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#Septuaginta
eli-kittim · 2 years
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Polish Translation of Eli Kittim’s article
Polskie tłumaczenie artykułu Eli Kittima
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DOWÓD, ŻE DANIEL 12.1 ODNOSI SIĘ DO ZMARTWYCHWSTANIA NA PODSTAWIE TŁUMACZENIA I EGEGEZY JĘZYKÓW BIBLIJNYCH
Autor Eli Kittim
Księga Daniela 12.1 jest w kontekście wielkiego ucisku czasów ostatecznych! Jest powtórzony w Mateusza 24.21 jako czas wielkiej próby: καιρός θλίψεως (por. Ap 7,14).
Daniel Teodotion 12.1 LXX:
καὶ ἐν τῷ καιρῷ ἐκείνῳ ἀναστήσεται Μιχαηλ ὁ ἄρχων ὁ μέγας ὁ ἑστηκὼς ἐπὶ τοὺς υἱοὺς τοῦ λαοῦ σου καὶ ἔσται καιρὸς θλίψεως θλῖψις οἵα οὐ γέγονεν ἀφ’ οὗ γεγένηται ἔθνος ἐπὶ τῆς γῆς ἕως τοῦ καιροῦ ἐκείνου.
Teodotion Daniel 12,1 z Septuaginty tłumaczy hebrajskie słowo עָמַד (amad) jako αναστήσεται, które pochodzi od rdzenia ανίστημι i oznacza „powstanie”.
Tłumaczenie:
W tym czasie powstanie Michał, wielki książę, obrońca twojego ludu. Nastanie czas udręki, jakiej nie było, odkąd narody po raz pierwszy powstały.
Moje twierdzenie, że greckie słowo ἀναστήσεται („powstanie”) odnosi się do zmartwychwstania, zostało zakwestionowane przez krytyków. Moja odpowiedź jest następująca.
Pierwszym dowodem jest fakt, że Michał jest po raz pierwszy wymieniony jako ten, który „powstanie” (ἀναστήσεται; Daniel Teodotion 12.1 LXX) przed powszechnym zmartwychwstaniem (ἀναστήσονται; Starogrecki Daniel 12.2 LXX). W tym przypadku istnieje solidny dowód językowy, że słowo ἀναστήσεται odnosi się do zmartwychwstania, ponieważ w następnym wersecie (12.2) liczba mnoga tego samego słowa (tj. ἀναστήσονται) została użyta do opisania ogólnego zmartwychwstania! Innymi słowy, jeśli dokładnie to samo słowo oznacza zmartwychwstanie w Daniela 12.2, to musi również oznaczać zmartwychwstanie w Daniela 12.1!
Drugi dowód pochodzi ze starogreckiej wersji Septuaginty Daniela, która używa słowa παρελεύσεται do określenia hebrajskiego słowa עָמַד (amad), które jest tłumaczone jako „powstanie”.
Starogrecki Daniel 12.1 wersja LXX brzmi:
καὶ κατὰ τὴν ὥραν ἐκείνην παρελεύσεται Μιχαηλ ὁ ἄγγελος ὁ μέγας ὁ ἑστηκὼς ἐπὶ τοὺς υἱοὺς τοῦ λαοῦ σου ἐκείνη ἡ ἡμέρα θλίψεως οἵα οὐκ ἐγενήθη ἀφ’ οὗ ἐγενήθησαν ἕως τῆς ἡμέρας ἐκείνης.
Starogrecka wersja Septuaginty Daniela dalej pokazuje, że Daniel 12.1 opisuje temat śmierci i zmartwychwstania, ponieważ słowo παρελεύσεται oznacza „odejść” (umrzeć), tym samym wskazując na śmierć tego księcia w czasie koniec! Dlatego przygotowuje scenę dla jego zmartwychwstania, ponieważ tak zwana forma „Teodotion Daniel” z LXX wypełnia luki, używając słowa αναστήσεται, oznaczającego zmartwychwstanie cielesne, aby ustalić okres dni ostatnich jako czas, w którym ta książęca postać zostanie wskrzeszony z martwych!
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espiritudedios · 10 months
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Σὺ τὴν σοφίαν κηρύξεις, ἵνα φρόνησίς σοι ὑπακούσῃ·
Aquí está el proverbio ocho, versículo uno.
Se podría traducir como:
"Tu, la sabiduría, predicarás, para que tu sabiduría divina *se obedezca*"
La última palabra puede significar:
obedecer, estar sujeto a ; responder a, aceptar, adherirse a ; contestar (la puerta)
Podríamos decir también:
"Tu, la sabiduría, predicarás, a fin de que *se acepte* tu sabiduría divina."
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quemirabobo · 2 years
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Hola linda
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Hola amor💚
JAJAJAJAJAJAJAJJAJA muy bueno, que bronca cuando eso pasa
Cómo estás??
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fieriframes · 1 year
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[Vestigia possis sistere, viveris septuaginta iiii.]
