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#Putinismo
adribosch-fan · 2 years
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Antiglobalismo: el riesgo de que se repita la trampa del antifascismo y el anticomunismo
Antiglobalismo: el riesgo de que se repita la trampa del antifascismo y el anticomunismo
El putinismo está utilizando ese «anti» para captar a incautos en Occidente Como ya se habrán dado cuenta los lectores de Contando Estrelas, en estas páginas casi nunca utilizo una palabra que hoy en día es muy habitual: “globalismo”. Ni con Putin ni con Soros: algunos datos que ciertas personas de derechas parecen ignorar El ideólogo ruso Dugin llamó a «destruir el catolicismo» y «organizar…
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alsurdeunhorizonte · 2 years
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9 de mayo: Pobedobesie y Jingoismo, las fuentes del Putinismo
'Pobedobesie' define en ruso el estado anímico y mental de estar "poseído por la victoria". Jingoísmo es el nacionalismo exaltado partidario de la expansión violenta sobre otras naciones.
8 de mayo de 2022 Este lunes 9 de mayo es el día de Europa. Conocida como la Declaración de Schuman, el 9 de mayo de 1950 se propuso la creación de una Comunidad Europea del Carbón y del Acero. Fue la semilla de la actual Unión Europea. Pero a la vez, mañana Rusia prepara su particular Desfile de la Victoria del 9 de mayo para vivir la mayor demostración de exaltación y gloria del ‘putinismo‘,…
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abr · 8 months
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Putinismo (l'accusa di) è il nuovo novax.
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arcobalengo · 9 months
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NUOVOATLANTE
di Alessandro Orsini
Guerra. Le bugie sulla controffensiva: per ora ad avanzare sono solo i russi
La controffensiva ucraina non sta andando bene. Zelensky dice addirittura che i russi avanzano in alcune zone. Un anno e mezzo di guerra consente di trarre alcune conclusioni sul soggettivismo del Pd e di Azione, vale a dire la loro convinzione che la buona volontà sia di per sé sufficiente al perseguimento di uno scopo: “Basta dare le armi a Zelensky e gli ucraini vinceranno”. Evidentemente bisogna fare i conti con la volontà di combattere dei russi, i loro armamenti e il Pil che cresce. La buona volontà non basta, di per sé, nemmeno ad attraversare le strisce pedonali con successo. Se un’auto sfreccia con il rosso, il pedone conserva la volontà di attraversare senza tracce del suo corpo.
Non voglio provocare Carlo Calenda che, complice il disastro assoluto delle politiche occidentali in Ucraina, ha smesso di bersagliare questa rubrica. Però non posso non ricordare il dibattito tra Calenda e Appendino a Piazza Pulita di Formigli, il 3 febbraio 2023. Appendino chiese a Calenda che cosa proponesse per porre fine alla guerra. Calenda rispose che il semplice invio di armi a Kiev avrebbe scacciato i russi terminando il conflitto. Vorrei dire questo, affettuosamente, ai tanti Calenda, Paolo Mieli, Luciano Fontana, Maurizio Molinari, Paolo Gentiloni, Enrico Letta, Stefano Bonaccini e altri. Il perseguimento di uno scopo, ad esempio, fare la carità davanti al supermercato, richiede almeno cinque condizioni fondamentali. La prima è la volontà di aiutare il bisognoso. La seconda sono i mezzi: senza soldi in tasca, la buona volontà non produce l’elemosina. La terza è il controllo della situazione: circondato da delinquenti, chiudo il portafogli. La quarta sono le opportunità: senza un parcheggio, la buona volontà viene via con la mia auto. La quinta è il giudizio morale: se il bisognoso usa i miei soldi per drogarsi, la volontà di aiutarlo resta, ma non avrà i miei euro. Il soggettivismo rende spesso ingenui.
