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#lo sport migliore
ilpianistasultetto · 3 months
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RINGO, IL MIO MIGLIOR NEMICO
Uno nasce per vivere in pace e i politici, invece, ti trovano sempre un nemico da combattere.
Da ragazzino, il mio nemico era Ringo, il cane del fornaio sotto casa. Non ci siamo mai piaciuti. Quando scendevo ero obbligato a passare davanti al fornaio e quel cane, non ho mai capito di che razza fosse, un marrone chiaro di stazza media, non mi aveva in simpatia e io, per non farmi correre dietro, dovevo camminare piano senza dare nell'occhio.
Qualche volta facevo tardi a scuola, cosi uscivo di corsa dal palazzo ed ecco quel cane; se almeno avesse abbaiato me ne sarei accorto subito, ma quel bastardo senza cuore mi arrivava dietro silenzioso; lo sentivo zampettare veloce e ringhiare, quella cosa che fanno i cani prima di morderti. Dovetti accelerare, ma lui era più veloce di me. Nemmeno la chiamata di Ginetto il fornaio, il padrone di Ringo, lo fece desistere. insomma, il cane tentò di mordermi ma io ebbi la freddezza di fermarmi di botto e gridargli sul muso: "fermo Ringo! Devo andare a scuola!"
Non mi crederete ma il cane si fermò di botto, quasi mortificato, probabilmente non mi avrebbe mai morso, era solo chiacchiere e distintivo.
Altri nemici si formano con il tempo, ma sempre roba di poco conto, avversari in amore, avversari nello sport, avversari a scuola, come Falasconi e Tardiola, due esseri insopportabili, due geni in matematica da fare schifo, capitati per mia sfortuna nella mia stessa classe.
Oggi, la politica mi offre dei nuovi nemici: i russi, i terroristi islamici, i cinesi, i coreani del nord, gli africani che c'invadono, il povero che ruba il reddito.
Scelgono loro per me, decidono chi devo odiare. Tu non puoi scegliere, altrimenti sei fuori dal sistema democratico. Se non hai pianto per la morte di quel tizio russo sei un filoputiniano! Se non ricordi ogni giorno il 7 ottobre israeliano, sei antisemita! Se parli di pace e antifascismo, sei identificato! Se protesti in piazza per la Palestina libera, ti manganellano.
Taci che il nemico ci ascolta..., il nemico di chi?
Povero Ringo, quante sgridate che si è preso, ma almeno lui abbaiava solamente, questi, oltre ad abbaiare, pretendono che tu lo faccia insieme a loro.
@ilpianistasultetto
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astra-zioni · 5 months
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Secondo me è inutile spiegare cosa accade biologicamente durante le mestruazioni agli uomini, è più efficace questa narrazione (che è valida per quasi tutte le donne eccetto quelle baciate dal Dio delle mestruazioni silenziose e pacifiche):
Un giorno una donna si sveglia di soprassalto verso le quattro del mattino e scopre di avere il ciclo perché è trafitta da dolori lancinanti e il letto è diventato il set di un film splatter; al che si alza tutta rincoglionita e dolorante per recarsi in cucina col fine di assumere l’antidolorifico salva-vita prima che il dolore raggiunga livelli estremi. Solo allora viene colta da un dubbio esistenziale: ma se assumo l’antidolorifico a stomaco vuoto poi starò mica male? Quindi mangiati due biscotti di merda mentre vorresti solo sboccare per prenderti quella cazzo di pastiglia. Effettuato questo processo corre in bagno per lavarsi e mettersi l’assorbente e da qui si aprono due possibili strade altrettanto fastidiose:
- Nel caso di assorbente interno, ci si impiegherà cinque minuti solo per scartare quella cazzo di supposta mentre il sangue scorrerà noncurante sulle cosce macchiandoti i pantaloni, quel cazzo di filo non si srotolerà dal tampone e nella migliore delle ipotesi sentirai di essere stata nuovamente deflorata
- Nel caso di assorbente standard sicuramente le ali si attaccheranno male alle mutande e dovrai rimetterlo una seconda volta e poi una terza perché il primo sarà irrimediabilmente rovinato e non si attaccherà più e avrai rovinato per sempre un assorbente inutilmente
A questo punto la donna procederà a lavarsi e durante tutti questi processi capirà che l’antidolorifico inizia finalmente a fare effetto fino a quando, tuttavia, si alzerà dal bidet e si accorgerà che tutto questo trambusto le avrà di nuovo fatto venire i dolori (voi che dite di fare sport durante le mestruazioni: morite).
Se il buon dio vuole ti rimetterai a letto quando sarà ormai appena mattina e ti ci metterai con la consapevolezza di aver già perso in partenza mezza giornata. Al tuo risveglio avrai probabilmente altri dolori a cui si sarà aggiunta l’irrefrenabile voglia di cacare anche il pranzo del 2015. Puzzerai, avrai i capelli unti, i brufoli, non riuscirai a fare un passo senza sentire quel bagnaticcio fra le gambre e le cascate del Niagara aprirsi ogni qualvolta deciderai di sederti, ma bisogna pur sempre lavorare, quindi uscirai di casa cercando di mantenere una parvenza umana e piacevole per evitare l’ennesimo stronzo sul tuo cammino che commenterà: sei nervosa perché hai il ciclo?
[sto espellendo sangue dalla fica mentre mi si ritorcono le interiora, veda un po’ lei]
Naturalmente il presupposto del racconto è che tu quella cazzo di mattina, mentre dormi e all’improvviso capirai di non essere incinta, dovrai avere in casa gli assorbenti e gli antidolorifici altrimenti cazzi tuoi, il racconto non si dà nemmeno, fine.
In assenza di contraccettivi ormonali ripetere questo processo 12 volte l’anno per circa 35 anni di vita e otterrete una vita di merda.
Ora, fermi tutti. Se gli uomini spesso usano la retorica della biologia per giustificare gli atti meschini che compiono, allora io posso usare la mia, di biologia, che mi fa sanguinare ogni mese e che oggettivamente crea scompensi ormonali e biochimici nel mio cervello oltre che grandissime rotture di cazzo? No, perché se lo faccio sono una stronza acida mestruata volubile del cazzo.
Bene, alla prossima.
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filorunsultra · 3 months
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Dakota Jones, l’aria inquinata, la panchina di Chamonix
Dunque c’è questa foto, ripubblicata su Instagram mesi fa, che ho salvato nella certezza che un giorno sarebbe tornata utile. Si vedono tre persone su una panchina, a Chamonix Mont-Blanc, lungo la pista ciclabile. Si chiamano Scott Jurek, Goeff Roes e Dakota Jones, e tutti e tre si sono appena ritirati dall’Ultra-Trail du Mont Blanc 2011. Sono seduti su quella panchina ad aspettare di vedere Kilian Jornet vincere il suo terzo UTMB. Sono giovani—uno di loro lo è ancora oggi, mentre gli altri due appartengono già all’Olimpo dell’ultrarunning. Ripostando la foto, qualche giorno dopo aver fatto podio a CCC, nel 2023, Jones aveva scritto: “In my recent post I mentioned sitting on a bench in Chamonix after dropping out of UTMB 2011. Scott Jurek sent me the photo! This is from that day! I can’t remember who these two other people are. They probably aren’t important to the history of trail running… I look such an idiot on this picture”.
Tra quella panchina e noi ci passano tredici anni, ere geologiche e generazioni di corridori, ma c’è chi è riuscito ad attraversarle indenne, arrivando dall’altra parte meglio di come era partito. Non molti, a dire il vero, e dei tre in quella foto uno soltanto. Nel frattempo, Jurek è diventato una divinità, Roes è stato semidimenticato (forse perché vive ad Anchorage, Alaska, ai confini del mondo conosciuto), ma solo Jones ha continuato a correre ad altissimi livelli, e forse più alti di allora—questo e altri sono i vantaggi di iniziare a correre ultramaratone a 18 anni. Ne riportiamo brevemente la carriera, testimoniata nelle agiografie e consultabile su UltraSignup: Jones corse la sua prima 50 chilometri nel 2008 a Moab, la cittadina dello Utah in cui è nato. Il maggio successivo corse la sua prima 50 miglia, mentre nel 2010 la prima 100 miglia, Bear 100, chiudendo in settima posizione in 22 ore e 15 minuti e vincendo la Bear 50 miglia dieci giorni dopo. Il giorno della foto sulla panchina a Chamonix Jones non ha ancora 21 anni e ha da poco corso la sua prima Hardrock 100 (secondo in 27h10’). Da lì in poi ha corso ogni gara che qualunque corridore coscienzioso sognerebbe di correre, e, oggi, dà l’impressione di essere in questo sport da sempre, pur avendo a malapena 34 anni e avendo appena raggiunto la fase migliore della sua carriera. Si spiega anche solo così, almeno per chi è sensibile a questo genere di cose, perché sia avvolto da un certo fascino. Tocca contare e ricontare aiutandosi con le dita per convincersi che siano passati solo tredici anni, tanto sono cambiati questo sport e il suo sapore.