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interlingwa · 18 days
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Numerii
0 nihil
1 unus, una, unum
2 duo
3 tres
4 quattuor
5 quinque
6 sex
7 septem
8 octo
9 novem
10 decem
11 undecim
12 duodecim
13 tredecim
14 quattuordecim
15 quindecim
16 sedecim
17 septendecim
18 duodewiginti
19 undewiginti
20 wiginti
21 unus et wiginti
22 duo et wiginti
23 tres et wiginti
24 quattor wiginti
25 quinque et wiginti
26 sex et wiginti
27 septem et wiginti
28 duodetriginta
29 undetriginta
30 triginta
31 unus et triginta
40 quadraginta
50 quinquaginta
60 sexaginta
70 septuaginta
80 octaginta
90 nonaginta
100 centum
200 ducenti
300 trecenti
400 quadringenti
500 quinqingenti
600 sescenti
700 septingenti
800 octingenti
900 noncenti
1000 mille
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bergamorisvegliata · 27 days
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VOX BEATRIX
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Prima dell'arrivo di Gesù, Giovanni Battista aveva annunciato il suo arrivo, la realtà è che Gesù era discepolo di Giovanni Battista. E nel vangelo gnostico di Tomas, Gesù dice che Giovanni Battista è la reincarnazione di Elias. Nella Bibbia canonica non si tocca mai il tema della reincarnazione. L'arrivo del Messia, del liberatore del popolo. Quando Gesù arrivò, tutti aspettavano qualcuno che arrivasse comandando legioni di eserciti, che li libererà con la violenza, cavalcando un destriero dominante, qualcuno muscoloso. Gesù ha rotto questo paradigma. Lui non veniva a liberare la gente di altre persone, né un popolo di un altro paese, né un paese di un altro paese. Gesù è venuto per insegnare all'essere umano a liberarsi da se stesso, dalle sue carceri mentali, dai dogmi imposti nella vita terrena sotto l'ideale di essere semplici umani, la coscienza è la conoscenza di sé. La gnosi. Svegliati. Cadi nel conto che sei divino. Liberati dalla materia, liberati dal corpo. Abbandona il carnale e aspira solo a quello sopra, perché lassù ti aspetta la tua contropartita. Sbrigati ad andare di sopra." Questa è la gnosi. Gesù di Nazareth Testi Gnostici Gesù fu perseguitato violentemente dagli ebrei, che lo trattarono come un criminale, perché andava contro tutti i dogmi imposti dalla religione dominante, "Giudaismo" un vero liberatore, liberando schiavi, prostitute, poveri, malati, abbandonati, tutti quegli emarginati Gesù lo proteggeva all'interno della sua comunità gli Eseni e gli Gnostici. In cui si praticava una sorta di comunismo. "Niente è di nessuno, e tutto è di tutti". Il distacco materiale, in questo modo si libera la coscienza dell'illusione concettuale. E non si reincarnava mai più. Di fronte a questo, la Chiesa usando il suo potere politico inizia una casa disumana di Gesù. Perché i poveri, relegati, malati, prostitute? Perché erano quelli che non avevano più nulla da perdere, non desideravano cose materiali, non avevano proprietà, non avevano stato sociale, erano i più facili da salvare da questa esistenza materiale, dal corpo fisico e portarli a casa. Era praticamente una missione di salvataggio. Stesso insegnamento buddista. Non erano molto attaccati alla dimensione materiale. Quando dopo la grande casa, lo catturano fu torturato e crocifisso violentemente, dagli ebrei e come messaggio a chiunque osasse essere contro di loro, questo sarebbe il destino, fu torturato per smentire il suo insegnamento e ammettere il Dio concettuale, Gesù mai lo ha fatto è rimasto fermo, se avesse ceduto tutta la sua missione, avrebbe fallito. Non ha fondato una chiesa, una religione, non è morto per noi. Gesù ha insegnato nella sua resurrezione che la morte non esiste, la coscienza rimane e trascende. Il suo insegnamento si è esteso dopo la sua morte fisica nei Pagani, Catari, Gnostici, Eseni. Ma gli ebrei creano il cristianesimo e distorcono tutto l'insegnamento e la storia vera. Formalizzando la bugia al Concilio di Nicea nell'anno 325,
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lasciando 4 vangeli mutiliati. Per ordine di Costantino il Grande. Imperatore Romano, e chi ha decretato Gesù figlio di Dio. Fu un decreto imperiale non divino da parte di un umano emancipato. Convinto dagli ebrei. I 4 Vangeli mutiliati di Gesù di Nazareth, il nucleo centrale del suo messaggio è la morte e la resurrezione di Gesù. Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Oggi questi nomi continuano ad essere usati per facilmente anche se gli storici dubitano che fossero i veri autori. I vangeli apocrifi o extracanonici sono gli scritti emersi nei primi secoli del cristianesimo intorno alla figura di Gesù di Nazareth che non furono inclusi né accettati nel canone della Bibbia israeliana Septuaginta greca, così come non da nessuna delle versioni della Bibbia usate da diversi gruppi di cristiani come la chiesa cattolica, la chiesa ortodossa, la comunione anglicana e le chiese protestanti. Tra questi scritti ci sono i manoscritti di Nag Hammadi.
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Apocrifi gnostici di Nag Hammadi
Vangelo di Tommaso
Vangelo di Filippo
Vangelo di Maria Maddalena Vangelo di Santiago Giacomo il Giusto (fratello di Gesù - secondo il testo, Giacomo non è il fratello biologico ma un fratello spirituale) e Gesù, con un racconto frammentato sul martirio di Giacomo allegato alla fine del manoscritto e collegato agli altri da un riferimento indiretto alla crocifissione. La prima parte del testo descrive la comprensibile preoccupazione di Santiago di essere crocifisso, mentre la parte finale descrive le password segrete date a Santiago affinché possa salire al più alto dei cieli (settantadue) dopo la morte, senza essere ostacolato dai poteri demoniaci del Demiurgo (Yaldabaoth). Yaldabaoth nello gnosticismo, è il demiurgo, è considerato una divinità inferiore e malvagia. Gli viene attribuita la creazione del mondo materiale come una prigione per catturare le scintille divine intrappolate nella materia (come gli esseri umani) e portarle via dalla vera realtà spirituale. I manoscritti di Nag Hammadi sono una collezione di testi, per la maggior parte annessi al Cristianesimo Gnostico Primitivo, scoperti nei pressi della città di Nag Hammadi, a circa 100 km da Luxor, nell'Alto Egitto, nel dicembre 1945. La Santa Inquisizione è stata creata per cacciare, bruciare e uccidere ogni discepolo del vero insegnamento di Gesù, milioni sono morti difendendo questa verità, artisti hanno dato parte di quest'insegnamento e lo hanno codificato nelle loro opere nel rinascimento, il caso di Leonardo DaVinci, e Sandro Botticelli… Oggi Gesù mostrato nella Bibbia e nella religione non è nemmeno l'ombra del vero liberatore che un giorno è venuto a mostrarci come vivere, imparare a morire e tornare a casa. La religione ha ingannato milioni di generazioni usando Gesù come vessillo per non commettere peccati, e vivere alla parola del padre "Dio" che significato ha nella vita? Per più di 2000 anni?.. 🌀🌀🌀🌀🪬🪬🪬
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angelanatel · 4 months
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Deuteronômio 32,8 está definitivamente falando sobre EL e seus filhos. Os Pergaminhos do Mar Morto junto com a Septuaginta têm muito mais autoridade do que os textos massoréticos de uma perspectiva histórica. Eles se baseiam em cópias hebraicas mais antigas dos textos bíblicos. Ambos foram escritos em 300-200 AEC. Deuteronômio 32,8 nos Pergaminhos do Mar Morto afirma que a humanidade foi separada de acordo com o número de filhos de EL. Sabemos pelos Textos Ugariticos que EL teve 70 filhos com Athirat/Asherah, sua Deusa esposa. Portanto, neste verso, nos é dito que EL está dando Israel (cujo patriarca era Jacó) para Yahweh. Devido a algumas nuances que se notou no hebraico, o versículo original poderia até ter dito "Filhos do Touro-El" porque os escribas editores só teriam que mudar algumas letras anteriores ao EL para torná-lo o "Isra-El" que vemos no Texto Massorético mais recente, em vez do "Touro-El" que estava muito provavelmente nas cópias bíblicas hebraicas mais antigas. Touro-El é também um título que aparece frequentemente nos Textos Ugaríticos. As citações de Michael Heiser nas imagens também solidificam isso. Houve uma mudança para uma monolatria israelita a partir do politeísmo cananeu.
