzi e Anyla Kraja e la proiezione del film intervista “16 Ottobre 1943” di Ilaria Pisciottani. Il 23 febbraio, presso il Salone delle Adunate dell'Anmig – Associazione nazionale mutilati e invalidi di guerra (piazza Adriana, 3) sarà presentato a Roma il libro di Saverio Angiulli “Prigionieri per sempre”. Lo storico e giornalista Pino Pelloni, autore, otre che di saggi e articoli sulla Shoah, del libro “Il tramonto dei Giusti. I crimini di guerra e le resistenze europee al Nazifascismo” (Ethos edizioni con introduzione di Pietro Melograni), ama ricordare come il Premio Nobel Elie Wiesel, a chi gli chiedeva di chi fosse la responsabilità e se la malvagità della natura umana avesse un qualche ruolo, rispondeva: “La responsabilità è sempre del singolo individuo che ha la facoltà di accettare o rifiutare la follia e la violenza del branco. Le scelte morali di fronte a ogni uomo e donna sono chiare e spetta alla coscienza di ognuno guidarli. Anche il silenzio, che aiuta i carnefici, è una scelta individuale”.
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bagnabraghe · 6 months
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Ho passato in quel rifugio più di un paio d’ore in attesa di un cessato allarme che non arrivava mai
Il porto di Ancona dopo un bombardamento della seconda guerra mondiale. Fonte: Wikipedia Così mentre Ancona continua a ricevere sfollati dalle città del Nord, gli anconetani iniziano ad abbandonare la propria città, nella convinzione che di lì a poco, agli allarmi sarebbero seguiti i bombardamenti veri e propri che prendono il via, come detto, il 16 ottobre [1943], colpendo la stazione…
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bigarella · 6 months
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Ho passato in quel rifugio più di un paio d’ore in attesa di un cessato allarme che non arrivava mai
Il porto di Ancona dopo un bombardamento della seconda guerra mondiale. Fonte: Wikipedia Così mentre Ancona continua a ricevere sfollati dalle città del Nord, gli anconetani iniziano ad abbandonare la propria città, nella convinzione che di lì a poco, agli allarmi sarebbero seguiti i bombardamenti veri e propri che prendono il via, come detto, il 16 ottobre [1943], colpendo la stazione…
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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La FAO: storia e simbolo
La FAO, acronimo di Organizzazione delle Nazioni Unite per l'Alimentazione e l'Agricoltura, è un'agenzia delle Nazioni Unite dedicata a questioni legate all'alimentazione, all'agricoltura e allo sviluppo rurale. Fondata il 16 ottobre 1945, la FAO è divenuta un'organizzazione di riferimento a livello globale per la promozione della sicurezza alimentare, la lotta contro la fame e la sostenibilità agricola. In questo articolo, esploreremo la storia e il simbolo della FAO, analizzando il suo ruolo chiave nella tutela del diritto a un cibo sufficiente e di qualità per tutti. Storia della FAO La storia della FAO inizia alla fine della Seconda Guerra Mondiale. Nel 1943, il Presidente degli Stati Uniti Franklin D. Roosevelt tenne una conferenza sull'alimentazione e l'agricoltura a Hot Springs, in Arkansas, in cui venne esposta la necessità di un'organizzazione internazionale per affrontare le questioni legate all'alimentazione e all'agricoltura in un mondo ancora segnato dalle carestie e dalla fame. Questa idea prese forma nel 1945, quando 44 paesi si riunirono a Quebec, in Canada, per creare la FAO. La FAO è diventata operativa il 16 ottobre 1945, con l'obiettivo di alleviare la fame e la malnutrizione, promuovere la crescita economica nelle zone rurali e sostenere lo sviluppo sostenibile dell'agricoltura. La sua sede centrale è a Roma, Italia, una scelta simbolica in quanto l'Italia era uno dei paesi che aveva sofferto di gravi carestie durante la guerra e aveva bisogno di un nuovo inizio nella produzione alimentare. Nel corso degli anni, la FAO ha lavorato per raggiungere una serie di obiettivi ambiziosi, tra cui l'eliminazione della fame, la promozione dell'agricoltura sostenibile e la riduzione della povertà rurale. Ha svolto un ruolo chiave nella promozione della sicurezza alimentare a livello globale, coordinando sforzi, fornendo assistenza tecnica ai paesi in via di sviluppo e conducendo ricerche per migliorare la produzione alimentare. Il Simbolo della FAO Il simbolo della FAO è noto come "il simbolo dell'aratro e delle spighe". Questo emblema incarna il mandato e la missione dell'organizzazione. Raffigura un aratro d'oro posto su uno sfondo azzurro, circondato da due spighe di grano dorate. Il simbolo è un'icona riconoscibile a livello mondiale che rappresenta l'impegno della FAO per l'agricoltura e l'alimentazione. - L'aratro