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#libro consigliato
auroreads · 1 year
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𝓛𝓪 𝓼𝓲𝓷𝓭𝓻𝓸𝓶𝓮 𝓭𝓲 𝓓𝓲𝓭𝓸𝓷𝓮
𝙀𝙣𝙚𝙢𝙞𝙚𝙨 𝙩𝙤 𝙡𝙤𝙫𝙚𝙧𝙨/ 𝙨𝙡𝙤𝙬 𝙗𝙪𝙧𝙣/ 𝙫𝙞𝙗𝙚𝙨 2000/ 𝙖𝙙𝙤𝙡𝙚𝙨𝙘𝙚𝙣𝙯𝙖/ 𝙢𝙪𝙡𝙩𝙞 𝙥𝙤𝙫
𝙎𝙚 𝙫𝙤𝙡𝙚𝙩𝙚 𝙪𝙣 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙤 𝙘𝙝𝙚 𝙫𝙞 𝙧𝙞𝙥𝙤𝙧𝙩𝙞 𝙖𝙜𝙡𝙞 𝙖𝙣𝙣𝙞 𝙙𝙚𝙞 𝙉𝙤𝙠𝙞𝙖, 𝙖𝙡 𝙛𝙞𝙡𝙢 “𝙣𝙤𝙩𝙩𝙚 𝙥𝙧𝙞𝙢𝙖 𝙙𝙚𝙜𝙡𝙞 𝙚𝙨𝙖𝙢𝙞” 𝙚 𝙖𝙡 𝙥𝙚𝙧𝙞𝙤𝙙𝙤 𝙞𝙣 𝙘𝙪𝙞 𝙣𝙤𝙣 𝙨𝙞 𝙨𝙖𝙥𝙚𝙫𝙖 𝙖𝙣𝙘𝙤𝙧𝙖 𝙘𝙤𝙢𝙚 𝙨𝙖𝙧𝙚𝙗𝙗𝙚 𝙩𝙚𝙧𝙢𝙞𝙣𝙖𝙩𝙖 𝙡𝙖 𝙨𝙖𝙜𝙖 𝙙𝙞 𝙃𝙖𝙧𝙧𝙮 𝙋𝙤𝙩𝙩𝙚𝙧, 𝙗𝙚𝙣𝙚 𝙦𝙪𝙚𝙨𝙩𝙤 è 𝙞𝙡 𝙫𝙤𝙨𝙩𝙧𝙤 𝙡𝙞𝙗𝙧𝙤!!!
✨Caterina è una studentessa modello del liceo classico di Roma, è una “so tutto io” in piena regola, è considerata “frigida” dal mondo esterno ma a lei non è mai importato…
✨quando però a pensare tutto questo è il suo migliore amico, Leonardo, per il quale ha una cotta stratosferica, Caterina deve escogitare un piano per cambiare le carte in tavola!
😅c’è un piccolo problema: Leo è fidanzato con una cara amica, nonché compagna di banco, di Cat…e lei proprio non sa come fare per non tradire la fiducia di lei e non perdere l’amicizia di lui…
🌹il brillante piano di Cat quindi, è quello di fingersi fidanzata con il rappresentate d’istituto, sua inarrestabile nemesi: Adriano Greco.
❤️Adriano non solo starà al gioco, ma sarà anche parecchio convincente al punto da far sparlare tutta la scuola su questa nuova fiammante coppia e al punto da far “rosicare” Leo come non mai!!
