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#motivazionedelgiorno
iuliana01 · 2 months
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È un tipo di dolore differente, quando non piangi più ma prendi un profondo respiro e accetti.
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mariopulcini · 10 months
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Mario Pulcini Coaching
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pensierinellapioggia · 9 months
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Non essere come ti vogliono gli altri
Non essere come ti vogliono gli altri, scegli di essere molto di più.
Pensieri nella pioggia
© Copyright - I contenuti di questa pagina sono di mia proprietà. La copia è autorizzata solo a patto che venga citato l'autore, ovvero ''Pensieri nella pioggia''.
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sarapmoore · 9 months
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Le ferite profonde non si rimarginano velocemente,
non correre, prenditi il tempo necessario
per rinascere.
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marcomusitelli · 10 months
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Se diventa imbarazzante, lascia che sia imbarazzante. Quell'imbarazzo è qualcosa che hanno creato. Non devi a nessuno una prestazione per stare bene quando non ti senti bene in modo che possano sentirsi meglio con se stessi.
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barrettaenergetica · 1 year
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"Avrò segnato undici volte canestri vincenti sulla sirena, e altre diciassette volte a meno di dieci secondi alla fine, ma nella mia carriera ho sbagliato più di 9.000 tiri. Ho perso quasi 300 partite. Per 36 volte i miei compagni si sono affidati a me per il tiro decisivo... e l'ho sbagliato. Ho fallito tante e tante e tante volte nella mia vita.
Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto."
- Michael Jordan
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epilexia · 1 year
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Dovremmo essere la RAGIONE PER CUI LOTTARE di qualcuno e NON SOLO LOTTARE per qualcuno.
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ilenia-fili · 1 year
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Non importa chi sei, non importa cosa hai fatto, non importa da dove vieni, tu puoi sempre cambiare, diventare una versione migliore di te stessa.
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laneveovunque · 1 year
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▪️ Rilassati, stai andando bene! 😊 Sei d'accordo? Commenta o condividi! 👐 Conosci qualcuno che dovrebbe leggere queste parole? Taggalo! 🎯 Grazie a @saturninsta per aver pensato a questo post. 🥰 Seguici 👉 @laculturapositiva Attiva le notifiche per non perderti i nostri post. 🔔 #crescitapersonale #frasipositive #frasedelgiorno #motivazione #motivazionedelgiorno #frasi #frasiitaliane #frasichemotivano #frasimotivazionali #attitudine #natale2022 #buongiorno #goodvibes #amore #tempo #determinazione #tempo #resilienza #serenità #felicità #dicembre #pace #natale #tranquillità #paceinteriore #ispirazione #amarsi #pensopositivo #ottimismo #laculturapositiva Reposted from @laculturapositiva https://www.instagram.com/p/CmM0ttus1tV/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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iuliana01 · 4 months
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“Ma ti ha reso più forte.”
“Ero una bambina, non avevo bisogno di essere più forte, avevo bisogno di sentirmi al sicuro.”
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portinaio · 3 months
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DUE MONDI
Il primo ricordo che ho di te è un nemico.
Dove eravamo quando ci siamo incontrati la prima volta? La musica era assordante e nemmeno di mio gradimento. L’odore di sudore si mischiava a quello del gin tonic e di birra da quattro soldi. Mi sentivo così fuori luogo, ma ballavo. Perché con i diavoli puoi fare solo quello: danzare. E il mio nemico era lì. Davanti a me. È stato per un mese il direttore di un cazzo di progetto a cui avevo partecipato, un po’ costretto e un po’ convinto. Me l’aveva chiesto gentilmente e voleva che diventassimo colleghi. Poi quando tutto è crollato ci ha abbandonato, lasciando me e gli altri disperati in balia della burocrazia fallimentare, di telefonate a vuoto e di attese snervanti. I miei colleghi volevano stanarlo e farlo a pezzi. E io ho cercato di proteggerlo dicendogli che non valeva la pena perdere tempo dietro a un ciccione egoista. Sì, l’ho chiamato ciccione. Poi qualcuno ha fatto la spia e lui si è offeso con me perché lo avevo perculato. Ma non sapeva che avevo difeso il suo naso da un pugno in faccia e le sue mani da amputazione certa. Non mi ha più parlato. Davanti a me ballava e sorrideva, nemmeno un saluto. Ho cercato il suo sguardo, ma nulla. Detesto le cose lasciate a metà.
