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#Le regole della trasferta
lamilanomagazine · 10 months
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Milano: Il Balletto della Scala debutta al Festival Les Chorégies d’Orange
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Milano: Il Balletto della Scala debutta al Festival Les Chorégies d’Orange. Primo appuntamento internazionale dopo gli anni della pandemia, il Balletto della Scala debutta il 15 luglio al Festival Les Chorégies d’Orange che lo scorso anno ha visto trionfare il concerto di cori verdiani con l’Orchestra e il Coro del Teatro alla Scala diretti da Riccardo Chailly. Les Chorégies d’Orange sono il più antico festival francese, risalendo al 1869. Ma nel corso degli anni sono riusciti a mantenere tutta la loro originalità a partire dalla sede in cui si svolge ogni estate: un teatro romano risalente al I secolo a.C. perfettamente conservato, con una capienza di 8300 posti. Nella cornice del Teatro Antico il Balletto della Scala si presenta con un programma che tra novità e repertorio, farà conoscere i talenti della Compagnia: Verdi Suite di Manuel Legris, Blake Works I di William Forsythe per concludere con il ballet blanc, nel secondo atto de Il lago dei cigni di Rudolf Nureyev. La trasferta, sostenuta da Allianz, Partner delle tournée del Teatro alla Scala, ha visto anche il coinvolgimento dell’Orchestra scaligera, che ha infatti effettuato la registrazione delle musiche di Verdi Suite e del Lago dei cigni utilizzate nello spettacolo. Cinquantacinque i ballerini in trasferta, tanti i protagonisti, dai primi ballerini Martina Arduino, Nicoletta Manni, Alice Mariani, Marco Agostino, Timofej Andrijashenko, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, ai solisti Gaia Andreanò, Caterina Bianchi, Agnese Di Clemente, Linda Giubelli, Maria Celeste Losa, Alessandra Vassallo, Domenico Di Cristo, Christian Fagetti, Federico Fresi, Mattia Semperboni, Navrin Turnbull, e gli artisti del Corpo di Ballo, impegnati nei briosi ensemble di Verdi Suite, nelle costruzioni coreografiche di William Forsythe e nelle iconiche figurazioni dei candidi cigni. http://www.choregies.fr Festival Les Chorégies d’Orange al Teatro alla Scala (programma e date) Verdi Suite: Prima creazione di Manuel Legris nel dicembre 2020 per il Balletto della Scala di cui aveva da poco assunto la direzione, Verdi Suite venne concepita come divertissement in omaggio alla danza e alla musica italiana, e alla tecnica degli artisti scaligeri. La coreografia ha preso vita su alcuni passaggi dalle musiche che Giuseppe Verdi scrisse per le danze nelle sue opere I vespri siciliani, Jérusalem e la versione francese di Il trovatore, scelti per creare un tessuto musicale ricco di brio ed energia. Un tessuto musicale che si è poi ampliato con ulteriori movimenti per il Corpo di Ballo su estratti dal Ballo della Regina (La Peregrina) del Don Carlos. In scena a Orange Martina Arduino, Maria Celeste Losa, Claudio Coviello, Marco Agostino, Mattia Semperboni nel passo a cinque, accanto a Caterina Bianchi e Navrin Turnbull e al Corpo di Ballo Blake Works I: Interpretato per la prima volta dagli artisti del balletto scaligero lo scorso maggio, su sette brani dall’album The Colour in Anything del compositore James Blake, Blake Works I rimanda, nei costumi, alla tradizione accademica e esplora le molteplici angolature di questa tradizione, che sta alla base di tutta la tecnica del balletto, ma dall’altro lato - come sottolinea il coreografo - “celebra la deliziosa tensione che nasce dall'introduzione di un'eccezione coreografica alle regole convenzionali del balletto”. Con Blake Works I creato per il Balletto dell'Opera di Parigi nel 2016 William Forsythe iniziò un progetto di esplorazione nelle musiche di James Blake, progetto settennale che proprio alla Scala, con Blake Works V, ha visto il suo coronamento e la prima versione completa. A Orange per Blake Works I emergeranno alcuni degli artisti protagonisti di quel debutto: Martina Arduino, Alice Mariani, Alessandra Vassallo, Linda Giubelli, Benedetta Montefiore, Marco Agostino, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Navrin Turnbull, Edward Cooper, Alessandro Paoloni, Andrea Risso, Rinaldo Venuti. Il lago dei cigni: Il 2023 segna il trentesimo anniversario della scomparsa di Rudolf Nureyev, e la Scala lo ricorda riportando sul palcoscenico, negli storici allestimenti scaligeri, due tra i suoi balletti più amati e rappresentati. Dopo Lo schiaccianoci, che ha aperto la stagione, a settembre verrà ripreso anche il suo Lago, assente dal 2014 e di cui a Orange viene anticipato un estratto. Quando il “suo” Lago approda alla Scala nel 1990, Nureyev tiene per sé il ruolo chiave, equivoco, speculare, di Wolfgang/Rothbart. Ma è per il Principe che Nureyev crea ardue variazioni, ponendolo al centro di tutte le linee drammaturgiche. Nella lettura di Rudolf Nureyev il protagonista assoluto è Siegfried, un principe romantico dall’animo malinconico più che eroico, contemplativo e meditativo. Il