Flash-forward. È un pomeriggio di febbraio, da qualche giorno #inquinamentopianurapadana ha preso il posto di #palestina nei trend di X e di Instagram. Da una settimana vengono pubblicate ovunque cartine geografiche molto colorate, anche se tutte un po’ diverse tra loro. Dati indecifrabili ai più, ma con un significato chiaro a tutti. Per gli empiristi e i dubbiosi, da qualche giorno dalla collina est di Trento si distingue un denso strato di foschia che copre il fondo valle anche nelle giornate limpide. C’è dunque un’altra foto, destinata a restare negli annali del Trento Running Club: c’è Martina Valmassoi in piedi su una panchina panoramica della Marzola, al tramonto, con un cielo giallo e azzurro e le classiche nuvole estive di fine inverno, e sotto, sulla valle, quella lingua di polveri sottili che copre migliaia di persone. Noi otto—io, Pass, Micky, Martino, Tommy, Mario (il di lui cane), Martina e Dakota��siamo dall’altro lato della fotocamera, a 900 metri e in maniche corte (Mario no, è un cane). Dakota sta imparando l’italiano e ha ben chiara una frase: “giovedì, merda”. È nota l’affezione dell’italiano per la perifrasi, ma quella è fin troppo chiara, così approfittiamo dell’ultimo giorno di bel tempo per portarli sulla Marzola, al di sopra della malaticcia foschia che adombra la valle.
Avevo visto Dakota Jones per la prima volta in mezzo al deserto, mentre mi superava a un metro e mezzo da terra al terzo giro di Javelina Jundred. La seconda, a Chamonix, a qualche metro dall’ormai proverbiale panchina, aspettando il suo passaggio all’ultimo chilometro di CCC; in compagnia, io, di uno scatenato Francesco Puppi e di un commosso Dylan Bowman, per amore del gesto atletico il primo e per patriottismo il secondo. Anche Martina—già notissima ai più assidui frequentatori di questa rivista, ma mica solo a loro—l’avevo incontrata soltanto di sfuggita. Escluse queste fugaci apparizioni, il primo surreale incontro con entrambi doveva evidentemente avvenire qui, in un parcheggio della Marzola, sopra a Trento, in un anodino pomeriggio di febbraio. La scusa, una serata a cui li abbiamo invitati circa un mese prima con un prosaico messaggio su Whatsapp, per venire a raccontare le loro storie ai corridori di Trento, davanti a una birra, schiacciati in una saletta troppo piccola e con due telecamere in faccia e un registratore sulle ginocchia. Perché le epifanie vanno registrate e tramandate, e riascoltate in loop, anche in forma di aforisma, come un reel, che una volta che finisce ricomincia daccapo. È ancora questa, nonostante tutto, una delle ultime cose che ci illude di vivere ancora uno sport di nicchia, rievocato da quella foto sulla panchina: invitare un atleta a raccontare delle cose a caso a gente a caso in una birreria a caso, e a correre un giorno a caso in un boschetto a caso. E senza sponsor, o senza nominare, nemmeno per sbaglio, le scuderie degli atleti. Questo è il motivo per cui quell’amalgama di individui che chiamiamo comunità (inciso: comunità fisica, non mediatica), individui ancora troppo poco adulti per abbandonare il pronome plurale (chi ce lo dirà, tra vent’anni, che quel noi era solo un’illusione?), continuerà a essere grata e devota.
“Ma la cosa che conta di più è lo sforzo, il viaggio che facciamo allenandoci ogni giorno, la routine, e soprattutto condividere questo viaggio con persone che capiscono, persone come voi. Questo è il modo per abbracciare questa comunità. Non stiamo facendo uno sport individuale, anche se tecnicamente quando corriamo siamo da soli, ma facciamo gare per stare con altre persone e perché così possiamo condividere i nostri obiettivi e la nostra passione con altre persone. Ed è una cosa che non capisco del tutto, è una specie di domanda senza risposta: perché significa così tanto per me? Ma essere in grado di viaggiare per migliaia di chilometri e incontrare un gruppo di persone come voi, che probabilmente sentono la stessa cosa che sento io per questo sport, è qualcosa di potente.”
Una banda di matti. Questo, almeno, deve aver pensato chi passava fuori dal locale e vedeva attraverso le vetrate quella piccola folla ascoltare queste parole. Tutti matti, idealisti e sognatori, che poi in fondo sono la stessa cosa.
C’è questa scena bella e violenta, che in pochi minuti spazza via ogni sogno adolescenziale con un colpo di spugna, qualunque sogno, mio e vostro; è il momento in cui diventiamo adulti, in cui scopriamo che tutto quello in cui credevamo non era che un gioco. È l’ultima scena di Quadrophenia, di Franc Roddamm (1979), che, come tanti film che parlano di queste cose, è diventato il manifesto di un movimento pure facendolo a pezzi. C’è quindi questo Jimmy, sulle scogliere di Dover, che dopo aver trovato nella controcultura mod—ma metteteci quello che volete—il senso della sua vita di adolescente disadattato, e dopo aver fatto a pezzi lavoro e famiglia in nome di quello stile di vita, vede i suoi pilastri crollargli addosso a uno a uno, scoprendo che per tutti gli altri—i suoi amici, i mod—era solo un gioco: un modo di vestire, un modo di comportarsi: niente di esistenziale. Così Jimmy torna a Brighton, il luogo in cui per la prima volta aveva sentito di appartenere a qualcosa, e in cui aveva creduto, nel modo più alto, di essere nato per quello. Qui scopre che il suo idolo ribelle, Ace Face, fa il facchino in un hotel, e deluso ruba la sua Lambretta e la getta dalle scogliere. La fine del noi.
Tutti abbiamo la nostra Brighton, e prima o poi Brighton muore. Però c’è qualcosa che di volta in volta si rinnova, qualcosa di cui continuiamo a portare l’illusione, un noi, che sono poi persone con nomi e cognomi, non certo entità astratte, con cui condividiamo il processo, o se non altro dei momenti, momenti che magari non hanno nessun significato, parole al vento che tra vent’anni nemmeno ricorderemo, ma che sono comunque momenti reali. E siamo disposti a fare a pezzi le nostre vite in nome di questo, e a sacrificare il nostro tempo, il nostro denaro, i nostri dolori, e in una certa misura anche alcuni pezzi della nostra felicità. Chiunque corra le 100 miglia è disposto a farlo, almeno in parte, è una forma di privazione. Una gabbia di matti. Sono modi per sopravvivere, tutti insieme, e per dare un senso a qualcosa che non ce l’ha. Maschere, forse, e allora datecene un’altra, un’altra maschera ancora.
Per capire a che livello la mia condizione sia patologica, questa notte ho sognato di andare in questo posto (foto): è il Twede's Cafè di North Bend, Washington, il diner RR di Twin Peaks. Nel sogno non avevano la crostata di mirtilli, bastardi. Poi perdevo treni e aerei e accadevano le classiche cose dei sogni, in cui di solito vivo la perenne condizione dell’out of time man.
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3nding · 1 year
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A Roma, gira che ti rigira, quartiere che vai usanza che ritrovi, i tipi di bar che puoi incontrare sono fondamentalmente quattro, vediamone due:
Il Bar dei Cinesi: Senza nome, situato in zone semi periferiche, è il simbolo di quartieri come Tor Pignattara, Quadraro, Tuscolano. Tendenzialmente non è davvero gestito da cinesi, o comunque non sempre. I gestori possono essere bengalesi, pakistani, moldavi, rumeni: per il circondario cresciuto a pane e critica neocoloniale il solo fatto di non avere un italiano al bancone lo renderà comunque automaticamente “er bar dei cinesi”. Il caffè è sempre bruciato, il Book of Ra ha i tasti consumati, le sambuche cominciano ad essere servite intorno alle 9:20 del mattino e il parco avventori è costituito da un melting pot di 40-50enni che farebbero la felicità di Daniel Pennac. Ai tavoli del Bar dei Cinesi, in un qualunque martedì mattina, è infatti possibile ascoltare insulti a cristo e catcallate potenti in almeno 12 lingue differenti.
