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#gonfie vele
sollevare-il-mondo · 9 months
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La mia vita ha la tendenza ad andare a gonfie vele e a cadere in pezzi nel giro di pochi giorni.
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buscandoelparaiso · 4 months
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guardando un thread di video momenti trash durante i festeggiamenti per la vittoria della conference
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nonsaremodellestar · 5 months
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Il Bologna con l'asterisco
Non ce la faccio troppi ricordi
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svogliata-mente · 6 months
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hey girl did you know that uhm... io che vidi le eclissi che vinsi calipso che vinsi gli abissi fra gli istmi mai visti che vinsi e sconfissi sì scilla e cariddi ora riposo sui fondali dell'andalusia
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pensierispettinati · 11 months
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"Mio zio Alex Vonnegut, mi diceva che quando le cose stanno andando a gonfie vele bisogna rendersene conto. Parlava di occasioni molto semplici, non di grandi trionfi. Bere un bicchiere di limonata all’ombra di un albero, magari, o sentire il profumo di una panetteria, o andare a pesca, o sentire la musica che esce da una sala da concerti standosene fuori al buio, oppure, oserei dire, l’attimo dopo un bacio. Mi diceva che era importante, in quei momenti, dire ad alta voce: Cosa c’è di più bello di questo?"
(Kurt Vonnegut, Quando siete felici fateci caso)
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chaoticelegant · 11 months
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Portrait of Ena Wertheimer: A Vele Gonfie
John Singer Sargent 1904
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battitiveloci · 1 month
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A quando andava tutto a gonfie vele
E mi faceva stare bene
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nineteeneighty4 · 26 days
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Il datore di lavoro :
“Devi conoscere le rifiniture dei vari materiali.Se ti dico acciaio ,ottone,ottone brunito ,bronzo spazzolato,devi capire di che stiamo parlando!”
Ok, smanetto per circa un’ora senza capire granché. lo spazzolato è una sorta di satinato,il cromato crea l’effetto lucido , imbrunito significa invecchiato o qualcosa del genere. L’ottone è giallo ,il bronzo ,se non ossidato ,vira al rame.
5min dopo (sempre il datore) : “Abbiamo lampade in acciaio qui dentro?fatti un giro e fammi sapere!”
Faccio il giro e no ,lampade in inox non ce ne sono.Riferisco il tutto e bam trabocchetto mi indica una coppia di applique sopra un mobile la cui rifinitura più che l’acciaio ricorda l’ottone anticato,nel senso che è proprio difficile non confondere i due materiali. (Cazziata giornaliera incassata).
“Qui un tempo non era così,dobbiamo essere preparati. Guardati i parati ,le texture,il materico in modo tale da poter proporre al cliente l’articolo che più rispecchia le sue aspettative. Non è che ci possiamo muovere impreparati “
Ok,prendiamo i cataloghi e continuiamo a fissare il vuoto per altre due ore perché senza capire con mano di che stiamo parlando,’sto mestiere non so farlo. Clienti non ce ne stanno e io non è che posso interagire con i muri.
“Ricordati che ci sta sempre qualcosa da fare.quando proprio non sai come impiegare il tempo vatti a fare una ripassata nel reparto profumi “
Ok,messaggio recepito. Mi dirigo al reparto profumi e boh. Cazzo dovrei fare dopo aver sistemato tutte le confezioni negli scaffali ,aver imparato la piramide olfattiva di ogni fragranza, aver apposto prezzi e sconti di ogni sorta sotto qualsiasi confezione,già un mese fa,lo sa solo lui.
Alla fine ,per forza di cose, mi ritrovo nuovamente davanti al pc , titubante sul da farsi e in completa soggezione sia per i click del mouse -simili a crepe su cristallo- che per il silenzio assordante calato durante il corso del pomeriggio .
“Senti chiariamoci una cosa,non è che ti puoi assentare per mezz’ora così senza darmi una spiegazione né nulla. Sono il tuo datore di lavoro,con L -la collaboratrice che mi ha preceduto- le cose funzionavano diversamente. C’era sinergia,lei si faceva capire. E tra di noi andava tutto a gonfie vele”
Io che nel frattempo pensavo alla linea internet che la WINDTRE alla fine mi ha davvero disattivato,alle corse fatte per cercare di parlare con un operatore in negozio ,allo stress di non aver mangiato , all’ansia di non aver più potuto verificare l’importo giornaliero sulla Postepay ecc,ascoltavo muta,senza proferire parola.
“Cioè ‘sto posto lo devi gestire tu. Vedi che sto parlando con un cliente,saluti e ti siedi. Senza dare una spiegazione,né aggiungere altro. .. mi fai pensare che sei una persona poco affidabile .Evidentemente ho sbagliato io a capire”
Per mezz’ora di ritardo,pur avendolo avvisato?Perché non posso campare in funzione sua con tremila problemi che devo risolvere? Addirittura non sono affidabile?ma dove sta la gente come mio nonno che si sedeva a tavola con gli operai e non li mortificava?esistono persone a questo mondo capaci di provare empatia verso il prossimo?