“𝙲𝚒 𝚜𝚝𝚊𝚗𝚗𝚘 𝚏𝚒𝚜𝚜𝚊𝚗𝚍𝚘, 𝚏𝚒𝚗𝚐𝚒 𝚍𝚒 𝚝𝚛𝚘𝚟𝚊𝚛𝚖𝚒 𝚜𝚎𝚡𝚢 𝚎 𝚌𝚎𝚛𝚌𝚊 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎”
“𝚃𝚒 𝚊𝚟𝚟𝚎𝚛𝚝𝚘: 𝚒𝚕 𝚖𝚒𝚘 𝚖𝚘𝚍𝚘 𝚍𝚒 𝚎𝚜𝚜𝚎𝚛𝚎 𝚌𝚛𝚎𝚍𝚒𝚋𝚒𝚕𝚎 𝚙𝚘𝚝𝚛𝚎𝚋𝚋𝚎 𝚗𝚘𝚗 𝚙𝚒𝚊𝚌𝚎𝚛𝚝𝚒”
😏quasi dimenticavo Leo e Adriano erano migliori amici, quindi capite che la situazione sta davvero per deragliare…
💋il libro segue le vicende di vari maturandi del liceo classico, alle prese con cotte, gelosie e ricerca identitaria…il tutto coronato da carbonara, gite in motorino, partite di pallanuoto, ragazzi palestrati e tanto tanto gossip…
🖋️il mio personaggio preferito è sicuramente Adriano, che ha un mondo dentro di sé che spero potremo esplorare meglio nel prossimo libro…
🖋️non mi rimane che sperare che la mia ship (Adriano e Cat) si avveri nel prossimo volume…
✨che voi siate stati o meno adolescenti negli anni 2000, vi consiglio questo libro coccola…perché avrete la possibilità di respirare di nuovo la vostra adolescenza, oppure in caso contrario, viverne una totalmente diversa dall’attualità!
In ogni caso non potete perdervelo!
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ilmondodishioren · 11 months
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Recensione Ritorno a Breuddwyd.
Ciao, come già annunciato, in questi giorni arriveranno recensioni sul mio terzo romanzo, quello che più di altri mi è costato sudore, eritemi e lacrime. Pubblicare Ritorno a Breuddwyd è stata faticoso, una continua lotta contro tutta la vita che mi remava contro, ed è per questo che quando leggo che qualcuno l’ha apprezzato e soprattutto capito, non posso non condividere questa mia gioia qui,…
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crisalideamg · 1 year
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#CRISALIDE 📖✍🏻 di Marco Gentili
JOHN WILLIAMS Inspiring …
“- Parigi, Harrison Ford… - e fece una pausa per vedere se lei avesse capito.
- Lui la guarda negli occhi e le dice: “Solo tu puoi salvarmi…” -. Alessandro aprì la porta e prima di uscire, sorrise verso sua sorella arrestandosi di nuovo. Poi si voltò, e prima di chiudere la porta la guardò dicendo:
-È John Williams. Il tema di Sabrina. Il più bello di tutti. Buona notte amore mio.
E sparì oltre quel buio dove non sarebbe stato più necessario aprire altre porte per aggiungere altro a quella storia, per la quale i titoli di coda apparivano ancora assai lontani”
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donaruz · 9 months
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Ti ho pensato proprio ieri, quando ho scritto il mio post sull'Acca Laurentia e il possibile collegamento con la nostra Sacra Accabadora.
Ho pensato a quanti inorridiscono a sentirne parlare, come se fosse un'assassina legalizzata da una comunità di incivili, come spesso, ancora ci definiscono.
Pensavo a quanta Bellezza nelle tue parole, per raccontarla, e a quanto le parole hanno potere.
Parole che non si vogliono sentire.
Perché certe verità sono scomode, e la donna deve restare sempre un passo indietro.
Hai deciso di andare via e ritornare alle stelle, da cui sei arrivata, proprio nella notte di San Lorenzo.
Forse la tua 'Accabadora interiore, ti stava chiamando.
Perché ogni vera Donna Sarda, lo è.
Colei che capisce i Misteri della Vita e della Morte, perché è "bogadora" e "accabadora".
"Come sopra, sotto"
L'equilibrio è stato ristabilito
A me, mancherai. Tanto.
Grazie per tutta l'abbondanza e la dignità.
