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#storia e controstoria
piusppxii · 6 months
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Pio XII, il nazismo e gli ebrei: calunnie e verità
A 65 anni dalla scomparsa di Pio XII e dopo molti seri studi scientifici sull’enorme soccorso svolto da papa Pacelli a favore del popolo ebraico durante la Seconda guerra mondiale, c’è ancora una campagna mediatica che cavalca la leggenda nera del suo “silenzio” sui lager nazisti. Continue reading Untitled
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cristianesimocattolico · 10 months
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La chiesa del "Quo vadis" dove Pietro abbracciò il martirio
Il rettore della chiesetta sull’Appia antica parla dell’incontro tra il principe degli apostoli che sta lasciando Roma e Gesù che vi torna per farsi crocifiggere di nuovo… Continue reading Untitled
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lamilanomagazine · 3 months
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Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione
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Ancona, Giornata della Memoria, VII edizione Il 25 gennaio la Cerimonia delle Pietre di inciampo, con la partecipazione delle scuole. Verranno ricordati i cittadini Clara Sereni, Bruno Cagli, Alvaro Pietrucci e Lamberto Morbidelli. Il 27 gennaio alla Mole "La Banalità del Male", Spettacolo filosofico musicale di Popsophia. Quattro nuove pietre d'inciampo saranno sistemate in città in occasione della settima edizione della Giornata della Memoria. Le pietre si aggiungono alle 23 già collocate di fronte alle ultime abitazioni di cittadini anconetani deportati e uccisi nei Lager nazisti o deceduti durante la prigionia. La cerimonia, alla quale parteciperanno anche vari istituti scolastici, si terrà giovedì 25 gennaio a partire dalle 9 del mattino prima in via Volturno 31, di fronte all'abitazione di Bruno Cagli, e poi si muoverà verso gli altri tre siti individuati. In via Volturno sarà presente anche il Sindaco, Daniele Silvetti. La posa delle pietre, che che rientra nell'ambito del calendario di iniziative della Giornata della memoria, è stata promossa grazie al coordinamento del Comune di Ancona da Anpi Ancona, Anmig Marche, Comunità ebraica di Ancona e dall'Istituto storia Marche, che ha seguito il coordinamento con la Fondazione tedesca guidata da Gunther Demnig (l'artista che ha inventato il progetto "Pietre d'inciampo" ormai diffuso in tutta Europa). Ad essa hanno dato supporto istituzioni, associazioni e organizzazioni del territorio, studiosi anconetani e gli Istituti scolastici che interverranno, ossia ISTVAS, Liceo Artistico Mannucci e Liceo Rinaldini. Voce narrante della giornata sarà quella di Attilio Bevilacqua, lo storico anconetano che ha seguito la ricerca dedicate alle quattro persone che saranno ricordate, assassinate in quanto ebree (Clara Sereno e Bruno Cagli), antifasciste (Alvaro Pietrucci) e IMI, ossia Internati militari italiani in Germania (Lamberto Morbidelli). Sulla base delle ricerche effettuate le ultime abitazioni anconetane dei deportati furono le seguenti: Bruno Cagli in via Indipendenza 31, oggi via Volturno 31; Clara Sereno in corso Vittorio Emanuele 42, oggi corso Garibaldi 44; Alvaro Pietrucci, in corso Carlo Alberto 68 e Lamberto Morbidelli, in via Osteria Nuova, oggi via Esino 90. Si intitola La Banalità del Male ed è il nuovo spettacolo filosofico musicale realizzato da Popsophia in occasione della Giornata della Memoria e in programma il 27 gennaio alle ore 21,15 alla Mole di Ancona. Ricordare la Shoah attraverso il racconto che di essa è stato fatto dal cinema, dal film hollywoodiano più celebre Schindler's List di Steven Spielberg alla controstoria di Bastardi senza Gloria di Quentin Tarantino, passando per il successo internazionale de La vita è bella di Roberto Benigni. E dall'altro lato la filosofia che si è interrogata su quella "banalità del Male" che ha segnato il Novecento secondo la definizione di Hannah Arendt: Popsophia si misura con una nuova sfida, al di là della commemorazione per capire, con le lenti della filosofia, come il male assoluto dell'Olocausto è stato ed è raccontato della cultura visuale e dall'immaginario collettivo. È possibile ricordare ciò che non può e non deve essere dimenticato, senza cadere in rappresentazioni rassicuranti o banalizzanti? Un viaggio che scende negli abissi dell'animo umano, tra memoria e