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#zona grigia
ragazzoarcano · 8 months
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“Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva,
bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.”
— Rita Levi-Montalcini
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newsintheshell · 2 months
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▶️ KISEIJU - LA ZONA GRIGIA: IL TEASER TRAILER DELLA SERIE È ONLINE E NON È AFFATTO MALE!
Il live action coreano diretto da Yeon Sang-ho (Hellbound, Train to Busan) sbarcherà su Netflix il 5 aprile e, come vi avevo già anticipato, sarà a tutti gli effetti uno spinoff del geniale horror sci-fi di Hitoshi Iwaaki, con appunto storia, personaggi e ambientazione diversi.
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dominousworld · 1 year
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CHI GOVERNA LA ZONA GRIGIA, GOVERNA IL MONDO
CHI GOVERNA LA ZONA GRIGIA, GOVERNA IL MONDO
di Lorenzo Maria Pacini Variazioni paradigmatiche La Geopolitica classica annovera una massima di Halford Mackinder che recita «Chi governa l’Heartland, governa il mondo»[1]. Su questo principio si è fondato un secolo e più di pianificazione e azione geopolitica in tutto il mondo, in particolare da parte delle potenze talassocratiche, la Civiltà del Mare, contro le potenze tellurocratiche, la…
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falcemartello · 3 months
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I "salvati" del Lager non erano i migliori, i predestinati al bene, i latori di un messaggio: quanto io avevo visto e vissuto dimostrava l'esatto contrario. Sopravvivevano di preferenza i peggiori, gli egoisti, i violenti, gli insensibili, i collaboratori della "zona grigia", le spie. Non era una regola certa (non c'erano, né ci sono nelle cose umane, regole certe), ma era pure una regola.
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Mi sentivo sì innocente, ma intruppato tra i salvati, e perciò alla ricerca permanente di una giustificazione, davanti agli occhi miei e degli altri. Sopravvivevano i peggiori, cioè i più adatti; i migliori sono morti tutti.
Primo Levi, I sommersi e i salvati, 1986
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(via: Ottobre Rosso)
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anima-complicata-80 · 3 months
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"Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità,bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva,bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi..." 🖤
Buongiorno anime preziose ~☕️~...
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mucillo · 7 months
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Nella vita non bisogna mai rassegnarsi, arrendersi alla mediocrità, bensì uscire da quella zona grigia in cui tutto è abitudine e rassegnazione passiva, bisogna coltivare il coraggio di ribellarsi.
(Rita Levi-Montalcini)
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mewscarrafone · 2 months
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TOKYO MEW MEW REWATCH - EP 45
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- Saprai la verità molto presto.
Ma perché? Ma che ne sa Ryou, che logicamente dovrebbe essere confuso come tutti gli altri! Questa è una delle parti dove New ha fatto un miglioramento: eliminare tutto il teatrino dei sospetti su di lui, e mostrarlo mentre cerca risposte insieme agli altri invece di fargli dire frasi a effetto canis mentulae.
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Ah, nel doppiaggio italiano si parla di bisboccia tutta notte. Mica male. I sottotitoli inglesi fanno qualcosa di molto più allusivo, e io nuovamente resto con il dubbio amletico di 'ma quale sarà quello più fedele all'originale?'.
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- Sì, finalmente l'idea giusta per risolvere quel buco di trama ... e le parole giuste per fare fluire quel dialogo in piena coerenza con tutti i personaggi... questa scena verrà benissimo, sì. No, aspetta, ora devo mettermi lì e scriverla io?
Come sarebbe a dire che non è così che è andato questo monologo?
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- Okay mettiti al lavoro, io vado a lavare i piatti.
- Ma scusa non avevi detto che mi avresti insegnato?
- Se lo facessi io per te non varrebbe molto!
A' Faccia de Culo, non è quello che ti ha chiesto! C'è una zona grigia tra 'fare il lavoro al posto di qualcuno' e 'mollargli un libro e dirgli di attaccarsi', e quella zona grigia si chiama appunto 'insegnare'!
E lei che ci crede pure. Logica shojo.
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Ecco, dopo che lei ha quasi demolito la cucina lui finalmente si decide a dare una mano. Con Ryou che sta lì a guardare ma con grande dignità e rispetto si astiene dal dire/fare alcunché.