D’un tratto non ce l’ho fatta più ,fa parte del mio carattere provare a dare un senso a tutto.
“ Mi scusi ma cosa avrei dovuto dirle?era impegnato in un’altra conversazione,con un cliente.non mi sembrava il caso di interromperla…”
Oltretutto si possono avere dei fatti propri di cui non si ha voglia di discutere o dobbiamo per forza aprirci pure quando vorremmo stare in silenzio,perché per la società è giusto così?
“Io sono il tuo datore di lavoro,devi portarmi rispetto”
Evidentemente è proprio un jolly che usano i capi…manco se avessi ammazzato qualcuno…rispetto di cosa,poi, non si è capito. Tutti che lo pretendono e nessuno che lo dia.
“Ti sei seduta,messa davanti al computer e basta. Mi hai persino chiesto di attaccarti la presa, alzati e fallo da sola!”
Io interdetta. Prima mi dice: questo tavolo così come lo vedi è stato creato per proporre un ambiente sano , alla pari ,in cui si annullano le gerarchie e le distanze ,perché dai miei collaboratori mi aspetto un rapporto onesto a livello intellettuale, poi però quando mi comporto così, in maniera piu spontanea, mette una zavorra fra di noi. Ho passato un pomeriggio di merda , a rimuginare su degli errori CHE NON CREDO di aver commesso. A sentirmi in colpa e umiliata per cose che non mi appartengono,a rompere iceberg quanto una casa e ad ottenere zero risultati con un tizio che a sessant’anni suonati il peso della vecchiaia pretende di farlo scontare agli altri con i suoi umori ballerini.
“Mi metta alla prova allora perché io non ho capito cosa vuole che faccia esattamente…Devo stilare questo preventivo qui ,di cui si sta occupando?facciamolo! Se lei non mi insegna,non posso mettere mano su cose di cui non ho padronanza “
“Senti non è che ti puoi mettere a fare ciò di punto in bianco “
“Ma lei ha detto che questo è il mio lavoro e che dovrei farlo io ,al suo posto. Come posso venirne a capo se non mi fa capire in cosa consiste …?”
E alla fine non abbiamo più parlato per quattro ore. Siamo rimasti seduti uno di fronte all’altro senza aggiungere niente e mi è andata bene. Per una volta ho mollato gli ormeggi. Ho fatto il morto sulla superficie del mare,perché ero stanca di nuotare e mi sono concentrata su altro: sui miei ricordi,dicembre. Sui miei sogni , sulle parole che avrei voluto dire e non ho detto. Sul tempo che nessuno vuole concedermi e l’ho fottuto.
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crazy-so-na-sega · 8 months
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L’agenda Draghi sembra proseguire a gonfie vele sotto il governo Meloni: fondi del PNRR destinati a tutto tranne che all’istruzione, omologazione al mondo del lavoro schiavo del mercato come finalità dell’istruzione e sempre meno partecipazione degli studenti all’interno delle scuole. Una trasformazione continua verso la scuola-azienda privatizzata al servizio delle multinazionali, con quella aggiunta di tinte arcobaleno e politicamente corretto a condire il tutto. Bentornati ragazzi.
-Andrea Grieco
avanti così....
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fridagentileschi · 9 months
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CHE BELLA L'ITALIA PRIMA DEL 68
L'Italia era nell'occidente l'enfant prodige. Era un paese ottimista, dove si lavorava e col lavoro era arrivato il miracolo economico. Si esportava e le aziende andavano a gonfie vele. Non c'era terrorismo e pochissima criminalita'. La lira poneva le basi dell'oscar delle monete. La posta veniva recapitata tre volte al giorno, gli ospedali funzionavano, nelle scuole si studiava non tanto quanto in passato ma ancora abbastanza. Il cinema distraeva e produceva tantissimi film l'anno, i teatri erano pieni, si costruivano case e strade...il futuro non era un problema.
Poi e' venuto il trionfo di chi giudicava Einaudi un vieto reazionario, Scelba un aguzzino, il profitto un crimine, il lavoro una schiavitu', il terrorismo una sacrosanta protesta, il terrorismo palestinese a cui si apri' la porta e di li all'islam, l'assenteismo un diritto: ed e' venuta l'Italia della paura, degli ospedali indecenti, delle universita' con il 27 politico, della cassa integrazione, della produzione calante, dell'inflazione, cattivo cinema, dei sequestri, degli attentati. La scomparsa del merito, dell'autorita', dell'educazione e del decoro. Il 68 e' stato l'inizio di un incubo mai finito che ha imprigionato la cultura nell'ideologia, ha eliminato il dissenso, Al momento esso e' rappresentato dal birignao buonista, multiculturalista. Perche' questo e' il bello, anzi il brutto, il pensiero reducista non si evolve. Cambia, si trasforma. Come i figli di papa' annoiati che fecero il 68 con gli eskimo e oggi sono in giacca e cravatta. Perche' i reazionari di allora non erano gli operai a cui e' stata tolta la scena ma erano di estrazione borghese, attratti dal culto della violenza per la violenza. Volevano cancellare l'eccellenza ovunque la trovassero. Ecco i risultati della chirurgia intellettuale della sinistra: un popolo di analfabeti, e di analfabeti di ritorno dove le pagelle sono state sostituite dalla tessera di partito. Generazioni di ignoranti, eterni bambini, incapaci di farsi educare e di educare. Un'infanzia eterna. Ma quando finisce il 68?
