Tumgik
#Ottocento Films
bkenber · 1 year
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'Master Gardener' - Paul Schrader Does Some Meticulous Gardening
Alright! We are back in Paul Schrader land with his latest film, “Master Gardener.” Just as with “Taxi Driver” and “First Reformed” among other films, it focuses on a loner who keeps a journal and is struggling to deal with a past which was never less than traumatizing. Some directors tend to make the same film over and over again, but I always enjoy seeing Schrader doing so as he always has an…
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carmenvicinanza · 5 months
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Teresa De Sio
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La musica folk è il rock del popolo. Con il folk si impara a rispettare gli uomini e le donne del nostro mondo, a riconoscerne il passato e grazie a quello guardare al futuro.
Teresa De Sio, cantautrice e ricercatrice musicale è portavoce di una tradizione culturale che abbraccia i Sud del mondo. Musicista simbolo di un pensiero libero e indipendente viene appellata La Brigantessa.
Con oltre due milioni e mezzo di dischi venduti, nel 2000 ha fondato la sua etichetta indipendente, la C.O.R.E., sottraendosi ai contratti delle multinazionali, in cambio della garanzia di un’assoluta libertà artistica.
Nata a Napoli il 3 novembre 1952, ha trascorso l’infanzia a Cava de’ Tirreni, in provincia di Salerno. Sua sorella è l’attrice Giuliana De Sio. Ha iniziato la carriera artistica con la danza, a diciassette anni si è trasferita a Roma per studiare recitazione ed è stato in ambito teatrale, alla fine degli anni settanta, che ha incontrato il cantautore Eugenio Bennato con cui ha fondato Musicanova, che in quegli anni ha rifondato e riscoperto la tradizione popolare napoletana. Questa storica esperienza è culminata nel 1978 con l’album Villanelle popolaresche del ‘500 in cui Teresa De Sio si è distinta per il timbro molto particolare che le conferiva genuinità e raffinatezza al tempo stesso.
Dopo la prima fase di recupero della tradizione, ha sperimentato altre strade musicali, si definisce una cantautrice folk-rock.
Nel 1980 ha pubblicato il suo primo album da solista Sulla terra sulla luna in cui, poco più che ventenne, ha affrontato tematiche e sonorità più moderne iniziando la scalata verso un ruolo di prestigio nell’ambito della canzone d’autore nazionale. Nel 1982 ha pubblicato l’omonimo album Teresa De Sio che ha venduto oltre un milione di copie vendute restando per 25 settimane nei primi tre posti in classifica.
L’anno successivo ha pubblicato Tre, vendendo 800.000 copie. Nel 1983 ha partecipato al programma televisivo Fantastico cantando la sigla di coda O sole se ne va e tenuto il primo concerto dal vivo ripreso interamente dalla televisione nazionale.
Nel 1985 è uscito Africana, in collaborazione con Brian Eno, per la prima volta ha cantato in italiano abbracciando atmosfere più vicine al rock. L’anno successivo è tornata alla passione per la musica partenopea di fine Ottocento e inizio Novecento con l’album Toledo e regina.
Nel 1988 ha pubblicato un doppio album dal titolo Sindarella suite al cui interno è compresa una suite vera e propria dal titolo La storia vera di Lupita Mendera, musicata ancora una volta in collaborazione con Brian Eno e cantato con Piero Pelù. Nello stesso anno ha interpretato il brano La volpe nell’album La pianta del tè di Ivano Fossati.
Nel 1991 è uscito Ombre rosse, in cui hanno suonato musicisti da diversi paesi del mondo.
Con La mappa del nuovo mondo del 1993,  l’impegno e la tematica sociale sono entrati a far parte del suo mondo poetico in composizioni come Teresa stanca di guerra e Io non mi pento. Nel 1994 ha portato in giro lo spettacolo Parole e musica in cui dialogava e interagiva col pubblico. Nel 1995 ha registrato in presa diretta l’album Un libero cercare a cui hanno collaborato anche Fabrizio De André e Fiorella Mannoia.
Nel 1997 ha pubblicato il live Primo viene l’amore contenente straordinarie riletture dei suoi grandi successi oltre a tre inediti.
Il progetto La notte del Dio che balla del 1999 è un viaggio tra tradizione e tecnologia che l’ha portata ad avvicinarsi alla musica popolare pugliese e alla taranta da cui è nato CRAJ, spettacolo a metà tra musica e teatro circense che l’ha vista lavorare accanto a Giovanni Lindo Ferretti poi diventato un film che ha vinto il Premio “Lino Miccichè” per la miglior opera prima ha vinto alla 62ª edizione della Mostra internazionale d’arte cinematografica di Venezia.
Nel 2004 con A Sud! A Sud! è tornata a celebrare in forma ancora più compiuta la musicalità mediterranea.
L’album successivo Sacco e fuoco contiene storie di briganti e rivoluzione.
Il progetto Riddim a Sud contiene interpretazioni diverse della stessa musica eseguite da più persone a cui hanno partecipato anche Roy Paci, Raiz e Ginevra di Marco.
Nel 2009 ha pubblicato il suo primo romanzo Metti Il Diavolo A Ballare, noir ambientato nella Puglia del dopoguerra che ha vinto il premio Rapallo come migliore opera prima ed è diventato uno spettacolo che mescola musica e teatro.
Nel 2011 è stata la volta di Tutto cambia in cui spicca l’omonima versione in italiano del brano di Mercedes Soza e Na Strada Miezzo ‘o Mare rielaborazione in dialetto napoletano di Crêuza de mä di Fabrizio de André. Con questo disco è stata in tour fino al 2013, anno culminato con la collaborazione con Pino Daniele nei cinque storici concerti dal titolo Napule è tutta n’ata storia.
Nel 2015 è uscito il suo secondo romanzo L’Attentissima da cui è nato un reading musicale itinerante.
Due anni dopo ha pubblicato Teresa Canta Pino che contiene O’ Jammone, canzone scritta apposta per il caro amico e il più grande musicista napoletano di tutti i tempi.
Continuando a girare l’Italia diffondendo la sua musica ha prodotto Puro Desiderio, un mix di ritmi acustici che a tratti sfiorano l’elettronica spaziando in universi musicali diversi dal rock al pop d’autore diventando quasi lisergico e progressive, senza mai tradire la scrittura diretta ed evocativa di testi intimi e profondi.
La Brigantessa continua inarrestabile a portare in giro il suo stile unico che unisce la canzone napoletana popolare a sonorità jazz fusion, folk e suoni della world music, perseguendo un percorso artistico che rifugge la ricerca del successo facile trattando temi di denuncia sociale in assoluta libertà creativa.
