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Su @costruire.storie Di @nicomaggio.inthemiddleage L’Assedio angioino di Messina (2 giugno - 26 settembre 1282) rappresenta una pagina cruciale nella storia della città dello Stretto, nell’evoluzione della rivolta del Vespro e, per estensione, di tutto il contesto geopolitico mediterraneo a cavallo tra XIII e XIV secolo. La città portuale, dopo essersi elevata a Comune autonomo il 28 aprile del 1282, si solleva contro Carlo d’Angiò, ponendosi sotto la signoria della Chiesa di Roma - abbraccia, dunque, soltanto in un secondo momento la causa della Communitas Siciliae - e annienta la guarnigione francese presente nella Clavis Siciliae agli ordini del vicario Eriberto d’Orleans. Il ritardo nella partecipazione dei Vespri siciliani si spiega tenendo presente che Messina godeva, sotto l’amministrazione angioina, di diversi privilegi rispetto alle altre universitas siciliane, che la rendevano, de facto, la prima città demaniale dell’isola per importanza politica, strategica, economica (Carlo farà di Messina sede del Vicariato e dell’ammiragliato, potenzierà il porto, favorirà i commerci e i ceti mercantili locali). Al di là delle macro cause dei Vespri siciliani (eccessivo fiscalismo del governo angioino, spostamento della capitale da Palermo a Napoli e annullamento dei poteri e delle funzioni del Regio Parlamento), i motivi principali che spingono Messina a ribellarsi e ad abbracciare il Vespro, dunque, vanno ricercati in un graduale distacco tra potere centrale e ceti urbani e nelle aspirazioni di quest’ultime ad una sempre maggiore autonomia. La rivolta e successiva resistenza vittoriosa della città peloritana, che coinvolge tutti i ceti sociali cittadini senza distinzione di sesso o età, segna la prima vera sconfitta di Carlo d'Angiò durante la rivolta del Vespro. Una vittoria che ci è stata tramandata dalle cronache siciliane e catalane filoaragonesi, si pensi all' "Historia Sicula" di Bartolomeo Neocastro, intrisa di patriottismo civico "peloritano", o alla "Cronica" dell'almogavero Ramon Muntaner, al servizio di Pietro III d'Aragona. #assediodimessina #1282 #vesprisiciliani #vespro #vesprosiciliano #carlodangiò #pietroiiidaragona #costruirestorie (presso Messina, Italy) https://www.instagram.com/p/CoE6uHotlS2/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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Su @costruire.storie Di @nicomaggio.inthemiddleage MEDIEVALISMI ROMANTICI. Il Medioevo dei Preraffaelliti: Waterhouse e il "Decameron" William Waterhouse (1849-1917), "A Tale from Decameron" ("Una novella del Decamerone"), 1916. I giovani novellatori del Decamerone di Boccaccio, riuniti attorno al narratore del giorno. Colpisce, dell'opera del preraffaellita, la bellezza arturiana, nordica, delle giovani narratrici, si pensi alle varie Ginevra, Morgana, Ophelia, soggetti prediletti di Morris, Gabriele Rossetti e Mirrais, nel candore della loro pelle e portamento nobiliare, l'amenità e serenità del momento, quasi un'altra dimensione temporale / spaziale rispetto alla realtà quotidiana (il bosco e tutta la simbologia di "passaggio" verso l'altro, e locus amenus ma anche di profondo cambiamento, cui rimanda il dipinto), i fiori (primule, rose, nontiscordardime) simbolo romantico - e vera chiave di lettura esoterica - misterica di molte opere preraffaellite - di speranza, amore giovanile e nostalgia, l'attenzione ai dettagli (vestiario del novelliere e delle dame) che si richiama a modelli reali trecenteschi. Un ritorno al medioevo letterario tradotto nel linguaggio simbolico, allegorico e romantico dei Preraffaelliti che proprio al Medioevo guardavano con nostalgia e sentimento, con l'ottica di rinnovare, partendo dalle arti, il presente. Nicolò Maggio #preraffaelliti #watherhouse #medievalismi #medievalismo #costruirestorie https://www.instagram.com/p/CjSz3YFtflE/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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8 