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#beckettiana
astra-zioni · 2 years
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Ora rimane solo da capire se di fronte a certe cose che un tempo mi avrebbero tagliata letteralmente in due io reagisca bene, in modo funzionale e con lucidità perché sono dissociata (e quindi la botta vera arriverà dopo), perché sto effettivamente “guarendo”, o son semplicemente diventata cinica e nichilista in modo totale. Escludo l’ultima ipotesi perché la fase beckettiana richiede una certa intelligenza e ironia di cui io attualmente non sono provvista. Ne deriva che.
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ofeliapizarnik · 1 year
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Autumn of Mountain, 1993, by Yuqi Wang
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Ahí donde los límites de la individualidad se tornen borrosos
dentro del oasis en el que mis muñecas se funden en tu pecho
buscame en el cielo de tu habitación
con la garganta seca
me envuelven las llamas de la locura,
en mi pozo soplo las cenizas
de cada cigarro que te dediqué
y me hundo en nuestro ausente olor a vainilla
a la espera beckettiana de un próximo ritual
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centroscritture · 1 year
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What is the Word. Seminario su Samuel Beckett
Domani pomeriggio ore 18 primo dei due incontri del seminario del sulla poetica di Samuel Beckett tenuto da Maria Grazia Tonetto.
“What is the Word” è l’ultima poesia di Samuel Beckett, quella che meglio cattura l’estrema sfida portata dall’autore alla scrittura, intesa come pura necessità di dire che persiste oltre il sottrarsi di ogni contenuto particolare e degli accidenti del soggetto percipiente. Il seminario esaminerà la riflessione beckettiana sulla crisi della Presenza o crollo dell’oggetto, “sia quotidiano, storico, mitico, sia fantasmatico”. In questo primo incontro si metterà a fuoco la poetica beckettiana “dell’impedimento”, ripercorrendo il suo costituirsi in alcuni saggi significativi, da Proust (1930) a Pittori dell’impedimento (1948).
Gli incontri si terranno in classi virtuali Zoom, saranno registrati nel momento del loro svolgimento e resteranno disponibili per tutti gli iscritti sul sito www.centroscritture.it
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sguardimora · 1 year
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Agnese Banti in residenza per “Shall we?”
03 Aprile 2023 - 14 Aprile 2023
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[ph. Elisa Mariotti]
Inizia oggi la residenza creativa e di ricerca per il nuovo progetto di Agnese Banti Shall we?
“Portare in scena la propria voce per interrogarla come altro da sé stessə. Per giocare ed entrarci in relazione, per scucire e ricucire lo spazio attraverso il suono spazializzato che si svela sulla scena. La ricerca compositiva, di ispirazione beckettiana e cageana, si articola in monologhi, cori, dialoghi e silenzi grazie a una coreografia che unisce le esperienze della musica acusmatica e della sound art con l’idea che gli altoparlanti non siano solo dispositivi di diffusione sonora ma anche presenze con cui entrare in relazione.” 
Agnese Banti
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Agnese, Delia Banti /Lei/ Artista sonora, musicista e overtone singer. La sua attività artistica ha sempre gravitato intorno alla musica corale, gli studi sul paesaggio sonoro, i repertori di musica tradizionale, la composizione per lo spazio e la dimensione collaborativa del fare musica. Diplomatasi con un progetto installativo sulla voce delle rane e le rovine antiche realizzato tra il Conservatorio di Bologna e l’Università di Corfù, da qualche anno collabora stabilmente con il centro fiorentino di produzione, ricerca e didattica musicale Tempo Reale e collabora a progetti di canto armonico con il compositore Roberto Laneri. Recentemente ha frequentato il corso di Alta Formazione Malagola, Scuola di vocalità e Centro studi sulla voce di Ravenna e ha collaborato con la coreografa Marta Bellu e la danzatrice Laura Lucioli nello spettacolo “I versi delle mani”. Nel 2023, grazie al sostegno di Fondo – Network per la creatività emergente, porta avanti la ricerca artistica per un nuovo progetto performativo che svilupperà in residenza presso Santarcangelo dei Teatri, I Teatri di Reggio Emilia, Fabbrica Europa, L’arboreto – Teatro Dimora e Ravenna Teatro.