coronamento di questa serata a Orange è dunque con la storia, la tradizione, il grande repertorio, con il ballet blanc del secondo atto e i suoi candidi cigni. Saranno Nicoletta Manni a incarnare il ruolo di Odette e Timofej Andrijashenko il ruolo di Siegfried; Christian Fagetti sarà Rothbart e accanto a loro Alessandra Vassallo, Gaia Andreanò, Maria Celeste Losa, Caterina Bianchi (Quattro cigni grandi) Agnese Di Clemente, Giordana Granata, Linda Giubelli, Marta Gerani (Quattro cigni piccoli) e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala FESTIVAL LES CHORÉGIES D’ORANGE 2023 Théâtre Antique - 15 luglio, ore 21.30 Corpo di Ballo del Teatro alla Scala Direttore Manuel Legris VERDI SUITE Coreografia Manuel Legris Musica Giuseppe Verdi Costumi Luisa Spinatelli Musica registrata dall’ Orchestra del Teatro alla Scala Produzione Teatro alla Scala Martina Arduino, Maria Celeste Losa, Claudio Coviello, Marco Agostino, Mattia Semperboni Caterina Bianchi, Navrin Turnbull e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala BLAKE WORKS I Coreografia e scene William Forsythe Musiche James Blake Costumi Dorothee Merg, William Forsythe Luci Tanja Rühl Produzione Teatro alla Scala Prima rappresentazione:4 luglio 2016, Ballet de l’Opéra de Paris, Palais Garnier Musica su base registrata Martina Arduino, Alice Mariani, Alessandra Vassallo, Linda Giubelli, Benedetta Montefiore, Marco Agostino, Claudio Coviello, Nicola Del Freo, Christian Fagetti, Navrin Turnbull, Edward Cooper, Alessandro Paoloni, Andrea Risso, Rinaldo Venuti e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala IL LAGO DEI CIGNI Dall’Atto II Coreografia Rudolf Nureyev da Marius Petipa e Lev Ivanov Regia Rudolf Nureyev Musica Pëtr Il’ič Čajkovskij Costumi Franca Squarciapino Musica registrata dall’ Orchestra del Teatro alla Scala Produzione Teatro alla Scala Odette Nicoletta Manni Siegfried Timofej Andrijashenko Rothbart Christian Fagetti Quattro cigni grandi Alessandra Vassallo Gaia Andreanò Maria Celeste Losa Caterina Bianchi Quattro cigni piccoli Agnese Di Clemente Giordana Granata Linda Giubelli Marta Gerani e il Corpo di Ballo del Teatro alla Scala.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 10 months
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Calendario di Serie A in Diretta: la prima giornata di campionato
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Segui in diretta il sorteggio del nuovo calendario di Serie A. La stagione 2023/2024 muove il suo primo passo andando a delineare gli incontri che caratterizzeranno il nuovo campionato della massima divisione calcistica italiana. Calendario di Serie A in Diretta https://www.youtube.com/watch?v=Zbj2gW5mtjM Le regole del nuovo calendario Regola d'oro, introdotta da ormai un paio di anni, è quella del calendario asimmetrico: la sequenza di partite sorteggiata del girone d'andata non sarà la stessa per il girone di ritorno. Impossibilità per più di due coppie di incontri consecutivi in casa e/o in trasferta per girone. Le alternanze La Lega di Serie A ha previsto l'alternanza assoluta degli incontri in casa e in trasferta per le seguenti coppie di società: - Empoli-Fiorentina - Inter-Milan - Juventus-Torino - Lazio-Roma - Napoli-Salernitana. Sfide tra big Nella prima, nella seconda e nella 38ª giornata, nel turno infrasettimanale feriale (6ª giornata) e nel turno che lo precede (5ª giornata) le gare tra Atalanta, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Roma non potranno essere "sorteggiata". Stessa regola anche per i derby di Milano, Roma e Torino senza escludere quello campano e toscano. Tutti i derby dovranno giocarsi in giornate differenti. Supercoppa ed altre scontri non possibili Le gare delle squadre partecipanti alla Supercoppa Italiana, che si svolgerà dal 4 fino all'8 Gennaio in Arabia, saranno necessariamente posticipate in un turno infrasettimanale. Le società che parteciperanno alla Champions League non si scontreranno tra loro e non giocheranno neanche con le squadre partecipanti all’Europa League e alla Conference League nelle giornate comprese tra due turni di competizioni UEFA (25ª, 28ª, 32ª e 35ª). Read the full article
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enkeynetwork · 1 year
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sydmorrisonblog · 3 years
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La storia dei tatuaggi è tutt’altro che lineare, ma estremamente affascinante. Ogni popolazione del mondo, nel susseguirsi delle diverse epoche storiche, ha conferito loro un preciso valore: in alcuni casi portarli significava prestigio sociale, in altri si “marchiavano” coloro dai quali stare lontani, rei di chissà quale colpa.
I tatuaggi dunque, possono essere un mezzo di espressione di sé in piena regola, il cui significato qualche volta sfugge allo stesso proprietario. In questo caso non si fa riferimento a segni che si imprimono sulla pelle solo per il loro aspetto artistico, ma dal contenuto sconosciuto (magari totalmente sconveniente o fuori luogo).
