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#popoli africani
gregor-samsung · 3 months
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" Il 1° marzo 1896 un corpo di spedizione di diecimila soldati guidati dal generale Baratieri attaccò ad Adua un esercito di centoventimila etiopi guidati da Menelik. L’Italia subì una pesantissima sconfitta, lasciando sul terreno quasi cinquemila morti. Questa vittoria permise all'Etiopia di rimanere indipendente e insegnò ai popoli africani che gli invasori potevano essere sconfitti. L’Italia cercò allora di mettere le mani sulla Libia, con un corpo di spedizione italiano che sbarcò a Tripoli il 5 ottobre 1911. Ma l’invasione della Tripolitania e della Cirenaica da parte di un corpo militare di oltre centomila soldati italiani fece scattare la rivolta araba. Ne seguì una feroce repressione da parte italiana: migliaia di libici furono impiccati, fucilati, deportati. La resistenza, però, non si piegò e durò oltre vent’anni, nonostante la brutalità della repressione, soprattutto sotto la dittatura di Mussolini. Nel 1930, per ordine del Duce, per isolare i partigiani, vennero deportati dalla Cirenaica e rinchiusi in quindici campi di concentramento almeno centomila libici, in gran parte poi fucilati o impiccati. Fu impiegata anche l’aeronautica, su ordine di Mussolini, per sterminare le popolazioni ribelli, utilizzando le armi chimiche (gas asfissianti e bombe all'iprite). Nel 1931 il leader della ribellione, Omar al-Mukhtar (il “Leone del deserto”), fu individuato e catturato e, dopo un processo sommario, impiccato davanti a ventimila libici. È stata una delle più feroci repressioni coloniali, che costò la vita a oltre centomila persone. Fu allora che Mussolini, dopo aver sottomesso la Libia, decise nel 1934 di conquistare l’Etiopia. Si trattò della più grande spedizione coloniale con cinquecentomila uomini, trecentocinquanta aerei e duecentocinquanta carri armati. Più che una guerra di conquista coloniale, fu una guerra di distruzione del popolo etiope. "
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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sciatu · 1 year
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Nell’inizio del 1200 la Sicilia è un regno ricco e parte di un impero che andava da Tunisi fino alla Danimarca Palermo era una capitale potente in cui Federico II aveva instaurato una corte forte nelle armi ed evoluta nella cultura, una cultura che non era formata solo dalla quella araba arrivata con i conquistatori nord africani sconfitti dal conte Ruggero ed ora erano sudditi di Federico, e neanche quella provenzale o francese discesa con i Normanni e con le popolazioni lombarde e piemontesi che li avevano seguiti. Era una cultura somma di queste due culture apparentemente opposte ed arricchite da quella bizantina ed ebrea. La stessa lingua, che di quella cultura era la forza, era una lingua unione ed evoluzione di tutti i popoli dell’isola a cui i guerrieri normanni avevano concesso di vivere e di pregare secondo la loro origine. L’amministrazione del regno infatti teneva conto di tutte le diversità che lo costituivano. Così ad esempio, vi erano notai Arabi, notai Ebrei e notai Latini che certificavano e regolavano la vita amministrativa dei privati e dello stato. Tra questi, vi era anche il notaio Jacopo da Lentini, il cui nome appare non solo nel registro notarile dell’epoca, ma anche in importanti atti amministrativi del regno. Essendo parte della forza amministrativa del regno, notar Jacopo era coinvolto anche nella gestione militare ricoprendo l’incarico di comandante della fortezza di Mazzarino. Per questo motivo i suoi contatti con la corte erano assidui e continui. Federico, contrariamente a molti nobili europei, aveva avuto una educazione multiculturale, con insegnanti arabi e latini. Per questo parlava diverse lingue, scriveva libri sull’uccellagione, poesie e ballate che a quel tempo avevano una grande importanza. Le poesie potevano essere imparate facilmente da qualsiasi suddito che non avesse istruzione ed erano uno strumento per veicolare sia le grandi gesta dei cavalieri, che l’amore o la protesta del popolo, la sua rabbia o le sue istanze politiche. Le ballate guidavano le danze dando ritmo ed eleganza ai movimenti di uomini e donne accompagnati dai pochi strumenti musicali di allora. I menestrelli ed i giullari componevano poemi e ballate d’amore secondo la cultura d’origine e l’esperienza dei singoli, spesso in modo ripetitivo e volgare o erudito ed ironico a seconda dei gusti di chi li ospitava. Molti di questi componimenti si concentravano sulla donna, che per i menestrelli e poeti arabi era una conquista, una preda da mostrare o un premio per le battaglie fatte per conquistarla. Per i menestrelli provenzali la donna era una madonna, una nobile dama degna del cavalier che la serviva. Per i poeti siciliani e per Jacopo da Lentini in particolare, la donna è la perfezione che l’uomo non ha; la donna è chi può dare nello stesso tempo la vita e la morte, è la compagna senza di cui il Paradiso stesso non può essere tale. Versi assoluti non per l’amore fine a se stesso, ma per la donna che si ama, versi per un sentimento dominante giustificati dal fatto che per Jacopo la donna è quanto manca all’uomo per aver pace, armonia e la pura bellezza. Jacopo anticipa la Beatrice di quel Dante che considerava i poeti siciliani dei maestri nell’arte del poetare e dell’amare (tutto ciò che gli italiani fanno in poesia, si può dire siciliano). Jacopo è anche il lato oscuro dell’amore, nell’impossibilità di essere amato per quanto si ama, nel dolore che nasce dalla difficoltà di poter rivelare e mostrare quanto di immenso si prova. Il sentimento è una tempesta che nessuno vede, è una forza invisibile impalpabile che attrae come quella di una calamita e a cui nessuno può sottrarsi, è un destino che non arriva mai a compimento. Per poter meglio dire quello che prova Jacopo crea una nuova forma di poesia, rivoluzionaria per quel tempo: il sonetto. Il sonetto forse non è altro che una ballata minore che si apre e che racconta con due quartine di versi e giudica e riassume con due terzine di versi finali. Le rime, vicine ed immediate battono un tempo che la metrica incalza facendo diventare il tutto efficiente ed elegante. Dante, Petrarca avrebbero usato il sonetto con tocchi e forme celestiali, Shakespeare avrebbe fatto raggiungere al sonetto vette ineguagliabili, Trilussa lo avrebbe trasformato in uno ironico schiaffo alla sua società di allora a dimostrare la straordinarietà di un mezzo che ha affascinato e aiutato migliaia di poeti a creare il loro cammino poetico. Noi conosciamo le opere di Jacopo grazie alla traduzione che ne fecero i poeti toscani nell’ italiano della loro epoca. I versi di Jacopo erano però scritti nel siciliano della corte di Federico, un siciliano evoluto che nella traduzione in italiano perde forza e freschezza. Ad esempio, nel tradure i poemi siciliani, i poeti toscani hanno dovuto inventare la famosa “rima siciliana” una rima che in italiano non lo è ma che lo sarebbe stata se fosse stata scritta in siciliano. Malgrado questa limitazione, le poesie di Jacopo ci raccontano l’eleganza di un tempo e la modernità di un sentimento dove l’amore non è un ideale ma una persona, dove i propri sentimenti sono l’eco della vita e, nello stesso tempo, una forza che ci innalza e ci abbatte, ci salva, ci distrugge, ci domina e che non riusciamo mai a saziare per come vorremmo o dovremmo. Questo era Jacopo da Lentini, notaio, burocrate, castellano e poeta, ai tempi del grande Federico Stupor Mundi.