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mianonnadellozen · 3 years
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radheidiloveme · 5 years
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"Il caos calmo è quell'istante di esitazione che precede una risposta netta, tanto breve e insignificante quanto decisiva. Quei mesi di beckettiana attesa del nulla fuori ad un cancello, su un binario, affacciati ad una finestra di casa, o in qualsiasi luogo. Quei mesi di stallo dopo i quali, si sa, tutto cambia. Ma non si sa in quale direzione. Caos calmo è quell'estraniazione dal mondo che precede l'ingresso in un mondo fisso e immutabile - almeno fino ad un altro caos calmo. La pausa prima del possibile disastro, o del possibile successo. Il momento in cui, ascoltando le vite degli altri, capisci chi sei. E che non sai dove andrai, ma sai dove vorrai andare. Il caos calmo poi si spezza, bruscamente, anche per qualcosa senza un senso apparente, e devi veramente riprendere a vivere. Lanciarti dal trampolino, nonostante tutta la paura, perché non puoi rimanere sulla pedana a guardare la piscina, o voltarti indietro e scenderci."
— Sandro Veronesi, 
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bicheco · 6 years
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Beckettiana
Aspetto un segnale.
Segnale? Che segnale?
"Il" segnale. Dai!
Il segnale per cosa?
Per cosa.... Per partire.
Partire. Dove partire?
Non quel "partire". Il via, diciamo.
Il via....
Proprio non capisci eh...
Segnale, partire, via... No, non capisco.
Ti spiego. Io sono pronto. Da un pezzo.
Pronto? Pronto per cosa?
Per partire! Per andare. Per cominciare!
Cominciare cosa?
Il viaggio.
Il viaggio?
Un nuovo viaggio.
Verso dove?
Verso dove.... Verso me. Un nuovo me!
Nuovo te?
"Io" sono il viaggio. E la destinazione.
Forse ho capito. Stai aspettando il segnale.
Esatto!
E chi dovrebbe dartelo?
Io.
Tu? Tu devi darti il segnale...?
Si. Lo sto aspettando.
Aspetti di darti un segnale.
Si. Sono pronto per riceverlo.
Ma....
Non sono pronto per darmelo.
Non capisco.
Cosa non capisci?
La storia del segnale. E di te che aspetti.
Eppure a me sembra così chiaro.
....
Eccetera. Si potrebbe andare avanti per ore.
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elartedeperder · 3 years
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Beckettianas 1
He pasado la noche en un foso con Estragón (me golpearon más que a él). 
- ¿Y tú quién eres?”, preguntaron los de abajo. 
Dije mi nombre, pero no les decía nada (golpe). 
- ¡Pero si esa es la que soy!, insistí (golpe). 
Hubiera dicho cualquier cosa con tal de que cesaran de patear. Ensayé otros nombres, ninguno les satisfizo. 
- ¡Pregúntame quien soy!, dijo, al fin, uno de ellos, impaciente. 
- ¿Quién... ... eres?, obedeció mi voz temblorosa. 
- ¡Yo soy el encargado de patear!
- ¿Y por qué me pateas a mí? (golpe).
- Bueno, si no lo hago, alguien más vendrá a hacerlo. Si no fueras tú, a alguien más tendría que patear. No es cuestión de dejar impunes a los que no saben ni siquiera quiénes son en la vida.
