Tumgik
d4nny4rt · 2 years
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Sweet moment
In esclusiva su tumblr, dolce momento! Quando amore e passione sfociano in inebrianti momenti di puro piacere.
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d4nny4rt · 2 years
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Mechanic robin
Quando il transumanesimo, ormai alle porte, ci fonderà con le macchine, qualsiasi essere vivente non sarà più lo stesso! E voi, lo volete questo cambiamento?
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d4nny4rt · 2 years
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La messicana
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A modo suo bella e poi affascinante, geniale ed unica. Mente contorta, in conflitto, fino a rasentare la pazzia, anima sofferente ed incompresa come ogni genio sulla faccia della terra. Indimenticabile Frida.
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d4nny4rt · 2 years
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Una curiosità
Sto notando che molte persone, dopo i risultati delle elezioni, temono un ritorno al fasciscmo. C'è chi prevede addirittura scenari apocalittici a causa del nuovo governo che si formerà a breve. Ma di cos'è che avete paura esattamente? Di non essere più liberi di uscire di casa o di dover mostrare un'autocertificazione per farlo? Avete per caso paura di dover presentare un lasciapassare per andare al lavoro, al ristorante, in discoteca o per viaggiare? Temete che chiudano scuole, palestre, cinema o teatri? Che mettano il coprifuoco o che qualcuno vi prenda a manganellate se scendete in piazza per difendere i vostri diritti? Avete paura che sorga un governo che calpesti la Costituzione e decida tutto da solo bypassando il parlamento? Beh, sì, sono preoccupazioni legittime, ma avrei un'ultima domandina per tutti voi: Dove cazzo avete vissuto gli ultimi due anni ???
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d4nny4rt · 2 years
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Drammaticità di carni da elite
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Ci vogliono così, no? Dei corpi dai quali trarre piaceri carnali, da prendere, toccare, leccare, spostare ed imbrattare con il loro sperma! Corpi, dai quali vogliono estirpare i cervelli per poter continuare il loro sporco ed impari gioco. Carni da elite!
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d4nny4rt · 2 years
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io no!
Nel prossimo futuro, immediato o lontano, non vincerà l'amore, a vincere sarà la luce, cosa ben diversa e assolutamente scindibile dall'amore. Va bene, sembrerà patetico, ma è la nuda e cruda verità in un mondo di bugie conclamate come soluzioni eversive del domani. Magari lo capiranno i posteri, che partiranno da una posizione avvantaggiata, in quanto non avranno lasciato scalfire o plagiare la loro onestà intellettuale.
L'amore prevede coraggio, rispetto, fiducia, empatia, onestà, altruismo, intellettualità, discernimento di uno stato di diritto che sussiste in armonia con il suo popolo, la luce, è tutt'altro! Svela coscienza, consapevolezza, tradimento, inganno, scorrettezza e segretezza. Vorrei vivere così a lungo per una sola ragione: vedere le espressioni, i volti e gli occhi dei più scettici, ascoltare le loro parole e vedere come vivranno da quel momento. Trovo vergognoso come a livello d'insieme, si sia caduti così in basso... la realtà è così amara, sfacciata e crudele, che questo è il motivo per cui questo sistema, nato quasi impercettibile, fra la distrazione e l'incoscienza generale, non mi rende complice, ma nemmeno senza paura. Io lo ammetto, ho paura! Paura della miserabile falsità, del giudizio presuntuoso di alcune scatole vuote che giocano a fare talvolta i contenuti ed in altri casi i contenitori. Nella vita si cresce e quando i battiti sai che non si protrarranno a lungo, la stessa vita ci chiede di fare di necessità virtù. Si può sorridere, si deve farlo, ma viene semplice quando si è dinnanzi ad un percorso incodizionato, senza attriti esterni, senza avere a che fare con ipocriti e finti benefattori. Ad oggi la certezza è tutt'altro, il contrario di ciò che il sogno presume. Vi amo esseri umani, continuiamo ad ingannarci l'uno con l'altro a porte chiuse come nulla fosse, o fosse stato. Continuiamo così che ce la faremo... No! Io no.
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d4nny4rt · 2 years
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War’s face
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Sì insomma, se parli di guerra, parli di qualcosa di atroce, parli di crudeltà, parli di sangue, parli di freddezza, parli di morte e se provo ad immaginarla, la vedo così. La cattiveria in un volto femminile, uno sguardo capace di tutto, come una donna, che ferita, sa nascondere il suo dolore e diventa in grado di vendicarsi senza alcuna pietà.
