Tumgik
#ti mangiano
ilgattonero · 10 months
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Dico solo una cosa: la gente è veramente permalosa. Sto partecipando ad uno scambio di letture, ho avvertito (meglio chiesto) all'altra persona se voleva che gli segnalassi gli errori che trovavo nel testo (e colloquialisimi vari). Ecco. Mi ha detto che gli andava bene, quindi... Questo ho fatto. Deve essersela presa però, perché commentando la mia storia ha lasciato solo opinioni negative, non critiche costruttive, nessuna utilità. Non pensavo che la gente se la prendesse pure per errori oggettivi, come quelli ortografici e grammaticali. Che poi può tranquillamente farmi commenti negativi, solo ecco, vorrei che fossero commenti utili (non mi è piaciuto questo perché ecc, avrei aggiunto una descrizione perché ecc).
Non vorrei generalizzare, ma guarda caso gli unici con cui ho problemi negli scambi di lettura sono maschi. Tre maschi ho incontrato e tre di loro che se la sono presa quando ho speso tanto tempo per dare loro dei consigli sulla loro storia. In cambio, mi ricevo commenti solo del tipo "non mi piace", "è noioso" , che non me ne faccio niente?
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falcemartello · 3 months
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Davos: millecinquecento aerei privati atterrano circa 2 ore a sud perché lì non c'è aeroporto.
Poi prendono elicotteri e salgono a bordo di SUV ad alto consumo di benzina.
Mangiano carne e si sbattono le puttane mentre ti dicono di indossare uno straccio e di mangiare insetti.
(Critica Climatica)
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La decrescita è felice e virtuosa se non è la tua...
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sciatu · 1 month
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SAN GIUSEPPE - FESTA DEL PAPA' - SI MANGIANO LE ZEPPOLE
Caro papà, grazie i tuttu chiddu chi mi dasti, pi primu u to amuri, poi a to fozza u to scrificiu u to suggiti cu scuru e girari a casa cu scuru picchi nui nun eravamu i chiddi chi avianu a bacca o sciutto e ogni cosa ni custava suduri e travagghiu. Grazie papà pa to risata, picchi mi facisti studiari quannu nun n'avia valia, picchì lassasti a to casa pi danni nu dumani, ni zignasti a cridiri in nui pi truvari a nostra strada, picchì l'unica raccumannazioni chi pi nui truvasti eranu i to brazza. Grazie picchì nun ti presentasti mai cu cappeddu nte mani pi elemosinari, non baciasti manu pi ntrigarti nta mala strada, ma ni zignasti chi cu sapi travagghiari, cu voli travagghiari, cu nun si scanta i travagghiari, nun è sebbu i nuddu, avi diri grazie sulu a so buluntà, sulu o so sangu. Grazie papà di to carizzi, di to cunsigghi, du to amuri chi mai rispammiasti. Grazie i sta lingua chi ni nzignasti, chi mai nigasti , chi sempri ciccasti, picchì è a lingua da nostra anima, è a fozza di nostri silenzi. Grazie pi l'amuri pa terra nostra, pi l'amuri pa biddizza da natura, pill' amuri di l'atti chi è u sensu da razza nostra. Grazie di tuttu chiddu chi ni dasti, di tuttu chiddu chi pi nui facisti, pa strada ritta chi ni zignasti, pi duluri chi pi nui vincisti, picchi ni mittisti davanti a tutta to vita , senza mai na lastima, senza mai na raggia senza mai finiri, l'amuri chi ni davi. Grazie. Papà.
