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#bruno dorella
nofatclips · 4 months
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An excerpt from Canto Primo (part of the special event Transmissions Waves) featuring:
🎵 Live version of Miasma by Ovo 💃 Arsura by Gruppo Nanou
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schroettner · 1 year
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song of the day: “psora” by ovo. file under: noise/industrial.
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spilladabalia · 1 year
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Wolfango - Strade
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solosucci · 8 months
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BACHI DA PIETRA, il nuovo singolo, "Mussolini".
BACHI DA PIETRA, “MUSSOLINI” – Singolo in uscita l’8 settembre 2023 (Garrincha Dischi / Sony).  “MUSSOLINI” è il primo singolo del nuovo album, l’ottavo in studio, per la band composta da Giovanni Succi (scrittura, voce e chitarra) e Bruno Dorella (batteria) nel 2004, alla quale si aggiunge Marcello Batelli (basso e sintetizzatori) nel 2021 con l’album “RESET”, il primo su Garrincha Dischi.…
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dionisolieo · 1 year
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civediamoli · 2 years
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@Triennale Milano Un viaggio nel tempo e nello spazio attraverso filmati del periodo delle origini del cinema e di epoche più recenti, accompagnati dalle suggestioni sonore e musicali del duo Tiresia, composto da Bruno Dorella e Stefano Ghittoni.
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tomorrowhittoday · 5 years
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Ronin, guarda il video di “Wicked” Il 16 Settembre Black Candy Produzioni pubblicherà "Bruto Minore", nuovo album dei Ronin. Ad anticiparlo il videoclip di "Wicked" brano contenuto nel disco e nato come "jam session".
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yesiamdrowning · 7 years
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domani smetto.
Qualche giorno fa uno di voi mi ha posto una domanda: “Se gli artisti che segui, che recensisci, che torchi o che hai torchiato nei tuoi interventi su Yesiamdrownig! o altrove avessero a loro volte un blog, una pagina Facebook, un account di Twitter da cui lanciare anatemi sul mondo dell'editoria musicale, cosa rimprovererebbero a te, che dei critici sei visto tra i più stracciapalle?”.
Non credo che lui, uno dei tanti come voi che giornalmente mi chiede qualcosa, si sia reso conto del baratro di interrogativi, di dubbi e autocoscienza che si è aperto sotto ai miei piedi. Ed escludo pure che abbia immaginato che io, rispondendo in forma privata, lì per lì arrabbattata in stile più ironico che altro, abbia pensato tutto il giorno, e anche quello dopo, e quello appresso, fino a oggi e forse anche domani, al suo efficace quesito. Perché, nel rapporto con gli artisti, ci sono di mezzo dei silenzi assordanti, dei non detti grandiosi, dettati soprattutto dall'accettazione dei propri ruoli che, al di sopra di ogni altra cosa, sottintendono tanta buona fede, qualche buona intenzione e un alibi direi di ferro davanti a ogni forma d'ipocrisia da entrambi i lati, anche la più nefanda. In sintesi quasi nessuno la pone e la prende sul personale, il che garantisce una sorta di immunità super partes. Se non fosse che poi alle spalle, molto spesso, succede di tutto. E' storia di neanche un mese fa uno svarione di un imbufalito Nicola Manzan (aka Bologna Violenta) per il quale nell'ambiente mi odierebbero tutti. Da Hate&Merda (forse pure solo per il nome) a Bruno Dorella degli OvO, uno dei musicisti più paciosi e disponibili che conosca - nonché dispensatore di una buona dose di autostima all'alba di un'intervista concordata per Il Mucchio.  Lungi da me mettere zizzania o trasformare queste mie considerazioni in battibecco. Io la mia idea me la sono fatta, sta bene lì e non sento affatto la necessità di andare a disturbare il cane che dorme. “Senti, ma secondo te, come imbrattacarte, cosa sbaglio?” sono andato a chiederlo altrove, forse un po' codardamente, simulando una noncuranza e una leggerezza non proprie della situazione, a chi conosco da abbastanza tempo per ipotizzare una sua risposta schietta ma non dettata dall'impeto di una luna storta come Nicola o, viceversa, dall'esigenza di pararsi il culo per qualsiasi motivo, artistico e non.
“Commetti un errore gravissimo che consiste nel ritenere la scena musicale italiana conforme a quella di ogni altro posto del mondo. L'Italia è invece un posto stranissimo, dove i critici musicali non vanno quasi mai ai concerti, hanno scarse cognizioni di cosa sia il lavoro che fanno, tifano, prendono lezioni di dettato dagli uffici stampa e dagli oligarchi di turno. Chi si esprime in codice alieno sbaglia”, ha dichiarato Alessandro Buccini. “Antonino Urso (Giorgio Moltisanti) è un attaccabrighe micidiale, ma il suo punto è sempre interessante, perché quasi mai è un punto di vista condiviso e rassicurante”. ha affermato Max Collini. “Per quello che ho letto sbagli di poco e spesso solo nei modi”, ha detto Gian Maria Accusani. “Ma vai al diavolo!” ha risposto Theo Teardo.