Saiba mais no Curso: “O panteão ugarítico e a mitologia cananeia: Deuses e Deusas da Bíblia”
Para informações e inscrição: https://angelanatel.wordpress.com/2022/06/20/curso-o-panteao-ugaritico-e-a-mitologia-cananeia-deuses-e-deusas-da-biblia-4/
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hasbadana · 5 months
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Por que a encarnação aconteceu exatamente nessa época (por volta do ano 5 antes de CRISTO, aproximadamente um ano antes da morte de Herodes, o Grande, em 4 antes de CRISTO)?
Dois mil anos haviam se passado desde o chamado de DEUS a Abraão e a promessa de abençoar todas as famílias do mundo através de sua família. Por que, então, esse longo intervalo entre a promessa e o seu cumprimento? Paulo afirmou que DEUS enviou seu Filho “quando chegou a plenitude do tempo” (Galátas 4.4), mas não deu nenhuma indicação de como esse tempo foi determinado.
Muitas especulações têm sido levantadas, especialmente no que diz respeito à situação sociopolítica da época. Certamente muitas circunstâncias foram favoráveis à rápida propagação e à pronta aceitação do evangelho.
Primeiro, havia a pax romana no império. As legiões estavam em toda parte, mantendo a paz e protegendo os viajantes dos ataques de bandidos (nas estradas) e piratas (no mar). Segundo, o grego era a língua vigente no Império, o que contribuiu bastante para o evangelismo já que a Septuaginta (o Antigo Testamento em grego) estava disponível.
Por fim, havia uma grande fome espiritual. Os velhos deuses romanos não despertavam mais o interesse das pessoas. As religiões de mistério ofereciam um tipo de regeneração pessoal, mas era mais evidente o anseio espiritual do que a satisfação desse anseio. E havia aquelas pessoas consideradas tementes a DEUS, que ficavam na entrada da sinagoga, atraídas pelo monoteísmo judaico e seu elevado padrão de ética, e com quem Paulo regularmente compartilhava o evangelho.
Durante um período de apenas dez anos (48-57 d.C.) Paulo viu a igreja estabelecida em quatro províncias romanas: Galácia, Macedônia, Acaia e Ásia. Ele pôde declarar: “Assim, desde Jerusalém e arredores, até o Ilírico, proclamei plenamente o evangelho de Cristo” (Romanos 15.19). Assim, de várias maneiras, aquele foi o tempo oportuno para a evangelização do mundo.
"SENHOR, muito grato por TE lembrares de mim no tempo oportuno. Obrigado por enviares JESUS. Ajude-me a ser fiel como TU és. Amém."
Márcio Melânia, inspirado por Stott
Se você é abençoado por esta mensagem, não guarde para você somente, leia, medite, ore e passe adiante.
#devocional #deus #bíblia #meditação #bomdiacomdeus #oração #palavradedeus #adoração #jesus #vidaeterna #esperança
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korrektheiten · 6 months
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Die Septuaginta – das christliche Alte Testament
katholisches.info: Von Wolfram Schrems* Es war für den Rezensenten eine große Überraschung, daß ausgerechnet aus dem freikirchlich-protestantischen Bereich eine ausgezeichnete Abhandlung über die Septuaginta erschien. Ing. Alexander Basnar BEd ist Lehrer an einer Höheren Technischen Lehranstalt (HTL) in Wien und gehört zu einer im niederösterreichischen Krumau am Kamp ansässigen „Täufergemeinde“ (auch „Wiedertäufer“ oder „Anabaptisten“ genannt, in ... http://dlvr.it/SyRxHm
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eli-kittim · 2 years
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Spanish translation of Eli Kittim’s article
Traducción al español del artículo de Eli Kittim
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EVIDENCIA QUE DANIEL 12.1 SE REFIERE A UNA RESURRECCIÓN DE LOS MUERTOS BASADA EN LA TRADUCCIÓN Y EXÉGESIS DE LOS IDIOMAS BÍBLICOS
Por el autor Eli Kittim
¡Daniel 12.1 está en el contexto de la gran tribulación de los últimos tiempos! Se repite en Mateo 24,21 como el tiempo de la gran prueba: καιρός θλίψεως (cf. Apocalipsis 7,14).
Daniel Teodoción 12.1 LXX:
καὶ ἐν τῷ καιρῷ ἐκείνῳ ἀναστήσεται Μιχαηλ ὁ ἄρχων ὁ μέγας ὁ ἑστηκὼς ἐπὶ τοὺς υἱοὺς τοῦ λαοῦ σου καὶ ἔσται καιρὸς θλίψεως θλῖψις οἵα οὐ γέγονεν ἀφ’ οὗ γεγένηται ἔθνος ἐπὶ τῆς γῆς ἕως τοῦ καιροῦ ἐκείνου.
Theodotion Daniel 12.1 de la Septuaginta traduce la palabra hebrea עָמַד (amad) como αναστήσεται, que se deriva de la raíz de la palabra ανίστημι y significa “surgirá”.
Traducción:
En ese momento se levantará Miguel, el gran príncipe, el protector de vuestro pueblo. Habrá un tiempo de angustia, como nunca ha ocurrido desde que las naciones comenzaron a existir.
Mi afirmación de que la palabra griega ἀναστήσεται (“restaurará”) se refiere a una resurrección de entre los muertos ha sido cuestionada por los críticos. Mi respuesta es la siguiente.
La primera evidencia es el hecho de que Miguel es mencionado por primera vez como el que “resucitará” (ἀναστήσεται; Daniel Theodotion 12.1 LXX) antes de la resurrección general de los muertos (ἀναστήσονται; griego antiguo Daniel 12.2 LXX). Aquí, hay evidencia lingüística sólida de que la palabra ἀναστήσεται se refiere a una resurrección porque en el versículo inmediatamente siguiente (12.2) ¡la forma plural de exactamente la misma palabra (a saber, ἀναστήσονται) se usa para describir la resurrección general de los muertos! En otras palabras, si exactamente la misma palabra significa resurrección en Daniel 12.2, ¡entonces necesariamente también debe significar resurrección en Daniel 12.1!