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E’ quanto succede nella fredda Siberia, all’interno delle comunità dei criminali onesti, veri e propri clan che definiscono le regole dei loro quartieri a colpi di pistola e picche (i coltelli tipici della tradizione russa). La particolarità dei fuorilegge sovietici risiede nella loro pelle, sulla quale, consumati dal tempo e dalle cicatrici, spuntano tatuaggi dai forti contenuti simbolici, una via di mezzo fra il sacro e il profano, ma lungi dall’essere blasfemi: non è raro infatti, che una madonna dallo sguardo arcigno impugni una pistola, o una colomba bianca porti nella zampa una freccia insanguinata. Per questi uomini i tatuaggi, o marchi, sono una sorta di autobiografia grafica, poiché descrivono in maniera univoca le esperienze vissute: gli anni di galera scontati, gli omicidi compiuti, i fratelli perduti. Non è un caso, infatti, che le riunioni fra i maggiori esponenti di questi clan avvengano nelle saune, luoghi nei quali si è totalmente nudi di fronte al resto del gruppo, libero di ‘leggere’ la vita altrui e scoprirne il passato. Per questo motivo, il membro più autorevole è il kol’šik, ossia il tatuatore, l’unico in grado di decifrare i segni sulla pelle e di decidere se potersi fidare o meno della persona che ha di fronte. Egli è per tradizione una sorta di confessore a cui ogni criminale della comunità racconta le proprie esperienze, ed è l’unico ad essere a conoscenza di situazioni ambigue e potenzialmente pericolose. Per questo motivo, decide di segnarle segretamente sulla pelle dell’ignaro confessato, in modo da non lasciarlo impunito.
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Pur distanti km o totalmente estranei l’uno all’altro, i tatuatori siberiani hanno pertanto un loro codice che gli altri criminali ignorano quasi del tutto. Così, affianco ad un teschio con la corona o ad una chiesa ortodossa, essi nascondono impercettibili segni in modo da comunicare alle altre comunità la buona o cattiva fede del singolo criminale, soprattutto se “in trasferta” presso un altro quartiere o città, per impedirne l’ingresso nella propria cosca qualora si nutrano dei dubbi sul suo conto. Non è raro infatti, che le singole ‘cellule’ sparse lungo il territorio russo inviino o accolgano esponenti di altri clan per risolvere le loro questioni interne. Quando un kol’šik trova dinanzi a sé un fuorilegge “marchiato”, comunica ciò che legge sulla sua pelle agli altri criminali i quali, per evitare che l’onta del tradimento macchi la sacralità della tradizione siberiana, senza troppe cerimonie, decidono di ucciderlo.
@lolita-dodger-ak47​ ❤️❤️❤️
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Ancora grandi successi !!!
Prosegue il buon momento delle nostre squadre seniores, impegnate anche Domenica 23 in difficili incontri intersociali.
Iniziamo per cavalleria dalle bravissime e bellissime ragazze delle Serie B2, che nel girone 1 hanno affrontato e battuto le forti atlete dello Stampa Sporting Torino, in un match di vitale importanza per il prosieguo del Campionato.
Il risultato dei singoli, 2 a 1 per le nostre,  derivava delle belle vittorie di Sonia Cassani (62 63 perentorio sulla giovane 2.6 Camerano Alessia con un livello al servizio che promette solo per il meglio) e di Valentina Urelli (freddissima nel portare a casa un incontro al cardiopalma contro la forte 2.5 Gardella Federica per 16 62 76, 9 punti a 7 il tie-break ! sul campo ormai definito Vale court dal momento che la nostra non ha MAI perso sul 4 !) ed infine della sconfitta indolore di Cavelli Carola per mano della loro numero 1 avversaria, la 2.5 Tagliente Alessia (un 62 63 frutto di una prestazione certo da non incorniciare ma giocare sempre prima in formazione non certo aiuta).
Arrivate al doppio e potendo schierare il vivaio di garanzia chiamato Cassani, ecco la prova tutta grinta e quasi rabbia (per non aver giocato il singolo forse) di Colombo Asya. Il 62 63 finale racconta di un match senza storia che ci permette di primeggiare nel girone insieme allo Sporting Club Nuova Casale che per ora sta ricalcando il nostro percorso vincente.
Brave le nostre ragazze e bravi i due capitani Cristiano e Mauro, guide perfette in panchina. Da sottolineare anche il tifo di Ilaria Semplici e Aurora Urso che, nonostante la certezza di non dover scendere in campo, hanno partecipato attivamente alla vittoria, a testimonianza di un gruppo molto affiatato.
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Sempre belle da vedere e non solo efficaci in campo !
I ragazzi erano invece impegnati nella impegnativa (anche per via della levataccia) trasferta di Guidizzolo (MN), una squadra che potendo contare su quattro singolaristi di pari classifica (tutti 2.4) poteva giostrare a piacimento la formazione.
Il primo match a concludersi era in effetti il maggiormente insidioso, con il nostro giovane e vivaista Leo Cassago che non riusciva quasi mai a trovare il proprio ritmo contro il solido Lorenzo Corioni. Alla fine il 62 62 non lascia scampo al bel Leo che solo nella parte centrale del secondo set avrebbe potuto in qualche modo mettere in discussione il risultato, cercando di minare la sicurezza del bravo Corioni. Qualche errore di troppo soprattutto al servizio finiva ahinoi per direzionare il primo punto verso la squadra di casa.
Toccava quindi al solito Gio Rizzuti mettere le cose a posto, con una prova perentoria e di altissimo livello, tanto che in tribuna fioccavano apprezzamenti anche dal folto pubblico locale, per un giocatore in piena fiducia e che definire devastante ci sembra quasi riduttivo. Un vero leader il nostro Giovanni, con la sua carica che contagiava anche i compagni in tribuna e che durava anche per tutto il resto della giornata. Dalla parte opposta della rete un buonissimo 2.4 (Pasini Daniele) che nonostante un ottimo livello di gioco e una notevole fiducia nei propri mezzi, nulla ha potuto contro le perfette variazioni di ritmo di un Rizzuti a dir poco perfetto, 62 63 alla fine. Grande Gio !