Quando una classe dirigente non sa che il successo di una strategia internazionale dipende da una molteplicità di fattori, si finisce molto male, com’è finita l’Ucraina. Leggendo i principali quotidiani ci rendiamo conto che la classe dirigente italiana, con le dovute eccezioni, non sa ragionare logicamente e, di conseguenza, non sa usare la ragione illuministica che culmina nel ragionamento critico. In Italia la politica internazionale viene commentata, manipolata, vilipesa, ma non viene criticata come dimostra l’assenza di ragionamenti contro-intuitivi nello spazio pubblico. Tuttavia la mentalità scientifica esalta la contro-intuizione. Galilei era contro-intuitivo nel pensare che la terra orbitasse intorno al sole. Ecco la mia conclusione pedagogica: la società libera deve difendere il pensiero deviante. Socrate e Galilei erano devianti e furono puniti. Il pensiero deviante è la porta aperta della società o la porta della società aperta. A questa mia impostazione, si contrappone quella dei media dominanti che vorrebbero chiudere le porte con l’etichetta infamante di “putinismo”. La storia dell’intolleranza nelle democrazie liberali insegna che i media demonizzano spesso con l’informazione ciò che lo Stato non può distruggere con la forza. Che cosa abbiamo davanti agli occhi? Abbiamo che la terra gira ovvero che la Russia è sovrastante. Biden invia le bombe a grappolo perché gli ucraini stanno finendo le munizioni. Ciò accade perché: “Per ogni proiettile della Nato che l’Ucraina lancerà contro la Russia, la Russia lancerà dieci proiettili contro l’Ucraina”. Elementare, Watson? No, contro-intuitivo.
🔴 Per ricevere tutti gli aggiornamenti segui Giorgio Bianchi Photojournalist
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toscanoirriverente · 10 months
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Paradossalmente, a oltre 48 ore dallo svolgimento dei fatti, è ancora difficile capire che cosa sia davvero successo in Russia tra Putin e Prigozhin. Probabilmente perché di cose ne sono successe tante, nell’arco delle 12 ore scarse che è durato l’ammutinamento della Wagner, e il senso della loro dinamica è cambiato più volte. La sola certezza che abbiamo è che l’immagine dello Stato russo, delle sue istituzioni, ne è uscita decisamente ridimensionata, declassata ben al di là della scarsa performance delle sue forze armate dopo quasi 18 mesi di guerra totale condotta nei confronti di un vicino – sulla carta – decisamente più debole.
Comunque le cose vadano a finire, quello cui abbiamo assistito sabato è lo spettacolo di come quasi un quarto di secolo di putinismo ha ridotto una grande potenza nucleare, membro permanente del Consiglio di sicurezza dell’Onu e fondatore del sistema istituzionale postbellico. Una compagnia di mercenari cresciuta all’ombra di Vladimir Putin si è ribellata contro il governo centrale del suo paese, ha occupato una serie di centri nevralgici della Russia sudoccidentale senza incontrare sostanziale resistenza e ha poi desistito dalla sua marcia sulla capitale, una volta che un vassallo di Putin (il presidente Lukashenka) si è offerto di mediare il conflitto. Sembrava di leggere le cronache che in queste settimane sono provenute dal Sudan. (...)
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raffaeleitlodeo · 1 year
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Mio nonno, l'esperanto e "Slava Ukraïni"!
Mio nonno, che era un socialista finito pure al confino per le sue idee antifasciste e contrarie alla guerra, quando ero piccolo mi diceva che non c'è inno nazionale che non abbia dentro connotati e parole di superiorità, gloria, onore, guerra, battaglie, armi, vittoria, confini: tutte cose che da socialista internazionalista e pacifista lui aborriva - e che mi ha insegnato ad aborrire.
Non so se è vero che proprio tutti gli inni nazionali sono così. A me quello francese ad esempio non dispiace, anche se si parla anche lì di "gloria" e di "patria", e a me il concetto stesso di patria invece fa sbuffare, sarà colpa del nonno che si definiva "cittadino del mondo" e sognava un pianeta senza confini dove si parlasse esperanto.