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radiotusciaevents · 5 months
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Greccio accoglie il primo film che ne racconta la storia
Ottocento anni dopo aver ospitato il primo presepio della storia, Greccio accoglie il primo film che ne racconta la storia. Domenica 17 dicembre alle 18.15 a Greccio, nel Santuario francescano del Presepio, verrà infatti proiettato La Stella di Greccio di Arnaldo Casali, che narra la nascita del Presepio a Greccio nel 1223 per iniziativa di Francesco d’Assisi. Prodotto da ConfraTerni e Istess…
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pionchan-blog-blog · 1 year
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Film con Alberto Sordi in Francia
ricordo di un film con Alberto Sordi, che era ambientato in Francia nella terza Repubblica alla fine dell’ Ottocento. la trama di questo film girava tutto per le preparazioni di grandi manovre militari. ricordo che il titolo era completamente francese. in questo film i personaggio incluso Albertone, si dovevano preparare perchè erano imminenti le grandi manovre militari
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statoprecario · 1 year
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I tre moschettieri: D’Artagnan
Dai primi anni del Novecento a oggi sono più di 30 i film tratti dal classico della letteratura scritto da Alexander Dumas a metà Ottocento, comprese alcune parodie, un film con Barbie protagonista e uno più riuscito con Topolino e Paperino. Ci riprova oggi, a una decina di anni di distanza dal kolossal di Paul Anderson e a qualche anno dalle versioni parodistiche italiane di Veronesi, Martin…
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makamagabuttons · 1 year
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La Guerra dei bottoni, un film che ci ha emozionato e tenuto incollati allo schermo. Due gruppi di ragazzi che, nella campagna francese di fine Ottocento si fanno la guerra: agli sconfitti saranno tolti i bottoni e perderanno quindi i calzoni. Un film, basato sull'omonimo romanzo di Louis Pergaud che parla di crescita, apprendimento, socializzazione, gioco ed auto-organizzazione.
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riquinhoj · 1 year
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aprire un conto corrente
fare un versamento = soldi contanti = asegno
fare operacione in banca
farci accreditare lo stipendio o la pensione
fare operacione in banca
prelevare dei soldi = fare un prelievo
fare operacione in banca
bancomat = carta di credito = sportello automatico = carta prepagata
fare operacione in banca
assegno
fare complice potesi
condizione = conseguenza =
fare complice potesi
se chiudi gli occhi = vedrai luce capoverdiana
fare complice potesi
se ne siete capaci = scrivetelo
posta banca
denaro
in contanti = dal conto corrente
conto corrente
versiamo
contoo corrente
preleviamo
conto corrente
prelievi = versamenti
libretto di assegni = carta di credito = carte di credito prepagate
centinaia = cento duecento = trecento = quattrocento = cinquecento = seicento
settecento = ottocento = novecento
centinaia numeri de 1 a 99
vorrei spedire = volevo spedire = devo spedire
lettera = francoboli = tabaccaio = cassetta postale
ufficio postale = raccomandata = ricevuta
raccomandata con ricevuta di ritorno
pacco = modulo
telegramma = postacelere = paccocelere
celere
veloce = rapido = che corre
fila
primo = secondo = terzo
numeri
uno = due = tre
nemeri
quante persone o cose
numeri
in che ordine = numeri ordinali
primo = secondo = terzo = quarto = quinto = sesto = settimo = ottavo
nono = decimo
numeri ordinali
dopo decimo = essimo
numeri ordinali
dodicesimo = dodici = dodic, essimo
numeri ordinali
centesimo = cento = cent, esimo = cliente
numeri ordinali
lettera = centesimo = centesima
numeri ordinali
la centesima lettera
numeri ordinali
tre = sei
numeri ordinali
ventitreesimo = ventiseiesimo = cinquantatreesima = cinquantaseisesima
perche
ordinare al ristorante
primo
ordinare al ristorante
secondo
ordinare al ristorante
contorno
ordinare al ristorante
vorrei = volevo
ordinare al ristorante
antipasto = dolce = frutta
ordinare al ristorante
il conto, por favore = per favore, vorrei il conto
scusi posso avere il conto
altri numerali ordinali
sesto = sei
settimo = sette
ottavo = otto
nono = nove
decimo = dieci
comparativo di maggioranza
piu = di
pompei era piu grande di ercolano
comparativo di minoranza
meno = di
ercolano era meno grandi di pompei
che
comparativo di uguagitanza
come
comparativo di uguagitanza
il castello é magico come tutta la citta
si impersonali
a napoli si vive in allegria
vorrei = volevo
per me = nome del piatto
antipasto = pasto = pranzo = cena
primo = primo piatto
secondo = secondo piatto
contorno = patate = pomodori = peperoni
che cos"e il merluzzo alla livornese
come sono fatti i canederli
conto
fare il conto = portare il conto
pronomi ne = di lui = di lei = di loro = di questa cosa = di queste cose
non ne voglio parlare = non voglio parlare di loro
ne voglio un bel piatto = voglio un bel piatto di pasta
non ne perliamo = non perliamo dei problemi di coppia
ne prendono due piatti =  prendono due piatti di lasagne
pronomi ci
noi = a noi
ci sta guardando = sta guardando noi
ci sta parlando = sta palando a noi
c"e ci sono
qui in questo posto = li in quel posto
ci vengono = vengono qui
ci vado = vado a casa
le parole per congratularsi
congratulazioni = rallegramenti = complimenti = felicitazioni = mi congratulo con te = mi congratulo con lei
le parole fare le condoglianze
condoglianze = mi dispiace molto = ti sono vicino = le sono vicino
passare per mismo del verbi cominciare e finire
ho dominciato a cercare lavoro la tua carriera é cominciata
passato per momenti del verbi cominciare e finire
ho finito tutto il programma
il lavoro non é finite
passato per momenti del verbi cominciare e finire
il film é comindato = il film é finito = carlo ha finito di lavorare
passato per momenti del verbi cominciare e finire
il film é cominciato = il film é finito
passato pressime del verbi cominciare e finire
carlo ha cominciato il lavoro = carlo ha finito di lavorare
passato pressime del verbi iniciare e terminare
lucia ha iniciate una guerra = la guerra á iniciata
punti cardinali
nord = sud = est = ovest
punti cardinali
settentrione = meridione = occidente = oriente
aggettive
settentrionale = meridionale = orientale = occidentale
parlare di geografia
confine
parlare di geografia
confinare
parlare di geografia
province
parlare di geografia
capoluogo = cittadina
parlare di geografia
arcipélago
avverbi di modo
attentamente = seriamente = dolcemente
avverbi di modo
attenta = attenta - mente
dolce
dolce - mente