luglio 1138. Innocenzo II scomunica Ruggero II. Con la Bolla di Avellino del 27 settembre 1130, Anacleto investiva Ruggero della Corona regia di Sicilia, oltre a conferirgli i titoli di Duca di Calabria e Puglia, Principe di Capua. Tuttavia Innocenzo II, con il sostegno delle forze imperiali di Lotario II, conquistata la città normanna di Melfi, dichiarava la deposizione di Anacleto II con il Concilio di Melfi V (29 giugno 1137) e delegittimava lo stesso Ruggero II (4 luglio). Morto Anacleto (25 gennaio 1138), Ruggero II, con l’appoggio dei Pierleoni, fece eleggere papa Gregorio Conti con il nome di Vittore IV il quale, però, si dimise poco dopo a favore di Innocenzo II che restava, così, l’unico Papa legittimo. Lo stesso anno, l’otto luglio 1138, Innocenzo II scomunicava Ruggero II, dichiarando illegittima l’elezione di Anacleto II e invalidi gli atti dell’Antipapa a favore di Ruggero, come la concessione della monarchia siciliana. La scomunica verrà ratificata dal Papa nel corso del Secondo Concilio Laterano (4-11 aprile 1139), salvo poi essere annullata il 22 luglio a causa della sconfitta delle truppe pontificie presso Galluccio. Il Papa si trovava costretto a riconoscere infine tutti i titoli già in precedenza riconosciuti a Ruggero da Anacleto (Corona di Sicilia e Duca di Puglia e Capua), ma il conflitto diplomatico - politico che aveva avuto inizio con lo Stato Pontificio sarà destinato a ripresentarsi a più riprese nella storia del Regno Normanno (e poi Svevo) di Sicilia e sarà uno degli elementi che tenterà di minarne la struttura e le istituzioni nel corso della Guerra del Vespro. (Nicolò Maggio) #8luglio1138 #innocenzoII #ruggeroII #sicilia #papa #altavilla #normanni #palermo #anacleto #antipapa #storia #medioevo #accadeoggi #costruirestorie #regnodisicilia (presso Melfi, Italy) https://www.instagram.com/p/CRFDdF3FqDfxJ2E9FFOrR0wVyJPu-WrKTbnPpo0/?utm_medium=tumblr
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In ricordo del professore che amava i Draghi. J.R.R. Tolkien (3 gennaio 1892-2 settembre 1973). Un mio breve contributo su @costruire.storie #costruirestorie, sull'autore del XX secolo, padre dell'High Fantasy Contemporaneo, a 48 anni dalla sua scomparsa. La Terra di Mezzo quale “metafora del migliore dei mondi possibilI”, ma anche espressione più alta dell’immaginazione creativa, della capacità dell’uomo, del poeta, il “sub-creatore” per eccellenza, di avvicinarsi alla volontà e al disegno creatore di Dio, generando un Universo nuovo, unico, coerente, dai precisi contorni geografici, con le proprie specificità, popoli ed evoluzione storica, partendo dalla lingua, dal linguaggio, vero protagonista dell’opera del professore di Oxford, tratto distintivo di un popolo e di una cultura, al quale lo scrittore attribuisce la capacità più grande, quella di generare miti, sulla scia dei romantici Herder, Schelling e Schlegel. Scriverà l’autore, nel suo saggio On fairy tales: «La mente che pensava a leggero, pesante, grigio, giallo, fermo, veloce concepiva anche una magia che poteva trasformare il piombo grigio in oro giallo, e trasmutare la roccia ferma in acqua corrente ... Se siamo in grado di separare il verde dall'erba, il blu dal cielo, il rosso dal sangue, allora possediamo già il potere di un incantatore ... E allora ecco svegliarsi in noi il desiderio di provare quel potere nel mondo esterno. All'interno di una tale fantasia ... vengono create nuove forme. Il Regno delle Fate comincia, e l'uomo diventa sub – creatore». Nicolò Maggio @nicomaggio.inthemiddleage @nico_maggio_92 #tolkien #anniversariotolkien #ilsignoredeglianelli #lohobbit #laterradimezzo #gliannalidellaterradimezzo #annalidellaterradimezzo #jrrtolkien #fantasyepico #highfantasy #fantasy #autore #del #secolo #ventesimo #epica #nuova #perun #nuovomillennio (presso Terra Di Mezzo) https://www.instagram.com/p/CTUkaWztC_atakblpVNkPMZJIZsJe4acIEFDbU0/?utm_medium=tumblr