Ma nulla è più fuori moda delle idee di mio nonno, e mie, in questa fase della storia carica di sovranismi e patriottismi e mitizzazione dei confini che a volte diventano muri, reazione forse inevitabile a una globalizzazione che ha corso troppo in fretta e non ci ha fatto diventare cittadini del mondo ma solo consumatori globali, con un'élite che tutto o quasi decide, alla democrazia resta più o meno  dove mettere i semafori.
A tutto questo (in cauda venenum, sì) pensavo leggendo i diffusi "Slava Ukraïni!" di persone di sinistra che vorrebbero così salutare la liberazione di Cherson, la sconfitta dell'autocrate invasore. Fatto, quest'ultimo, che è doppiamente benvenuto: primo perché l'autocrate invasore è stato almeno po' ricacciato da dove non lo volevano e - secondo - perché se Dio vuole apre uno spiraglio per sospendere, almeno, la mattanza. Eppure, compagne e compagni, restano i fondamentali - almeno per chi considera le nazioni dei residui ottocenteschi: duole dirvelo, ma anche "Slava Ukraïni" è nazionalismo, confini, onore, gloria e tutta la paccottiglia culturalmente di destra dell'800 e del 900. E, prima che si alzi su un pinocchietto ad accusarmi di putinismo, sia chiaro che  il più acceso e folle nazionalista - "ontologico", "spiritualista" - è proprio Putin e il suo giro di fascistoidi, da Medvedev a Cirillo.
E quindi sì, è ovvio che ora possa esserci sbandamento ideologico e culturale da parte di chi i nazionalismi li avversa, e prende quindi la scorciatoia facile di opporsi al nazionalismo di chi è in torto e aggressore con il nazionalismo di chi ha ragione ed è aggredito - quindi cade con tutti i piedi nella trappola. Anche perché ora c'è l'onda collettiva di simpatia per l'invaso che ha resistito e in parte vinto.
Ma poi l'onda passerà, e sarebbe una sconfitta culturale epocale se, una volta passata, restassimo orfani - noi di sinistra - anche del sogno di un mondo senza confini, se finissimo imbevuti anche noi di patria, gloria, onore, armi, e "nazione": la parola che infatti tanto piace alla nostra - anzi al nostro - presidente del consiglio.
Alessandro Gilioli - Facebook
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¡Hagan juego señores! ¿Dónde esta la bolita? ¿Trileros?
https://www.inchiostronero.it/o-con-noi-o-con-putin/
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«O CON NOSOTROS O CON PUTIN» De Marcelo Veneziani
Publicado por  10 agosto 2022 10 minutos de lectura ¿ Pero el candidato más fuerte a vencer será realmente Vladimir Putin en las próximas elecciones?