avverbi di modo
facil - mente = incredibil - mente = particolar - mente
per usare l"italiano tanti angure
angure - festa = festa personale - compleanno - onomastico
festa religiosa
natale - pasqua - capodanno
buon - buona - buone
buon compleanno - buon onomastico - buon natale - buona pasqua
buone feste - buon anniversario
buon anno - felice anno nuovo
congratulazione - rallegramenti - ci - ne
ci torno - torno qui - non ci viene - non viene da me
ci - a questo - a questa cosa - in questo - in questa cosa
ci spero - spero nel suo amore
ne - di questo - di questa cosa
ne - inventano - uno nuovo
ne parla poco - non ne ho voglia
benvenuti in casa ba - la comunicazione
spedire
lettera - francobolli
spedire
raccomandata - ricevuta -
spedire
raccomandata con ricevuta di ritorno - destinatario
spedire
vaglia
spedire
pacco - telegramma
pagare
bollette - bollettine postali
gia - ancora
ancora - giá - appena - quasi
passato prossimo - presente del verbo
avere - essere
participio passato
per fare - l"unita d"italia - la lingua - é stata piu importante della politica e delle guerre
aitri mond di dire si
cento - centamente - altroché - sicuro - di sicuro - sicuramente - senza dubbio
altri mold di dire no
niénte - niénte affatto - per niente - propio per niénte - nadié persegue - pronome per sogno
il passato prossinto del verbi con ausiliare
ho lasciato - hai dimenticato - ha preso
presente indicativo di avere
ho - hai - ha - abbiamo - avete - hanno
participio passato dei verbi
in - are - in - ire telefonato - colpito
participio passato dei verbi in - ere
decidere - deciso - vendere - venduto - leggere - letto
passato prosanto di lavorare
ho lavorato - hai lavorato - ha lavorato - abbiamo lavorato - avete lavorato - hanno lavorato
apedire
lettera - francobolli -
apedire
raccomandata - ricevuta
spedire
raccomandata con ricevuta di ritorno - destinatario
spedire
vaglia -
spedire
pacco - telegramma
pagare
bollette - bollettini postali -
gia - ancora - appena - quasi
ieri ho parlato
ieri - l"atroieri - stamattina
una settimana fa - un mese fa - un anno fa -
fa passato - il mese scorso - la settimana scorsa
ho spostato - hai fatto - ha telefonato - abbiamo litigato - avete parlato - hanno portato
passato prossimo
presente del verbi avere - participio passato
verbo avere presente
io ho - tu hai - lui,lei ha - noi abbiamo - voi avete - loro hanno
participio passato
verbi in - are - ire - a - i - a = to = ato = i = to = ito
participio passato
rispettare - rispettato
participio passato
parlare - parlato
participio passato
dormire - dormito
participio passato
finire - finito
participio passato
rispondere - risposto
participio passato
mettere - messo
participio passato
vedere - visto
participio passato
perdere - perso - perduto
verbo parlare passato prossimo
io ho parlato - tu hai parlato - lui,lei ha parlato - noi abbiamo parlato - voi avete parlato - loro honno parlato
rispettare - superari - litigare
verbi sentire passato prossimo
io ho sentito - tu hai sentito - lui,lei ha sentito - noi abbiamo sentito - voi avete sentito - loro hanno sentito
capire - investire
verbo avere passato prossimo
io ho avuto - tu hai avuto - lui,lei ha avuto noi abbiamo avuto - voi avete avuto - loro hanno avuto
il passato presentedel verbi con ausiliare essere
sono arrivato/a - sei arrivato/a - é arrivato/a - siamo arrivati/e
siati arrivati/e - sono arrivati/e
aggettivi possessivi
mio - tuo - suo - nostro - vostro - loro
aggettivi possessivi
il mio compagno - la mia compagna - i miei compagni - le mie compagne
aggettivi possessivi
il tuo compagno - la tua compagna - i tuoi compagni - le tue compagne
aggettivi possessivi
il nostro compagno - la nostra compagna - i nostri compagni - le nostre compagne
aggettivi possessivi
il loro compagno - la loro compagna - i loro compagni - le loro compagne
esprimere i propi gusti
mi piace - mi piacciono - non mi piace - non mi piacciono
esprimere i propi gusti
mi piace - mi é piaciuto
esprimere i propi gusti
piaciuto - piaciuta - piaciuti - piaciute
esprimere i propi gusti
vado pazzo - l"adoro
esprimere la quantitá
moltissimo - molto - abbastanza - cosi cosi - poco - pochissimo - per niente
esprimere la quantitá
troppo
un mese fa sono andato
ieri - la settimana scorsa - un mese fa - l"altr"anno
ho capito - abbiamo sbagliato - avete finito
un mese fa sono andato
sono andato - sei stata - siamo andati
passato prossimo
presente verbo essere - participio passato
verbo arrivare passato prossimo
io sono arrivato - io sono arrivata - tu sei arrivato - tu sei arrivata - lui é arrivato - lui é arrivata
verbo arrivare passato prossimo
noi siamo arrivati - noi siamo arrivate - voi siete arrivati - voi siete arrivate -  loro sono arrivati - loro sono arrivate
verbo arrivare passato prossimo
uomo - io sono arrivato
verbo arrivare passato prossimo
donna - io sono arrivata
verbo arrivare passato prossimo
uomini - voi sieti arrivati
verbo arrivare passato prossimo
donne - loro sono arrivate
Imperfectti di essere
io ero - tu eri - lui,lei era - noi eravamo - voi eravate - loro erano
imperfetto imperativo in parlare
parlavo - parlavi - parlava - parlavame - parlavate - parlavano
imperfeto imfinito di prentere
prendevo - prendevi - prendeva - prendevame - prendevate - prendevano
imperfeto imfinito di senntire
sentivo - sentivi - sentiva - sentivamo - sentivate - sentivano
asi dell"imperfecto
aveva
imperfetto e passato pressime
avevo - ho avuto
imperfetto e passato pressimo
ha avuto
usi dell"imperfette
era una bella giornata - faceva caido - la gente passegiava
descrivere l"aspetto fisico
alto - basso - di media statura - magro - grasso - di media corporatura
descrivere l"aspetto fisico di una persona
occhi scuri - occhi chiari - cappeli biondi - cappeli neri - cappeli castani - cappeli rossi
descrivere l"aspetto fisico di una persona
grigi - brizzolati - bianchi
descrivere l"aspetto fisico di una persona
lunghi - corti - lisci - ricci - ondulati - calvo
futuro
studiéro - sentirai - regalerá
futuro
ci fermeremo - rivedrete - metteranno
futuro verbi del primo gruppo
studiare - studi
studiéro - studierai - studierá - studieremo - studierete - studieranno
futuro verbi del secondo gruppo
mettere - sentire
futuro verbi del secondo gruppo
metteró - metterai - metterá - metterente - metterete - metteranno
futuro verbi del secondo gruppo
sentiró - sentirai - sentirá - sentirente - sentirete - sentiranno
espressioni dell tempo futuro
dopo - poi - domani - la settimana - prossima - il mese prossimo - l"anno prossimo
espressioni dell tempo futuro
ira un"ora - ira due giorni - ira cinque anni
futuro di essere
saró - sarai - sará - saremo - sarete - saranno
altri use del futuro
avrá - stará
altri use del futuro
che orá sará - saranno le quindice