Gli altri due singolari sono onestamente stati meno critici per i nostri alfieri.
Da sottolineare la prova ancora molto solida e in fiducia di Christian Migliorini, reduce dalla vittoria del suo quinto Open in stagione e che confermava il suo ottimo momento di forma, frutto di una dedizione e di un grande lavoro in allenamento, non solo tecnico ma anche e soprattutto atletico. I frutti si vedono Chri, e ne sa qualcosa anche il malcapitato 2.4 Dall Asta Andrea, capace di raccogliere solo tre game con il 62 61 finale.
Ultimo ma non ultimo, il nostro numero 1 che nonostante sia appena entrato in squadra sembra essere parte della nostra grande famiglia da tantissimi anni: Marco Brugnerotto (2.2) ci conosce da una vita, noi lo conosciamo da molto prima e il suo attaccamento ai colori del CTP ne e la prova lampante. Perfetto nelle sue accelerazioni, preciso nel giocare a pochi centimetri dalla riga di fondo, sempre praticamente in controllo e in comando dello scambio. Mai in discussione la sua vittoria per 61 61 contro il bravo ma domenica impotente 2.4 Enrico Berta.
Arrivati con un rassicurante 3 a 1 dopo i singoli, ci bastava un punto per portare i tre punti in via dello Sport. Il capitano Mattia decideva quindi di non spezzare i nostri migliori giocatori, schierando la coppia Brugnerotto/Rizzuti, opposti a Dall Asta e Berta per il punto della vittoria, arrivato puntuale per 63 61. Anche qui dalle tribune solo apprezzamenti e applausi anche dai tifosi mantovani, a prova di una superiorita mai in discussione.
Chiudiamo con la lietissima nota del secondo doppio, formato dalla coppia Cassago/Nick Carlone, belli e vincenti contro la coppia migliore del TC Guidizzolo (Pasini-Corioni) per 64 63. Davvero bravi i nostri ragazzi a rintuzzare i tentativi di ritorno degli avversari, applicando al meglio una delle regole non scritte del tennis, vale a dire che non tutti i punti hanno lo stesso peso ma che si deve giocare bene, aggressivi e incisivi i punti chiave. Pensate che la coppia CTP ha perso uno solo dei NO AD point che ha affrontato nel corso della partita.
Grandi esempi anche per i nostri giovani Ceruti Andrea e Brianza Moris, presenti in tribuna insieme al grande tifoso Gianluca Fusarpoli, che ringraziamo con tutto il cuore per la dimostrazione di vicinanza che lo ha portato a raggiungerci cosi lontano da casa. Grazie Gianluca ! e grazie anche a Francesca, Giulia e Vanessa per la vostra elegante, discreta ma preziosissima presenza.
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Stanchi, cotti dal sole ma felici !
5 a 1 alla fine, uno score che porta i nostri atleti in testa al girone 1, in bellissima solitudine davanti al Selva Alta ed in previsione della successiva e delicata trasferta di Domenica 30 in quel del TC Crema. Forza ragazzi !
Non possiamo non segnalare infine il risultato della Serie D1 maschile, capace di sconfiggere sui campi di via dello sport il TC Milano B per 4 a 2.
Vittoriosi in singolo Turconi Emanuele, Legnani Andrea e il nuovo acquisto Bogni Andrea. Sconfitta invece per il bravo Lorenzo Baldoni.
Doppio vinto da Panaro Paolo e Turconi, perso invece da Capitan Volante in coppia con Andrea Legnani per il 4 a 2 finale che fa da ben viatico per il resto del girone.
Il CTP non si ferma nemmeno Domenica 30 Maggio, con anche i primi incontri di Serie D3 e D4, per una stagione che vuole essere da ricordare. Stay tuned !
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alfredomedici · 3 years
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PAGINA 61
Il cellulare era il cunicolo che il mondo degli umani utilizzava per stabilire con Arturo un minimo di relazione.
E lo studio era l'unico luogo di frequentazione degli umani che Arturo aveva tenacemente costruito.
Dopo una infanzia, una adolescenza, una giovinezza vissute perdendosi negli altri, famelico e curioso, innamorandosi di persone e idee, progetti e cazzeggiamenti seri, Arturo adulto si era ritirato dal mondo, controllando elegantemente la realtà intorno a sé.
Il suo baricentro lo aveva conquistato faticosamente nuotando controcorrente nel fiume esondante della sua emotività pronta e vissuta a fior di pelle.
Quella fine di novembre anche don Angelo si trovò ad attraversare il cunicolo telefonico per incontrare il dottore delle cose delle anime in trasferta laica.
《Pronto? Sono don Angelo Francescano. Parlo col dottor Arturo? O con il suo segretario?》
《Non ho segretari, mai avuti perciò ritengo di essere io il dottore che cerca》rispose Arturo con un leggero tono sarcastico di risposta al tono formale e troppo oblativo del prete, dottore delle cose delle anime in versione religiosa e fideistica.
"Ecco ci siamo" pensò Arturo "che cazzo vorrà mo questo?".
《Dottore la chiamo perchè lei è il medico di Angela e so che se ne fa carico. Vorrei incontrarla perchè avrei intenzione di aiutare, con lei s'intende, questa povera ragazza con questi brutti problemi mentali》.