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I Montaperto, Principi di Raffadali (XII - XX secolo). Storia di un caratteristico blasone araldico. Lo stemma araldico della famiglia Montaperto ci racconta, attraverso le sue immagini e i suoi simboli, la storia e le imprese di questo casato: nobile famiglia agrigentina, i suoi illustri esponenti furono notabili di rilievo delle Corti Reali Normanne. L'origine del casato viene fatta risalire a Giovanni Matteo Montaperto, ufficiale dell'esercito normanno giunto in Sicilia a seguito di Ruggero il Gran Conte e padre di Giorlando Montaperto. Proprio Giorlando, per aver contribuito decisamente alla conquista normanna della fortezza araba della Guastanella (1086), nell’agrigentino, sarebbe stato infeudato nel 1096 da Ruggero I con il possesso della piazzaforte strappata agli arabi e delle terre circostanti la Guastanella (da qui, secondo la tradizione, deriverebbe il nome del Comune di “Raffadali”: da "raffa", terra, ed "Alì", comandante della guarnigione musulmana della Guastanella sconfitto da Ruggero. Lo stesso anno avrebbe luogo, secondo la tradizione, il riconoscimento del blasone araldico della famiglia da parte di Ruggero: scudo con rose bianche/argentee alternate e separate da sbarre bianche diagonali, su sfondo azzurro. Lo stemma odierno del Comune di Raffadali (1865) è direttamente ispirato allo stemma principesco dei Montaperto, come descritto dallo Statuto Comunale. L'originario blasone dei Montaperto (XII secolo) consiste in uno stemma con nove rose bianche/argentee disposte in ordine 1-2-3-2, intervallate da bianche sbarre oblique su sfondo azzurro. Con il passare dei secoli lo Stemma della famiglia si è arricchito di dettagli e particolari, a seguito del matrimonio tra Ludovico Montaperto e Antonia Uberti e dell'acquisizione del titolo di Principi di Raffadali. Nel blasone completo compaiono infatti le Armi degli Uberti del Ramo Siciliano, scaccato blu e oro, aquila imperiale su sfondo rosso. In cima il cavaliere al galoppo che fiorisce tra le fiamme di un "Monte aperto", spaccato a metà, e il motto "Ad Astra", Verso le Stelle. #costruirestorie #costruirestoria #nicomaggiointhemiddleage #montaperto #raffadali #sicilia #regnodisicilia (presso Chiesa madre Raffadali) https://www.instagram.com/p/CRbRK31lBPs4IEKCgoRdktbW8GcssUO8NRXYYo0/?utm_medium=tumblr
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Medievalismi vittoriani: la Dama seducente e pericolosa dei Preraffaelliti. Tra i soggetti pittorici prediletti dalla Confraternita dei Preraffaelliti - sorta di associazione di artisti e pittori romantici inglesi, attiva tra la metà del XIX secolo e gli anni Venti del Novecento, che dichiarava di ispirarsi agli ideali, ai metodi ed alla "pittura prima di Raffaello" - vi è la Dama "perigliosa", la donna seducente, pericolosamente attraente, ostacolo al cammino iniziatico e circolare di purificazione-perfezione dell'eroe, o nobile e severa, o ancora morente per un amore sofferto, struggente, non corrisposto o vittime di un tragico destino. Le donne dei Preraffaelliti capovolgono in un certo senso l'idea di amor cortese e l'immagine classica e standardizzata della donna angelica o beata: ben al di là dall'essere delle semplici comprimarie dei cavalieri uomini, relegate al ruolo di nobildonne da conquistare con gesta e virtù cavalleresche, le dame preraffaellite sono le protagoniste assolute della scena, consapevoli della propria bellezza e potenzialità, seducenti e affascinanti, in grado di dominare e condizionare le scelte anche dei più valorosi eroi maschili o, in ogni caso, eroiche, di una bellezza surreale, protagoniste tragiche nella loro simbolica ed emblematica morte. Il Medioevo del Ciclo Bretone, arturiano, romanzato da Tennyson e messo in scena da Shakespeare diventa il filo conduttore di tali opere è lo sfondo per queste bellissime e pericolose dame, in linea con lo spirito e il gusto romantico del tempo volto a fare dell'età di mezzo il momento aureo dell'eroismo, della pura fede cristiana, del fantastico e dell'irrazionale. Un revival