Tumgik
#Rare Resi Renders
rallamajoop · 10 months
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Uncropped photos of Miranda and the Four Lords, from the church shrine and Heisenberg's conspiracy board
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blaintism · 9 months
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16, 26, 30 !!
16. easy answer!!! i work really well with charcoal but i really hate the mess so i only ever do it for assignments
26. i'm not sure i can think of anything crazy misinterpreted?? so much of what i actually post is fairly straightforward. the closest i can think of was the au i posted a little bit ago where i put klaine in resi 4, simply because a lot of people in this fandom probably aren't also familiar with the game and some people talked about the fanfiction-ability of it, but they have no idea how actually weird the plot of an average resi game is lolll
30. many of them, really. i've rarely posted anything that got hugely popular but if it had to pick a few it would be my most recent bc goddamn i'm proud of that coloring, this drawing of klaine bc again i just impressed myself with the coloring and rendering, this ellie tlou bc fuck its just good man??? and this klaine from over a year ago bc i just really really like it
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Interesting Fic Traction Notes I'm not a stat/views whore but I do look at them in fascination. I swore I read somewhere that long fics don't get the most hits and that Ao3 tends to skews towards short fics and porn but in looking at my stats the highest engagement (hits/favs/comments/subs/bookmarks) is mainly on longfics (fics longer than 2 chapters and over imo is a longfic). In order it goes: -2 chapter smut (that reader fic of all things, odd.) -longfic smut fics -a one shot smut fic -longfic that isn't smut centered (makes sense cause of the amount of years it has been up) -more smut one shots -a smut compilation -longfics that aren't smut centered -that one canon compliant one -brutal violent sex fics (the rapey and or heavily murderkinky ones) -then one shots that are just dreamy weird plot heavy -newer canon compliant or not as smutty stuff at the bottom (or new stuff less than a few months old in general) Sorting by views/hits renders mostly the same result (and hits, like okay that's a lot to me even including my rereads to edit and read my own stuff and before I was cross posting to here).
So in one way, yeah 'smut sells' proves true, but the length doesn't. If anything my short fics tend to get passed over faster especially anything sub 1,000 words (in context my largest longfic smut fic is over 35k words). My highest engaged fics tend to with a lone 2k exception, cap out around 7-8k words. Also, only straight forward pwp or little plot are like this as too much emotional/plot investment ranks way lower. Well, the murderkinky violent ones rank lower too, intentionally as I know what I wrote - but also brings in a certain niche of reader so there's that. I can't even go by comment threads as sure, the top three are longfics understandably, but then it evens out to a similar range across the board no matter the length. Usually due to regular commenters (I <3 u guys!). Oddly, I find my human focused/human shippy ones aren't as well viewed but I also think it's a combo of my set niche of 'monsterfucker', doing exclusively rare pairs and being 'that asshole that writes N/J all the time' together so it could be simply not writing as expected of my account. Though getting engagement on those is pretty cool because of these 'hurdles', not in spite of them! I enjoy being convincing outside of my wheelhouse, too. So what I get from all this is the Ao3 adage of 'what is more likely to be engaged with' is on crack and just not reliable, at least in my case. Pretty on brand for me really (with the self-awareness I am niche in general). I both prove the adage both true and false oddly. Resi to note is not a huge fandom just vocal (we don't even rank in the larger Ao3 fandom poles) so that could be what's causing the skew? I also I see what you folks cheer for overall (readers, pwp and hyper erotic murder/violence in that order). I also think that one reader fic* I think hit the DBD crowd unintentionally - I've never played lol. Also to note, I see those bookmarks. The sheer amount of private ones for an account that is hard to miss in larger Resi tag and almost always in that specific rare ship tag is so high and it's hilarious and amazing to me. The thing about people who hide their porn habits through bookmarks is *very* true - I hope y'all were well fed! I cackle every time cause christ on a cracker the sheer amount of them solely on the porn, I see you /wink *Though I might...do that male!reader/Nem fic I've been saying that for like 2+ years now at some point because I like balance since I've already done female and gender neutral readers.
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3nding · 4 years
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Cosa dice la scienza sugli incendi in Australia?
Dieci punti spiegati da un ricercatore forestale (me).
1) Quanto territorio è in fiamme?
Gli incendi hanno percorso a oggi circa 9 milioni di ettari di territorio - una superficie doppia a quella degli incendi del 2019 in Siberia e in Amazzonia combinati, e pari ai quattro quinti di tutte le foreste italiane. In sole quattro annate negli ultimi 50 anni la superficie bruciata in Australia ha superato un milione di ettari, e oggi ha quasi raggiunto il triplo della seconda annata più drammatica (il 1974 con 3.5 milioni di ettari percorsi). Non siamo che all'inizio dell'estate (le stagioni infatti in Australia sono spostate di sei mesi rispetto alle nostre, quindi ora è come se fosse l'inizio di luglio), perciò queste cifre saliranno ancora, potenzialmente fino a 15 milioni di ettari percorsi dal fuoco. L'Australia è grande 769 milioni di ettari, quindi non possiamo dire che stia "bruciando un continente". Per contro, l'area coperta da "foreste" (vedi sotto) è 134 milioni di ettari, quindi ne potrebbe bruciare oltre il 10%. Per confronto, nel 2017 le fiamme percorsero circa il 2% delle foreste italiane (0.2 milioni di ettari su 11), peraltro senza distruggerle permanentemente come spesso di crede.