In the early 1200s Sicily was a rich kingdom and part of an empire that ranged from Tunis to Denmark. Palermo was a powerful capital in which Frederick II had established a court strong in arms and evolved in culture, a culture that was not formed only by the Arab culture which arrived with the North African conquerors defeated by Count Roger and were now subjects of Frederick, nor the Provençal or French descent with the Normans and with the Lombard and Piedmontese populations who had followed them. It was a sum culture of these two apparently opposite cultures and enriched by the Byzantine and Jewish one. The language itself, which was the strength of that culture, was a language of union and evolution of all the peoples of the island to whom the Norman warriors had allowed to live and pray according to their origins. In fact, the administration of the kingdom took into account all the differences that made it up. Thus, for example, there were Arab notaries, Jewish notaries and Latin notaries who certified and regulated the administrative life of individuals and the state. Among these, there was also the notary Jacopo da Lentini, whose name appears not only in the notarial register of the time, but also in important administrative deeds of the kingdom. Being part of the administrative force of the kingdom, notar Jacopo was also involved in military management, holding the position of commander of the fortress of Mazarin. For this reason his contacts with the court were assiduous and continuous. Federico, contrary to many European nobles, had had a multicultural education, with Arab and Latin teachers. For this he spoke several languages, wrote books on fowling, poems and ballads that were of great importance at that time. Poems could be easily learned by any subject who had no education and were a tool to convey both the great deeds of the knights, and the love or protest of the people, their anger or their political demands. The ballads led the dances giving rhythm and elegance to the movements of men and women accompanied by the few musical instruments of the time. The minstrels and jesters composed love poems and ballads according to the culture of origin and the experience of the individuals, often in a repetitive and vulgar or erudite and ironic way according to the tastes of their hosts. Many of these poems focused on the woman, who for Arab minstrels and poets was a conquest, a prey to be displayed or a prize for the battles waged to conquer her. For Provençal minstrels, the woman was a madonna, a noble lady worthy of the cavalier who served her. For Sicilian poets and for Jacopo da Lentini in particular, woman is the perfection that man does not have; the woman is who can give life and death at the same time, she is the companion without whom Paradise itself cannot be such. Absolute verses not for love as an end in itself, but for the woman who loves herself, verses for a dominant feeling justified by the fact that for Jacopo the woman is what she is missing from the man to have peace, harmony and pure beauty. Jacopo anticipates the Beatrice of that Dante who considered Sicilian poets masters in the art of poetry and love (everything that Italians do in poetry can be said to be Sicilian). Jacopo is also the dark side of love, in the impossibility of being loved as much as he loves himself, in the pain that arises from the difficulty of being able to reveal and show how immense one feels. Feeling is a storm that no one sees, it's an impalpable invisible force that attracts like a magnet and that no one can escape, it's a destiny that never comes to fruition. In order to better express what he feels, Jacopo creates a new form of poetry, revolutionary for that time: the sonnet. The sonnet is perhaps nothing more than a minor ballad that opens and tells with two quatrains of lines and judges and summarizes with two tercets of final lines. The rhymes, close and immediate, beat a tempo that the metric presses, making everything efficient and elegant. Dante, Petrarca would have used the sonnet with celestial touches and forms, Shakespeare would have made the sonnet reach unparalleled heights, Trilussa would have transformed it into an ironic slap on his society at the time to demonstrate the extraordinary nature of a medium that has fascinated and helped thousands of poets to create their own poetic path. We know Jacopo's works thanks to the translation that the Tuscan poets made of them into the Italian of their time. However, Jacopo's verses were written in the Sicilian of Federico's court, an evolved Sicilian that loses strength and freshness in the Italian translation. For example, in translating Sicilian poems, the Tuscan poets had to invent the famous "Sicilian rhyme", a rhyme that is not a rhyme in Italian but would have been if it had been written in Sicilian. Despite this limitation, Jacopo's poems tell us about the elegance of the past and the modernity of a feeling where love is not an ideal but a person, where one's feelings are the echo of life and, at the same time, a force that lifts us up and knocks us down, saves us, destroys us, dominates us and that we can never satiate as we would like or should. This was Jacopo da Lentini, notary, bureaucrat, castellan and poet, at the time of the great Federico Stupor Mundi.
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arcobalengo · 8 months
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IL PRIMO MINISTRO UNGHERESE SULL'INGANNO GLOBALE DELLE ESPORTAZIONI DI GRANO UCRAINO
Viktor Orban ha dichiarato:
🗣️ Noi, la Polonia, l'Ungheria, la Slovacchia, la Bulgaria, la Romania, i vicini dell'Ucraina siamo stati convinti da persone a Bruxelles a lasciare trasportare il grano dall'Ucraina via terra, dicendo che se non fosse arrivato dall'Ucraina all'Africa, ci sarebbe stata la fame.
Alla fine siamo stati ingannati. Abbiamo scoperto che esportiamo grano dall'Ucraina, ma non arriva in Africa. E i commercianti qui in Europa, avendo grano più economico di quello ungherese, rumeno e polacco, invece di comprare il nostro grano, iniziano a comprare il più economico grano ucraino. I bambini africani poveri non vedono un chilo di pane da questo. Quindi si tratta di una truffa. Ecco perché abbiamo combattuto a Bruxelles per impedire l'importazione di grano ucraino nei Paesi dell'Europa centrale e per farlo rimanere qui. Dobbiamo lottare ogni giorno contro Bruxelles, perché Bruxelles non è disposta a prendere la parte degli Stati membri e dei popoli europei, ma rappresenta interessi completamente diversi. E nella questione del grano non si tratta di interessi europei, rumeni, polacchi, ungheresi o slovacchi, ma piuttosto di interessi americani.🗣️
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ninfettin · 6 months
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inizio a parlare con una gentile signora ucraina, che compra libri da mandare al nipotino, della situazione. a un certo punto se ne esce con: per fortuna ucraina è controllata dagli ebrei. gli ebrei non permettono a africani e musulmani di entrare. voi italiani non avete futuro perché ci sono troppi musulmani
io: eeeeeeh sì, succede da sempre che i popoli si mischino e si spostino....eeeeeeeeh
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crazy-so-na-sega · 10 months
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Senza inoltrarci in quelle che sono le informazioni biografiche del grande e unico Thomas Sankara, partiamo subito a razzo sottolineando che costui, la prima cosa che fece una volta al potere nel 1983 fu disfarsi del nome “Alto Volta”. Prese due parole, una della lingua Moré e una della lingua Dioula, e le mise insieme: Burkina Faso. Tradotto in italiano più o meno è come dire “la terra degli uomini integri”. Questo fu il principio, il seguito è la parte più bella. Cos’è che fece Sankara per il suo popolo?
Avviò una campagna di alfabetizzazione a livello nazionale, aumentando il tasso di alfabetizzazione dal 13% nel 1983 al 73% nel 1987;
Fece piantare oltre dieci milioni di alberi per prevenire la desertificazione;
Diede il via ad una serie di costruzioni di strade e una ferrovia per unire la nazione, senza l’ausilio di aiuti stranieri;
Aprì la strada alle donne all’interno delle sfere governative e rese effettivo il congedo di gravidanza durante l’istruzione;
Bandì le mutilazioni genitali femminili, i matrimoni forzati e la poligamia a sostegno dei diritti delle donne (in maniera sana, niente femminismo e altri derivati della Scuola di Francoforte);
Ridistribuì la terra dai feudatari e la diede direttamente ai contadini, (esattamente come fece Pëtr Arkad’evič Stolypin il più grande uomo politico russo prima di essere assassinato e di cui abbiamo parlato in un articolo a lui dedicato e a cui Putin non è degno di lucidare nemmeno le scarpe). Con Sankara, la produzione di grano del Burkina Faso è passata in tre anni da 1700 kg per ettaro a 3800 kg per ettaro.
Ma questo non è tutto, c’è ancora una questione da affrontare, la più importante: il debito. Quello che Sankara voleva più di ogni altra cosa era eliminare gli aiuti internazionali dal quale il paese (così come tutta l’Africa) dipendeva, fonti di assistenzialismo e impedimento per uno sviluppo interno. Egli gridò al mondo la verità, ossia che i prestiti finanziari servissero solo a produrre il debito tramite il quale gli usurai ai vertici delle banche centrali e private potevano controllare e indirizzare l’azione governativa in tutta l’Africa, esattamente come continuano e continueranno a fare. Egli aveva predetto ciò che sta accadendo proprio in questo momento, ossia una guerra su larga scala ai popoli della terra e non tra i paesi. Egli lo disse a chiare lettere che gli stati operano tutti sotto la stessa unica regia. Proprio ora, come abbiamo sottolineato altre volte, stiamo vivendo questa guerra che è incentrata sulla popolazione europea, in particolare sul piano economico, al fine di farla farla cadere e aderire al grande reset, attraverso il suo inserimento nel blocco euroasiatico, epicentro della Sinarchia Universale, conosciuta più comunemente come Nuovo Ordine Mondiale.