Buon ritorno, Michela💖🌟
"Parlare è un potere e dare potere alle donne è sempre stata una cosa problematica nei monoteismi. «L’unico femminismo che ci piace è quello silenzioso della Madonna, – scriveva nell’editoriale prenatalizio del 2020 il giornalista di un quotidiano sovranista improvvisatosi teologo, per poi proseguire – è una madre giovane, semplice, dolce, il cui pianto non diventa mai piagnisteo e che ci insegna l’importanza della riflessione interiore». Il silenzio è una virtú, ma solo se sono le donne a praticarlo. Agli uomini nessuno chiede di tacere le loro riflessioni interiori, anzi sono cosí sollecitati a condividerle che è lecito sospettare che prima di parlare parecchi di loro non abbiano riflettuto a sufficienza. Invece al sesso femminile è consigliato di fermarsi alla fase del pensiero afono, proprio come la Maria di Nazareth che, secondo una certa ermeneutica strumentale tradizionalista, ci venne raccontata come creatura talmente annichilita dalle conseguenze dell’unica volta che ha aperto bocca da non voler aggiungere piú una parola per tutta la vita, dalla mangiatoia di Betlemme alla croce del Golgota".
Tratto da "Stai zitta" di Michela Murgia
Sei nata tu forse da sola, Maria? Sei uscita con le tue forze dal ventre di tua madre? O non sei nata con l'aiuto di qualcuno, come tutti i vivi?
- Io ho sempre... - Maria accennò a replicare, ma Bonaria la fermò con un gesto imperioso della mano.
- Zitta, non sai cosa dici. Ti sei tagliata da sola il cordone? Non ti hanno forse lavata e allattata? Non sei nata e cresciuta due volte per grazia di altri, o sei così brava che hai fatto tutto da sola?
Richiamata alla sua dipendenza con quello che le parve un colpo basso assestato con cattiveria, Maria rinunciò a replicare, mentre la voce di Bonaria si abbassava fino a diventare una litania priva di qualunque enfasi.
- Altri hanno deciso per te allora, e altri decideranno quando servirà di farlo. Non c'è nessun vivo che arrivi al suo giorno senza aver avuto padri e madri a ogni angolo di strada, Maria, e tu dovresti saperlo più di tutti.
L'anziana sarta parlava con la sincerità con cui si fanno le confidenze agli sconosciuti sul treno, sapendo che non si dovrà sopportare mai più il peso dei loro occhi.
- Non mi si è mai aperto il ventre, - proseguì, - e Dio sa se lo avrei voluto, ma ho imparato da sola che ai figli bisogna dare lo schiaffo e la carezza, e il seno, e il vino della festa, e tutto quello che serve, quando gli serve. Anche io avevo la mia parte da fare, e l'ho fatta.
- E quale parte era?
- L'ultima. Io sono stata l'ultima madre che alcuni hanno visto.
Tratto da "Accabadora" di Michela Murgia
Maldalchimia.blogspot.com
Tiziana Fenu ©®
Figlie della Madre
*Un grande libro che non si dimentica *
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unquadernino · 5 months
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Non mi va di studiare il manuale di 600 pagine consigliato dal professore ma compro un libro di neurofisiologia che letteralmente non vedo l'ora di leggere e studiare ogni secondo della mia vita? Sì
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sofysta · 7 months
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"Venezia, il leone, la città e l'acqua "di Cees Nooteboom. Questo libro mi è stato consigliato vista la mia passione per questa città e devo dire che dopo le prime righe lo sto già amando molto. Grazie mille.
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ma-come-mai · 6 months
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«Sono stordito dal niente che mi circonda»
Ieri, spinta dalla curiosità, ho provato a seguire una puntata di Uomini e donne. Se è uno dei programmi più seguiti in Italia un motivo dovrà pur esserci, mi sono detta. Però ciò che mi ha colpita non è stato il fatto che dicessero cose stupide, volgari, demenziali, ma che non dicessero nulla! Vedevo le loro labbra muoversi, ma non sono riuscita a trovare un senso logico, un senso qualsiasi nei loro discorsi.