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RESEÑA Película 'Vitalina Varela'
Si hay una película de los confiscados, en ese momento su santo debe ser el productor portugués Pedro Costa. Sus películas estáticas, severas y con frecuencia ilusorias, que se despliegan en un secreto que prohíbe la semi-oscuridad, tratan sobre espíritus subestimados, habitualmente los del barrio de chabolas de Fontaínhas en ruinas (y ahora aplastado) en Lisboa. De hecho, su nueva película me ayudó a recordar la monotonía y la distinción puramente beckettianas de su trabajo: sus personajes son individuos desolados y sin sonrisas que viven bajo la línea de la indigencia y que han perseverado durante mucho tiempo. Su horror material no está provisto de una respetabilidad encorvada, sino de una independencia suavemente abreviada. Costa y el director de fotografía Leonardo Simões han hecho imágenes peculiarmente convincentes a partir de divisores que se desintegran y de interiores sombríos y raídos, seleccionados con luces clave salvajes para darles un aspecto casi pionero, como si fueran decorados de estudio. Prácticamente la totalidad de la película ocurre alrededor del atardecer, además del final, cuando hay sol e incluso luz del día. El resultado es extrañamente conmovedor.
[Leer: https://www.okpal.com/users/01EW4EMYBATE7ZVVYFV2YHQPW8]
Poco a poco, Costa está utilizando un animador no profesional y revelando su historia genuina. Vitalina Varela es de la isla de Cabo Verde, un estado portugués anterior, que apareció momentáneamente en la película de Costa 2014 Horse Money y ahora se convierte en el foco de atención abrumador. Tiene un aplomo enormemente imperturbable y una mirada clara. Durante la década de 1980, Vitalina se casó con un hombre con el que estaba construyendo una casa familiar, paso a paso. (Hay algunos sueños discretamente asombrosos como flashbacks de sus coexistencias en la isla.) Pero la media naranja de Vitalina la abandonó y se fue a Lisboa, habiéndole garantizado que le enviaría dinero en efectivo, o al menos la traería para que lo acompañara.
[Leer: https://www.okpal.com/users/01EW4F1ZW59BVFPJK5VSH79BCE]
Sin embargo, nunca lo hizo. En la actualidad, después de 40 años, Vitalina finalmente ha venido a Lisboa para enfrentarse a él. (Hay una escena inusualmente extraña, aunque atípicamente ostentosa, en la que el avión se encuentra en el área de aterrizaje, por la noche, obviamente, y el contorno de Vitalina se descubre significativamente en la entrada abierta, ya que confía en que se traerán los medios). Sin embargo, descubre que su media naranja pateó el balde solo siete días antes. No le queda nada por hacer a Vitalina aún cuando visite el nivel del gueto donde vivía. Actualmente la frecuenta como una aparición, angustiada por las fotografías de su otra dama y periódicamente intercambiando escasas palabras con sus vecinos.
[Leer: https://www.okpal.com/users/01EW4FEB6H74SS7FP0FYGD4TKF]
En ese momento Vitalina recuerda a alguien de su casa. El ministro que dirigió la función del funeral de su difunto cónyuge (el que acaba de perder) es un hombre que ella sabe que una vez estuvo medio loco por la desgracia y la angustia: en Cabo Verde, no sumergiría una reunión de mentores de personas que habían aparecido. sin haber terminado el trabajo de escritorio correspondiente. Los despidió, y su mentor los aplastó terriblemente, condenándolos a muertes angustiosas, y al clérigo a una sensación sin sentido de que él o Dios habían logrado algo reprensible. En la actualidad, él también es un desplazado en la majestuosa y desenfrenada patria de Portugal: madura, enfermo, con un temblor en la mano derecha. Es interpretado por el veterano animador de repertorio de Costa, Ventura.