che aveva i tratti di un ritorno attivo e partecipato all'antico, non solo un tiepido ed emotivo vagheggiamento, ma un’alternativa valida da attuare per rivoluzionare il mondo moderno, sia sotto l'aspetto sociale, economico e industriale, sia, naturalmente, sotto l'aspetto pittorico, artistico, architettonico, riprendendo e rielaborando modelli, simboli e stili dell'età di mezzo. #costruirestorie #medievalism #medievalismoromantico #preraffaelliti #romanticismo #medievalismo #preraffaellitiamoreedesiderio #amore (presso London, United Kingdom) https://www.instagram.com/p/CQ04MRsF-7s7KWTpijnnfZC-yK1NjiuJAad40g0/?utm_medium=tumblr
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30 giugno 1409. Battaglia di Sanlurí. L'esercito catalano-aragonese di Martino I sconfigge pesantemente le forze militari del Giudicato d'Arborea. La domenica del 30 giugno 1409, all'alba, Martino il giovane risale il Flulmine Mannu, in direzione Borgo Sanlurí; Guglielmo III esce alla scoperto e tenta di spezzare la prima linea avversaria con la cavalleria. Martino, da fine stratega, schiera repentinamente l'esercito a Cuneo, riuscendo a sfondare le linee nemiche e dividendo l'esercito avversario in due tronconi. Una parte dello schieramento degli Arborensi, riparò presso Sanluri, che venne espugnata, e verso il Forte di Monreale che invece resistette all'assalto. L'altro schieramento dell'esercito tentò di raggiungere i reparti a Sanluri ma fu bloccato dai fanti e dalla cavalleria aragonese tra il fiume Mannu e la vallata di Furtei. Restati isolati i soldati di Guglielmo III tentarono una resistenza insperata su un'altura della vallata dove finirono massacrati dal sopraggiungere di un contingente di rinforzi aragonesi di duemila uomini (quell'altra è infatti nota, da allora, con il nome di "S'Occidroxiu", il macello). Qualche giorno dopo la vittoria Martino I il giovane moriva però di malaria mentre, l'anno seguente, si spegneva, il padre Martino il Vecchio, segnando la fine del casato dei Conti di Barcellona re d'Aragona. La vittoria porto alla conquista quasi completa della Sardegna, ratificata con la pace di Oristano il 29 marzo 1410. Circola una curiosa leggenda sulla morte di Martino I, secondo la quale il sovrano sarebbe stato sedotto da una giovane e bella donna di Sanlurí, e da questa sfinito fino alla morte tramite lunghissimi amplessi (leggenda descritta dagli storici Manno e Casula). (Nicolò Maggio) #costruirestorie #30giugno #30giugno1409 #battagliadisanlurì #martino #giudicato #sardegna #aragona #medioevo #storia #accadeoggi #costruirestorie #sardegna #sanluri #forte #arborea #giudicatodiarborea #regnodiarborea #regnodisardegna #martinoilgiovane #martinoilvecchietto #labelladisanluri #leggendesarde #storiasardegna #sardegna #storiedellasardegna (presso Sanluri) https://www.instagram.com/p/CQv3mcIFzdOhewCpO-8ZiuIYPKe3J8LDB1WcBw0/?utm_medium=tumblr
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24 giugno 217 a.C. Battaglia del Lago Trasimeno. Annibale Barca, Comandante Supremo dell'esercito cartaginese, sconfigge pesantemente l'esercito romano di Gaio Flaminio presso il Lago Trasimeno La mattina del 24 giugno i romani si inoltrarono nella valle tra le colline e il lago, nella direzione dell'accampamento di Annibale, l'unico visibile. La nebbia che quel giorno ricoprì l'area fu un ulteriore fattore a vantaggio del Barcide. Una volta che l'esercito di Flaminio penetrò completamente nella valle, con alle spalle il lago, Annibale diede il segnale alle truppe nascoste di attaccare contemporaneamente: i fanti celtici e i cavalieri attaccarono il fianco sinistro dell'esercito romano, spingendo i soldati nemici verso il lago, mentre la fanteria leggera e i frombolieri, aggirando il colle dietro il quale erano nascosti, chiusero la via di fuga ai romani attaccando di sorpresa il fianco destro dell'esercito dopo aver effettuato una curva a nord. Annibale attaccò frontalmente con la fanteria pesante. Accerchiati e colti di sorpresa, i romani