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#mi manca come l'aria
omarfor-orchestra · 2 years
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Stava andando tutto bene poi ho pensato a Gianni MareFuori e
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maarigolds · 2 years
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In the skam italia universe, if you want to be a fan favorite, you have to fail your last high school year
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okay amadeus lo sa che fai la pipì nel suo camerino, mA FIORELLO INVECE LO SA?? EH GIANNI????
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belladecasa · 10 months
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Io non capirò mai come si possa considerare accettabile, figuriamoci desiderabile, l'ideale (perché la prassi poi è tutt'altra e diversificata) standard di vita dettato dalla morale borghese per cui io dovrei dividere la mia esistenza tra doveri professionali che consistono nell'infoltire la ricchezza e poi il capitale di qualcuno a cui sono sottoposta per otto ore al giorno, con solo due settimane di ferie all'anno (sempre nella prospettiva più rosea) e doveri coniugali/biologico- riproduttivi, che ovviamente essendo le giornate umane limitate finiscono per sopprimere il tempo disponibile per vivere la dimensione affettiva dell'amicizia e la mia personale dimensione ricreativa, senza parlare del mio sacro spazio di ozio e solitudine che sarebbe totalmente invaso dall'Altro in senso lato che in una prospettiva anche solo strettamente coniugale vuol dire dormire tutta la vita insieme a qualcuno mi manca l'aria solo al pensiero eppure la gente desidera davvero questo forse sono pazza io? Però a me sembrano pazzi gli altri tra cui il mio terapeuta che mi dice di smetterla di ragionare in maniera così astratta e cerebrale e di pensare in maniera più terrena, trovare la bellezza delle piccole cose, della natura ecc. Cioè io dovrei mettermi a guardare il tramonto secondo lui ma come faccio, che poi i tramonti oggi per colpa di Instagram sono pure inflazionati e mi hanno rotto il cazzo
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yomersapiens · 1 year
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I cigni fanno finta di niente cignorano.
Ho preso un post-it e sopra ho scritto "Comprare post-it", alché mi guarda e mi dice "Ma che cazzo, sono qua, me lo dici in faccia, me lo scrivi addosso?" e non sapevo come rispondere così ho puntato sull'essere onesti "Bello mio è il 2023 è ora che impari che siamo tutti sostituibili, tu, me, tutti" lui si è preso male, si è scolorito, è passato da quel bel rosa shock acceso tipico dei post-it in uno avvilito e depresso e ha aggiunto "Vabbé ok come vuoi, ricordati solo di prendere le medicine, mi avevi comprato per questo..." e io mi ero scordato in effetti. Ho preso le medicine, il post-it ha smesso di parlare. Peccato, perché era proprio un bravo post-it.
Nel telefono ho solo foto del mio gatto, praticamente. Mi piacciono molto ma mi piacerebbe anche variare un po'. Magari con foto tue di ogni tipo, anche vestita non è un problema. Sono un ragazzo aperto. Non troppo vestita però ché la distanza sarà sempre un problema e poi vorrei inciampare su qualcuna di queste foto mentre sto facendo vedere quanto è bello il mio gatto e "Guarda qua come è seduto in maniera buffa! Guarda qua che panza che ha! È proprio un ciocciottone!!! E invece qua ooops, eh no questa non dovevi vederla, però l'hai vista, ecco, hai visto che bella che è? Sì, pensa che ho il permesso di stringerla. Ti rendi conto? Io, con questa faccia e questa panza che neanche il mio gatto c'ha, posso stringere lei. Posso mettere queste mani su quella pelle. Assurdo eh? Beh, torniamo alle foto di Ernesto, ecco, qua si sta leccando la zona dove una volta aveva le palle, eh poverino, chissà se gli manca avere le palle".
La mostra è stata fatta. Mi hanno finanziato. Ho esposto tutte le tessere degli abbonamenti viennesi. Ho invitato altri artisti e c'era pure una vecchia conoscenza nostra, il caro Spaam, che ha portato un suo lavoro bellissimo ma racconterò tutto quando rebloggherò per la millesima volta il lunghissimo post delle tessere degli abbonamenti viennesi. Però dai metto una foto qui perché sono un sacco orgoglioso.