Il secondo ricordo che ho di te è la voce.
Stavo fumando sotto quei funghi che riscaldano d’inverno gli ambienti all’esterno. Faceva un caldo, mi sentivo la pelle bruciare. Potevo smettere quel giorno, ci avrei guadagnato tempo, denaro e salute. Tu eri davanti a me e commentavi la serata: “Bella musica”. Stai scherzando? Veramente ti piacciono quei riempi-pista in salsa techno velocizzati da falliti Dj? Però la tua voce Cristo! Mi sembrava qualcosa di così famigliare e mentre arrostivo come un tacchino il tuo accento diventava la DeLorean di “Ritorno al Futuro”. Potevo usarla per viaggiare nel tempo. Mi hai ricordato di lei che mi teneva stretto stretto e mi scriveva “Ti amerò per sempre”. Anche quando la promessa non era stata mantenuta continuava a dirmelo: “Ti amerò per sempre”.  E io non capivo, perché saltava da un letto a un altro e io ero solo il suo paraurti. Aveva la tua stessa cadenza. Per anni ho abitato intorno a te e non lo sapevo. Quanti km ci separavano? Quanto tempo avrei dovuto aspettarti. Ho fatto un breve calcolo: 9236 giorni.
Il terzo ricordo che ho di te è la mia gentilezza.
Credo di avertelo già detto che ci sono due cose che spiazzano nella vita: la verità e la gentilezza. E se con gli assiomi non sono molto bravo, con il garbo e la carineria divento un campione. E allora quando vi ho visti in panne in mezzo alla strada vi ho soccorso. Perché mi hanno insegnato che nessuno deve essere lasciato indietro. Sembravamo tre amici di lunga data, potevo girare a sinistra allo stop e portarvi fino al mare, avremmo visto l’alba con un cornetto alla crema e la mia anima avrebbe fatto il pieno di cortesia e amabilità, che poi sono tutti sinonimi della gentilezza. Il tuo amico il giorno dopo è partito. Siamo rimasti io e te. L’occhio di bue ci aveva ben inquadrato. Cedevi al sonno e alla stanchezza, ti drogavi di caffeina a qualsiasi ora. Lo facevi per me o perché sei abituato a questo sfinimento? Allora ho visto com’eri.  Dio santo proprio a me lo stai dicendo? Sono il più grande ammaestratore di zucchero. I tuoi deliri glicemici non mi spaventavano. Sono così abituato. Pensa che mio cugino per colpa del diabete ha perso l’uso dei reni, ma sua moglie per fortuna era compatibile. Che poi non so se ci sia bisogno di compatibilità per donare un organo. Dio cane che grande gesto d’amore. Io non so se ne sarei capace. Quasi tutta la mia famiglia nella lista della spesa ha insulina e aghi per bucare le dita. Io mi sono salvato perché non mi piacciono tanto i dolci, che poi non c’entra una cazzo, forse sono stato solo fortunato. Sul cancello mi hai detto: “Mi sembra di conoscerti da sempre”, hai rincarato la dose dopo due passi: ”Sei così tenero che vorrei abbracciarti e stringerti forte”. Dimmi che non è “love bombing”, dimmi che non era una strategia da Narciso. Perché io ci ho creduto. Quante birre abbiamo comprato? Quattro? Siamo tornati in casa e abbiamo brindato a cosa non so, ma sicuramente alla fortuna. E mentre lavavi le tazze non smettevo di guardarti e stavo lì impalato, come un beccamorto, spaventato e confuso, come se fosse l’ora della mia morte. Mi hai abbracciato e tutto il mondo si è levato dai coglioni. Eravamo solo io e te. E purtroppo quella fastidiosa televisione sempre accesa su Focus. Mentre ti baciavo ho imparato tutto su Tutankhamun, su come evolverebbe la terra senza la razza umana e persino le strategie di guerra degli antichi romani. :-P
La quarta cosa che mi ricordo di te è un tatuaggio.