2) Quale vegetazione sta bruciando?
Si tratta soprattutto di foreste di eucalipto e del "bush", una savana arida con alberi sparsi, fatta soprattutto di erbe e arbusti e simile alla macchia mediterranea. Si tratta di una vegetazione che è nata per bruciare: il clima dell'Australia centrale è stato molto arido negli ultimi 100 milioni di anni (da quando l'Australia ha compiuto il suo viaggio dall'Antartide alla posizione che occupa attualmente), e gli incendi causati dai fulmini sono stati così frequenti da costringere le piante a evolversi per superarli nel migliore dei modi: lasciarsi bruciare! Il fuoco infatti, se da un lato distrugge la vegetazione esistente, dall'altro apre nuovi spazi perché le piante si possano riprodurre e rinnovare. Molte specie del bush contengono oli e resine molto infiammabili, in modo da bruciare per bene e con fiamme molto intense quando arriva il fuoco. Poiché i semi di queste specie sono quasi completamente impermeabili al fuoco, questo stratagemma è l'unico modo per "battere" la vegetazione concorrente e riprodursi con successo sfruttando le condizioni ambientali avverse a proprio vantaggio. Tuttavia, questa volta le condizioni di siccità sono così estreme che sono in fiamme anche ecosistemi forestali tradizionalmente più umidi e raramente interessati dal fuoco.
3) Cosa ha causato le accensioni?
In AUstralia, metà delle accensioni sono causate da fulmini, e metà dall'uomo per cause sia colpose che dolose (in Italia invece il 95% è di cause antropiche, prevalentemente colpose). Gli incendi più grandi tendono tuttavia a essere causati dai fulmini, perché interessano le aree più remote e disabitate, dove è meno probabile che arrivino le attività umane (con la possibile eccezione degli incidenti alle linee elettriche, che sono state responsabili anche dei devastanti incendi in California del 2017 e 2019). Secondo Ross Bradstock, dell'Università di Wollongong, un singolo incendio causato da fulmine (il Gospers Mountain Fire) ha già percorso da ottobre a oggi oltre 500 000 ettari di bush, e potrebbe essere il più grande incendio mai registrato nel mondo in tempi storici.
4) Cosa sta causando il propagarsi delle fiamme?
Il 2019 è stato in Australia l'anno più caldo e più secco mai registrato dal 1900 a oggi. Nell'ultimo anno le temperature medie sono state 1.5 gradi più alte rispetto alla media 1961-1990, le massime oltre 2 °C in più, ed è mancato oltre un terzo della pioggia che solitamente cade sul continente. Un'ondata d calore terrestre e marina ha fatto registrare nel Paese temperature record a dicembre (42 °C di media nazionale, con punte di 49), mentre la siccità si protrae ormai da ben due anni. Quando l'aria è calda e secca, la vegetazione evapora rapidamente acqua e si dissecca. Più la siccità è prolungata, più grandi sono le dimensioni delle parti vegetali che si seccano. Quando anche le parti più grandi (fusti e rami) perdono acqua, cosa che avviene molto raramente, gli incendi possono durare più a lungo proprio come in un caminetto, i "pezzi" piccoli sono quelli che fanno accendere il fuoco, e quelli grandi sono quelli che bruciano per più tempo. I combustibili forestali vengono infatti classificati come "combustibili da un'ora", "da dieci ore", "da cento" o "da mille ore" a seconda della loro dimensione e di quanto a lungo possono sostenere una combustione. Quello che diffonde le fiamme, invece, è il vento, che spinge l'aria calda generata dalla fiamma sulle piante vicine. Normalmente, gli incendi più vasti si verificano infatti in giornate molto ventose. Incendi molto grandi e intensi sono addirittura in grado di crearsi il vento da soli: l'aria calda sale così rapidamente da lasciare un "vuoto": per riempirlo, accorre violentemente altra aria dalle zone circostanti. Il risultato è una firestorm, il "vento di fuoco", con il quale l'incendio si auto-sostiene fino all'esaurimento del combustibile disponibile.
5) Come mai gli incendi non si riescono a spegnere?
Per estinguere un incendio è necessario eliminare il combustibile. L'acqua e il ritardante lanciati dai mezzi aerei possono solo rallentare la combustione (raffreddando il combustibile o ritardando chimicamente la reazione di combustione), ma per eliminare il combustibile servono le squadre di terra. Incendi di chioma intensi come quelli che si stanno sviluppando in Australia possono generare fiamme alte decine metri, procedere a velocità superiori a dieci chilometri orari (la velocità di corsa di un uomo medio) e produrre un'energia di centomila watt per metro lineare di fronte. Le squadre di terra non possono operare in sicurezza già con intensità di 4000 kW per metro (25 volte inferiore a quella degli incendi più intensi).
6) Quali sono gli effetti degli incendi?
