Tumgik
#inciviltà
gregor-samsung · 5 months
Photo
Tumblr media
[ Immagine tratta da Il buon comportamento, vademecum del Ministero della Difesa - Stato Maggiore dell’Esercito / Ufficio Addestramenti e Regolamenti / Sezione Regolamenti, anno 1952, p. 97 ]
9 notes · View notes
aitan · 8 months
Text
Frattamaggiore, 1 e 25 del mattino.
Vengo svegliato da una fragorosa e lunghissima scarica di fuochi d'artificio.
Qualunque cosa rappresenti, indichi o segnali, non è civile.
2 notes · View notes
victorianrob · 1 year
Text
Tumblr media
Nonostante il divieto! E questa è civiltà? naaaa! 🤬
3 notes · View notes
silviaaquilini · 2 years
Photo
Tumblr media
3 notes · View notes
ivanscudieri-blog · 8 months
Link
05.09.2023 Estate a Vaccheria: schiamazzi, rifiuti un luogo che merita maggior rispetto! L'educazione civica, il rispetto delle regole e degli altri. La paura che genera il silenzio di chi, per quieto vivere, troppo spesso abbassa la testa e tollera atteggiamenti maleducati e scorretti. Ho un sassolino nella scarpa, un luogo libero dove poter dire basta, dove poter gridare la propria frustrazione e rabbia e diffondere un messaggio dove le parole dette possono essere un'arma potente per provare a stimolare le coscienze.
0 notes
rosetanamenteblog · 8 months
Text
Farsi almeno vedere...
Tumblr media
Sarei un illuso se pensassi di sentire ancora il suono di un fischietto nel traffico cittadino. Infatti neanche immagino possa accadere. Ma, soprattutto in questi giorni di convulso traffico, pedonale e veicolare, è necessario almeno vederlo un agente.
NON NELL'AUTO DI SERVIZIO MA A PIEDI.
E' importante FARSI ALMENO VEDERE per ammonire, con la sola propria presenza, gli automobilisti incivili (e sono tanti) che pensano di poter fare quello che vogliono, senza alcun rispetto delle regole ma, soprattutto, delle altre persone.
FARSI ALMENO VEDERE da ciclisti e monopattinisti che pensano di avere il diritto di fare ogni tipo di evoluzione, anche nelle zone a traffico limitato, perché il loro mezzo di trasporto va di moda, non inquina ed è silenzioso.
FARSI ALMENO VEDERE dai pedoni che vorrebbero attraversare la strada, magari sulle strisce, senza provare l'ansia di rischiare l'investimento.
FARSI ALMENO VEDERE anche nelle zone e quartieri della città in cui, probabilmente, un agente non è stato mai visto.
Insomma, esimio sindaco e gentile comandante Grippo, prevenzione inizia nel FARSI ALMENO VEDERE.
0 notes
Photo
Tumblr media
Una lettera giunta in redazione da parte di una residente solleva l’attenzione sulla situazione delle scalette che collegano l’area dell’Aper di Capocavallo con via Piccinino in località Le Cupe. Questo passaggio, inizialmente accolto con apprezzamento dagli abitanti, è piano piano caduto in uno stato di abbandono e degrado poiché la vegetazione selvaggia ha invaso il percorso, rendendolo poco agevole e in alcuni punti persino pericoloso. Nella lettera, la residente lamenta che da quando le scalette sono state inaugurate, nessun sforzo è stato fatto per mantenerle in buone condizioni. La lettrice racconta che è stato suo marito, di recente, a tagliare […]
0 notes
Text
L'Italia è un Paese misogino, maschilista, omofobo, razzista: tale inciviltà è dovuta prettamente all'educazione cattolica, poiché fa apologia di tali disvalori, producendo norme, usi e costumi che alimentano odio irrazionale, conflitti nella collettività.
Tumblr media
0 notes
isabeil · 1 year
Text
L'omofobia, la misoginia, il maschilismo, la xenofobia, il razzismo e lo schiavismo, sono forme di discriminazione, di pregiudizio, spesso legate a ideologie e gruppi di destra, ma non possono essere considerati "valori" in senso positivo.