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d4nny4rt · 2 years
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Psicopatia
Mi sono svegliato un giorno, era soleggiato, una giornata primaverile come tante, ero l’uomo più ricco del pianeta terra! Ricordo di non essere riuscito nemmeno a contare tutti quegli zeri di fila sul mio estratto conto. Non ero ricco, ero spaventosamente ricco e non c’era nulla che non potessi permettermi. Più passava il tempo, i giorni e i mesi e più scoprivo che nei miei cassetti non avevo più un solo desiderio, mi stavo seriamente annoiando, ma si può essere il più potente del mondo e vivere momenti di noia del genere? Che nervi! pensavo. Iniziavo a studiare i comuni mortali e quasi provavo invidia per loro. Quegli sfigati riuscivano a fissare degli obiettivi, a pianificare le spese che potevano permettersi per poter arrivare a fine mese, insomma, la loro mi sembrava una vita vissuta, piena di adrenalina, con momenti di disperazione, ma anche alcuni momenti di gioia e quando gioivano sembravano sinceri, felici davvero! Io? No, io pur essendo il numero uno al mondo non avevo di questi momenti, né disperazione, né gioie, la mia, era una lunga vita piatta! Sì, ogni tanto mi compravo un’isola sperduta nel Pacifico, ma finivo per trascorrerci delle vacanze in completa solitudine, io, mia moglie e la servitù (come la chiamavo io). Inevitabilmente l’entusiasmo sembrava disperdersi in quell’immenso oceano che ci circondava e tornavo ad essere l’insoddisfatto di sempre. Avevo provato tutti i migliori bolidi a quattro ruote sulla faccia della terra, mi spostavo con un aereo privato e avevo una camera da letto con vasca idromassaggio ed ogni ben di dio, ma più guardavo quella massa di popolazione ingombrante ai miei piedi, più provavo rabbia per la loro facilità ad accontentarsi di piccole cose. Cose che nemmeno vedevo, cose che non avevano un prezzo e non potevo nemmeno comprare. Così un bel giorno ebbi una grande illuminazione! Da adesso in poi, questi mangia pane a tradimento me la pagheranno tutti! E più mi odieranno e più sarò felice! Fu così che cominciai a pensare di produrre dei laboratori biologici per produrre virus mortali e qualora qualcuno non avesse contratto il pericoloso virus? Non vi era alcun problema, avevo previsto un piano B: acquistai tutte le case farmaceutiche del mondo costringendole a diffondere delle cure preventive che in realtà avvelenavano, altro che cure! Signori, non avete idea di quanto fu facile! I quotidiani erano in mano mia, e persino le tv pubblicavano tutto quello che studiavo a tavolino. La vita cominciava a sorridermi! Ora non conoscevo più nessuna forma di noia. Sembrava di partecipare ad un grosso video gioco, un reality. I medici al mio servizio mi davano una grossa mano con le loro apparizioni in tv, vi giuro, morivo dal ridere! Avevo ingannato quei poveracci che non potevo proprio soffrire! Avevo sterminato già un terzo di quei parassiti. Se mi sentivo malvagio? Neanche un po’, la mia vita era stata sufficientemente frustrante sino ad allora e adesso dovevo prendermi una bella rivincita! Solo una cosa non mi riuscì. Farmi odiare. Quei poveracci non mi diedero questa soddisfazione! Non sapevo come far credere loro che era tutta opera mia! Ero l’unico sulla faccia della terra in grado di essere capace di tutto ciò. Niente da fare! Quelli cominciarono a prendersela tra loro! Arrivarono al punto di dividersi e mettersi l’uno contro l’altro. Poveretti, si fidavano persino dei miei medici che ridicolizzavo mandandoli a raccontare balle in tv! Non potevo credere ai miei occhi e di fatto, anche in quella circostanza, nessuno ebbe modo di accorgersi della mia potenza e così, mi ripromisi che presto avrei scatenato una grande guerra! Come? Beh, facile…
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d4nny4rt · 2 years
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Anonymous
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Questo essere dalle sembianze umane, rappresenta chi non pensa con la propria testa, ma pensa con quello che in testa, gli viene trasferito! Trasferito da chi? Beh ma è facile! Il regime ha armi che non fanno del male, ma peggio, ti portano a ragionare come loro vogliono e lo fanno attraverso a quello che viene comunemente chiamato, quarto potere. Televisioni, radio e giornali. È fin troppo facile poi sentir dire una delle frasi che più non sopporto: “e ma l’hanno detto alla tele”!