Il bush Australiano è un ambiente che desidera bruciare con tutte le sue forze, e bruciando migliora il suo stato di salute e la sua biodiversità - con i suoi tempi, rigenerandosi nel corso di anni o decenni. Anche gli animali conoscono il pericolo e sanno rispondere: la stima di mezzo miliardo di animali coinvolti (o addirittura un miliardo) rilanciata dai media è una stima grossolana e un po' allarmista, che considera ad esempio anche gli uccelli - che ovviamente possono volare e allontanarsi dall'area (https://www.bbc.com/news/50986293). Chiaramente, gli animali più piccoli possono effettivamente non riuscire a fuggire, e questi habitat saranno radicalmente modificati per molti anni a venire - molti animali on troveranno più condizioni idonee, molti altri invece ne troveranno addirittura di migliori. E' un fenomeno noto in Australia quello per cui alcuni falchi sono in grado di trasportare rametti ardenti per propagare attivamente gli incendi su nuove aree, liberando così la visuale su nuovi territori di caccia (https://bioone.org/journals/journal-of-ethnobiology/volume-37/issue-4/0278-0771-37.4.700/Intentional-Fire-Spreading-by-Firehawk-Raptors-in-Northern-Australia/10.2993/0278-0771-37.4.700.short). Gli incendi invece possono creare forti minacce alle specie rare di piante (come il Pino di Wollemi: https://www.abc.net.au/radio/programs/pm/fears-for-worlds-only-wild-wollemi-pines-in-bushfires/11823740) e sono soprattutto molto problematici per l'uomo: già 25 vittime per un totale di 800 morti dal 1967 a oggi, il fumo che rende l'aria pericolosa da respirare, proprietà e attività distrutte per miliardi di dollari di danni. In più, gli incendi rischiano di rendere a loro volta ancora più grave la crisi climatica sia a livello globale, contribuendo all'aumento della CO2 atmosferica, che locale, depositando i loro residui sui ghiacciai neozelandesi che, resi così più scuri, rischiano di fondersi con maggiore rapidità.
7) Cosa c'entra il cambiamento climatico?
La straordinaria siccità australiana è stata generata da una rara combinazione di fattori. Normalmente il primo anello della catena è El Nino, un riscaldamento periodico del Pacifico meridionale che causa grandi cambiamenti nella meteorologia della Terra, ma quest'anno El Nino non è attivo. Si è invece verificato con una intensità senza precedenti un altro fenomeno climatico, il Dipolo dell'Oceano Indiano (IOD) - una configurazione che porta aria umida sulle coste Africane e aria secca su quelle Australiane. E' dimostrato che il riscaldamento globale può triplicare la frequenza di eventi estremi nell'IOD (https://www.nature.com/articles/nature13327.epdf). A questo si è sovrapposto, a settembre 2019, un evento di riscaldamento improvviso della stratosfera (oltre 40 gradi di aumento) nella zona Antartica, anch'esso straordinario, per cause "naturali", che ha portato ulteriore aria calda e secca sull'Australia. Il terzo fenomeno è stato uno spostamento verso nord dei venti occidentali (o anti-alisei), i venti che soffiano costantemente da ovest a est tra 30 e 60 gradi di latitudine sui mari dei due emisferi terrestri. Lo spostamento verso nord degli anti-alisei (Southern Annular Mode) porta aria secca e calda sull'Australia, e sembra venga favorito sia dal climate change che, pensate un po', dal buco dell'ozono (https://www.nature.com/articles/ngeo1296). Il cambiamento climatico quindi c'entra eccome, sia nella sua azione diretta (l'aria Australiana si è riscaldata mediamente di almeno un grado nell'ultimo secolo) sia indirettamente attraverso le sue influenze sulle grandi strutture meteorologiche dell'emisfero sud.
8) Cosa c'entra la politica australiana?
Molte critiche si sono concentrate sul governo Australiano, responsabile di non impegnarsi abbastanza per raggiungere i già modesti impegni (riduzione delle emissioni del 28% dal 2005 al 2030) che il Paese aveva contratto volontariamente agli accordi a Parigi. Il problema principale è che l'economia dell'Australia è fortemente basata sull'estrazione e l'esportazione di carbone (soprattutto verso Giappone - 40% dell'export -, Cina e India), un combustibile fossile la cui estrazione non è compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di Parigi per contenere il riscaldamento della Terra al di sotto di 1.5 °C rispetto all'epoca preindustriale. L'industria del carbone impiega quasi 40 000 lavoratori australiani ed è fortemente sussidiata dal governo. L'attuale governo conservatore, come in altre parti del mondo, è tendenzialmente restio a decarbonizzare l'economia nazionale. Tuttavia non occorre confondersi:ogni nazione è connessa a ogni altra. Gli incendi in Australia non sono solo responsabilità del PM Morrison o di chi l'ha eletto, ma di tutte le attività che nel mondo continuano a contribuire all'aumento della CO2 atmosferica - produzione e consumo di energia (30%), trasporti (25%), agricoltura e allevamento (20%), riscaldamento e raffrescamento domestico (15%) e deforestazione (10%) - tutte cose di cui sei responsabile anche tu che leggi, e anche io che scrivo (sì, anche la deforestazione tropicale).
9) Si poteva prevedere o evitare?
Tutti gli ultimi report dell'IPCC concordano nel segnalare un aumento del pericolo incendi in Australia a causa del cambiamento climatico, con grado di probabilità "virtualmente certo". Anche l'arrivo di configurazioni meteorologiche di grande pericolosità è monitorato e conosciuto con un buon anticipo. Gli allarmi sono stati diramati e le evacuazioni correttamente effettuate, a quanto mi è dato di sapere. Ma la sfida dei servizi di lotta agli incendi, valida anche in Italia, è come mantenere operativo un sistema che ha bisogno di attivarsi su vastissima scala solo una volta ogni decennio. L'altro strumento per evitare gli incendi è la prevenzione, che viene svolta su grandi estensioni con la tecnica del "fuoco prescritto", che elimina il combustibile utilizzando una fiamma bassa e scientificamente progettata (un tipo di intervento approvato anche da molti ecologisti australiani, e praticato da quarantamila anni dalle popolazioni aborigene). Nel 2018-2019 sono stati soggetti a questo trattamento 140 000 ettari di territorio, la cui applicazione è però severamente limitata dalla mancanza di fondi e, sempre lui, dal cambiamento climatico, che riduce il numero di giorni con condizioni meteorologiche idonee ad effettuarlo. C'è da dire che l'intensità della siccità e degli incendi in corso avrebbe messo probabilmente in difficoltà anche i servizi e le comunità più preparate.