La gente oggi non sa parlare, diceva Schopenhauer, ma vedete il problema non è tanto che la gente non sa parlare, è proprio tutto il resto che manca. Proprio qualche giorno fa una mia amica mi ha consigliato di leggere un libro. «È un libro bellissimo, vedrai, ne parlano tutti!» Io in genere diffido sempre dei «libri di cui tutti parlano», ma stavolta mi lasciai convincere. Presi questo libro, lessi le prima pagina e provai… un senso di sbalordimento.
«Ma no, dai,» non è possibile, pensai dentro di me. Perché questo libro aveva ottenuto centinaia di recensioni entusiastiche, i più importanti quotidiani del paese lo hanno decantato come un «capolavoro della letteratura», ma più lo leggevo, più il mio sbalordimento cresceva. Perché non è che racconti una storia brutta o che abbia personaggi piatti, noiosi… ma sembra scritto da un bambino di quinta elementare. È scritto con il linguaggio di un bambino di quinta elementare.
Ricordate quando alle elementari la maestra vi chiedeva di scrivere dei “pensierini”? Fanno tenerezza i primi temi scritti dai bambini, almeno quando sono i bambini a farlo. Fa spavento invece vedere un libro per adulti rivolto a persone presumibilmente mature scritto come se il proprio pubblico avesse dieci anni. E se ci fate caso è lo stesso linguaggio che usano molti giornalisti quando vogliono «spiegare» qualcosa alla popolazione: ci parlano come se avessimo dieci anni appunto. Allora mi domando: ma che diavolo è successo alle persone? Cosa diavolo sta succedendo? Qua non si tratta di superficialità e neanche di stupidità, ma è come se la gente fosse… anestetizzata. Inebetita. Ma in ogni caso prima di lavorare sull’intelligenza artificiale, perché non facciamo qualcosa per la stupidità naturale?
Guendalina Middei, anche se voi mi conoscete come Professor X #cultura #istruzione #scuola #letteratura
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la-novellista · 7 months
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Tornato da lavoro tolse la giacca ed accese la luce vicino al divano. Una lampada che emetteva una luce soffusa, aveva bisogno di starsene da "solo". Allento' la cravatta e dopo essersi versato da bere, scorse con una mano i libri nella libreria, voleva un libro, ma non uno qualunque, il libro che lo riportasse a lei con i pensieri. Cercava il libro che lei gli aveva consigliato tempo fa e che lui aveva preso ma non aveva avuto ancora modo di leggere. Voleva quello, perché in qualche modo sapeva che li' tra quelle parole l'avrebbe sentita. Trovato, si accomodo' sul divano e lo scorse un pò random, credendo che l'avrebbe trovata, anche in una semplice parola. Il libro gli cadde dalle mani e rimase aperto ad una pagina, lo raccolse e pensò che lo avrebbe iniziato a leggere da quel punto. Dopo poco capi' che l' aveva trovata, lesse attentamente più e più volte quelle poche parole: "Era colpa sua. Il destino ci aveva legati così stretti che ormai non riuscivo più a formulare un pensiero che prima non lo avesse toccato."
Eccola pensò. "Eh si', è colpa tua, fottutamente tua perché i pensieri "toccati"hanno memoria. E tu me li "tocchi"tutti Accidenti a te!" Sorrise pensando che stava parlando da solo a voce alta. Avrebbe continuato a leggere il libro così senza una logica ed una spiegazione così come era il loro aversi,convinto che l'avrebbe ancora e ancora incontrata a caso ma non per caso.
Pensiero sulla citazione di Erin Doom
Quando un'immagine mi istiga al delirio.
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fiore-dimaggio · 1 year
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Tra i tanti ricordi che ho di noi, questa giornata di pioggia, ne ha riportato alla mente uno in particolare.
Ci conoscevamo da poco, eppure sapevo già così tanto di te, eravamo in una casa sperduta nel nulla, io e te e la tua chitarra.