Ho sospirato. Ancora non ho da temere poi molto. E poi tanto non uno di loro, ne nessun altro per quanto ne so, ha il tempo e/o la voglia per aprire un blog, una pagina Facebook o un accout Twitter  con la precisa intenzione di farci a pezzettini. Qualcuno qualche volta sbraita qualcosa, ma ancora devo perlopiù confrontarmi con lo specchio. Eppure il tarlo si è insinuato nella mia coscienza (sporca?) che si è improvvisamente riempita di possibili macchie, errori, punti, svarioni, eccessi e facilonerie. Sia chiaro: io faccio del mio meglio. E lo faccio anche volentieri. Anche a costo di stare sul culo a tutti che poi questi “tutti” chi mai saranno? Con molti musicisti chiacchiero e rido parecchio, con altri abbiamo da tempo messo paletti e filo spinato. Ma se mia madre o un amico non mi rivolge la parola una settimana mi pesa, se il batterista dei Salminchia pensa sia un idiota, alla fin fine, pazienza. Lo posso ascoltare, lo osservo, lo annuso, lo rassicuro, lo gratifico se ce n’è motivo, posso pure arrivare a coccolarne l'ego riempendolo di tutta l'autoironia che possiedo. Ciò però non vuole dire che mi metta a raccontargli storie, non eviti di dirgli bugie, gli risparmi il mio sarcasmo. Cerco di rispettare la sua voglia di leggerezza, a patto che non svilisca il mio desiderio di concretezza o la mia curiosità, come direbbe Vian, di ficcare il naso nei posti più impensati prima di crepare. Mi sforzo di spingerlo fuori dal nido di un giornalismo comodo che a qualcuno manca anche un po', magari ponendogli delle domande che ricordino vecchie interviste degli anni Settanta, quando si potevano stuzzicare gli artisti e parlare di argomenti scomodi. Provo a fare di lui una persona a modino, anche se può essere una rogna raggiungere il pubblico così. Se ciò fa di me un idiota, pazienza.
Provo. Anche se le mie buone intenzioni, soprattutto nei confronti di chi legge, non mi mettono a riparo da nulla e, secondo qualcuno, lastricano strade che portano in luoghi poco raccomandabili.
Giro poi la domanda a me stesso. Cosa mi rimprovero, come imbrattacarte? Mi rimprovero di avere molte lacune di forma più che di sostanza. Mi rimprovero anche assenze e latitanze, anche quando penso di essere sul pezzo. Perché spesso è impossibile conoscere tutto, e c'è sempre un aggancio mentale che sfugge e spesso i comunicati stampa non dicono tutto. Sembra una banalità, ma l'intuito non arriva ovunque. Mi rimprovero la gravezza nel prendere tutto dannatamente sul serio, nel filosofeggiare su ogni cosa, nel cercare in ogni modo di andare al di là delle apparenze, nel soppesare ogni cosa e risultare spesso fuori luogo rispetto al clima di spensieratezza imperante. Perché, ora tocca ammetterlo, spensierato forse non lo sono stato mai.
Mi rimprovero anche la pigrizia, quando si tratta di affrontare il mondo della musica attraverso le nuove tecnologie, che sia Spotify o uno smartphone, che ancora mi ostino a non possedere, e la relativa conseguente rosicata quando questo mi pone inevitabilmente una spanna sotto chi è più al passo coi tempi. Sono io il bradipo, non il mondo a essere cattivo. Mi rimprovero l'incapacità di avere o solo simulare una qualsiasi forma di coolness al passo coi tempi. Ho sempre visto il trash come trash, senza attribuirgli nessuna sofisticazione di sorta, non riesco a farmi piacere Masini, sul serio o per finta, e considero la metà dell’umorismo dei miei giovanilisti coetanei fastidioso come un gatto nelle mutande. Ho inevitabilmente i capelli troppo lunghi. E di tutto questo a volte mi sento in colpa. Il che, mi rendo conto, è un po' perverso. La voragine però si è aperta, e un enorme interrogativo sta ancora lì. Faccio bene ciò che faccio? Continuerò a rimproverarmi e giustificarmi fino a quando mi ritroverò con un figlio per casa, con i baffetti e i brufoli, speranzoso che mi chieda chi erano i Fugazi, magari leggendolo su una mia t-shirt, e non abbia voglia andare a comandare con uno come Rovazzi? O magari, nulla di tutto questo, e mi costringerà a fare altro, probabilmente fottendosene allegramente se poi sono una pippa o meno.