Caro papà, grazie di tutto quello che mi hai dato, per primo il tuo amore, poi la tua forza, i tuo sacrificio , il tuo alzarti con il buio per tornare a casa con il buio, perchè noi non eravamo quelli che avevano la barca all'asciutto, e ogni cosa ci costava sudore e lavoro. Grazie papà per la tua risata, perchè mi hai fatto studiare quando non ne avevo voglia, perchè hai lasciato la tua casa per darci un domani, ci hai insegnato a credere in noi, per trovare la nostra strada, perchè l'unica raccomandazione che per noi hai trovato erano le tue braccia.Grazie perchè non ti sei mai presentato con il cappello in mano per elemosinare, non hai baciato nessuna mano per intrigarti con la strada sbagliata, maci hai insegnato che chi sa lavorare, chi vuole lavolare chi non ha paura a lavorare, non è servo di nessuno, deve dire grazie solo alla sua volontà, solo al suo sangue. Grazie papà delle tue carezze, dei tuoi consigli, del tuo amore che mai ci hai risparmiato. Grazie per questa lingua che ci hai insegnato, che hai sempre cercato, che non hai mai negato, perchè è la lingua della nostra anima, è la forza dei nostri silenzi. Grazie per l'amore della nostra terra, per l'amore verso la bellezza della natura, per l'amore per l'arte che è il senso della nostra razza. Grazie di tutto quello che ci hai dato, di tutto quello che per noi hai fatto, per la strada dritta che ci hai insegnato, per i dolori che per noi hai vinto perchè ci hai messo davanti a tutta la tua vita, senza mai un lamento senza mai una rabbia, senza mai finire l'amore che ci davi Grazie.
Dear Dad, thank you for everything you gave me, first your love, then your strength, your sacrifice, your getting up in the dark to go home in the dark, because we were not the ones who had the boat dry , and everything cost us sweat and work. Thank you dad for your laugh, because you made me study when I didn't want to, because you left your home to give us a tomorrow, you taught us to believe in ourselves, to find our way, because the only recommendation that for you found us were your arms. Thank you because you never showed up with your hat in your hand to beg, you didn't kiss any hand to intrigue you with the wrong path, but you taught us that those who know how to work, those who want to work, those who are not afraid to work, he is no one's servant, he must say thanks only to his will, only to his blood. Thank you dad for your caresses, your advice, your love that you never spared us. Thank you for this language that you taught us, that you have always sought, that you have never denied, because it is the language of our soul, it is the strength of our silences. Thank you for the love of our land, for the love of the beauty of nature, for the love of art which is the meaning of our race. Thank you for everything you gave us, for everything you did for us, for the straight path you taught us, for the pains you overcame for us because you put us in front of your whole life, without ever a complaint without ever feeling angry, without ever ending the love you gave us Thank you.
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apropositodime · 9 months
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Non sapete (non sappiamo)
Cos'hanno le persone, come stanno, perché scrivono cose che magari a noi sembrano niente.
Non sappiamo cosa pensano, come se la passano.
Non sappiamo se quando ridono, ridono veramente.
Non sappiamo quando piangono.
Ci sono cose che arrivano silenziose e ti mangiano dentro. Ti rubano l'energia, ti immobilizzano. Si appoggiamo sulla tua testa, nella tua anima. Tutto diventa difficile
Noi non sappiamo niente delle persone.
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palmiz · 1 year
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...
"Prima furono gli orsi, perché la gente ormai aveva paura di passeggiare liberamente nei boschi.
Poi furono i lupi, perché è notorio che i lupi mangiano i bambini, oltre al vostro amatissimo cane.
A seguire sterminarono i cinghiali, che sono grossi e pericolosissimi, e se ne prendi uno con la macchina ciao, tu la macchina e il cinghiale (ma del cinghiale chissenefrega).
Poi venne il turno delle vipere, perché è ingiusto che non si possa fare un picnic in santa pace senza essere morsi. Però, per essere sicuri sicuri, non uccisero solo quelle, ma proprio tutti i serpenti, perché comunque fanno schifo, e nessuno ne avrebbe sentito la mancanza.
Quindi uccisero i cervi, che erano sì carini, ma con quei palchi si sa mai, è un attimo che ti sventrano se gli gira male. E uno che fa motocross tranquillo nel bosco non può pensare pure ai cervi, santo cielo.
Poi toccò a volpi e faine, perché beh, c'è il discorso della rabbia...
Ammazzarono quindi tutti i tassi, i ricci e gli scoiattoli, perché sono sporchi e portano malattie.
Fu poi il turno di vespe ed api, con quei pungiglioni cattivi, delle zecche fetentissime, e dei ragni, perché "mio cuggino mi ha detto che c'è il ragno violino che ti morde e muori".