Ciò che decretò la condanna a morte di Sankara fu il discorso sul debito del 29 luglio del 1987 pronunciato ad Addis Abeba in occasione del vertice dell’Organizzazione dell’unità africana dove erano presenti i leader di tutti i paesi del continente. Sankara evidenziò come l’eliminazione del debito fosse di vitale importanza per lo sviluppo dell’Africa e che dovesse essere affrontato con una strategia comune a tutti gli stati africani. Corre voce a tal proposito che il Burkina Faso dipendeva (e tutt’ora dipenda) dalla Francia. Corre voce che Parigi era (ed è) di gran lunga il suo principale donatore di aiuti, fornendo circa 60 milioni di dollari ogni anno, i quali costituivano il 40% del bilancio del Burkina Faso già negli anni ’80. E corre voce che il Paese già a quel tempo dovesse alla Francia circa 155 milioni di dollari e che il debito pubblico consumava un quarto delle entrate statali. Ebbene, l’unica cosa vera di tutte queste voci è l’ultima. I debiti non erano e non sono con la Francia, bensì con la Banca centrale degli Stati dell’Africa Occidentale (BCEAO) di cui abbiamo parlato prima, governata dalla Banca per i Regolamenti Internazionali che abbiamo analizzato prima, il cui governatore, come detto, è membro del WEF. La BCEAO nasce nel 1959 ed è l’unica autorizzata ad emettere moneta (il Franco CFA che nei programmi futuri dovrebbe trasformarsi nella Eco) nei paesi che abbiamo visto prima: Benin, Burkina Faso, Costa d’Avorio, Guinea – Bissau, Mali, Niger, Senegal e Togo. La banca risponde direttamente alla Lazard Frères e alla famiglia Concordia, rami francesi del gruppo Rothschild, ecco perché erroneamente si attribuisce alla Francia un dominio che in realtà di francese ha poco o nulla. Certo questo lo si comprende solo se si conosce la vera storia dei potentati dietro alle colonie prima e del neocolonialismo tutt’ora in atto poi; quindi, chi è che muove i paesi gli uni contro gli altri? Chi è che finanzia guerre, rivoluzioni,, colpi di stato e tutte quelle altre cose che conosciamo bene? La risposta è davanti ai nostri occhi.
In tutta onestà, credo che la realtà parli da sola, non penso che ci sia bisogno né di un mio personale punto di vista né chissà che altro. Si può scegliere di guardarla in faccia, oppure credere alle peggiori sciocchezze che vengono propagandate da una parte e dall’altra. Una cosa però la posso dire, ossia che sono sicuro che in questo momento, Sankara a vedere quel pagliaccio di Ibrahim Traoré, si stia rivoltando nella tomba. Dal Sud Africa al Burkina Faso, passando per il Niger e via via tutti gli altri, attraverso questo fil rouge, in Africa si sta preparando il territorio adatto per il Grande Reset. Come abbiamo visto l’Africa è stata sfruttata e martoriata, ma ha ancora tantissimo da offrire e lo spostamento dell’ago della bilancia di cui abbiamo parlato in precedenza è la prova che il peggio per questa bellissima e meravigliosa terra deve ancora arrivare. Vi lascio con tre estratti significativi di quel famoso discorso di Thomas Sankara pronunciato ad Addis Abeba poco prima di essere ucciso da Blaise Compaoré, servo dell’usurocrazia che gli succedette al potere per ben ventisei anni. No, non c’entra la CIA, non c’entra la Francia, queste sono mere storielle di facciata per far sì che le persone guardino il dito e non la luna. La morte di Sankara fu opera degli USURAI.
Estratto 1
«Riteniamo che il debito debba essere visto dalla prospettiva delle sue origini. Le origini del debito vengono dalle origini del colonialismo. Quelli che ci prestano denaro sono quelli che ci hanno colonizzato. Sono gli stessi che gestiscono i nostri stati e le nostre economie. Questi sono i colonizzatori che hanno indebitato l’Africa attraverso i loro fratelli e cugini. Noi non avevamo collegamenti con questo debito. Quindi non possiamo pagarlo. Il debito è il neocolonialismo, in cui i colonizzatori si sono trasformati in “assistenti tecnici”. Dovremmo piuttosto dire “assassini tecnici”. Ci presentano denaro, come se il sostegno di qualcuno potesse creare sviluppo. Ci è stato consigliato di rivolgerci a questi istituti di credito. Ci sono stati offerti dei buoni accordi finanziari. Siamo indebitati per 50, 60 anni e anche di più. Ciò significa che siamo stati costretti a compromettere la nostra gente per oltre 50 anni. Nella sua forma attuale il debito è una riconquista dell’Africa abilmente gestita, intesa a soggiogarne la crescita e lo sviluppo attraverso regole straniere. Così, ognuno di noi diventa lo schiavo finanziario, vale a dire un vero schiavo, di coloro che erano stati abbastanza traditori da immettere denaro nei nostri Paesi con l’obbligo di ripagarlo. Ci viene detto di ripagare, ma non è una questione morale. Non si tratta di questo cosiddetto onore di ripagare o meno. Signor Presidente, abbiamo ascoltato e applaudito il primo ministro norvegese quando ha parlato proprio qui. Lei è europea ma ha detto che l’intero debito non può essere ripagato. Il debito non può essere rimborsato, innanzitutto perché se non lo rimborsiamo, i prestatori non moriranno. Questo è certo. Ma se ripaghiamo, saremo noi a morire. Anche questo è certo. Chi ci ha portato all’indebitamento ha giocato d’azzardo come in un casinò. Finché hanno avuto guadagni, non c’è stato dibattito. No, signor presidente, hanno giocato, hanno perso, questa è la regola del gioco e la vita continua. Non possiamo rimborsare il debito perché non abbiamo i mezzi per farlo. Non possiamo pagare perché non siamo responsabili di questo debito. Non possiamo ripagare ma gli altri ci devono quello che la più grande ricchezza non potrebbe mai ripagare, cioè il debito di sangue. Il nostro sangue è stato sparso.»
Estratto 2
«Non possiamo essere complici. No! Non possiamo andare a braccetto con coloro che succhiano il sangue della nostra gente e vivono del sudore della nostra gente. Non possiamo seguirli nei loro modi omicidi. Signor Presidente, abbiamo sentito parlare di club: il Club di Roma, il Club di Parigi, il club la qualunque. Sentiamo parlare del Gruppo dei Cinque, del Gruppo dei Sette, del Gruppo dei Dieci e forse del Gruppo dei Cento. E che altro? È normale che anche noi abbiamo il nostro club e il nostro gruppo. Facciamo in modo che Addis Abeba diventi ora il centro da cui emergerà un nuovo inizio. Un Club di Addis Abeba. È nostro dovere creare un fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Questo è l’unico modo per affermare che il rifiuto di rimborsare non è una mossa aggressiva da parte nostra, ma una mossa fraterna per dire la verità. Inoltre, le masse popolari europee non sono nemiche delle masse popolari africane. Ma coloro che vogliono sfruttare l’Africa sono anche quelli che sfruttano l’Europa. Abbiamo un nemico comune! Quindi il nostro Club di Addis Abeba dovrà spiegare a tutti che quel debito non sarà ripagato!”
Estratto 3
«Vorrei che la nostra conferenza si assumesse l’urgente necessità di dire chiaramente che non possiamo ripagare il debito. Non con spirito bellicoso, ma per impedirci di essere assassinati individualmente. Se il Burkina Faso è il solo a rifiutarsi di pagare, io non sarò più qui per la prossima conferenza! Ma con il sostegno di tutti, di cui ho bisogno, con il sostegno di tutti non dovremmo pagare. In tal modo, dedicheremo le nostre risorse al nostro sviluppo. E vorrei concludere dicendo che ogni volta che un paese africano acquista un’arma, è contro un Paese africano. Non è contro un paese europeo, non è contro un paese asiatico, ma è contro un paese africano. Di conseguenza, dovremmo approfittare della questione del debito per risolvere anche il problema delle armi. Sono un soldato e porto una pistola. Ma signor presidente, vorrei che ci disarmassimo. Quindi miei cari fratelli, con il sostegno di tutti, faremo la pace in casa nostra. Utilizzeremo anche le nostre immense potenzialità per sviluppare l’Africa, perché il nostro suolo e il nostro sottosuolo sono ricchi. Abbiamo abbastanza uomini e un vasto mercato – da nord a sud, da est a ovest. Abbiamo capacità intellettuali sufficienti per creare o per lo meno utilizzare la tecnologia e la scienza ovunque le troviamo. Signor Presidente, formiamo questo fronte unito di Addis Abeba contro il debito. Prendiamo l’impegno di limitare gli armamenti tra i Paesi deboli e poveri. Pistole, mazze e coltelli che compriamo sono inutili. Facciamo anche del mercato africano il mercato degli africani: produciamo in Africa, trasformiamo in Africa, consumiamo in Africa. Produciamo ciò di cui abbiamo bisogno e consumiamo ciò che produciamo invece di importare. Il Burkina Faso è venuto qui mostrando il tessuto di cotone prodotto in Burkina Faso, tessuto in Burkina Faso, seminato in Burkina Faso, per vestire i cittadini del Burkina Faso. La nostra delegazione ed io siamo vestiti dai nostri tessitori e mangiamo i prodotti dei nostri contadini. Non c’è un solo filo proveniente dall’Europa o dall’America o altrove. Non farei una sfilata di moda, ma direi semplicemente che dobbiamo accettare di vivere come africani: questo è l’unico modo per vivere liberi e dignitosi. La ringrazio, signor presidente.”
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true-trauma · 10 months
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E' uscito Africa unite.
Il 2 ottobre 1979 uscì il disco Survival di Bob Marley (e del suo gruppo, i The Wailers), sulla cui copertina erano riportate le bandiere nazionali della stragrande maggioranza dei paesi del continente africano, per il quale Bob si era ampiamente battuto.