Il Bar Italiano Anonimo: Si chiama Gecko Bar, Bar 2000, Bar Incontro, Bar Sport o una combinazione dei precedenti. A volte spiazza il pubblico con un misterioso nome tipo “l’Elefante”. Si trova ovunque, dalle piazze di Roma centro fino ai vicoli di Ostia. Interni bianchi, neon, televisore acceso fisso sulle tv delle radio che mandano in diretta i deejay che parlano (format misterioso). Serve il peggior caffè che l’essere umano abbia mai concepito, ma lo propone in versioni dal prezzo ingiustificatamente maggiorato tipo “nocciolino”, “crema pistacchiella”, “coattello”. Chi ci lavora non è MAI chi lo gestisce, e i banconisti hanno un turnover rate più asfissiante di quello che si trova in consulenza. Non ha clientela fissa ma è amatissimo dalle forze dell’ordine, che incoraggiano la popolazione locale all’uso di mezzi di circolazione alternativi all’auto bloccando con la volante l'intera carreggiata
Il Bar col Cognome Plurale: Appannaggio e quasi essenza spirituale, a volte proprio zeitgeist, dei primi municipi (in ognuno ce n’è uno, secondo gli avventori sempre il migliore bar di Roma), questo tipo di esercizio gioca sull’inconscio, sul non detto ma sull’evocato. Per esempio: da quanto è aperto? Nessuno lo sa, tutti lo ricordano presente nelle loro vite da sempre. Ti ci portava nonno a prendere il cucciolone, ma a sua volta tua madre ti racconta che ce la portava sua nonna a prendere il mottarello e così via in una catena infinita di avi sempre più remoti e gelati sempre più sconosciuti (il tuo trisavolo ci portava la tua bisnonna a prendere una Gran Coppa Mazzini al Maraschino). Al bancone hanno livrea e cappellino e sono sempre nervosissimi, come fossero nel pieno di un servizio da Marchesi. Dietro alla cassa spicca una pagina di quotidiano incorniciata su cui un cronista locale, in cambio dello stralcio di un conto lunghissimo mai saldato, ha decantato a tre colonne storicità e clientela vip del locale (è il preferito di Lino Banfi). La qualità è effettivamente alta, ma non tanto da giustificare prezzi, file per lo scontrino (in cui ci si trova a sgomitare con le creature più grottescamente stronze che l’urbe abbia mai partorito) e l’insistente namedropping che ne fanno i romani nei loro discorsi per ostentare uno stile di vita da generone orbitante in area vip. Non battono uno scontrino dall’83. Il Bar dei Vecchi: Ha direttamente il nome proprio, tutt’uno tra esercizio e proprietario, tra macchina e uomo: Bar Nello, Bar Franca, Bar da Pino, Al Bar da Vittorio e così via. Sempre più raro, lo trovi in luoghi assurdi, a volte incassato ai bordi di una consolare tra sprawl urbanistici fuori controllo come la casa del vecchio di Up!, ultimo baluardo di un’epoca in cui ci si rifugiava al bar per leggere i giornali sul pozzetto dei gelati, per telefonare coi gettoni o per sfuggire alle responsabilità domestico-familiari. Al bancone c’è un anziano segnatissimo, coi baffi se maschio o coi capelli corti e la parannanza se femmina, con le rughe che me c’è voluta na vita pe fammele veni’ come la Magnani e allenatissimo a dirti, col tono più cinico del mondo, che l’articolo che hai richiesto è terminato. “Un magnum grazie” “n c’avemo”, “una coca grazie” “n c’avemo”, “un tramezzino” “n c’avemo”. In pratica al Bar dei Vecchi puoi prendere tre cose: caffè&cornetto, freddolone alla menta e rigorosamente UN articolo assurdo e casuale che varia da bar a bar. Solero shots rimasto in frigo dal 2003, wackos al formaggio e cipolla, Kinder merendero, coppa malù. Sul cartello di lamiera dei gelati algida c’è una croce lapidaria su ogni prezzo, e ad ogni ora di ogni giorno, non importa quando entrerai, mattina pomeriggio o sera troverai sempre la nipotina del titolare a un tavolo in fondo che fa i compiti sotto a uno specchio promozionale coca-cola del 67. - via fb
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a-tarassia · 1 year
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episodio a caso
Gioco ad animal crossing, sì lo so, con ritardo di circa tre anni. Pare sia un gioco rilassante in cui non devi confrontarti con nessuno, sei tu da solo a compiere missioni semplicissime se decidi di volerle portare a termine, ma nel caso in cui non ha nessunissima voglia e vuoi vagare per la minuscola isola per ore intere senza fare nulla nessuno sta lì a controllarti, non c’è nessuna classifica e non ci sono chat e non ci sono interazioni se non con gli animaletti isolani, tutti tuoi vicini di casa ovviamente visto che l’isola è un quartiere.
Il problema sono sti animaletti, che a prima impressione sembrano sempre gentilissimi e affabili e sorridenti. Ognuno ha la sua fissa, ognuno le sue abitudini e ognuno ha una casa personalizzata a proprio stile e gusto, all’inizio ti presti a visitarli anche perché più interagisci e più ricevi regali e scambi di merce e poi piano piano ti accorgi che sono dei passivi aggressivi. Intanto le cose che ti regalano non servono a un cazzo, tipo che so un costume da coniglio o un grembiule da barman che dici boh ok se proprio dovevi disfartene perché non lo vedi, c’ho l’armadio e lo sgabuzzino pieno  di merda che loro non vogliono e poi una volta finito l’idillio diventano acidi come una suocera che ti odia.
Vai in giro a fare le tue cose e quando ti fermi per salutarli (solo se lo chiede una missione ormai) ti dicono robe tipo: Secondo me dovresti fare più sport Da come corri ogni volta perché non ti iscrivi ai 100 metri campestri? Pensavo non volessi più parlarmi sono 67 ore e 4 minuti che non mi dici ciao Ah che onore che mi saluti, pensavo di doverti chiedere l’autografo Voglio trasferirmi, tu che dici? Se mi dici ok allora me ne vado, dipende tutto da te Vuoi le rape? L’altro giorno sono stato tutto il tempo davanti casa tua sperando che tornassi per poterti salutare, ma non ti ho visto Ehi fermati! Ti volevo chiedere se sai anche ridere ognitanto
Per non parlare di quelli che hanno il negozio e ogni volta che entri ti si incollano addosso come zecche e non puoi muoverti se non calpestandoli
A me animal crossing mi stressa, gli abitanti non sono carucci per niente e ho paura che mi ammazzino di notte
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Ieri ho chiesto a chatgpt se per favore mi spiegava la guerra in ucraina che mi pare nessuno ci capisce niente e l’AI continuava a spiegarmi i fatti del 2014, allora ho modificato un po’ di volte il prompt fino a farlo precisissimo con date e tutto e mi ha risposto che di quello che è successo dopo settembre 2021 ess* non sa nulla. No real time baby. Allora per tirarmi su il morale ho chiesto se mi scriveva una sceneggiatura su un uomo in love with his sheep but unfortunately the sheep loves the sea more. Sbellicata. Chatgpt sta diventando il mio migliore amico, gli chiedo pure i transiti astrologici, fai tu. Io comunque per lavoro già lo uso, per esser seri.
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Sto leggendo Open, cioè, ho quasi finito Open di Agassi. La prima vittoria di Wimbledon ero su un aereo e il tipo seduto vicino a me mi ha vista piangere davanti all’ebook reader. Era un sacco di tempo che un libro non mi faceva piangere. Straconsigliato.
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Sono stata giù dai miei, in Calabria, regione in cui è successa l’ultima tragedia dei morti in mare. Diciamo che finchè non ti muore la gente innocente davanti casa puoi votare tutte le Giorgie che vuoi, però una volta che ti capita davanti e i morti li vedi davvero e sai di cosa si parla quando si parla di umanità allora non ci sono Giorgie che tengono. Sono incazzati. Questo ho imparato.
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Uno dei film che ho visto e che non vi ho listato è See how they run, su Disney+, carino, serata di intrattenimento se non si vuole nulla di pesante o serio, ma si vuole vedere qualcosa di interessante, ottimo cast, storia che regge e intriga, niente di magistrale, ma vale una serata da passare.
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Si stanno allungando le giornate, sto meglio. Ciao.
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vintagebiker43 · 3 months
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Jasmine Keys, centro della Nazionale e di Schio, premiata come miglior giocatrice italiana della scorsa stagione.
- “Di che colore sono? Molti dicono che sono nera. Anche se io non mi vedo né bianca, né nera, ma sbiadita"
- "Cosa rispondo a chi mi chiama scimmia dagli spalti? Vieni pure giù che ne parliamo”
- “Ho conseguito la laurea magistrale in psicologia l’anno scorso pur giocando in Eurolega e in Nazionale. Non è vero che studio e sport non si conciliano, anche se alcuni genitori o professori pensano il contrario: i ragazzi che hanno molti stimoli, hanno la mente più aperta”
- “Perchè ci sono ancora poche bimbe che giocano a basket? Un motivo è dato dal fatto che ci sono ancora troppi adulti che lo vedono come uno sport solo per maschi: per loro le femminucce dovrebbero praticare sport più 'femminili' oppure lasciar perdere e imparare a cucinare... Un mio sogno? Che un giorno il basket femminile possa essere chiamato semplicemente basket"
- "Cosa direi ad uno che segue il basket maschile per convincerlo a venire a vedere una partita di basket femminile? Noi abbiamo i fondoschiena più belli" (poi ride, amaramente)
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Non scrivo mai di sport e tanto meno lo farei per il calcio ma questa è davvero un'altra storia...
"Quando toccò a me effettuare il provino c'era un uomo anziano che mi guardava come se io fossi nel posto sbagliato. Mi chiese: "sei qui per il provino?" e io risposi di sì.