10) Cosa possiamo fare?
Ridurre le nostre emissioni con comportamenti collettivi e ad alto impatto. Sforzarci di vedere l'impronta del climate change e delle nostre produzioni e (soprattutto) dei nostri consumi in quello che sta succedendo, senza farci distrarre dai poveri koala che bruciano e senza pacificare la coscienza con un semplice versamento in denaro che non risolve il problema alla radice. Per chi vive a contatto con un bosco, informarsi sul pericolo di incendio e sulle pratiche di autoprotezione necessarie a minimizzare il rischio alla vostra proprietà: gli incendi colpiranno di nuovo anche in Italia, con sempre più intensità, e possibilmente in luoghi in cui non ve li aspettereste. Sapersi proteggere è estremamente importante.
Fonti:
Sintesi sul New York Times - https://www.nytimes.com/2020/01/01/world/australia/fires.html
Clima in australia - https://www.abc.net.au/news/2020-01-02/2019-was-australias-hottest-and-driest-year-on-record/11837312
Foreste australiane: https://www.agriculture.gov.au/abares/forestsaustralia/australias-forests
Firestorm: https://scijinks.gov/firestorm/
Indian Ocean Dipole: https://www.abc.net.au/news/2019-05-16/positive-indian-ocean-dipole-bad-news-for-drought-crippled-areas/11120566
Riscaldamento globale e IOD: https://www.nature.com/articles/nature13327.epdf
Sudden Stratospheric Warming: https://www.abc.net.au/news/2019-09-06/rare-weather-event-over-antarctica-drives-hot-outlook/11481498
Southern Annular Mode: https://www.abc.net.au/news/2018-08-14/southern-annular-mode-and-how-it-affects-our-weather/10106134
Climate change e cambiamenti meteorologici in Australia: https://www.cawcr.gov.au/projects/Climatechange/impact/science/climate-variability/
Stima degli animali colpiti dagli incendi: https://www.bbc.com/news/50986293
Politiche climatiche in Australia: https://www.bbc.com/news/world-australia-50869565
Prevenzione incendi in Australia: https://www.theguardian.com/australia-news/2020/jan/05/explainer-how-effective-is-bushfire-hazard-reduction-on-australias-fires
Giorgio Vacchiano - fb
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corallorosso · 4 years
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Il post a favore dell’abbattimento della statua di Edward Colston a Bristol, l’ho scritto da questo smartphone che funziona grazie a dei minerali (il coltan, il cobalto e altre terre rare) estratti probabilmente da uomini e bambini schiavizzati in Congo. Curioso no? Peggio: ipocrita. Scrivo che sono felice per l’abbattimento del simulacro di un bastardo schiavista che 400 anni fa deportò 100mila africani per venderli come schiavi dopo averli marchiati a fuoco, e lo faccio con un dispositivo che senza i nuovi schiavi africani forse nemmeno funzionerebbe. Gli stessi ragazzi che hanno abbattuto quella statua hanno ripreso quell’atto con cellulari simili al mio. E tante delle innocue attività che ogni giorno compiamo sono possibili grazie allo sfruttamento di nuovi schiavi. Che sono resi tali, per rendere felici noi. Il pomodoro della pasta o della pizza che mangeremo oggi? Raccolto da schiavi africani in Puglia, ricattati e sottopagati. Il cacao del dolce che ci concederemo questa estate? In buona parte frutto dello sfruttamento di bambini in Costa d’Avorio. Il diamantino dell’anello che abbiamo comprato o regalato? Probabilmente estratto in qualche miniera in centro Africa conquistata con corruzione, guerre, massacri, mani mozzate e bambini soldato. Il carburante dell’auto che abbiamo usato oggi? Estratto in qualche paese africano o mediorientale, finanziando famiglie e governi che con quei soldi tengono in schiavitù e povertà milioni di esseri umani. Per non parlare degli altri milioni di esseri umani che costringiamo a emigrare, a morire, a impoverirsi, perché con le nostre comodità abbiamo riscaldato la Terra causando desertificazioni e inondazioni. Siamo tutti ipocriti, complici e anzi beneficiari di schiavisti e assassini quindi? Beh se ci giudichiamo con gli occhi della nostra epoca forse no. Non ancora. Così come probabilmente non si consideravano complici di orrori indicibili i romani che 2000 anni fa affollavano il Colosseo per guardare gladiatori ammazzarsi tra di loro. O belve sbranare dei cristiani. Non erano di certo loro ad ammazzare quella gente. Eppure quello spettacolo era lì per loro. Era per il loro godimento che quelle atrocità si consumavano. Quindi così come noi oggi giudichiamo loro (che si sentivano innocenti) delle bestie senza pietà, chi ci dice che fra 500 anni le future generazioni non guarderanno (con i loro più stringenti criteri) a noi con lo stesso orrore perché godevamo di lussi e di beni, resi possibili solo dalla sofferenza di milioni di esseri umani? Cambia il contesto, cambia la mente dell’uomo, cambia la storia, cambiano i valori e cambia il nostro sguardo. Per quanto sia difficile da accettare. Insomma, chi siamo noi per ergerci oggi a giudici della storia? Siamo sicuri di essere così