Veramente hai osato disegnarti quella schifezza sulla pelle? Scusa non dovrei giudicarti. Per me va bene così. Lo so che non sei quella “roba lì” che sotto l’epidermide c’è qualcos’altro. Non mi hai spiegato cosa rappresenta, che intenzione c’è dietro quella specie di uccello di fuoco, struzzo, pollo Vallespluga…per Dio prenota subito un Centro Ink Removal, pare siano bravissimi. Scusa è che vorrei alleggerire tutto e strapparti un sorriso, questa lettera sta incominciando a diventare pesante. Abbiamo parlato, io di più, perché volevo tenere la fiamma alta e non disperdere tutta quella bellezza che avevamo creato. Ti ricordi dove dormivamo?  Sono crollato alle cinque del mattino e quando mi sono svegliato tu eri lì con il caffè. Mi guardavi. Ed io ero ancora spaventato. Ti prego Dio dell’amore fa che mi dica quelle parole. 
Lo hai fatto.
“Sei così bello quando dormi, sembri un bambino”
Che copione perfetto. Che coglione perfetto. Non tu. Io!  Ho guardato ogni centimetro del tuo corpo perché non volevo dimenticare nemmeno una falange. Se dovessero farmi un interrogatorio sarei l’orgoglio dei Ris di Parma. Scrutavo ogni tuo movimento, gli occhi cercavano tracce, le tue impronte digitali erano tutte su di me. Non hai toccato nulla se non me e quella maledetta moka, che diciamocelo non faceva un gran caffè. Ci siamo affogati di sushi e poi mi hai chiesto: “Mi porti a vedere la porta di Milano?” che scritta così suona ridondante, ma non ho voglia di trovare altri verbi, sono in flusso di coscienza e ahimè d’incoscienza e va bene così. Mi hai raccontato del neoclassico e ho scoperto cosa sono i Caselli Daziari, cos’è un Sestiere e mi sono ricordato di cosa diceva Platone.
“Scegli come partner qualcuno migliore di te. Non hai bisogno di qualcuno che ti ami così come sei. Hai bisogno di qualcuno che ti aiuti a crescere giorno dopo giorno. Il vero amore è ammirazione, quindi il partner che scegli dovrebbe avere quelle qualità che ti mancano. Se voi due vi impegnate ad aiutarvi a vicenda a crescere, prenderete i periodi burrascosi di qualsiasi relazione come opportunità di crescita reciproca. Sarà tutto più semplice e duraturo. Ecco perché la persona giusta per te non è solo quella che ti accetta, ma quella che ti fa sviluppare il tuo massimo potenziale in questa vita”.
Perché quel pezzo di merda aveva già capito tutto. E noi adesso cos’abbiamo come esempio? Fabio Volo!
Il giorno della tua partenza è arrivato troppo in fretta. La porta che avevamo creata si è chiusa.  Allora ho fatto una cosa, ho preso il mio cuore e l’ho messo nel tuo zaino, insieme alle medicine, i tuoi vestiti fuori moda e le analisi del sangue. Perdona se adesso è in putrefazione, ma io con te dovevo e devo usare la testa. La guerra fra cervello e cuore la lascio ai dilettanti. Siamo tornati nei nostri mondi, fatti sicuramente di abitudini, noiose certezze e l’aggravante delle giornate pre-natalizie.
La quinta cosa che mi ricordo di te è l’attesa.