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Questa primavera che non vuole saperne di arrivare mi piace. Anche se sono tornato a indossare i calzini di lana, il secondo paio di mutandoni invernali (fuori sarò ancora un bellissimo ragazzo ma dentro invecchio come non mai e ho qualcosa come centocinquantotto anni portati malaccio) e pure la maglietta della salute. Ogni tanto spunta il sole e Vienna si ricorda di essere viva e i viennesi come lucertole si fiondano sotto ogni raggio disponibile e io salgo sulla bici e pedalo fino a un laghetto poco distante. Non è facile arrivarci, devi seguire una strada piena di automobili e quanto fanno schifo le automobili sono rumorose e lentissime mentre io con la mia bici mossa dalle mie gambe alimentate dalla mia panza siamo molto più eco-amichevoli. Arrivato al laghetto mi sono seduto su un tavolino ignorato dagli osservatori di uccelli locali, quelli che vanno nella natura armati di fotocamere dal lunghissimo teleobbiettivo, e mi sono messo a guardare il cielo. Il tessutto azzurro pallido era graffiato dal passaggio di alcuni aeroplani diretti chissà dove così ho immaginato la mia vita lassù, su un aeroplano, che poi cade, spezzandosi in due. La mia testa non capisco cosa abbia di sbagliato ma vuole sempre che mi accada qualcosa di terribile. Immagino di ritrovarmi a cadere da non so quante migliaia e migliaia di metri da terra a una velocità assurda, anzi no non voglio cercare sul noto motore di ricerca qual è la velocità di caduta ma se ricordo bene deve essere 9,81 metri al secondo. Confermate? Sto cadendo velocissimo e mi manca l'aria ma riesco a raggiungere il telefono e prima di spiattellarmi al suolo vorrei almeno salutare tutti quelli a cui voglio bene, anche quelli che mi stanno sul cazzo dai, perché meritano di sapere che c'è un motivo per cui non li ho mai più contattati ed era proprio perché mi stavano sul cazzo. Quindi preparerei due messaggi, uno che dice "Ti ho sempre voluto bene" e un altro che dice "Sei un essere di merda e sono felice di morire prima di te perché stare ancora su un pianeta dove c'è pure la tua faccia di cazzo è una sofferenza costante". Perché il messaggio d'odio è più lungo di quello d'amore? Non lo so. Ho molta rabbia dentro. In ogni caso non credo sia fattibile. La pressione dell'aria non appena l'aereo si spezza in due sommata allo shock sommato alla temperatura glaciale ecco secondo me io crepo all'istante. Ho pensato a tutto questo mentre stavo seduto su quella panchina e i cigni mi hanno circondato. I cigni appartengono al secondo gruppo, quello dei messaggi di odio. Quanto mi stanno sul cazzo i cigni.
Ero alla mostra, stavo aspettando qualche visitatore. Tre curiosi sono passati, uno però è entrato solo perché credeva fosse stato recapitato qua da noi il pacco che gli hanno spedito. L'ho mandato al tabaccaio vicino ma prima di farlo uscire gli ho fatto vedere tutte le opere contenute quindi conta come visitatore! Ho fatto una videochiamata con mio nonno, volevo fargli vedere che suo nipote, disoccupato, prossimo ai quaranta, panciuto, biondo, rancoroso e ossessionato dal suo gatto ci è riuscito: ha fatto la sua prima mostra personale a Vienna. "Bravo Matteo, bravo!" ha detto prima di passarmi la nonna. La nonna non dice nulla da almeno 6 anni. È immobile sulla sua sedia, rinsecchita come una foglia sopravvissuta a troppe stagioni. Le ho detto "Guarda Pupetta! La mia prima mostra viennese! C'è il mio nome qua!" e lei non ha detto nulla. I suoi occhi erano sacchetti di acqua opaca. Sono tornato a parlare con il nonno che ultimamente si commuove per un nonnulla sempre. "Hai visto? Sono proprio felice nonno. È proprio una bella sensazione". Penso che la nonna abbia sentito che per la prima volta in non so quanti anni non mi sono lamentato di qualcosa e anzi ho detto di essere felice e forse ha capito che dai, pure quell'anima in pena di Matteo in qualche modo ha trovato il suo posto. E ha deciso di andarsene.