puri, intonsi, immacolati noi da poter giudicare gli altri? Siamo sicuri di poter scagliare la pietra? Siamo sicuri di non commettere oggi noi stessi degli atti che la futura civiltà umana considererà abominevoli, ma che a noi appaiono normali? Nonostante tutto questo non posso negare di essere contento per la rimozione della statua di Edward Colston a Bristol. Non perché mi consideri giusto giudice della storia, con il mio telefonino e la mia auto. Ma perché questo momento storico che stiamo vivendo, questa rivolta mondiale contro il razzismo, aveva bisogno del suo simulacro da abbattere, del suo simbolo, della sua statua di Saddam da tirare giù. E chi meglio di un trafficante di schiavi che marchiava a fuoco le sue vittime? Ma abbattere tutte le statue di tutti quelli che nelle loro epoche, pur compiendo grandi imprese, si sono macchiati di piccoli e grandi crimini, di azione e o di parola o di pensiero, è un altro conto. Perché a quel punto, se dovremo usare questo metro di giudizio (hai compiuto un peccato? Vai giù), non se ne salverà nemmeno una di statua. Nemmeno quella di Gandhi, padre della non violenza, ma un po’ razzista. E per coerenza, a quel punto, dovremo tirar giù tutte le piramidi, il Colosseo, Regge, Palazzi e nomi di vie. Oppure potremmo lasciarle tutte in piedi, le statue. Perché sono simboli storici. Ma perché a quel punto non tirare su una bella statua di Adolf Hitler? O di Bin Laden? Che, loro non l’hanno fatta la storia? E poi siamo sicuri che la statua di Edward Colston fosse lì a ricordarci le sue atrocità? No, era una statue celebrativa. Non rinfrescava la memoria proprio a nessuno. Oppure potremmo valutare caso per caso. Ma caso per caso, ancora una volta, ci ritroveremmo a buttarle nuovamente tutte giù. Perché un peccato privato o pubblico, per tutti, con la lente dei nostri valori, prima o poi salta fuori. Allora forse una risposta definitiva, che non contenga al suo interno o un po’ di ipocrisia o un po’ di cinismo, non c’è. E forse a capo non se ne verrà mai. O forse la nostra civiltà non è ancora arrivata a quel punto della sua evoluzione da poter giudicare la storia, senza giudicare se stessa. Emilio Mola
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rexalqeldroma · 4 years
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1) Quanto territorio è in fiamme? Gli incendi hanno percorso da ottobre a oggi circa 8 milioni di ettari di territorio tra New South Wales, Victoria, Sud Australia e Queensland – una superficie doppia a quella degli incendi del 2019 in Siberia e in Amazzonia combinati, e pari ai quattro quinti di tutte le foreste italiane. In sole quattro annate, negli ultimi 50 anni, la superficie bruciata in New South Wales ha superato un milione di ettari, e oggi ha quasi raggiunto il doppio della seconda annata più drammatica (il 1974 con 3,5 milioni di ettari percorsi).
Un altro aspetto inedito è la simultaneità dei fuochi su territori enormi, che di solito si alternano nell’essere soggetti a incendi. E non siamo che all’inizio dell’estate (le stagioni in Australia sono spostate di sei mesi rispetto alle nostre, quindi ora è come se fosse l’inizio di luglio), perciò queste cifre saliranno ancora, potenzialmente fino a 15 milioni di ettari percorsi dal fuoco. L’Australia è grande 769 milioni di ettari, quindi non possiamo dire che stia “bruciando un continente”. Inoltre, nelle savane del centro-nord bruciano in media 38 milioni di ettari di praterie (il 20 per cento del totale) ogni anno nella stagione secca, che in quella parte di paese è aprile-novembre. Ma si tratta di un ecosistema completamente diverso da quello che ora è in fiamme.
2) Quale vegetazione sta bruciando? Si tratta soprattutto di foreste di eucalipto e del bush, una savana semi arida con alberi bassi, fitti o sparsi, fatta soprattutto di erbe e arbusti e simile alla macchia mediterranea. Si tratta di una vegetazione che è nata per bruciare: il clima dell’Australia centrale è stato molto arido negli ultimi 100 milioni di anni (da quando l’Australia ha compiuto il suo viaggio dall’Antartide alla posizione che occupa attualmente), e gli incendi causati dai fulmini sono stati così frequenti da costringere le piante a evolversi per superarli nel migliore dei modi: lasciarsi bruciare! Il fuoco infatti, se da un lato distrugge la vegetazione esistente, dall’altro apre nuovi spazi perché le piante si possano riprodurre e rinnovare. Molte specie del bush contengono oli e resine molto infiammabili, in modo da bruciare per bene e con fiamme molto intense quando arriva il fuoco. Poiché i semi di queste specie sono quasi completamente impermeabili al fuoco, questo stratagemma è l’unico modo per “battere” la vegetazione concorrente e riprodursi con successo sfruttando le condizioni ambientali avverse a proprio vantaggio. Tuttavia, questa volta le condizioni di siccità sono così estreme che sono in fiamme anche ecosistemi forestali tradizionalmente più umidi e raramente interessati dal fuoco.