Quel disco si apriva con So much trouble in the world, di cui parlai già lo scorso anno sull’iniziare dello scontro russo-ucraino. Composto da 5 brani per lato (lato a e lato b, per un totale di 10 brani), il lato b si apre col brano Africa unite che, come si può facilmente intuire, era simbolo del desiderio di Bob Marley nel vedere tutti i popoli africani in pace tra loro.
Quest’anno, la Island ha rilasciato il disco dal titolo Africa unite in cui raccoglie 10 brani della discografia e dei The Wailers che sono stati reinterpretati da altri artisti reggae/dancehall. La tracklist si compone come segue.
1. So much trouble in the world feat. Natty O e Winky D.
2. The belly full (but we hungry) con Rema e Skip Marley.
3. Redemption song feat. Ami Faku.
4. Waiting in vain feat. Tiwa Savage.
5. Turn your lights down low feat. Afro B.
6. Three little birds feat. Teni e Oxlade.
7. Buffalo soldier feat. Stonebwoy.
8. Stir it up feat. Sarkodie.
9. Jamming feat. Ayra Starr.
10. One love feat. Patoranking.Sapevi dell’uscita di questo progetto?
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ross-nekochan · 2 years
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Non sono razzista, ma...
Non nasciamo razzisti, ma cresciamo razzisti. Questa è una realtà ineccepibile. Chi crede di non essere razzista è un illuso.
Io so da sempre di essere razzista, ma da un po' di tempo a questa parte, lo direi pure ad alta voce. Razzista mi ci hanno fatto diventare.
Chi? Quelli per cui ho buttato circa 8 anni della mia vita: i giapponesi.
Questi, grandemente elogiati per la loro gentilezza, pacatezza, ordine ed educazione, dopo 2 anni e 2 mesi ancora non hanno eliminato il completo ban agli stranieri. È vero, dopo quasi 2 anni, gli studenti e gli studiosi sono potuti entrare, sebbene spesso a suon di rotture di coglioni, ma i motivi saranno palesati dopo.
In questi anni di pandemia, famiglie internazionali sono rimaste divise senza sapere quando sarebbe stato loro permesso di tornare a casa propria, perché senza passaporto giapponese (che, aggiungo, non permette la doppia cittadinanza manco per sbaglio) non si cantavano messe e il solo visto matrimoniale non era certo un documento sufficiente per permettere ad un possibile untore straniero di mettere piede nella sacra terra pura del sol levante.
Di contro, i possessori di passaporto giapponese potevano andare a studiare, a festeggiare, a scopare in tutto il mondo in piena libertà.
Poi, oh! Una nuova variante del covid! Aiuto! Come è potuto mai accadere una cosa del genere se abbiamo chiuso i nostri confini al mondo esterno? Non possono essere i giapponesi che, andando in giro per mezzo mondo, hanno portato nella loro patria nuove varianti, è impossibile! Non ci resta che continuare a mantenere il ban agli stranieri, non abbiamo altra scelta!!!
Così, fino a oggi, 2022: mentre il 90% del mondo si sta gradualmente dimenticando del covid e facendo ripartire l'economia turistica, il Grande, Potente, Unico Giappone ha concesso, con grande magnanimità, l'accesso ai turisti solo se in gruppi di minimo 10 persone e obbligatoriamente accompagnati da tour operator giapponesi. Perché non si può permettere a degli stranieri di poter girare tranquillamente il paese con i rischi che si corrono, eh no. Nel frattempo, ringraziamo per l'ispirazione, una tra le più atroci dittature ancora esistenti e nostra vicina di casa, o cara Corea del Nord, perché noi democratici e globalizzati lo siamo per mantenere lo status di stato membro del G8, mica per altro.
Loro si credono un grande popolo millenario dalla cultura vastissima, dal gene immodificabile e dalla stirpe pura eterna. Salvo poi scoprire che la loro millenaria tradizione si ferma massimo al 1868, quando, toh!, manco a farlo apposta, furono costretti dagli americani ad aprire le porte di casa al mondo dopo più di 200 anni di chiusura totale (ebbene sì, è un vizio - questa sì che è la loro più forte tradizione!).
Senza il caro Occidente che tanto ripudiate, non siete NIENTE e non sareste stato NIENTE, se non un popolo più arretrato dei popoli africani odierni, che sarebbe andato avanti ancora a spade e spadine. Vi abbiamo insegnato TUTTO: la polvere da sparo, il motore, la medicina... TUTTO.
E voi, pezzi di merda furbi come la volpe e avidi come sanguisughe, avete pure inviato le vostre menti eccellenti nello splendente occidente col compito di assorbire la conoscenza e portarla in patria, perché lo sapevate che eravate messi come la merda.
Nel tempo, fior fiori di brillanti menti occidentali si sono appassionati a voi e vi hanno studiato con una celerità di cui manco voi eravate muniti. Vi abbiamo fatto scoprire voi stessi e vi abbiamo smascherato perché tutte le vostre tradizioni, tutte le vostre "vie" (del te, dei fiori, delle arti marziali e del cazzo) non solo erano cose nate l'altroieri, ma erano pure fake perché le avevate rubate o dalla Cina o dal Portogallo o dall'Olanda. Il ramen è cinese, il sushi pure.
Dicevo, fior fiore di menti brillanti si sono interessate a voi e vi hanno aiutato a studiarvi... e voi che fate? BAN PERCHÉ GAIJIN È IL MALE, L'UNTORE DELLA MALATTIA FAMELICA CHE CI HA PORTATI ALLA ROVINA.
Dopo 1 anno di mobilità come studente perso e dopo un altro anno perso pure per entrare come turista, sapete che c'è di nuovo?
Andatevene a fanculo voi e la vostra gentilezza senza alcun senso. Ficcatevela nel culo gentilezza, educazione e (fintissimo) rispetto per il prossimo. Spero arriviate presto ad estinguervi dalla faccia della terra perché, razza pura per razza pura, non avete manco abbastanza sperma per riprodurvi e spero vivamente che nessuno ve lo presti, perché siete una razza di razzisti ingrati che non si meritano la sopravvivenza.
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anja-anja · 1 year
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Passarono i giorni e le settimane e il pensiero di Samuel continuava a fare capolino nella mia testa. Sapevo che la mia voglia di lui era sempre lì che aspettava di uscire. Ma non sapevo come fare, io vivevo ancora con i miei, mentre lui stava in un appartamento con altri ragazzi che era sempre occupato.
Finalmente arrivò l’occasione che aspettavo: un paio di amiche, studentesse fuori sede andavano a casa per le vacanze di Pasqua e mi prestarono casa loro.
Chiamai Samuel e lo invitai ad uscire. Mi disse che mi avrebbe portato in un posto dove servivano cibo africano, poi avremmo deciso che fare, anche se io avevo già il mio programma. Ci vedemmo in centro per l’ora dell’aperitivo. Avevo indossato un lungo abito grigio, sotto il quale avevo messo un intimo da urlo, un perizoma minuscolo, un reggiseno di pizzo e un paio di calze autoreggenti nere; un paio di scarpe con un po’ di tacco completavano l’opera. Dopo l’aperitivo andammo a cena, dove mangiammo molto bene, con Samuel che mi raccontava la sua vita, sempre in giro per il mondo, a seguito del lavoro di suo padre, che era immigrato in Francia dal Senegal molti anni prima ed era riuscito a farsi una posizione sociale di un certo tipo, grazie alle sue capacità. Lui si sentiva francese a tutti gli effetti, ormai, nato e cresciuto in Francia, del suo paese conosceva solo le tradizioni che gli erano state raccontate e ciò che aveva visto quando andava a trovare i parenti che erano rimasti là. Stava per laurearsi in medicina e non escludeva in futuro di andare ad alleviare le sofferenze dei popoli africani. Chissà, forse un giorno, diceva e io lo ammiravo, quella pelle liscia e scura, quei suoi occhi altrettanto scuri, il suo italiano quasi perfetto, “macchiato” solo da qualche inflessione francese.
Finimmo la cena e proposi una passeggiata per digerire, il clima era piacevole, la primavera stava arrivando a Bologna e la città si risvegliava dopo il torpore dell’inverno, come sempre in quella stagione. Ovviamente lui non lo sapeva, ma la mia passeggiata era scientificamente diretta a portarci all’appartamento delle mie amiche, dal quale ero passata nel pomeriggio, avevo fatto un letto con le mie lenzuola e avevo lasciato una buona dose di preservativi. Mi fermai esattamente a pochi passi dal portone della casa, lo fissai negli occhi (cosa non semplice, vista la differenza di altezza) e cercai la sua bocca per baciarlo. C’era già stato qualcosa fra di noi e questo ci permise di saltare tutti quei convenevoli che di solito si frappongono a un bacio. La sua grande mano passò dietro il mio collo, quasi a volermi sostenere la testa, le sue labbra si appoggiarono alle mie e le nostre lingue fecero il resto. In mezzo a quei baci e a quell’intrecciarsi di lingue gli sussurrai “Voglio fare l’amore con te” e lui ripose “Anch’io, ma dove andiamo?”.