soccombettero sotto i colpi dei Cartaginesi o morirono annegati nel lago nel tentativo di sfuggire alla morsa mortale del Barca. Stessa sorte toccava a Flaminio, ucciso sul campo dalla cavalleria celtica. Furono circa quindicimila le perdite subite dai romani, diecimila circa i soldati fatti prigionieri, seimila soltanto i sopravvissuti; dal lato cartaginese le perdite furono minime.. Queste stime ci sono state consegnate dagli storici d'età classica Tito Livio e Polibio, attenti studiosi dei fatti, precisi nel descrivere le battaglie combattute da Roma nel corso delle Guerre Puniche (nonostante l'ottica filoromana preponderante). La pesante disfatta, la morte di Flaminio, la distanza delle legioni di Servilio da Roma, la paura e la preoccupazione dilaganti nell'Urbe per l'eventualità di un attacco prossimo, spinsero i comizi curiati a nominare dittatore Quinto Fabio Massimo, che sarà detto il Temporeggiatore (il "Cunctatur") per la strategia tesa a prendere tempo attaccando Annibale con azioni di disturbo, guerriglia e piccoli agguati. #costruirestorie #annibale #battagliadeltrasimeno #guerrepuniche #cartagine (presso Trasimeno Lake) https://www.instagram.com/p/CQhhiTtlMXRNsR6vgq37BxA8xUJBaBK1LMQeXU0/?utm_medium=tumblr
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23 giugno 1565. I turchi ottomani espugnano Forte Sant'Elmo difeso dai Cavalieri di San Giovanni, sull'isola di Malta. L'assedio di Malta del giugno 1565 rientra nel più vasto contesto militare del grande assedio dell'isola che vide contrapporsi i Cavalieri dell'Ordine di San Giovanni di Malta, rappresentanti le forze cristiane d'Europa e l'Impero Ottomano deciso a eliminare definitivamente la minaccia rappresentata dall'Ordine degli Ospitalieri che contrastavano efficacemente le scorrerie saracene nel Mediterraneo, i loro assalti a imbarcazioni e mercantili cristiani. Obiettivo dell'Impero Ottomano era costituire una base militare e navale nel Mediterraneo a Sud della Sicilia, da cui muovere per l'invasione dell'Italia. Il forte, dalla tipica forma a stella, era stato costruito dai Cavalieri dell'Ordine fra 1530 e 1565 e potenziato con un Rovellino (fortino di piccole dimensioni a difesa dell'ingresso) pochi mesi prima dell'inizio dell'assedio. Il forte fu costruito con le più avanzate e moderne tecnologie edilizie da quattro architetti italiani, per volere del Gran Maestro dell'Ordine fra' Juan de Homedes, così da resistere a lungo ed efficacemente a violenti assedi e ai colpi dell'artiglieria. Malta rappresentava, infatti, l'ultimo baluardo di difesa della cristianità contro gli ottomani, data anche la difficile situazione politica interna dell'Europa, caratterizzata dai conflitti fra le diverse potenze cristiane. L'Impero Ottomano di Solimano il Magnifico, al contrario, dopo la presa di Costantinopoli nel 1453, era in piena espansione e numerose forze di corsari barbareschi infestavano il Mediterraneo, saccheggiando le coste d'Italia e di Spagna, attaccando e sequestrando navigli e approvigionamenti cristiani guidati dai condottieri musulmani Dragut e Occhialí. Nicolò Maggio #assediodimalta #costruirestorie #ordineospitaliero #ordinedisangiovanni #malta #fortesantelmo #assedio https://m.facebook.com/story.php?story_fbid=10223080913083331&id=1596114394 (presso Fort Saint Elmo) https://www.instagram.com/p/CQdRJ3sFTLs2IOqkqAiclUZ6bgj_KeYolGqYzI0/?utm_medium=tumblr
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22 giugno 168 a.C. Battaglia di Pidna. Lucio Emilio Paolo "Macedonico" sconfigge la falange di Perseo e pone fine alla III Guerra Macedonica. Dal punto di vista geo-politico la battaglia determinò la fine del terzo conflitto macedone, la conquista romana della Macedonia che venne suddivisa in quattro repubbliche su proconsolato di Emilio Paolo, il successivo assoggettamento della Grecia da parte di Roma. Da un punto di vista tattico militare la battaglia di Pidna segnò invece la supremazia della mobile e versatile falange romana, abituata, sin dalle