[Leer: https://www.okpal.com/users/01EW4FS0C4XYEVAYNR9VEVF3BR]
Vitalina y el clérigo deberían compartir mucho para todos los efectos, sin embargo, ella está exasperada por su expectativa de que su media naranja sea una víctima a la que se debe considerar y sentir lástima, un hombre indefenso que falleció en una desoladora muerte. "¡Los hombres favorecen a los hombres!" chasquea Vitalina. "En el momento en que ves el rostro de una dama en el ataúd, no puedes imaginar su angustia". Y durante dos horas, tenemos la prueba de imaginar la propia aflicción de Vitalina, su necesidad de superar esa miseria, su inquebrantable voluntad de resistir y su tranquila y resistente versatilidad a raíz de haber sido engañada por un feroz segundo que habría traído una conclusión. La forma en que nos damos cuenta de que esto realmente le sucedió a la dama en la pantalla es tanto una revelación como un camuflaje. Al igual que otros animadores no profesionales de las películas, Vitalina está coordinada para presentar un rostro tranquilo e inexpresivo a la cámara. Quizás ese estilo es retener lo que siente y hacer una persona anecdótica de oscuro abatimiento.
[Leer: https://www.okpal.com/users/01EW4G3ENSC1RBFQAXGWRB1EG8]
Esta película requiere mucha consideración, pero para mí funciona de una manera que es mejor que el generalmente apreciado Horse Money de Costa. Hay una realidad profunda y vívida en la extraordinaria estética de Costa, e instantáneas de sentimientos, por ejemplo, cuando Vitalina comienza a leer en voz alta una sección de noticias incompleta sobre, por el amor de Dios, la primera reunión de la princesa Isabel con el príncipe Felipe en 1939. ¿Se sorprende Vitalina? ¿Sobre el destino de su propia vida, traicionada por un hombre que escapó de ella, incluso hasta el final? Ella se asemeja a un hito de su propia falta de emociones, y su apatía de otro mundo hacia nuestra compasión emana de la pantalla.
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lopezrotella · 4 years
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"Quédate donde estuvimos tanto tiempo solo juntos, mi sombra te confortará" Así la triste historia fue contada una última vez, y se sentaron como si se hubieran convertido en piedra. Photography by Javier López Rotella http://lopezrotella.tripod.com/1/beckett.html https://www.pinterest.com/jlopezrotella/javier-lopez-rotella-photography/a http://alternativeart.us/fine-art-photography/ La estética beckettiana, surge mas que de una interioridad atormentada, de un afán critico y de un compromiso del autor consigo mismo. ¿...Pero como hacer el silencio, con palabras...? El lenguaje no puede ser usado ya para explicar que no hay forma de expresar: fondo y forma deben fundirse y la palabra debe decir el silencio. Ésa es la opción de Beckett. Es el camino que él encontró para su arte, el único posible para él, y el que intentamos con el nuestro. Pero ¿cómo hacer el silencio con palabras? y ¿con imágenes? Hasta que las palabras se conviertan en silencio Hasta que las imágenes se conviertan en nada Hasta que nada se convierta en todo... Las palabras y las imágenes, los colores, los ambientes en esta estética del fracaso son el cuerpo del fracaso, donde el arte hace su metamorfosis. De silencio, de soledad, de vida, de muerte. Tributo a Samuel Beckett https://www.instagram.com/p/B6JfnxHJYVH/?igshid=ttz4mr4lynsv
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spaziozut · 5 years
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spettacolo di teatro
MEMORY BOX
di
ZoeTeatro
Re:act
Rassegna di Teatro Contemporaneo
Sabato 09 Febbraio alle ore 21.15 e Domenica 10 Febbraio  alle ore 18.15
+
Cena solo Sabato alle ore 20.00
Re: act / Stagione Teatrale 2018/2019 All’interno di C.U.R.A. Centro Umbro di residenza Artistiche con il contributo di Comune Di Foligno Regione Umbria Mibac Fondazione Cassa di Risparmio di Foligno a cura di ZUT & ZoeTeatro
Re: act è la rassegna di teatro contemporaneo di Foligno, è una proposta della Cooperativa Gecite (ZUT) Ex Cinema Vittoria, e di Zoeteatro, ed è giunta al suo quinto anno. Nove appuntamenti per dieci spettacoli, dieci tappe, dieci punti di domanda, dieci tentativi di risposta intorno alla società odierna proposte dal teatro contemporaneo.