oblio con le canzoni che hanno segnato il nostro immaginario sull'olocausto e che saranno realizzate dalla band Factory: dal canto ebraico Gam Gam fino all'inconfondibile tema per violino e piano del film Schindler's List o a canzoni "manifesto" come "Dio è morto". Ad accompagnare Lucrezia Ercoli in questa narrazione intensa e complessa Andrea Minuz, docente di Storia del cinema e Teoria e analisi della sceneggiatura all'Università La Sapienza di Roma e autore di saggi e libri dedicati a Shoah e cinema tra cui "La Shoah e la cultura visuale. Cinema, memoria, spazio pubblico". L'ingresso è gratuito con prenotazione obbligatoria. La prenotazione verrà aperta sul sito tramite Eventbrite mercoledì 24 gennaio alle ore 10).... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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musicletter · 2 years
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La Retromarcia su Roma
Il 28 ottobre 1922 manipoli di uomini vestiti di nero innestarono la marcia indietro sul quadrante della storia. E, violenti e impettiti, calpestarono sogni, speranze e bellezza. Cento anni dopo, il 28 ottobre 2022, si svolgerà la controstoria di questo anniversario. Un viaggio leggero, attento e informato. Ma tutto al contrario. Anche a misura di bambini. La Retromarcia su Roma porterà nei…
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superfuji · 3 years
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10 febbraio 2022: il presidente della Repubblica italiana, Sergio Mattarella, interviene in una cerimonia al villaggio di Dane, a pochi chilometri dall’attuale confine tra Italia e Slovenia, rifiutando il consolidato protocollo delle orazioni alla foiba di Basovizza. In questa occasione Mattarella ricorda che l’occupazione nazifascista della Jugoslavia, iniziata il 6 aprile 1941, ha provocato un milione di morti, e mostra alle autorità slovene e ai giornalisti internazionali presenti la fotografia di una fucilazione. «Contrariamente a quanto spesso si afferma ‒ argomenta il presidente italiano ‒ quella che vedete è la fucilazione di cinque partigiani sloveni per mano di soldati italiani, avvenuta qui, in questo villaggio, il 31 luglio del 1942». In un silenzio irreale, l’interprete sloveno legge i nomi dei caduti: Franc Žnidaršič, Janez Krajc, Franc Škerbec, Feliks Žnidaršič, Edvard Škerbec. Segue un lungo e commosso applauso, poi Mattarella riprende la parola: «Siamo qui oggi per fare finalmente i conti – a livello storico, istituzionale, politico e culturale – con il passato del nostro paese. Un paese che, prima ancora dell’avvento del fascismo, è stato guidato da una deprecabile brama coloniale e imperiale, che nel ventennio ha trovato il suo culmine più atroce – aggiunge il presidente prima di inginocchiarsi davanti alle autorità slovene presenti, in evidente omaggio al famoso gesto di Willy Brandt a Varsavia, nel dicembre del 1970. I crimini di guerra dell’Italia fascista vanno condannati senza tentennamenti, e ci aiutano a comprendere quella successiva pagina dolorosa della nostra storia, quella delle foibe e dell’esodo istriano, fiumano e dalmata. A questi eventi tragici è stato dedicato il Giorno del Ricordo il quale, tuttavia, senza contestualizzazione storica, rischia di far passare gli italiani, e i fascisti, per vittime di una violenza “slava” improvvisa, indiscriminata, atavica. E invece la storia ci aiuta a capire come ogni manifestazione di nazionalismo aggressivo non porti che morte e distruzione, che poi – inevitabilmente – ti si ritorce contro. E non mi riferisco solo all’aggressione del 6 aprile 1941 e all’occupazione che è seguita, ma anche all’italianizzazione forzata di questi territori di confine, che ha prodotto indicibili sofferenze per due decenni», termina il presidente Mattarella, tra gli applausi degli astanti. Controstoria Naturalmente queste parole Sergio Mattarella non le ha finora mai pronunciate. Né, a oggi, lo ha fatto alcun alto esponente delle nostre istituzioni. Eppure, dopo la fine della guerra fredda e della logica dei blocchi contrapposti, si era tentata una via diversa per affrontare queste tragedie storiche. Una Commissione mista storico-culturale italo-slovena (1993-2001) aveva lavorato per anni, producendo un documento che cercava di fornire un racconto condiviso dai due paesi sull’epoca di violenza che ha contraddistinto quest’area dalla fine dell’Ottocento alla metà del Novecento. In questo testo si può leggere, ad esempio, che durante