Guardo il telefono senza riuscire a staccarmi da ventiquattro ore in attesa della comunicazione ufficiale da parte di mia madre. Salirò su un aereo, arriverò a salutarla e le dirò "Ti ho sempre voluto bene" perché era lei il primo numero a cui avrei mandato un messaggio in caso di disastro aereo.
Per bilanciare allora mi sa che passo al laghetto, sulla via per l'aeroporto, a pestare di mazzate qualche cigno. Questa rabbia e lacrime devo sfogarle in qualche modo e quei pezzi di merda sanno di meritarsele.
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nonlosoenonimporta · 2 months
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mi sento male, come avere uno squarcio nel petto e l'aria che manca. un vuoto immenso che mi trascina a se e io ci cado e ci ricado dentro.. mi sento così fuori posto. sto affogando.
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luluemarlene · 4 months
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Madonna, 30 anni fa sapeva già che fine avrei fatto!!
ARIA
È domenica e tu chissà che cosa fai
ti rivedo sempre lì che mi dici che mi vuoi
la mia voglia è grande, è scandalosa ormai
c'è una gatta accanto a me e non rinuncia a lei.
Aria, ti respiro ancora sai
Nell'aria, ti scaccio ma ci sei
Voglia, tanta voglia dentro me
Una febbre che mi assale, io mi sento così male.
Spero solo che non bussi un uomo adesso
mi comporterei come non vorrei
la mia mente è chiara , ma a volte è più forte il sesso
la mia gatta è ancora lì, non parla ma dice sì
Aria, quasi manca l'aria
Nell'aria, ci siamo ancora noi
voglia, maledetta voglia che
a intervalli mi riassale, io mi sento così male
io non sono un animale, sono un essere che ama chi non c'è
il valore è sempre uguale, carne e anima impastata senza te
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apropositodime · 9 months
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Dieci anni
Esattamente dieci anni fa..
quella mattina mi ha svegliata un sogno che non dimenticherò mai.
C'era mia madre fuori "da quel letto", in piedi, vestita davanti agli armadi che sistemava,come a volte la vedevo quando andavo da lei, e io li che la guardavo incredula ma serena, lei stava bene. Nel sogno non si è mai voltata, ma non importa io percepivo tranquillità e anche quando mi sono svegliata non ero né allarmata né spaventata.
Io abitavo nella stessa palazzina dove vivevano i miei, al piano di sopra.
Mia madre si è ammalata alla fine del 2011 di Sla (quando pronuncio quella siglia, mi manca l'aria) degenerata alla velocità della luce.
Preparo me e i bambini.
Scendo da mio padre, mia madre è lì in quel letto, sembra abbia 200 anni.
Mio padre dice che non va bene, che
"oggi non ci siamo, è peggio degli altri giorni"
Mia madre è sempre stata in casa, con tutta l'attrezzatura,ha passato all'inizio dei periodi in una clinica per riabilitazione, quando ancora riusciva ad alimentarsi da sola, poi arrivata quella polmonite ab ingestis,e da lì il delirio. Che non sto manco a raccontare.
Ho portato i bambini dal padre, che allora aveva un bar a Milano. Così per distrarli un attimo, fanno colazione.
Intorno alle 11:30, mi chiama mia sorella, non capivo cosa dicesse, aveva la voce rotta dal pianto,confusa, diceva
"forse la mamma è morta", quel forse, perché lei sperava non fosse vero.
Ho preso i bambini e siamo tornati a casa.
Mia madre in quel sogno, mi aveva salutata.
L'unica volta che pianto per tutta la notte è stato quando gliel'hanno diagnosticata lei era ancora in piedi e autonoma al 100%,aveva avuto episodi di cadute strane e aveva cominciato a parlare un po' male ,si pensava ad ischemia...
ricordo la sua reazione, non reazione. Quel silenzio...
La sua vitalità, la sua energia di sempre, la sua leggerezza, i suoi sorrisi sempre e comunque ,non esistevano più.