Il razzismo non è un'opinione, ma odio irrazionale, senza alcun motivo logico, che crea disagio e difficoltà sociali in chi ne viene investito (chi è considerato 'inferiore'). È necessaria una norma che porti il Paese a comportamenti Civili e abbassi i conflitti sociali.
Il razzismo, poiché odio irrazionale, rappresenta la prova inconfutabile di essere cresciuti in un ambiente familiare, genitoriale, sociale, disfunzionale. Tale psicosi può essere superata soltanto tramite corretto trattamento sanitario, rivolgendosi ad un buon psicologo.
L'Italia è un Paese omofobo, misogino, maschilista, xenofobo, razzista; questa inciviltà è direttamente collegata all'educazione cattolica, poiché essa fa apologia di tali disvalori, producendo politicamente usi, costumi, norme che fomentano, volontariamente, attrito sociale.
È la setta cristiana ad impedire, in Italia, il matrimonio di persone dello stesso sesso. Il principio 'ognuno è libero' per tale setta di stregoni non è concepibile, quanto per gli ignoranti che corrono dietro a tali stregoni.
Il grosso problema oggettivo di un conservatore è che nella sua vita l'unica realtà che ha visto va dalla porta di casa sua alla porta della chiesa, e tutto ciò che vede di 'strano' non lo comprende - e lo etichetta come 'devianza', perché è un Ignorante.
Sono i conservatori, i tradizionalisti, a dividere le persone in modo binario (solo maschi e femmine eterosessuali), per convinzioni religiose (superstizione, cialtroneria).
L'omosessualità rientra pienamente nelle regole dell'attrazione, della nostra specie umana; sappiamo che scientificamente si può nascere omosessuali, essere attratti da persone che sono dello stesso sesso e desiderare anche la maternità - esattamente quanto un eterosessuale.
Siamo un Paese laico; nonostante ciò, subiamo un'invasione religiosa anche nel modo in cui sono concepite le norme sulla famiglia. Come in passato, i conservatori, poiché Ignoranti, 'puntano i piedi', con immotivato timore, creando mostri e ghetti: fomentando odio sociale.
1 note · View note
marikabi · 2 years
Text
(Quasi) tutte le grinze della mia Città
Tumblr media
Anche io - come il Direttore Staglianò - cammino per la Città. Mi muovo con passo alacre, sempre per lavoro o commissioni, ahimè pressoché mai per diletto o svago.
Le mattine d’estate sono la scenografia migliore per soffermarsi sui dettagli urbani, urbanistici ed antropici: non c’è folla, l’aria è fresca ed ancora tersa. Odori e colori (ma anche brutture e afrori, stonature e tristitudini) si stagliano netti ai sensi.
Diversamente dal mio amico Marco (sempre il Direttore, ma in amicizia), non ho cameraman che mi precedano e la Città me la racconto spesso da sola, correndo appresso ai miei pensieri (tanto che devo chiedere sempre scusa ad amici e conoscenti per non averli riconosciuti o salutati per strada).
Dopo il caffè del risveglio, si è anche pronti e recettivi: sono io il mio cameraman per il mio podcast privato e quotidiano.
Oggi, tuttavia, mi va di condividere.
Ogni mattina - per recarmi al lavoro - esco presto e a piedi raggiungo la sede.
Ogni mattina - anche d’inverno - incontro gli stessi netturbini, gli stessi (spesso improbabili) runners, gli stessi passeggiatori di cani, gli stessi furgoni dei panettieri/pasticceri, gli stessi negozianti. Tutti volti noti, tanto che se ne manco uno mi preoccupo.
Ogni mattina attraverso a passo svelto le stesse zaffate: quelle disgustose dalle grate dei tombini, quelle acide di cornetti in scongelamento nei fornetti dei bar, più raramente quelle profumate di tigli e di caffè.
La nostra Città è ancora una di quelle in cui certe mattine, nel centro storico, a mo’ di paesello, talvolta si può sentire l’odore del soffritto per il ragù, delle cipolle per la genovese, della verdura stufata, dei fagioli per la zuppa.