Avevo addosso una tua maglietta, seduti su quel divano enorme, ci eravamo appena smezzati una canna su una panchina, tu mi suonavi la chitarra nonostante non fossi poi così capace, ma sapevi quanto io amassi vederti muovere le dita su quello strumento immaginandomi il momento in cui poi le avresti posate su di me.
Suonavi, mi guardavi negli occhi, sorridevi.
A un certo punto hai smesso di suonare, mi hai fissato per qualche secondo interminabile e mi hai detto “ecco, non hai idea di quanto ti scoperei in questo momento”.
Ero troppo fatta per risponderti in modo sensato, ho sorriso come un ebete e mi sono messa più comoda.
Ti sei sdraiato sulle mie gambe, eravamo in silenzio, ho cominciato ad accarezzarti dolcemente i capelli, hai chiuso gli occhi e avevi stampato in faccia un sorriso.
Ecco quel momento li, quel preciso momento, ho capito che avrei voluto vederti sorridere così sempre.
Poi su quel divano ci abbiamo fatto sesso per davvero, con quel tuo modo di toccarmi che non ho più trovato in altre mani.
È un mese che non so più dove sei, come stai, con chi stai.
Non ci siamo capiti, ma è così difficile capirsi a questo mondo.
Eppure ricordo ogni dettaglio di te, ogni tua smorfia, amavo osservarti mentre facevi le cose, volevo collezionare quanti più ricordi possibili.
Non hai mai avuto bisogno di cercare di impressionarmi con belle parole, non hai mai cercato di fingere di essere chi non sei, eppure nei tuoi abbracci, nei tuoi baci, mi hai trasmesso qualcosa che avevo paura di non riuscire più a sentire.
Ho provato a cercarti in altre braccia, in altre bocche, in altri letti, ma non sono mai riuscita a trovarti.
Ho provato a fingere che belle parole potessero farmi scaldare il cuore, potessero colmare il vuoto che hai lasciato, ma quel vuoto si fa sentire ora più che mai.
Vorrei solo sapere se ancora mi pensi, se ti vengo in mente quando guardi le nostre serie tv e il letto è vuoto.
Se mi pensi quando leggi quel libro che ti ho consigliato, se ancora un brivido ti attraversa quando guardi il divano e pensi a cosa ci avevamo fatto quella mattina di febbraio prima di un mio esame.
Ho preso una giacca uguale alla tua, ogni volta che la indosso è come portarti un po’ con me.
Mi manchi, ma non posso dirtelo.
#L
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simo-ceres · 1 year
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Questa mattina mi sono svegliata con l'intenzione di riordinare la camera,i panni stirati da riporre, quelli asciutti da raccogliere....ma invece è una di quelle mattine in cui è impossibile percorrere un tracciato dritto e logico.
Ho aperto e iniziato velocemente un libro consigliato da una persona meravigliosa e a un tratto sono già a pagina 40 del sacre bleu. Da lì parte tutto un senso diverso della volontà di fare,ma mi faccio prendere dalla esigenza d'essere e così mi lascio andare ai pensieri e sogni che mi accompagnano da sempre. È vero che un pezzettino di noi resta sempre immobile a ciò che eravamo a 16,17 anni.... Certe cose non cambiano.
Apro libri e ritrovo biglietti, sposto cose e mi fermo a guardarle.... così oggi non si mette in ordine nulla,se non i pensieri di sempre che riposizionano le priorità che silenzio e non ascolto.
A volte dimentico chi sono ,una sognatrice molto abile.
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Il tuo nickname ha un significato particolare?
Si, non è solo un omaggio al libro, ma anche a chi me l'ha consigliato. E l'assurdità consiste nelle coincidenze che ci sono state e di quanto un libro alla fine diventi parte della tua vita.