Poi un giorno si accorsero che sui monti c'era il pericolo dei fulmini: e così coprirono tutti i boschi con reti metalliche, per prevenire che qualche turista ne fosse colpito a morte mentre si godeva il fresco del temporale, che è un diritto riconosciuto anche dall'ONU. Mettere le reti non fu nemmeno troppo complicato, tanto gli uccelli li avevano già ammazzati tutti da tempo, perché avevano quella mania di cagare dove capita, e non è asettico per niente.
E gli alberi? Via tutti quelli troppo alti e pericolosi, quelli con pollini potenzialmente mortali per gli allergici, quelli con le spine, e già che ci siamo pure quelli brutti e storti, che anche l'occhio vuole la sua parte.
Chiusero poi tutte le sorgenti, perché l'acqua non era stata analizzata e poteva contenere dei patogeni, e sistemarono bene massi e sassi, per prevenire frane e slogature.
Ovunque misero cartelli: "non gettatevi dai burroni". Siccome però la gente continuava a cadere nei burroni, perché non si può fare un selfie senza sporgersi per bene, decisero di livellare tutto con grandi ruspe, e chiudere così la questione. Al posto dei burroni veri misero dei poster, e dietro i poster dei chioschetti per fare l'aperitivo prima di riprendere la strada per la città, con un grande orso di plastica all'ingresso, così che la gente potesse ricordarsi che cos'era la vera natura, e magari fare due foto.
E fu così che alla fine nel bosco rimase solo una specie: l'uomo, che finalmente si sentiva sicuro.
Ma il bosco, non era più un bosco da molto tempo."
(Dedicato a Jj4) di Elena Baruzzi
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scorcidipoesia · 3 months
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Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' così semplice.
Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uccello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno
ognuno dei giorni della mia vita.
Benjamin Prado
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bicheco · 3 months
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Sanremo noi
Sanremo ti ricorda qualcosa, ma non sai bene che cosa. È quasi tutto brutto: le scenografie, i costumi, gli smoking di Amadeus in acciaio inox e vetroresina, per non parlare dei testi dei monologhi (roba da rimpiangere persino la “pikkola Chiara” nel senso di Ferragni), 9/10 delle canzoni e pure i mazzi di fiori. Il dolore, il tumore, il lutto, il suicidio, la guerra, il body shaming diventano industria della lacrima, trash show a mezzadria fra il concerto dei neomelodici, il marketing cassamortaro delle onoranze funebri Taffo e il libro prêt-à-porter del padre della vittima di femminicidio. L’antifascismo è manierismo canzonettaro, col Bella Ciao di Ama&Mengoni. Anche la trasgressione è farlocca: il cantante autoironico di professione invoca il cessate il fuoco a Gaza, poi tiene a precisare “Non volevo essere politico: in vita mia ho fatto tante cazzate, ma non ho mai pensato di avvicinarmi alla politica” e, fra le tante cazzate, non ha ancora capito che se non ti occupi di politica è la politica a occuparsi di te. A furia di levare questo e quello per il terrore di disturbare non si sa più neppure chi, non è rimasto nulla. Non una sorpresa, un sussulto, un eccesso, un fuori programma (nemmeno programmato), una cosa purchessia che somigli alla televisione e giustifichi tutte quelle telecamere in mondovisione: ma se non succede niente, che bisogno c’è di riprendere tutto in diretta? Fatelo in radio, l’anno prossimo. È vero: fa ascolti, cioè pubblicità, cioè soldi. Ma meno dell’anno scorso e più del prossimo. E li farebbe anche se fosse divertente. Non è snobismo da “io non mi abbasso a vedere Sanremo”. Certo che lo vediamo, un po’ per dovere d’ufficio, un po’ per rassegnazione. Ma cosa vieta di chiamare, oltre a Fiorello e Giorgia, qualcun altro bravo, uno del mestiere, al posto del carrello dei bolliti? Mentre ti poni queste domande, arriva sul palco lo storico scenografo per il premio alla carriera. E chi lo premia? Sua figlia, che lui nomina sua erede. Come nel governo dei fratelli, sorelle, figli, cognati e amichetti d’Italia; ma anche la cosiddetta sinistra chiagni & fotti che si pappa la Rai, poi fa i sit-in perché mangiano anche gli altri e misura la libertà d’informazione dal minutaggio dei leader. Poi arriva la star di Hollywood con le sneaker di cui è testimonial e, casomai non si notino abbastanza mentre accenna a due passi di danza con Amadeus, questi si leva le sue, ma mica è pubblicità occulta, figuriamoci: infatti è palese. Così pensi a Sgarbi, Gasparri, Lotito, i Berluschini, Elkann, De Benedetti, Caltagirone, Angelucci e a tutti gli altri che mica sono in conflitto d’interessi, figuriamoci: solo interessi e nessun conflitto. E finalmente capisci a chi somiglia Sanremo 2024: all’Italia del 2024. Quindi non è solo brutto: è anche perfetto.
