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#contro ‘l’Altro’
deathshallbenomore · 1 year
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giannamaria guarda che se vuoi criticare la cultura occidentale però non c’è bisogno di rinnegarla così tanto quasi al punto da fare marcia indietro pure sulla parità di genere. ché quella non fa così schifo, dai
#no in realtà il ragionamento che fa è necessariamente più complesso e condivisibile#e cioè ragiona sul modo in cui le politiche di integrazione dei paesi proposti siano in realtà discriminatorie#e basate su presupposti razzisti e neo-coloniali relativi alla superiorità della cultura occidentale#e pertanto all’imposizione a chi arriva di rinunciare alla cultura di provenienza per integrarsi del tutto#in tutto ciò figura anche una promozione dei diritti delle donne + lgbt etc che si rivela solo strumentale#poiché alle destre nazionaliste non gliene frega una mazza ma è pur sempre un ottimo espediente retorico per rafforzare la propria posizione#contro ‘l’Altro’#e fin qui sono super d’accordo con quello che dice l’autrice. ci mancherebbe#solo che in alcuni passaggi mi pare abbondare eccessivamente nelle critiche alla cultura occidentale che certo. ha INFINITI problemi al suo#interno e figuriamoci poi nei rapporti con le altre culture#anche qui sono d’accordo con lei#MA non è che allora dobbiamo buttare via tutto. le conquiste relative ai diritti sono qualcosa su cui arroccarsi con le unghie e con i denti#è disgustoso razzista e ipocrita dire che x valori ci contraddistinguono e noi li incarniamo perfettamente mentre ‘Loro’ devono acquisirli?#assolutamente sì. proprio perché v. supra la cultura occidentale ha problemi anche con questo#detto ciò è auspicabile che una cultura dei diritti - anche quelli di matrice occidentale. elaborati certo grazie a un benessere di cui#abbiamo goduto anche a discapito di altri (e di ciò bisogna esserne consapevoli)#dicevo è auspicabile che una ampia e plurale cultura dei diritti si sviluppi e coinvolga tutti. secondo tempi modi e misure adeguati ma con#l’obiettivo di beneficiare tutti? io dico di sì in fin dei conti#non per tirare fuori il dibattito relativismo vs universalismo e non per fare la democristiana ma forse la via di mezzo tra un assoluto#relativismo e un aggressivo universalismo ha senso#boh è tutto molto interessante ci devo riflettere
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mccek · 3 months
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Lettera aperta a tutti quelli che che mi hanno conosciuto. 
Passano gli anni ma mi rendo conto che chi sta meglio di me in realtà sta peggio. 
Persone che ho sempre voluto vedere felici, che mai avevo visto nemmeno di persona, hanno cercato di usarmi pensando fossi ingenuo, ma la bontà non è sinonimo di ingenuità, di debolezza, io ho aperto le porte a chiunque, perché dentro non smetterò mai di abbandonare quel bambino che sono stato, che condivideva anche i sorrisi che non aveva per sé stesso, ma che non avrebbe passato la notte se avesse saputo che il suo “amichetto/a” il giorno dopo avesse avuto il broncio. 
Perché siete “cresciuti” dando spazio all’odio? 
Perché anziché promettere ad altri non promettete a voi stessi di ritrovarvi? 
Di guardarvi dentro una volta tanto, e affondare nel male che avete condiviso con me, anziché condividere quella parte di “esseri umani” che era ancora insita in voi? 
Se foste stati di parola, come a quegli anni, non mi avreste mai abbandonato, così dicevate. 
Vedere lasciare soffrire una persona non rientrerà mai nei mei pensieri, anche se fosse qualcuno che, come successo fino all’altro ieri, ha fatto di tutto per mettermi i bastoni fra le ruote, no, perché so che anche il peggiore ha dentro qualcosa di positivo da condividere con chi gli sta accanto, solo che non lo sa, ma anche se fosse, non ci proverebbe minimamente a mostrarlo, l’egoismo è letale. 
Parto sempre dal presupposto che non ho lezioni da dare a nessuno, sono anni che passo muto ad osservarvi, non ho mai commentato una virgola, chi sarei per farlo? 
È proprio per questo, che ho preso in mano una penna e ho iniziato a sfogare tutto ciò che avevo dentro, quello che avrei voluto dirvi, ma sarebbero stati guai a raccontarvi quello che provavo, perché un consiglio oggi è visto come una condanna. 
Eppure vi ho sempre lasciato sfogare con me, vi ho sempre ascoltato, anche quando ne avevo le palle piene, avevo i problemi a casa con mia mamma e la sua maledetta malattia, io per anni non sono esistito per voi, ma non me ne vergogno, ho ammesso anche io i miei sbagli, ho chiesto scusa, anche quando non non mi andava di farlo, e soprattutto quando non c’era motivo per scusarmi, ma pensavo: “Magari domani sanno che potranno sfogarsi nuovamente con me, si sentiranno più liberi dal peso che questa società ci scaglia addosso”.
Quanto male mi son fatto!
Ma rifarei di nuovo tutto, vi verrei di nuovo incontro, vi vorrei vedere sorridere solo a sentirmi parlare, vi vorrei tutti più uniti, come da piccoli ricordate? 
Non c’era bimbo/a che stesse solo. 
Perché qualcuno andava a recuperarlo, anche a costo di restarci solo assieme. 
Ma abbiamo dimenticato, come si dimentica la storia, stessa identica cosa. 
Di voi ricordo ciò che dicevate tutti: “Mattia non cambiare non diventare come gli altri, hai qualcosa in più che non riuscirò mai a spiegarti”, questa frase me la ricordo ogni mattina quando mi sveglio, da quanti anni ormai? Troppi. 
Permettetemi una domanda? 
Perché voi siete cambiati? 
Per piacere a gente che poi vi ha fatto lo stesso gioco che avete fatto con me? 
Perché farsi del male da soli? 
Perché arrivare a non guardarsi più in faccia? 