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pristina-nomine · 6 months
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ho appena finito l’ultimo episodio di iwtv e MAMMA MIA COSA NON È STATO
ti sono troppo grata per avermi consigliato di andare avanti con la serie e di leggere il primo volume nonostante all’inizio non mi sembrasse proprio la mia tazza di tè ahahah
Ma figurati, sono molto contenta che ti sia piaciuta! Ma come ti dicevo è una serie di altissimo livello sito qualsiasi aspetto, l’ultima puntata è la ciliegina sulla torta. Ed ero sicura che avresti amato Claudia ahaha. Quindi adesso hai intenzione di leggere il libro?
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ladyswartzrot · 1 year
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Oggi afronteremo un mattone di ben 2238 pagine di puro divertimento ( io personalmente me la sono presa comoda e ci ho messo circa 3 mesi anche perché sono tutti racconti autoconclusivi).
La raccolta di racconti di Harlan Ellison intitolata Visioni ed edita da Urania Mondadori contiene ben 67 racconti celebri dell'autore che vi darà un pugno se lo chiamate fantascientifico ( o gli rubate le idee).
Per Harlan Ellison la categoria della narrativa fantascientifica è riduttiva e richiama i temi triti e ritriti degli anni 50 mentre lui usava il futuro come un contorno alle tematiche importanti come il disagio di un diverso in una società conformista dal punto di vista religioso sessuale e morale.
I  racconti che ho amato sono:
- Il Tempo dell'Occhio
- Dolorama
- Gli Scarti
- "Peniti, Arlecchino!" Disse il Tictacchiere
- Battaglia senza bandiere
- La voce nel giarlino
- Lo faaresti per un penny?
- Noi piangiamo per tutti...
- Non ho bocca, e devo urlare.
- Soldato
- Il morso della seggiola
- Fenice
- La regione intermedia
- 480 secondi, o la città condannata
- Il guaito dei cani battuti
- L' amica fredda
- Il gatto
- Spaccabato
- Jefty ha cinque anni
- L'uomo ossessionato dalla vendetta
- Sudore da Flop
- L'uomo che mise in banca i ricordi più brutti
- Il paladino dell'ora perduta
- Dura da scontare
Lo consiglio non solo agli appassionati della fantascienza ma anche agli amanti dei racconti che fanno riflettere e lasciano il vuoto della domanda dentro, la lettura e scorrevole e i temi e ambienti dei racconti sono talmente vari che si possono leggere uno dopo l'altro senza avere la pesante sensazione di leggere sempre la stessa cosa.
Ciò che mi è piaciuto di più è il fatto che la fantascienza non è onnipresente con i paroloni che ti fanno venire il mal di testa ma agisce da materia che trasmette il messaggio dell'autore.
P.S. Questo libro mi è stato consigliato dal mio ragazzo appassionato di fantascienza e se volete più info su questo libro vi consiglio il video di Broken Stories su youtube.
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riflussi · 1 year
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"Famiglia" - Ba Jin
Da tempo non postavo una recensione, perché ovviamente non ho avuto molto tempo per leggere recentemente, quindi niente, si comincia l'anno di letture a marzo. Questo è uno di quei libri che mi porto dietro da un annetto, forse anche qualcosa in più, perché non è uno di quei libri che si legge con trasporto, se non a tratti. Mi è stato consigliato da una ragazza che studia(va) lingue e letterature orientali, dato che non avevo mai letto nulla di autori cinesi. Che dire. È un libro della prima metà del Novecento e si sente, tanto. Non si può dire non sia un libro che non ha molto da dare, anzi, il ritratto di una famiglia benestante in decadimento è pressoché perfetta. Tuttavia non è il genere di lettura che riesco ad apprezzare completamente, un po' come Ritratto di signora (peraltro mai finito, chissà come mai). Punti da apprezzare sono la (auto)critica alle classi sociali più alte e il tentativo di spezzare un modus vivendi non rispettoso delle vite umane (meno abbienti). Lato negativo il machismo (eh vabb, direi anche sia normale data l'epoca, ma è sempre bene ricordare quali sono i punti "invecchiati male" di un libro) e la scarsa cura nell'editare il libro in versione e-book. Detto ciò, se vi piacciono i libri storici (a me non troppo) è una bella lettura.