《Signor Donvito (tutto attaccato) Angela non ha nessuna patologia psichiatrica, è una brava figlia innamorata》la risposta serenamente irritata del dottore senza Dio.
《Non sono d'accordo con lei. In confessione ho avuto modo di riscontrare una esagerata tendenza a innamorarsi di uomini di rango》
"Di rango?" rimuginò Arturo.
《 e tende ad inventare storie d'amore inesistenti》continuò il prete in veste di psicocazzo.
"Questo vuole pararsi il culo" affermò dentro di sè il dottore.
《 Angela mi riferì di aver avuto un trasporto anche per lei, segno di labilità emotiva》
《Vedo che usa un linguaggio clinico,signore》
《Noooo....dottore, è che ho letto molto su internet di questi casi. Sa anche noi ci mordernizziamo e studiamo la psicologia per meglio servire il Signore. Lui è il Signore non io. Anzi potremmo darci del tu, non crede dottore?》
《Ascolta Don Vito, dandoti del tu. Chiariamoci un po: Angela si innamora ed è cosa sana e legittima.
Io sono tenuto al segreto professionale ma posso dire che io non ti ho chiamato per dirti che l'infelicità di Angela è stata prodotta dal tuo allontanamento e dai tuoi tradimenti ma a me delle tue modalità affettive e professionali non frega nulla. Stai tranquillo, non ho bisogno del tuo aiuto. Non credo che sia cosa corretta incontrarci. Le mie regole professionali mi impediscono di ascoltare, anche se di nascosto, persone che trattano quotidianamente con i miei pazienti. Ma stai sereno: non avrai cattiva pubblicità per questa storia d'amore che avete avuto》
《 Ma io vedo che Angela è diventata fredda, scostante e forse cattiva nella nostra comunità!》Esalò farfugliando il sacerdote Hollywoodiano.
《Io non mi occupo di bontà o di cattiveria, questo è il tuo mestiere.
Io mi occupo di sofferenze umane e non di morale. Angela è una ragazza che sta imparando a vivere. Tutto il resto è semplicemente vita》
Il pretino con l'orecchino, tramortito dalle risposte di Arturo cominciava a sentire che il discorso che aveva attentamente preparato stava deragliando.
Arturo sentì addirittura un po di dispiacere per questo giovane uomo la cui unica colpa era stata comportarsi da maschietto succube di un mondo beatamente maschilista.
A quel punto Arturo terminò: 《 Angelo, (eliminando il don e riportandolo a condizione umana senza mostrine e ruolo) se questa situazione ti crea disagio posso consigliarti una brava psicologa alla quale rivolgerti per migliorare le tue performance affettive e diventare un buon pastore nella sua comunità. Fammi sapere e nel caso volessi ritrovare Angela impara a conoscere l'amore delle donne. Che ti piacciano o no》.
Don Angelo, con voce perplessa, concluse :《Grazie dottore, ci penserò 》.
La cultura laica e senza speranze era passata in vantaggio per 2 a 1 versus la cultura religiosa, rassicurante e morale.
Morale?
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giancarlonicoli · 3 years
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23 mar 2021 12:45
SAFARI? SI', AFFARI! - RENZI NON FA SOLO IL CONFERENZIERE, E' ANCHE ACCOMPAGNATORE: LUNEDÌ MATTINA È VOLATO IN SENEGAL CON ALCUNI INDUSTRIALI LOMBARDI - LUI HA NEGATO DI ESSERE IN COMPAGNIA DI IMPRENDITORI PADANI, MA “LA VERITÀ” HA RICOSTRUITO IL SUO VIAGGIO: UN CESSNA DELLA “ITALFLY AVIATION” È PARTITO DA BRESCIA CON A BORDO GLI INDUSTRIALI ED È ATTERRATO A MALAGA PER RECUPERARE L’EX PREMIER, CHE AVEVA TRASCORSO IL WEEKEND SULLA COSTA DEL SOL. CHI HA PAGATO LA TRASFERTA? E LE REGOLE PER VIAGGI ALL'ESTERO E QUARANTENA?
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Giacomo Amadori per "la Verità"
Lo avevamo soprannominato per primi Lawrenzi d' Arabia, dopo aver scoperto i suoi non rari viaggi nel Regno saudita. Ma da ieri il fu Rottamatore ha diritto a un nuovo soprannome: Renzi l' Africano.
Infatti il leader di Italia viva in giro per il mondo non fa più solo il conferenziere a pagamento, ma anche l' accompagnatore (in inglese «escort» anche se con il tempo questo termine ha assunto un' accezione negativa).
Infatti lunedì mattina è volato a Dakar insieme con otto persone, sette uomini e una donna, per lo più imprenditori del Bresciano o comunque del Lombardo-Veneto. Tra questi anche l' ad di una delle aziende leader del trasporto su gomma di sostanze chimiche e rifiuti industriali.
Non sappiamo se il fu Rottamatore sia partito in veste di mediatore di affari o abbia deciso di introdurre gratuitamente industriali padani nelle stanze dei bottoni dell' Africa nera. In ogni caso anche per questa missione utilizzerà i rapporti che ha costruito da premier. A Dakar dovrebbe infatti incontrare il presidente Macky Sall e in Kenya il capo dello Stato Uhuru Kenyatta.
La trasferta subsahariana era stata anticipata nei giorni scorsi dal Fatto quotidiano. Che aveva scritto: «Nelle sue escursioni africane, Renzi potrebbe non essere solo: è tutt' altro che infrequente, fa sapere, che nei suoi viaggi sia seguito da imprenditori interessati a "fare network" con gli interlocutori istituzionali dell' ex presidente del Consiglio.