Io entravo sempre più nel profondo e tu cercavi un appiglio per non farti portare giù. Scusa non dovevo chiederti certe cose. Mi accorgevo che facevi fatica. E allora distruggiamolo questo mio mondo. Perché non ho più bisogno di quello che mi circonda. Ho tanti amici quante ferite, che sono pronti a seguirmi in guerra. A loro ho raccontato di te, per una volta volevo smettere di essere gentile e dire la verità. Io aspettavo e tu continuavi a gravitare intorno a me buttandomi briciole e sorrisi. 
Assomigli alla felicità. Perché sei calmo, silenzioso, pacato. TI piace il passato, sei bravo a scavare e credo che tu sia anche l’orgoglio dei tuoi genitori. Sei una felicità silenziosa, da comprendere, sei la serenità della tradizione, il Sabato in centro, una pizza con gli amici. Ma la provincia a volte è meschina, perché illude e ti tenta. E io e te lo sappiamo bene.
Devo andare più in profondità?
Una volta mi ha dato del banale e ti sei arrabbiato per una sciocchezza. Poteva essere un segnale d’allarme. Guarda che non mi offendo. Mi devi sparare a una rotula per offendermi. Ma non darmi del banale ti prego. 
Dai vieni giù con me.
Facciamo il gioco del Cadavre exquis, che tanto piaceva a Picasso, Man Ray e Breton, capace di svelare i misteriosi canali di comunicazione che esistono fra elementi apparentemente diversi. Oppure sfidiamo Jung e vediamo chi dei due ha la mente più complessa. Devo impegnarmi di più? Sai che conosco tutte le opere del Museo Archeologico di Napoli?  Te le saprei raccontare persino in giapponese. Ti potrei narrare della triste storia della città di Minamata o del fotografo Eugene W. Smith: le sue immagini sono fra le più potenti del 900. Vuoi che diventi un professore o preferisci che sia tu a insegnarmi? Chiedimi qualsiasi cosa e io la studierò. Ma ti prego, di nuovo, non darmi mai più del banale. Raccontami ancora delle statuine che hai trovato durante i tuoi scavi, romanticizza le strade di Pompei e perdiamoci nella casa di Marco Lucrezio Frontone.
Poi improvvisamente arrivavi a casa e mettevi già il telefono. Rimanevo senza un finale. Senza il mio capitolo da studiare. Persino i nostri nomi  ci sono ostili. Tu sei il devoto di Marte io la fortezza di Dio. Siamo in due mondi diversi.  Come Ligia e Marco Vinicio, come quei banali di Romeo e Giulietta. 
Adesso cado nella banalità. Nel sentimentalismo più insipido, d’altronde io vedo della cavalleria anche nei pacchi Amazon. Ma l’anima si cura con i discorsi belli, mica posso stare qui a fare l’elenco puntato dei nostri difetti. Io i tuoi non li conosco. Però mi avevi detto che sei un inconcludente. Vuoi sapere i miei? Li lascio alla tua fantasia. Adesso ho bisogno di distruggere tutto il mio mondo, perché non è possibile che fra me e te non ci sia niente in comune.
Dai andiamo più in profondità. Trattieni il fiato.
Non puoi cambiare le persone. Puoi cambiare le tue aspettative. Chi cazzo lo diceva? Puoi stabilire dei confini e prendere decisioni su quanto tempo e impegno dedichi. Puoi concentrare la tua attenzione. Puoi esercitarti con l'accettazione e il lasciar andare. Ma non puoi modellare qualcuno in chi vuoi o hai bisogno che sia. Non puoi costringerli a fare un turno prima che siano pronti. Non puoi chiedergli di diventare qualcuno diverso da quello che è autenticamente. Non dovresti farlo. E questa può essere una verità dolorosa con cui sedersi. Che non importa quanto implori e spieghi le cose. Non importa quante volte tu dica ciò di cui hai bisogno e comunichi ciò che fa male. Una persona a cui tieni non può presentarsi per te nel modo di cui hai bisogno. Che a volte, non c'è nessuno da incolpare e niente da sistemare.
Chi cazzo lo diceva? Non me lo ricordo più.