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d4nny4rt · 2 years
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Filo spinato
Dieci gradi per le strade, non sembra neanche inverno,
accendo il sigaro in balcone e non fa nemmeno freddo,
incontro gente mascherata e non ci riconosciamo,
esco dal supermercato nemmeno così affollato,
passo davanti ad una farmacia e sono tutti lì,
tra ansia e paura, maledicono il governo,
non si parla più nemmeno dell'inter che domina il campionato,
fa male a tutti e lo sappiamo, ma col tempo che passa,
poi è un attimo, ci abituiamo.
Basta non pensarci troppo, perchè c'è chi pensa per noi,
basta non preoccuparsi troppo, c'è chi si prende cura di noi...
Se ad un popolo togli il contatto, si raffredda, va in sofferenza,
un tempo ci pensava la neve, oggi ci pensa la scienza.
Ma che bella questa storia, non ha sapore nè odore,
c'è chi la chiama vita e chi la chiama normalità,
E non leggo il giornale, tanto ogni giorno fa la conta dei morti,
non accendo la tv, quella parla di odio e restrizioni.
Vedo un presepe in un cortile, mi ricordo di essere stato bambino,
ricordo la recita a scuola ed il sapore della neve,
ricordo la gente sorridente ed il calore della famiglia,
l'affetto degli amici e un brindisi al bar prima di pranzo...
poi il calore di una goccia che percorre la mia guancia,
mi ricorda quanto è pura un'emozione, ma d'improvviso torno alla realtà.
Cammino con le mani in tasca, fa presto buio e mi sono smarrito,
credevo di essere a due passi da Milano, ma vedo la polizia per la strada,
si sono messi a controllare una signora con la spesa, si sono messi ad ispezionare
un vecchietto con il cappello, ed il luna park è chiuso da tempo.
Pensavo di essere a Milano, ma sono finito in qualche paese sovietico,
ho fatto un balzo nel tempo, o qualcosa mi son perso.
Eppure riconosco quella chiesa, riconosco quella via, forse sono stanco,
forse non sono nemmeno io...
Fa male tornare a casa e dover fingere di essere felici, perchè è vero, al cuore
non puoi chiedergli di mentire.
Sulla tavola c'è ogni cosa, l'albero ha mille decorazioni e sotto, tanti piccoli pacchetti...
Tanti regali da scartare, ma ne mancherà sempre uno,
e intanto fuori non fa nemmeno freddo, e a me,
non sembra nemmeno Natale.
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d4nny4rt · 2 years
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Flashback
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Un volto deturpato, una postura volta alla ricerca di protezione, l’immagine di questa donna è un flashback di una notte d’inverno, quando mancavano pochi giorni a Natale. Un Natale dall’atmosfera diversa, non all’insegna di amore e generosità, ma di odio e divisione. E non si può dimenticare…
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d4nny4rt · 2 years
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Strade cubane
L'aeroporto internazionale Josè Marti de L'Avana, era affollato quel giorno di agosto del 2000. Al mio arrivo, recandomi nell'area ritiro bagagli, notai attraverso una vetrata, le altissime palme caraibiche agitate dal vento. Stava per scatenarsi la "lluvia", ovvero il classico acquazzone estivo, una violenta pioggia che sarebbe durata una decina di minuti, per poi lasciare il passo ad un sole bollente che avrebbe di nuovo asciugato la vegetazione e le strade del paese in men che non si dica. A proposito di bagaglio, il mio, non era arrivato. Non era la prima volta per carità, ma fino a quel giorno mi era successo sul territorio nazionale. Sì insomma, di ritorno a Milano, mi comunicarono che il mio bagaglio era rimasto a Catania, nulla di allarmante. Il giorno dopo mi avrebbero consegnato il bagaglio a casa. In questo caso invece, mi trovavo per la prima volta dall'altra parte del mondo ed il mio bagaglio non era sul mio stesso volo Amsterdam - L'Avana, ma non solo, era stato spedito in chissà quale maldestro modo, all'aeroporto di Madrid. In pratica sono partito da Milano Malpensa, sono atterrato ad Amsterdam, sono ripartito dalla capitale olandese e dopo dieci ore di volo, al mio arrivo a L'Avana, scopro che il mio bagaglio è finito a Madrid. La vacanza non sembrava iniziare nel migliore dei modi. Non solo, prima di recarmi all'ufficio reclami dell'aeroporto, in concomitanza con lo scatenarsi del temporale, la luce ci abbandonò. L'aeroporto rimase al buio. Buio pesto! Ci dissero che era normale durante la lluvia e che non avremmo dovuto preoccuparci, di lì a poco tutto sarebbe tornato alla normalità. Quando finalmente la luce tornò, mi confermarono che il bagaglio era finito accidentalmente in Spagna e che avrei potuto ritirarlo il giorno seguente.