l’occupazione italiana centomila jugoslavi subirono «l’internamento nei numerosi campi istituiti in Italia (fra i quali vanno ricordati quelli di Arbe, Gonars e Renicci)». Solo nella Slovenia annessa, la cosiddetta Provincia di Lubiana, «migliaia furono i morti, fra caduti in combattimento, condannati a morte, ostaggi fucilati e civili uccisi. I deportati furono approssimativamente 30 mila, per lo più civili, donne e bambini, e molti morirono di stenti. Furono concepiti pure disegni di deportazione in massa degli sloveni residenti nella provincia». [...]Pochi anni dopo l’istituzione del Giorno del Ricordo, Claudio Pavone scriveva nella sua Prima lezione di storia contemporanea che «le invocazioni ad una memoria unificata, fatte nell’ambito di una comunità nazionale, nascondono un sottofondo nazionalistico. […] La memoria riconciliata è una variante peggiorativa della memoria condivisa. Sono i popoli che debbono riconciliarsi; ma non avrebbe senso che la memoria dei democratici si riconciliasse con quella dei responsabili dei vari totalitarismi, o che la memoria dei colonialisti si riconciliasse con quella dei colonizzati e del cammino da loro percorso per liberarsi. Antifascisti ed eredi del fascismo hanno in Italia trovato modo, in virtù della vittoria dei primi, di convivere per più di mezzo secolo, ognuno con la propria memoria, irriducibile a quella dell’altro. Smussare, levigare, ripulire, addomesticare le memorie significa addormentarsi nella convinzione che le grandi partite della storia si concludano con un pari e patta». Così non può, così non deve essere.
Foibe: la macchina dell’oblio. Strumentalizzazioni del Giorno del Ricordo di: Eric Gobetti e Carlo Greppi
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libriaco · 2 years
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L’arte della guerra
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La storiografia rientra nel campo dell’arte della guerra. Non stupisce, allora, che nei suoi dintorni regni l’atmosfera dei segreti di Stato. La disciplina partecipa quindi della polemologia: come affrontare il combattimento, misurare i rapporti di forza, mettere a punto una strategia e una tattica adeguata, gestire le informazioni, tacere, passare sotto silenzio, sottolineare l’evidenza, fingere, e tutto ciò che implica scontri per poter determinare vincitore e vinto? La storia è debole con i vincitori e spietata verso i perdenti.
M. Onfrey, [Le Sagesses antiques. Contre-histoire de la philosophie, 2006], La saggezza antica. Controstoria della filosofia 1, Roma, Fazi, 2006 [Trad. M. Caccato]
[Nell'immagine dal titolo "Chi vincerà?", il mio fotomontaggio rappresenta il Cavaliere di Gran Croce dell'Ordine della Legion d'Onore di Francia in uno scenario possibile.]
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queenforeverblog · 5 years
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(LINK IN BIO)+++ In questi giorni si è tornato a parlare di John Deacon per via delle parole di Brian e Roger rilasciate nel documentario The Show Must Go On e riprese, purtroppo senza il supporto delle immagini, dai principali siti che si occupano di musica. Purtroppo dai commenti appare evidente che in tanti davvero ignorano cosa sia accaduto dopo il 1991 e quale sia stato il percorso che ha portato i Queen a diventare prima un duo e poi i Queen+. Soprattutto mi pare ci sia scarsa conoscenza di quella che in questo articolo definisco "controstoria" di John Deacon. Ma con una premessa doverosa: adoro John, lo considero fondamentale per la band e mi manca tantissimo. Ma ne rispetto la scelta, pur non condividendola fino in fondo+++ ---------------------- https://queen4everblog.blogspot.com/2017/08/john-deacon-controstoria-recente-del.html ---------------------- #johndeacon #Queen #storia #story #bassplayer #bass #bassist https://www.instagram.com/p/BxexwwwBQJ3/?utm_source=ig_tumblr_share&igshid=1thvetx8qy54n
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lucianopagano · 5 years
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Omissis
La letteratura, (g)locale e non, è anche la storia delle sue omissioni, emissioni, missioni temporanee; la controstoria della letteratura è fatta di omissis, percorsi abbozzati, percorsi mancati che poi vengono ripresi, persi, riconquistati. I tempi si somigliano, i cicli trascorrono. Chi non si accorge della tempesta, chi in tutto ciò intravede una calma relativa, è finito nell'occhio del ciclone e non se ne è accorto.