guerre contro i Sanniti, a combattere in territori impervi, collinari, irregolari, sulla compatta ma rigida e statica falange macedone, avvantaggiata su terreni aperti - come mostrano le vittorie di Filippo II e Alessandro Magno contro le poleis greche e l'impero Persiano a Cheronea e Granico - ma in maggiore difficoltà su terreni scoscesi, montuosi, impervi; ne è un valido esempio la sconfitta di Pidna, nel corso della quale la falange macedone, nel tentativo di inseguire i legionari romani sulla montagna, resta scoperta in vari punti e sui fianchi, perde compattezza, ed è inoltre impossibilitata ad usare le sarisse poiché si era spinta su un terreno collinare e frastagliato, dove era infattibile mantenere la formazione. La battaglia di Pidna segna quindi il tramonto militare della falange macedone, la fine della sua supremazia sugli eserciti d'età classica e l'ascesa della versatile, più eclettica ed agile legione romana, la cui supremazia tattica e strategica perdurerà sino al V secolo dopo Cristo. Nicolò Maggio #22giugno #22giugno168aC #roma #imperomano #repubblicaromana #greci #macedonia #pidna #perseo #storiaantica #storiaromana #storia #accadeoggi #costruirestorie (presso Αλυκές Αρχαία Πιδνα) https://www.instagram.com/p/CQatr-SlD9UGd3YNZX9PvnzyNSHFFxJM_7aInI0/?utm_medium=tumblr
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Il mio post sull'incoronazione di Federico II Hohenstaufen su Costruire storie. Una piazza per la public history 17 maggio 1198 - Federico II Hohenstaufen è incoronato Re di Sicilia presso la Cattedrale Palermo. Il 17 maggio 1198, a soli quattro anni, Federico, figlio di Enrico VI di Svevia e di Costanza d’Altavilla, è incoronato Re di Sicilia nella Cattedrale di Palermo, poco tempo dopo la morte del padre avvenuta nel settembre del 1197. L’incoronazione, avvenuta nel corso di una solenne e sfarzosa cerimonia, fu fortemente voluta dalla madre Costanza (ultima Altavilla al Trono di Sicilia) e decretò l’elezione di Federico II a Re di Sicilia, che ereditava così sia i titoli che i lasciti del prestigioso Regno Normanno. Qualche mese dopo la sua incoronazione anche Costanza moriva (novembre del 1198), non prima di aver affidato il figlio alla tutela del Papa Innocenzo III - per garantire a Federico protezione e futuro politico - ed aver sancito con questi un’alleanza tramite concessione feudale. Il giovane Stupor Mundi, titolo onorifico di cui già in vita si fregiò Federico accanto a quello di “Anticristo”, affibiatogli dalla Chiesa di Roma, diveniva così erede di due onerosi e secolari lasciti testamentari: il Sacro Romano Impero (in quanto figlio di Enrico VI e nipote di Federico I Barbarossa, dal quale ereditava il nome) da un lato e il Regno Normanno di Sicilia dall’altro. Per tale motivo Innocenzo III si impegnò fermamente per scongiurare l’unificazione delle due corone nelle mani dello Svevo - sia perché temeva un accentramento di potere troppo forte nella persona di Federico, sia perché temeva che l’Italia centrale, sulla quale conduceva una politica espansionistica, si sarebbe trovata schiacciata, in mezzo alle due potenze, continentale e mediterranea Federico II crebbe dunque a Palermo, ricevendo un'educazione normanna-siciliana, in quella che era una grande metropoli del Mediterraneo medievale, centro politico di un prospero Regno e città di scambi commerciali, ricchezza culturale e artistica, tradizioni regali. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #federicoiidisvevia #incoronazionefedericoiidisvevia #17maggio1198 (presso Cattedrale di Palermo) https://www.instagram.com/p/CPJN6ucF_UHQrOYPE36dnR46b1WqcdJ9AuXCjw0/?utm_medium=tumblr