Ma in questo caso, la circostanza che il senatore possa essere accompagnato in Africa da alcuni imprenditori lombardi (come risultava al Fatto) è stata smentita da Renzi stesso».
Dunque il leader di Italia viva ha negato quanto è in realtà accaduto. A trasportare il fu Rottamatore in Africa è stato un Cessna 680 Citation Sovereign (immatricolato come I-Taos) della compagnia privata Italfly aviation di Trento, anche se non sappiamo chi abbia pagato la costosa trasferta.
La compagnia si vanta di avere tra i propri «clienti abituali», alcuni «fra i più prestigiosi gruppi industriali e finanziari del Nord-Est, ai quali siamo in grado di offrire un servizio di aerotaxi puntuale ed esclusivo». A bordo catering personalizzato su richiesta e anche «champagne per accompagnare importanti momenti in volo».
La compagnia sul suo sito vanta «l' impiego di velivoli bireattori di ultima generazione» e l' aereo su cui ha viaggiato Renzi con i suoi compagni di avventura è un gioiellino lungo quasi 20 metri, capace di toccare la velocità di 850 chilometri l' ora, mentre «il comfort in cabina, allestita per ospitare fino a 12 passeggeri, è incrementato grazie ad uno studio di connessione performante, che permette ottimi spazi di lavoro e gestione di luci, temperature ed ombra direttamente da pannelli integrati».
L' aeroplano, bianco e azzurro, è decollato dallo scalo di Brescia Montichiari con a bordo gli imprenditori alle 7 e 51 ed è atterrato a Malaga alle 9 e 51 per recuperare l' ex sindaco di Firenze. Infatti Renzi sembra abbia trascorso il week end sulla Costa del Sol, a pochi chilometri da Gibilterra, anche se non ha reclamizzato sui social la sua trasferta iberica. Proprio per questo non sappiamo se abbia declamato da lì il suo intervento streaming all' assemblea nazionale di Italia viva.
Di certo in Spagna la sua partenza non ha destato la curiosità che avrebbe suscitato se fosse salito su un jet privato a Brescia insieme con la comitiva di imprenditori.
Il Cessna, dopo una sosta di quasi un' ora, è ripartito da Malaga diretto a Dakar pochi minuti prima delle 11, ha sorvolato il Marocco e la Mauritania ed è finalmente atterrato alle 15 e 11 (14 e 11 ora locale) all' aeroporto internazionale Blaise Diagne.
All' atterraggio passeggeri e operatori locali sono rimasti colpiti dal viavai di guardie del corpo. Evidentemente Renzi è stato accolto quasi come un capo di governo.
In Senegal, come detto, il senatore di Rignano sull' Arno avrebbe messo in agenda una bella rimpatriata con il presidente Sall con il quale si era già scambiato un paio di visite ufficiali ai tempi di Palazzo Chigi. Sall, ingegnere geofisico, è stato eletto nel 2012 e in precedenza era stato primo ministro. Nel 2012 ha vinto al ballottaggio, mentre nel 2019 è stato riconfermato capo dello Stato con il 58 per cento dei voti.
Probabilmente Renzi si farà spiegare come aumentare i consensi o forse sarà lui a dar lezione al politico senegalese di decrescita felice.
Felicissima, considerata la capacità dell' ex segretario Pd di trasformare un' appannata immagine politica in un vincente brand commerciale.
La trasferta in Senegal dovrebbe essere seguita da quella in Kenya. Ma i viaggi del senatore semplice con l' ambizione di «fare network» dovrebbero estendersi anche al di là dell' Atlantico: nelle prossime settimane il leader di Italia viva sarebbe pronto a partire per il Sudamerica (probabilmente in Argentina). A giugno, invece, avrebbe in programma una puntata in Grecia.
Chissà se anche in questo tour africano collezionerà un' altra sesquipedale figuraccia come quella in cui straparlò di Rinascimento saudita e di invidiabile costo del lavoro duettando felice con il principe saudita Mohammed bin Salman, sospettato di essere il mandante dell' omicidio del giornalista Jamal Khasshoggi.
In Senegal nel 2016 si lanciò in un discorso ufficiale in francese senza traduttore che divenne virale sulla Rete. A Nairobi, invece, nel 2015, si era fatto ben volere presentandosi in Parlamento con un giubbotto antiproiettile sotto la giacca. Il quotidiano Nairobi news definì l' episodio un' umiliazione, visto che la State house andava considerato il luogo «più protetto del Kenya» e aggiunse ironicamente: «Renzi non avrà preso troppo sul serio l' invito di Kenyatta a iniziare a occuparsi della sicurezza?». Magari questa volta Matteo l' Africano manderà avanti gli imprenditori.
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kyrden · 3 years
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NBA jerseys are terrible...most of them
As you may know, the NBA hasn’t had “home” and “road” jerseys for a few years. Instead of home, road and alternates we have “association”, “icon” and “statement” uniforms, with no particular gameday rule for which team is wearing what (provided that the two colours don’t clash with each other). Most of the teams (if not, all of them) have also a “city” jersey, basically a second alternate with strong tie-ins with the location of the team.  I’ll be honest: I have never liked all of this; or better, I have always thought this is a huge bunch of marketing crap. Most of the alternates (I refuse to call them “statement”) and basically all of the second alternates (likewise for the “city”) are straight up terrible. Awful designs. Weird colours that have nothing to do with the team. Designs changing every (other) year. Where is tradition, or simplicity, or the classics? The NBA has long become a circus.