Feci il gesto di chiudergli gli occhi e gli dissi piano “Fidati di me. Chiudi gli occhi” e lo presi per mano, entrando nel portone del palazzo dove stava l’appartamento delle mie amiche.
Salimmo le scale ed entrammo in casa e senza che nemmeno potesse chiedersi dove fossimo ricominciai a baciarlo furiosamente. In un attimo le sue possenti mani stavano esplorando il mio corpo, infilandosi sotto il vestito, mentre io gli sbottonavo la camicia scoprendo quel torace nero e liscio. Poi mi inginocchiai, gli slacciai i pantaloni e liberai dalle mutande quello stupendo arnese. Stavolta lo vedevo bene e devo dire che era veramente enorme. Lo misi in bocca e cominciai a succhiarlo, mano a mano che cresceva nella mia bocca mi rendevo conto delle sue dimensioni. Mi guardava e ad un certo punto mi disse “Spogliati per me”.
Mi staccai da lui, feci un paio di passi indietro e lo guardai con lo sguardo più malizioso che mi venne, poi iniziai a togliere il vestito, rimanendo in mutandine, reggiseno e autoreggenti. Lo vidi trasalire, mentre si toglieva i pantaloni e i boxer e ancora di più quando mi tolsi il reggiseno e poi il perizoma, rimanendo solo con le autoreggenti e le scarpe, che tolsi sdraiandomi sul letto. Lo guardai e gli dissi “Vieni… Ma prima metti questo” e gli passai un preservativo. Allargai le gambe e mi preparai a ricevere quella meraviglia nera. Lui lo appoggiò piano alle mie labbra e poi mi prese. Lasciai partire due urli di piacere, anche se in realtà sulle prime provai un po’ di dolore, che se ne andò in fretta sotto i suoi potenti colpi. Ero eccitatissima, lo sentivo dentro di me, mi sembrava di essere spaccata in due, il mio respiro era affannoso, i miei rantoli di piacere sempre più forti, finché non raggiunsi il piacere, sottolineato da un urlo roco che Samuel si affrettò ad attutire mettendo la sua mano davanti alla mia bocca.
Mi aveva fatto godere, si sfilò e si sdraiò sul letto supino. Rimasi per un attimo ad ammirare quella specie di obelisco nero e ci salii a cavalcioni, girata in modo da guardarlo negli occhi. In quella posizione ho sempre provato un piacere incredibile, ora poi che sentivo le sue mani sulle mie natiche che mi guidavano su e giù stavo impazzendo. Reclinai il busto in avanti e mi sdraiai sul suo petto, baciando ogni centimetro della sua pelle che mi capitava a tiro. Lo vidi che stava per godere e infatti di lì a poco lo sentii che che veniva nel preservativo dentro di me. Da parte mia queste sensazioni mi fecero perdere completamente il controllo e raggiunsi un altro orgasmo assieme a lui.
Rimanemmo un po’ lì abbracciati, poi andammo in bagno e poco dopo eravamo di nuovo a letto. Accarezzavo il suo petto, ma non riuscivo a resistere e mi misi a giocherellare con il suo membro, sentendo che stava ritornando duro. Mi fece girare supina e si mise sopra di me, porgendomelo da leccare. Nel frattempo le sue mani si prendevano cura di me, facendomi bagnare senza difficoltà. Presi un altro preservativo, glielo misi, poi mi sfilai da sotto, mi misi alla pecorina e gli dissi: “Dai, prendimi….”.
Lo sentii che si appoggiava e poi scivolava dentro. Le sue mani mi afferrarono dai fianchi e cominciò a spingere con decisione. In quella posizione lo sentivo che entrava prepotentemente dentro di me fino in fondo, mi sentii completamente in balia di quell’uomo tanto gentile quanto possente. I suoi colpi mi davano la sensazione di aprirmi a metà, sentivo il suo corpo sbattere contro il mio mentre le sue mani mi stringevano decise. Sentii l’orgasmo montare prepotentemente dentro di me e venni con un altro urlo che soffocai mettendo la testa sul cuscino.
Lui non ne aveva ancora abbastanza, era venuto poco prima e adesso aveva ancora voglia. Mi fece girare su un fianco e, mettendosi accanto a me, ricominciò a possedermi, mentre le sue mani si allungavano a toccare i miei seni. Sembrava instancabile, proseguiva con foga a battere i suoi colpi dentro di me, mi toccava, e io sapevo che a breve avrei goduto di nuovo. Avevo la vista annebbiata, copiosi umori scendevano lungo le mie gambe e sentii che stava arrivando il momento del piacere, che infatti non tardò, facendomi contorcere come una serpe e urlare di nuovo.
Quando fui di nuovo in grado di parlare dissi: “Ti voglio in bocca”. Mi fece sdraiare e si mise sopra di me, gli tolsi il preservativo intriso dei miei umori e ricominciai a succhiarlo.
Non passò troppo tempo quando lo sentii dire “Si, vengo….” e prenderlo in mano per riversare una quantità enorme di sperma sul mio viso e nella mia bocca che, aperta davanti a lui, lo attendeva. Sembrava non finire più, cercavo di prenderlo tutto ma era tantissimo, avevo il viso mezzo coperto dalla sua crema che cercavo di raccogliere con la lingua, avidamente, mentre leccavo anche la sua asta nera per ripulirla da ogni goccia del suo piacere.
Andammo in bagno e poi tornammo a letto, deve ci addormentammo nudi e abbracciati. Ci eravamo donati reciprocamente un piacere intenso e profondo e rimanemmo così fino al mattino.
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salvo-love · 2 years
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Ho pensato che potesse piacere al gruppo
https://twitter.com/Stocca64/status/1543470166121619456?s=19
Il #Sud sta diventando una vera e propria polveriera con l’#immigrazione che divampa e che tocca livelli record.
Dobbiamo rimpatriare gli #irregolari che nel #silenzio dei #media e del #governo affluiscono in massa.
L’estate italiana non deve essere un’estate di #sbarchi. https://t.co/8M7p7o0F0J
#Immigrazione, "agenzia-#sbarchi di lusso": chi fanno arrivare in #Italia
https://t.co/c4fhdsaYyQ
🚢 NUOVA RAFFICA DI #SBARCHI. EMERGENZA A #LAMPEDUSA, UN #LETTO OGNI CINQUE #CLANDESTINI
Flussi dall'Africa fuori controllo, Ong criminali in piena attività: ne traghettano centinaia ogni giorno, senza nessun limite...
++ RIDATECI #SALVINI A DIFENDERE I #CONFINI ++ https://t.co/qWlW912f7R
#SBARCHI:Evviva!Al 5 luglio c.a. sono stati accolti circa 30 mila(!) extracomunitari irregolari,che si sommano ai 100 mila ingressi degli anni 2020/2021!In termini economici e di sicurezza,per caso ne ricaviamo vantaggi?p.c.@cittadinielettori @pdnetwork @Mov5Stelle @LiberiUguali
😱 LUCIANA #LAMORGESE, IL #RECORD È UFFICIALE: LE #CIFRE IMPRESSIONANTI DEGLI #SBARCHI NEL 2022
Italia, inizio estate 2022, il numero di clandestini sbarcati sulle nostre coste diventa più del quadruplo rispetto a quello del 2020...
https://t.co/X2YOlLTvgp
L'africa è stata derubata e schiavizzata per secoli,
"dalla più grande democrazia liberale dell'universo"
che deve solo vergognarsi.