Marco Travaglio
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vintagebiker43 · 4 months
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Benjo
@Benjo36888305 su X
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Dopo i successi innegabili della Meloni, questi ancora parlano?? Dopo il Blocco Navale e la cancellazione delle Accise.
Elettore di Destra, tu che capisci tutto devi gioire della manovra che la Ducia ti ha fatto, altrimenti i comunisti ti mangiano i bambini e ti fregano l'Iphone
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gcorvetti · 4 months
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Brutto risveglio.
Ieri ho aspettato il gatto fino alle 3 di notte perché lasciarlo fuori con zero gradi mi sembrava una punizione troppo pesante, era uscito almeno un'ora e mezza prima, ma nonostante l'abbia chiamato per un'ora non è venuto, sicuramente è andato a farsi un giro chissà dove, strunz. Quindi oggi mi sono alzato parecchio tardi con lui che mi guardava sonnecchiante ai miei piedi, sto strunz, ma cosa puoi dirgli? Lui non comprende le necessità umane come noi comprendiamo le sue, anche se spesso sono più rotture di coglioni come questa appunto, ma non è il solo. Appena sveglio vado in cucina e guardo fuori nevica come se non l'avesse mai fatto e sapete che mi finirà a spalare una volta finita sta tormenta, ma non è finita qua, la mia compagna mi avverte che per la fine dell'anno la festa si fa da noi, addio tranquillità e momenti di silenzio, senza contare che dovrò smontare tutto su questo tavolo, lo so non sapete, ma il tavolo nel soggiorno dove c'è il pc da dove scrivo e faccio le varie cose è una sorta di mini laboratorio, c'è la stampante normale (che stampa anche la parte bianca dei CD, presa esclusivamente per questo), c'è la stampante 3D con i vari filamenti, c'è lo spazio centrale dove creo le mie cose, anche se ultimamente sempre meno. Ogni volta quindi che c'è qualche festa o riunione familiare devo smontare tutto per poi rimontarlo finito tutto, si per me è un casino, ci sono una quantità di cavi non indifferente, ma questo è il minimo, a me non va di passare ore a sentire gente ubriaca parlare in una lingua che ne capisco il 10%, non è astio verso i suoi parenti, più una sorta di rigetto non verso loro direttamente ma verso sto popolo poco incline alla comprensione che esistono altri modi di vivere nel mondo, in poche parole non mi va per niente, anzi diciamo che mi sono abbastanza innervosito per questa cosa. Conoscendo la sua testardaggine e visto che mi ha detto che gli altri anni si sono ritrovati a casa degli altri non posso neanche replicare e cercare di mediare per evitarmi questo strazio, sono fottuto. Senza contare che dovrò anche cucinare per diverse ore visto che sti qua mangiano più dei calabresi, ma la cosa che mi rompe di più è che sicuramente porteranno dei fuochi d'artificio che è una delle cose più inutili che l'umanità abbia inventato. Poi c'è l'annosa questione di festeggiare dei numeri, cosa cambia? Il 2023 è stato una merda e non penso che il 2024 sarà migliore e bisogna anche festeggiarlo?