Lasciatomi alle spalle gli inconvenienti, io e il mio amico lasciammo il Josè Marti per avventurarci finalmente nella città tornata a splendere sotto il sole cocente. Così chiamammo un taxi e ci recammo verso la prima destinazione, una "casa particulare" nel cuore della capitale cubana. Durante il tragitto, potemmo ammirare con stupore il traffico della città ancora allagata, dove i bambini scorrazzavano a piedi nudi nelle pozzanghere e le gigantesche auto americane degli anni 50 fumavano e ripartivano a singhiozzo al semaforo verde. Era un altro mondo, ma ora che lo avevo scoperto, volevo godermelo e scoprirne ogni dettaglio.
Fu l'inzio di una vacanza unica, irripetibile e che mi ha insegnato davvero un sacco di cose, una su tutte fu quella di apprezzare quello che la mia Italia in quegli anni mi garantiva: la possibilità di scegliere il mio futuro, di poter studiare o lavorare, di poter esprimere un'opinione, di poter circolare per le strade senza essere continuamente sorvegliato dalla polizia sempre presente ad ogni angolo della strada e infine la triste consapevolezza di sentirmi un viziato, un privilegiato senza nemmeno mai accorgermene fino ad allora. I cubani sono persone semplici, che sanno apprezzare ogni singolo momento di spensieratezza, sanno sorridere e sono uniti, patriottici ed ottimisti, sensibili e generosi e poi amano l'arte della musica e della danza. Possono avere occhi malinconici o tristi, ma quando parte la musica ritrovano energia ed ottimismo.
RIcordo una persona in particolare di quella vacanza. Un uomo sulla trentina di nome Cesar. Un ragazzo perbene che sogna l'Italia, ma ci spiegò che i cubani non possono lasciare il proprio paese. Viveva in una cittadina di nome Trinidad, quello era tutto il suo mondo. Un vecchio locale in legno sulla spiaggia, la calle principale, qualche abitazione, le solite facce e la casa della musica dove poteva comprare rum con i pochi spiccioli che i turisti gli offrivano. Ci disse: "se volete comprare il rum buono, datemi 2 dollari e ve lo compro io, ai turisti fanno pagare molto di più". Una sera Cesar ci apri le porte di casa sua. Fu divertente e allo stesso tempo molto singolare. Entrammo in questa pseudo casa, perchè in realtà sembrava un rifugio in legno, molto buia e tutto fuorchè una casa. Le pareti erano in legno, le porte interne sempre in legno e mezze distrutte. Non ricordo finestre. Un luogo macabro e senza dubbio inquietante, ma che d'un tratto si trasformò. Cesar ci condusse fino sul retro, dove c'era un grosso tavolo apparecchiato a cielo aperto e circoscritto da uno steccato in legno che delimitava il suo cortile da quello del vicino. Ci fece conoscere sua moglie e le sue figlie piccole, sua sorella e il compagno di sua sorella, un omone alto e grosso, di colore e con un'altra bimba in braccio. Ci fecero accomodare e loro rimasero in piedi attorno al tavolo invitandoci a consumare la cena. Del riso, dei fagioli neri e della carne che nemmeno assaggiai. Ci dissero che l'ospite è sacro e che loro non potevano, nonostante la nostra insistenza, sedere a tavola con noi e che avrebbero mangiato quello che io ed il mio amico avremmo avanzato. Sì, fu molto imbarazzante lo ammetto e quell'accoglienza calorosa ci trovò del tutto impreparati.
I cubani sono guide turistiche, sono meccanici improvvisati, sono intrattenitori, sono medici e puttane, i cubani sono la soluzione, sono la tenacia e l'astuzia, sono venditori ed affaristi, ma non sono liberi pensai.