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sinapsinews · 5 years
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"JAZZMI", ai nastri di partenza l'edizione 2019 della kermesse
Tra gli ospiti: Herbie Hancock, Enrico Rava, Rita Marcotulli, Peppe Servillo, Javier Girotto, Stefano Bollani
A una settimana dalla partenza della quarta edizione del festivalJAZZMI, quattro importanti appuntamenti registrano il sold-out: il leggendario Herbie Hancock al Conservatorio di Milano l’1 novembre, le irresistibili Kokoroko all’Arci Biko il 2 novembre, lo straordinario duo composto da S…
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dustedmagazine · 6 years
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Sigullum S—The Irresistable Art of Space Colonization and its Mutation Implications (Transmutation Ltd)
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Active since 1985, Italy's Sigillum S has a very long history of inexplicable electronics exploration. This latest recording is no exception. Led by Eraldo Bernocchi, this album also includes Paolo Bandera and Bruno Dorella in the lineup. This time around, they appear to be bringing their harsh atmospheres to a space colonization theme, not that one would recognize that from listening. 
The band has always provided excessively long cyberpunk song titles, and the opening "Occult Storage for Pan-Dronic Glossolalia" is comparatively concise. Kicking off the album with wave upon wave of electronic hissing and buzzing, feedback tones, and noise, breaking apart to isolate a heartbeat pulse and warped vocal sounds until the noise re-enters, it's a harrowing trip through a field of sonic tension that sets the stage for the album. From there, the trio take the listener through a cornucopia of strange electronic fields. The years have perhaps given Sigillum S a glossier sheen to their instrumentation — even the outsiders feel the need to modernize kit — but it hasn't smoothed out their incessant restlessness.
The synth arpeggios that drive "Genetically-Engineered Insects" bring to mind the cybernetic pulses of a John Carpenter soundtrack, almost pretty with ominous overtones, but the creepy whispers and fizzing noises prevent it from ever becoming too friendly. Elsewhere, chugging beats dissolve into arrhythmic stutters and breakdowns, and "Through the Endless Streams of Satellite Euphoria" climbs out of uneasy ambience into a dubby bassline and freakout synth chittering. The piano of "Immortality" builds into an appropriately church-like feel, but its cavernous rhythm and distant chanting voices are thrown off by flitting, buzzing electronic sounds, perhaps hinting that God's territory is being overtaken by human invention.  
The band's statements are difficult to take at face value, perhaps, when they describe "sound... employed as a tool for mapping of neglected areas of the subconscious" and offer the album as a "morbid collection of unprecedented galactic novelties and forgotten sound archaeologies." But nobody ever said artists shouldn't reach for the unlikely, and you certainly can't find fault in taking steps toward a compelling interzone. The organization of audio presented in these songs doesn't lack for imagination or scope. Its chief challenge, in fact, is precisely the opposite: there's perhaps too much hither and thither, so only after repeated listens do the parts begin to cohere into a sensible whole. Even then, any given track never feels settled, and before you've made sense of a passage it's long gone and there's something new to consider.  
As music for exploring the questions of where space colonization might lead, and the inevitable changes to the human race that would result, the songs on The Irresistible Art Of Space Colonization... may open eyes to unexpected vistas, but it's best not to expect real answers. As if to accentuate the unanswerable, the album concludes with a riddle. The slowly bubbling beats of closer "Celestial Heliocentric Cultures" pull stretched synth tones along in a relatively sedate way until suddenly the song blows apart into the sounds of crazed, broken machinery, a malfunctioning space station computer sounding all of the alarms. The beats pound slowly as the chaos flies here and there, and the album ends with a moment of near-silence. Whether it's the silence of safety or the silence of finality is open to interpretation.  
Mason Jones
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musicletter · 2 years
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Bachi da Pietra. Il tour invernale della rock band italiana.
★ Bachi da Pietra. Il tour invernale della rock band italiana.