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10 maggio 1166. Incoronazione di Re Guglielmo II di Sicilia. Guglielmo II di Sicilia, detto "Il Buono"(), viene incoronato appena dodicenne Re di Sicilia nel 1166, a causa della scomparsa del padre. La celebrazione dell'incoronazione si tenne nella simbolica Cattedrale di Palermo. Figlio di Guglielmo I "Il Malo" e di Margherita di Navarra, il regno del sovrano fu caratterizzato da una politica interna ed estera di equilibrio, volta alla stabilità: il governo del sovrano, anche grazie ad esperti funzionari da lui nominati, fu intento da un lato a dipanare i contrasti con alcune frange della nobiltà isolana - venutisi a creare con il precedente governo del padre - dall'altro a garantirsi il favore del popolo, attraverso il rispetto del diritto e il regolare esercizio delle funzioni e della legge. Tale politica fu favorita dall'operato di intelligenti ed esperti notabili e diplomatici di corte, scelti dal sovrano, come Riccardo Palmer, Matteo Aiello, Romualdo Guarna. Nicolò Maggio #10maggio #1166 #incoronazioneguglielmoii #guglielmoiidaltavilla #guglielmoii #incoronazione #cattedraledipalermo #palermo #ricorrenze #pilloledistoria #costruirestorie #costruirestoria (presso Cattedrale di Palermo) https://www.instagram.com/p/COsZyfhFx7FUJjNw-2hNnlV0Uk-Tp9KVCkh4bs0/?igshid=2sug8rwgtkoi
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Il padre fondatore, organizzatore e finanziatore della Targa Florio fu Vincenzo Florio, esponente di una delle famiglie più ricche di Palermo, protagoniste della vita economica, culturale, politica e sociale della Sicilia fra Ottocento e Novecento. Affascinato dal mondo delle automobili e delle corse Vincenzo organizzerà per la prima volta la Targa Florio, corsa che presto diventerà famosa in tutto il mondo. La sua eredità è contenuta tutta in una frase: “Continuate la mia opera, perché l’ho creata per sfidare il tempo“. La prima edizione, della Targa Florio, ideata da Vincenzo nel 1906, fu accolta con stupore dagli uomini del tempo. Vi parteciparono nobili e membri dell' alta borghesia, riuniti nella tribuna d’onore predisposta sul rettilineo d’arrivo, mentre l'evento era allietato da due bande musicali. Massiccia fu anche la presenza del popolo, attratto dalla competizione e, in misura ancora maggiore, dalle auto, vera novità nella Sicilia dei primi anni della Belle epoque. Alla gara parteciparono 10 auto, numeri notevoli per l’epoca, senza contare che altri 12 concorrenti iscritti non poterono partecipare a causa dei ritardi ai traghetti che trasportavano le auto. La vittoria fu della Itala di Cagno, che concluse i tre giri previsti in 9 ore e 32 minuti, alla media di 46 chilometri orari. Da quel momento in poi, la Targa Florio venne disputata diverse volte, in 61 edizioni, sino al 1977 (tramutandosi, per ragioni di sicurezza, nel moderno really), conoscendo una vera interruzione soltanto durante i due conflitti mondiali. La Targa Florio divenne l'emblema di una Sicilia moderna, industriale, polo attrattivo per imprenditori e nobiltà, ben inserita nel tessuto economico internazionale grazie alla guida e all'opera di facoltose e intraprendenti famiglie di imprenditori e borghesi, come gli illuminati Florio. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #6maggio #florio #targaflorio #1906 https://www.instagram.com/p/COiYiPGlX9wRIZ1nozyK9912HlgAR9ZI9nYPcc0/?igshid=48fbasojbbgp
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29 aprile 1429 Guerra dei cent'anni: Giovanna d'Arco raggiunge Orléans assediata dagli inglesi. 573 anni fa Giovanna D'Arco giungeva ad Orleans assediata dagli Inglesi, riuscendo a salvare la città e a liberarla dall'assedio in poco più di una settimana. Divenuta un simbolo della lotta all'invasore nel contesto della Guerra dei Cent'anni, Giovanna guiderà altri successi militari contro gli inglesi. Le gesta eroiche, il carisma, la vocazione cristiana, le vittorie e la morte per accusa di stregoneria, contribuirono a forgiare il mito romantico di Giovanna d’Arco nel corso del XIX secolo: fanciulla pura e devota, emblema di un rinnovato cristianesimo militante, l’eroina di Orléans divenne simbolo della Francia napoleonica e repubblicana, che auspicava, nell’Ottocento dei risorgimenti e delle nazioni, un ritorno ad un glorioso Medioevo nazionale, patrio, cristiano. Una