Io lo so per certo, che si non avrebbe certo voluto morire, ma chi lo vuole. Ma so anche con certezza che la morte in quella situazione è stata la sua liberazione. Lo so davvero. La conoscevo bene mia madre.
Era intrappolata in un corpo inerme, la cosa più brutta che potesse accadere, data la sua famosa paura di rimanere senza respiro(anche la mia da sempre) , era quella appunto di rimanere attaccata ad un respiratore con ossigeno anche, questo non doveva accadere.
Io non ho sofferto la sua morte, e questa cosa ha stupito tanto davvero anche me. Forse perché vivere le malattie incurabili e le sofferenze così, è già una specie di morte.
(Questo non significa che io non abbia paura, io ho una fottuta paura di tutto ormai)
Quindi stamattina mi sono svegliata così, come dieci anni a questa parte.
È proprio vero che le persone che mancano a volte sono più presenti di qualsiasi presenza.
Ciao Ma,sono sicura che il mio saluto ti arriva anche oggi. ❤️
Mio padre, il migliore di sempre ❤️
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tulipanico · 1 year
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Sento questa insofferenza vischiosa nello stomaco, o forse un poco più giù. Ci sono certi movimenti delle mani, la forma della fronte, lo sguardo quando si fa serio; ecco, ci sono certe parti di me che non fanno altro che ricordarmi quel legame inscindibile del sangue. Mi arrabbio, forse perché non mi permetto mai di essere triste. Io ho scelto, continuo a scegliere ogni giorno, solo che ora mi sono costruita questo muro intorno e non so come qualcuno possa anche solo avvicinarsi. Non ci sono finestre, solo un sasso sopra l'altro, del cielo vedo solo un fazzoletto. Mi manca l'aria, vorrei urlare ma la voce non esce. Desidero, sola accasciata su me stessa, quella delicatezza che un corpo sa donare quando è in armonia. Ma qui c'è spazio solo per me.
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pioggiadicuori · 4 months
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Mi hai lasciato dopo 16 anni di simbiosi, dopo 16 anni in cui dormivo con i tuoi occhietti verdi che mi guardavano e le tue fusa che mi cullavano..16 anni di puro amore, ogni singolo passo aveva la tua impronta accanto.. Mi sento persa senza te, nulla ha più senso. Ho paura , eri l'unico che mi tranquillizzava , l'unico che ci sarebbe sempre stato.. Spero di essere stata all altezza del tuo amore incondizionato che mi hai donato fino agli ultimi istanti in cui ti ho solo potuto guardare, inutile dinanzi al tuo dolore.. Lasciandomi ho perso per sempre una parte di me, la parte migliore , quella che riuscivi a far vivere solo tu. Sono morta anche io con te, hai lasciato un vuoto che fa malissimo, che uccide , che mi spinge a raggiungerti. Non posso andare avanti senza te, non voglio. Non posso vivere se tu non puoi prenderti cura di me. Mi manchi come manca l'acqua a un pesce spiaggiato, mi manchi come manca l'aria quando sono sott'acqua, mi manchi e già mi mancavi quando c'eri ma sapevo che saresti andato via, mi uccideva il solo pensiero. Adesso sono qui e tu non ci sei, il letto senza te è vuoto, la stanza ha ancora il tuo odore , ogni cosa , ogni angolo, persino il pavimento con ancora i tuoi peli , tutto mi ricorda te e che non tornerai più. Conservo tutto , raccolgo ogni cosa , voglio conservare il più possibile di te. Mi manchi e mi mancherai a vita, non potrò mai più essere la stessa senza te, senza la mia unica ragione di vita. Piango nel letto, stringo forte la tua cuccia vicino a me, mi manchi e la ferita sul mio cuore brucia , distrugge , mi lacera, mi lascia a terra senza forze e io non voglio più alzarmi perché significherebbe andare avanti senza te, e io non voglio , vorrei sdraiarmi acconto a te, raggiungerti... Lo farò 💔