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Devo dire che tutta la parte di questo discorso è ... in egual misura disturbante e pietosa. Kisshu ovviamente ha zero considerazione per Ichigo come persona, par de course, ma al tempo stesso si capisce che dopo i ripetuti fallimento su tutti i fronti e l'essere stato allontanato dai suoi compari il suo contatto con la realtà è decisamente tracollato. In particolare per come prospetti a Ichigo di andarsene da soli da tutto e da tutti, dopo essere stato il più ardente propositore della lotta per gli alieni indipendentemente da Deep Blue: questo ormai non capisce più niente.
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Bello come siano già arrivati tutti al gran completo, le ragazze già trasformate, e non facciano che rimanere lì impalati a guardare il dramah.
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Personalmente apprezzo moltissimo questa scena perché pone un'ottima base al voltafaccia finale di Kisshu. Perlomeno questa del vecchio anime è l'unica delle versioni che ci provi. Nel manga cambia idea ogni due secondi, era lì che gongolava all'idea di uccidere Ichigo pochissimo prima di farsi ammazzare per lei, ma almeno ha avuto un momento in cui ha rinunciato a ucciderla. In New peggio che andar di notte, tenta di strangolare Ichigo dopo la sua crisi di pianto e si ferma solo perché interrotto dal Cavaliere Blu.
In questa versione Kisshu è sempre fuori come un balcone, finché non arriva questo momento in cui crede di avere effettivamente ucciso Ichigo. Per una manciata di secondi ha avuto esattamente quello che pensava di volere, la distruzione della ragazza che l'ha rifiutato, e si è reso conto che no, al contrario, anche vederla con qualcun altro era preferibile al vederla morire. In pratica questa scena ha preso il posto dell'addio finale nel manga, visto che da ora in avanti Kisshu lascerà effettivamente in pace Ichigo - se non in una finta per scatenare il potere del Cavaliere Blu.
Ed ecco qui perché la versione di Kisshu del vecchio anime è la mia preferita: restano fermi i tratti di squilibrio e instabilità, certo, ma c'è un arco caratteriale invece che un cambiamento repentino e apparentemente immotivato.
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E se il vecchio anime rende un ottimo servizio a uno dei miei personaggi preferiti, per controbilanciare corre a sminchiarne un altro. 'Scommetto che sei rimasta sorpresa' ... a rigore di logica dovresti esserlo anche tu, Masaya!
Nel manga, e in New, è reso molto ben chiaro che Masaya non è consapevole nella trasformazione ner Cavaliere Aò, anzi, quando lo fa davanti ad Ichigo reagisce con sorpresa lui stesso, e rimane confuso al proprio 'nome da battaglia' come se non l'avesse mai sentito prima.
E questa cosa ha senso, succede poco prima della rivelazione su Deep Blue e nel frattempo nessuno riesce a farsi troppe domande perché ci sono diverse battaglie in rapida successione e non ne hanno il tempo materiale.
Ma se Masaya fosse stato consapevole fin dall'inizio come questa versione sembra implicare ... la cosa non sta in piedi. Masaya per quanto ne sa è un ragazzo normalissimo, se di colpo si fosse trovato con la capacità di trasformarsi in guerriero alieno avrebbe avuto un milione di domande. E molto probabilmente ne avrebbe parlato con Ichigo, quando lei gli avesse rivelato di essere una Mew Mew: non solo avrebbe avuto un 'segreto' da rivelarle a propria volta, ma forse lei sarebbe stata in grado di dargli risposte, visto che ha subito una trasformazione a sua volta. E sicuramente le avrebbe fatto comodo un alleato sempre con lei, invece di fargli comprendere il pericolo col sesto senso o roba del genere.
Poi, la reazione degli altri: lì tranquilli che guardano la scena, al massimo sono sembrati un po' sorpresi al momento. Altro che lasciarli mangiare i cioccolatini, avrebbero dovuto fare a Masaya un terzo grado che CIA scansate proprio, soprattutto perché alla rivelazione si sarebbe aggiunto il fattore 'perché minchia l'hai tenuto nascosto scusa'.
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COS'È.
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autolesionistra · 1 year
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Ho sia letto che scritto e cancellato tante cose su questa alluvione e i suoi effetti nella regione che mi pregio abitare. La residenza in realtà è l'unico elemento di rilievo in quello che posso avere da dire: c'è gente che ha perso poco, gente che ha perso tantissimo, il mio massimo di disagio logistico è stato dover gestire qualche giorno di scuole chiuse e circumnavigare via Saffi temporaneamente trasformata in lago palustre.