Il popolo cubano non seguiva i telegionali, perchè la dittatura di quel tempo, diffondeva sempre e solo messaggi di Fidel Castro e notizie provenienti da popoli più poveri. La realtà non veniva mai mostrata come avrebbe dovuto essere mostrata, era sempre distorta e la verità tenuta nascosta. Le foto di Fidel erano affisse ad ogni angolo della città, nelle autopiste (autostrade) che collegavano la capitale ad altri paesi, così come gli slogan ed il suo pensiero. Al pueblo non restava che una manciata di riso e pochi dollari al mese. I medici a quell'epoca, guadagnavano trenta dollari al mese. La gente inoltre non poteva permettersi di manifestare il proprio disappunto, non poteva usare internet, non poteva circolare liberamente per la strada durante la notte senza mostrare un documento al poliziotto di turno, non poteva recarsi nei locali dove c'erano solo turisti, non poteva approcciare un turista se non facendolo di nascosto, non poteva manifestare il proprio malcontento e doveva apprezzare il poco che gli era concesso, l'aria e la musica appunto. Non avrei mai pensato, dopo aver visto con i miei occhi una realtà così tanto differente dalla mia, di dover ripensare tanto spesso, in questo periodo storico, alla mia amata Cuba e a quelle strade in cui la gente, quando provavi a chiederle perchè non si ribellasse, non faceva altro che risponderti: "questa è la normalità"!
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d4nny4rt · 2 years
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Pensieri inespressi
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Pensieri inespressi è sinonimo di un periodo fatto di restrizioni, privazioni, sospetti, dubbi e paure. La paura di essere manipolati e di non essere al sicuro, ma allo sbaraglio totale e senza alcuna protezione. L’opera risale infatti al novembre 2021, dove in Italia, per alcune scelte di carattere sanitario, la gente ha perso il lavoro.
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d4nny4rt · 2 years
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Polvere
Ho sognato di appartenere ad una comunità africana. L'unica nota stonata era il colore della mia pelle: troppo chiara in mezzo a tanta gente che mi scrutava divertita e si allontanava sorridendo.
Cercavo le mie scarpe, ma non le trovavo, cercavo dell'acqua per dissetarmi, ma non era abbastanza per tutti.
Confesso un certo disagio di ambientamento e soprattutto non capivo perchè avrei dovuto ambientarmi a quella realtà tanto differente dalla mia. Sì insomma, le mie abitudini, le mie comodità erano svanite nell'aria come la polvere che veniva alzata dagli automezzi in movimento di quel villaggio e la natura che mi circondava era l'unica cosa per la quale seppi provare ammirazione. Mi sentivo fuori posto ed in preda ad un'ansia che non mi permetteva di respirare.
Volevo mettermi in contatto con la mia famiglia, ma mi spiegarono che il telefono più vicino, si trovava a due ore di cammino.
Quasi rassegnato mi sedetti distante da tutti ed in prossimità del mio alloggio. Una specie di tendone da campo, una vecchia branda cigolante e non distante una toilette condivisa con altri membri della comune.
Il cielo cominciò a cambiare colore, lentamente si fece da azzurro ad arancione e in lontananza le ombre nere risaltavano sulla superficie. Rimasi a bocca aperta, sorpreso da quello spettacolo di forme e colori ed il sole calante mi parve grande come mai prima lo avevo visto e questo mi causò un gran senso di nostalgia, ma di lì a poco, un bambino entrò nel mio alloggio di corsa.
Non disse una sola parola, i suoi occhi erano grandi e risaltavano nella penombra del tramonto. Mi tese una mano che afferrai e mi condusse in un punto dal quale si poteva scorgere in lontananza il pascolo dei bufali ed il passo lento degli elefanti. Mi disse che ero il benvenuto e di non preoccuparmi del colore della mia pelle, perchè in Africa tutto ha un colore diverso. Tutto! A tal punto da rendere il colore stesso, solo un dettaglio irrilevante. Lo guardai con commozione e volli abbracciarlo, ma mi svegliai d'improvviso. Cercai di spiegarmi il senso di quel sogno, ricordai ancora il sorriso del bambino, provai un certo imbarazzo nel pensare che fu lui a farmi coraggio. Poi, mi guardai attorno. Le tapparelle abbassate, il lampeggìo del Wifi, nè cielo, nè polvere. Disordinate le mie scarpe giacevano appoggiate fuori dalla scarpiera...