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lacoscienzadielle · 6 months
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ti vorrei dire che mi dispiace, ma è troppo tardi. ti vorrei dire che sono amareggiata e pentita per tutto quello che ti ho fatto, ma è tardi anche per questo. ti vorrei dire che sto cambiando, anzi, crescendo e con me cresce il senso di colpa che ho nei tuoi confronti. non so come mi sono trasformata nel tuo cuore nè tantomeno che idea hai di me nella tua testa in questo momento. qualsiasi forma io abbia ora per te, la accetto e me la merito. ma vorrei tanto dirti che sono sempre la stessa persona che è stata con te per molto tempo e che ti ha davvero amata. probabilmente non abbastanza, probabilmente non ti ho trattato come ti meritavi, perchè eri e sei speciale, la persona più speciale del mondo mentre io, probabilmente, sono tra le peggiori. perchè è così che mi sento in questo periodo, un periodo che sta durando da quasi un anno. so che se non mi parli più è perchè io sono stata una persona orribile in tutti i modi che tu hai riconosciuto come tali. non sono stata emotivamente responsabile, nè per te, nè per me. ma vorrei tanto farti capire che sono cresciuta dall'ultima volta che i tuoi occhi hanno posato sui miei. vorrei dirti che non so cosa darei per esserti vicina, vicina come l'ultima nella lista dei tuoi amici, ma almeno ci sarei. mi amareggia il fatto che eviti tutto di me, ma so che se è così è solo perchè in qualche modo ho portato io questo esito. vorrei dirti che non smetterò mai di sperare che tra noi possa tornare un dialogo, perchè mi manca come l'aria parlare con te. sei e rimarrai per sempre l'unica persona nell'intero creato a capirmi davvero. perchè se è vero che sono stata una persona orribile, tu mi hai resa una persona migliore e a te devo tutto quello che sono e che ho ora. ti penso ogni giorno, e ti vorrei con me a gioire dei nostri rispettivi traguardi. sei e sarai sempre la parte migliore di me. so che questo non è reciproco perchè come ho già detto, io non ho fatto abbastanza per te, non sono stata abbastanza e in ultimo, sono stata una traditrice. una macchia indelebile dentro e fuori di me che porterò come vessillo nero per tutta la vita. negli ultimi tempi il senso di colpa mi ha divorata dall'interno, mi veniva da piangere ogni giorno per via di quello che ti ho fatto e non per vittimismo ma proprio perchè mi odiavo per quello che ti ho inflitto. dire che adesso non lo farei mai e poi mai è un'amara e stupida consolazione. vorrei dirti che mi dispiace, vorrei dirti che ci sarà sempre uno spazio vuoto dentro di me che porterà il tuo nome, vorrei dirti che aspetterò per sempre il tuo ritorno, vorrei dirti che sono davvero una persona migliore in grado di capire le necessarie distanze che si sono create tra noi e che sono pronta a rispettarle, ma ormai è tardi. mi mancherai per sempre.
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mi manchi come l'aria
mi manca la mia età
mi manca la leggerezza
mi manca non poter tornare indietro e raggiungerti un'altra volta
mi manca qualcosa che non tornerà
mi manca sperare in te
mi mancano le tue insicurezze
mi mancano quei problemi di una volta
mi manca tutto anche se in me stessa ho tutto quello che posso avere adesso
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la-scigghiu · 11 months
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Il giorno è caldo come una carezza e il soffio di vento che entra dalla finestra mi ricorda il tuo respiro calmo vicino al mio. L'aria sembra ferma sul filo del bucato, i cani abbaiano ai passanti del vicolo e non si stancano di farlo di continuo È un giorno preso a caso, giugno si destreggia bene adesso che sa tutto d'estate e tutto mi manca nel riepilogo delle mie stagioni. Ho voglia di andare fuori, vieni anche tu amore?