"Con quelle scarpe? Guardale, come puoi pensare di giocare con quelle?", mi disse.
In effetti erano davvero malandate, vecchie e rotte.
Poi aggiunse: "e quei calzoncini? Non hai dei calzoncini da calcio?"
Gli risposi che ero lì con l'attrezzatura migliore che avevo e che volevo solo giocare e dimostrare le mie qualità.
E quando sono andato in campo dovevi vedere la sorpresa nel suo viso. Venne da me e disse: "Ti ingaggio subito, giocherai nella mia squadra".
Ho sofferto la fame, sono sopravvissuto a tempi difficili, ho giocato scalzo e non sono andato a scuola.
Non so cos'è il divertimento, non sono mai andato ad una festa perché so che se non darò tutto, non farò mai delle belle prestazioni in campo e non raggiungerò mai i miei obiettivi.
Oggi, con quello che guadagno, posso aiutare gli altri.
Ho costruito scuole, uno stadio, abbiamo dato vestiti, scarpe e alimenti a persone in stato di estrema povertà. E poi dono 70 euro al mese a tutti gli abitanti di una zona molto povera del Senegal, per contribuire all’economia familiare.
Perchè dovrei volere dieci Ferrari, venti orologi di diamanti e due aerei? A cosa servono queste cose per il bene del mondo?
Non sopporto neppure la Playstation, principale hobby dei miei compagni. Non l’ho mai usata, penso che sia solo un modo per perdere tempo e io non voglio perdere il mio inutilmente”.
La storia di Sadio Mané è d'esempio per tutti quei ragazzi che si affacciano al mondo del calcio.
Buon compleanno Sadio! ❤
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Fonte: Goal/Teledakar/El Pais
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lamilanomagazine · 7 months
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano.
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31 ottobre 1993 - 31 ottobre 2023. «F come Fellini»: nel 30ennale della scomparsa Cine34 ricorda il più grande regista del cinema italiano. In occasione del 30ennale dalla scomparsa, Cine34 propone una rassegna dedicata a Federico Fellini. Una carrellata di capolavori, che ricordano il più grande regista del cinema italiano, riscoprendone valore, influenze, tic, leggerezza, ritmo e straordinari sogni, grazie a introduzioni e commenti dell’autorevole critico cinematografico, autore e saggista, Tatti Sanguineti. Il più autobiografico tra tutti i film di Fellini, la commedia venata di malinconia Amarcord, Oscar per il miglior film straniero (oltre a Golden Globe, David di Donatello, Nastro d’Argento...), va in onda il 31 ottobre, in prima serata. Presentata fuori concorso al Festival di Cannes, l’opera è stata selezionata tra i 100 film italiani da salvare. Il titolo, entrato nella cultura popolare, è quindi diventato un neologismo della lingua italiana, con il significato di rievocazione in chiave nostalgica. Nel cast della pellicola, Pupella Maggio, Armando Brancia, Magali Noël, Ciccio Ingrassia, Nando Orfei, Luigi Rossi, Bruno Zanin, Gianfilippo Carcano, Josiane Tanzilli, Maria Antonietta Beluzzi, Giuseppe Ianigro, Marcello Di Falco, Alvaro Vitali. Ai titoli già trasmessi - Lo Sceicco Bianco, il primo diretto, nel ’52, con Giulietta Masina e Alberto Sordi; il successivo (I Vitelloni), vincitore di un Leone d’Argento e tre Nastri d’Argento; il pluripremiato La Dolce Vita, opera che ha segnato un prima e un dopo nel cinema internazionale, e 8 ½, doppio premio Oscar (miglior film straniero e migliori costumi), con Marcello Mastroianni, in entrambe le pellicole sex-symbol inarrivabile - seguono Giulietta degli Spiriti, primo film a colori del Maestro, doppio premio Oscar, Golden Globe per il miglior film straniero, David di Donatello a Giulietta Masina e Sandra Milo, e Le tentazioni del dott. Antonio, tratto dal film Boccaccio ‘70.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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der-papero · 1 year
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@the-etrian-odyssey ti ringrazio per lo spunto, che mette giustamente un confine a tutta questa discussione, perdona se non faccio un reblog, purtroppo Tumblr è il posto meno adatto per fare conversazioni di questo tipo, però poi ce ne fottiamo e amen :)
Riporto il link qui, così da riprenderlo, e in particolare un passaggio
La mia riflessione in merito è che, se da un lato vi è la possibilità di generare modelli spesso superiori alle capacità o attitudini umane, la loro somma non produce necessariamente un modello in grado di generalizzare in misura arbitraria. Manca cioè un meta-modello che svolga una funzione di coordinamento e direzione dei sistemi di grana più fine.
Vero, questo meta-modello manca, e infatti il succo del tuo discorso non fa un piega, ma dopo più di un'ora di vocali con @kon-igi io ho iniziato a mettere a fuoco meglio quello che volevo dire qui fin dall'inizio e che, diciamolo, all'inizio è stata una goliardata, ma adesso e chi ci ferma più :)
Discutendone con Kon, penso di poter adottare un approccio migliore partendo da un altro ragionamento, ovvero parliamo di Deep Blue e Alpha Go, quelle macchine che, con gli scacchi prima e con il gioco del Go poi, hanno iniziato a competere (e vincere) contro di noi. Scremiamo dal ragionamento tutte le partite giocate e guardiamo a tutto quello che è accaduto facendo uno zoom-out: più passa il tempo, più diminuisce la probabilità che noi possiamo vincere. Ora, queste sono macchine, e restano tali. Non sanno nemmeno cosa significhi giocare a scacchi o a Go, non sentono la voglia di farlo, non hanno nemmeno la minima percezione di quello che accade intorno a loro, però, a conti fatti, vincono, e più passa il tempo, e più vincono a mani basse, e allora io ti faccio una domanda: la differenza tra un giocatore reale e la macchina, al netto che uno è di cartilagine e l'altra di fili, quale è? Se io guardo all'esito delle partite, la macchina è un giocatore, è IL giocatore, o, diciamolo meglio, è l'emulazione del giocatore perfetto, e ok, so che non è umano, ma se non riesco più a distinguere la differenza, guardando una partita, tra chi e chi, cosa me ne faccio del mio vantaggio organico?
Prendiamo tutto questo ragionamento e applichiamolo al Natural Language Processing (che è quello che per ora sto studiando), provando a fare un ragionamento un po' per sport, ma altro non è che scalare la tecnologia attuale con lo stesso passo.
Una macchina che processa il linguaggio naturale non sa cosa sia l'amore, non lo saprà mai, non esiste alcun modello che riesca a riprodurlo, con buona pace di chi vorrebbe l'amante cyborg, v'attaccate. Però sta processando tutto quello che è stato detto sull'argomento, al punto tale da generare correlazioni che nemmeno noi riusciamo a concepire (per via della nostra limitata capacità di assorbire e correlare la conoscenza), al punto tale da riuscirne a scrivere come noi e forse meglio di noi, e a questo punto ti dico che, così come è accaduto col gioco del Go, arriveremo ad un punto tale dove, messo al dialogo davanti a qualcuno (ho utilizzato la parola qualcuno apposta), io non sono più in grado di distinguere tra chi e chi, e mi rifaccio la stessa domanda: cosa me ne faccio del mio vantaggio organico, al netto che io un essere umano me lo porto al letto, cosa che non posso fare con una macchina, o del fatto che il mio sistema cognitivo è anni luce avanti rispetto a quello di una macchina, nel momento in cui la macchina stessa, facendo il "giro del palazzo della conoscenza", è riuscita a pareggiare, se non addirittura vincere, la partita con l'umano?
L'aspetto che inizia a preoccuparmi è proprio, come vogliamo chiamarlo, questo principio di indistinguibilità? che poi sarebbe il test di Turing, non sto dicendo nulla di nuovo, e non tanto dal punto di vista personale, ma mi preoccupa dal punto di vista sociale, cioè che non ci siamo preoccupati delle conseguenze del superamento del test, e lasciamo stare tutte quelle cagate su Skynet e robe simili, io sono entusiasta e preoccupato già a livello relazionale con queste tecnologie
Riprendendo Matrix, il problema non è tanto quando Neo, trovandosi in allenamento con Morpheus, non riesce a realizzare che quella che sta respirando non è aria, ma la perfetta emulazione di essa, quanto l'atteggiamento di Cypher, ben raccolto da Kon, che preferisce di gran lunga l'emulazione alla realtà vera, e addirittura consapevolmente!
Comunque, porca miseria, adesso devo scappare fino a Friburgo, ma ne ho ancora da scrivere, soprattutto su come le persone attorno a me stanno reagendo a questo tipo di conversazione, e vi giuro che mi sorprendo sempre di più.
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karashi-san · 1 year
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Aoharu × Kikanjū (青春×機関銃) traduzione cap 78.4
Ho utilizzato ocr per estrapolare il testo e vari traduttori online (non sapendo il giapponese) quindi le traduzioni risultano fortemente imprecise e/o non corrette.