Pero, ¿el candidato más fuerte a vencer será realmente Vladimir Putin en las próximas elecciones? Es el rumor que corre en todos los diarios locales y entre los simpatizantes del  Partido Dragocrático., acrónimo Pd, que también incluye a muchos centristas de diversos orígenes. Matteo Renzi dijo que con la votación será necesario ganarle al área de Putin; Enrico Letta y sus otros aliados potenciales adaptan a su medida el contraste entre prooccidentales y proputinistas, e incluso un politólogo serio como Angelo Panebianco en un editorial del Corriere della Sera consideró a Putin el invitado de piedra de las próximas votaciones italianas. Sabemos que en la campaña electoral se utiliza todo golpe bajo y toda consigna propagandística eficaz para demonizar al adversario. Contra el centroderecha, la acusación de fascismo y estatismo soberano ha pasado de ser acusado de ser el brazo largo de Putin en Italia. Pero si miramos la realidad de las posiciones tomadas, la identificación del centro-derecha con el área de Putin es grotesca,
Giorgia Meloni , que es líder in pectore del partido mayoritario en nuestro país, ha abrazado totalmente las tesis de la OTAN, los demócratas de Biden y Letta, los conservadores británicos y atlánticos y las mismas posiciones adoptadas por Draghi sobre el conflicto ruso-ucraniano. . Y corrió a Estados Unidos para subrayar la posición pro-occidental y pro-OTAN de su partido. La absurda cacería de los partidarios de Putin en Italia, con relativas listas de proscripción en los periódicos, tuvo como respaldo al Copasir, presidido por un miembro de los Hermanos de Italia, Adolfo Urso, que denuncia las infiltraciones de Putin en nuestra política local. Silvio Berlusconi trajo a Forza Italia al Partido Popular Europeo, y con sus redes de Mediaset siempre ha sido un vehículo de americanización en la vida italiana; Berlusconi siempre ha situado a su partido en la zona euro-occidental y se define a sí mismo como liberal. No se puede confundir su amistad personal con Putin y su papel de "pacificador internacional" entre la Rusia de Putin y los Estados Unidos de Bush como una declaración de putinismo. Sólo queda la Liga de Salvini, que en sus múltiples variantes adoptó una posición proputiniana en una fase política anterior a la guerra, que luego se interrumpió con la invasión de Ucrania...
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pollicinor · 1 year
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Mentre le vittime aumentano in Ucraina, riempiendo i cimiteri delle province russe, la facciata scintillante di Mosca trasmette una città edonistica e indifferente. I suoi ristoranti e caffè sono pieni di giovani clienti alla moda che sfoggiano abiti firmati europei, si scattano selfie con gli ultimi iPhone e ordinano pizza al tartufo o anatra confit da accompagnare con cocktail alla moda. Ma sotto sotto, Putin sta creando una società militarizzata e nazionalista, nutrita di propaganda e ossessionata da una guerra “esistenziale” contro gli Stati Uniti e la Nato. Finora, nessuno nell’ufficialità ha avuto il coraggio di obiettare – almeno non pubblicamente. “Qualunque cosa dica, viene presa così”, ha detto il caporedattore della Nezavisimaya Gazeta, Konstantin Remchukov, con un forte schiocco di dita. Da quando Putin è salito alla presidenza nel 2000, la sua legittimità si è basata sulla sua popolarità e statura tra le élite, rafforzata dalla sua capacità di instillare paura spogliando alcuni dei loro beni e gettando altri in prigione.
Dall’articolo "Lo stato del putinismo. Viaggio nella Russia dopo quasi un anno di guerra" di Robyn Dixon and Catherine Belton
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ferrolano-blog · 1 month