La segunda evidencia proviene de la versión griega antigua de Daniel de la Septuaginta que usa la palabra παρελεύσεται para definir la palabra hebrea עָמַד (amad), que se traduce como “surgirá”.
El griego antiguo Daniel 12.1 versión LXX dice:
καὶ κατὰ τὴν ὥραν ἐκείνην παρελεύσεται Μιχαηλ ὁ ἄγγελος ὁ μέγας ὁ ἑστηκὼς ἐπὶ τοὺς υἱοὺς τοῦ λαοῦ σου ἐκείνη ἡ ἡμέρα θλίψεως οἵα οὐκ ἐγενήθη ἀφ’ οὗ ἐγενήθησαν ἕως τῆς ἡμέρας ἐκείνης.
La versión griega antigua de Daniel de la Septuaginta demuestra además que Daniel 12.1 está describiendo un tema de muerte y resurrección porque la palabra παρελεύσεται significa "fallecer" (morir), lo que indica el fallecimiento de este príncipe destacado en el momento de la muerte. ¡final! Por lo tanto, prepara el escenario para su resurrección, ya que la forma llamada "Theodotion Daniel" de la LXX llena los vacíos al usar la palabra αναστήσεται, que significa una resurrección corporal, para establecer el período de los últimos días como el tiempo durante el cual esta figura principesca resucitará de entre los muertos!
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lizceleste · 7 months
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Satanás
Satanás ou Satã (do hebraico שָטָן trasnl: Satãn, adversário,[1] no koiné Σατανάς Satanás; no aramaico צטנא, em árabe شيطان) é um termo originário das religiões Abraâmicas do Mediterrâneo geralmente aplicado à personificação do Mal em religiões monoteístas.
Origem e etimologia
A palavra שָטָן (significando [adversário]) assim como o árabe الشيطان (shaitan), derivam da raiz semítica šṭn, significando hostil.[1] O Tanakh utiliza a palavra שָטָן para se referir a adversários ou opositores no sentido geral assim como opositores espirituais.
Há registros, cronologicamente próximos, que a palavra Satanás, se origina diretamente da palavra Sátiro (do grego Σάτυρος—Sátyros) em cultura teológica grega.[2] Identidades como a flauta, citada em Ezequiel 28, e imediata similar forma de representações físicas. Chifres, pernas caprinas e troncos humanos. Visto em causa histórica, associação possível, devido a rivalidade Roma-Grécia em necessidade de alcance e amplidão religiosa.
11. A palavra do Senhor foi-me dirigida nestes termos: 12. Filho do homem, entoa um cântico fúnebre sobre o rei de Tiro, e dize-lhe: Eis o que diz o Senhor Javé: Eras um selo de perfeição, cheio de sabedoria, de uma beleza acabada. 13. Estavas no Éden, jardim de Deus, estavas coberto de gemas diversas: sardônica, topázio e diamante, crisólito, ônix e jaspe, safira, carbúnculo e esmeralda; trabalhados em ouro. Tamborins e flautas, estavam a teu serviço, prontos desde o dia em que foste criado. 14. Eras um querubim protetor colocado sobre a montanha santa de Deus; passeavas entre as pedras de fogo. 15. Foste irrepreensível em teu proceder desde o dia em que foste criado, até que a iniquidade apareceu em ti. 16. No desenvolvimento do teu comércio, encheram-se as tuas entranhas de violência e pecado; por isso eu te bani da montanha de Deus, e te fiz perecer, ó querubim protetor,[3] em meio às pedras de fogo.17. Teu coração se inflou de orgulho devido à tua beleza, arruinaste a tua sabedoria, por causa do teu esplendor; precipitei-te em terra, e dei com isso um espetáculo aos reis. 18. À força de iniquidade e de desonestidade no teu comércio, profanaste os teus santuários; assim, de ti fiz jorrar o fogo que te devorou e te reduzi a cinza sobre a terra aos olhos dos espectadores. 19. Todos aqueles que te conheciam entre os povos ficaram estupefatos com o teu destino; acabaste sendo um objeto de espanto; foste banido para sempre!
O termo grego Σατανάς aparece na Septuaginta apenas para os adversários humanos. No caso dos adversários angélicos a palavra grega diabolos[4] é usada. No Novo Testamento os dois termos são intercambiáveis, embora diabo seja usado quatro vezes para os humanos.
Condição de existência
Após várias comparações no que se refere as traduções sobre a origem das palavras Satanás e Diabo, atualmente é consensual entre religiosos seu significado: acusador, sedutor ou enganador para Diabo; e opositor ou adversário para Satanás. Todavia ainda há divergências sobre sua literal existência; alguns simplesmente a ignoram, outros fazem demonstrações lógicas de sua existência dentro dos parâmetros bíblicos, partindo do fato de que a Bíblia o menciona como um ser espiritual, um "Querubim ungido" que tornou-se um opositor ao Criador, assim sendo jogado ao Inferno (Sheol) onde se tornou um querubim caído.
Apocalipse 12:7 apresenta Satanás como um líder de uma rebelião de anjos, que futuramente vieram a ser chamados de "Demônios", cuja palavra fora empregada como sinônimo de anjo caído no contexto bíblico; no versículo seguinte, denota-se a necessidade de que haja retaliação para que tal rebelde seja banido de seu lugar de origem; no versículo 09, é evidenciado que o rebelde juntamente com seus irmãos (os anjos que estavam ao seu lado) são vencidos durante a primeira batalha e lançados para o Sheol, futuramente subindo ao nosso planeta. Em Apocalipse 12:12, é mostrada a alegria do céu (plano espiritual onde vivia Lúcifer), e a tristeza para seres humanos influenciados por ele na Terra (onde atua intensamente Satanás).
Satanismo-Espiritual
No satanismo espiritual Satanás não é visto como um ser maligno e mentiroso de olhos vermelhos flamejantes ou chifres. Ele é o deus sumério EA, conhecido como Enki, cujo significado é "Senhor da Terra".
Satanismo-Real
No Satanismo Real, Satanás é considerado uma divindade, da mesma magnitude e grandeza do Deus judaico-cristão, e por Satanás ser justamente Deus também, os levam a tratarem ele como Deus normalmente é tratado, com orações e louvores.