Detto questo, le frontiere vanno CHIUSE, e gli sbarchi
BLOCCATI. Questione di sopravvivenza.😑
#FranciaItalia #Sbarchi #UE #Draghi #Lampedusa #PD #partitodemocraticoacasa stiamo accogliendo le persone sbagliate ( africani e asiatici maschi, aitanti, palestrati giovani e con cellulari all'ultimo grido che vengono in Italia ad approfittare del #wellfare italiano gratis e a spese di quasi sette milioni di italiani in povertà assoluta, con una guerra che sta impoverendo e togliendo lavoro a milioni di italiani e con un debito pubblico italiano ormai alle stelle, che potrebbe portare l'Italia al #default economico e finanziario, con conseguenze peggiori di ciò che sta accadendo in Ucraina). Bisogna aiutare questi popoli nei loro paesi di origine, dove sta avanzando la desertificazione a causa proprio dell'abbandono delle loro terre che diventano aride e sono tra i motivi dell'aumento delle temperature terrestri e dei dannosi #cambiamenti #climatici. #EnricoLetta #MatteoRenzi #Italiaviva #RobertoSperanza #sinistraitaliana #articolo1 #liberieuguali #GiuseppeConte #movimento5stelle #PD smettete di fare i falsi buonisti e i falsi filantropi con l'accoglienza incontrollata e la cittadinanza italiana facile #iusScuola e #iussoli solo per motivi di voti elettorali ( i suddetti #clandestini e #migranti non non vogliono la cittadinanza italiana e non non vi voteranno mai e si scontreranno con gli italiani autoctoni in una #guerra sociale e civile tra poveri, altro che Ucraina!!! Parere dei migliori sociologi e filosofi italiani ed europei >>✓
" l'Europa, la #UE è da anni che non non accetta ed accoglie più detti migranti economici e climatici e lascia l'Italia da sola con gli evidenti degradi sociali e di sicurezza in tutti i comuni e città d'Italia, vedi gangs di #nordafricani che spacciano, stuprano, delinquono e terrorizzano l'Italia intera!!!"
#MarioDraghi e #Sinistra di governo sveglia, sveglia, sveglia, sveglia altrimenti l'Italia farà una fine peggiore della povera e martoriata #Ucraina !!!
https://twitter.com/DaGo31507226/status/1545850794880147458?s=09
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mchiti · 6 months
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Comunque secondo me i fratelli Thuram hanno origini asiatiche per parte di mamma perché soprattutto Khéphren ha un taglio degli occhi molto asiatico a mio parere (e lui assomiglia di più alla mamma rispetto a Marcus), perché se anche la mamma ha origini di una delle isole delle Antille francesi non sarebbero da escludere eventuali origini cinesi, visto che insieme ad alcuni popoli del subcontinente indiano costituiscono parte del makeup etnico (non mi viene in italiano ahah) di quelle isole. Vabbè long story short sono entrambi bellissimi 🩵
Sai che proprio l'altro giorno stavo vedendo foto della mamma perché non so se ce l'avessi presente e stavo pensando lo stesso, Khépren è UGUALE a lei mentre Marcus ha decisamente preso più dal papà. MA CHE BELLA LEI??? mamma mia. Belli entrambi!!!
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Io per la tesi ho studiato la stratificazione del Patois, che è la lingua creola delle Antille (una sorta di lingua comune derivata dal francese ma con elementi misti, anche africani). Io immagino e credo, anche leggendo un po' in giro, che eventuali migrazioni dalla Cina o dal subcontinente asiatico facciano parte della storia più recente di queste isole e comunque costituiscono una percentuale piccina,mi verrebbe più da immaginare origini nere, creole e magari anche nativo-americane? Comunque la genetica è una cosa pazzesca davvero, chissà!!
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gregor-samsung · 10 months
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“ Il primo dei “lupi solitari” a entrare in azione è stato il norvegese Anders Breivik: il 22 luglio 2011 ha compiuto la strage di sessantotto giovani radunati per un seminario nell'Isola di Utoya in Norvegia. Gesti come questi fanno scattare l’emulazione. Pochi mesi dopo, il 13 dicembre, c’è una strage a Firenze in pieno centro: due migranti senegalesi, Samb Modou e Diop Mor, vengono uccisi da un estremista di destra, sostenitore di Casa Pound, Gianluca Casseri, che si suicida per evitare l’arresto. Un altro “lupo solitario”, David Sonboly, un diciottenne tedesco di origine iraniana, il 22 luglio 2016 uccide nove persone nel centro commerciale Olympia di Monaco. Il 3 febbraio 2018, a Macerata un raid razzista: Luca Traini, ventottenne leghista e ammiratore di Hitler, spara dalla propria auto in corsa in alcune zone della città, ferendo sei persone, tutti africani, colpevoli di avere la pelle nera come l’assassino della povera Pamela Mastropietro. Al suo arresto fa il saluto romano. Il 13 maggio 2019, il suprematista Brenton Tarrant uccide a Christchurch in Nuova Zelanda quarantanove musulmani che pregavano in due moschee e ne ferisce altri quarantotto. Sul fucile, usato, c’era scritto il nome di Traini. Prima di compiere un tale orrendo gesto, aveva messo in rete il suo manifesto: “Il genocidio dei bianchi, causato dall'immigrazione di massa”. Il 28 settembre dello stesso anno l’americano Patrick Crusius uccide ventidue persone a El Paso (Texas), ferendone altre ventiquattro. “Difendo il mio Paese dalla sostituzione etnica e culturale portata avanti da un’invasione.” Gli stessi messaggi di odio che si ritrovano sul social di Tarrant. Pochi giorni dopo, il 9 ottobre, un attentato antisemita: Stephan Balliet, ventotto anni, estremista di destra, durante la festa ebraica dello Yom Kippur, prende d’assalto la sinagoga di Halle (Germania), dove si trovano cinquantadue fedeli. Non riuscendo a entrare, uccide a caso due passanti e un ragazzo di vent’anni in una tavola calda. Prima dell'azione aveva pubblicato un documento nel quale affermava che “la radice di tutti i problemi sono gli ebrei”. Per poi aggiungere: “Gli Stati hanno l’obiettivo di uccidere il maggior numero di anti-bianchi, meglio se ebrei”.
Sembra che, nella sola Germania, siano oltre dodicimila le persone appartenenti a gruppi neonazisti. E questi gruppi sono spesso armati. Sempre in Germania, un’altra strage di nove stranieri è avvenuta a Hanau il 20 febbraio 2020. Morto anche il “lupo solitario” che aveva scritto: “Alcuni popoli che non si riescono a espellere dalla Germania vanno sterminati”. Nel solo 2020 sono stati sciolti tre gruppi neofascisti pronti alla lotta armata. Ritornando nel nostro Paese, vorrei sottolineare l’arresto il 22 gennaio 2021 di Andrea Cavalleri, un ventiduenne di Savona. Voleva imitare Anders Breivik e Brenton Tarrant, mosso da un’ideologia suprematista. Contava di realizzare stragi tramite il suo gruppo il “Nuovo Ordine sociale” che propagandava sul canale Telegram “Sole Nero”. È accusato di associazione con finalità di terrorismo, di incoraggiare a compiere massacri nelle scuole. “Io una strage la faccio davvero. L’unica cosa da fare è morire combattendo. Ho le armi. Farò Traini 2.0.” Oltre agli ebrei, il giovane savonese aveva preso di mira anche le donne. “Gli ebrei sono il male primo da eliminare.” In quel giorno saranno dodici le perquisizioni nei confronti di persone legate al giovane ventiduenne, nelle città di Genova, Torino, Cagliari, Forlì, Cesena, Palermo, Perugia, Bologna e Cuneo. Questa è la chiara manifestazione di quanto sia esteso il fenomeno dell'estrema destra e del suprematismo bianco anche nel nostro Paese. “
Alex Zanotelli, Lettera alla tribù bianca, Feltrinelli (collana Serie Bianca); prima edizione marzo 2022. [Libro elettronico]
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lamilanomagazine · 6 months
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Tajani alla sessione ministeriale della Conferenza UNESCO sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo
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Tajani alla sessione ministeriale della Conferenza UNESCO sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo Il Ministro Antonio Tajani dal 27 al 29 novembre parteciperà alla conferenza UNESCO “Cultural Heritage in the 21st century”. Il Vice Presidente del Consiglio e Ministro degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale, On. Antonio Tajani, parteciperà mercoledì 29 novembre alla sessione ministeriale della Conferenza UNESCO sul Patrimonio Culturale nel XXI secolo. La Conferenza, che si tiene a Napoli dal 27 al 29 novembre ed è organizzata congiuntamente dal Ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e dal Ministero della Cultura, con il sostegno del Comune di Napoli, ospita rappresentanti ed esperti dei 194 Stati membri UNESCO. L’obiettivo è quello di promuovere una riflessione con esperti e rappresentanti dei Paesi membri sulle nuove sfide poste al Patrimonio da: urbanizzazione eccessiva, turismo insostenibile, cambiamenti climatici, conflitti. “Il Patrimonio va conservato, promosso e soprattutto difeso dalle minacce che lo insidiano. Prendersene cura, in maniera corale e condivisa, può contribuire a trasformare i luoghi di guerra in laboratori di pace, favorendo la rinascita dei territori e dei loro popoli” – ha commentato il Vicepremier Tajani. “L’Italia vanta un’eccezionale esperienza da condividere, riconosciutaci al livello globale anche grazie al primato per numero di Siti iscritti nella Lista del Patrimonio mondiale, oltre agli elementi iscritti nella Lista del Patrimonio Immateriale, come la Dieta mediterranea e l’Arte del pizzaiuolo napoletano. Siamo inoltre in prima linea nella lotta contro il traffico illecito dei beni culturali, sia attraverso l’azione dei Comando dei Carabinieri TPC sia mediante l’attivo e convinto impegno delle Missioni archeologiche italiane per il recupero e restauro del Patrimonio artistico di Paesi in condizioni di crisi: Iraq, Siria, Libano, Libia e più recentemente in Ucraina”. Il 29 pomeriggio il Vicepremier Tajani, insieme al Ministro Sangiuliano e alla presenza della Direttrice Generale dell’UNESCO Azoulay, lanceranno quindi la Call for Action “The Spirit of Naples”, punto di partenza ed auspicabilmente riferimento nel futuro per avviare un accresciuto dialogo e rafforzate sinergie tra le Convenzioni UNESCO sul Patrimonio materiale ed immateriale, nonché per consolidare il ruolo della Cultura come bene pubblico globale. La Conferenza porrà particolare attenzione all’Africa, continente prioritario per l’UNESCO e per il Governo italiano. “Vogliamo offrire supporto ai Paesi africani e ai Paesi del Sud Globale affinché il loro Patrimonio sia più rappresentato nelle liste UNESCO, e quindi tutelato. L’Italia mette a disposizione le proprie esperienze e competenze per raggiungere tale importante traguardo, al fine di una più bilanciata rappresentatività di tutta la Membership nelle Liste”, ha concluso Tajani.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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arcobalengo · 10 months
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❤️I partecipanti al vertice Russia-Africa dalla Nigeria hanno cantato l'inno russo. Questo video è stato pubblicato dal corrispondente del canale "Russia 1" Pavel Zarubin.