Le scan si possono leggere su questo link
https://comiko.net/chapter/1858419
pag 122
Midori San “ふじもん 顔に蚊が ついてる Fujimon hai una zanzara in faccia”
Fujimoto”や…… 優しく お願いするっス Si… per favore fai piano/sii gentile”
Midori “え… 顔叩くの はちょつと Eh… non credo di doverti schiaffeggiare”
Fujimoto “へ Eeeh?”
Midori “顔に虫刺されとか ちょっとみっとも ないけど しょうがないよねLe punture di insetti sul viso sono un po' brutte, ma non si può fare a meno”
Fujimoto”強くても 痛くても いいんで non mi interessa se è forte o doloroso, 叩いて 欲しいっス・voglio che tu mi colpisca”
————————
Pag 123
Yukki ”まっつん 好きな人 いるでしよつ Mattsun, c’è qualcuno che ti piace?”
Matsuoka “ゆつ き!!! Yukki!!”
Yukki” お見通しだよ ti sto osservando”
Yukki” 誰なのかも 大体見当は ついてる Penso di avere un’idea abbastanza precisa di chi possa essere”
Matsuoka “マジかよ…… Davvero…?”
Yukki” 気持ち伝えな いの? Perché non me lo dici/ perché non glielo dici?”:
Pag 124
Matsuoka “無理だ Non posso”
Yukki “どうして Perché?”
Matsuoka “ 今の関係が 壊れる可 能 性 があるなら 気持ちなんて 伝えたくない
Non voglio dirti come mi sento se c'è la possibilità che la relazione si rompa.”
Yukki “…… まっつんには 致命的なものが 足りてないんだよ 致命的なもの? Mattsun, ti manca qualcosa di pericoloso? Mattsun non ti piacciono delle cose abbastanza pericolose”
Matsuoka” 致命的なもの?delle cose abbastanza pericolose?”
Yukki” 「練習」 (Devi) Fare Pratica”
Matsuoka “れんしゆう? Fare Pratica?”
Yukki” そう練習 Sì, pratica”
Pag 125
Yukki “ 俺を 好きな子だと 思って 告白してみてよPensa a me come alla ragazza che ti piace e prova a confessare”
Matsuoka “ 理屈が全然 わかんねえけど わかった Non capisco la logica ma va bene”.
Matsuoka”好きだ Sukida/ Mi piaci いつからなんて わからないくらい
どこがなんて わからないくらい non so da quanto (tempo) e non so dove 全部 好きだ mi piace tutto di te”
Pag 126
Matsuoka “俺と付き合ってください! Mi piaci tantissimo, Per favore esci con me”
Yukki “喜んで Con piacere”
Matsuoka “言えた !! L’ho detto/ Riesco a dirlo!!! なんかすげえ いい感じに 言えた気がする Mi sento come se fossi riuscito a dire qualcosa di straordinario”
Pag 127
Yukki “大好きだよ まっつん…… Mi piaci Mattsun/ Ti voglio bene Mattsun”
Matsuoka” ???”
Hotaru * パ キ パ キ パ キ* *clap clap clap*
pag 128
Hotaru “おめでとつごごいます お 二 人で とも Congratulazioni ad entrambi”
Haruki “ ま.. 幸せにな …? Beh, siate felici…”
Yukki “ありがとう Grazie これからも よろしくね da adesso in poi yotoshiku ne /mettiamocela tutta / per il vostro supporto”
Matsuoka “誤解を解くのに めちゃくちゃ時間 かかった Mi ci è voluto molto tempo per chiarire l’equivoco.”
—————————————————————-
Pag 129
Hotaru “ 久々の TGC 楽しかった ですっ “ È passato molto tempo dall'ultima volta che sono stata al TGC”
*九尾の寿司も おいしかったです* *anche il sushi di Kitsune Sushi era delizioso*
Hotaru “負けちゃい ました けど…… Anche se abbiamo perso…”
Yukki “立花君の時差ボケが なければもっと いい勝負だった かもねー Sarebbe stato un incontro migliore se Tachibana-kun non avesse avuto il jet-lag.”
Hotaru” Scusatemi”
Haruki” ? Non l’hai fatto in America? (Si riferisce al tgc e/o all’airsoft)”
Hotaru “ペイントポール とかでやったり してたんです けど “ Dipingevo i pali di vernice o qualcosa del genere.. ma” Favevo paintball (sport) e cose simili ma..”
Yukki “けど? Ma?”
pag 130
Hotaru “立花には あまり Non si addicevano così tanto a Tachibana”
Matsuoka “しばらく 日本に いるのか? Starai in Giappone per un po’?”
Tachibana”はいつSì! お 父さんとお母さんも来てますよ 今ホテルに
泊ってます Anche mio padre e mia madre sono qui, alloggiano in albergo”
Matsuoka”お父さんの手術成功して よかったな Sono felice che l'operazione di suo padre sia stata un successo.”
Hotaru “無理は林示物 ですけどね Le foreste ancora gli sono vietate/ Tuttavia non è ancora in forma. “
pag 131
Yukki” じゃあ これからは 親子三人で 日本で 暮らすの?Quindi d’ora in poi potrai vivere con i tuoi genitori?”
Hotaru “そうですね でも È vero, ma..”
[アメリ力での 立花 Tachibana in America]
Kane-chan “ 今日も悪を 断罪するぞ 蛍! Condanneremo i il male anche oggi, Hotaru!”
Hotaru “はい Sì!!”
Sōichi “ 二人とも警察官 だなんて かっこいいなあ僕も 頑張らないと Siete entrambe agenti di polizia, è fantastico! Anch'io devo lavorare sodo”
pag 132
Kane-chan “宗一は十分 頑張ってい��� 無理するな Sōichi sta facendo del suo meglio, non esagerare”
Sōichi “ 加祢ちゃん Kane-chan…”
Kane-chan” Vado e torno”
Hotaru” お 父 さんPapà…”
pag 133
Kane-chan “いかんいかん 朝のハグを 忘れるところ だった…… oh quasi dimenticavo il mio abbraccio del mattino”
Sōichi “行ってらつしやい A presto”
Hotaru”行ってきます!! Vado!!!”
pag 134
Kane-chan “ 結婚して よかった Sono contenta di essere sposata”
——- - —
Hotaru “両親が目の前で ラブラブしてるの 見てるのって なんか複雑で…… Guardare i miei genitori che si amano proprio davanti a me è un po' complicato...”
Yukki”アメリ力では 立花君だって ちゆっちゆして たんでしよ? In America anche Tachibana-Jun ha dato un po’ di chuu-chuu (baci)?”
Hotaru” してない ですよグ !!! Non è vero 偏見。。 (hai pregiudizi)”
Hotaru ” これからは母と共に 日本の警察官として 頑張っていく つもりですが
親元は離れる つもりです D'ora in poi, ho intenzione di fare del mio meglio come agente di polizia in Giappone con mia madre.Lascerò la casa dei miei genitori.”
Yukki” それって つまりQuesto significa..”
pag 135-136
Hotaru “ また 一人暮らし しようと 思ってます Sto pensando di vivere di nuovo da sola”
Matsuoka “あのさ ..Quindi è così…”
Hotaru” 実はもうネットで 調べて内見予約 してるのですっ 駅から 徒歩五分Infatti, ho già preso un appuntamento per vedere un appartamento, a cinque minuti a piedi dalla stazione.
Matsuoka e Haruki “ え…Eeeh”
pag 136
Haruki” 駅から徒歩 5分ってことは 「月城荘」 じゃないのか 5 minuti a piedi dalla stazione non è il condominio “Tsukishiroso"? “
Matsuoka” 内見も予約して るってことは…他に行きたい つてことだよな Se hai già un appuntamento per vedere un appartamento significa che... Vuoi andare da un'altra parte, vero?”
Yukki “え? 月城荘た 戻ってこないの Eh? Non tornerai al condominio Tsukishiro?”
Haruki e Matsuoka “ダイレクトに 聞いたー L’ha chiesto in modo diretto”
Pag 137
Haruki “ 透のそういうところ 本気で尊敬する Ammiro molto questo aspetto di Tōru”
Matsuoka” 今回ばかりは 聞いてくねて ありがとうな Grazie per avermi ascoltato (chesto?) /(intuito cosa pensavo) questa volta”
Hotaru “え? 月城荘は Eh? Il condominio Tsukishiro è..”
Hotaru” ダメ…… ですね No, non posso”
Haruki e Matsuoka”あああああああ… Aaaaaah”
Pag 138
Haruki”覚悟してたけど 想像のはるか上を 行くダメージ Ero preparato, ma il danno (dispiacere) è andato ben oltre quello che avrei potuto immaginare.”
Matsuoka “吐きそうMi sento male”
Yukki” なんで perchè?”