E poi c’è ancora qualcuno che pensa di cambiare il mondo? 
Sì, uno ce n’era, il sottoscritto, ma non voleva cambiare il mondo, solamente la sua generazione, il mio sogno più grande, che continuerò anche se con molto sconforto, a portare avanti, “UNO CONTRO TUTTI”, chissà se ora qualcuno, capirà/collegherà tante mie frasi passate a cosa fossero collegate. 
Siete riusciti a darmi contro per una canzone su ciò che ho vissuto sulla mia pelle, e sono stato zitto, scendeva una lacrima, ma stavo zitto, so che qualcuno ancora l’ascolta e sappiate che vi leggo spesso nei commenti, e mi fa sorridere il fatto proprio da chi mi “odiava” ingiustificatamente alla fine è finito a farmi i complimenti, ma no, io non voglio queste cose, voglio solo capire perché un giorno disprezzate e l’altro apprezzate una persona come nulla fosse, ma non sapreste spiegarmelo, ne sarei sicuro. 
Io ho tanti di quei testi scritti negli ultimi anni, che spesso mi faccio paura da solo, non mi rendo conto di quanti ne scrivo, di quante cose il cuore comunica alla mano che spesso trema, come non volesse accettare quelle cose, ma deve, dobbiamo, accettare tutto in questa vita, ma io in primis non vorrei mai. 
Come non ho mai accettato le malattie di mia madre, la morte degli unici amici che avevo fin da quando ero adolescente, che sono gli angeli in terra che hanno evitato quel pensiero maledetto che avevo di togliermi la vita…ma qui mi fermo, perché ognuno di noi non accetta il passato, quindi si blocca, respira, e sa, che se continuasse a pensare a tutto ciò, prima o poi sarebbe lui stesso ad andarsene. 
Purtroppo la rabbia generata dalla mia generazione, da chi è passato per la mia anima, e dai quali ho voluto assorbire, pur di evitare di vedervi soffrire ancor di più, mi ha ucciso dentro.
Voi tutti qui, fuori da qui, avete visto Me per quel poco che mi è rimasto da far vedere esteriormente, con un maledetto sorriso che non farò mai mancare a nessuno, gentili o meno che siate con me; quelle poche volte che stavo al centro estivo le animatrici mi dicevano che un mio sorriso giornaliero, era la carica per tutti i ragazzi dello staff, e chi sono io per tenere musi?
Dentro non esisto più, da anni, ma sto cercando di recuperarmi, pezzo per pezzo, forse non mi basterà il resto della vita, ma voglio ritrovarmi anch’io. 
Il “numero uno” non esiste, qui dietro al mio essere, c’è solo tanta fragilità, tanta voglia di donare amore, un po’ di spensieratezza, anche se momentanea, di rialzare chi è a terra e spronarlo a rigenerarsi, assieme, mai da soli. 
Questa società c’ha fatto sbranare fra di noi, fatto credere che uno potesse essere meglio dell’altro, che potesse avere tutti ai suoi piedi, e noi ci abbiamo creduto, dai più piccoli ai più grandi, passando da un social alla vita reale, visto che ormai non c’è più differenza fra quest’ultime.
Voglio essere sincero con me stesso fino all’ultimo, anche a costo di perdere qualsiasi cosa ma mai la dignità, quindi risponderò a semplici domande che mi son state fatte negli ultimi anni, alle quali non ho mai voluto dare risposta. 
Cos’è l’amicizia? 
Puro opportunismo. 
Cos’è l’amore?
A 16 anni ti avrei risposto, quello che ha verso di me mia madre, piange, urla *silenziosamente* dai dolori, passa settimane a letto, ma rinasce quando mi vede felice, anche se solo per un giorno. 
Oggi? 
La stessa cosa. 
Il significato del termine “amore” mi ha aperto gli occhi mentre pensavo inconsciamente di viverlo, ma andando avanti si inciampa negli errori degli anni passati, e l’amore per giunta non è mai stato amore, è sempre quel qualcosa con una data di scadenza, una parola inventa per stupire un pubblico di creduloni, sii sincero, per quante forme possa avere l’amore, come può essere chiamato tale, se siamo nati con l’odio e il disprezzo reciproco dentro? 
E tu come ultima cosa mi hai domandato perché scrivo? 
Perché tutto ciò chi mai avrebbe avuto il coraggio di ascoltarlo? 
Vi abbraccio con tutte le mie paure, spoglio di tutto ciò che negli anni non ho saputo tenermi stretto, consapevole che domani potrei non esserci più, e sicuro di aver raccontato tutto di me, perché l’oscurità non mi appartiene, e so di essere stato messo al mondo con uno scopo;
come ognuno ha il suo, io ho il mio, quello di far farvi splendere nel vostro piccolo, anche se per poco, assieme a me.
Chiudo mandando un abbraccio forte a mia mamma, il delfino che mi porto sempre in tasca da quando ero piccolo, per ricordarmi che non sono mai solo, anche nei momenti più disperati, mio padre, che nonostante le voragini d’incomprensioni conta su di me, per i vostri sacrifici, mi metto dalla vostra parte e riconosco tanti miei errori ingiustificabili, un abbraccio forte a tutte quelle persone che conosco e ho conosciuto che stanno passando dei brutti momenti, del resto non c’ha mai uniti così tanto il male quanto il bene…e a te che sei arrivato fin qui, l’unica cosa che chiedo sempre a tutti dopo un semplice ma per molti ormai banale: “Come stai”?! Ricordati di farti un sorriso appena puoi. 
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Il linguaggio è una pelle: io sfrego il mio linguaggio contro l’altro. È come se avessi delle parole a mo’ di dita, o delle dita sulla punta delle mie parole.