altri use del futuro
sará
benvinuti in casa ba
frigorifero
elettrodomestici
lavatrice - lavastoviglie - aspirapolvere - televisore - computer
instruzioni per l"uso
avviare - accendere - apparecchio - cavo di alimentazione
fonti di calore
fuoco - sole - termosifoni - stufe
cinfinito nelle instrucioni per l"uso
evitare - non sovraccaricare - non mettere - pulire delicatamente
numeri di cento a mille
duecento - trecento - quattrocento - cinquecento - seicento - settecento - oittocento - novecento
numeri di cento a mille
centouno - centodue - centotré -
numeri di cento a mille
duecentocinquantasei - duecento  cinquantassei
numeri di cento a mille
mille
l mille lavouri che possiamo fare
duemila - diecimila - ventiquattromila - trentacinquemila
pronome raramente che
che programma
pronome raramente che
che due stranieri
elettrodomestici
lavatrice - lavastoviglie - aspirapolvere - televisore - computer
struzioni per l"uso
avviare - accendere - apparecchio - cavo di alimentazione
fonti di calori
fuoco - sole - termosifoni - stufe
l"infinito nelle istruzione per l"uso
evitare - non sovraccaricare - non mettere - pulire delicatamente
formare aggettivi di senso contrario
scontento - disordinato - inutile
formare aggettivi di senso contrario
condito - scondito - corretto - scorretto - cortese - scortese
formare aggettivi di senso contrario
armato - disarmato - attento - disattento - continuo - discontinuo
formare aggettivi di senso contrario
adatto - inadatto - certo - incerto - visibile - invisibile
formare aggettivi di senso contrario
possibile - impossibile - bevibile - imbevibile
formare aggettivi di senso contrario
reale - inreale - legale - inlegale
formare aggettivi di senso contrario
quindi - dunque - percio
formare aggettivi di senso contrario
sicche
descrivere il carattere di una persona
ragionevole - seria - attidabile
descrivere il carattere di una persona
essere allegra - avere un carattere aperto - essere estante
descrivere il carattere di una persona
essere senza grilli per la testa -
descrivere il carattere di una persona
gelosa
descrivere il carattere di una persona
presuntuoso - antipatipatico - egoista - testardo
descrivere il carattere di una persona
testardo - buone come il pane
descrivere il carattere di una persona
lento come una iumaca - una iumaca
descrivere il carattere di una persona
furbe come una volpe - una volpe
descrivere il carattere di una persona
curioso o dispettoso come una scimmia
descrivere il carattere di una persona
che s"infuria come un toro -
descrivere il carattere di una persona
bel - bello
descrivere il carattere di una persona
un bel ragazzo -
descrivere il carattere di una persona
un bello spettacolo
descrivere il carattere di una persona
un bello amico
descrivere il carattere di una persona
dei bei libri
descrivere il carattere di una persona
begli amici
plurale del nomi in con e in go
cuoco - fuoco - buco - banco - tacco -
plurale del nomi in con e in go
cuochi - fuochi - buchi - banchi - tacchi
plurale del nomi in con e in go
amico - nemico - attico - medico - manico
plurale del nomi in con e in go
amici - nemici - attici - medici - manici
plurale del nomi in con e in go
ago - fungo - obbligo - profugo
plurale del nomi in con e in go
aghi - funghi - oblighi - profughi
plurale del nomi in con e in go
psicologo - psicologi
sostenere un colloquio di lavoro
etá - occupazione attuale
sostenere un colloquio di lavoro
esperienze lavorative precedenti - permesso di soggiorno
sostenere un colloquio di lavoro
titolo di studio
sostenere un colloquio di lavoro
lingue straniere - computer
sostenere un colloquio di lavoro
contratto - a tempo determinato - a tempo inderteminato
sostenere un colloquio di lavoro
contratto - a tempo pleno- a tempo parziale
sostenere un colloquio di lavoro
orario di lavoro
sostenere un colloquio di lavoro
retribuzione mensile - contributi
disaprovare un opinione
hai ragione - ma no - non sono d"accordo - secondo me non é vero
disaprovare un opinione
é vero - propio cosi - non lo metto in dubbio - io penso anch"io - ne sono certo
disaprovare un opinione
io la penso diversamente - non credo - non mi sembra - non é cosi
superlativo relativo
la cuoca piu brava della famiglia
superlativo relativo
fela é il piu grande dei fratelli - mansour é il piu birichio dell"asilo
superlativo relativo
la giraffa é la piu alta e la piu bella - la meno modesta della giungla
disaprovare un opinione
hai ragione - ma no - non sono d"accordo - secondo me non é vero
disaprovare un opinione
é vero - propio cosi - non lo metto in dubbio - io penso anch"io - ne sono certo
disaprovare un opinione
io la penso diversamente - non credo - non mi sembra - non é cosi
superlativo relativo
la cuoca piu brava della famiglia
superlativo relativo
fela é il piu grande dei fratelli - mansour é il piu birichio dell"asilo
superlativo relativo
la giraffa é la piu alta e la piu bella - la meno modesta della giungla
plurarle di nome in co in go
cuoco - fuoco - buco - banco - tacco
plurarle di nome in co in go
cuochi - fuochi - buchi - banchi - tacchi
plurarle di nome in co in go
amico - nemico - attico - medico - manico
plurarle di nome in co in go
amici - nemici - attici - medici - manici
plurarle di nome in co in go
ago - fungo - obliggo - profugo
plurarle di nome in co in go
anghi -  funghi - oblighi - profughi
plurarle di nome in co in go
psicologo - psicologi
sostenere un colloquio di lavoro
eta - occupazione attuale -
sostenere un colloquio di lavoro
esperienze lavorative precedenti - permesso di soggiorno
sostenere un colloquio di lavoro
titolo di studio
sostenere un colloquio di lavoro
lingue straniere - computer
sostenere un colloquio di lavoro
contratto - a tempo determinato - a tempo indeterminato
sostenere un colloquio di lavoro
contratto - a tempo pieno - a tempo parziale
sostenere un colloquio di lavoro
orario di lavoro
sostenere un colloquio di lavoro
retribuzione mensile - contributi
esprimere un contrasto usere i diminutivi
mentre - invece
esprimere un contrasto usere i diminutivi
má - pero - mentre - invece - al contrario
sufissi diminutivi
ino o - ina - etto o - etta - ello o - ella
sufissi diminutivi
piccolo tavolo - tavolino - piccola agenda - agendina - piccolo zaino - zainetto
sufissi diminutivi
borsa piccola - borsetta - albero piccolo - alberello
sufissi diminutivi
pezzo - pezzo - elle - me - pezettino
sufissi diminutivi
basso e bassa - bassino - bassina - cattivo e cattiva - cativella - cativello
sufissi diminutivi
piccolo e piccola - piccoline - piccolina - piccolette - piccoletta
sufissi diminutivi
casetta - casina
tanti futiri diversi
avere - dovere - potere - vedere
futuro di avere
avro - avrai - avra - avreme - avrete - avranno
futuro di dovere