Ogni mattina, devo praticare lo stesso slalom tra deiezioni canine - sia libere che già imbustate, maledetti proprietari di cani! - e le buste di pattume squarciate appartenenti a cittadini che non si peritano di utilizzare manco il bidoncino familiare.
(Vogliamo parlare della sindrome del cuculo per i rifiuti ingombranti e RAAE? Ignoti stronzi piazzano con più frequenza di prima ciò di cui vogliono disfarsi accanto ai bidoni condominiali altrui. La foto di copertina è recentissima e svela tutto: in un giorno in cui si raccoglie umido, cuculi lasciano carta e RAEE. Per giorni e giorni si vedono elettrodomestici, vecchi arredi, ciarpame vario stazionare distribuiti sotto i portoni della città, in particolare quelli più defilati alla vista. Sono, altresì, certa che tale sindrome non emerga da un’unica causa - la perfidia - ma implichi anche difficoltà di relazione con l’azienda di raccolta. Ma questa è un’altra storia.)
M’infelicitano anche quelli che si pensano furbi e infilano pattume anche nel retro delle cabine Enel (vd foto).
Tumblr media
Il mio dilemma è questo: i netturbini sono tenuti a rimuovere anche questi anfratti? Temo che ciò non sia, dalla quantità di siti impropri per liberarsi del pattume (ma mettere più cestini, no?), nonché dall’enormità di tempo che è trascorso da quando segnalai l’evento narrato in questo pezzullo, cui rimando. Quei rifiuti ingombranti sono ancora là, dopo tre anni. Forse per questo la città è e sarà sempre più sporca.
Ci lamentiamo - noi umani - delle routines che avvelenano l’esistenza, tuttavia quando manca un tassello al nostro puzzle di riti quotidiani, i quali sono i veri riferimenti esistenziali (senza scomodare gli universali filosofici e culturali o i pantheon che riempiamo), avvertiamo una grinza.
(Quando poi arriva uno tsunami che ci disperde i tasselli, è un miracolo se rimaniamo vivi. Ma anche questa è un’altra storia. Oggi, infatti, vi parlo delle grinze sociali, non degli tsunami psicologici.)
L’unica routine di cui vorrei disfarmi - vi confesso - è il raeggeton estivo, diventato lagna clonata e petulante. Ma non divaghiamo.
Vi racconto qui di ulteriori grinze o spiegazzamenti, sgualciture e strappi (le cui pecette sono spesso crimini e non soluzioni) al panorama cittadino, piccole cose che creano segni e lanciano segnali, restituendo nuovi significati sociali urbani locali, di segno spesso negativo.
Grinze sono i birilli gialli (quelle installazioni atte a delimitare il tracciato della metro leggera) già deceduti, per esempio. I birilli gialli concettualmente andrebbero pure bene, se fossimo automobilisti disciplinati, ovverosia che non giocano a GTA divellendo questi scheletri di Minions, durante la notte, e se togliessero i parcheggi dalla corsia opposta per allargare la ristretta carreggiata.
I birilli gialli sono necessari, perché la nostra autodisciplina di automobilisti fa - appunto - grinze da tutte le parti. Solo che siamo altrettanto scostumati (altra spiegazzatura sociale perdurante) da parcheggiare anche in presenza di divieti. Il caso più classico è Via Carducci, ma dappertutto (e non solo da noi) resistono i soliti arroganti e prepotenti fermi sui passi carrabili, sulle strisce pedonali, sui parcheggi per disabili, in doppia fila, transitanti controsenso, o che bellamente aspettano che tu passi per parcheggiare sul marciapiede. Annovero tra queste prepotenze anche il sostare con auto accesa (se è un diesel, è anche più sfregioso), alla faccia del cambiamento climatico. L’auto d’estate non si spegna per via dell’aria condizionata accesa, una doppia sberla all’etica ecologica, cioè.