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glianni70 · 7 years
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La versione di K di F. Cossiga M. Demarco [Pdf - Ita] Controstoria dell'Italia repubblicana
La versione di K di F. Cossiga M. Demarco [Pdf – Ita] Controstoria dell’Italia repubblicana
Francesco Cossiga con Marco Demarco
LA VERSIONE DI K
Sessant’anni di controstoria
La storia dell’Italia post-bellica comincia nella notte del 4 gennaio 1947, quando Alcide De Gasperi, presidente del Consiglio dei ministri, si imbarca su un aereo e vola verso gli Stati Uniti.
Un viaggio diplomatico che segna una svolta, un confine tra un “prima” e un “dopo”. Ma che, secondo molti, sarebbe anche…
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calabriawebtvcom · 4 years
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"La storia del Sud prima dell'Unità d'Italia" raccontata da Le Guardie d'Onore del Pantheon ed i Lions Clubs
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"La storia del Sud prima dell'Unità d'Italia" raccontata da Le Guardie d'Onore del Pantheon ed i Lions Clubs
I Lions Clubs Squillace Cassiodoro e Cropani Botricello Sellia M.J. e la Delegazione di Catanzaro dell’Istituto Nazionale per la Guardia d’Onore alle Reali Tombe del Pantheon, hanno organizzato un incontro con l’Istituto comprensivo Benedetto Citriniti di Simeri Crichi dal titolo “La storia del Sud prima dell’Unità d’Italia”.
L’evento è rientrato a pieno titolo nel service distrettuale dell’area di intervento comunitario beni culturali.
Dopo i rituali saluti del dirigente scolastico del Delegato di Catanzaro I.N.G.O.R.T.P., nonché Presidente L.C. Squillace Cassiodoro  Giacomo Mannino ed il Presidente del L.C. Cropani, Botricello Sellia M.J. Giovanni Scarpino, i relatori Gen. D. (aus.)Pasquale Martinello (Vice Presidente L.C. Squillace Cassiodoro), d.ssa Caterina Urzino (Guardia d’Onore e medaglia di benemerenza dell’I.N.G.O.R.T.P.), dr. Santo Amelio (Guardia d’Onore scelta e medaglia di benemerenza dell’I.N.G.O.R.T.P.) e dr. Felice Raso Costabile  (Resp. Distretuale GST 108 ya) hanno trattato rispettivamente “il Sud prima dell’Unità d’Italia”, “Don Francesco Stocco, calabrese e Generale Garibaldino”, “La numismatica pre e dopo l’Unità d’Italia” e ” Il revisionismo storico e la valenza che segue alla definizione di controstoria”.
Prima degli interventi programmati, la GdO Filiberto d’Imperio ha letto  anche un messaggio augurale di S.A.R. Vittorio Emanuele di Savoia pervenuto con grande sorpresa e gioia  direttamente da Ginevra.
Il Generale Martinello nella sua relazione ha posto in evidenza il quadro storico-politico-militare preunitario ed ha spiegato le motivazioni patriottiche che sollecitavano all’unità d’Italia.
La d.ssa Urzino, invece, ha trattato la figura del generale garibaldino Don Francesco Stocco calabrese di Decolatura, esempio mirabile del patriottismo calabrese, coinvolgendo anche i ragazzi dell’Istituto rendendoli protagonisti della relazione stessa.
Il dr. Amelio trattando la numismatica ha spiegato le differenze tra la monetazione borbonica (non decimale) e quella del Regno d’Italia, evidenziando come quest’ultima avesse permesso l’Italia di entrare a far parte dell’Unione Monetaria Latina durata fino al 1927.