Roland Barthes
____ Peter Schillinger
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l-incantatrice · 3 months
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Pensavo al fatto che su Tumblr non ci sono gli influencers che invece sono presenti su altri social. Però (purtroppo c’è un però) ci sono blogger che avendo qualche migliaio di followers e prendendo qualche manciata in più di like rispetto agli altri si credono dei divi e fanno il bello e il cattivo tempo. Si sentono in diritto di comportarsi come più gli aggrada con chiunque,facendo cattiverie,diffondendo maldicenze e offese quando gli pare e contro chi non va loro a genio. Spesso hanno dei supporters,con cui fanno gruppo,si rebloggano i post l’uno con l’altro per aumentare i like,si lodano reciprocamente,e roba simile …Conosco blog che si sono disattivati perché presi di mira da gente così. A questo punto è meglio Chiara Ferragni 😂
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falcemartello · 4 months
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“Manzoni non l’aveva vista, la peste, ma aveva studiato documenti su documenti.
E allora descrive la follia, la psicosi, le teorie assurde sulla sua origine, sui rimedi. Descrive la scena di uno straniero (un “turista”) a Milano che tocca un muro del duomo e viene linciato dalla folla perché accusato di spargere il morbo.
Ma c’è una cosa che Manzoni descrive bene, soprattutto, e che riprende da Boccaccio: il momento di prova, di discrimine, tra umanità e inumanità.
Boccaccio sì che l’aveva vista, la peste.
Aveva visto amici, persone amate, parenti, anche suo padre, morire. E Boccaccio ci spiega che l’effetto più terribile della peste era la distruzione del vivere civile. Perché il vicino iniziava a odiare il vicino, il fratello iniziava a odiare il fratello, e persino i figli abbandonavano i genitori. La peste metteva gli uomini l’uno contro l’altro. Lui rispondeva col Decameron, il più grande inno alla vita e alla buona civiltà. Manzoni rispondeva con la fede e la comprensione, che non evitano i guai ma, diceva, insegnavano come affrontarli. In generale, entrambi rispondevano in modo simile: invitando a essere uomini, a restare umani, quando il mondo impazzisce.”
(Errico Buonanno - Penso quindi sono)
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yomersapiens · 4 months
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Ho ricevuto in regalo un mini-panettone. Io non concepisco l’esistenza della pasticceria mignon. Mi sembra un abominio. Però tant’è, non è che ci potevo fare molto, oramai il danno era stato fatto e il mini-panettone consegnato. L’ho messo vicino al grande panettone in cucina. Quello che avevo acquistato in precedenza, perché io non compro cazzate mini. Non è un panettone così grande, sia chiaro, è un panettone di normali dimensioni ma vicino al mini-panettone sembra un colosso. Era ora di colazione e così è iniziato il dibattito interiore: quale dei due aprire per primo. Nella mia testa gli ho attribuito dei ruoli. Quello grande era il padre e quello piccolo il figlio. Forse avrei dovuto mangiare prima il panettone piccolo ma mi sono immaginato le ritorsioni del padre durante la notte che cerca di soffocarmi urlando “Hai mangiato mio figlio!!!” e io che mi dimeno e lui non sta usando un cuscino no, sta usando il suo soffice corpo che spinge contro il mio viso con vendicativa forza e allora vabbè, mi metto a morderlo e masticarlo e svento il tentato omicidio riempiendomi la pancia. Sono tornato in me per un istante, no non posso mangiare quello piccolo per primo è una cattiveria. Lui è innocente. Potrei iniziare dal grande. Potrei portare il mini-panettone fuori dalla cucina, per non fargli assistere al momento del taglio della prima fetta, ovvero l’amputazione di una porzione di corpo del padre. Forse dovrei tenerlo sempre in salotto e riportalo in cucina a panettone terminato. Immagino le sue domande. “Dov’è babbo? Era qui! Dove è andato papino?”. Sarei costretto a escogitare qualcosa. Ho reso orfano e miserabile Panettino (sì, gli ho dato un nome). Andrei a comprare un altro panettone e gli direi ecco, tuo padre è qua, mica era successo niente! “Papà! Sei tu!!! Ho temuto ti fosse accaduto qualcosa…” suvvia Panettino, calmati, cercherei di tranquillizzarlo, gli darei del paranoico. “Papà ma… sei diverso… tu, tu non eri al pistacchio… che strano colore… che strano sapore… dove è finita la tua glassa di mandorle?” e niente mi scoprirebbe in un attimo, mica è scemo Panettino e io posso provarci quanto voglio ma lui oramai ha capito. La moka inizia a eruttare caffè e mi riporta alla realtà. La decisione è tanto ardua quanto ovvia, non posso vivere così. Dispongo padre e figlio sul tavolo, estraggo due lame e ne impugno una per mano. Li rivolgo uno verso l’altro perché non voglio essere guardato e desidero si diano un ultimo saluto prima di affondare le lame nello stesso momento. Resto in silenzio un minuto e aspetto smettano di dimenarsi cercando salvezza. Lavo il senso di colpa dalla mia coscienza e dalle lame. Poi procedo a mangiare quello grande, perché è al cioccolato. Quello piccolo ha l’uvetta. Cosa gli passa in mente alle nuove generazioni. Uvetta. Ma siamo pazzi? Io non lo so qua mi sembra che si stia davvero perdendo il senno.
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crazy-so-na-sega · 5 months
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Non è la Famiglia Tradizionale e Patriarcale ad avere problemi, ma la Famiglia borghese dove né l’Uomo né la Donna sono Esempio, ma solo degli alienati l’un contro l’altro armati dalla società capitalista.
-kulturaeuropa
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sayitaliano · 1 year
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Linkin Words
Addition:
moreover › in aggiunta, inoltre, oltretutto, per di più
futhermore › inoltre, per di più, tra l’altro, oltretutto
besides › poi, oltretutto, in aggiunta a
in addition › in più, in aggiunta a
also › anche, allo stesso modo, poi
as well as › così come, come pure, nonché, oltre che/a
too › anche, pure
both... and... › sia... che..., sia... sia...