Ero convinto che grazie al "piano Mattei" i popoli africani avrebbero intonato in coro l'Inno di Mameli. 🇮🇹
Giuseppe Masala
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cinquecolonnemagazine · 7 months
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Ceviche: il gustoso tesoro del Perù
Il Perù è una terra di straordinaria diversità gastronomica, e tra le sue prelibatezze culinarie spicca il celebre ceviche. Questo piatto, nato dalla fusione di influenze indigene, spagnole, africane e asiatiche, è diventato una vera icona della cucina peruviana e si è diffuso in tutto il mondo. Oggi, esploreremo l'affascinante storia e la ricetta di questo delizioso piatto. La Storia del Ceviche Il ceviche ha una storia antica che risale agli antichi popoli indigeni della regione andina del Peru. Queste culture utilizzavano il succo acido del tumbo, un frutto locale, per marinare il pesce e mantenerlo fresco. Quando gli spagnoli arrivarono in Peru nel XVI secolo, portarono con sé il limone, sostituendo il tumbo e contribuendo alla creazione del ceviche moderno. Nel corso dei secoli, il piatto ha subito molte evoluzioni e influenze culinarie. Gli schiavi africani e gli immigrati cinesi apportarono contributi significativi, introducendo ingredienti come la cipolla rossa e la soia. Oggi rappresenta un perfetto esempio di mestizaje culinario, una fusione di culture che ha dato vita a una pietanza straordinaria. Gli Ingredienti La ricetta di base prevede il pesce crudo o il frutti di mare, tagliato a cubetti, marinato con succo di limone o lime fresco e mescolato con cipolla rossa, peperoncino, coriandolo, e sale. Questa combinazione di ingredienti crea un mix di sapori e consistenze unico. Il pesce crudo viene cotto chimicamente dall'acidità del succo di limone, creando una consistenza delicata ma ferma. La cipolla rossa, tagliata finemente, aggiunge un tocco croccante e un sapore leggermente piccante, mentre il peperoncino dona al piatto una vivace nota piccante. Il coriandolo fresco, anch'esso presente in abbondanza, contribuisce con il suo aroma e sapore distintivi. Questi ingredienti sono essenziali per la riuscita del ceviche, e le variazioni regionali possono includere l'uso di altri elementi come il mais o le patate dolci. Le Varianti Regionali Il ceviche è un piatto che varia notevolmente da una regione all'altra del Peru, ognuna delle quali ha sviluppato la propria interpretazione del piatto. Ad esempio, nella costa settentrionale del Peru, il "ceviche de mero" utilizza il pesce mero come ingrediente principale, mentre nella regione centrale è comune il "ceviche de corvina". Nella città costiera di Trujillo, il ceviche viene servito con dolci mais giganti chiamati "cancha". A Lima, la capitale culinaria del Perù, si trova una vasta gamma di ceviche, tra cui il "ceviche mixto" con frutti di mare misti, e il "tiradito", una variante in cui il pesce è tagliato a fette sottili e condito con una salsa a base di peperoncino aji amarillo. Nel sud del Peru, a Arequipa, si trova il "rocoto relleno", una variante piccante del ceviche che utilizza il peperoncino rocoto come ingrediente principale. Il Ceviche in Tutto il Mondo Il ceviche ha conquistato il palato di persone in tutto il mondo e non è più un piatto confinato al Peru. È diventato un elemento fisso nei menu di ristoranti e locali di tutto il mondo. La freschezza e l'esplosione di sapori che caratterizzano il ceviche lo rendono un piatto apprezzato da chiunque cerchi una prelibatezza leggera, salutare e gustosa. Il ceviche peruviano è una delle testimonianze più sorprendenti della ricca e diversificata tradizione culinaria del paese. Ogni ingrediente è accuratamente scelto e ogni passo della preparazione è un atto di amore e dedizione. Provarlo è un'esperienza che svela i segreti della cultura, della storia e della passione culinaria del Peru. La prossima volta che vi trovate in un ristorante peruviano o in viaggio in Peru, non dimenticate di assaporare questo piatto iconico e delizioso, il ceviche. Foto di Pilar Fernandez da Pixabay Read the full article
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kneedeepincynade · 10 months
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Western moralism is extremely funny to observe and a real pain to interact with.
The post is machine translated
Translation is at the bottom
The collective is on telegram
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⚠️ LA DIMOSTRAZIONE DELL'IPOCRISIA, DEL PATERNALISMO, DEL MORALISMO OCCIDENTALE ANTI-CINESE SUL TEMA DELL'AFRICA ⚠️
📸 Ecco uno screenshot molto importante, che dimostra pienamente l'assoluta ipocrisia e falsità Occidentale anti-Cinese sul Tema dell'Africa 🌍
🤧 È proprio nello screenshot che possiamo notare il coronamento e la dimostrazione dell'atteggiamento moralistico e paternalistico dell'Occidente "bianco, democratico e civilizzato" verso l'Africa, con la classica retorica anti-Cinese 🔍
😉 Utente 1: "Come ha dichiarato un funzionario del Kenya: «Ogni volta che la Cina ci visita, otteniamo un ospedale. Ogni volta che la Gran Bretagna ci visita, otteniamo una predica», la classica morale condita dal sempreverde «ma a quale prezzo?!» 🤧
🤮 Utente 2, il classico Occidentale: "Forse, ma in che modo il Kenya sarà obbligato a rimborsare questo investimento?", facendo ironia sul fatto che non esista un "ospedale gratuito", o meglio, che nessuno costruisca qualcosa gratuitamente per gli altri 🤦‍♀️
🤩 Utente 3: "Ecco che arriva la predica LoL" 😂
😌 La dimostrazione è tutta qua, lampante, certifica a pieno le parole del funzionario del Kenya. Gli abitanti del Giardino non sono i benvenuti in Africa, e non lo saranno fino a quando non impareranno a rispettare i Paesi Africani 🤧
🤧 Continuare a perpetrare un vorace colonialismo, mettendo al potere cricche da arricchire, mentre la popolazione rimane nella povertà, e poi attaccare falsamente la Cina, accusandola di perpetrare ciò che in reale perpetra l'Occidente, non produrrà alcun risultato positivo per nessuno 👍
🤧 Ma è ben risaputo che l'Occidente collettivo, sia a livello governativo, sia per quanto riguarda la maggior parte dei Popoli che ne fanno parte, hanno ormai interiorizzato molto bene il pericoloso mantra «accusa l'altro di ciò di cui sei colpevole», di Joseph Goebbels - Ministro del Reich Nazista per l'istruzione Pubblica e la Propaganda 🤮
🤔 D'altronde, non serve faticare molto per osservare gli Occidentali "bianchi, democratici e civilizzati" che dimostrano ciò di cui parla il 90% della Popolazione della Terra 🤧
❔ Un altro tema? Nei post sulla Via della Seta in Italia, ho scritto: "Ho notato, a più riprese, come la maggior parte degli Italiani abbia "interiorizzato" la logica del colonialismo, e quindi sono incapaci di sognare un'Italia indipendente, e legata ad una visione multipolare, libera dalla propaganda anti-Cinese, e quindi spesso si leggono farneticazioni del tipo «smettere di essere una colonia USA per diventare una colonia Cinese?» ❔"
❕ Ecco, non appena gli ottimi Compagni del Comitato per il Donbass Antinazista hanno ripubblicato questo e altri post sul Tema, subito è arrivato il commento di un utente che ha letteralmente dimostrato la tesi di partenza, citando l'assurdo concetto «non dobbiamo passare dal colonialismo americano a quello Cinese» | Avete dei danni al cervello, vivete di proiezioni e fantasie, di paure costruite artificialmente da forze anti-Cinesi ♨️
😉 Piccola nota finale: l'Italia è sicuramente un vassallo degli USA, è subalterna agli USA in tutto e per tutto, ma - rispetto al Sud Globale, rimane un Paese imperialista e che partecipa all'imperialismo. Tra i soldati in Niger e le navi da guerra inviate in Oriente, in funzione anti-Cinese, il discorsetto Italiano del «non fidarsi dei Cinesi» dovrebbe decadere in un attimo, in favore di: perché dovrebbe la Cina, e qualsiasi Paese al di fuori dell'UE, fidarsi dell'Italia? E perché dovrebbe fidarsi dell'Occidente? 🤔
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⚠️ THE DEMONSTRATION OF HYPOCRISY, PATERNALISM, ANTI-CHINESE WESTERN MORALISM ON THE THEME OF AFRICA ⚠️