dovro - dovrai - dovra - dovremo - dovrete - dovranno
futuro di potere
potro - potrai - potra - potremo - protrele - potranno
futuro di vedere
vedro - vedrai - vedra - vedremo - vedrete - vedranno
futuro di venire
verro - verrai - verra - verremo - verrete - verranno
futuro di volere
vorro - vorrai - vorra - vorremo - vorrete - vorranno
pariate di azione imminenti
sto per - sto per arrivare
pariate di azione imminenti
sto per mostraiti - sto per laurearti - sto per iniziare
pariate di azione imminenti
adramo per - stato per - stanno per arrivare
pariate di azione imminenti
stavo per farlo - stavo per dimenticarlo
pariate di azione imminenti
sono li li per partire sono sul punto di partire - sono un procinto di partire
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Le giornate del cinema muto
Tornano dal 1° all’8 ottobre 2022 al Teatro Verdi di Pordenone, per la 41a edizione, le Giornate del Cinema Muto, una settimana di proiezioni con musica dal vivo, seminari, presentazioni, conferenze, incontri, masterclasses e premiazioni, tutto finalmente in presenza anche se non mancherà una selezione di proposte online per chi anche quest’anno non potrà raggiungere il Friuli per una full immersion nel cinema muto. Gli eventi speciali delle giornate del cinema muto A inaugurare ufficialmente il festival, sabato 1° ottobre, sarà la prima assoluta del nuovo restauro di The Unknown (Lo sconosciuto, 1927) di Tod Browning (regista anche di Dracula e Freaks, fra gli altri), forte di una memorabile interpretazione di Lon Chaney affiancato da una ventitreenne Joan Crawford. Il film, una storia d’amore a tinte fosche ambientata in un circo, è uno dei titoli cult della storia del cinema, presentato a Pordenone nel 1994 con il memorabile accompagnamento al pianoforte dell’ex Velvet Underground John Cale. Rispetto alle versioni finora conosciute, la novità di queste Giornate è la nuova copia, più lunga di dieci minuti, ritrovata al Národní Filmový Archiv di Praga e restaurata dal George Eastman Museum di Rochester, contenente numerose sequenze inedite che aggiungono spessore ai personaggi e alla vicenda. Come sottolinea il pianista e compositore messicano José María Serralde Ruiz, uno dei musicisti internazionali che ogni anno si esibiscono a Pordenone e a cui è stata commissionata la nuova partitura, "il restauro è davvero sorprendente perché porta ai nostri occhi un film nuovo". Eseguirà l’accompagnamento l’Orchestra San Marco di Pordenone. Le retrospettive Attesa da qualche anno, prende avvio la retrospettiva “Ruritania”, un’ampia raccolta di film provenienti da tanti paesi diversi ma che in comune hanno l’ambientazione in regni di fantasia localizzati nei Balcani, in Ruritania, appunto. A partire dal romanzo di fine Ottocento Il prigioniero di Zenda di Sir Anthony Hope, questo filone prese piede nella cultura popolare sotto forma di romanzi, operette e film. Se il lavoro di Sir Anthony ha avuto nel corso del tempo ben sei trasposizioni cinematografiche, il successo internazionale del genere, destinato a riecheggiare per molti decenni a venire (si pensi a Vacanze romane) è testimoniato qui da titoli come l’italiano Sui gradini del trono (1912), l’americano Three Weeks (1924), lo svedese Hans kunglig höghet shinglar (1928) e il britannico The Runaway Princess (1929) di Anthony Asquith e Fritz Wendhausen, dal romanzo di Elizabeth von Arnim The Princess Priscilla’s Forthnight. Nel programma anche parodie, con grandi comici come Stan Laurel, Harold Lloyd, Charley Chase e, per esplorare il rapporto tra realtà e finzione, alcuni cinegiornali sulle autentiche famiglie reali dei Balcani. Read the full article
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giotanner · 3 years
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Fondamentalmente alle volte perdiamo di vista le cose importanti.
È passato quasi un anno e quando ci ripenso mi vien da piangere che l'unico BRILLANTE film che è diventato il mio comfort movie (e sarà sempre molto legato a me, giacché è così NUOVO in tante sfaccettature e così legato al periodo del 'lockdown, niente da vedere, cinema chiusi, poche distrazioni, cassa integrazione' che non dimenticherò) è un film con una relazione perfetta che io ho guardato solo per semplice curiosità:
"un amore lungo ottocento anni" diceva la pubblicità che sponsorizzava The Old Guard in Italia con Luca Marinelli.
LUCA MARINELLI? Ad Hollywood? Innamorato per secoli di un uomo? Oh mio dio, sto forse sognando?
Raramente fanno un italiano gay. Perché 'è un latin lover, un dongiovanni, un casanova'. Raramente non lo fanno stereotipato. Sia un gay che un italiano.
Ed invece è con un uomo meraviglioso: Yusuf, interpretato da un attore altrettanto meraviglioso Marwan Kenzari.
Yusuf che era musulmano e di pelle di un colore diverso, durante la prima crociata dove pregiudizi e religioni la facevano da padrone.
Yusuf e Nicolò di cui mi sono innamorata perché sono così genuini da essere atipici nelle storie d'azione.
Fui commossa. Lo sono tutt'ora.
È per questo che, che sia soft o sia nsfw, che sia fluff o angst, raramente perdo l'ispirazione per questo duo. Sono la mia coppia comfort zone. Sono interpretati da un attore che è tanto per me, per l'Italia, come simbolo e un altro attore talentuoso. Cosa chiedere di meglio?
Alle volte voglio solo esclamare "Che bello!", che fortuna ♥
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turuin · 3 years
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Non sono un grande fan della Nouvelle Vague, ma non per spocchia o altro: non ho mai avuto modo di approfondire, m'è rimasta la curiosità e chissà che un giorno non recuperi, ma c'è almeno un classico del genere che ho visto: L'anno scorso a Marienbad, diretto da Alain Resnais, del 1961. Ed il merito è tutto di mio padre.
Da ragazzino, papà mi insegnò un gioco piuttosto divertente da fare con le carte: si gioca in due, si dispongono le carte a piramide 1-3-5-7 e si dice all'avversario che non ha speranza di vincere perché noi, a questo gioco, siamo imbattibili. E me lo dimostrava ogni volta: se lui giocava a questo gioco con qualcuno, non perdeva mai. Ridendo, ci raccontava di averlo visto in un film che aveva visto da giovane, e si divertiva a riproporlo dopo averne dedotto il segreto - quello, appunto, che lo faceva vincere sempre. Del resto, lo aveva visto soltanto una volta al cinema, non esisteva l'home video, non c'era internet: eppure lo aveva memorizzato e "decodificato", e ne andava molto fiero.
Qualche anno dopo, quando facevo il liceo, lo convinsi a spiegarmene il trucco, e dopo un bel po' cedette. Allora mi divertii come un matto a torturare i miei compagni di scuola, disegnando lo schema su un foglietto e facendoli perdere tutti.