Grinzosa è la nuova ZTL serale. Anche qui, il concetto sarebbe buono ed utile. Ma le conseguenze declinate in città hanno più l’aspetto di cascami che non di vantaggi. La mattina dopo, la ZTL è lo scenario di un day after. Qualche mattina fa, l’area era così lercia (anche di bicchieri rotti) che al posto del solito netturbino gentile (che saluto ogni mattina) c’era una squadra con spazzatrice, spazzoloni e soffioni. Ciò mi ha destabilizzato: stiamo peggiorando come cittadini disperati di sagre, mojitos e calzoni fritti o siamo diventati più efficienti, per via delle spazzatrici e della squadra (tipo Ghostbusters) a supporto?
Grinze sono gli inspiegabili ammanchi di sampietrini, anche in assenza di cantieri o posacavi, che deturpano e rendono pericoloso la deambulazione (vd foto).
Tumblr media
Poi, all’improvviso, trovi raduni di sampietrini cumulati in posti indecenti (vd altra foto).
Tumblr media
Grinzosa ed esteticamente triste pure la vista di alcuni barili di carburante utilizzati a mo’ di tavolini, in un minuscolo dehors del centro. Al cattivo gusto non c’è mai fine, ho pensato in un primo momento, ma rinsavendo pochi istanti dopo mi sono rimproverata da sola per non aver riconosciuto che il gestore del bar ha solo intuito e rappresentato l’esprit du temps: barile-sineddoche degli idrocarburi come valore massimo in questa nostra afflittissima epoca.
Vogliamo parlare di quante grinze fanno i dehors?
Ci sono alcune zone ormai impraticabili dai pedoni per sovraffollamento ed espansione indiscriminata di arredi esterni, organizzati a ranghi multipli e serrati, come gli ombrelloni a Trentova (nota e risicatissima spiaggia agropolese). Capisco la voglia di mascherarsi da Città vacanziera e spensierata, ma c’infiliamo nel ridicolo lasciando intuire solo un’avida smania di allargarsi il più possibile, quasi a sfregio di pedoni, buon gusto e decoro urbano.
Ridicoli poi pure gli arredi arrangiati su marciapiedi stretti, accanto ai quali le auto passano radenti: scomodità e inquinamento serviti con gli anacardi e i frittini. Ho sempre immaginato che mangiare ’fuori locale’ dovesse rappresentare un miglioramento dell’esperienza prandiale. Piuttosto, compro una pizza per mangiarla sul terrazzino di casa.
Volete una grinza acustica? Certe volte, a Corso Umberto si sovrappongono più dj-set/karaoke/piano bar. Non vi dico lo strazio della baraonda sonora risultante.
Per la teoria del benaltrismo, tutte queste grinze singolarmente prese non sono una minaccia letale, ma l’aumento, l’intensità e la loro persistenza trasformano una comunità in un’orda distruttrice dei propri stessi luoghi di vita, abbassandone la qualità.
Più allarghiamo le maglie dell’indifferenza, più dilagano il trash, l’incuria e la scostumatezza. Più ci rintaniamo nello scontento solitario e solipsistico, più aumentano i decibel degli imbecilli che a qualunque ora della notte pompano abnormi casse stereo delle auto.
Abitiamo la città come la ranocchia nel pentolone di acqua sul fuoco, del noto aneddoto: non ci stiamo accorgendo del pericolo.
0 notes
unita2org · 3 months
Text
A ILARIA SALIS LE CATENE. CHE VOGLIONO METTERE A TUTTI GLI ANTIFASCISTI D'EUROPA
di Redazione BUDAPEST – E’ iniziato ieri il processo per Ilaria Salis, l’insegnante milanese e ad altri due imputati tedeschi. L’antifascista Salis è entrata in aula in catene come è prassi nei processi nella “democratica” Ungheria, tanto cara a Giorgia Meloni. In aula erano presenti la famiglia, gli amici e gli avvocati italiani. Gli altri due imputati di origine tedesca hanno deciso di non…
Tumblr media
View On WordPress
0 notes
abr · 8 months
Text
Il wokenismo cambia le persone psicologicamente in peggio, perché fa vedere loro, enfatizzandola, l’imperfezione del mondo reale rispetto ad un mondo sognato ma totalmente irreale, addirittura irragionevole, generando frustrazione. Il mondo non è perfetto, ma scegliere il modo in cui guardarlo è uno dei poteri che abbiamo: vedere il mondo occidentale (...) come razzista, omofobo, classista ecc. è giustificabile, se si guarda un’istantanea. Ma se si guarda il film della sua evoluzione, la prospettiva cambia, perché è indubbio che quella occidentale sia la cultura che ha fatto più progressi sotto il profilo dell’uguaglianza, della libertà, del rispetto, e che ancora molti progressi potranno essere ottenuti ma questo richiede tempo, generazioni. Il principio del “tutto e subito” tipico del woke è irrazionale e distruttivo (...).