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El suicidio de Europa con vistas al Dniéper... Si se sigue el flujo de armamentos, se sabe quién se prepara para la guerra y con quién, y hoy estos flujos son ríos embravecidos... el de los medios de comunicación es uno de los frentes de guerra: dirigir la opinión pública, comprimir a fondo las posibilidades de debate y el contra-interrogatorio, demonizar al enemigo y silenciar cualquier crítica son pasos obligados en la movilización de las fuerzas sociales para incorporarlos en el mecanismo de guerra. Preparar el terreno y las condiciones para que las poblaciones europeas sean más dóciles a la hora de aceptar las medidas de compresión de su estilo de vida dentro de una economía de guerra... Kiev es la primera línea del conflicto, el laboratorio de lo que se pondrá en marcha en la retaguardia europea a medida que se preparan para el choque... Europa marcha hacia el Este mirando al Dniéper y con ello acaricia su propio suicidio (Jack Orlando)
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alephsblog · 1 month
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blogaccio · 2 months
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una città per cavalletto, mostra permanente del putinismo
Com’è umano lei! Avrebbe esclamato il mai dimenticato tragico Fantozzi al cospetto del destinatario di un mandato di cattura spiccato dalla Corte Penale internazionale  per crimini contro l’umanità e dopo che ha fatto fuori anche l’ultimo oppositore dissidente, Alexei Navalny. Sì che merita una stretta di mano! Ci mancherebbe. Quale onore. Che tutti possano ammirare, l’uomo alla cui porta di casa l’occidente malvagio abbaia piuttosto che arrendersi e gettare ponti di dialogo per la pace. Parole sante rivolte ad ammonire noi tutti, poveri peccatori che ancora pregavamo perché San Leone Magno si parasse davanti a fermare Attila, con la sola minaccia delle fiamme eterne dell’inferno. Parrebbe, invece che l’inferno sia vuoto, che le fiamme siano spente dalla misericordia dei pavidi e che non resti che porgere l’altra guancia all’umano Vladimir di tutte le Russie. Che almeno Dio, ce la mandi buona... continua a leggere
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crossroad1960 · 3 months
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Il più italiano dei leader europei
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giancarlonicoli · 11 months
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13 giu 2023 12:20
“SIAMO RIMASTI TUTTI BERLUSCONIANI: NEMMENO LUI DA VENT'ANNI NE INDOVINAVA PIÙ UNA” - MATTIA FELTRI: “HA MANCATO IN PIENO LA RIVOLUZIONE DIGITALE. LE SUE TRE RETI VIVONO DI VECCHIE GLORIE UN PUBBLICO INCANUTITO, È ARRIVATO PER ULTIMO E HA FALLITO CON LA PAY TV, LE PIATTAFORME DI STREAMING COME NETFLIX E PRIME SONO IL PANE QUOTIDIANO DEI RAGAZZI - CON IL MILAN HA VISSUTO UN LUNGO E LENTO DECLINO E IL MONZA È STATA UNA BERLUSCONATA MINORE. BERLUSCONI È STATO UN UOMO CHE HA CAMBIATO IL MONDO E, QUANDO NON HA PIÙ SAPUTO CAMBIARLO, SI È RIFIUTATO DI CAMBIARE COL MONDO. HA PREFERITO RESTARE SUL TRONO CIRCONDATO DALLA MITOLOGIA DI SÉ STESSO” -
Estratto dell’articolo di Mattia Feltri per “la Stampa”
[…]Diventa lui l'artefice e il totem del bipolarismo. Non soltanto la destra ma pure la sinistra vive in simbiosi con Berlusconi: la destra esiste in quanto berlusconiana, la sinistra in quanto antiberlusconiana. La storia della Seconda repubblica (al netto della magistratura) è tutta qui.
Oggi la politica è per intero figlia di Berlusconi. Si vive di sondaggi, per l'evoluzione digitale si vive di like e di follower, si vive di videoclip magari sotto forma di diretta Facebook o monologo per Instagram e TikTok, si vive di battutario, di motteggio, di réclame, la scandalosa Forza Italia ha generato Fratelli d'Italia e Italia Viva e cinque stelle e rinnovamenti e cose così, che vogliono dire tutto e niente. Ma nessuno sa andare oltre Berlusconi: si pigliano gli strumenti nuovi per replicare un insegnamento vecchio.
Vale per la Rai, che ha rincorso per lustri Fininvest e poi Mediaset e oggi si è pienamente canalecinquizzata, pienamente commercializzata, e non ha un'idea per il dopo. Vale per il calcio che dopo le magnificenze degli anni Ottanta e Novanta è rimasto lì a rimirarsi, non ha compiuto un passo in più, osserva senza uno squillo le crapule inglesi, spagnole, francesi e tedesche. Anche in questo siamo rimasti tutti berlusconiani: nemmeno lui da vent'anni ne indovinava più una.