Contradiction:
but › ma, però
instead (of) › invece di/che
on the one hand › da un lato, da una parte
on the other hand › dall’altro (lato), d’altro canto, d’altronde, d’altra parte
however › comunque, tuttavia, però
nevertheless, nonetheless › nondimeno, ciononostante
yet › ancora, finora, già
on the contrary › al contrario, invece, viceversa, per contro, bensì
either… or… › o... o..., o... oppure...
in spite of, despite › malgrado, nonostante, a dispetto di
although, even though › sebbene, seppure, benché
neither… nor… › né... né...
still › ancora, tuttora, comunque
whereas, while › mentre, laddove, invece
otherwise › altrimenti, in caso contrario, diversamente
unlike › diversamente da, a differenza di, contrariamente a
Cause:
as › perché, siccome, visto che
due to › dovuto a
owing to › dovuto a, a causa di, per via
because of › a causa di
since › poiché, dal momento che
thanks to › grazie a
Conditions:
as long as › finché, fintantoché, purché
even if › anche se
(just) in case › in caso, casomai, eventualmente
in the event of › nel caso in cui
unless › a meno che
whether › se
on condition that › a condizione che, a patto che
provided, providing (that) › provato che, a patto che, qualora, sempre che, purché, sempre restando che
Comparison:
in comparison with › paragonato a, rispetto a, in rapporto a, in/a confronto a/con, in paragone, facendo un paragone
similarly › similmente, così pure, allo stesso modo, analogalmente
likewise › ugualmente, allo stesso modo
Degree:
in many ways › per/sotto molti aspetti, per molti versi, in molti modi
in some respects › sotto certi aspetti, per alcuni aspetti, da un certo punto di vista
one way or another › in un modo o nell’altro
to some extent › fino a un certo punto, in una certa misura, in parte
to a large extent › in gran parte, in larga misura
thus › pertanto, quindi, perciò
somehow › in un certo modo, in (un) qualche modo, per qualche motivo
Precision:
insofar as › in quanto, poiché, per quanto
i.e. (id est), that is to say › vale a dire, cioé, o meglio
namely › ossia, vale a dire
e.g. (exempli gratia), for example › per esempio
Aim:
in order that › affinché, così che
(in order) to › per, così da
in such a way as to › in tal modo, in tale maniera, in questo modo, in un modo tale per cui, in una maniera tale per cui, a tal punto che
so as to › così che, in modo che
by way of › passando per, via, per mezzo di, a titolo di, a mo’ di
so that › così che, in modo che, cosicché, affinché
Result:
as a result, consequently › di conseguenza, conseguentemente
so, thus › quindi, dunque
then › poi, dopo
therefore › quindi, per cui, perciò
hence › quindi, di/da qui
accordingly › di conseguenza, in conformità con, quindi
Example:
e.g. (exempli gratia), for example › per esempio
such as › come, come per esempio
for instance, for example › per/ad esempio, per dire, per fare un esempio
Generality:
usually › di solito, solitamente
for the most part › per la maggior parte, perlopiù
on the whole › in generale, nel complesso
as a rule › di norma, di regola, generalmente
Identification:
in the case of › nel caso in cui
as for… › quanto a...
elsewhere › da un’altra parte, in altro loco/luogo, altrove
wherever › ovunque, in ogni dove, dappertutto, dovunque, in qualsiasi posto
Time:
prior to › prima di/che, precedentemente a
once › una volta che, non appena
since › da, dal momento in cui
for › per, da
for the time being › al momento, per il momento, finora, per adesso
until, till › fino a, fino a che
whenever › ogni volta che, quando, in qualsiasi momento
while › mentre, nel frattempo, intanto
(insp.)
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occhietti · 5 months
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L’intimo è ciò che si nega al pubblico per concederlo solo a chi si vuol far entrare nel proprio segreto profondo. Il pudore, che difende la nostra intimità, difende anche la nostra libertà. Non è una faccenda di vesti, sottovesti o abbigliamento intimo, ma una sorta di vigilanza, dove si decide il grado di apertura e di chiusura verso l’altro.
Ma contro tutto ciò soffia il vento del nostro tempo che vuole la pubblicizzazione della propria intimità, perché in una società consumista, dove le merci per essere prese in considerazione devono essere pubblicizzate, si propaga un costume che contagia anche il comportamento degli uomini, i quali hanno la sensazione di esistere solo se si mettono in mostra. Conformismo e consumismo hanno messo in circolazione un nuovo vizio che per comodità chiamiamo "spudoratezza", con riferimento non tanto a uno scenario sessuale, quanto al crollo di quelle pareti che consentono di distinguere l'interiorità dall'esteriorità, la parte "privata", "intima" di ciascuno di noi dalla sua esposizione e pubblicizzazione.
Ciò produce una metamorfosi dell’individuo che ormai si riconosce solo nella propria immagine, e perciò non cerca più se stesso. I nostri vissuti emotivi, che abitavano il segreto della nostra interiorità, dove domina il raccoglimento e il silenzio, ma forse anche la solitudine, le parole di preghiera, le parole d’amore, le parole d’amicizia, le parole di rabbia, le parole umane, hanno dovuto esteriorizzarsi come la pelle rovesciata di un serpente.
- Umberto Galimberti
Klaudia Rataj photography
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kon-igi · 11 months
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NON SONO UNA BRAVA PERSONA MA CI PROVO
L’altro giorno un’amica mi ha mandato su whatsapp lo screenshot di un post di tumblr, in cui il protagonista scriveva che aveva dovuto lasciare l’università prima di laurearsi perché doveva cominciare a lavorare per restituire i soldi ai suoi genitori.
La cosa, per chi non lo avesse conosciuto nella vita reale e ignorasse la sua vera storia, aveva anche un suo senso e scatenava una certa qual partecipazione emotiva nei confronti della sfortunata persona che aveva dovuto rinunciare ai suoi sogni.