simboleggia il lavoro dei contadini e l'importanza dell'agricoltura nel fornire cibo per l'umanità. L'uso dell'oro per raffigurare l'aratro è un segno di rispetto per il duro lavoro dei contadini. - Le spighe di grano rappresentano le coltivazioni di base che costituiscono la base dell'alimentazione umana. Il grano è uno dei cereali più coltivati al mondo ed è una fonte essenziale di cibo per molte persone. - Il colore azzurro dello sfondo simboleggia il cielo, l'acqua e la pace, richiamando l'idea di un mondo in cui la fame e la malnutrizione sono debellate. Questo simbolo è un richiamo costante alla missione della FAO di garantire che l'agricoltura sia sostenibile e che il cibo sia disponibile in quantità sufficienti per tutti, senza compromettere le risorse naturali del pianeta. Il ruolo dell'organizzazione La FAO ha svolto un ruolo fondamentale soprattutto nella promozione della sicurezza alimentare e nella lotta contro la fame nel mondo. La sua storia è una testimonianza dell'importanza di affrontare le sfide legate all'alimentazione e all'agricoltura su scala globale. Il suo simbolo, con l'aratro e le spighe, incarna soprattutto l'impegno dell'organizzazione a garantire che tutti abbiano accesso a cibo di alta qualità e che l'agricoltura sia sostenibile per le generazioni future. La FAO rappresenta un faro di speranza nella ricerca di un mondo in cui la fame non sia più una realtà. Read the full article
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fashionluxuryinfo · 7 months
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Ai Musei Capitolini la mostra “I sommersi. Roma, 16 ottobre 1943”
In occasione dell’80° anniversario del rastrellamento degli ebrei da Roma una mostra documentaria, dal forte impatto emotivo, ricostruisce le storie dei “sommersi” attraverso foto, documenti e oggetti di vita quotidiana.
In occasione delle commemorazioni dell’80°anniversario del rastrellamento del 16 ottobre 1943, quando a Roma oltre mille ebrei, tra uomini, donne, anziani e bambini, furono prelevati dalle loro case dai nazisti e deportati verso il campo di Auschwitz-Birkenau.
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pietroalviti · 7 months
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16 ottobre 1943, 80 anni fa la vergogna e il coraggio dei romani e di una famiglia di Ceccano, quella di Regina Bruni
In quella drammatica giornata del  16 ottobre 1943, 80 anni fa, oltre mille ebrei romani – uomini e donne di tutte le età, compresi i bambini appena nati – furono catturati, casa per casa, da una squadra speciale di SS guidata dal nazista Theodor Danneker, appositamente arrivato da Berlino per risolvere definitivamente la questione ebraica nella capitale, arrestando e deportando tutti gli ebrei.…
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Al ghetto di Roma la marcia della memoria per gli 80 anni dal rastrellamento
Il 16 ottobre 1943, 1253 ebrei vennero deportati nei campi di sterminio. Solamente in 16 sopravvissero.source
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gsartecucina · 7 months
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16 Ottobre 1943 - Il rastrellamento. In 20 minuti lasciavano tutto, tra gli effetti personali la tessera annonaria, la stessa tessera che oggi raziona
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gaiaitaliacom · 7 months
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A ottant’anni dal rastrellamento del ghetto di Roma del 16 ottobre 1943, un podcast speciale del Festival della Comunicazione per tenere viva la memoria
Lunedì 16 ottobre 2023 ricorre l’ottantesimo anniversario della retata nel ghetto di Roma nella quale 1024 persone furono prelevate dalle loro case e deportate ad Auschwitz, di cui soltanto 16 hanno fatto ritorno. Un avvenimento che nel 1943 costituisce anche il momento simbolico in cui l’alleanza tra il fascismo italiano e il nazismo tedesco si cementa attorno alla politica razziale voluta da…
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iltrombadore · 1 year
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Storia di Mario Fiorentini, valoroso partigiano combattente dei GAP romani...
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E’ morto Mario, l’ultimo sopravvissuto dei GAP romani. Aveva quasi 104 anni, che avrebbe compiuto il prossimo 7 Novembre. Se ne va un eroe (tre medaglie d’argento al valore militare),uno studioso di matematica e un protagonista discreto ma sempre attivo e presente nella vita della democrazia italiana in nome del suo spirito antifascista.
Mario era ebreo per parte di padre e rischiò la deportazione in Germania nello sciagurato 16 Ottobre del ’43, quando duemila ebrei vennero rastrellati dai tedeschi.