3) Cosa ha causato le accensioni? In Australia, metà delle accensioni sono causate da fulmini, e metà dall’uomo per cause sia colpose che dolose (in Italia invece il 95 per cento ha cause antropiche, prevalentemente colpose). Gli incendi più grandi tendono tuttavia a essere causati dai fulmini, perché interessano le aree più remote e disabitate, dove è meno probabile che arrivino le attività umane (con la possibile eccezione degli incidenti alle linee elettriche, che sono state responsabili anche dei devastanti incendi in California del 2017 e 2019). Secondo Ross Bradstock, dell’Università di Wollongong, un singolo incendio causato da fulmine (il Gospers Mountain Fire) ha già percorso da ottobre a oggi oltre 500.000 ettari di bush, e potrebbe essere il più grande incendio mai registrato nel mondo in tempi storici.
Stanno circolando notizie relative all’arresto di presunti incendiari. In parte sono state dimostrate essere notizie false diffuse per negare il problema del clima. Inoltre non si tratta di piromani, in inglese la definizione di arson include sia il dolo che la colpa. Tuttavia è evidente che qui il problema non è cosa accende la fiamma, ma cosa la fa propagare una volta accesa – sono due fasi diverse e ben distinte.
4) Cosa sta causando il propagarsi delle fiamme? Il 2019 è stato in Australia l’anno più caldo e più secco mai registrato dal 1900 a oggi. Nell’ultimo anno le temperature medie sono state 1,5 gradi più alte rispetto alla media 1961-1990, le massime oltre 2°C in più, ed è mancato oltre un terzo della pioggia che solitamente cade sul continente. Un’ondata di calore terrestre e marino ha fatto registrare nel paese temperature record a dicembre (42°C di media nazionale, con punte di 49), mentre la siccità si protrae ormai da ben due anni. Quando l’aria è calda e secca, la vegetazione perde rapidamente acqua per evaporazione e si dissecca. Più la siccità è prolungata, più grandi sono le dimensioni delle parti vegetali che si seccano. Quando anche le parti più grandi (fusti e rami) perdono acqua, cosa che avviene molto raramente, gli incendi possono durare più a lungo proprio come in un caminetto: i “pezzi” piccoli sono quelli che fanno accendere il fuoco, e quelli grandi sono quelli che bruciano per più tempo.
I combustibili forestali vengono infatti classificati come “combustibili da un’ora”, “da dieci ore”, “da cento” o “da mille ore” a seconda della loro dimensione e di quanto a lungo possono sostenere una combustione. Quello che diffonde le fiamme, invece, è il vento, che spinge l’aria calda generata dalla fiamma sulle piante vicine. Normalmente, gli incendi più vasti si verificano infatti in giornate molto ventose. Incendi molto grandi e intensi sono addirittura in grado di crearsi il vento da soli: l’aria calda sale così rapidamente da lasciare un “vuoto”: per riempirlo, accorre violentemente altra aria dalle zone circostanti. Il risultato è una firestorm, il “vento di fuoco”, con il quale l’incendio si auto-sostiene fino all’esaurimento del combustibile disponibile.
5) Come mai gli incendi non si riescono a spegnere? Per estinguere un incendio è necessario eliminare il combustibile. L’acqua e il ritardante lanciati dai mezzi aerei possono solo rallentare la combustione (raffreddando il combustibile o ritardando chimicamente la reazione di combustione), ma per eliminare il combustibile servono le squadre di terra. Incendi di chioma intensi come quelli che si stanno sviluppando in Australia possono generare fiamme alte decine metri, procedere a velocità superiori a dieci chilometri orari (la velocità di corsa di un uomo medio) e sviluppare una potenza di centomila kW per metro di fronte (!!). Le squadre di terra non possono operare in sicurezza già con intensità di 4.000 kW per metro (25 volte inferiore a quella degli incendi più intensi).
6) Quali sono gli effetti degli incendi? Il bush australiano è un ambiente che desidera bruciare con tutte le sue forze, e bruciando migliora il suo stato di salute e la sua biodiversità – con i suoi tempi, rigenerandosi nel corso di anni o decenni. Anche gli animali conoscono il pericolo e molti sanno rispondere: la stima di mezzo miliardo di animali coinvolti (o addirittura un miliardo) rilanciata dai media è una stima grossolana e un po’ allarmista, che considera ad esempio anche gli uccelli – che ovviamente possono volare e allontanarsi dall’area – con l’importante esclusione dei piccoli e delle uova. Gli animali più piccoli e meno mobili (koala, ma anche anfibi, micromammiferi e rettili) possono effettivamente non riuscire a fuggire, e questi habitat saranno radicalmente modificati per molti anni a venire – molti animali non troveranno più condizioni idonee.
Altri, in compenso, ne troveranno addirittura di migliori. È un fenomeno noto in Australia quello per cui alcuni falchi sono in grado di trasportare rametti ardenti per propagare attivamente gli incendi su nuove aree, liberando così la visuale su nuovi territori di caccia.