Satanismo ateu
Em outras Vertentes ateístas do satanismo, como o Laveyanismo (fundada por Anton LaVey), Satanás é visto como um arquétipo.[5]
Referências bíblicas
1 CrônicasEntão Satanás se levantou contra Israel, e incitou Davi a levantar o censo de Israel. E disse Davi a Joabe e aos chefes do povo: Ide, levantai o censo de Israel, desde Berseba até Dã; e trazei-me a apuração para que eu saiba o seu número.[Capítulo 21:1-2]JóPintura de Gustave Doré baseada na obra Paraíso Perdido.Ora, chegado o dia em que os anjos de Deus vieram apresentar-se perante o Senhor, veio também Satanás entre eles. O Senhor perguntou a Satanás: Donde vens? E Satanás respondeu ao Senhor, dizendo: De rodear a terra, e de passear por ela. Disse o Senhor a Satanás: Notaste porventura o meu servo Jó, que ninguém há na terra semelhante a ele, homem íntegro e reto, que teme a Deus e se desvia do mal? Então respondeu Satanás ao Senhor, e disse: Porventura Jó teme a Deus debalde? Não o tens protegido de todo lado a ele, a sua casa e a tudo quanto tem? Tens abençoado a obra de suas mãos, e os seus bens se multiplicam na terra. Mas estende agora a tua mão, e toca-lhe em tudo quanto tem, e ele blasfemará de ti na tua face! Ao que disse o Senhor a Satanás: Eis que tudo o que ele tem está no teu poder; somente contra ele não estendas a tua mão. E Satanás saiu da presença do Senhor. [Capítulo 1:6-12]ZacariasE ele mostrou-me o sumo sacerdote Josué, o qual estava diante do anjo do Senhor, e Satanás estava à sua mão direita, para se lhe opor. Mas o Senhor disse a Satanás: O Senhor te repreenda, ó Satanás, sim, o Senhor, que escolheu Jerusalém, te repreenda; não é este um tição tirado do fogo? [Capítulo 3:1-2]Mateus:Então foi conduzido Jesus pelo Espírito ao deserto, para ser tentado pelo Diabo. E, tendo jejuado quarenta dias e quarenta noites, depois teve fome. Chegando, então, o tentador, disse-lhe: Se tu és o Filho de Deus, manda que estas pedras se tornem em pães. Mas Jesus lhe respondeu: Está escrito: Nem só de pão viverá o homem, mas de toda palavra que sai da boca de Deus. Então o Diabo o levou à cidade santa, colocou-o sobre o pináculo do templo, e disse-lhe: Se tu és o Filho de Deus, lança-te daqui abaixo; porque está escrito: Aos seus anjos dará ordens a teu respeito; e eles te susterão nas mãos, para que nunca tropeces em alguma pedra. Replicou-lhe Jesus: Também está escrito: Não tentarás o Senhor teu Deus. Novamente o Diabo o levou a um monte muito alto; e mostrou-lhe todos os reinos do mundo, e a glória deles; e disse-lhe: Tudo isto te darei, se, prostrado, me adorares. Então ordenou-lhe Jesus: Vai-te, Satanás; porque está escrito: Ao Senhor teu Deus adorarás, e só a ele servirás. Então o Diabo o deixou; e eis que vieram os anjos e o serviram. [Capítulo 4:1-11]MarcosE começou a ensinar-lhes que importava que o Filho do homem padecesse muito, e que fosse rejeitado pelos anciãos e príncipes dos sacerdotes, e pelos escribas, e que fosse morto, mas que depois de três dias ressuscitaria. E dizia abertamente estas palavras. E Pedro o tomou à parte, e começou a repreendê-lo. Mas ele, virando-se, e olhando para os seus discípulos, repreendeu a Pedro, dizendo: Retira-te de diante de mim, Satanás; porque não compreendes as coisas que são de Deus, mas as que são dos homens. [Capítulo 8:31-33]LucasDisse também o Senhor: Simão, Simão, eis que Satanás vos pediu para vos cirandar como trigo; Mas eu roguei por ti, para que a tua f�� não desfaleça; e tu, quando te converteres, confirma teus irmãos. [Capítulo 22:31-32]ApocalipseE vi descer do céu um anjo, que tinha a chave do abismo, e uma grande corrente na sua mão. Ele prendeu o dragão, a antiga serpente, que é o Diabo e Satanás, e amarrou-o por mil anos. E lançou-o no abismo, e ali fechou-o, e pôs um selo sobre ele, para que não mais engane as nações, até que os mil anos se acabem. E depois importa que seja solto por um pouco de tempo. [Capítulo 20:1-3]
Interpretações
Muitos judeus e alguns cristãos consideram que Satanás é uma alegoria. Os estudiosos identificam a Satanás em Zacarias 3, com os acontecimentos políticos no tempo de Neemias. Os Autenticistas[6] e Cristadelfianos[7][8] entendem que o próprio Cristo teria contado suas tentações, em forma de parábola.
Ao longo das obras Glossário Teosófico e A Doutrina Secreta, de Helena Blavatsky, são oferecidas diversas interpretações sobre Satanás.
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csalazargt · 7 months
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(vía La Septuaginta ¿Qué es? y su importancia)
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Hebräerbrief
16. Sonntag in der Trinitatiszeit, Dorfkirche Müggelheim Gottesdienst am 24. September 2023 um 10.00 Uhr mit Heiligem Abendmahl. Predigt nach vorgeschlagenen Text 10.Kapitel des Briefes an die Hebräer, Kapitel 10 , die Verse 35, 36, 39. Das Zitat des Briefschreibers steht bei dem Propheten HABAKUK 2. Kapitel, die Verse 3 und 4.Nach Septuaginta vom Verfasser zitiert, der damaligen giechischen…
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tryingtofoundpeace · 8 months
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1. O DEUS APOFÁTICO.
(Definição do Vulliaud do Ayn Soph antes de falar sobre o Conceito no Cristianismo).
(Tudo que sei).
Os autores que tratam do esoterismo hebraico começam pelo exame da idéia de Deus, considerada na profundidade de suas trevas, ou seja, do Ayn-Soph (אין סוף, "Ilimitado" ou "Infinito").