Qualche anno fa, dopo la nascita della mia prima figlia, corsi da lui in ospedale per la prima operazione (riuscita) del cancro che poi comunque lo avrebbe portato via otto mesi dopo. Durante un pomeriggio in stanza con lui mi venne in mente di chiedergli se per caso si ricordasse il titolo del film, ed il suo regista, perché m'era venuta voglia di vederlo: mi rispose che era "L'anno scorso a Marienbad" e insieme cercammo il nome del regista, Alain Resnais. Gli dissi che me lo sarei procurato.
Così feci. Non ricordo più, francamente, se riuscii a vederlo prima o dopo la sua morte; sono stati mesi confusi, tra la gioia (e tutti gli sconvolgimenti) di una neonata in casa e il dolore di un padre che si aggravava man mano a più di ottocento km di distanza. Ma quando lo vidi - completamente da solo, nel salotto di casa mia, scaricato da internet nella risoluzione migliore che si potesse pretendere da un film del '61 - mi lasciai trasportare dal suo linguaggio/non-linguaggio, dalla sua atmosfera onirica e dal suo richiedere immediatamente allo spettatore di lasciare qualsiasi tipo di logica e razionalità da parte, senza se e senza ma.
A ripensarci, se qualcuno me lo avesse chiesto vent'anni fa, non avrei mai detto che mio padre era tipo da film impegnati; ma sarebbe stata una risposta estremamente superficiale da parte mia, perchè a pensarci bene papà aveva un gusto eccezionale in fatto di cinema e ricordava a memoria nomi di attori e caratteristi che oggi si farebbe fatica persino a cercare su wikipedia. Mi ricordo, a pensarci bene, di papà che guardava i film di Krzysztof Kieślowski come di Pasolini, me lo ricordo grande amante di "C'era una volta in America" (lo sapeva a memoria) così come di West Side Story; ed anche se in genere si accontentava di quello che passava in TV, negli ultimi anni si era dato a procurarsi tutti quei film online che non aveva avuto tempo o modo di vedere prima - e spesso anche quelli nuovi di cui aveva sentito parlare in TV.
In fondo lo vedo ancora oggi così, come un labirintico film della nouvelle vague, mio padre. Semplice soltanto all'apparenza, con un mondo interiore infinito che non condivideva volentieri (a differenza di mia madre, con un mondo interiore infinito che pubblicizza h24 in ogni forma, scritta ed orale) e del quale ho avuto uno scorcio più intenso quando ho visto quel film.
Mi chiedo se i miei figli conosceranno mai determinate cose di me, e penso di no: è giusto così, non bisognerebbe mai conoscere tutto di un genitore. Non bisognerebbe mai conoscere tutto di nessuno: ognuno ha il diritto di avere il suo labirinto personale, e di lasciarlo intravedere alle persone care quando ne ha voglia, senza però concedere loro la soluzione, mai. Che se la trovino da soli, sempre ammesso che esista.
In ogni caso, oggi sappiamo come si chiama il gioco di Marienbad e, volendo, anche come si faccia a vincere: ma a me non interessano i calcoli matematici o la sua origine millenaria, per me rimarrà sempre il gioco che mio padre ha visto, un pomeriggio, al cinema, in un film, e che ha imparato a giocare tutto da solo, senza mai perdere.
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daniela--anna · 3 years
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La tenuta di Downton Abbey, la casa nobiliare che fa da sfondo alle vicende di zia Violet, Carson, Lady Mary, Spratt e tutta la famiglia Crawley nella serie tv e nel film in uscita, si chiama nella realtà Highclere Castle.
È un castello in stile giacobino di inizio Ottocento a poco più di 100 chilometri a ovest di Londra, nella contea dell’Hampshire (anche se diverse scene all’aperto di Downton Abbey sono in realtà girate nella dello Yorkshire).
Visitabile con tour organizzati giornalieri e teatro di diverse feste a tema, il castello di Downton Abbey è una testimonianza perfettamente quotidiana di come si viveva in una casa nobiliare inglese nei primi del Novecento.
La tenuta appartiene all’ottavo conte di Carnarvon e a sua moglie, Lady Carnarvon, che sovrintende alla maggior parte dei restauri e dei tour storici della proprietà.
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chez-mimich · 4 years
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MISS MARX
Speravo che il film di Susanna Nicchiarelli fosse qualcosa di diverso dalla copia di “Downton Abbey” di Michael Engler (che era già brutto di suo), o de “Piccole donne” di Greta Gerwig, meno brutto, ma prevedibile come la morte, con tutti i bei cigolii dei parquet, coi rumori della bacinella per la toilette e tutto il repertorio di “artifizi” cinematografici che troviamo in quasi tutti i film ambientati nell’Ottocento, salvo rarissime eccezioni. E la speranza era ben riposta, non tanto per la vicenda di Eleanor “Tussy” Marx, che, figlia di cotanto padre, altro non avrebbe potuto fare che la rivoluzionaria “in seconda” nella squadra dei comunisti di fine Ottocento, ma per un motivo del tutto formale e, solitamente, di secondaria importanza in un film, la colonna sonora. Vi chiederete se questo è un film sia un film che debba essere visto per la colonna sonora; la risposta è sì. Il resto ve lo racconto io in due parole: Eleanor Marx, detta “Tussy” (interpretata da Romola Garai), dopo la morte del padre Karl, conduce una vita piatta colorita solo dalla rivelazione di Friedrich Engels morente di avere un fratellastro, frutto di un scappatella del padre del Comunismo (del resto lo stesso Engles aveva detto peste e corna oltre che del capitalismo, anche della famiglia). La vita di Eleanor ha un solo sussulto quando si innamora di Edward, uno spendaccione senza né arte né parte, che pensa solo alla letteratura e a gettare il denaro dalla finestra. Per fortuna nella vita di Tussy c’è anche dell’altro e questo “altro” sono i diritti degli sfruttati, lavoratori sottopagati vittime della seconda Rivoluzione Industriale, donne e bambini. Insomma il famoso “spettro che si aggira per l’Europa” di cui aveva scritto papà Karl. Fine del film. A questo punto si potrebbe tranquillamente parlare del solito film, invece no, perché Susanna Nicchiarelli estrae il classico coniglio dal cilindro, una colonna sonora punk-rock che sembra sparare sventagliate di salvifiche raffiche musicali che evitano così allo spettatore di addormentarsi sulla poltrona. Inserti di fotografie originali dei moti del 1848 e della Comune di Parigi inframezzati da dilanianti “break” musicali che infrangono volutamente, nei momenti topici del film, una narrazione cinematograficamente tradizionale e volutamente priva di sussulti. Menzione speciale quindi per questi due gruppi musicali che rispondono al nome di “Gatto ciliegia contro il grande freddo” e “Downtown Boys”. Da vedere e da ascoltare.