Ma per me è stato come se Salvini avesse ricevuto una plastica facciale e si fosse messo a frignare sulle sue sfortune di uomo sensibile perseguitato da tutti, perché - vedete - io credevo che esistesse un confine di decenza oltre il quale non si poteva dipingere il personaggio in modo così difforme dalla persona. E invece.
Il primo sentimento è stata l’incredulità (’Sta sicuramente facendo autoironia!’), poi lo stupore (’No, dai... non è possibile!’), poi la rabbia (’Ma davvero si permette di offendere così chi ha vissuto sul serio queste tragedie?!’) e infine la stanchezza (’Davvero non potevo essergli d’aiuto più di così...’).
Ma questo post non vuole parlare di lui (ha scelto il suo percorso di uomo ‘adulto’ e vaya con dios... mi auguro solo per la sua preziosa privacy che tenga il suo egocentrico livore vendicativo a freno) ma di come a volte io faccia fatica a fare pace con quelli che nei momenti di grande stanchezza percepisco come fallimenti.
Per trovare la pace con me stesso mi sono lasciato contagiare dalla sindrome del salvatore e va bene così... in fondo se posso aiutare qualcuno, alla fine il mondo farà un po’ meno schifo.
Sapete chi è un’Incudine-Scudo? No, vabbe’... roba da nerd che capiranno in quattro e quindi evitate di impelagarvi in ricerche che vi confonderanno di più.
A volte immagino cosa si provi a pensare solo a se stessi e alla propria famiglia: io contro il mondo là fuori, con la mia compagna e le mie figlie sotto la mia ala... ma poi ricordo che non è mai stato così, che sono stato educato all’ascolto e alla comprensione, che la mia famiglia non ha mai lasciato nessuno indietro e che i periodi più duri sono stati quando credevo di dover lottare contro qualcosa per poter strappare la mia felicità da qualcun’altro.
Non so... può darsi che senta il peso di questi anni di pandemia, di guerra, di catastrofi ambientali, di risiko nostrani, di gente percossa, umiliata, ghettizzata e lasciata indietro.
L’altro giorno ho visto qua su tumblr questa striscia di Peanuts
Tumblr media
E boh... magari sarebbe bello se voleste condividere con me il colore e la forma di quel Pensiero Felice che una volta vi ha reso così pieni di gioia da non riuscire a trattenere le lacrime.
Ve lo ricordate?
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orotrasparente · 13 days
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che poi, per finire che poi devo studiare, mi chiedo ingenuamente io: ma che problemi irrisolti devi avere per sentire la necessità di dover opprimere gli altri? cioè sei cresciuta/o in una gabbia di uno zoo per essere così incattivito verso i diritti sociali e civili degli altri, la coalizione di centro-destra sono due anni ormai che ha instaurato questa guerra contro tutti, a partire dalla genitorialità delle coppie omosessuali alle più recenti violazioni di diritti (costituzionalmente garantiti) quali la libertà di manifestare, la libertà di stampa, la libertà di parola, usufruendo anche delle forze coercitive, ancor più di recente (ma da sempre ormai) ha messo nel mirino l’aborto, imponendo queste figure antiabortiste nei consultori (ma perché? chi ne sente il bisogno?)
la domanda che io mi pongo è a voi (membri e componenti della coalizione) cosa tocca? cioè, invidualmente parlando, perché sentite il bisogno di dover toccare temi che non vi riguardano (figli, aborto, adozione ecc.), l’italia (una volta belpaese, oggi rottame) ha tanti di quei problemi e voi non fate altro che mettere ulteriore carne a cuocere inimicandovi ancor di più i cittadini, perché basterebbe un minimo di onestà intellettuale e perdere 15 minuti a informarsi per rendersi conto che questa coalizione non solo sta facendo harakiri finanziariamente ma sta togliendo completamente speranza alle persone, non se ne può più di manovre finanziarie sanguinolenti, tagli alla sanità, all’istruzione, leggi contrarie ai diritti umani e sociali, persino l’abrogazione del reato di abuso di ufficio.. l’italia è sempre stato un paese indietro rispetto agli altri, ma negli ultimi due anni stiamo letteralmente facendo un record di arretratezza culturale
tutto questo per dire, per favore, studiate e imparate a comprendere l’importanza di esercitare con cognizione di causa il proprio voto: la politica non è perfetta, anzi, non lo è oggi e non lo era prima, ma non è vero che “uno vale l’altro”, siate più intelligenti di così, non guardate solo il vostro orticello perché magari oggi state bene così, ma domani, forse, potrebbe toccarvi personalmente e, sempre ipoteticamente, magari il vostro orticello non sembrerà più gradevole se tutto il resto, oltre la recinzione, cade a pezzi
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deathshallbenomore · 5 months
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in venticinque minuti alle poste:
- una signora schiacciata da una burocrazia kafkiana combatte contro l’impiegato che oppone resistenza rispetto alla richiesta di fare operazioni attraverso il conto dell’anziana madre moribonda
- corollario: burocrazia così kafkiana che a un certo punto la cosa più facile pareva prelevare i soldi dal conto e pagare in nero la persona a cui invece andava fatto un bonifico. l’italia è il paese che amo etc etc
- impiegato di cui sopra tratta cliente con +97% di scocciatura e maleducazione perché *pescando motivo random dalla boccia* è nero e in quanto straniero ancora più confuso dalla già menzionata kafkiana burocrazia italica
- un signore mostra insofferenza di fronte a questa situazione “vengono qui a fare casini [chi? gli impiegati delle poste? no perché l’altro tizio voleva solo rinnovare il permesso di soggiorno]. ci stanno invadendo”. una dichiarazione di voto più chiara non potevo averla
- lo stesso tizio mi fissa con il classico sguardo molesto e patriarcale di chi può fare il cazzo che gli pare
voglio applicare il fuoco, buon martedì amic :)
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3nding · 2 years
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IL PD VUOLE SAPERE PERCHÉ NON LO ABBIAMO VOTATO
Stamattina in un post qui su fb Pierfrancesco Majorino, che conosco da quando era un ragazzino e che personalmente rispetto per la visione politica, e sono pochi ormai, chiedeva di spiegargli per quali motivi non abbiamo votato il Pd. E allora eccomi qui, con una lista ovviamente personale, molto personale e piuttosto lunga, dei motivi che mi hanno portato per la prima volta nella mia vita a non votare il principale partito del centro sinistra.