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diceriadelluntore · 2 years
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Maestri per sempre
«La forma certo non è tutto». Pausa. «È solo il 95 per cento». Lo capivamo subito che era speciale. Fin dalla prima lezione. Arrivava puntualissimo nell’aula di geografia già gremita e cominciava a leggere e commentare i «Materiali per servire al corso di storia della lingua italiana».
Ho sognato per anni di poterla scrivere anche io prima o poi quella frase: e quando l’ho scritta su una dispensa universitaria è stato come essere diventato finalmente adulto. Passavamo un’ora a prendere ininterrottamente appunti, perché ogni parola era illuminante. Finivamo con un crampo alla mano e un sorriso stampato in faccia. Il tempo volava: perché da ogni parola traspariva la cura, la dedizione, la gioia per quello che stava facendo. Nel suo impeccabile aplomb, l’ironia era il sintomo d’amore al quale non sapeva rinunciare. Anche se lui avrebbe citato piuttosto qualche aria del suo amato Verdi. «A volte», mi raccontò un giorno, «quando le ascolto provo l’incoercibile impulso di imitare un direttore d’orchestra».
Lo capivamo che era speciale quando ci salutava per le scale, quando si faceva dare i numeri dalla segreteria didattica e ci telefonava a casa di persona per comunicare lo spostamento d’una data d’esame. Quando a lezione dava il suo numero di telefono. Il suo è uno dei due numeri fissi — gli unici due — che ancora ricordo a memoria (l’altro è quello della casa dei miei genitori). L’ho chiamato per trent’anni, soprattutto quando ero in difficoltà. Mi ha sempre ascoltato e consigliato (l’ultima volta è stata pochi giorni fa). A volte commentando qualche passaggio con un lapidario «Non bello» (la litote intensiva era la sua figura retorica preferita), molto più spesso sdrammatizzando con il suo proverbiale e salvifico «Fregatene!».
Quando passava al tu voleva che la cosa fosse reciproca. Noi, però, a dargli del tu all’inizio non ci riuscivamo. Ne uscivano fuori improbabili frasi impersonali. «Come si è trovato dunque quel capitolo della tesi?». Lui i capitoli li leggeva a uno a uno, per tutte le tesi e poi per tutti gli articoli che gli mandavamo da leggere. Dalla tesina del primo anno al libro di chi era già professore. L’asterisco per le cose che gli piacevano particolarmente; i richiami tipo correzione di bozze con le spiegazioni che a volte continuavano sull’altra facciata del foglio. La sua grafia nitida ci faceva capire che c’è sempre da migliorare. La sensazione rassicurante di un maestro insuperabile.
Insuperabile anche nella generosità con cui si è dedicato fino all’ultimo alla sua vocazione didattica. Sempre in viaggio verso qualche città, paese, frazione d’Italia per tenere una lezione, una conferenza, un seminario. Dall’università più prestigiosa fino alle classi delle scuole medie. Davanti a platee incantate dalla maniera in cui spiegava le cose, facendo sembrare semplici anche le più difficili. Lo sanno fare solo i fuoriclasse: e infatti le persone lo capivano subito che era speciale. Così, quell’indirizzo di posta elettronica creato con una strana parola — «Il nome di una città immaginaria che avevo inventato da bambino» — era ormai diventato di fatto di dominio pubblico. E lui si sentiva in dovere di rispondere a chiunque gli sottoponesse un dubbio linguistico.
«Si era sempre fatto così», sorrideva sornione quando gli chiedevo come ci riuscisse. La battuta era nata durante una delle tante passeggiate in montagna. «Che facciamo: i giornali li lasciamo in macchina?», «Certo: si era sempre fatto così …». Un’altra tessera di quel lessico famigliare che lui alimentava con divertita autoironia. Come quel suo «Lo penso veramente» con cui giocava a sottolineare alcune affermazioni. Non per svalutare le altre cose che aveva detto, ma per rimarcare la distanza fra quella conversazione e le tante di circostanza che siamo costretti a sostenere ogni giorno.