Stamane mi sono trovato, cambio di discorso, gli auguri di natale su FB di un tizio che è simpatico per carità ma che non sa la regola principale, cioè che se mi fai gli auguri ti banno, non l'ho scritto quest'anno perché pensavo che tutti si ricordassero di sta cosa, ma si vede che a lui è sfuggito, gli ho fatto notare che l'avrei dovuto eliminare, ma visto che forse non lo sa o non lo ricorda per sta volta la passa liscia, ha replicato che il padre era ateo ma che si facevano gli auguri per tradizione, a parte che non sono tuo padre e quindi fotte sega delle tradizioni (non gli ho scritto questo non sono così irriverente), gli ho solo scritto che per me non è solo una questione religiosa, finita li.
Cos'è che le persone non capiscono che a me di fare parte di un mondo di ipocriti e benpensanti, non che consumatori seriali, non me ne fotte un cazzo e che più mi lasciate per i fatti miei e meglio è, non è difficile ne da capire ne da attuare, basta non calcolarmi come fate nei 364 giorni precedenti, non è difficile lo sapete fare benissimo. Penso che la composizione che più rappresenta il mio stato d'animo in questo momento è questa
youtube
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all-improvviso · 12 days
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Il contrario di un uomo limpido è l'acqua sporca.
Il contrario del mare è una donna cieca.
Chi distrugge un ponte, costruisce un precipizio.
Le cicatrici sono colpi che non si dimenticano.
Ci sono verità senza limite e ci sono cose che finiscono:
i fiumi sono Machado.
Io ti ho amato oltre me.
Gli scorpioni luccicano alla luce della luna
e poi sono nuovamente velenosi e oscuri.
E' così semplice.
Lottare per le ceneri è rinunciare al fuoco.
Una parola detta è un uccello che vola.
La tua morte è sotto la mia pelle,
uguale a un insetto in un bicchiere rovesciato.
Che altro posso dirti?
Che ti ho amato da Nord a Sud, senza fine,
con unghie e con denti,
senza segreti,
senza trappole.
Che non ho voluto sentire un'altra volta la tua voce,
né guardare le nostre foto,
né vederti accarezzare con le tue dita azzurre
i cani che mangiano i resti della tua vita.
Voglio solo oscurità e fumo.
Sono venuto a dire che ti ho dimenticato;
che ti dimenticherò ancora ogni giorno
ognuno dei giorni della mia vita.
B.P.
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smokingago · 1 year
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La faccenda si conclude sempre con la morte.
È lei la mia officina. L’occhio infido,
dalla tribù di me stessa è il respiro
che ti scopre sparito. Terrorizzo
chi mi sta vicino. Mangio.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Un dito dopo l’altro, la faccio mia.
È a portata di mano. Me la trovo davanti.
La suono come una campana. Mi stendo
nel canto dov’eri solito montarla.
Mi prendevi in prestito sulla coperta a fiori.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Pensa per esempio a stanotte, amore mio:
ogni singola coppia si unisce,
all’unisono s’inverte sossopra,
un’abbondanza fatta di due su gomma e spugna,
in ginocchio, spingendo, testa a testa.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Così facendo schizzo via dal corpo,
è un miracolo irritante. Posso forse esibire
il mercatino dei sogni?
Sono spalancata. Mi tormento.
Mia piccola susina, dicevi.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Alla fine venne la rivale dagli occhi neri.
La signora delle acque, sorta dalla riva,
un pianoforte alle dita, la vergogna
sulle labbra e parole flautate.
Io, un manico di scopa con le gambe storte.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Ti prese come una donna che prende
un vestito a saldo da uno scaffale,
e io mi sbriciolai come una pietra.
Ti rendo i libri e la roba da pesca.
Dice il giornale che non sei più scapolo.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
Ragazzi e ragazze stanotte sono tutt’uno.
Sbottonano camicie. Abbassano cerniere.
Si tolgono le scarpe. Spengono la luce.
Creature scintillanti colme di menzogne.
Si mangiano l’un l’altra. Sono sazi.
La notte, da sola, sposo il mio letto.