E io non ti ho chiesto questo. Volevo solo il minimo sindacale. Oppure sentirmi dire "Lascia perdere io ho troppo da fare”. Forse me l’hai anche sussurrato in un momento di cattiveria. Dovevo ascoltarti meglio. Scusami.
Chi vuole conoscere uno come me? Che vive in una gabbia d’oro, che scrive senza rileggere, pieno di refusi. Chi mi verrà a liberare? Ah! Sì. Il principe o la principessa azzurra, a questo punto il genere non ha importanza, siamo in un periodo di fluidità.
Vuoi andare più a fondo? Lo sai che potremmo trovare dei mostri?
Secondo il luogo comune e ricerche scientifiche in fondo al mare, anzi nel profondo dell’oceano, vivono creature fantastiche che sfidano ogni legge della fisica. Stare qui è impossibile per noi. Allora diventiamo mutanti, trasformiamoci e adattiamoci a questo ambiente. Io vorrei essere “Ghidorah” il drago a tre teste, oppure potrei obbligare la mia schiena a deformarsi e diventare “Kamaji” il ragno umanoide del film “Sen to Chihiro no kamikakushi”. Ha sei braccia, che bastano per spaventare e fare un sacco di cose.
Tu rimani così. Sei già mostruosamente bello e inquietante con quelle scarpe nere. E adesso che ti ho portato qui? Diventiamo cattivi e buttiamo fuori tutto il veleno. Di cosa ti vergogni? Quando perdi mutande nei locali e nessuno ti guarda negli occhi ti senti felice? Quando cerchi umanità nel buio delle tue perversioni sputi o ingoi? Di me non sai. Io che elemosino amore sono in realtà la più sadica delle creature. Quando parli di “indagine sull’erotismo” a cosa ti riferisci? Suvvia che dilettante, hai sempre cercato la strada più facile. Vieni con me e annulla il tuo corpo in uno “zentai”, cercalo su Google se non sai cosa sia. Vieni con me alle feste più deliranti del mondo, dove ognuno può essere quello che vuole. Troverai cani, vecchi vestiti da bambini, impiegati zerbino e persino la mia amica che pratica la body suspension. Loro sì che indagano, che vanno oltre il desiderio più semplice. Potrei stupirti e confessare al mondo intero che sono bravissimo a sedurre le persone nel reparto yogurt del supermercato. Hai mai fatto l’amore sopra un “mare di morti?” Volevo scrivere cimitero, ma mi piace questa metafora. Sei mai stato nudo in mezzo alla gente e obbligato tutti a guardarti negli occhi? Ti hanno mai pagato per fare sesso? Hai mai seguito qualcuno in metropolitana? Hai mai sedotto un prete o una suora? Ho tre teste e un elenco lunghissimo di maleodoranti ricordi. Ma si sa, ogni mostro ha paura. Così ti chiedo, quando torni a casa la sera, pieno di non so cosa, e la Domenica ti svegli chi trovi al tuo fianco? Quando allunghi il braccio c’è il telefono o il telecomando della televisione? Cosa compri al supermercato? Quello che piace a te o “cazzo questo è il suo piatto preferito”.
Hai così paura di dirlo alla mamma che sei felice? Dai rispondi a queste domande. Mentre io seleziono la prossima perversione, raccontami con chi condividi la tua felicità.
Ho due cicatrici sul corpo, una sulla schiena e una di fianco all’occhio, perché da piccolo ho rischiato. Poi con il passare degli anni ho preferito salvarmi la pelle e infierire sull’anima. Tu hai questo potere, di rattristarmi. Io so solo scrivere e abbuffarmi di aforismi. Ma dimmi una lettera così l’hai mai ricevuta? Secondo me solo dall’Inps. :-P
Vedi che alla fine i mostri non sono poi così mostri.
Andiamo più giù, dove è impossibile vivere. 10994 metri sotto il livello del mare. Mi piacciono i numeri. Mi piace infilarmi nei pertugi fra topi ballerini e scarafaggi. 