( articoli di Indro Montanelli, Mario Cervi e Roberto Gervaso)
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ricorditempestosi · 10 months
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a quei momenti lì
a quando andava tutto a gonfie vele
e mi faceva stare bene
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t-annhauser · 7 months
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Il mio blog nostalgia sta andando a gonfie vele, è incredibile come la fuffa sia di gran lunga la cosa che ha più probabilità di successo su internet, pare quasi che sia fatto apposta. Blog per cinquantenni nostalgici degli anni '80, non sapete che vi siete persi voi giovani amici nati dopo l'uscita di Violator.
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autolesionistra · 6 months
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Metallo Pesante S01E04
La ferramenta dello sbarbo
Qualche mese dopo la chiusura della ferramenta dei gemelli si aprì una nuova saracinesca poco distante pronta a mitigare la disperazione dei ciappinari del quartiere. Già in fase di allestimento l'eccitazione era palpabile, mentre sistemavano gli arredi c'erano spontanee manifestazioni di entusiasmo da qualche passante "ma quindi aprite una nuova ferramenta? bene bene, ce n'era bisogno". Pronto a far due chiacchiere sulla soglia c'era questo ragazzone di età indefinita fra i diciotto e i venticirca anni, carico a pallettoni e con un accento bolognese spesso come muro portante, che raccontava che i suoi gli avevano dato una mano ad aprire, che tanto lui con la scuola non ci era mai andato tanto d'accordo e si era lanciato in un'avventura.
Fin da subito furono evidenti alcune forti differenze con la compianta ferramenta dei gemelli. La prima di approccio: il nuovo sbarbo era ciarliero quanto i gemelli erano laconici, per quanto il tempo di attesa alla fine fosse uguale visto che dai gemelli c'era sempre una fila eterna. La seconda, di assortimento: una certa predilezione per l'accessoristica inutile tipo scopini da cesso, tendine e simili a scapito di minuteria e attrezzi di lavoro si traduceva nell'assenza del tipico aroma di ferramenta (più simile al ferro unto che alla plastica imballata di fresco), appaltato ogni tanto alla saltuaria duplicazione chiavi che regalava l'evocativo retrogusto di limatura fresca.
Nella speranza di mantenere le vestigia di una ferramenta di quartiere, tentai di visitarla spesso. L'esperienza però si rivelò un poco spiazzante: circa il 75% delle visite si chiudeva con un giro a vuoto per assenza di quello che cercavo. Facevo comunque chiacchiere piacevoli con lo sbarbo, ma forse uscire da un esercizio commerciale a mani vuote e con un vago senso di stordimento e di calore umano è più una cosa che si cerca in birreria che non in ferramenta.
I restanti viaggi a buon fine davano comunque segnali preoccupanti. Una volta feci fare quattro chiavi, e tutto contento mentre lo faceva mi raccontava che "per fortuna ne hai solo quattro, l'altro giorno è venuto uno che me ne ha fatte fare cinquanta! Cinquanta, capisci? Poi non voglio lamentarmi del lavoro eh." Però un po' sembrava che sì. Il sospetto che gli affari non andassero a gonfie vele fu poi confermato quando chiuse a circa dieci mesi dall'apertura.
La zona è rimasta senza ferramenta da allora e i locali son poi stati riaperti da altri due sbarbi che impagliano sedie e a cui nessuno avrebbe dato due lire e invece vanno fortissimo, ma questa è un'altra storia.
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petalididonna · 1 year
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poesie di Charles Baudelaire
poesia: La musica
Spesso è un mare, la musica,
che mi prende ogni senso!
A un bianco astro fedele,
sotto un tetto di brume o nell'etere immenso,
io disciolgo le vele.
Gonfi come una tela i polmoni di vento,
varco su creste d'onde,
e col petto in avanti sui vortici m'avvento
che il buio mi nasconde.
D'un veliero in travaglio la passione mi vibra
in ogni intima fibra;
danzo col vento amico o col pazzo ciclone
sull'infinito gorgo.
Altre volte bonaccia,
grande specchio ove scorgo
la mia disperazione!
Notte❤️
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auguri🩵🩵 allego foto di quando andava tutto a gonfie vele etc etc perché sì
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grazie ma così piango 😭😭😭
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cercamiinunsogno · 2 years
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Te l'ho già detto una volta, mi ricordavi il mare
Le luci di Natale, gli schiaffi sul sedere e lo spazzolino uguale
La Panda manuale, bruciare in una notte come una cattedrale
E non è colpa mia
Se tutta questa luce, luce, luce, non ti illumina più dentro casa mia
E non è colpa tua
Se tutti questi destri, destri, destri, al muro non ci fanno ritornare lì
A quei momenti lì
A quando andava tutto a gonfie vele
E mi faceva stare bene
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