Una specie di codice cifrato: un linguaggio speciale, un segno di appartenenza per noi che abbiamo avuto dalla vita la fortuna e il privilegio di far parte della sua grande famiglia. Famiglia che in un’accezione più ampia arrivava a comprendere tutta la folla di giovani che negli anni aveva seguito le sue lezioni. E per Luca Serianni era tutt’uno con l’instancabile missione etica e civile ispirata alla Costituzione. «Ai miei studenti di quest’anno», ricordava in chiusura della sua ultima lezione universitaria, «ho chiesto – con una movenza, lo riconosco, da vecchio retore – sapete che cosa rappresentate per me? Immagino che non lo sappiate: voi rappresentate lo Stato».
Il ricordo di Giuseppe Antonelli, Professore ordinario di Linguistica italiana presso l'Università degli Studi di Pavia, allievo del professor Luca Serianni, scomparso il 21 Luglio 2022.
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pastrufazio · 11 months
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Nelle notti insonni, e questa è una di quelle, guardo uno scaffale della mia libreria, ne osservo un altro, trascuro ostentatamente gli ultimi della fila in alto. So cosa vi ho deportato, di conseguenza non si attenua il senso di colpa che mi viene dalla trascuratezza con la quale tratto quei volumi. Ma questo l’ho riportato vicino e, insieme con molti altri, costituisce lo scaffale in cui da più di un anno frugo tra le pagine che sorregge alla ricerca delle parole che mi hanno reso quello che sono. Sono convinto di aver preso in certi momenti della mia vita da adolescente rischi immensi. Questo di Fëdor Sologub è stato forse uno dei maggiori (ci metto anche Nietzsche e Kierkegaard).
Ho appena finito di leggere L’invidia e la società di Helmut Schoeck (liberilibri) e il tema della nota deformazione umana che va sotto il nome di invidia mi gira ancora in testa. Il demone meschino è un piccolo trattato sull’invidia e il Diavolo – con qualche cattiveria in più del Bulgakov del Maestro e Margherita e, infatti, anche Peredònov è un maestro. E allora il rischio si è rivelato essere un pharmakon. Ma come spesso mi succede, al libro, a quella carta, a quella copertina sono legati ricordi e circostanze indelebili, come tutto ciò che mi accadde in quegli anni, trascorsi – oggi, guardando indietro, è quasi una consolazione dirlo – come fossi Alice nel paese delle meraviglie trasformato in incubo da cappellai malvagi e stupidi. Il libro mi fu consigliato da un mio compagno di classe e mi permise, per non so quale strana alchimia premonitrice di abbandonare in fretta e furia lo sguardo incline e sbieco di una ragazza, terrorizzato dalla dimensione Inafferrabile del potere che esercitava sui miei poveri sensi di ometto poco avvezzo al femminile.
Al ricordo di allora si aggiunge il rimpianto e l’angoscia della certezza che oggi – spero qualcuno mi smentisca – ben pochi ragazzi seguono quel lento, inesorabile, incalzante, struggente richiamo delle parole che dai libri chiamano alla vita e alla sua comprensione nel cuore di quella sospensione della realtà che è la lettura.
P.S. Era pubblicato in una collana popolare! URLO: il popolo leggeva questo!!! Lo capiva o non lo capiva fino in fondo… ma lo leggeva!!! E poi cosa significa capire fino in fondo? Charles Péguy ha criticato ferocemente la pretesa dei letterati di “esaurire” il senso di un libro, di un romanzo, di una poesia, con una pletora soffocante di informazioni su dettagli biografici, compositivi, cronologie ecc. Ma su Péguy sarà il caso, nei prossimi giorni, che ci torni su… sì… credo proprio che ci tornerò sopra… e non per esaurirlo…
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