I Bachi da Pietra sono una rock band italiana nata a metà anni 2000 dall’incontro di Giovanni Succi e Bruno Dorella ai quali, da qualche tempo a questa parte, si è aggiunto anche Marcello Batelli. Con all’attivo sei dischi, l’ultimo del 2021 intitolato Reset, la formazione piemontese torna a calcare i palcoscenici a partire dal 3 dicembre 2022. (La redazione)
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nofatclips · 7 months
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L'eremita by OvO (featuring Årabrot) from the album Miasma
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koufax73 · 3 years
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OvO: "Testing my poise" è il nuovo video #trakoftheday
OvO: “Testing my poise” è il nuovo video #trakoftheday
Testing My Poise è il quarto video dall’ultimo album degli OvO, Miasma, pubblicato dall’etichetta canadese Artoffact Records nel 2020. La canzone vede la partecipazione della trapper svedese Gnučči alle voci. Nelle parole degli OvO (Stefania ?Alos Pedretti e Bruno Dorella): “Testing My Poise è molto diversa da tutte le altre nostre tracce, perché ospita Gnučči che proviene dal mondo del rap e…
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gallus-music · 3 years
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Album strumentale che parla molte lingue, “PlusLapsus” segna il debutto solista di Luca Gallina, chitarrista di ultradecennale esperienza noto per l’intensa attività in seno a numerose formazioni. Affiancato dal bassista Giovanni Ferrario e dal batterista Beppe Mondini, entrambi strumentisti di lungo corso, dà vita a nove tracce urgenti e mutevoli, agitate in profondità da scosse di blues truccato, manipolato ad arte, scattante ed ispido. In trentasei minuti tesi ed accattivanti, elementi di provenienza affatto univoca si fondono seguendo suggestioni mutuate da molteplici fonti: da una nervosa “Jinsi” che sa di Stevie Ray Vaughan alle tentazioni western di “Sumerica”, dagli accenti morbidi di “X vibes” fino al mix di violoncello ed echi mediorientali di “Enuma Elis” (quasi i Ronin del grande Bruno Dorella), ogni traccia dipinge un fondale diverso, quasi fossero scenari di vari set cinematografici. Composizioni dinamiche ed incalzanti mutano pelle di continuo senza mai scadere nel virtuosismo autocompiaciuto, flirtando con il jazz sia nella carezzevole apertura retrò di “Paleo jaz” che nella title-track, rilassata e suadente a passo di bolero, o segnando il tempo nella cadenza insistita e cattivella di “Ovo groovis” così come nei sei minuti laid-back della conclusiva “God’s flip-flops (le infradito del dio Enki)”. In mezzo, sparsi come spezie nel Gumbo, sentori di Pat Metheny e di John Abercrombie, di Bill Frisell e di Peter Green, ma perfino rimembranze di Charlie Christian segnano i confini – apertissimi – di un lavoro brillante, attraente ma non sofisticato, rivolto ad un pubblico disponibile e curioso. (Manuel Maverna)
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solosucci · 6 years
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Molto MiaMi.
Che bello che quest’anno torno al MiaMi e che ci vado con i GIOVANNI SUCCI, la banda che porta il mio nome, composta da Giovanni Stimamiglio, Giovanni Tristan Martinelli e Giovanni Succi (che so’ io).
Ci fu una prima volta al MiaMi 2007, fu molto intenso, sul Palco Collinetta con i BACHI DA PIETRA, un gruppo composto da Bruno Dorella Da Pietra e Giovanni Succi Da Pietra(che so’ sempre io); e poi…
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sigillum-s · 3 years
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SIGILLUM S “Coalescence Of Time: Other Conjectures On Future” Cassette / DL released on Friday, February 5, 2021, throughHOSPITAL PRODUCTIONS. https://hospitalproductions.net/ https://hospitalproductions.bandcamp.com/music https://sigillum-s.bandcamp.com/ On Friday, February 5, 2021, HOSPITAL PRODUCTIONS are releasing “Coalescence Of Time: Other Conjectures On Future”, a brand new SIGILLUM S album, as a very special limited-edition cassette in 150 copies, together with a digital version available through the SIGILLUM S Bandcamp site. Thirty-five years since formation, SIGILLUM S are further developing their fascination for huge scale temporal events,dealing with extreme sensorial mutation as key for epochal changes in culture fabric: with a current line-up where the original founders, Eraldo Bernocchi and Paolo L. Bandera, are now permanently augmented by Bruno Dorella, they have created a telluric amalgam of endless electronic layers, spiked with absurdist melodies and punishing wavelengths…. this is framed by a strongly irregular, but still heavily hypnotic, rhythm structure, leaving space for sudden eruptions of sidereal noise and secretive word incantations. In a way, many references from the SIGILLUM S past (from occultist atmospheres and dystopian sci-fi soundtracks to super deep bass foundations and disturbing exoticism …) seem to lurk in the shadows to contribute to a fully contemporary work, rich in profound sensations and conceptual assault… a true post-industrial mirror of this unsettling period and an inebriating platform for societies to come. All cassettes include a download code and a special edition of 39copies features a unique package with hand painted envelopes for each single item to house the striking artwork by Petulia Mattioli, while the remaining 111 copies are available in standard jewel case. The Vinyl and CD versions of “Coalescence Of Time: Other Conjectures On Future” will be released on November 26, 2021 by SUBSOUND RECORDS. http://subsoundrecords.it/ https://subsoundrecords.bandcamp.com/ (presso London, United Kingdom) https://www.instagram.com/p/CK3wsPwJZhq/?igshid=17e9fjrg8gat4
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