Invidio un poco chi ha chiare cause, effetti e responsabilità varie perché se penso alla già citata gente che ha perso tanto mi viene da pesare ogni parola con quei bilancini di precisione che usano gli spacciator i laboratori.
Quello che posso dire è che in piena continuità con la maggior parte dei Grandi Eventi™ degli ultimi vent’anni negli interventi che leggo o sento manca completamente un piano di realtà condivisa; non c’è la parte oggettiva che fa poi da base alle varie opinioni e che ti fa la differenza fra uno scambio di una qualche utilità costruttiva e una discussione fra ubriachi. E non è che parlo delle azioni istituzionali che già sarebbe una zona grigia, ma anche solo della parte puramente meteorologica e idrologica dove ci sono di mezzo metri e millimetri e dati di riferimento relativamente accessibili, sembra tutto una questione di opinioni (preferibilmente non titolate). Questo oltre ad essere destabilizzante butta un’ombra tetra su qualsiasi cosa possa accadere dopo.
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nipresa · 10 months
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Poi la smetto, ma “una volta ha fatto il birillo per me” CHE RAZZA DI ANEDDOTO È?
“Una volta è andata al mare con un sacco di creme, poi ha preso un casino di sole e si è bruciata, AHAHAH”
(A margine: per quello che dicevo nel post prima, non suona assolutamente spiazzante come vorrebbe suonasse Feltri quel “morte ai fascisti”. Semmai il problema è che spesso siamo noi altri che partiamo in automatico, per cui Facci in quanto stronzo diventa automaticamente anche fascista, ma quell’ambiente culturale di cui fa parte sta in una zona grigia di “afascismo”, quella roba per cui sì ok, fascismo brutto ma morto e sepolto, lo capissero questi antifascisti, mamma mia che noia, ridiamoci su)
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tinxanax · 5 months
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Qualche mese fa ho preso un gatto. Arturo. Aveva un mese quando l'ho preso. Ha un vissuto triste. È stato abbandonato più volte poverino.
Vivo in una zona tranquilla, ci sono un po' di campagne intorno a casa mia, poco passaggio di macchine. Mi sento sicura a lasciare che i miei gatti vadano in giro per il quartiere. Ma il problema è dei vicini, non mio: credo che Arturo sia cleptomane.
Nelle prime settimane, mi portava a casa calzini di bambini. Perché Arturo ha sempre avuto una fissa per i calzini, prende anche i miei dallo stendino. Dopo 4/5 volte non l'ha più fatto. Poi ha iniziato con delle mutande. Sempre di bambini deduco data la taglia e le stampe dei supereroi.
Oggi, poco fa, vado in bagno. Mia madre inizia ad urlare "No Arturo no" corro a vedere. Torno e trovo mia madre che ride. La guardi perplessa. Allunga il dito e dice "pensavo fosse un topo". Seguo io suo dito. Indica una pantofola grigia col pelo, vicino alla TV lasciata lì dal gatto. Io perplessa. 5 minuti dopo, Arturo, arriva con l'altra pantofola in bocca. E nulla, ora ho due pantofole di bambin* in soggiorno.
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ophelia-northwood · 25 days
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Ophelia&Helyas
chapter i
"il tetto si è bruciato, ora posso vedere la luna"
Era una notte buia quella che investiva Londra. La vita però non si era ancora, completamente, rintanata tra le mura domestiche, qualcuno si ostinava a bighellonare in qualche pub tra le note rimbombanti delle casse stereo ed i boccali di birra che tintinnavano tra loro come avevano già fatto la prima volta.
Ma la vita scorreva in tutta naturalezza, ignorando, forse deliberatamente, il respiro del male che pure strisciava nel medesimo buio.
Era un mondo, quello lì, diviso in maniera netta. Da una parte si ergeva il bene e dall'altra si annidava il male, le uniche zone grigie erano costituite dagli esseri umani che chiudevano gli occhi e si rifiutavano di vedere, intenti nella perenne oscillazione senza giungere ad una tregua.
Ophelia Northwood faceva parte di quella porzione di universo nascosto che combatteva l'oscurità giorno per giorno, scongiurando la morte e le atrocità che i demoni perpetravano sulla Terra.
Attendeva con le mani nelle tasche di un elegante cappotto azzurro pastello, i lunghi capelli biondi scendevano morbidamente sulle spalle in ordine impeccabile. Era lì da appena qualche minuto, le era stato spedito l'ordine per una nuova spedizione sebbene, in un certo senso, non si sentisse così entusiasta di prendervi parte.