La ballata della masturbatrice solitaria, Anne Sexton
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crazy-so-na-sega · 9 months
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Io li adoro i bar di paese, fatti di gente normale, dove mangiano il panino senza fotografarlo e dove se ti presenti con la cravatta ti chiedono se ti devi sposare.
Cambiacasacca
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girulicchio · 10 months
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Lontano da tutti
Sono stato spesso critico nei confronti di chi rifiutava la possibilità di emigrare. Mi è sempre stato facile dire “vai, costi quel che costi”. E pensare che chi non andava via, non aveva palle. Ho sempre infangato, a volte anche immeritatamente, la mia terra natia - sia Napoli, sia la Campania, sia l’Italia. Oggi, dopo appena pochi mesi lontano da casa, capisco tante cose. Capisco quanto non sia per tutti, in primis. Capisco quanto non sia facile rinunciare a parlare la propria lingua, ad impararne una seconda o una terza e capisco tutte le difficoltà di comunicazione che si possono avere nel parlare con un interlocutore che parla, nella migliore delle ipotesi, una lingua comune alla tua, ma non la sua, non la tua. Capisco quanto sia difficile integrarsi, o almeno quanto possa esserlo, in un nuovo ambiente. Quanto possa mancarti casa, gli amici, la famiglia, le vecchie abitudini. Capisco quanto il lavoro non sia tutto, quanto non sia tutto nemmeno uno stato o una città apparentemente più civile, più attrezzata, più avanti sotto alcuni aspetti. Perché poi, inevitabilmente, l’occhio cade, quando ti manca casa, su quello che invece non va. E allora le auto elettriche, il benessere e tutto il resto vanno a farsi benedire, perché hai visto che quando portano un antipasto a centrotavola mangiano tutti con la propria posata nell’unico piatto portato, vedi la gente comprare frutta e verdura senza l’uso di guanti e a volte senza l’uso di buste.  Ti inizi a chiedere chi ha torto, chi ha ragione. Se siamo noi italiani ad essere troppo precisi, pignoli, paurosi e quant’altro, perché magari loro - e li chiami loro come se fossero extraterrestri - campano lo stesso, non muoiono a vent’anni, quindi forse tutti i germi e i batteri che passano tra le mani tue, del cassiere e la bilancia non sono così mortali. Così come non muori giovane tu se partecipi ad un pranzo e mangi nello stesso piatto con altre cinque persone.  In chiusura di questo pensiero, ironicamente, ma nemmeno troppo, mi viene da dire che è per questo che gli arabi devono offrire centinaia di milioni ai calciatori a fine carriera per convincerli e che magari, gli stessi calciatori, convinti oppure no, quando atterrano in terra straniera, nonostante magari fossero stati giramondo già da anni, vivono lo stesso mio identico disagio.  Insomma, quasi quasi, cento milioni all’anno non bastano, ma leniscono le sofferenze.  Anzi, a parziale rettifica: cento milioni all’anno bastano a lenire le sofferenze, ma a meno che tu non sia una persona votata al viaggio, al cambiamento, a cui non piace mettere radici, cosmopolita e progressista, risulta davvero che i soldi non facciano la felicità, nemmeno così tanti.  Come mi ha fatto pensare la mia più cara amica, nonché dolce metà, è così che si impara qualcosa su sé stessi. Non si torna per forza cambiati, ma si torna più consapevoli. E non è una sconfitta. Capire che qualcosa non fa per te, non ti rende meno degno dell’esperienza che hai fatto.  Allora, dopo questo passo, aspetto e mi aspetto di fare i successivi. E un giorno, spero, che il percorso si chiuda con un cerchio o anche un ellisse, così che dall’altro lato della curva possa vedermi lontano da me, mentre sono stato lontano da tutti. E in questo modo potrò scoprire qualcos’altro di me, come uno specchio del tempo, che ingrandisce i dettagli e li evidenzia, senza giudizio e senza sconti, senza pietà e senza cattiveria. 
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ross-nekochan · 10 months
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Oggi ho ricevuto il mio primo iPhone aziendale via posta.