Francesca Stassi
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chouncazzodicasino · 7 months
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Sono giorni che mi viene in mente la mia amica Ale. Ci siamo conosciute sei mesi prima della laurea, lei è subentrata nel mio corso e, non so nemmeno dire se c'è stato un giorno senza che ci sentissimo amiche da anni, credo di no. Abbiamo preparato le tesi insieme e anche dopo abbiamo continuato a fare concorsi insieme, avevamo proprio un cordone che collegava le nostre teste. Io le raccontavo i miei tormenti con uomini impossibili e la costringevo a venire alle loro partite di rugby o alle serate di musica elettronica a ballare all'Init, lei mi attanagliava con i suoi, mi costringeva ad andare alle pomeridiane di Niccolò Contessa quando ancora non erano famosi i Cani e a cercare scuse per parlargli ad ogni pausa che facevamo insieme a fumare drummini e bere, mi portava a frequentare un mondo così radicalchic che duepalle proprio mi annoiava, ma per lei ok. Poi lei è andata a Berlino e ci siamo perse un po'. Forse. Ma perse non è il vocabolo giuste, ci siamo messe in pausa? Forse sì, perché quando ci vediamo o ci sentiamo è esattamente come quei 12 anni fa.
Lei fa parte di quelle donne della mia vita che amo e che ringrazio di aver avuto un vicino. Quelle donne con cui provo un'alchimia e un feeling mentale/lavorativo/emotivo perfetto, come la mia ex collega che mi manca come l'aria e che amerei poter assumere io oggi nel mio negozio.
Ale, adesso ti scrito una delle nostre frasi cretine e riannullo la messa in pausa per un po' :)
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vogliediprimavera · 1 year
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Chimica
La chimica scatta al primo sguardo, soprattutto se accompagnato da una risata. E tra loro era andata così, potevi vederlo anche se provavano loro stessi a non crederci. Eppure dopo quella presentazione veloce, quella frase storpiata e la conseguente risata, i loro occhi non si sarebbero mai più visti come quelli di due conoscenti qualsiasi.
Marco e Monica non si erano mai incontrati, vivevano nella stessa città, lavoravano nello stesso settore, pochi anni di differenza eppure le loro anime non si erano mai incrociate. Poi la vita ti mette davanti a vari cambiamenti e una mattina ti porta anche la persona che forse era destinata a te.
Si vedevano poche volte al lavoro, ma era come se volessero far durare quei pochi minuti ore, si studiavano per capire il loro vero carattere, si guardavano per captare se davvero anche l'altro sentisse quella vibrazione nel sangue.
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E continuavano a cercare il contatto fisico. Con la scusa di passare il caffè si sfioravano le dita, quando Marco si alzava casualmente passava troppo vicino alla sedia di Monica sfiorandole i capelli, Marco faceva una battuta e Monica appoggiava la mano sul suo braccio come ad enfatizzare il fatto che l'avesse fatta ridere. Scherzavano continuamente su qualsiasi cosa ed un po' si stuzzicavano con battutine, senza andare troppo sul pesante per non far intuire agli altri come in realtà si stessero studiando.
Una mattina, appena finito di prendere il caffè, Monica si era alzata: "È ora di cominciare a lavorare, vado giù in magazzino a prendere una risma di carta perché ieri sera non avevo voglia di scendere". Marco si era alzato dieci secondi dopo: "Vado, se no non comincio più il giro, ci vediamo tra qualche giorno per la prossima consegna". Aveva preso la borsa ed era sceso velocemente dalle scale entrando poi in magazzino. "Ciao, sto andando, ci vediamo venerdì mattina, volevo salutarti".
Monica si era girata, si erano guardati negli occhi e subito bloccati. Non era un ciao che volevano dirsi. Non era solo un ciao che vibrava tra loro.
Monica aveva deciso di spezzare il silenzio: "Non possiamo stare da soli in una stanza così piccola, non ce la faccio, mi manca l'aria a stare qui con te, potrei non riuscire a stare ferma solo a guardarti, potrei non dirti semplicemente ciao".
Marco le aveva sorriso: "Speravo non mi dicessi solo ciao, anche se mi fa impazzire quel tuo ciao squillante quando entro in ufficio".
Si sarebbero baciati in quel preciso momento, sembrava che nell'aria ci fosse una calamita che li attirava. Ma erano riusciti a non andare oltre, i loro doveri li avevano tenuti fermi ancora un attimo.