Gli incendi invece possono creare forti minacce alle specie rare di piante (come il pino di Wollemi) e sono soprattutto molto problematici per l’uomo: già 25 vittime per un totale di 800 morti dal 1967 a oggi, il fumo che rende l’aria pericolosa da respirare, proprietà e attività distrutte per miliardi di dollari di danni. In più, gli incendi creano erosione, aumentano il rischio idrogeologico e rischiano di rendere a loro volta ancora più grave la crisi climatica sia a livello globale, contribuendo all’aumento della CO2 atmosferica (306 milioni di tonnellate emesse finora secondo la NASA, quasi pari alle emissioni di tutto il paese nel 2018), che locale, depositando i loro residui sui ghiacciai neozelandesi che, resi così più scuri, rischiano di fondersi con maggiore rapidità.
7) Cosa c’entra il cambiamento climatico? La straordinaria siccità australiana è stata generata da una rara combinazione di fattori. Normalmente il primo anello della catena è El Niño, un riscaldamento periodico del Pacifico meridionale che causa grandi cambiamenti nella meteorologia della Terra, ma quest’anno El Niño non è attivo. Si è invece verificato con una intensità senza precedenti un altro fenomeno climatico, il Dipolo dell’oceano Indiano (IOD) – una configurazione che porta aria umida sulle coste africane e aria secca su quelle australiane. È dimostrato che il riscaldamento globale può triplicare la frequenza di eventi estremi nell’IOD.
A questo si è sovrapposto, a settembre 2019, un evento di riscaldamento improvviso della stratosfera (oltre 40 gradi di aumento) nella zona antartica, anch’esso straordinario, per cause “naturali”, che ha portato ulteriore aria calda e secca sull’Australia. Il terzo fenomeno è stato uno spostamento verso nord dei venti occidentali (o anti-alisei), i venti che soffiano costantemente da ovest a est tra 30 e 60 gradi di latitudine sui mari dei due emisferi terrestri. Lo spostamento verso nord degli anti-alisei (Southern Annular Mode) porta aria secca e calda sull’Australia, e sembra venga favorito sia dal climate change che, pensate un po’, dal buco dell’ozono. Il cambiamento climatico quindi c’entra eccome, sia nella sua azione diretta (l’aria australiana si è riscaldata mediamente di almeno un grado nell’ultimo secolo) sia indirettamente attraverso le sue influenze sulle grandi strutture meteorologiche dell’emisfero sud.
8) Cosa c’entra la politica australiana? Molte critiche si sono concentrate sul governo australiano, responsabile di non impegnarsi abbastanza per raggiungere i già modesti impegni (riduzione delle emissioni del 28 per cento dal 2005 al 2030) che il paese aveva contratto volontariamente agli accordi a Parigi. Il problema principale è che l’economia dell’Australia è fortemente basata sull’estrazione e l’esportazione di carbone (soprattutto verso Giappone – 40 per cento dell’export –, Cina e India), un combustibile fossile la cui estrazione non è compatibile con il raggiungimento degli obiettivi di Parigi per contenere la temperatura della Terra al di sotto di 1.5 °C rispetto all’epoca preindustriale.
L’industria del carbone impiega quasi 40mila lavoratori australiani ed è fortemente sussidiata dal governo. L’attuale governo conservatore, come in altre parti del mondo, è tendenzialmente restio a decarbonizzare l’economia nazionale. Tuttavia non occorre confondersi: ogni nazione è connessa a ogni altra. Gli incendi in Australia non sono solo responsabilità del primo ministro Morrison o di chi l’ha eletto, ma di tutte le attività che nel mondo continuano a contribuire all’aumento della CO2 atmosferica – produzione e consumo di energia (30 per cento), trasporti (25 per cento), agricoltura e allevamento (20 per cento), riscaldamento e raffrescamento domestico (15 per cento) e deforestazione (10 per cento) – tutte cose di cui sei responsabile anche tu che leggi, e anche io che scrivo (sì, anche la deforestazione tropicale).
9) Si poteva prevedere o evitare? Tutti gli ultimi report dell’IPCC, delle istituzioni di ricerca australiane sull’ambiente, e dello stesso governo, concordano nel segnalare un aumento del pericolo incendi in Australia a causa del cambiamento climatico, con grado di probabilità “virtualmente certo”. Anche l’arrivo di configurazioni meteorologiche di grande pericolosità è monitorato e conosciuto con un buon anticipo. Gli allarmi sono stati diramati e le evacuazioni correttamente effettuate, a quanto mi è dato di sapere. Ma la sfida dei servizi di lotta agli incendi, valida anche in Italia, è come mantenere operativo un sistema che ha bisogno di attivarsi su vastissima scala solo una volta ogni decennio.
L’altro strumento per evitare gli incendi è la prevenzione, che viene svolta su grandi estensioni con la tecnica del “fuoco prescritto”, che elimina il combustibile utilizzando una fiamma bassa e scientificamente progettata (un tipo di intervento approvato anche da molti ecologisti australiani, e praticato da quarantamila anni dalle popolazioni aborigene). Nel 2018-2019 sono stati soggetti a questo trattamento 140mila ettari di territorio, la cui applicazione è però severamente limitata dalla mancanza di fondi e, sempre lui, dal cambiamento climatico, che riduce il numero di giorni con condizioni meteorologiche idonee ad effettuarlo. C’è da dire che l’intensità della siccità e degli incendi in corso avrebbe messo probabilmente in difficoltà anche i servizi e le comunità più preparate.