La muoveva un motivo del tutto personale che aveva tentato di sopire con una puntualità assoluta. Quella missione avrebbe dovuto svolgerla insieme ad Helyas Baskerville e non ci sarebbe stato proprio nulla di strano, se solo non fosse stato che, quell'uomo sarebbe un giorno diventato il suo sposo.
Helyas e Ophelia si erano scambiati a stento qualche parola, non avevano mai avuto molto da condividere se non lo stupore per la notizia del loro fidanzamento ufficiale saltata fuori senza preavviso. Da lì in poi le occasioni per frequentarsi e scoprire reciprocamente qualcosa dell'altro si erano fatte via via più complesse da gestire ed era regnato sovrano un tacito silenzio come se, evitarsi avrebbe lenito ad Ophelia l'imbarazzo di trovarsi l'uno di fronte all'altro e forse chissà rendere sempre più intangibile quel futuro prossimo di cui né l'uno né l'altra aveva avuto facoltà di esprimere un'opinione.
Funzionava così nella società dei cacciatori, era essenziale proteggere i marchi e preservarli dai mutamenti del tempo affinché quella guerra perenne avesse ancora una chance di essere vinta. Persino uno sospeso nella zona grigia come quello che si portava lei addosso.
Ophelia mosse qualche passo solo quando riconobbe la figura di Helyas poco lontano. Si trovò, solo in quell'istante, a domandarsi se anche lui avesse vissuto con lo stesso disagio scoprire che sarebbe stato costretto in missione proprio con lei o se invece non gli fosse interessato affatto. E tra l'una e l'altra possibilità, Ophelia si scoprì a non saper decidere quale fosse la peggiore.
Ad ogni modo lo raggiunse e con la solita spontaneità, Ophelia si trovò a schiudere un sorriso leggero.
«Buonasera Helyas!»
 «Andiamo?»
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@ash-t0-ash
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ars-solitudine · 6 months
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Sí, la gente è complessa. Siamo fatti di paradossi. L’ambivalenza è il cuore pulsante del mondo. Le cose non sono bianche o nere. Grazie a dio, ci resta la zona grigia per pensare!
Anne Akrich
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scogito · 1 year
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"Anni fa un ragazzo qui a Roma in una discoteca ebbe un litigio con altri perchè una ragazza cubo lo aveva preferito a loro.
Lui era da solo e quelli erano in 15.
Lui chiese ai Buttafuori del locale di chiamare la Polizia (dentro al locale il telefonino non prendeva) perchè i 15 gli avevano annunciato che appena usciti lo avrebbero accoltellato.
I Buttafuori non volevano "problemi" dentro al locale per cui "buttarono tutti fuori" ed il mio assistito fu poi effettivamente accoltellato sul marciapiede invece che nel locale, con grande sollievo dei relativi gestori, e se la cavò soltanto perché quella lama di ben 17 centimetri non arrivò fino al fegato.
Ora premesso che i "Buttafuori" sono quasi tutti esperti di arti marziali e che ai sensi dell'art. 40 c.p. "Non impedire un evento, che si ha l'obbligo giuridico di impedire, equivale a cagionarlo" dicano i lettori qui sotto se esista in Italia una seria regolamentazione del ruolo giuridico di questa ibrida figura professionale.
Perchè nel caso del mio assistito lui fu processato (e poi assolto) per avere fatto una rissa da solo contro 15 energumeni mentre i "Buttafuori" furono tutti assolti da ogni accusa, anche quella subordinata di omissione di soccorso.
Quando i vostri figli vanno in qualche locale sappiate dunque che esiste una zona grigia sulla quale nessun politico ha mai ritenuto utile legiferare, perchè l'ìimportante è che le coltellate se le diano fuori invece che dentro al locale.
E poi pensate al padre della vittima di Anzio, che ha commesso il reato di tentato omicidio verso i "Buttafuori" gridando che non avevano protetto suo figlio come avrebbero dovuto, o quanto meno potuto, perchè sinceramente io lo difenderei gratis pur di riuscire finalmente a sollevare dinanzi ad un Tribunale degno di questo nome tale gravissima questione giuridica.".
(Da Fb dell'avv. Barbara Sedioli)
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Condivido per rendere forse più tangibile la differenza che c'è tra giustizia e Giustizia.
Quando la legge umana produce ingiustizia allora è dovere dei cittadini non obbedire a quella legge.