Fin da studente si era avvicinato ai gruppi antifscisti di Giustizia e Libertà, ma divenne ben presto comunista e fin dal 1943 operò in concomitanza della cellula di Via Margutta, assieme a Plinio De Martiis coltivando con lui la passione per la pittura e il teatro, e vi animò una rete cospirativa cui si unì anche Lucia Ottobrini, anch’essa eroina partigiana e compagna della sua vita.
Dopo il 25 Luglio 1943, passò subito all’organizzazione militare e fu presente in Porta San Paolo nel Settembre ’43 per opporre l’unica disperata difesa di Roma dall’ occupazione tedesca.
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Entrò nella rete clandestina dei Gap comandata da Carlo Salinari e Antonello Trombadori; con Lucia Ottobrini e altri, partecipò con coraggio e sprezzo del pericolo a ripetuti attacchi contro ufficiali tedeschi e militi fascisti.
Il 26 dicembre del 1943, Fiorentini, in bicicletta, dal lungotevere sovrastante via della Lungara, lanciò un pacco con due chili di tritolo in direzione del carcere di Regina Coeli occupato dai tedeschi.
Il 10 marzo 1944, Fiorentini con la audacia consueta lanciò alcune bombe contro un corteo di fascisti in via Tomacelli; e si deve a lui, che aveva la residenza clandestina nei pressi, l’osservazione del regolare passaggio di militi tedeschi dove il 23 marzo 1944 fu consumato l’attentato di Via Rasella.
Nelle settimane successive Fiorentini e la Ottobrini lasciarono Roma per dirigere le operazioni militari tra Tivoli e Castel Madama.
Dopo la liberazione di Roma, a partire dal luglio del 1944, egli fu posto al comando della missione "Dingo", dell'Office of Strategic Services (OSS) e proseguì la attività partigiana nel Nord Italia, in Emilia e Liguria.
Dopo la guerra, Mario Fiorentini tornò alla vita civile e alla professione di matematico, nella quale eccelleva, specializzandosi in problemi di algebra commutativa e geometria algebrica. Dal 1º novembre 1971 fu professore ordinario di geometria superiore all'Università di Ferrara.
Nel novembre del 2018, in occasione del suo centesimo compleanno, Mirko Bettozzi gli dedicò un libro-intervista, L'ultimo gappista, cui seguì una mia testimonianza in cui segnalavo la sorprendente figura del partigiano centenario che viveva la passione politica con lo spirito di un ventenne.
Gli volevo bene. Ogni volta che lo incontravo era come si ripresentasse, di fronte a me, quello slancio di giovanile energia inflessibile che guidò nella lotta antinazista il gruppo indimenticato dei protagonisti della Resistenza romana.
Riposa in pace, compagno Mario.
Medaglia d'argento al valor militare:
«Comandante di Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.), alla testa di pochi coraggiosi effettuava numerose azioni contro formazioni naziste e fasciste. Durante una manifestazione politica, mentre un corteo di fascisti repubblicani, preceduto da una compagnia di allievi ufficiali della G.N.R., sfilava lungo una delle principali arterie della Capitale, non esitava, insieme ad altri compagni, ad attaccare con lancio di bombe a mano la testa del corteo, abbattendo nove avversari. Esempio di coraggio, di freddezza e di decisione.» Roma, Via Tomacelli, 11 marzo 1943
Medaglia d'argento al valor militare:
«Comandante di Gruppi di Azione Patriottica (G.A.P.), alla testa di pochi compagni eseguiva con audacia e decisione colpi di mano contro formazioni tedesche e fasciste. Da solo, in pieno giorno, attaccava in bicicletta il corpo di guardia delle carceri in Regina Coeli dove erano 26 soldati della polizia tedesca, abbattendo con improvviso lancio di bombe otto nemici ed aprendosi poi, con l'arma in pugno, la via della ritirata. Esempio di coraggio, di prontezza e di decisione.»— Roma, Regina Coeli, 26 dicembre 1943
Medaglia d'argento al valor militare:
«Audace combattente della resistenza romana, alla liberazione della Capitale, benché in condizioni fisiche debilitate, non esitava ad offrirsi volontario per importanti incarichi nell'Italia ancora occupata, nell'assolvimento dei quali ben quattro missioni erano tragicamente fallite. Fattosi aviolanciare dietro le linee tedesche in Emilia portava a termine rischiosissime imprese contribuendo notevolmente, con la sua attività di informazione e di organizzazione alle spalle del nemico, al trionfo della libertà.»— Italia settentrionale, luglio 1944 - aprile 1945
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