Premessa. Chi sono. Ho 48 anni, vivo a Milano, sono separato con una figlia di sei anni e mezzo che sta con me per la metà del tempo, sono un libero professionista con partita iva standard, lavoro in ambito culturale, ho fondato un piccolo studio editoriale, faccio l’editor e il traduttore, tengo corsi di letteratura, sono un cantautore e da un anno sono anche autore e conduttore di programmi e podcast per radio popolare. Vivo in affitto in un bilocale nella zona sud di Milano, campando esclusivamente dei miei redditi, non ho fondi economici sui quali contare, posseggo solo le mie chitarre, un pianoforte e una bicicletta.
E adesso passiamo all’elenco dei motivi per i quali non ho votato il Pd. Sono compositi, cercherò di metterli in fila in maniera sensata.
Ogni volta che devo compilare dei moduli per mia figlia o per richiedere prestazioni al comune o allo stato, finisco in un girone infernale di burocrazia borbonica. La mia situazione, vale a dire un uomo che ha fatto una figlia con una donna, bambina riconosciuta da entrambi e che vive in entrambe le case, non è mai presente in modo evidente. In genere le possibilità sono: l’altro genitore è morto, vive fuori dal paese, non ha riconosciuto il figlio, è divorziato/separato. Il fatto che si possa fare un figlio senza sposarsi e poi purtroppo decidere di separarsi è una casistica che nell’Italia del 2022 non è presa in considerazione nei documenti ufficiali. E così ogni volta, per capirci qualcosa, devo andare al Caf, devo cioè pagare un istituto terzo e privato per vedere garantito il mio diritto di accedere ai servizi dello stato. Questo vale anche per l’Isee (credo di essere cultura media, ma di fronte al pdf di cinquanta pagine di spiegazioni che non spiegano un cazzo devo alzare bandiera bianca), per qualsiasi domanda a qualsiasi servizio. Ma visto il silenzio su questi temi, per il partito non è un problema. Semplificazione burocratica non pervenuta. Riconoscimento della realtà esistente, neanche. Nessuna battaglia in tal senso.
REgione Lombardia ha erogato negli anni scorsi dei fondi speciali per la pandemia in favore delle coppie separate, ma solo se avevano contratto il sacro vincolo del matrimonio. Dal Partito non ho sentito una sola voce levarsi contro questo schifo.
La scuola quest’anno inizia con orario completo, fino alle 1630, da domani. Per tutto il mese di settembre io ho dovuto pagare una società privata che ha vinto un bando con il comune per l’organizzazione di un centro estivo nella settimana prima dell’inziio delle lezioni e nelle due in cui l’orario scolastico terminava rispettivamente alle 1230 e alle 1430. Quindi, di fatto, sono problemi vostri se dovete lavorare. E anche su questo punto, non specifico ovviamente, ma in generale, nessun segno dal Partito sui servizi offerti alle famiglie.
Costo della vita. Qualche mese fa un post sponsorizzato su Facebook annunciava come una grande vittoria l’elargizione di un bonus di 200 euro per il caro bollette. Sulle prime ho pensato: Ma andate a cagare. Mentre le aziende energetiche accumulano profitti astronomici, mentre il notaio De Bellis può rifarsi la facciata di tutti i suoi palazzi con il bonus 110% noi siamo qui che dobbiamo gioire di 200 euro. Certo. Io poi, nella mia categoria, da oggi posso fare la domanda sul sito dell’Inps per provare ad assicurarmi il bonus – le partite iva arrivano sempre per ultime.
Reddito di cittadinanza. Che pena. La mancata comprensione della realtà. Dare 500 euro a una famiglia al di sotto della soglia della povertà è una cosa che l’ex principale partito della sinistra non può accettare né comprendere. Su questo punto, secondo me, c’era una sola cosa da fare. Che si collega al punto successivo. Dire che 500 euro sono pochi. Ecco cosa c’era da fare. E come si trovano i soldi, per questo e per un vasto allargamento del welfare? Vai al punto successivo.
Ogni volta che qualcuno timidamente ha provato a proporre un prelievo straordinario sui redditi altissimi del Paese è seguita l’immancabile innalzata di scudi. Ma io dico, voi da che parte state? Tranquilli, lo abbiamo capito. Un grande partito di sinistra che in questo preciso periodo storico non si batta fino alla morte per una ridistribuzione del prelievo fiscale fa la fine che avete fatto voi. Meritatamente.
Digressione. Cottarelli. Un paio di settimane fa mi sono imbattuto in suo tweet. Diceva grosso modo che era andato a un appuntamento elettorale a Cremona o forse Novara, non ricordo. E denunciava con sdegno la pessima qualità dei collegamenti ferroviari. Ecco, capite? Voi e i vostri candidati non avete alcuna idea della realtà. Ci sono milioni di italiani che ogni giorno si alzano, vanno in stazione per andare al lavoro e pregano che il treno passi in orario o perlomeno con un ritardo accettabile – o che passi tout court. Che autogol. Che imbarazzo. È chiaro che non avete idea di come sia la vita qui fuori.
Avete finalizzato un’alleanza elettorale con un moccioso ricco e capriccioso che dopo avervi mandato a quel paese perché avete fatto un accordo anche con la sinistra (orrore, i comunisti, quelli stanno con i poveri) ha diffuso un filmato in cui col suo cellulare da tremila euro riprendeva nel centro di Roma un senzatetto che dormiva su un marciapiede. Ecco, io che non sono nessuno, ho pietà per voi, per lui, e per tutti quelli come voi che credono di essere persone di sinistra. Rileggetevi Steinbeck, per dirne uno – sempre che lo abbiate mai letto. Vergogna. Quando ancora vivevo con la mia compagna, la sera cucinavo un paio di porzioni in più per i sentatetto che dormivano sotto i portici accanto alla casa di allora. E poi scendevo a portarglieli. La verità è che i poveri a voi fanno schifo.