Haruki e Matsuoka “ もはや 勇者かよ sei coraggioso”
Tachibana” ……ダメな ものは ダメなの です…… No, le cose vanno male”
Yukki “なにそれ Cosa c’è (qual è il problema)?”
Yukki” そんなの 答えにな Questa non è una risposta”
Pag 139
Yukki”俺達は立花君が また戻ってくる って思ってた ずっと 待ってた Pensavamo che Tachibana-kun sarebbe tornata di nuovo e ti stavamo aspettando. ちゃんと説明 してよ Devi darci delle spiegazioni”
pag 140
Hotaru” 月城荘の 部屋が 空いてなかっ たのです!!” L’appartamento nel condominio Tsukishiro non era libero!!!”
Yukki, Matsuoka e Haruki “え? Eh?”
Hotaru “ 日本に帰るってなった時 真っ先にネットで 調べましたよ でも空いて なかった!! Quando è arrivato il momento di tornare in Giappone, la prima cosa che ho fatto è stata cercare su Internet.. ma l’appartamento non era vuoto!!
Pag 141
Hotaru “立花が住んでた 202号室には 別の人が住んで いるんですUn'altra persona vive nella stanza 202 dove viveva Tachibana”
Hotaru “そんなの雪村さん達が 一番わかってるじゃ ないですかグ
わざわざ言わせ ないでくださいよ Lo sai bene, vero, Yukimura-san?
Non mi forzate a dirvelo!!!”
pag 142
Haruki “えっと ehm..”
Matsuoka “ あつ oh..”
Yukki” その部屋 俺達が借りてる んだった🖤 Abbiamo affittato quella stanza 🖤”
Hotaru “えええええええ!?!? Eeeeh!?!?”
Hotaru “どういう ことですかり !?Cosa significa!?”
Haruki” お前が引っ越して すぐ別の人が あそこに入ったん だけどよ……
ちょっと問題 が Non appena ti sei trasferita, un'altra persona si è trasferita lì, ma...c’è un piccolo problema”
Hotaru”問題? Problema?”
Haruki “一回通報 されたんだよ Hanno chiamato una volta”
Hotaru”通報 fammi rapporto!”
*どういつまと Quando (hanno chiamato)*
Persona nuova dell’ appartamento “あっお隣さん の声だ Oh è la voce del mio vicino”
* あははは* Ahaaa*
pag 143
Matsuoka “いやー 今日は4人しか 殺せなかったNo, oggi sono riuscito a uccidere solo quattro persone.
※サバゲーの話です*Questa è la storia di un gioco di sopravvivenza.
Persona nuova dell’ appartamento “えつ EH”
Yukki”俺なんか 二人だよ io solo due
Haruki” 次 はもっと ふつ殺す Ne ucciderò di più la prossima volta”
Persona nuova dell’appartamento “110番しな きゃ!! Chiamare il 110!!!”
Yukki”あの部屋空いてると 何も知らない人が また入居しちゃうし
俺ら3人で 家賃割ってあの 部屋借りてたんだ Se quella stanza fosse stata vuota, gli estranei si sarebbero trasferiti di nuovo. Noi tre abbiamo l'affitto di quell’appartamento “
Yukki” 誰かさんが 帰ってきたら
あの部屋譲っても いいかなーっとか思ってたし? Nel caso tornasse, mi chiedevo se potevamo dare quella stanza a te”
Pag 144
Hotaru “な….なんですか , えね..che cos’è , ene…(destino) てっきりあの 場所には
別の人が…… Credevo che quel posto fosse di un’altra persona
Matsuoka “Scusa, non volevamo ferirti.”
Tachibana”アメリカでも サバゲーは やったりして いたのですけど
ダメだった のです Giocavo anche a giochi di sopravvivenza in America.
non andava bene”
Matsuoka”え… E….”
Pag 145
Hotaru” だ ってそこには トイガンガンの 皆が いないから Perché lì non c’erano i Toy Gun Gun”
Hotaru” 立花の都合で お別れしたからHo detto arrivederci (ai toy Gun Gun) per le ragioni di Tachibana (genitori in America)
わがままは いけないって Non devo essere egoista 思うのに, penso “
pag 146
Hotaru” 寂しくて Mi siete mancati (mi sentivo così sola)”
Haruki”立花 Tachibana”
Pag 147
Yukki”ちなみにこれが202号室の鍵です A proposito, questa è la chiave della stanza 202.”
Yukki” いりますか? いりませんか? Vuoi? Ti piacerebbe venire?”
pag 148
Hotaru” 立花にください ! Per favore dalla a Tachibana”
pag 149
Yukki” 別に挙手はしなくていいけど non devi alzare la mano まあ立花君らしい からいいよ Beh, è proprio da Tachibana-kun, quindi va bene.”
* lavoriamo sodo più tardi *
pag 150-151
Kanae al tel”今婚活 中いい男見つから ないのーNon riesco a trovare un buon uomo in questo momento.
Hotaru”はははっ 鼎ならきっと 大丈夫さ Ahaha Kanae se la caverà sicuramente”
Hotaru” これからは 日本にいるから 今度ご飯 食べに行こうSarò in Giappone d'ora in poi, quindi andiamo a mangiare fuori la prossima volta”
Kanae al tel “ 本当ワ やったーっ Evviva. Andiamo!“
Hotaru “おつと すまない 着いたから 一日切るな ops scusa sono arrivata”
Kanae al tel うんっ まったね ー・ “Uhh a presto”
Hotaru” 戻 ってきた sono tornata 月城荘 Tsukishiro”
pag 152-153
Hotaru “この階段 Queste scale本当 懐かしいな Mi sono davvero mancate “
Matsuoka “よつ Yoo”
Matsuoka” 引っ越し 手伝うぜ ti aiutiamo a traslocare”
Yukki” 下着の入った 段ボールは 俺に回して Puoi darmi la scatola di cartone con la biancheria intima.”
Haruki “やめろ バ力 Smettila idiota”
Hotaru” 皆さん ….Ragazzi….
てもすみません 引っ越しのトラックが 遅れてるみたいで
もう一回 電話して みまー Mi dispiace, penso che il camion del trasloco sia in ritardo, proverò a chiamare di nuovo”
Matsuoka” 蛍 Hotaru “
Matsuoka “お帰り ben tornata”
Hotaru”ただいま Sono a casa”
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pastalpestos · 9 months
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La prima grande passione
Avevo circa 15 anni, ero un timido ragazzino e dolce ragazzino che cercava di dimenarsi in un nuovo mondo che era il liceo.
Non mi piacevo fisicamente, ne parlai con mia mamma che era ed è la mia migliore amica e lei mi disse: "Vacci Damiano, ti piacerà"
Ricordo che andai in una palestra vicino casa e non ricordo nemmeno come cominciai a farmi la mia "comitiva da palestra" o i gymbro come si dice oggi insomma... Eravamo in 3 e andavamo 3 volte a settimana, cominciammo a conoscere altre persone, iniziammo a far venire anche altri nostri amici in quella palestra e niente, ci divertivamo e ci allenavamo.
Dopo poco tempo iniziai a sentirmi quasi male se saltavo la palestra ma prima di questa fase ero uno che diceva "nah non ci voglio andare, mi secca" ma poi... quando mamma mi spronava ad andare e andavo... tutto sembrava sparire e mi sentivo pieno di energie da dedicare a quel posto. Quel posto in cui regnava il sudore (ma non la puzza come in altre palestre), avevo i miei amici... era veramente un bel posto.
Dopo circa un anno e mezzo o forse due le vite dei miei amici e la mia si sono cominciate a dividere per via dell'università (i miei amici erano un po' più grandi) e niente, mi ritrovai ad andare da solo in palestra ma... questo non mi fermò, anzi...
Ricordo che poi cambiai palestra, cambiai sport, cambiai compagnie su compagnie, ma la mia più grande passione rimaneva sempre quella e tutt'ora non riesco a farne a meno... Sicuramente per i miei complessi in cui mi ripeto che "vorrei essere perfetto" anche se so bene che la perfezione non esiste, che tutto ha una fine e che un giorno non potrò andarci più.
Intanto tutto ciò che ho fatto fino ad ora è stato con la palestra, ho avuto due condizioni in cui veramente mi sentivo pienamente soddisfatto e in due momenti completamente diversi...
Sicuramente la mia vita è cambiata, ma non cambiata come si può dire normalmente ma radicalmente... Ormai vivo in un'altra città, il mio paese lo vedo così poco e non mi manca quasi per niente, ho gli amici di una vita che non se ne andranno mai perchè li ho scelti bene per come sono e come sto gestendo la mia vita... Insomma, non mi dilungo oltre ma posso dire che ora che ho 27 quasi 28 anni posso dire che è diventato il mio posto sicuro, in cui sfogo tutto ciò che ho dentro e il bello è che ho superato tutti i limiti che avevo... ed anche oggi l'ho fatto. Per me la palestra sarà sempre qualcosa di perfetto, qualcosa che è impossibile da replicare.
E' e sarà la mia più grande passione. Per sempre.