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corallorosso · 5 years
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La Tav e il massacro di Peterloo Fabio Balocco, Scrittore in campo ambientale e sociale La scorsa settimana ho partecipato a Bussoleno all’assemblea convocata dal M5S sulla Tav. Ieri sera invece ho visto l’ultimo film di Mike Leigh Peterloo. E allora? Vi domanderete voi, dove sta il nesso? Il nesso c’è, e anche forte. Cominciamo con la serata di mercoledì 31. Era un’assemblea pentastellata aperta a tutti. In realtà, di rappresentanti dei cinque stelle ce n’erano ben pochi. Fra tutti, Francesca Frediani, consigliere regionale che l’aveva convocata e che da sempre si batte con pervicacia e coerenza contro l’opera inutile. Tutta la sala era in realtà occupata da No Tav. Nessun parlamentare del Movimento che sia venuto a metterci la faccia, o almeno abbia inviato un documento, nessun altro consigliere regionale. Credetemi, un’atmosfera surreale, kafkiana: un’assemblea convocata da un soggetto che poi in buona parte la diserta. Probabilmente perché si vergogna. E veniamo allo splendido film di Mike Leigh, autore da sempre impegnato nel campo delle battaglie civili. Esso narra del massacro di Peterloo (dal nome di St. Peter’s Field, a Manchester, con il nome volutamente storpiato in Peterloo, per l’assonanza con Waterloo), dove migliaia di cittadini inermi che manifestavano per avere più democrazia e condizioni meno pesanti di lavoro, furono attaccate dall’esercito. Esercito che rispondeva al volere del parlamento, che a sua volta rappresentava gli interessi dei latifondisti e dell’industria manifatturiera. Quindici persone vennero uccise e diverse centinaia ferite. Bene, dove stanno le assonanze? A me sembrano abbastanza evidenti. Con la realizzazione annunciata della Tav da parte di Giuseppe Conte si crea un gravissimo vulnus alla democrazia, che non è ovviamente il voto burla che si terrà il 7 agosto, ma è, a monte, la ferma volontà di realizzare un’opera che si sa perfettamente essere inutile, per la quale l’analisi costi benefici è stata lapidaria, che arrecherà danni all’ambiente e al territorio incalcolabili, che arrecherà danni alla salute di tutta la popolazione (come dice Luca Mercalli, “è una cura che fa morire il paziente”), che sarà un bagno di sangue per le finanze pubbliche. E tutto questo per cosa? Per favorire un potere economico ben preciso, quello delle costruzioni (spesso associato alla malavita, in particolare l’ndrangheta, ben radicata in Piemonte). Qui, in Italia, è il settore delle costruzioni a dettare legge (a proposito, in questi stessi giorni la Cdp mette trecento milioni di soldi nostri sul piatto per salvare la Astaldi), là, nell’Inghilterra di inizio Ottocento, erano i latifondisti e i manifatturieri. L’interesse della popolazione? Del tutto marginale. Anzi, i valligiani sono considerati dei rompiballe, contrari al progresso e affetti da sindrome di Nimby. Poi, se vogliamo, c’è anche un’altra assonanza fra i due fatti: l’imposizione con la forza. A Manchester l’esercito intervenne per reprimere, nella valle interviene la polizia per presidiare il sito strategico di interesse nazionale. Ciò detto, una piccola chiosa. Il M5S è andato al potere con una larga maggioranza, il 32%. Un anno dopo (elezioni diverse, quelle Europee, ma il dato conta pur sempre) è già crollato al 17%. Avallando, come di fatto avalla (lo stesso contratto di governo già non parlava di stop all’opera), la Tav, si suicida politicamente, come diversi interventi di No Tav ma anche di Cinquestelle mercoledì hanno sottolineato. Coerenza vorrebbe che prima della fine modificassero il loro logo in quattro stelle: la difesa dell’ambiente non esiste.
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yomersapiens · 6 years
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Mi piacerebbe molto veder realizzato un film fantascientifico su i giovani genitori di Hitler costretti a scappare per salvare il loro bambino appena nato da una marea di viaggiatori del tempo che tornano indietro con il solo obbiettivo di ammazzarlo. Un film dove vedi una coppia che evita di soccombere sotto al fuoco di fucili laser e armi assurde, attentati costanti, esplosioni e tradimenti, il tutto nella ruralità di fine ottocento in Austria. Un film dove il pubblico sente il dolore di questa famiglia che non comprende il perché di tale accanimento da parte di strani visitatori futuristici, dove nasce un senso di solidarietà, dove un poco speri ce la facciano perché sei un essere umano alla fine, però sei pure diviso e ti dici che no vabbè quel batuffolo di carne è meglio se muore. Molte inquadrature sulla madre in lacrime, sul padre che vuole salvare la famiglia, sul figlio in fasce che piange per accaparrarsi la vostra empatia. Se c’è già allora lo guardo volentieri, se non c’è allora prendetevi l’idea, metteteci i soldi, giratelo e rendetemi felice.
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aitan · 5 years
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Al tassista pakistano che a New York gli domandò quali fossero i nemici dell’Italia Umberto Eco rispose che l’Italia non aveva nemici. Il tassista lo guardò come si guarda un allievo che sta dicendo bischerate incredibili, ma non aggiunse parola. In seguito, ripensando alla sua risposta e allo sguardo del tassista, Eco ammise di meritare la bocciatura, di non aver saputo spiegare al pakistano che proprio perché non hanno, oggi, nemici esterni, gli Italiani se li creano all’interno: nordisti contro sudisti, fascisti contro partigiani, mafia contro Stato, governo contro magistrati.” Avere un nemico è importante per “definire la nostra identità…”. Volete sapere chi sono e come la penso? Vi elenco i miei nemici. Questi nostri tempi e i “social” dimostrano, ogni momento, la fondatezza e l’eternità di questo principio. Cicerone, scrive Eco, si costruì come nemici Catilina  e Clodio: e quando Clodio venne ucciso da Milone, Cicerone assunse la difesa dell’assassino. In tribunale si alzò e si accinse a pronunciare la sua arringa con una pompa maggiore del solito, ma vide, seduti in prima fila, dalla parte del pubblico, alcuni centurioni che Cesare, protettore dell’assassinato, aveva mandato in congedo a Roma: e vide, Cicerone, che non era un cuor di leone, che i centurioni lo guardavano in un silenzio assai espressivo e giocherellavano con i pugnali di ordinanza. Cicerone capì “’a mmasciata”, incominciò a farfugliare, a confondersi, a impappinarsi: insomma, Milone fu condannato. Per i bianchi europei e nordamericani il “negro” è , da secoli, il modello del nemico perfetto: Eco cita il testo della voce “negro” nella prima edizione americana, quella del 1798, dell’Enciclopedia Britannica: “..Bruttezza e irregolarità di forma caratterizzano il loro aspetto esteriore. Le donne hanno lombi molto cadenti e glutei molto grossi che conferiscono loro la forma di una sella. I vizi più noti sembrano essere il destino di questa razza infelice…Sono estranei a qualunque sentimento di compassione e costituiscono un terribile esempio della corruzione dell’uomo quando è lasciato a se stesso.”. Ma per fortuna, nell’Ottocento, le potenze coloniali conquistarono quasi tutta l’Africa e misero mano, come tutti sanno, alla rigenerazione fisica e morale dei neri. Come tutti sanno……
Agli inizi del’600 i pii predicatori cattolici, per spiegare agli Europei che gli indigeni dell’America Meridionale erano forse stati creati da un Dio distratto e irritato, raccontavano che tutte le donne erano coperte di peli in ogni parte del corpo, e che il cervello di tutti, femmine e maschi, non riusciva a comprendere nemmeno i concetti più semplici. E poi puzzavano. Il nemico puzza: questo è il suo primo segno distintivo. Puzzavano i saraceni, puzzavano, per i primi cristiani, gli Ebrei, popolo dell’Anticristo; e Berillon, all’inizio della prima guerra mondiale, cercò di dimostrare che il “tedesco medio produce più materia fecale del francese, e di odore più sgradevole.”. In realtà questo “mito” anti-tedesco era stato elaborato nel secondo Ottocento da alcuni scrittori italiani, e Vittorio imbriani aveva dato il suo contributo alla storia. Puzzavano, nei versi di Giusti, i soldati dell’esercito austriaco che occupavano Lombardia e Veneto, “come sarebbe Boemi e Croati”. Cesare Lombroso sosteneva che gli zingari puzzano, e puzza, nel film “Dalla Russia con amore”, la nemica di James Bond, russa, sovietica e “lesbica, per giunta”. Come tutti sanno, i nordisti si augurano che i napoletani vengano lavati dal fuoco del Vesuvio: ma il tema del “napoletano nemico” merita un discorso a parte. Umberto Eco descrive con la consueta cura tutto il catalogo degli argomenti usati, in ogni epoca, contro gli Ebrei che ammazzavano bambini e ne bevevano il sangue: la struttura di alcuni di questi argomenti oggi viene usata, sui “social”, contro i partiti accusati di aver protetto e di continuare a proteggere i “mostri” di Bibbiano. [...]