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d4nny4rt · 2 years
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Burkina Faso Woman
Questo è anche il mio ultimo disegno digitale pubblicato. Lo trovate su instagram naturalmente. Rappresenta in particolare, la parte innocente di un paese, quello africano, in lotta per la propria indipendenza. L’indipendenza e il valore dei propri diritti, tema direi ricorrente in molte parti del mondo in questo periodo storico. C’è chi si ribella e c’è chi si arrende senza combattere…
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d4nny4rt · 2 years
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Come scriveva Gabriel Garcia Marquez
Di origine colombiana, ma naturalizzato messicano, Gabriel Garcia Marquez è senz'altro uno dei miei scrittori preferiti. Dotato di uno stile scorrevole, i suoi romanzi sono un intreccio di realtà e fantasia. Storie nelle quali ti immedesimi a tal punto da esserne coinvolto, vedendo quasi i luoghi da lui descritti con meticolosità, sentendo quasi gli odori ed i profumi delle terre e le piante da frutta che da sempre lo ispirarono.
Mi piace riportare qui di seguito, una descrizione che altro non è che uno stralcio di uno dei suoi libri intitolato "Memorie delle mie puttane tristi", in cui l'autore descrive la sua abitazione da qualche parte dentro ad i confini di un gigante Messico:
"Abito in una casa coloniale sul marciapiede esposto al sole del parco di San Nicolas, dove ho passato tutti i giorni della mia vita senza moglie né fortuna, dove hanno vissuto e sono morti i miei genitori e dove mi sono proposto di morire solo, nello stesso letto in cui sono nato e in un giorno che mi auguro lontano e senza dolore.
Mio padre la comprò ad un’asta pubblica verso la fine del XIX secolo, affittò il pianterreno per negozi di lusso ad un consorzio di italiani e si riservò questo secondo piano per vivere felice con la figlia di uno di loro, interprete ragguardevole di Mozart, poliglotta e garibaldina, e la donna più bella e di maggior talento che ci fu mai in città: mia madre.
Gli interni sono ampi e luminosi, con archi di stucco e pavimenti a scacchiera di piastrelle fiorentine e quattro porte a vetri su un balcone coperto dove mia madre si sedeva nelle sere di marzo a cantare arie d’amore con le sue cugine italiane. Di lì si vede il parco di San Nicolas con la cattedrale e la statua di Cristoforo Colombo, e più in là i magazzini del porto fluviale e il vasto orizzonte del Rio Grande della Maddalena a venti leghe dal suo estuario.
L’unica cosa brutta della casa è che il sole passa da una finestra all’altra nell’arco di una giornata e bisogna chiuderle tutte per cercare di fare la siesta nella penombra ardente.
Quando rimasi solo, a trentadue anni, mi trasferii in quella che era stata l’alcova dei miei genitori, aprii una porta di comunicazione con la biblioteca e, per vivere, iniziai a vendere all’asta tutto quello che mi avanzava e che finì per essere quasi tutto, tranne i libri e la pianola a pedali".
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d4nny4rt · 2 years
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L’opinione pubblica uccide
Un prete partecipò ad una corsa di paese con il suo asino scaramanticamente chiamato culo e vinse.
Il prete era così contento che sulle ali dell'entusiasmo decise di partecipare ad altre corse e vinse ancora.
Pochi giorni dopo, il giornale locale pubblicò una nota in terza pagina che riportava, "il culo del parroco vincitore su tutti"!
Avvertito, il vescovo s'infastidì per quel trafiletto e ordinò che l'asino non uscisse da quel recinto.
Il giorno seguente il giornale pubblicò in seconda pagina, "il culo del parroco chiuso dal vescovo"!
Arrabbiato, il vescovo ordinò al pastore di sbarazzarsi dell'asino e questi decise di regalarlo ad una suora di un convento vicino, ma il giornale lo scoprì e pubblicò in prima pagina, "Appartiene ad una suora il miglior culo del paese"!
Leggendo questo il vescovo svenne, ma altri prelati della curia informarono la suora che doveva assolutamente liberarsi dell'asino, al chè lei lo cedette ad un contadino per una modesta somma.
Il giornale titolò quindi, a caratteri cubitali, "Suora vende il culo per 100 euro"!
Urlante ed esasperato, il vescovo ordinò alla suora di ricomprare il somaro, portarlo alle pianure e lasciarlo allo stato brado dichiarando alla fine, pubblicamente, che non era più in suo possesso.
La prima pagina si trasformò in "La suora annuncia che finalmente il suo culo è libero"!
I funerali del vescovo si tennero due giorni dopo.
Conclusione: Preoccuparsi dell'opinione pubblica può portare dolore e sofferenza ed anche accorciare la vita per lo stress.
Morale: Smettete di pensare al culo degli altri, pensate solo al vostro e godetevi la vita.
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