Sendo ilimitado em sua Natureza - o que necessariamente implica que Ele é uma unidade absoluta e inescrutável, e que não há nada sem Ele, ou que o To Pan (τὸ πᾶν - "Tudo") está Nele, - Deus é chamado Infinito, Ilimitado (ἄπείρος). A doutrina, no entanto, de que tudo está na Divindade não é peculiar à Cabalá, ela foi proposta pelos judeus desde tempos imemoriais, antes do Zohar, como pode ser visto na seguinte passagem do Midrash:
“O Santo, Bendito seja Ele, é o espaço do universo, mas o universo não é o seu espaço. R. Isaac submeteu: da passagem 'o Deus de outrora é o seu refúgio; aqui embaixo Ele é o braço eterno' (מְעֹנָה֙ אֱלֹ֣הֵי קֶ֔דֶם - Dt 33,27), não sabemos se o Santo, bendito seja, é a habitação do universo ou o universo a sua habitação; mas pela observação ‘Você que habita ao amparo do Altíssimo’ (Sl 90,1), é evidente que o Santo, Bendito seja, é a morada do universo, e não o universo a sua morada”.
- "Bereshith Rabbah", LXVIII.
No mesmo sentido está a observação de Fílon;
“O próprio Deus é o espaço do Universo, pois é Ele quem contém todas as coisas.”
- "De Somniis", I.
É por esta razão que Deus é chamado Magom (מקום - "Lugar") ou Ha-Magom (ה‎מקום‎‎ - "O Lugar"), que em grego corresponde á Locus (ὁ τόπος), e por isso a Septuaginta traduz וַיִּרְא֕וּ אֵ֖ת אֱלֹהֵ֣י יִשְׂרָאֵ֑ל ("Eles viram o Deus de Israel" - Ex 24,10) por καὶ εἶδον τὸν τόπον, o que tem ocasionado tantas dificuldades aos intérpretes.
Ayn Soph é o Estado Primordial que não pode ser formulado em Palavras ou termos. Deus sendo infinito não pode ser contido em nenhuma limitação Física ou Espiritual. Em Ayn-Soph, tudo é um e nada ao mesmo tempo.
Os Cabalistas têm horror a tudo o que se assemelha à idolatria; eles dão, entretanto, a Deus uma forma humana, mas é uma figura puramente hieroglífica. Eles consideram Deus como o Infinito inteligente, amoroso e vivo. Ele não é para eles nem a totalidade das existências, nem a abstração da Existência, nem um Ser filosoficamente definível. A Deidade, com eles, está em Tudo, mas é distinta de Tudo e é maior que Tudo. Mesmo o Seu Nome é inefável: e ainda assim este Nome apenas expressa a ideia humana da Divindade da Deidade. Aquilo que Deus é em Si mesmo não é dado à compreensão do homem. Deus é o Absoluto da Fé, mas o Absoluto da razão é o Existente. O Existente é por si mesmo e porque é o que é. A razão do ser da Existência é porque ela é a Existência. Podemos perguntar: Por que existe algo, isto é: Por que existe tal ou tal coisa? Mas não podemos, sem ser absurdos, perguntar: Por que existe a própria Existência? Isso seria afirmar a Existência antes da Existência. Tudo começa através da Existência Pura, na medida em que é, assim como o Pensamento Puro, essa Existência simples e imediata indeterminada; pois o primeiro começo não pode ser outra coisa. Mas essa Existência Pura é apenas a mais pura abstração; é um termo absolutamente negativo, que também pode, se o concebermos de maneira imediata, ser chamado de Não-Ser.
Ayn Soph é considerado na Cabalá como uma Unidade Absoluta Indivisível, acima de toda unidade de número.
"Tu és Um, mas não está nos números, o pensamento não pode compreender nada de Ti. Em Ti não existe nenhuma Coisa que não possa ser imaginada, nem forma nem forma." (…) “(Em Ayn Soph) não existe branco, nem preto, nem vermelho, etc. Não existe absolutamente nenhuma cor, ou seja, divisibilidade.”
- "Zohar", § Bereshit fol. 15.)
A diversidade imanente não é negada. "Antes de o universo ser criado, o Santo e Seu Nome eram Um." "Antes que o Santo criasse o seu mundo, Ele existia, e Seu Nome estava escondido Nele." (Zohar, Midrash HarNeelam, § Acharay Moth, fol. 40; Zohar Chadash, fol. 11; comp. Zech. x, 12.)
"À medida que media as dimensões, fazia cores (ou seja, divisibilidades, para brilhar e se manifestar) na luz interior do Castiçal. Dali saía um riacho, do qual as cores (diversidades) se coloriam Abaixo, que são escondido nos esconderijos de Ain Soph."
- Zohar, § Bereshit.
A Criação é denominada pela Cabalá, a Sombra ou Reflexo do Mundo Superior, neste último, é tudo Abaixo, em Zure (protótipo) perfeito. O Sepher Yetzirah diz: "Ele se formou a partir do vazio, do perceptível (essencial) e fez do Nada, de Alguma Coisa." (c. ii Mishna, 5.) Além disso: "(Deus) fez do Nada uma realidade, chamou a Não-entidade à existência e esculpiu, por assim dizer, pilares colossais do ar intangível (isto é, o éter)." "O ponto na criação é chamado; a Sombra." (Sepher Emek ha-Melekh, "O Livro do Vale do Rei", fol. 12.) "Da mesma maneira, a criação também é chamada, a esposa (passividade, o princípio plástico) do Mundo Atzilutico, ou seja, o da Divindade. " (Sepher Hadreth Melekh, fol. 88, col. 2.) "Este (o Superior) é o mundo masculino, o outro é o mundo feminino." (Zohar, § Terumah fol. 127, col. 2.) "Quando o Desconhecido de todo o Desconhecido desejou se manifestar, começou produzindo um ponto, desde que esse ponto de Luz não aparecesse através de sua energia, o Infinito ainda era completamente desconhecido e não espalhava nenhuma Luz." (Zohar I, 2a, 15a.)
EXISTÊNCIA NEGATIVA
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"Há um universo absoluto e um universo relativo. Entre eles Paira o véu da existência negativa. O absoluto está além até da eternidade. Ele é sem tempo, sem forma, sem substância — além da existência. É nada e é tudo. Não conhece mudança e no entanto não é imutável — ele apenas É.
O universo relativo é a manifestação da Criação, o desenvolvimento de um impulso Divino, um vasto canteiro vindo até a flor, então fruto que amadurece e morre, e retoma seu curso pronto para nascer outra vez.