MEMORY BOX
Regia e testo: Emiliano Pergolari Con: David Rinaldini, Matteo Ciccioli Scene e luci: Emiliano Pergolari, David Rinaldini Progetto Video: Matteo Ciccioli, Emiliano Pergolari Residenza C.U.R.A. - Spazio ZUT 2018 Primo Studio (Open Beta) 31 Agosto- 1 Settembre, Festival Segni Barocchi (FOLIGNO)
Biglietti: intero €10 - ridotto €7
Prenotazioni: t. 389 0231912 (orario biglietteria 15-18) [email protected]
LO SPETTACOLO Il passato è una sedia a dondolo. All'interno di una scatola. O meglio, di una Memory Box. “(...) Memory Box è la vostra scatola dei ricordi, grazie alla quale avete la possibilità di ricominciare sempre da capo, di correggere e modificare tutto quello che per voi è andato storto oppure che intendete per qualsiasi motivo cancellare. Memory Box è la scatola che potete riempire a vostro piacimento, un album fotografico che cambia come volete voi, e a quel punto non avrete più bisogno di niente e di nessuno, i vostri sogni vi basteranno! (...)” Un uomo (il Soggetto 16) dondola all'interno della propria tana e ricorda il suo passato. Arriva un momento in cui vale la pena tracciare un bilancio, soppesare i successi e i fallimenti di una vita. Quest'uomo è lì, e dondola, medita, alla ricerca di quel momento unico che ha cambiato la sua vita. Siamo partiti da Krapp, uno dei personaggi simbolo dell'opera beckettiana, un uomo, solo, coi suoi ricordi, e quel momento in cui tutto sarebbe potuto cambiare. Questa volta però la stessa situazione diventa un esperimento pubblico, la Memory Box.
ZOETEATRO è la compagnia nata all'interno dell’Associazione Culturale Zoe, formata da Michele Bandini ed Emiliano Pergolari, nasce nel 2004 dopo alcune significative esperienze professionali e formative tra le quali, fondamentale, quella con Marco Martinelli e il Teatro delle Albe. Il primo esperimento creativo della compagnia è “Vi e Ve”, che debutta al Festival di Santarcangelo nel 2004, grazie all'idea e al testo di Marco Martinelli, un “Metalogo nel regno delle ombre” fra Vittorini e Veronese. Dal 2004 ad oggi ha realizzato numerose produzioni artistiche che hanno debuttato nei maggiori festival nazionali e internazionali, prodotta e sostenuta negli anni per numerose produzioni dal Teatro Stabile dell’Umbria, è la compagnia sostenuta come residenza artistica dallo Spazio Zut (Coop. GECITE) , all'interno del quale realizza periodi di residenza e di formazione. La compagnia svolge con l'Associazione Zoe dal 2002, anche un’intensa attività di formazione teatrale con i giovani, adulti e bambini.
Prossimi Appuntamenti della Stagione:
BELLO MONDO- MARIANGELA GUALTIERI Domenica 3 Marzo 2019, ore 18,15 10 euro intero, 7 euro ridotto*
QUINTETTO- ALDES/CHENEVIER Domenica 10 Marzo, ore 21,15 10 euro intero, 7 euro ridotto*
SCHIFO- TWO LITTLE MICE Domenica 7 Aprile 2019, ore 18,15 10 euro intero, 7 euro ridotto*
COME VA A PEZZI IL TEMPO- PROGETTO DEMONI Venerdì 12 Aprile 2018, ore 17-18-19-21-22 Sabato 13 Aprile 2018, ore 17-18-19-21-22 Domenica 14 Aprile 2018, ore 17-18-19 10 euro intero, 7 euro ridotto* Spettacolo all'interno di abitazione privata
*ridotto: fino a 25 anni
Partner: Un grande ringraziamento va ai nostri collaboratori e ai nostri partner grazie ai quali è stato possibile realizzare la stagione di quest’anno:
City Hotel & Suites: https://www.cityhotelfoligno.com/
Wuemme Palestra: https://www.facebook.com/WuemmePalestra/
Music Service Calderini: http://www.calderinimusicservice.it/
Scacciadiavoli: https://www.cantinascacciadiavoli.it/
Daniele Petrini Hairstylist: https://www.danielehairstylist.it/
Wuemme Palestra: https://www.facebook.com/WuemmePalestra/
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mianonnadellozen · 3 years
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inovaniteroi · 5 years
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Esperando Godot em leitura dramatizada no Solar do Jambeiro
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O homenageado britânico Samuel Beckett. (Foto: Divulgação)
Considerado um dos escritores mais influentes do século XX, o britânico Samuel Beckett é o homenageado do mês de julho da Leitura Dramatizada da ATACEN, que acontece todos os meses no Solar do Jambeiro. Agendado para a quinta-feira, 25, às 20h, a leitura de sua mais importante obra “Esperando Godot”, terá a direção de Renata Egger e Vivian Sobrino. 