10) Cosa possiamo fare? Ridurre le nostre emissioni con comportamenti collettivi e ad alto impatto. Sforzarci di vedere l’impronta del climate change e delle nostre produzioni e (soprattutto) dei nostri consumi in quello che sta succedendo. Il problema più grande che abbiamo è questo. I koala sono colpiti duramente, ma domani toccherà ancora ad altri animali, altri ecosistemi… altri uomini. E forse anche a noi.
Per chi vive a contatto con un bosco, informarsi sul pericolo di incendio e sulle pratiche di autoprotezione necessarie a minimizzare il rischio alla vostra proprietà: gli incendi colpiranno di nuovo anche in Italia, con sempre più intensità, e possibilmente in luoghi in cui non ve li aspettereste. Sapersi proteggere è estremamente importante.
Bibliografia, in inglese:
Una sintesi di ciò che sta succedendo in Australia del New York Times.
Il clima australiano nel 2019.
Come sono fatte le foreste australiane.
Cos’è un firestorm.
Cos’è il Dipolo dell’oceano Indiano.
I legami tra il riscaldamento climatico e il Dipolo dell’oceano Indiano.
L’evento di riscaldamento improvviso della stratosfera di settembre 2019.
Cos’è il Southern Annular Mode.
La variabilità del meteo australiano e il cambiamento climatico.
Stima degli animali colpiti dagli incendi.
Le politiche riguardo al cambiamento climatico dell’Australia.
Come funziona la prevenzione degli incendi in Australia.
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rallamajoop · 3 months
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Resident Evil Village Loading Screens: In and out of colour
I've posted versions of these before, back when I went through the game and took screencaps of all the loading screens. But having found the original files ‒ minus black haze region and 'continue' button prompt ‒ have all the pretty scenery again, plus coloured versions.
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rallamajoop · 1 year
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Resident Evil Village loading screens: The Four Lords
I think the RE: Village loading screens are kind of gorgeous (the way Lady D's glowing eye just pops out at you ‒ seriously, whoever adjusted these for perfect contrast in black and white did a hell of a job), and was irritated I couldn't find them all online. So I went back through the game and took some screencaps.
Right-click and open in new tab to see them at full rez.
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rallamajoop · 10 months
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Loading Screens from Resident Evil Village: Shadows of Rose
Extracted from the game file rather than captured in game, so I cannot say for sure whether all of these were actually used, but gosh they are all still so very gorgeous! Much as I love the classic monotone-style loading screens from RE7 and 8, the subtle yellow and blue tones added to this set are used to great effect.
(More under my Loading Screens and Rare Resi Renders tags)
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rallamajoop · 8 months
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Resident Evil 7 Loading & Title Screens
From various DLC, featuring Ethan and Zoe.
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rallamajoop · 1 year
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Ethan Winters: A Celebration in RE8 Achievement Art
So, it turns out there's this whole gallery of official RE8 art I hadn't seen before, created to illustrate XBOX achievements.*
And a lot of it makes Ethan look seriously badass.
Achievement names and descriptions included in the alt text. Oh, and I may have just retroactively populated a Rare Resi Renders tag, because I seem to keep finding this stuff.
Like, check out that top image ‒ that is Ethan knocking a flaming arrow out of the air with a knife. And he even looks like he meant to do it, which may be the craziest thing.**
Or, check out this one, for pushing away an enemy:
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He doesn't look like he's pushed that lycan away to me, he looks like he's just pistol-whipped the thing across the face. Ballsy! (Though man, that would've been a nice move to have available when you've emptied your clip and don't have space to reload for the umpteenth time.)
But maybe this one's my fave, which you get for finishing the whole game with 3-or-less healing items:
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This one's so very worth viewing at full res, because there's Ethan, limping towards Rose in the final minutes of he game as writhing tentacles of mould half-block the sunrise behind him, and... hang on, why are there four bottles of healing juice in this picture? Did someone not read the whole brief? XDXD
Don't care. Still love it. A+ composition and storytelling (just maybe a B- on the details).
* Those of us on PS and PC have to make to with icons, which really aren't the same.
** Look, I've got that achievement. I could not tell you how I got it. However I did it, I did not mean to, and I'd like to think Ethan was just as surprised as I was when it happened.
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rallamajoop · 1 year
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The Four Lords: In and out of colour
I've mentioned before how I love RE8's black-and-white loading screens, but I'm still kind of tickled they bothered to release all the same shots in colour too.
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rallamajoop · 9 months
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Resident Evil 7 Loading Screens
Extracted assets from my game file, so I could not say for sure if all of these were actually used in the finished game (though I'm pretty sure I do recognise all of them). But I do so love the stark use of black and white (and occasionally limited colour) Capcom used for these in the new games.
(More under my Loading Screens and Rare Resi Renders tags)
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rallamajoop · 10 months
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Resident Evil Village Loading Screens: In and out of colour
Winters family edition
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rallamajoop · 10 months
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Resident Evil Village: Unused loading screens
Be warned: I have lately tumbled head-first down the rabbit hole of RE modding/datamining tools, and wasted the last week digging through the game files for unused assets, high-res textures and other cool shit buried in all those umpteen gigabytes of nonsense.
To begin with, have a couple of unused loading screens I found in among all the more familiar ones (because we all know how much I love these games’ loading screens).
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rallamajoop · 1 year
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Every* Loading Screen in Resident Evil Village
Because I still think they're kind of gorgeous. (Shorter version with just the four lords here.)
*That I caught, anyway ‒ please do let me know if you can think of any I missed!
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