Le conclusioni sono state affidate al Presidente Lion di Zona 23 Ludovico Rizzuti che ha portato i saluti del Governatore Nicola Clausi e ha plaudito all’ottima riuscita del service.
Durante l’evento  è stata allestita una mostra numismatica a cura della GdO Santo Amelio ed una mostra di reperti storici a cura di Giuseppe Chirico.
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piusppxii · 7 months
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Video. Pio XII, il papa calunniato
Pio XII moriva 65 anni fa: perché è ancora accusato di “silenzio”? Il venerabile Pio XII è stato il papa più calunniato del XX secolo. Nonostante le accuse contro di lui siano state ormai definitivamente confutate, la leggenda nera continua ad infangarne ingiustamente la memoria.
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cristianesimocattolico · 11 months
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"Rapito": un film di propaganda anticristiana
Dal punto di vista storico il film di Bellocchio è di ogni evidenza intossicato e deviante e la pellicola invita ad una lettura chiaramente anticattolica. Continue reading Untitled
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lamilanomagazine · 1 year
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Quentin Tarantino sarà ospite al Festival del Cinema di Cannes 2023
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Quentin Tarantino sarà ospite al Festival del Cinema di Cannes 2023. Quentin Tarantino sarà ospite d’onore alla Quinzaine de Réalizateurs. Il cineasta torna a Cannes esattamente dopo quattro anni dalla prima di C’era una volta a Hollywood e a 29 dalla Palma D’oro per Pulp Fiction. Il regista presenterà una “proiezione segreta” il 25 maggio e discuterà della sua “contro-storia del cinema” sulla Hollywood degli anni ’70. Proprio nel 1969 a Cannes nasceva la Quinzaine des Réalisateurs, sezione dedicata ad opere libere provenienti da tutto il mondo. Nello stesso anno in California nasceva una nuova generazione di registi che si ponevano contro la vecchia Hollywood. Quentin Tarantino restituisce una profonda analisi nel suo saggio critico sul cinema degli anni ’70. Gli organizzatori del Festival fanno sapere: “Questo cinefilo eccezionale è di casa. Sarà nostro ospite quest’anno per presentare un film a sorpresa e discutere la sua controstoria del cinema. Atmosfera rockabilly nel giorno di chiusura…”.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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wevuxmag · 5 years
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#INTERVISTA: "DESIGN. UNA STORIA SBAGLIATA", Maurizio Corrado
#INTERVISTA: "DESIGN. UNA STORIA SBAGLIATA", Maurizio Corrado #book #controstoria #counterhistory #creativity #critic
Architetto, saggista, scrittore, Maurizio Corrado si occupa di ecologia del progetto dagli anni Novanta svolgendo attività didattica e organizzazione eventi culturali, ha curato trasmissioni di design per Canale 5 e SKY. Ha pubblicato con diversi editori (De Vecchi, Electa, Edicom, Xenia, Macroedizioni, Esselibri Simone, Wolters Kluwer, per citarne alcuni) oltre 20 libri di saggistica su design e…
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tmnotizie · 5 years
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ASCOLI PUCENO – Appuntamento domenica 20 gennaio (alle ore 18,00 presso la libreria Rinascita di Ascoli Piceno, in piazza Roma 7) con il romanzo La rampicante di Davide Grittani(LiberAria Editrice, Bari 2018; Pagg. 222; Prezzo di copertina 16,50 euro; Collana Meduse) che alcune indiscrezioni del mondo editoriale dànno tra i canditati al Premio Strega 2019 (https://www.illibraio.it/premio-strega-2019-voci-sui-candidati-948207/). Dialogano con l’autore Lucia Marinangeli, presidente AIDO – Marche, Paolo Cappelli presidente AIDO – Ascoli Piceno ed Eleonora Tassoni, libreria Rinascita – Ascoli Piceno.