Escrita originalmente em francês, “Esperando Godot” foi publicada pela primeira vez em 1952 e apresentada no pequeno Théâtre Babylone em Paris, com direção de Roger Blin (1907-1984).
É considerado um dos principais textos do teatro do absurdo e a principal obra de Samuel Beckett. Em 1955, o autor recriou sua obra em língua inglesa. Dividida em dois atos, em língua inglesa, a peça estreou em agosto de 1955, no Teatro de Artes (Arts Theatre), em Londres, dirigida por Peter Hall. 
No primeiro ato, estão em cena Estragon e Vladimir. Aparentemente esperam um sujeito de nome Godot. Nada é esclarecido a respeito de quem é Godot ou o que eles desejam dele. Os dois iniciam longo diálogo, só interrompido na entrada de Pozzo e Lucky, que carrega uma pesada mala que não larga um só instante.
O segundo ato desenvolve a mesma dinâmica, no mesmo cenário. Estragon e Vladimir iniciam sua jornada na espera de Godot. Surgem novamente Pozzo e Lucky. Pozzo está cego e Lucky mudo. Após a partida destes, aparece novamente um garoto anunciando novamente que Godot não virá, talvez amanhã. 
“Apesar de ser uma leitura dramatizada, temos, como intuito, diferenciá-la, conceituando o teatro do absurdo com algumas inserções que permitam ao público um mergulho mais profundo nessa escola por meio de um de seus principais textos”, afirma a diretora Renata Egger.
A produção beckettiana foi um dos principais ícones do Teatro do Absurdo. Recebeu o Nobel de Literatura em outubro de 1969, enquanto em férias em Tunes com Suzanne, sua esposa. Prevendo que seu reservado marido seria intensamente assediado a partir daquele momento, Suzanne descreveu o prêmio como uma “catástrofe”. 
FICHA TÉCNICA
Autor: Samuel Beckett Direção: Renata Egger e Vivian Sobrino  Elenco: Fabio Fortes, Renata Egger e Vivian Sobrino 
SERVIÇO
Leitura Dramatizada da ATACEN “Esperando Godot”, de Samuel Beckett Data: 25 de julho, quinta-feira Horário: 20h Classificação indicativa: Livre Duração: 70 minutos
Local: Solar do Jambeiro End: Rua Presidente Domiciano 195, Boa Viagem – Niterói ENTRADA FRANCA
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bicheco · 7 years
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Beckettiana
- Credo di aver trovato la risposta a TUTTE le domande. - E qual è? - ..... A "quasi" tutte le domande.
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persinsala · 5 years
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Aspettando Godot
Il Godot di Scaparro appare amichevole e scanzonato, dimenticando l’avvertenza di Beckett al regista della prima messinscena (1952): “niente è più grottesco del tragico”. Il risultato è uno spettacolo godibile, che però non spinge la pièce beckettiana ai confini della sua im)possibilità. (more…)
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