Sono andata a fare la spesa e ho speso 100€ senza comprare niente di che. Se vi spaventa la spesa in Europa, beh, qui è peggio (specie per quelli come me che mangiano tanto e non da giapponese).
Ora ci sono le casse automatiche pure qui in tutti i supermercati. Peccato che per non licenziare la gente, la cassiera ti fa lo scan dei prodotti, tu aspetti diligentemente per anni (perché ti mettono a posto loro la roba nel cestino e poi in uno spazio a parte te li metti nelle buste) e poi paghi da sola alla macchina. Come perdere tempo. Complimenti alla genialità.
Quando ho incontrato la mia amica taiwanese e le ho detto che in Italia gli affitti aumentano ma gli stipendi no, mi ha fatto ridendo:"Ma perché qua non è la stessa cosa?".
Ma infatti. Questo paese è il più vecchio del mondo (seguito da, indovinate un po'? Noi), con una richiesta di manodopera assurda per lavori che nessuno vuole fare, con lo yen che si svaluta di continuo e gli stipendi uguali da decine di anni, con diritti civili ancora inesistenti e parità dei sessi lontana anni luce. Nei parchi ci sono solo le mamme con i bambini. Sulle biciclette ci sono solo le mamme con i bambini.
E chissà perché lo vediamo sempre come il paese all'avanguardia - semplicemente perché è lontano e non ne sappiamo un cazzo (e loro fanno lo stesso con noi).
Che ci sto a fare io in un paese così? Chissà...
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elorenz · 3 months
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La dissomiglianza tra gli individui è una delle prime addizione alla conoscenza, è un concetto che capisco appieno, sento Mario (nome fittizio) che espone la sua teoria dei fatti e mi domando se non sia vittima, come me, della sua stessa virtù. "Capisci? Mi sono arricchito di esperienza, ho visto e letto cose che non avrei nemmeno immaginato mi potessero interessare nella vita". Si batte il drumino sull'unghia del pollice. "Certo" rispondo "è un processo normale nelle relazioni, o almeno dovrebbe esserlo" e lo capisco, una persona diversa da me può arricchire quella parte di ignoranza dovuta ad una mancanza di curiosità nella cosa o di interesse per la cosa stessa.
"E siamo d'accordo" aggiunge "il problema è che i miei, di interessi, se li mangiano un pezzo alla volta fino a farli scomparire" gli passo l'accendino e nota che lo guardo con aria interrogativa "nel senso che questa apertura, questa elasticità, se così la possiamo chiamare, di assecondare gli interessi dell'altra persona oscura i miei, ogni volta cazzo" sottolineando l'ultima parte gli domando se è sempre stato così. "Si, non hanno mai coltivato i miei... quante volte siamo andati al cinema quest'anno? Hai mai visto con noi Clara? Tre anni fa, hai mai visto Giulia? E potrei continuare... e questo è solo uno degli interessi che ho" e lo capisco perché sono in parte uguale. "Beh, ti capisco, sono come te Mario" annuisce in segno di intesa. "Lo so, il problema è un punto di equilibrio che non si trova mai... c'è chi da tutto e chi non da nulla" conclude osservando un punto imprecisato della piazza.
C'è chi da tutto e qualcuno nulla. Beh, penso accendendomi a mia volta una sigaretta, forse le persone sono così. La loro natura è un assenza di sfumature.
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ambrenoir · 4 months
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Non ci sarai nella strada, non nel mormorio che sgorga di notte dai pali che la illuminano.
Nei miei sogni non ci sarai, nel destino originale delle parole.
Mi infurierò, amor mio, e non sarà per te, e non per te comprerò dolci, all'angolo della strada mi fermerò, a quell'angolo a cui non svolterai, e dirò le parole che si dicono e mangerò le cose che si mangiano e sognerò i sogni che si sognano e so molto bene che non ci sarai, nè qui dentro, il carcere dove ancora ti detengo, nè la fuori, in quel fiume di strade e di ponti.
Non ci sarai per niente, non sarai neppure ricordo, e quando ti penserò, penserò un pensiero che oscuramente cerca di ricordarsi di te...
Julio Cortazar
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