Perché non siete più un partito ma un insieme di bande ognuna pronta a difendere un interesse particolare. Se il segretario rilascia una dichiarazione alle ore 12, entro le 18 qualsiasi altro esponente del partito avrà fatto il suo distinguo, avrà detto sì, no forse, però, ma se, eppure. Perché siete un gruppo eterogeneo con decine di interessi da difendere. Per la maggior parte, interessi indifendibili. E quindi non avete più alcuna credibilità.
Perché siete pavidi, pavidi, pavidi. Non riuscite a difendere nemmeno una mezza idea. C’è una fetta enorme del paese che attende di vedere riconosciuti i propri diritti – bambini e adulti – e anche qui un vero partito progressista farebbe le barricate a oltranza, parlerebbe solo di quello, e invece finite sempre a ruota della dialettica degli avversari. Risultati non pervenuti. Senso di solitudine dell’elettorato: infinito.
Perché ogni volta che la polizia manganella qualcuno in piazza non c’è nessuno di voi che alzi la voce, che faccia casino, che prema per una legge per l’identificazione degli agenti, ma lasciate che la macelleria vada avanti. E questo, in questo specifico paese, dopo il terrorismo rosso e nero, dopo il G8, dopo le decine e decine di casi di abusi da parte della forze dell’ordine è del tutto inaccettabile. Potreste addirittura chiedervi, in un raro momento di lucidità, come mai Ilaria Cucchi, a cui va tutto l’amore che posso, da quel giorno e per sempre, si sia candidata con Sinistra Verdi. Ma non lo fate. Perché siete dei mezzi uomini. Ovviamente l’elenco è lungo, se non lo conoscete fatevi aggiornare da qualcuno che ancora segue queste cose.
L’agenda Draghi. Quindi secondo voi, soltanto perché non avete uno straccio di visione politica e accogliete come il Salvatore il tecnico “bravo e preparato a cui non si può dire di no” soltanto perché vi toglie le castagne dal fuoco e vi permette di non svelare la vostra insipienza politica, noi dopo decenni di militanza dobbiamo pensare che il bene della società tutta possa essere assicurato da un banchiere – per quanto preparato, per carità? Ma vi siete davvero bevuti il cervello? Da cui consegue il punto successivo.
E cioè che vi va bene essere ormai un partito per ricchi. Un partito per quella fascia della popolazione che possiede una casa o due, che ha un reddito dai cinquemila netti in su, nessuna preoccupazione economica, nessuna preoccupazione lavorativa, nessuna preoccupazione per i figli. L’en plein che in genere avete fatto nel centro di Milano – non ho visto i dati di quest’ultima tornata – la dice lunga. Venite a fare un giro dalle parti di casa mia. Al mercato del lunedì nella via accanto alla mia si sono visti sempre e solo quelli della Meloni.
Ora, se io avessi dovuto votare badando a una parte dei miei interessi personali, avrei dovuto votare il centrodestra, che promette l’ennesimo condono delle cartelle pendenti. Sì, sapete, perché io ho delle pendenze con il fisco. Ma non perché sono un imprenditore miliardario che ogni dieci anni fa un bel patteggiamento. No, perché io uso per vivere anche i soldi delle tasse – e non mi si fraintenda, faccio una vita monastica, mi vanto di non aver abboccato al consumismo, non ne ho bisogno. E quando uno come me dice di non avere soldi, intende proprio zero sul conto corrente, non dieci o quindicimila euro da parte. Eppure no. Ho ancora la testa sulle spalle e una serie di valori che mi permettono di essere una persona più o meno decente, tra le mille difficoltà della vita quotidiana.
Dopo tutto questo, sento solo il bisogno di rivolgervi un’ultima domanda: cosa diavolo volete voi da me? Avete anche l’ardire di chiedermi il voto? Se c’è una cosa intelligente che potete fare è questa: andate a chiudervi nelle vostre ville di campagna, abbandonate il partito o quel che ne resta, tacete e scomparite in silenzio. Con un po’ di fortuna ci sarà una nuova generazione a prendere il vostro posto. Con la giusta fame, la giusta ferocia, la giusta cattiveria, la giusta intransigenza, la giusta conoscenza della vita delle persone, il giusto rispetto per le loro difficoltà e la loro dignità. Il giusto amore per il popolo. Che voi avete perso secoli fa.
Ecco, potrei andare avanti, ma mi sembra di aver espresso il grosso dei miei pensieri, anche se di sicuro tra dieci minuti mi verrà in mente qualcos’altro. E poi sono le undici di sera passate, io devo ancora rigovernare la cucina e lavare i piatti – stasera con mia figlia abbiamo fatto le cotolette, sono venute bene, e no, non ho la lavastoviglie – e devo tradurre ancora tre cartelle per finire la mia giornata. Che lo spirito di Bianciardi sia con me.
Fabrizio Coppola - fb
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smokingago · 9 months
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Che amori proibiti hanno molto fascino, è inutile negarlo.
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L’amore è un sentimento complesso e ogni relazione ha le sue caratteristiche peculiari, ma è inutile negare che quando c’è anche un po’ di rischio di essere scoperti si prova una sensazione molto piacevole. Gli amori per così dire proibiti, sono affascinanti sotto molti punti di vista: intanto, sono molto più passionali e ardenti. Potrebbero essere relazioni che è bene tenere nascoste per un gran numero di motivi. Togliendo i casi più eclatanti e forse riprovevoli come l’adulterio e il tradimento, gli amori proibiti sono molto vari.