Un libro che sta emozionando e contagiando i lettori, grazie a una storia molto complessa ma anche molto affascinante.Completamente ambientata nelle Marche, dal Fermano al Maceratese, dalla regione che con straordinaria dignità ha reagito a tutto ciò che le è successo negli ultimi anni, a cominciare dal sisma del 2016. Una storia realmente accaduta (agli inizi degli anni Novanta) che Davide Grittani ha ricostruito recuperando fatti e misteri, mescolando con cura una trama d’altri tempi a personaggi e circostanze dei nostri giorni.
Ognuno di noi si trascina una sua “controstoria” dell’11 settembre, non di ciò che successe quel giorno ma di ciò che stava facendo in quel momento. In un piccolo paese che porta il nome del mare ma s’aggrappa alle colline, l’11 settembre 2001 un adolescente scopre di non essere ciò che credeva. Comincia una scivolosa rincorsa alla verità, un viaggio miserabile e commovente durante cui è costretto a misurarsi con ipocrisie, inganni, generosità, necessità e vendette.
Nella calma imperturbabile di Sant’Elpidio a Mare ribolle il sangue di un ragazzo: un ragazzo che decide di ribellarsi alle logiche del branco, mentre una bambina sente voci nella sua testa e dispensa una strana saggezza, e mentre un padre impone rispetto comprando i destini di chi lo circonda. La rampicanteracconta la piccola e maestosa epopea di Riccardo Graziosi, la sua avventura umana dall’età di 15 ai 30 anni.
Una trama fitta, tirata dalla prima all’ultima pagina, giocata sull’incapacità degli uomini di rendersi conto del privilegio che gli è stato concesso dalla vita, sull’importanza del dono (ammesso che uno appia riconoscerlo) e sulla perversa casualità della fortuna.
Una tragedia pop e shakespeariana che parte da lontano e arriva fino alle Marche dell’ultimo terremoto (2016), una storia spietata e romantica che indaga le nostre coscienze, come dice Dacia Maraini a proposito de La rampicante, fino a chiederci se «ci siamo meritati tutto ciò che abbiamo avuto?» Davide Grittani affronta alcuni dei temi più cari alla letteratura universale, come la relazione tra padre e figlio, il rapporto dell’uomo con la giustizia e con il denaro – e quindi essenzialmente con la verità – passando per la stringente attualità di argomenti come l’adozione e il disagio infantile, fino all’atto estremo, solenne e irreversibile della donazione d’organi.
Furio Colombo descrivendo La rampicante sostiene che il romanzo «è come un documentario, narrato però con impetuosa espressività letteraria. Incalzano i fatti, le sequenza di eventi, la durezza delle parole e dei sentimenti, che hanno una brutale vitalità rara nella fiction».
Il continuo incalzare dei fatti e l’agilità coinvolgente con cui la storia procede, riportando paradossalmente tutto al punto di partenza, suggellano il titolo del libro: La rampicante. Riccardo trascorrerà la vita a implorare comprensione e meditare vendetta, inciampando continuamente nei rami dell’edera: simbolo del destino che non scende a patti, che non accetta compromessi.
Adesso questo romanzo, che sta girando l’Italia con numerose presentazioni allestite e in corso di allestimento, è tra i papabili a una candidatura al Premio Strega 2019, cioè la competizione letteraria ed editoriale più importante dell’Italia e tra le più importanti d’Europa. Fa un certo effetto, saper chw alla base di questa esperienza ci siano una storia e un’ambientazione che sono state calate totalmente all’interno delle Marche, di un territorio che attraverso queste pagine racconta del fascino straordinariamente misterioso di un popolo così nascosto, così essenziale. «Una storia coraggiosa e importante, ambientata nelle Marche che nessuno conosce bene quanto il silenzio e la dignità».