📸 Here is a very important screenshot, which fully demonstrates the absolute Western anti-Chinese hypocrisy and falsehood on the topic of Africa 🌍
🤧 It is precisely in the screenshot that we can see the crowning and demonstration of the moralistic and paternalistic attitude of the "white, democratic and civilized" West towards Africa, with the classic anti-Chinese rhetoric 🔍
😉 User 1: “As a Kenyan official put it: «Every time China visits us, we get a hospital. Every time Britain visits us, we get a lecture», the classic evergreen moral «but at what cost?!" »🤧
🤮 User 2, the classic Western: "Perhaps, but how will Kenya be obliged to repay this investment?", ironically on the fact that there is no "free hospital, "or rather, that no one builds something for free for others 🤦
🤩 User 3: "Here comes the LoL preaching" 😂
😌 The demonstration is all here, clear, fully certifies the words of the Kenyan official. Garden dwellers are not welcome in Africa, and they won't be until they learn to respect African countries 🤧
🤧 Continuing to perpetrate voracious colonialism, putting cliques in power to enrich, while the population remains in poverty, and then falsely attacking China, accusing it of perpetrating what the West actually perpetrates, will not produce any positive results for anyone 👍
🤧 But it is well known that the collective West, both at the governmental level and as regards most of the peoples that are part of it, have by now internalized very well the dangerous mantra «accuse the other of what you are guilty of» , by Joseph Goebbels - Nazi Reich Minister for Public Education and Propaganda 🤮
🤔 On the other hand, you don't need to work hard to observe "white, democratic and civilized" Westerners demonstrating what 90% of the Earth's population is talking about 🤧
❔ Another theme? In the posts on the Silk Road in Italy, I wrote: "I have noticed, on several occasions, how most Italians have "internalized" the logic of colonialism, and therefore are incapable of dreaming of an independent Italy, and tied to a multipolar vision, free from anti-Chinese propaganda, and therefore we often read rantings like «stop being a US colony to become a Chinese colony?» ❔"
❕ Well, as soon as the excellent comrades of Comitato per il Donbass Antinazista republished this and other posts on the topic, the comment of a user immediately arrived who literally demonstrated the starting thesis, citing the absurd concept «we must not go from American colonialism to the Chinese one» | You have brain damage, you live on projections and fantasies, on fears artificially constructed by anti-Chinese forces ♨️
😉 Small final note: Italy is certainly a vassal of the USA, it is subordinate to the USA in all respects, but - compared to the Global South, it remains an imperialist country and one that participates in imperialism. Between the soldiers in Niger and the warships sent to the East, in an anti-Chinese function, the Italian speech of "don't trust the Chinese" should decay in an instant, in favor of: why should China, and any country outside outside the EU, trust Italy? And why should he trust the West? 🤔
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crazy-so-na-sega · 1 year
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«Chi dice umanità cerca di ingannarti» recita una famosa citazione di Carl Schmitt. I tempi in cui viviamo sono forse la conferma più nitida di tale perentoria affermazione. Avete mai ascoltato una persona sensata predicare qualche cosa che appartenga autenticamente all’umanità?
Se proviamo ad attribuire un senso alle espressioni: «l’umanità è colta» o «l’umanità è analfabeta» o «l’umanità è pacifica» o «l’umanità è guerrafondaia» vedremo immediatamente come tali preposizioni non solo risultino inesatte se confrontate con la realtà ma anche ingannevoli, come già aveva intuito Schmitt. L’umanità, invece, altro non è che una parola che designa l’insieme dei soggetti o meglio dei popoli che vivono sulla terra, un termine per definizione inesatto in quanto non esperibile nemmeno come somma.
È una concezione astratta, nel cui nome si sono commessi (e si continuano a perpetrare) grandi delitti lungo il corso della storia. L’umanità non è un soggetto della storia, non agisce, non subisce azioni, non si trova in una o altra situazione, dell’umanità non si può predicare nulla, l’umanità non si può né amare né ammirare eppure è evocata quotidianamente a piè sospinto dalle grandi potenze che regolano il mondo, cartina di tornasole utile ai dominanti per trascrivere mappe concettuali predeterminate a detrimento dei dominati, abbagliati dal candore di tale termine apparentemente universale.
Si delinea quindi nuovamente un antico conflitto che vede frapposti da un lato l’esistenza autentica dell’uomo, dall’altra l’essenza di questo, inautentica e astratta.
La tradizione del pensiero occidentale, incalzata dalle filosofie di Platone e Aristotele, ha sempre cercato di cogliere la natura delle cose individuandone le essenze; ad esempio, per essenza del cavallo ciò che unifica tutti i cavalli empirici che possono presentarsi in natura in tutta la loro varietà (grandi, piccoli, di colori diversi, etc), quindi tutti accomunati da un’essenza che è quella del cavallo. Il problema che i pensatori esistenzialisti si pongono, ora più che mai tornato attuale, è che l’uomo non è sufficientemente definito se lo si archivia mediante un’essenza. Uomo come essenza, alla stregua di umanità, è un termine generico che non ci dice nulla che esaurisca autenticamente la sua natura, la sua essenza.
Un pensatore rinascimentale, Pico della Mirandola, aveva teorizzato che l’uomo ha per essenza quella di non avere un’essenza, quindi il doversi determinare da se, squalificando qualsiasi concezione generalizzante. Il discorso esistenzialista, per certi versi, partendo da questa “assenza di essenza”, riprende un discorso che può essere riassunto in questi termini: ciò che definisce autenticamente l’uomo è la sua concreta, storica, esistenziale individualità e non il fatto di corrispondere ad un’astratta definizione quale può essere umanità.
Prendiamo ad esempio la preposizione «l’uomo è un animale ragionevole»: chi di noi si sente sufficientemente definito per compiere tale generalizzazione attorno all’uomo? Quando si parla di ragione, quali e quanti criteri vanno fissati perché questa venga reputata tale? Certo, noi possiamo definirci uomini ragionevoli perché agiamo in un orizzonte cognitivo, così come possiamo definirci bianchi e neri, europei e africani, autoctoni come immigrati; eppure queste categorie funzionali a definire l’essenza uomo non ci dicono qualcosa di più sulla nostra reale condizione di uomini. Questo “di più” mancante è la concretezza esistenziale di ogni individuo sulla quale il pensiero contemporaneo dovrebbe tornare a porre l’accento.
Di tale concretezza fa parte essenzialmente il tema della libertà ed è per questo che tale esistenzialismo deve tornare ad essere una filosofia incentrata sulla problematica dell’individualità, dell'essere agenti della propria storicità e della singolarità irripetibile di ciascun individuo. La riscoperta di tale autenticità della natura umana deve però passare obbligatoriamente dall’abolizione di termini pass-partout come “umanità”, oggi consunto dall'uso vago e retorico che se ne fa.
La pretesa di un colpo d’occhio oggettivo sul mondo e del rapporto di questo con il vivere umano è insostenibile poiché ogni uomo, in quanto pensante, non è che un singolo esistente immerso nella temporalità. Chi usa il termine umanità non solo cerca l’inganno ma è anche immorale, in quanto nell’astratto collettivo cerca riparo dalla propria responsabilità individuale, alimentando la società moderna dove vige il principio dell’anonimo a danno del singolo. Là dove si invoca umanità vi è una situazione storica in cui tale messaggio apparentemente universale a parole, è di fatto reso lettera morta, sottoposto a compromessi e mondanizzato, privato della sua verità più profonda e terribile. Un'umanità siffatta non esiste; esistono gli uomini.
-G.Pasquali
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