Qui potremo toglierci tutte le sovrastrutture che ci tengono in piedi. La pressione ci darà solo un minuto prima che i nostri corpi esplodano. Potrai vedere la certezza e la sincerità, il mio senso di leggerezza, la paura e il coraggio. Credo di avere questo sotto la mia armatura. Mi hai detto: “Io sono una persona pura”. Mi hai dato dell’irrisolto, del prigioniero e mi hai lasciato in fondo alla tua rubrica del telefono. 
Ma preferisci non parlarmi. Lo so che non ne abbiamo bisogno, perché tu conosci la lingua dei segni. E io ho imparato a dire con le mani “Grazie” “Mi manchi” e anche “È pronta la colazione?”
Ma il fiato manca e mi tocca tornare in superficie, ho delle pinne da apnea lunghissime, sembro un tritone mentre nuoto verso l’ossigeno.
Mi porto dietro tutte le citazioni banali che tanto ti fanno arrabbiare. Non m’importa. Ci porteremo dietro sempre l’impressione di aver perso qualcosa, il tempo sicuramente. Quante cartucce potrai sparare da qui a dieci anni prima di diventare un povero vecchio? Io ho ancora due proiettili. Li tengo ben stretti.
Fai attenzione. Risali anche tu. Nel frattempo vorrei diventare il fiume Montone e rompere gli argini. Verrei a casa tua solo per lavare il pavimento. E non farei danni. Potrei essere un libro, un pirofono, che manco so come si suona, un quadro di fine ottocento. Questa è la mia fatica. Non perdere la memoria, e ricordare sempre ciò che vorrei dimenticare.
Ecco sono uscito dal mare. Che coglioni rimanere in apnea. Non puoi neanche ridere. Tu dovresti arrivare fra dieci minuti secondo i miei calcoli. Nel frattempo ti aspetto e galleggio. Un’ultima occhiata all’oroscopo.
Sagittario: "Nell’anno che verrà ti vedo alla ricerca di un tesoro. La tua non è un’esplorazione sfrenata e confusa, ma diligente e disciplinata. Sii ben organizzato, raccogli con cura i risultati delle tue ricerche e fa’ domande incisive. Usa la logica e l’intuito per riflettere sulle possibilità . Sii disposto a fare qualche cambiamento per accogliere le ricchezze che cerchi. Trai ispirazione dalla tua perseveranza e da un’incessante ricerca. Questo sforzo sarà ripagato entro la seconda metà dell’anno".
Che palle! Mi toccherà galleggiare un po’ di più.
Ovunque tu sia. Vai piano e manda un messaggio quando arrivi.
G.
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pensierinellapioggia · 7 months
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Non so cosa succederà domani o dopodomani
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Non so cosa succederà domani o dopodomani, ma so per certo che tutto ciò che oggi assomiglia a un terribile uragano un giorno non sarà altro che un semplice venticello, un ricordo. Finisce sempre così.
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mariopulcini · 11 months
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Mario Pulcini
Cambia per superare te stesso.
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-~-~-~-~-~-~- L’importante non è avere qualcuno da amare, l’importante è avere qualcosa in cui sperare. Pensiero originale di @piccolepoesie_andrea🪶 Se condividi, citami, grazie. Diritti riservati © #citazionedelgiorno #citazionivita #riflessioni #motivazionedelgiorno #motivazione @artecentrismo https://www.instagram.com/p/CqatC3qI2fp/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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marcocardelli · 1 year
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Magic Years 1983. Stay tuned. The Mentor . . 💎 . . #ispirazione #motivazione #crescitapersonale #successo #frasi #citazioni #aforismi #determinazione #frasimotivazionali #pensieri #crescita #vita #amore #cambiamento #mentalit #obiettivi #frasedelgiorno #mindset #imprenditore #motivazionedelgiorno #autostima #consapevolezza #business #benessere #obiettivo #motivation #soldi #ottimismo #marcocardelli (presso Ascoli, Marche, Italy) https://www.instagram.com/p/CqH9PR9o_zI/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Credo che la situazione mi sia sfuggita di mano...
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