Hanno detto de “La rampicante”
«La donazione degli organi resta il più misterioso e affascinante metodo per tornare a nascere. Sono davvero pochi i romanzi che se ne sono occupati senza scadere nella banalità, quello di Davide Grittani lo fa addirittura con una discreta dose di cinismo. Nelle mani del lettore, alla fine del libro, resta l’interrogativo che forse sta alla base di tutte le coscienze: ci siamo meritati tutto ciò che abbiamo avuto?». Dacia Maraini
«Scritta in una lingua delicata, questa è la storia di come un tormento finisca per diventare una rivelazione. L’autore riporta la vita nelle terre scosse dal terremoto, e lo fa con la necessaria crudeltà della letteratura. Un libro molto denso, pieno di personaggi che si mostrano e nascondono continuamente come dentro scatole cinesi. Un omaggio alla poesia delle Marche, alla forza d’animo dei marchigiani». Wanda Marasco
«La ampicante è come un documentario, narrato però con impetuosa espressività letteraria. Incalzano i fatti, le sequenze di eventi, la durezza delle parole e dei sentimenti, che hanno una brutale vitalità rara nella fiction. Di questo romanzo di Grittani si può dire che la narrazione, risoluta e tenace, supera l’invenzione. Non consola, fa luce». Furio Colombo
«Un romanzo che incanta alla pagina, emoziona e coinvolge come poche altre storie. Grittani riesce a rapire la coscienza del lettore, che poi è la principale missione degli scrittori. La scrittura, visiva ed agile, appare dotata di una rara intensità». Roberto Pazzi
«La rampicante racconta di un Paese di cui non ci vergogniamo mai abbastanza, dei delitti e delle pene che ogni giorno si consumano nelle pieghe della nostra provincia. Scritto con una voce raffinata e cinica, il romanzo di Grittani parla di usura, amore, morte ma anche di trapianti e speranze. Parla delle Marche, terre magiche e misteriose in cui nulla sembra avvenire per caso. Nemmeno il terremoto, che scuote la vita dei personaggi ma che soprattutto scuoterà la coscienza dei lettori». Andrea Purgatori
«Un viaggio all’interno di una terra che non si risparmia, che lesina le parole avvolgendosi in un silenzio senza redenzione; un’esperienza narrativa che forse va al di là delle possibilità umane di comprensione, offrendo al lettore uno spunto di riflessione necessario seppur crudele; un percorso ad ostacoli che si muove tra la donazione degli organi, il ricordo ancora vivo del terremoto e la percezione della solitudine a cui tutti gli uomini – buoni o cattivi – sono destinati. Un appello alla vita che, come l’edera, resiste e persevera. Tutto questo è La rampicante di Davide Grittani». Giulia Ciarapica
«La capacità di riconoscere e aggrapparsi alla bellezza appartiene alle anime tormentate, come quelle di Riccardo ed Edera, protagonisti di un romanzo potente che intreccia ombra e luce, vita e morte, segreti e rivelazioni, sconfitte e rinascite. Questo continuo gioco di opposti, presente anche nell’esistenza di ognuno di noi, è narrato benissimo da Grittani che, con scrittura solida e mai compiaciuta, compone paesaggi umani nei quali sostare. Sullo sfondo le Marche, metafora di mondi interiori che tremano dal di dentro, eppure in grado di ricominciare». Paola Cereda
Davide Grittani (Foggia, 1970) è giornalista e scrittore. Dal 2006 al 2016 ha curato la prima mostra internazionale della letteratura italiana tradotta all’estero Written in Italy, che ha raccolto ed esposto (in 16 Paesi di tutti i Continenti) una biblioteca di oltre 3200 traduzioni in rappresentanza di 800 autori italiani dal 200 ad oggi, 56 lingue e 24 alfabeti: per Written in Italy si è aggiudicato il Premio Maria Grazia Cutuli 2010.
Ha pubblicato il romanzoRondò. Storia d’amore, tarocchi e vino (Transeuropa 1998, allora diretta da Massimo Canalini) e E invece io (Biblioteca del Vascello 2016, Torino) presentato in concorso al Premio Strega 2017. Della sua scrittura e delle sue attività si sono occupati a vario titolo Alessandro Piva, Giorgio Barberi Squarotti, Giampaolo Rugarli, Dacia Maraini, Ettore Mo, Corrado Augias, Marcello Sorgi, Wanda Marasco, Andrea Purgatori, Massimo Canalini, Fabio Geda, Roberto Pazzi, Stefano Petrocchi, Mario Sansone e Furio Colombo. La rampicante (LiberAria Editrice 2018, Bari) è il suo terzo romanzo.
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persinsala · 6 years
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Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944-2000
Gli architetti di Zevi. Storia e controstoria dell’architettura italiana 1944-2000
Una mostra, al Museo Nazionale delle Arti del XXI° secolo di Roma, accende lo sguardo sull’architettura italiana dal Dopoguerra al nuovo millennio.
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