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personal-reporter · 1 year
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Gli altri sport: Didier Pironi
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 Il pilota che pur di continuare a correre trovò una seconda strada nel mondo della motonautica… Didier Joseph-Louis Pironi nacque  il 26 marzo 1952 a Villecresnes, cominciò a studiare come ingegnere, ma poi dopo si iscrisse alla scuola di guida al Paul Ricard ricevendo la borsa di studio di sponsorizzazione della compagnia petrolifera francese Elf nel 1972. Il giovane pilota partecipò alla Formula Renault francese nel 1973 e l’anno successivo con il team Elf Martini conquistò il titolo con sette vittorie e fu  sempre con il team Elf Martini nel 1975 nella Formula Renault Europea ottenendo tre vittorie a Monaco, Paul Ricard e Hockenheim e l’anno successivo conquistò il titolo con dodici vittorie. Passato nella Formula 2 con lo stesso team, Pironi ebbe una sola vittoria a Estoril e il terzo posto finale e nello stesso anno corse la gara di Formula 3 a Monaco vincendola. L’anno successivo con la Renault-Alpine Didier vinse la 24 ore di Le Mans in coppia con Jean-Pierre Jaussaud e debuttò in Formula 1 con la Tyrell, riuscendo a conquistare punti in cinque gare del campionato e concludendo la stagione al quindicesimo posto con sette punti. La seconda stagione con la nuova vettura della Tyrell 009 per il pilore fu migliore rispetto a quella della passata stagione, con due terzi posti in Belgio e negli Stati Uniti e punti iridati in Brasile, Spagna e Canada, terminandola undicesimo con quattordici punti. Nel 1980 Pironì passò alla Ligier e conquistò la prima vittoria nel Gran Premio del Belgio, conquistando diversi podi e punti iridati, finendo il campionato quinto con trentedue punti. L’anno successivo passò alla scuderia Ferrari dove si trovò come compagno di scuderia Gilles Villeneuve, che divenne sua grande amico, ma la Ferrari 126CK non era competitiva e Pironi riuscì  ad avere punti solo a San Marino, Montecarlo, Francia e Italia concludendo la stagione tredicesimo con nove punti. La stagione 1982 della Ferrari, con la più competitiva 126C2, vide il pilota,  dopo il diciottesimo posto nel Gran Premio del Sud Africa, i punti conquistati in Brasile con il sesto posto e il ritiro nel Gran premio degli Stati Uniti Ovest, ottenere la seconda vittoria della sua carriere nel Gran Premio d’Imola. Quest’episodio rese difficili  i rapporti tra lui e Villeneuve, poichè il francese aveva superato il canadese nelle ultime fasi della gara, quando c’erano ordini precisi di scuderia di tenere la posizione conquistata. L’8 maggio 1982 nelle prove a Zolder del Gran Premio del Belgio Villeneuve, pur di migliorare il suo tempo, ritorna in pista,  tampona la vettura di Jochen Mass,  sbalzato fuori dalla vettura  muore in ospedale, la Ferrari per rispetto non partecipò alla gara. Dopo due podi conquistati a Montecarlo e Usa e il nono posto in Canada, Didier ebbe la sua terza ed ultima vittoria in Olanda e ottenne altri due podi nei due successivi Gran Premi. Sabato 7 agosto 1982, durante le prove del sabato mattina del Gran Premio di Germania sulla pista bagnata Pironi,  che stava tornando ai box dopo aver ottenuto la pole position, tamponò la Renault di Prost  decollando, quando atterrò la Ferrari si spezza in due insieme alle gambe del pilota, mettendo fine alla sua carriera in Formula 1. Fu superato nella classifica finale da Keke Rosberg che conquistò la sua unica vittoria nel Gran Premio di Svizzera. Dopo varie operazioni Pironì tentò di nuovo di rientrare in Formula 1, non riuscendo,  prima con la scuderia AGS e poi con una Ligier. Alla fine il pilota si concentrò sulla motonautica, con uno scafo da lui ideato detto Colibrì,  che lo portò a vincere diverse gare, ma il 23 agosto 1987 non potè sfuggire ancora una volta al suo destino, morì, insieme a Bernard Giroux e Jean-Claude Guenard,  nel Needles Trophy Race al largo delle coste dell'isola di Wight. Read the full article
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filorunsultra · 1 year
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FKT
"Ne abbiamo parlato e sono felicissimo si sia creato un dibattito sull’argomento che tratterò qui per esteso, per non trattarlo su FB o altre sedi, perché alla fine, per limite personale, trovo ancora i blog lo strumento migliore per parlare di qualcosa invece che le piazze sovraffollate dei social. La mia idea è questa. Punto primo, basta far finta che tutto sia uguale, condividibile e soprattutto basta appiattire tutto nella mediocrità. Se sei nato a Milano non puoi far finta che la darsena sono i Caraibi o il Montello di spazzatura il Nanga Parbat. Non tutti i posti sono uguali, non tutto lo sport è lo stesso: la Deejay Ten è molto diversa da Big Horn 100, per dire. Gli FKT mi interessano per la cultura, così come l’ultrarunning, parafrasando ciò che ha scritto Filo Caon. Per i risultati ci sono le gare. Per fare le gare virtuali o meno esiste strava. Per i percorsi esistono gli FKT. Un FKT non potrà mai essere una gara. Il che porta qualcuno a fare attività vicine all’alpinismo, ma ovviamente la pecca è la ripetibilità. Perché? Perché mi riferisco alla comunità degli ultrarunner italiani, e sono in pochi a poter scalare il Cervino in libera in velocità. Bravi loro, ma per quanto sono ultrarunner sono prima di ogni altra cosa alpinisti. Ok, le etichette ci stanno a tutti sul cazzo e non devono servire a limitare la creatività delle persone, ma sono anche utili per capire di cosa si parla. Ultrarunning è corsa. Non è alpinismo, non è scalata, non è nordic walking, camminata o tiro a freccette. E la comunità degli ultrarunner è fondata da tantissime persone diverse tra loro, ma la maggioranza di essi corre. Quindi, che senso ha parlare di altri sport con una loro etica separata, modus operandi e cultura separata? nessuna. Quello che è utile tenere presente è la contaminazione, perché quella è sempre utile. Volevo fare un discorso serio, lungo, argomentato, ma in verità non ho voglia. In sto periodo sono un po' troppo svogliato. Così svogliato che mi ascolto gruppi che già ascolto da anni, rileggo libri già letti e cerco la pace nella routine. Mi avevan detto che arrivato su sarebbe stato bello, che ne sarebbe valsa la pena, ma ascolta un cretino: la pena rimane perché non sento più le gambe. Ho come l'impressione che intanto il mondo sia cambiato in peggio. Dimmi se il panorama non è che una strada da fare a ritroso. Ed io non sento più le gambe e ho il cuore in culo se vi accorgete che non torno entro sera venitemi a cercare, oppure è qui che morirò maledicendo il giorno in cui ho capito che non voglio vivere una volta sola. Io voglio vivere una volta al giorno in questo porco mondo. Verme, L’inutilità del panorama" - The Pacus World, luglio 2020 o giù di là.
Mi rendo conto che molte cose non sono cambiate. Così io e Ale Locatelli abbiamo pensato a una cosa per riordinare il discorso e provare a parlare di FKT in Italia in modo un po' più ragionato. Che non significa che sia giusto, ma quantomeno non è fatto a caso. Non solo, l'altro giorno ho aggiunto un percorso sul sito di FKT: il Grande Anello dei Sibillini, che da qualche anno sogno di fare. Penso abbia tutto quello che serve a un percorso per essere a legit FKT. Trovate il link qua: Grande Anello dei Sibillini (Italy) | Fastest Known Time. Mi piacerebbe che qualcuno lo ripetesse. Secondo me valeva la pena renderlo pubblico.
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a-tarassia · 2 years
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E comunque, io ci sono, ma leggo troppo, passo tempo su tiktok, faccio sport, vedo amici, molti amici, troppi amici, ho ricominciato la stagione film e anche serie tv e sto cercando di elaborare una strategia per sopravvivere al quest’inverno di bollette bollenti, però visto che sono buona, oltre all’info sul Fediverso, vi giro altre chicche:
- ho finito Brooklyn 99 e l’ultima stagione m’è sembrata un po’ più didascalica delle altre e anche meno avvincente, però era di chiusura quindi forse è anche normale, quello che mi ha colpito è che trattandosi di una serie sulle guardie (polizia nypd) ed essendo stata, proprio l’ultima stagione, girata nel periodo blm sono stati capaci di mettere in discussione il corpo di polizia americano e mettendo in rilievo come e quanto sia tutelato e le conseguenze di abusi e repressione, trattando l’argomento insistentemente durante le puntate fino addirittura a condannarlo con una finale chiamato, ma significativo.