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Monica si era mossa verso la porta per uscire, sfiorando la spalla di Marco. Mentre si girava, Marco le aveva accarezzato la guancia con il dorso della mano. Lei non era riuscita neanche a guardarlo, quasi assecondando il gesto le era uscito solo in modo molto sensuale: "Ciao Marco".
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Purtroppo il treno ha tardato molto,quindi sei arrivata di notte fonda,sono venuto a prenderti alla stazione ed eravamo entrambi troppo stanco per divertirci così abbiamo deciso di dormire.
Non riesco a prendere sonno,al contrario di te che riposi beatamente,il pensiero di averti lì non mi fa chiudere occhio e, anzi,la testa fa mille pensieri diversi.
Non potendo più sopportare le fantasie che mi passano per la mente decido di assecondarle,così mentre dormi ti lego e ti bendo,per poi caricarti in macchina.
Durante il viaggio tu ti svegli,e sei un po' spaventata,ma io ti rassicuro facendoti capire che è tutta opera mia e appoggiandoti una mano sulla gamba.
Arriviamo in una campagna un pochino sperduta,ti faccio scendere per fare un pezzo di strada a piedi.
Dopo poco arriviamo,tu non puoi vederlo quindi ti descrivo io dove siamo;
C'è una porta nascosta dalla vegetazione sul fianco della collina,apro la porta e ti accompagno dentro con la torcia del telefono accesa,sulle pareti iniziali è pieno di lumaconi...bleah,ci inoltriamo nel tunnel dentro la collina,il terreno non è lineare e completamente sabbioso, l'aria è viziata e si respira a fatica.
Andiamo sempre più infondo,tu non dici niente,ti fidi di me,ma io ti dico ugualmente che siamo in una vecchia grotta scavata dai partigiani durante la guerra.
Quando penso che siamo arrivati abbastanza in profondità ti fermi e ti giro verso di me,comincio a sfiorarti il viso con le dita,fino alle labbra,dove mi soffermo per più tempo,tu ne approfitti per succhiarmi un dito,subito lo tiro fuori e ti afferro la mascella facendo in modo che la tua bocca non possa chiudersi, poi ti dico:" ti ho forse detto che potevi prendere l'iniziativa?"
Tu non rispondi,così ti do uno schiaffo molto leggero per poi riafferrarti la mandibola
"Se sei così ansiosa di assaggiarmi,è meglio che tu lo faccia come si deve"
Ti afferro per i capelli e ti trascino verso il basso facendoti inginocchiare sulla sabbia,non appena sei all' altezza giusta spingo il mio cazzo infondo alla tua gola non una volta,non due volte ma di continuo.
Ad un certo punto mi stanco e ti faccio rialzare,ti prendo in braccio e lo metto dentro;
Mentre ti scopo tu provi a non farmi sentire quanto ti piace tenendo la bocca chiusa,così scelgo di cambiare gioco,ti do 5 minuti di tempo per trovare l'uscita e scappare,dopo di che se dovessi raggiungerti e prenderti,non mi tratterrei più.
Scatta il tempo,passano circa 3 minuti,trovi l'uscita e provi a scappare,finito il tempo esco anche io,ti vedo in lontananza così ti corro dietro come un matto con gli ormoni a palla,ti raggiungo,mi butto su di te bloccandoti a terra,una mano sulla testa per tenerti ferma e l'altra sul collo stringendo il più possibile,te lo faccio sentire un po' sul culo,la voglia cresce sempre di più,finché non riesco più a trattenerla,lo metto nella tua figa completamente bagnata di colpo,e continuo senza sosta,tu provi ad ansimare ma il piacere di blocca in gola impossibilitato ad uscire per colpa della mia mano,non manca molto,lo tiro fuori,è tutto zuppo della tua essenza,così inizio a spingere nel culo,ma non entra.
Spingo sempre più forte,con più insistenza finché,penetrò dentro di te e,a quel punto si che ti sento,il piacere che stai provando trova il modo di farsi sentire,non ti do tregua,ti scopo il culo come se non avessi mai scopato in vita mia,fino a venirti dentro e riempirti.
Ti carico in macchina,ti porto a casa, ti lavo e ricomincio a divertirmi con te.
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