fortuna destinata a travalicare i confini nazionali e temporali: la figura di Giovanna d’Arco ispirò il dramma del pre romantico tedesco Schiller, autore de La Pulzella di Orléans, tra i primi a riabilitare l’immagine dell’eroina, le liriche e le composizioni di Rossini, Solera e Verdi, i dipinti dei preraffaelliti inglesi, come Dante Gabriele Rossetti, che ne esaltarono gli aspetti eroici, cristiani cavallereschi nel contesto di quel fenomeno di rielaborazione romantica dell’età di mezzo che prende il nome di Medievalismo. Al seguito della beatificazione dell’eroina nel 1909, durante i due conflitti mondiali la Pulzella divenne simbolo della resistenza francese contro i tedeschi mentre oggi la sua figura è stata strumentalizzata da movimenti dell’estrema destra francese, tra questi il Front National di Marine Le Pen. Nicolò Maggio, Collaboratore di #costruirestorie Immagine: Jean-Auguste-Dominique Ingres, Giovanna d'Arco all'incoronazione del re Carlo VII nella cattedrale di Reims , olio su tela, 1854, Museo del Louvre #29aprile #29aprile1429 #guerradeicentanni #giovannadarco #orleans #carlovii #medioevo #francia #medievalismo #romanticismo #storia #historia #accadeoggi #costruirestorie (presso Orléans, France) https://www.instagram.com/p/COPr-itFqk2VMfgwsT9G0g7Zn2GaH9YWZ4q_pY0/?igshid=1tkwdm2q6w56g
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26 aprile 1478. Firenze: Congiura dei Pazzi contro Lorenzo de' Medici. Il fratello del Magnifico, Giuliano, viene ucciso in cattedrale. La congiura fu ordita dalla famiglia di banchieri fiorentini de’ Pazzi con lo scopo di porre fine all’egemonia dei Medici su Firenze. La cospirazione era stata ordita già dal marzo del 1477 da Jacopo e Francesco de’ Pazzi insieme all’arcivescovo di Pisa Francesco Salviati per estromettere i troppo potenti e ingombranti Medici dalla guida della Repubblica di Firenze, affidandola a Girolamo Riario. Una volta che la congiura avesse avuto esito positivo, il piano prevedeva che il legato pontificio Lorenzo Giustini e Gianfrancesco Mauruzzi da Tolentino, nominato governatore di Imola, avessero dovuto guidare le truppe militari del Riario alle porte di Firenze, tenendole a disposizione dell’arcivescovo di Pisa e di Francesco de Pazzi. La Congiura fu appoggiata anche dall’esteno: dal papa alla Repubblica di Siena, dal Regno di Napoli al Ducato di Urbino. L’evento portò all’uccisione di Giuliano de Medici, accoltellato da Francesco de Pazzi e Bernardo Baroncelli, durante una funzione religiosa in Santa Maria del Fiore, mentre Lorenzo si salvò per miracolo, riportanto soltanto alcune ferite. La Congiura ebbe conseguenze importanti, oltre a portare all’eliminazione di un membro di primo piano della famiglia, Giuliano de Medici sugli equilibri italiani di fine Quattrocento. Recentemente, Marcello Simonetta (L’enigma Montefeltro) ha scoperto una lettera cifrata che proverebbe la partecipazione attiva alla congiura di Federico da Montefeltro, per il tramite di Pietro Felic, segretario del Duca di Urbino, il quale aveva già allestito un contingente di 600 soldati da inviare alle porte di Firenze a sostegno dei cogiurati. Dopo il fallito golpe seguì una violenta vendetta del popolo ai danni della famiglia de Pazzi. Nicolò Maggio #costruirestoria #costruirestorie #26aprile1478 #congiuradeipazzi https://www.instagram.com/p/COIBf7ml6Iq5HDMXon0tqPjU6p7LgqyaipeNtE0/?igshid=1eu2st6w4wkb6
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23 aprile 1184 a.C. Secondo la Tradizione questa è la data dell'ingresso a Troia dell'epico cavallo di legno, fatto costruire da Ulisse, evento che causerà la distruzione della città dell'Asia minore e la fine della Guerra. Nicolò Maggio, collaboratore di Costruire storie. Una piazza per la public history #costruirestoria #costruirestorie #assedioditroia #23aprile #1184ac #guerraditroia #troy https://www.instagram.com/p/COCqphIFD2fD6ZzZMnDWcBWmjTW6gSxzP24s7A0/?igshid=17srh7xlu4257
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