Ha mancato in pieno la rivoluzione digitale. Le sue tre reti vivono di vecchie glorie (i Bellissimi di Retequattro, le Iene, Striscia la notizia, Maria De Filippi) per un pubblico incanutito, è arrivato per ultimo e ha fallito con la pay tv, le piattaforme di streaming come Netflix e Prime sono il pane quotidiano dei ragazzi di oggi quanto Italia Uno era il pane quotidiano dei ragazzi quando i ragazzi eravamo noi. Usava i social come per il messaggio in vhs con la calza di nylon sull'obiettivo.
Con il Milan ha vissuto un lungo e lento declino (lungo e lento è stato il declino suo e lungo e lento è il declino del suo impero televisivo), fatto di acquisti sbagliati, campionati da comprimario, soprattutto di disponibilità economiche non più allineate alle sue ambizioni, e il finale da patron del Monza è stata una berlusconata minore, squadra portata per la prima volta in serie A, l'unico orizzonte in cui il sole calante poteva ancora fugacemente baciarlo in fronte.
Un Berlusconi da sei e mezzo, diciamo, ancora ricco, ancora protagonista, ancora con un ruolo politico, ma niente più di uno straordinario gestore del suo crepuscolo. E infatti non gli restava che celebrare le date, le ricorrenze, il bel tempo che fu, i trionfi ormai dell'altro secolo. Disposto a stare a ruota di questi ragazzacci fintamente deferenti, le Meloni e i Salvini che lo hanno strapazzato con le sue stesse armi giusto un po' adattate allo smartphone, e infatti il suo scandaloso putinismo non era antiatlantismo ma nostalgia, o più probabilmente autoreclusione nel passato in cui Putin e Bush si scambiavano un segno di pace, e lui era il sommo sacerdote.
Berlusconi è stato un uomo che ha cambiato il mondo e, quando non ha più saputo cambiarlo, si è rifiutato di cambiare col mondo. Ha preferito restare sul trono circondato dalla mitologia di sé stesso, da una finzione allucinata in cui tutti recitavano perché lui ancora si sentisse inarrivabile e immortale. Niente di più respingente, niente di più affascinante di questa lunga vita tutta fuori dall'ordinario.
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unfogging · 1 year
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Condanna confermata per Ilya Yashin, respinto l'appello
Yashin "Diventerò uno di quelli che costruiranno una nuova Russia libera e felice sulle rovine del putinismo" #oppositori #dissidenti #dirittiumani #prigionieripolitici #ilyayashin #bucha #operazionemilitarespeciale #ukrainerussiawar #criminidiguerra
Nessuno sconto di pena. Respinto il ricorso contro la condanna a 8 e mezzo di reclusione comminata a Ilya Yashin. Lo scorso dicembre, era stato giudicato reo di diffusione di false informazioni, sulle responsabilità dell’esercito russo nel massacro di Bucha, in Ucraina. In prigione ho incontrato molti assassini, stupratori e ladri che hanno ricevuto condanne minori per i loro crimini Ilya…
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Lorenzo Fontana: chi è il candidato presidente della Camera di Lega e Fdi, tra putinismo e pro-life
Lorenzo Fontana: chi è il candidato presidente della Camera di Lega e Fdi, tra putinismo e pro-life
Era in Crimea come osservatore per il referendum di Putin. Disse che le famiglie arcobaleno «non esistono». Ma è anche un acuto commentatore del Vangelo Dopo il Senato tocca alla Camera? Se l’elezione di Ignazio La Russa a Palazzo Madama ha riservato sorprese soprattutto a Berlusconi e Forza Italia, oggi tocca a Montecitorio. E il nome scelto dal centrodestra per presiedere la camera “bassa” non…
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pietroguerravideo · 2 years
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L’effetto Kiev sulla campagna elettorale
L’effetto Kiev sulla campagna elettorale
Da Conte a Salvini, chi ha cambiato posizione dopo la formidabile controffensiva dell’Ucraina contro la Russia (e perché quell’avanzata elimina un argomento decisivo del filo putinismo). La rubrica di Antonio Polito source
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