- Ho iniziato la terza stagione di Atlanta, una delle migliore serie tv di sempre, la prima puntata della terza stagione è un insegnamento di vita
- Ho visto X: a sexy horror story, ho visto Elvis, ho visto il documentario sull’infinito e sto vedendo Wanna, niente di tutto ciò lo trovo degno di nota, il docu sull’infinito solo se davvero non avete mai approcciato con il tema da nessuno dei suoi mille punti di vista, può essere un ottimo inizio se volete partire da qualche parte, nel caso posso anche consigliarvi dei libri, Next one: Crimes of the future
- Ho letto Fun Home, è un fumetto, consigliatissimo
- Domani inizio un corso di Russo, perchè? Boh
- Sono segnata su troppe newsletter al punto che non ci sto dietro, ma almeno so di cosa parliamo quando parliamo di Dall-E o Midjourney, informatevi, giusto per capire dove tira il vento, ne sta scrivendo molto LRNZ e anche Francesco D’Isa
- Sull’ebook da leggere ho: Flatlandia, Survival fo the Richest, A history of Pi
- Anteprima scaricate per capire: Tecnica e Magia di Francesco Campagna
- Ultimo libro comprato: incantagioni di Mariano Tomatis
A breve altre spuntature (come le chiamava Daveblog) e forse qualche post di riflessioni.
Ciao
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gcorvetti · 1 year
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Freaks.
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I grandi Python non erano solo ironici, ma dei veri e propri Freaks, essere Freak lo noti negli sguardi della gente, un pò come diceva Faber parlando dei nani in una sua celebre canzone, e dal fatto che sei emarginato dalla società, già. Oggi ho letto un post molto bello su Chaplin e la depressione, in effetti c'è da riflettere, il mio desiderio di realizzarmi a livello artistico è tarpato dalla mia paura che qua (ricordo che vivo a Tartu in Estonia) mi emarginino proprio perché diverso da tutti e mi blocco. Ironicamente spesso dico che sono un Freak, però un fondo di verità c'è, si lo so dovrei fregarmene e andare per la mia strada...ma questo mi porterebbe sicuramente lontano da qui, ma oggi lo farei, mi imbarcherei su cargo battente bandiera liberiana e salperei immediatamente, citazioni a iosa, proprio così abbandonerei tutto qua e partirei, qualcuno mi ha detto di non fare colpi di testa che gli spostamenti sono importanti per la nostra vita e che bisogna ponderare; ho sempre preso armi e bagagli e sono partito dall'oggi al domani, magari organizzando il viaggio in una settimana, ma mai aspettando che qualcuno mi aiutasse o che mi desse le dritte giuste, sono un Picaro, un Pirata, un Musicista :D haha questa cosa di ponderare è per i codardi che aspettano che qualcuno gli imbocchi la dritta giusta per trovare la loro confort zone da qualche altra parte, io no, io mi adatto perché il musicista è un animale darwiniano, il migliore dei darwiniani. Si, hai indovinato, sono incazzato con lei, che dopo più di 2 settimane di lavoro alle sue cose, in più devo occuparmi della casa e spalare questa cazzo di neve (che sapete non è proprio il mio sport preferito) neanche una bocca mi fa, anzi scappa via con una scusa banale, quindi la domanda è : "Che cazzo ci sto a fare qua?"
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uraganoinundeserto · 1 year
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1. Nome? Fortunato 2. Soprannome? Tato, Fofò, Fortu 3. Altezza? 1.76 4. Colore occhi? Verdi 5. Colore capelli? Castano chiaro/biondo scuro 6. Hobby? Videogiochi, lettura, film e serie TV 7. Lavoro dei sogni? Non lo so ancora 8. Sogno nel cassetto? Non lo so ancora 9. Hai degli animali domestici? No 10. Che genere di musica ascolti? Di tutto, dipende dal periodo 11. Mai stato innamorato/a? Si 12. Relazione più lunga mai avuta? Mai avuta 13. Hai mai pianto per amore? Si, un bel po' 14. Piercing? No 15. Tatuaggi? No 16. Fumi? No 17. Ti sei mai ubriacato/a? No 18. Ti piace cantare? Si, ma per divertimento 19 . Serie TV preferita? Difficile... guardo fin troppe cose 20. Cibo preferito? Pizza 21. Canzone a cui sei legato/a? True Faith di Ashley Johnson 22. Pizza o pasta? Entrambe 23. Che genere di persone odi? Quelle bugiarde e non ricambiano l'affetto 24. Che genere di persona sei? Fin troppo buona e tranquilla 25. Meglio rimorsi o rimpianti? Difficile questa.. 26. Preferisci i baci o gli abbracci? Dipende dalla persona 27. Delusione più grande? Il non avere sogni 28. Si è avverato il tuo sogno? Non lo conosco ancora 29. Difetto più grande? Essere troppo buono e dare il mio cuore a chiunque 30. Pregio migliore? Oddio non lo so, il non essere stronzo vale? 31. Ti piaci? Nì, nella norma 32. Mare o montagna? Mare 33. Segno zodiacale? Ariete 34. Di cosa hai paura? Rimanere da solo 35. Hai un amico/a a cui tieni molto? Perché? No 36. Cosa ti attrae in una persona? La simpatia 37. Che qualità credi di avere? So ascoltare e dare un sacco di consigli 38. Credi nell'amore a distanza? Si, con la persona giusta 39. Credi al “per sempre”? Si, con la persona giusta 40. Hai mai dato un bacio a qualcuno del tuo stesso sesso? No 41. Se potessi cambiare qualcosa del tuo passato, cosa cambieresti? Nulla, sono proprio dove dovrei essere 42. Ricordo più bello? Sempre in famiglia nei periodi festivi 43. Ricordo più brutto? Aver trattato male mia madre quando ero un bambino, ci rimase male e ho ancora quelle scene davanti agli occhi... 44. Quando hai dato il tuo primo bacio? Mai dato 45. A che età la prima volta? 23 46. Di cosa ti sei pentito/a? Della mia prima volta. 47. Che scuola frequenti/hai frequentato? Diplomato in Turismo 48. Sei felice? Naaah, la felicità sono attimi, mai periodi 49. Cosa cambieresti di te? Nulla 50. Ti piace viaggiare? Certo! 51. Cosa conta in una relazione? Sincerità e fiducia 52. Come mai su Tumblr? So dove dare forma ai miei pensieri 53. Credi in Dio? Si 54. Hai mai rubato qualcosa? No 55. Blog preferiti? Non lo so 56. Da quanto hai Tumblr? 2012 mi pare 57. Hai fatto amicizia con qualcuno qui su Tumblr? Certo 58. Ultimo messaggio inviato? Ora, 01:51 59. Ti manca qualcuno? Si 60. Di cosa vai fiero/a? Di avere una buona famiglia 61. Cosa non rifaresti mai? Niente, anzi 62. Desiderio più grande? Non saprei 63. Hai mai tinto i capelli? No 64. Film preferito? Non saprei, fin troppi onestamente 65. Attore preferito? Andrew Garfield 66. Qual è la più grande pazzia che hai fatto? Ehm... nulla in verità 67. Hai perso un amico/a di recente? Si, spero sia in un luogo migliore 68. Cosa ti piace fare nel tempo libero? Videogiochi 69. Disegni? Qualche volta 70. Estate o inverno? ESTATEEEE 71. Libro preferito? Shadowhunters (e tanti altri) 72. Citazione preferita? Da umili origini, verso grandi imprese. 73. Hai un posto speciale? No 74. Sai mantenere i segreti? Si 75. L'ultima volta che hai pianto? Qualche giorno fa 76. Pratichi qualche sport? Si, restare immobile sul letto 77. Sei mai stato/a ad un concerto? Nì 78. Che genere di persone detesti? Bugiarde, manipolatrici e stronze 79. Preferisci stare da solo/a o in compagnia? Da solo, soltanto perché non ho compagnia 80. estroverso/a o introverso/a? Introverso! 81. Oggetto importante per te? Nulla in particolare 82. Qual è la persona a cui tieni di più? La mia famiglia 83. Persona ideale? Non saprei.. mh 84. Credi in te? No.. 85. Cosa credi che pensino gli altri di te? Sono fin troppo buono 86. Ti ritieni fortunato/a? Assolutamente NO. 87. Ti ritieni soddisfatto/a della tua vita? Non del tutto 88. Posto più bello mai visto? La mia camera 89. Parli un'altra lingua? Inglese, discretamente ma non tanto 90. A cosa pensi in questo momento? Qualcuno leggerà mai tutta sta roba? 91. Suoni qualche strumento? No, il flauto lo suonavo da piccolo 92. hai fratelli/sorelle? Vai d'accordo con loro? Un fratello, si 93. Ti vorresti sposare? Si 94. Tipo di persona che ami? Ironica, simpatica, sorriso solare 95. Ti sei mai dichiarato/a a qualcuno? Certo 96. Hai mai scritto una lettera a qualcuno? No 97. Hai mai mentito a qualcuno per il suo bene? Si 98. Hai mai tradito? No 99. Sei mai stato/a tradito/a? No 100. Scrivi la prima cosa che ti viene in mente. Adìosssss
#io
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