Come saprete, da qualche anno la NBA non ha più divise “da casa” e “da trasferta”. Anziché quelle, abbiamo nomi tipo “association”, “icon” e “statement”, senza particolari regole su quale delle due squadre indossa cosa, in una partita (a patto che le due divise non facciano conflitto di colori). La maggior parte delle squadre (se non tutte) hanno anche una divisa “city”, in pratica una seconda alternate, con forti legami (nel design) con la località della squadra.  Sarò onesto: tutto questo non mi è mai piaciuto; o meglio, ho sempre pensato che tutto questo sia una grossa pattonata di marketing. Quasi tutte le alternate (mi rifiuto di chiamarle “statement”) e praticamente tutte le seconde alternate (stessa roba con le “city”) sono tremendamente orribili. Pessimi design. Colori strambi che non c’entrano niente con la squadra. Divise che cambiano un anno sì e l’altro anche. Dov’è la tradizione, o la semplicità, oppure i classiconi? La NBA è diventata da tempo un circo.
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napolidiretta · 4 years
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Mercoledì 2 settembre verrà svelato il calendario della Serie A 2020-2021. A differenza di quanto accaduto negli ultimi anni la presentazione dell'evento avverrà online, alle ore 12, sul sito internet della Lega di Serie A e gli account social della stessa. Sarà così anche a causa delle regole per il Covid. Naturalmente c'è grande attesa nel conoscere il calendario che definirà tutte le 38 giornate di campionato. Ma ci sono una serie di criteri da rispettare, e questi sono stati resi noti dalla Lega di Serie A. I criteri di compilazione del calendario di Serie A 2020-2021 Ci sono alcuni paletti nella compilazione del calendario di Serie A. Innanzitutto nessuna squadra potrà giocare più di una volta per ogni gironi due gare consecutive in casa o fuori. Nel caso in cui ci siano due coppie di incontri consecutivi in casa e/o trasferta per ognuno dei due giorni, una coppia di incontri deve essere obbligatoriamente in casa e una in trasferta. Prevista l'alternanza totale di incontri in casa e trasferta per le squadre della stessa città, quindi Genoa/Sampdoria, Inter/Milan, Juventus/Torino e Lazio/Roma, con l'eccezione dell'ultimo turno di campionato per le due romane che dovranno disputare la 19a giornata d'andata entrambe in casa, e quella di ritorno in trasferta. FONTE  »  juventus inter milan altri articoli dalla categoria Serie A
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lamilanomagazine · 1 year
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Palermo, eseguite 7 misure cautelari nel mandamento mafioso di Pagliarelli
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Palermo, eseguite 7 misure cautelari nel mandamento mafioso di Pagliarelli. Alle prime ore dell’alba di oggi, nelle città di Palermo, Riesi (CL) e Rimini, i militari del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo del Comando Provinciale di Palermo hanno dato esecuzione a 7 provvedimenti cautelari (5 in carcere e 2 degli arresti domiciliari), emessi dal G.I.P. presso il Tribunale di Palermo su richiesta della locale Direzione Distrettuale Antimafia, per i reati di associazione di tipo mafioso ed estorsioni, consumate e tentate, con l’aggravante di aver commesso il fatto al fine di agevolare l’attività mafiosa e di essersi avvalsi della forza di intimidazione del vincolo associativo e della condizione di assoggettamento e di omertà che ne deriva. L’operazione si incardina in una più ampia manovra investigativa, condotta all’unisono dalle articolazioni territoriali e speciali dell’Arma dei Carabinieri sotto l’egida della Procura della Repubblica di Palermo, tesa a disarticolare cosa nostra nel suo complesso – colpendone tanto l’assetto militare quanto i cospicui patrimoni illeciti – nell’intento di neutralizzarne l’impatto sul tessuto socio-economico nonché di scardinare quella rete di omertà e connivenza grazie alla quale, ancora oggi, l’associazione mafiosa fornisce supporto alla latitanza di suoi esponenti di spicco. L’attività odierna, in particolare, costituisce l’esito di un articolato impegno in direzione del mandamento mafioso palermitano di Pagliarelli, che ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario in ordine all’appartenenza a cosa nostra dei membri della famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, alcuni dei quali, posti in posizione di vertice, già condannati in passato in via definitiva per il reato associativo mentre altri, considerati uomini d’onore riservati, rimasti ad oggi immuni da attenzioni investigative a causa delle cautele adottate nei loro confronti dal sodalizio. Grazie all’importante dispositivo di contrasto di cui si è dotato il Comando Provinciale Carabinieri di Palermo, nonché al ricorso sistematico alle più sofisticate tecnologie di captazione, è stato possibile superare le continue accortezze poste in essere dagli indagati al fine di sottrarsi alle investigazioni, arrivando ad ottenere acquisizioni di elevatissimo pregio ed assoluta genuinità che hanno confermato, ancora una volta, la piena operatività dell’associazione nel suo complesso, nonché il costante richiamo della stessa alle più arcaiche regole mafiose. L’indagine, condotta sotto il coordinamento della Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo, ha consentito di acquisire un grave quadro indiziario, sostanzialmente accolto nella suindicata ordinanza cautelare e che dovrà trovare in seguito conferma nel corso dell’iter processuale, in ordine ai gravi reati ipotizzati in capo agli indagati. In sintesi, le