Dentro desse grande complexo, tudo tem seu tempo e lugar, e embora algumas características e funções apareçam em escalas e modelos diferentes, cada uma delas compõe um todo, como nosso Sol compõe o esquema da Via Láctea, e uma célula hepática se relaciona com nosso organismo todo. Superficialmente, as substâncias do universo parecem semelhantes, mas a água do mar, por exemplo, não é como a de um lago, nem pode acolher o mesmo tipo de vida. É a posição relativa que altera sua função. Uma molécula de água, para continuar com o exemplo, pode conhecer diversos estados. Primeiro, como vapor, ela compõe uma nuvem. Depois, como uma gota de água, ela é absorvida na poeira e vai alimentar uma planta. Por algum tempo ela se fixará numa estrutura orgânica, parte do suco de uma fruta que será absorvido por um animal. Na corrente sanguínea desse animal ela permanecerá até que o homem o abata e coma. E eis que a molécula passa por mil diferentes experiências no corpo do homem, até que seja eliminada. Através de um percurso tão longo ela conheceu processos químicos, mecânicos e orgânicos, antes de ser liberada em algum rio, onde ficará juntamente com milhões de moléculas semelhantes, até que todas voltem ao mar. Alguns séculos se passarão até que ela seja levada à superfície das águas e evapore novamente, ganhando a antiga forma de nuvem. Assim é o mundo relativo, em miniatura.
No universo relativo tudo é uma questão de tempo e posição. O Sol é um jovem que amadurece, em comparação com a maior parte das estrelas, e a Terra é ainda adolescente, com os primeiros pelos verdes em seu rosto jovem. A humanidade, dado seu comportamento, está ainda na infância — a julgar por suas birras periódicas e pelo costume de quebrar seus brinquedos. Tudo é relativo, cada nível se acomodando no de cima e contendo o de baixo, o conjunto se ajustando num grande mosaico que vai da mais alta e poderosa energia até a mais baixa e densa forma dos elementos. Aqui nós temos o cume da árvore da vida, Kether — a coroa — e a base, Malkuth — o reino.
A árvore da vida explica o universo relativo em todos os seus niveis. É o seu padrão arquetípico. Acima e além de Kether, no entanto — a coroa côncava, através da qual o Criador se manifesta — jaz a imanifesta existência negativa.
A existência negativa é a zona intermediária entre a cabeça de Deus e sua criação. É a pausa antes da música. O siêncio entre cada nota, a tela em branco antes de cada quadro e o espaço vazio pronto para ser preenchido. Sem essa não-existente existência nada pode ter sua essência. É o vazio, mas, sem ele e seu potencial o universo relativo não poderia se manifestar.
A existência negativa está presente em todos os níveis da criação. Ela fica além do espaço e do tempo. Sem ela não poderia haver galáxias ou homens. Ela contém, como o espaço de um quarto, o vazio em que vivemos. O vazio é o fundo imóvel sobre o qual o tempo se move. A existência negativa possibilita ao homem ser o que ele é. Espelho dos espelhos, a existência negativa permite, através de sua não-interferência, o mais nítido reflexo da criação.
O véu mais próximo do universo relativo é Ayn Soph Aur (אין סוף אור)— a luz sem tempo —, isto é, aquele que está em toda parte e penetra até a matéria mais espessa, como certos raios cósmicos que passam através de nosso planeta como a luz passa através de uma janela de vidro.
Ao segundo véu, do qual sabemos ainda menos, é Ayn Soph (אין סוף) - O sem limites. Esse é O primeiro degrau para a manifestação do Criador. É o ponto onde Ayn (אין), o vazio final, começa a Sair do nada para o sem limite, ou infinito, onde há algo que é sem fim.
Além disso há coisa alguma e ainda além há o Absoluto. Esses três estágios constituem um estado condensado, cristalizado fora do ser que penetra o conjunto do todo; um ponto no centro de uma esfera não-circunferencial. Essa destilação, esse ponto, não conhece dimensão, seja no tempo, seja no espaço, embora contenha todos os mundos, do mais alto ao mais baixo, os gases interestelares, as galáxias, as estrelas, os planetas, à vida orgânica, o homem, os órgãos, as células, as moléculas, os átomos e o mundo subatômico — onde a matéria cessa de ser sólida e torna-se pura energia, antes de surgir um nada ilusório de novo.
Esse traço que tudo inclui é chamado Primeira Coroa (Kether), a primeira indicação do Absoluto, talvez melhor conhecido como Eu Sou, o primeiro dos muitos nomes de Deus.
Dessa alta Coroa fluem todos os seres que foram, são ou serão. Na existência negativa jazem miríades de possibilidades. O homem vê apenas uma fina seção dessa dimensão sempre presente. Nele estão todos seus filhos, e os filhos de seus filhos. De Adão vieram todos os homens. Teria Abraão compreendido o total significado de sua semente, seu potencial de nação? Ninguém, exceto talvez o mais sábio, pode perceber que vive nele um mundo inteiro, o qual está presente em forma negativa, pronto para se manifestar amanhã ou dentro de um milhão de anos.
Essa é a existência negativa, que está e não está ali, à qual por sua própria natureza é a mais próxima de nós, e no entanto é a mais difícil de ser percebida. Aqui o Absoluto está separado de sua criação, apesar de permanecer sempre presente dentro dela."
- Z'ev ben Shimon Halevi
Os críticos, muito interessados na originalidade desta expressão, onde a negação se transforma em afirmação, abandonoaram-se a um erro bastante comum: o de encontrar numa tradição antiga uma das mais famosas da filosofia moderna e germânica. Um ideólogo poderoso pode ter afirmado mal o que outros formularam melhor, ou talvez não quisesse expressar o que foi obrigado a dizer; seja qual for o caso, vemos um enxame de estudiosos confrontando e concluindo sobre a identidade da Cabalá e da teoria hegeliana. No entanto, qualquer que seja o julgamento da informação Cabalística e suas origens, os Cabalistas são Judeus. Eles são através da linguagem assim como são através das ideias. O seu esoterismo é o de um povo que baseia a sua religião na crença num Deus pessoal e cuja legislação tem a sua expressão fundamental na fórmula: "Vós vos santificareis e sereis santos, porque Eu sou Santo." (Lv 11,44). Toda a reflexão dos místicos judeus será, portanto, exercida sobre um Deus que, longe de ser um Nada que se tornará Tudo, como muitos supõem, é, pelo contrário, a Realidade absoluta e, em certo sentido, a única Realidade. Ayn-Soph não é zero absoluto. Ayn-Soph é apenas uma designação deste Ser real que, se o considerarmos sob outros aspectos, é chamado por sua vez por nomes diferentes. Assim, o Nome Divino Hou (“Ele”), é, para os Cabalistas, um dos nomes do mesmo Ser que eles chamam de Ayn ("Nada" ou "Não"), Ayn-Soph (Não-Fim ou Sem fim; o Infinito), mas considerado de vários pontos de vista.