via https://twitter.com/maurorizzi_mr/status/1699381715448279492
"Cosa ti fa più paura della purezza, Guglielmo?", "La fretta, Adso".
Andrebbe aggiunto che il mondo occidentale vien visto in modo ancor più problematico ma all'opposto dai "non woke", più silenziosi ma molti di più: intriso di autodistruzione, degrado, inciviltà montante, mancanza di rispetto, eccessivo appeasement codardo verso chi non rispetta la nostra civiltà, come detto sopra senza dirlo LA PIU' AVANZATA DI TUTTE sul piano delle libertà e del progresso.
E' proprio questo il punto: il woke non crede a questo punto evidente ed essenziale ma si relaziona e paragona non con la realtà ma con l'ideal. E viene USATO come testa di legno da chi è interessato a predarci e sottometterci, noi e loro. Una volta si chiamavano bolscevichi, poi brigatisti: nulla di nuovo sotto il sole.
43 notes · View notes
thedrama--queen · 4 months
Text
Tra le tante cose che potrei criticare al governo, oggi voglio criticare la scelta di tagliare i fondi per contrastare i disturbi alimentari
Complimenti per la scelta di grande inciviltà, per la dimostrazione di quanto siate poco attenti alla comunità che dovreste rappresentare e tutelare. Complimenti perché vi confermate essere esattamente come tutti i vostri elettori: dei poveri illusi senza un minimo di decenza morale. Complimenti per la deriva incivile che state dando a questo Paese, per la scarsa sensibilità che mostrate per temi altamente impattanti sulla salute e sul benessere psicofisico della comunità. Complimenti perché ogni vostra scelta è un passo verso il degrado più totale.
Non una parola sui fatti di Acca Larentia, minimizzazione costante di qualsiasi argomento rilevante. Sarà forse perché non avete le competenze per fare bene il vostro dovere?
Anzi, io vi dico che una cosa la fate bene, rappresentate esattamente chi vi ha votati. Una classe sociale che si è presa tutto dalla vita e ha lasciato lo schifo e vuole continuare su questa direzione.
Voi siete questo
(non venitemi a fare la morale del "la democrazia funziona così" perché non sapete neanche che vuol dire democrazia)
3 notes · View notes
victorianrob · 2 years
Text
QUANDO LE PERSONE INCIVILI NON PENSANO CHE IL RIFIUTO NON E QUELLO CHE GETTANO MA SONO LORO DIRETTAMENTE , E SAREBBERO LORO CHE DOVREBBERO ANDARE DIRETTAMENTE NON COMPATTATORE DELLA NETTEZZA.
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
1 note · View note
13/11/2023
Una citazione da Una trilogia palestinese al giorno
Noi siamo il prodotto di una realtà e di un'epoca in cui chiari fallimenti si confondono con nascite poco chiare. Noi non rinunciamo ai nostri sogni nonostante continuino a fallire. [...] Abbiamo scelto di credere che il futuro nascerà da questo presente attraverso un processo di trasformazione che ci vedrà protagonisti. Il futuro non verrà da un passato che, a ogni crisi, diventa più potente. Quando facciamo notare che l'unica letteratura composta dalla rivoluzione è scritta con il corpo, ci rendiamo conto che solo sperimentando l'equazione parola-azione si porterà a maturazione una nuova letteratura. Noi siamo coscienti di essere parte integrante della cultura nazionale araba e non una parte a sé. [...] Noi non rappresentiamo una corrente letteraria ma evidenziamo un contesto, un ampio percorso, che dia una qualche forma al concetto di unità della cultura nazionale araba, in un momento in cui si tenta ripetutamente di frammentarla e di negare la sua esistenza. Quel che intendo è che questa cultura è aperta alla propria storia, nella molteplicità delle sue radici. Noi non diciamo che l'Oriente, da un punto di vista culturale, è solo orientale. Né diciamo che l'Occidente è solo occidentale. Per noi non c'è un unico Oriente come non c'è un unico Occidente.