Essendo un mondo al contrario in cui i poteri corrotti governano, il cittadino che si fa Giustizia viene preso pure a pedate in faccia.
Un mondo di zombi, perché la legge è legge e si fa così. Menti che non hanno alcuna differenza con un programma di calcolo robotizzato.
Non li chiamano robot solo perché ancora non hanno potenziato le loro pile.
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rideretremando · 1 year
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Se il Merda morisse, oh se morisse... sarebbe innanzitutto troppo tardi per l'Italia. Ha già comprato tutto il comprabile, ossia, data la moralità collettiva in Italia, tutto. Tutto tranne qualche irrilevante coscienza, sempre derisa e offesa, sempre nell'ombra in questo paese opaco. Il paese dei pedofili del Vaticano che hanno fatto sparire Emanuela Orlandi, il paese delle stragi impunite e dei servizi segreti criminali, il paese della zona grigia costante non poteva che essere il terreno fertile del degrado degli ultimi decenni. Non poteva che generare il ventennio della pseudocrazia mediatica, delle mignotte in Parlamento ed in Consiglio regionale, dei senatori comprati, dei giornalisti minacciati e licenziati, dei dittatori amici a cui baciare le mani, dell'evasione fiscale come unico reato scoperto dopo mille processi, delle guerre al terrorismo per servire Bush, dell'opposizione mai rispettata e tutta rinchiusa nello stigma del comunismo, del potere giudiziario visto come eversivo e non come pilastro della democrazia. Se morisse, quella spregevole copia della feccia dell'italiano medio, morirebbe dopo tutto questo. Quindi: che viva felicemente i suoi ultimi anni, magari lontano dalla penisola.
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falcemartello · 2 years
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In occasione del raduno organizzato dalla setta clerical-paramafiosa che si tiene ogni anno a Rimini, il "migliore" rivendica il "suo lavoro" e aizza la folla post-democristiana adorante e plaudente a sostenere gli sforzi del governo per consentire all'Ucraina di riprendere la Crimea. Siamo in quella zona grigia che oscilla tra il cretino, il ridicolo, il vergognoso e il criminale.
@TweetDiPoppolo
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diceriadelluntore · 2 years
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Maestri
Oggi è morto Luca Serianni. Investito a Ostia il 18 luglio mentre attraversava le strisce pedonali (l'automobilista si è fermato e ha soccorso la vittima), è venuto a mancare dopo 3 giorni di coma irreversibile. Serianni,  Professore emerito di linguistica italiana a La Sapienza, filologo, accademico della Crusca e dei Lincei, è stato uno dei più grandi linguisti italiani, noto anche per l’amore e la passione che trasmetteva nelle sue lezioni e per il ricambiato amore dei suoi studenti. 
Voglio ricordarlo con due pagine da uno dei libri più belli, Prima Lezione di Grammatica (Laterza, 2006), in cui ragiona sul giusto e sullo sbagliato, concetti che proprio in questi giorni sono davvero importanti da studiare:
Tra i due poli “giusto” / “sbagliato” si situa una zona grigia, in cui il parlante nativo può avere dubbi e incertezze, dipendenti da vari fattori: la sua cultura e il conseguente grado di sicurezza linguistica che ne scaturisce; la sensibilità per fatti di lingua e l’aspirazione al prestigio sociolinguistico; il contesto in cui agisce (le preoccupazioni normative saranno minime nell’ambiente familiare o nei “gruppi di pari”, massime in condizioni formali, per esempio interagendo con un esaminatore o con un superiore gerarchico). Questa tripartizione vale in genere per tutte le lingue di cultura, ma le proporzioni tra le tre fasce (agrammaticalità; possibilità di più esecuzioni equipollenti; casi d’incertezza) può variare in misura considerevole. Nel caso dell’italiano, quella che ho chiamato “zona grigia” è alquanto più estesa rispetto alle altre grandi lingue europee, per almeno due ragioni, entrambe notissime. La prima è la minore uniformità, legata alla tardiva affermazione di una lingua comune e alla stratificazione di varianti alternative non sottoposte al filtro della decantazione naturalmente operanti in una lingua parlata da molti secoli. La seconda è l’importanza da sempre attribuita alla codificazione grammaticale dalla tradizione letteraria: in Italia i grammatici hanno avuto più autonomia che altrove e sono pochi gli scrittori e pochissimi gli scriventi i quali abbiano avuto tanta fiducia nella propria forza di parlanti nativi da non sentirsi condizionati da quell’autorità, almeno fino ad anni recenti.
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