O Ayn-Soph significa a causa primeira que não é o Nada sobre o qual recordaríamos, desta vez com razão, o adágio Ex Nihilo nihil fit. Ora, a causa ativa em questão, tudo emanava dela. Mas esta Causa, antes de qualquer manifestação, é nomeada pela Cabalá "o Infinito".
De acordo com a observação de Isaac Meyer, e de todos os Cabalistas, quem quer que sejam, o termo Ayn-Soph significa, portanto, "Non-Ens", isto é, não um "ser" daqueles que conhecemos, mas não significa "não-ente".
Isto não é uma negação da Inexistência infinita. É em relação à apreensão intelectual que este Ser é um “Nada” (Ayn [אין]) comparado ao universal criado; a aniquilação de todos os pensamentos, incontrolável por qualquer conceito.
"Ele (Ain Soph) é assim chamado (Ayn) porque não sabemos, e também não pode ser conhecido, o que estava neste princípio (o início de toda a Existência) como isto, para o nosso entendimento, sim, até mesmo pela nossa Sabedoria !é inatingível. (…) Portanto o Sagrado Ancião é chamado de Nada, já que o Nada depende Dele."
- "Zohar" IIII, "Idra Zuta", 288b.
“Ayn” é um nome simbólico da Divindade. Designa o grau supremo da Divindade que é para o homem como um "Nada" irante, já que ele não pode ter a mais fraca percepção disso. Na verdade, sua manifestação universal foi realizada. A Causa das Causas questiona:
“'A quem (Mi - מִ֥י) então poderíeis comparar-me, que possa ser a mim igualado?' (Is 40,25) o que significa, 'entre todas as coisas criadas não há nenhuma que possa ser comparada a Mim, mesmo entre o número daqueles que criei à semelhança dos sinais do Meu Nome; pois posso apagar a forma e depois criar de novo e de novo, mas não há Deus acima de Mim que possa apagar a Minha Semelhança'."
- "Zohar" II, "Bo", 42a-42b.
“Mi” (מי, "Quem?") é um nome, para os Cabalistas, do mesmo Ser que eles designam sob outros termos. Mi é o misterioso antigo e eterno objeto de pesquisa. Além disso, não se deve procurar aprofundar ("Zohar" I,1b). O mundo é aparência e mudança, mas sua Causa permanece eternamente o Real, “Ele”, “Você”, “Quem?”, “Não-Ser”, isto é, o Santo, bendito seja Ele. Todos esses nomes são relativos apenas ao ponto de vista a partir do qual a inteligência humana se posiciona para formar uma ideia deles. Assim, Ayn se opõe ao “o que é” (Esch). Em uma palavra, Ayn-Soph expressa a natureza transcendente do Real Divino. Além disso, a tradução óbvia de Ayn-Soph é “Infinito”. Ora, reconheceram os filósofos modernos (tanto Leibniz como Fénelon), que a palavra “Infinito” (que tem uma aparência negativa e que, etimologicamente, é de fato negativa), significa um ser essencialmente positivo, enquanto o verdadeiro significado da palavra "finito" é na realidade negativo. E os Cabalistas são unânimes em entender desta forma.
A crítica nos convida a examinar a posição deste princípio cabalístico em comparação com a filosofia moderna. Adolphe Franck - e ele foi dura mas corretamente criticado por isso - cedendo à futilidade de confrontar a tradição judaica com os ensinamentos contemporâneos, encontrou o hebraísmo esotérico no hegelianismo. O futuro vice-presidente do Consistório Judaico Central poderia, com melhor formação, ter apontado a ironia desta suposta analogia. Hegel, na verdade, tinha pouca estima pela Cabalá. Para ele era uma mistura de astronomia, magia, medicina e profecias. É verdade que ele observou que havia nele alguma doutrina fundamental interessante, segundo a qual tudo surgiu do ser único e infinito, que contém tudo eminentemente e do qual todas as coisas fluem pela limitação do Infinito. Em suma, teria sido no máximo permitido afirmar que Hegel foi inspirado pela Cabala, tal como a entendia. Mas não acreditamos de forma alguma, dada não apenas a pouca consideração que Hegel tinha pela Sabedoria mística dos Judeus, mas também a aversão que professava pelo Judaísmo, que ele tenha emprestado alguma coisa dele. A famosa identidade que Franck imagina é puramente arbitrária. Foi dito que Hegel tomou emprestado de Swedenborg. Pode ser que o Processo Divino que vai, segundo o visionário sueco, do Ser virtual ao Ser real para se tornar ele já seja Hegelianismo.
O Ayn-Soph na Cabala antiga ou moderna não é, portanto, o Nada no sentido privado. É o Infinito, Deus, o Poder absoluto. Ele se manifesta através de Seus atributos e de Suas obras. Isso é o que veremos adiante.
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meivanguedesposts · 8 months
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Por que os judeus classificam este grupo de livros de “profetas anteriores”, enquanto nós, seguindo a Septuaginta os classificamos de “históricos”? 
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angelanatel · 4 months
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A noção de que o judaísmo começou como politeísta não é apenas minha ou da professora Christine Hayes, no meio acadêmico é bem entendido que este é o caso. As evidências se elevam a tal ponto que não há outra maneira de dar sentido a tudo isso. Em Deuteronômio 32,8, as Bíblias modernas nos dão as frases: "filhos de Deus", "anjos de Deus", "corte celestial" e "filhos de Israel". Sabemos que os escribas ao longo do tempo procuraram limpar textos de aparência politeísta e é por isso que a frase "filhos de Israel" foi introduzida em vez de qualquer referência a filhos de Deus ou a uma corte celestial. Na Septuaginta, que foi traduzida do hebraico para o grego nos séculos III e II AEC. em Alexandria (Egito), sabemos que a frase usada na época era "anjos de Deus/EL". A maioria das Bíblias modernas se baseia na canonização do Texto Massorético da Bíblia, que foi feita mais de mil anos depois, cerca de 1000 AEC., em comparação com a Septuaginta de 300-200 AEC. Os textos mais antigos, a Septuaginta, os Manuscritos do Mar Morto, foram escritos antes que os escribas tomassem uma decisão consciente de mudar o significado de vários textos que pareciam politeístas. É preciso preencher a lacuna entre a pessoa comum e os especialistas. Os especialistas sabem que a Bíblia é um livro criado a partir de textos diversos ao longo do tempo. O judeu médio ou cristão CRÊ que a Bíblia são as indiscutíveis palavras reveladas do único Deus verdadeiro, os especialistas SABEM que o registro mostra que ela absolutamente não é.
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