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liviaserpieri · 6 years
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“A Napoli, nel 1899, Wilde portava a spasso per la città di Petronio una grande ironia e una grande amarezza. Quell’ ammasso di strade sordide fa da sfondo pittoresco a una miseria rara da osservare”
“-In ogni momento della vita siamo quelli che saremo come quelli che siamo stati- I gigli della Toscana fanno presagire il “principe fiordigiglio” l’ Ermafrodita, “Dolce mostro di marmo bianco”, dorme sotto la patina di cui i secoli e le furtive carezze dei passanti hanno ricoperto il suo corpo; Michelangelo, nel basalto dei Sonetti, si lamento del “dolce amato Signore”; Dante una mattina di Pasqua, esce dall’ Inferno e comincia la Vita Nova.” Wilde, Rue Des Beaux-Arts (M. Yourcenar)
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“Menzionare il nome di Wilde significa menzionare un dandy che fu anche poeta, evocare l’immagine di un gentiluomo votato al povero proposito di stupire con cravatte e metafore. Significa inoltre evocare la nozione dell’arte come gioco eletto o segreto – alla maniera degli arazzi di Hugh Vereker e di Stefan George – e del poeta come laborioso monstrorum artifex (Plinio, XXVIII, 2). Significa evocare lo stanco crepuscolo del secolo XIX e quell’oppressiva pompa di serra o di ballo mascherato. Nessuna di queste evocazioni è falsa, ma tutte corrispondono, sostengo, a verità parziali e contraddicono, o trascurano, fatti evidenti.
[…]
Come Gibbon, come Johnson, come Voltaire, fu un uomo di ingegno, che per di più aveva ragione. Fu, «per usare una volta per tutte parole fatali un classico». Dette al secolo quel che il secolo esigeva – comédies larmoyantes per i più e arabeschi verbali per i meno – e fece queste cose tra loro dissimili con una sorta di negligente felicità. Gli ha nuociuto la perfezione; la sua opera è tanto armoniosa che può sembrare inevitabile e perfino banale. Si stenta a immaginare il mondo senza gli epigrammi di Wilde; questa difficoltà non li rende meno plausibili.
Leggendo e rileggendo, nel corso degli anni, Wilde, noto un fatto di cui i suoi panegiristi non sembra abbiano neppure sospettato: il fatto documentabile ed elementare che Wilde, quasi sempre, ha ragione.
(Jorge Luis Borges, Altre inquisizioni)
Rupert Everett, lei non ha avuto paura a mostrare Oscar Wilde vecchio, malato, sconfitto. Perché raccontare questa parte della sua vita? Tutti i film precedenti su Oscar Wilde si interrompono nel momento in cui va in prigione. E quindi ho pensato che poteva essere un buon punto di partenza. Oscar Wilde a Parigi è una delle immagini che mi ha ispirato durante tutta la mia vita. Parigi della fine dell' Ottocento, se potessi entrare nella macchina del tempo andrei là per vedere com'era. Quando lavori in questo ambiente talvolta hai molto successo e talvolta no. L'esempio di Oscar Wilde per me è stato di ispirazione, lui è stato una grande star e il film parla di quanto la fama lo abbia reso cieco, nella misura in cui poi non è più stato in grado di vedere le frontiere e il perimetro del mondo in cui poteva muoversi, finendo per compiere errori fatali.
Oscar Wilde è conosciuto per le commedie, per i suoi aforismi brillanti, non per le sue favole per bambini. Perché lei ha scelto la storia del Principe felice come titolo del film e come filo rosso che tiene insieme la storia? E qual è la sua frase preferita? Quella storia è stata la mia introduzione a Oscar Wilde, perché mia mamma me la leggeva quando avevo sei anni. Ho un forte ricordo di me bambino con mia mamma che mi sussurrava le frasi del Principe felice. E ho scelto quella storia perché una delle cose meravigliose di Oscar Wilde e che, pure nel suo esilio a Parigi, non è mai stato una vittima. Oggi noi idolatriamo le vittime, ma lui non si è mai sentito tale, anche in povertà, anche se era costretto a cambiare alberghi, a spostarsi in pensioni economiche. Anche in quei momenti non ha mai perso il senso di sé e soprattutto il senso dell'umorismo. La mia frase preferita nel film è -La maggior parte di noi vive sguazzando nelle fogne, solo che alcuni lo fanno guardando le stelle-. Questo è veramente come era lui nel suo esilio a Parigi
I momenti del film in cui quello che sta dicendo è più evidente sono le sequenze in cui canta. Vorrei chiederle del suo rapporto con il canto e di quello di Oscar Wilde. In quei momenti non gli importa di nulla, ha di nuovo un pubblico. Io amo le canzoni nei film, mi piacciono le sequenze in cui i personaggi cantano. Volevo che tornasse sul palco e che il pubblico potesse apprezzare la stella che era, anche se la stella nel frattempo è stata distrutta, come Judi Garland che nel momento in cui torna sotto i riflettori è di nuovo sulla breccia, sono come dei soldati. Volevo rivederlo sul palco e ho scelto una canzone del musical inglese classico, ma ci sono anche altri grandi brani nel film, una delle mie preferite è la ballata napoletano Era di maggio che è una canzone bellissima
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