Ad esempio, potrebbe trattarsi di una relazione con un collega di lavoro. Ma più semplicemente, spesso sono relazioni tra individui che appartengono alla stessa cerchia di amici e per un qualche motivo preferiscono tenere nascosta la loro passione. Il divertimento nel non essere scoperti è qualcosa di impagabile, specialmente se in realtà lo si sta facendo più per svago che per vergogna.
Detto questo, è bene ricordare che questa tipologia di relazioni finisce male piuttosto spesso: oltre al puro e semplice essere scoperti e finire nei guai per le motivazioni che vi portavano a nascondere i vostri sentimenti, capita anche che l’amore bruci e si consumi troppo velocemente. Il dover rimanere costantemente nell’ombra può essere frustrante per uno dei membri della coppia. Questo ovviamente può dar vita a situazioni ancora più pericolose come ricatti e minacce.
Dietro agli amori clandestini si nasconde spesso una necessità. Potrebbe essere che uno dei due partner abbia già delle relazioni amorose nella vita di tutti i giorni che non possono essere rescisse senza difficoltà. Ecco perché molto spesso gli amori proibiti coinvolgono tre persone. Potrebbe anche essere che una delle due persone coinvolte nella relazione segreta sia un personaggio famoso che teme per la sua immagine o per la sua privacy. Potrebbe anche essere che le rispettive famiglie dei due piccioncini facciano pressioni perché la relazione non abbia corso, da qui la necessità del segreto. Il caso più comune però e quello in cui la clandestinità è auto imposta: probabilmente uno dei due partner subisce un certo tipo di pressione mentre l’altro trova affascinante vivere una relazione nascosta nell’ombra. Il fascino del proibito è qualcosa contro cui è difficile lottare in ogni aspetto della nostra vita.
Hai mai sentito il detto le leggi sono fatte per essere infrante? Credo che riassuma molto bene il concetto del proibito: ogni volta che ci viene imposto di non compiere una determinata azione siamo più tentati a eseguirla. Probabilmente è qualcosa di insito nel nostro carattere umano, la proibizione attiva quasi sempre il desiderio. L’amore in particolare se è proibito diventa più ardente e passionale: ogni incontro clandestino diventa un’emozione fortissima alla quale è difficile rinunciare. Gli ostacoli si tramutano in sfide e i pericoli diventano i motori della relazione.
Come ogni cosa a questo mondo, anche gli amori segreti sono destinati a terminare, o almeno a palesarsi. La fine del segreto o può essere dovuta a numerosi fattori: primo fra tutti essere scoperti. Ovviamente non è per forza un male, a volte essere obbligati a esporsi e dichiarare a tutti la propria relazione può essere un modo per renderla più sana e duratura. Un’altra motivazione potrebbe essere perché uno dei due partner non regge più l’anonimato e la clandestinità, perciò chiede e ottiene la desecretazione della relazione. Gli amori clandestini sono molto passionali e piacevoli, ma raramente sono capaci di evolvere e acquistare spessore emotivo: essere obbligati a mantenere il segreto è molto limitante per entrambi i partner e non permette di stabilire una crescita comune.
Cit. dal blog "Apri la Mente'
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l-incantatrice · 19 days
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ERAVAMO UNA GALASSIA CHE ESPLODEVA IN UN MILIONE DI PEZZI, CREANDO UN MONDO COMPLETAMENTE NUOVO, MENTRE CI SCONTRAVAMO L’UNA CONTRO L’ALTRO SULLA MORBIDA SUPERFICIE DEL SUO MATERASSO, UNA NUVOLA NELL’OSCURITÀ, I NOSTRI CORPI FINALMENTE CADEVANO INSIEME COME PIOGGIA.
(EMME ROLLINS)
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francescosatanassi · 23 days
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SIAM DEL POPOLO GLI ARDITI
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Per rispondere alle violenze dello squadrismo, nel giugno del 1921 nacquero a Roma gli Arditi del Popolo, squadre di proletari con lo scopo di combattere il fascismo sul loro stesso terreno: quello dello scontro armato. La tendenza anarchica del movimento portò i partiti socialista, comunista e repubblicano a prenderne le distanze. In Romagna erano presenti sicuramente nel ravennate e nel riminese. Su Cesena si dice non fossero presenti, così come a Forlì, almeno secondo alcuni dirigenti comunisti che nel dopoguerra affermarono che ci furono alcune riunioni tra socialisti, comunisti e anarchici forlivesi ma alla fine non se ne fece nulla. In realtà, il 21 luglio, 'La Romagna socialista' dava notizia della loro formazione anche a Forlì. Negli stessi giorni, al funerale del comunista Pietro Casadei, ucciso durante alcuni scontri a Cesena, tramite un manifesto la famiglia ringraziò apertamente le squadre comuniste e gli Arditi del Popolo. Il 28 agosto su 'La lotta di classe' si parla di loro: “Abbiamo ricevuto un elenco di sottoscrizioni per Arditi del Popolo da Forlì”, mentre lo studioso locale Elio Santarelli li descrisse come dei "gruppi paramilitari che a Forlì si costituirono nel luglio 1921 seguendo l’esempio di altre parti d’Italia". Anche 'Il Pensiero Romagnolo' ne parlò, scrivendo che "alle bande fasciste si oppongono le bande proletarie.” Per togliere ogni dubbio, ho trovato due volantini firmati proprio dagli Arditi del Popolo forlivesi: uno (del quale ho tagliato una lunga citazione nella parte centrale) per chiamare il popolo a manifestare contro la pena inflitta agli anarchici Sacco e Vanzetti; l’altro per indignarsi dell'imminente patto di pacificazione tra socialisti e fascisti, e annunciare la nascita del movimento in città e la sua precisa finalità: “Rispondere con eguale violenza a tutte le violenze che saranno usate contro il popolo; adoperando gli stessi sistemi che finora sono stati adoperati contro di esso. La spietata ma necessaria legge del taglione sarà la nostra divisa!"
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