[...] E quando vediamo a quale livello è giunto il logoramento della cultura, quando prendiamo coscienza dell'egemonia che certi parassiti confessionali - privi di capacità e di idee - esercitano sulle necessità quotidiane - o settimanali o mensili - della gente comune, allora non facciamo commenti del tipo: 'C'è la crisi, fuggite!', bensì contestualizziamo il tutto politicamente e stiamo all'erta. Facciamo attenzione alle armi letterarie capaci di nascondere il loro tradimento e la loro pretesa di santità, capaci di infrangere i nostri sogni fingendo disgusto per la politica - detto in altri termini: disgusto per la lotta. No, non siamo estranei in alcuna terra araba. Estranei sono coloro che puntano il dito accusatore contro la nostra estraneità. Loro sono estranei, alla loro storia e al senso della loro esistenza. Sono estranei per una moda passeggera che fa sì che i ladri vedano solo altri ladri. Noi non possiamo accettare di ripiegare sul passato, non accettiamo neppure che perduri il disordine di questo sperimentalismo che non fa che riproporre se stesso. Noi ci lagniamo della mancanza, quando creiamo, di padronanza della lingua parlata dalla gente, ma questo non ci impedisce di perseverare nel rappresentarla, quella gente. [...] Un uso corretto della lingua è diventato sinonimo di arretratezza, la precisione della metrica regresso.La chiarezza è diventata una vergogna, la parola e l'effetto della parola sul pubblico inciviltà. Per dirla in breve: siamo in piena reazione. Lo spirito reazionario, spacciandosi per sinistrorso, si è fatto avanti con tutto l'armamentario tipico della modernità, stracolmo però di tutte le teorie sul ritorno al passato. È riuscito, in anni che vedono degenerare i grandi valori del mondo arabo, a fare in modo che tutti si ponessero gli stessi suoi interrogativi. E intanto il figliol prodigo faceva ritorno alla sua comunità confessionale, al suo ascetismo o al suo esoterismo e dichiarava a gran voce che era pentito di essersi rovinato la vita partecipando a quei movimenti di liberazione che avevano prodotto solo difficoltà impreviste e a quella rivoluzione che ha dimostrato di avere costi troppo elevati.
[...] Quanto alla questione della letteratura, noi scriviamo - o facciamo scrivere, in nome della libertà creativa - per polarizzare, nonostante le nostre divergenze, pochi bagliori intorno a un'idea che si fonda su basi molto semplici: vogliamo liberare noi stessi, il nostro paese e le nostre menti; vogliamo vivere il nostro tempo con dignità e fierezza. Continuando a scrivere, noi esprimiamo la nostra fede nella scrittura. È per questo che non ci sentiamo una minoranza. Diciamo chiaramente che noi siamo la minoranza-maggioranza. Diciamo chiaramente che veniamo da quest'epoca, non dal passato, né dal futuro.
Editoriale di Mahmoud Darwish, in “al-Karmil”, n. 5 (1982), in Una trilogia palestinese
2 notes · View notes
ivanscudieri-blog · 8 months
Link
05.09.2023 Estate a Vaccheria: schiamazzi, rifiuti un luogo che merita maggior rispetto! L'educazione civica, il rispetto delle regole e degli altri. La paura che genera il silenzio di chi, per quieto vivere, troppo spesso abbassa la testa e tollera atteggiamenti maleducati e scorretti. Ho un sassolino nella scarpa, un luogo libero dove poter dire basta, dove poter gridare la propria frustrazione e rabbia e diffondere un messaggio dove le parole dette possono essere un'arma potente per provare a stimolare le coscienze.
0 notes