investigazioni hanno permesso di: -         smantellare la famiglia mafiosa di Rocca Mezzomonreale, inquadrata nel mandamento palermitano di Pagliarelli, nonché di confermarne, ancora una volta, le storiche figure di vertice, già in passato protagoniste di episodi rilevantissimi per la vita dell’associazione mafiosa, quali, ad esempio, la gestione operativa della trasferta in Francia del capomafia deceduto Bernardo PROVENZANO per sottoporsi a cure mediche o la tenuta dei contatti con l’allora capomafia trapanese latitante Matteo MESSINA DENARO; -         svelare l’esistenza, in seno alla predetta famiglia mafiosa, di uomini d’onore riservati rimasti ad oggi del tutto estranei alle cronache giudiziarie, i quali, pur dimostrando una piena adesione al codice mafioso universalmente riconosciuto da cosa nostra, godrebbero di una speciale tutela e verrebbero chiamati in causa soltanto in momenti di particolare criticità dell’associazione; -         intercettare completamente, mediante il ricorso a complessi servizi di pedinamento e a certosine attività tecniche di intercettazione, una riunione della famiglia mafiosa di Palermo – Rocca Mezzomonreale al completo, tenutasi per estrema prudenza in una casa nelle campagne della provincia di Caltanissetta; in quel contesto si è registrato il costante richiamo degli indagati al rispetto di regole e dei principi mafiosi più arcaici che – compendiati in un vero e proprio “statuto” scritto dai “padri costituenti” – sono considerati, ancora oggi, il baluardo dell’esistenza stessa di cosa nostra. Nell’ambito della conversazione captata, definita dallo stesso G.I.P. “di estrema rarità nell’esperienza giudiziaria”, si è più volte fatto esplicito richiamo all’esistenza di citato “codice mafioso scritto”, custodito gelosamente da decenni e che regola, ancora oggi, la vita di cosa nostra palermitana; -         scongiurare l’attuazione di un proposito omicidiario, una vera e propria sentenza di morte, emessa nel contesto della predetta riunione di mafia quale suggello della ritrovata armonia tra i membri della famiglia mafiosa e, in seguito, riattualizzata nel corso delle successive captazioni tecniche, nei confronti di un architetto ritenuto responsabile di una serie di mancanze nello svolgimento della propria opera professionale; -         ricostruire il compimento di diversi episodi estorsivi – posti in essere al fine di alimentare le casse dell’associazione mediante la richiesta del cd. pizzo o l’imposizione di ditte riconducibili al sodalizio mafioso – uno dei quali caratterizzato dal ricorso ad una metodologia particolarmente inquietante quale l’apposizione, sul cancello di una privata abitazione, di una bambola recante un proiettile conficcato nella fronte. È doveroso rilevare che gli odierni destinatari della misura restrittiva sono, allo stato, solamente indiziati di delitto, seppur gravemente, e che la loro posizione verrà vagliata dall’Autorità Giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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cinquecolonnemagazine · 10 months
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Calendario di Serie A in Diretta: sta per nascere la nuova stagione
Segui in diretta il sorteggio del nuovo calendario di Serie A. La stagione 2023/2024 muove il suo primo passo andando a delineare gli incontri che caratterizzeranno il nuovo campionato della massima divisione calcistica italiana. Calendario di Serie A in Diretta https://www.youtube.com/watch?v=Zbj2gW5mtjM Le regole del nuovo calendario Regola d'oro, introdotta da ormai un paio di anni, è quella del calendario asimmetrico: la sequenza di partite sorteggiata del girone d'andata non sarà la stessa per il girone di ritorno. Impossibilità per più di due coppie di incontri consecutivi in casa e/o in trasferta per girone. Le alternanze La Lega di Serie A ha previsto l'alternanza assoluta degli incontri in casa e in trasferta per le seguenti coppie di società: - Empoli-Fiorentina - Inter-Milan - Juventus-Torino - Lazio-Roma - Napoli-Salernitana. Sfide tra big Nella prima, nella seconda e nella 38ª giornata, nel turno infrasettimanale feriale (6ª giornata) e nel turno che lo precede (5ª giornata) le gare tra Atalanta, Inter, Juventus, Lazio, Milan, Napoli e Roma non potranno essere "sorteggiata". Stessa regola anche per i derby di Milano, Roma e Torino senza escludere quello campano e toscano. Tutti i derby dovranno giocarsi in giornate differenti. Supercoppa ed altre scontri non possibili Le gare delle squadre partecipanti alla Supercoppa Italiana, che si svolgerà dal 4 fino all'8 Gennaio in Arabia, saranno necessariamente posticipate in un turno infrasettimanale. Le società che parteciperanno alla Champions League non si scontreranno tra loro e non giocheranno neanche con le squadre partecipanti all’Europa League e alla Conference League nelle giornate comprese tra due turni di competizioni UEFA (25ª, 28ª, 32ª e 35ª). Read the full article
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marikabi · 4 years
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Due mosche cocchiere
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Vorrei tornare sull’argomento ‘gilets jeunes’, perché l’ultima intemerata dei gemelli diversi Dibba&Dimma ha evidenziato ancora una volta l’incompetenza e la pericolosa incoscienza degli individui che abbiamo al Governo.
Il casus belli è rappresentato dalla sortita in terra gallica del duo terribile al fine di portare il sostegno dei pentastellari italici ai protestanti in gilet giallo.
Metteteci pure che attualmente è in carica un Monsieur le President, pieno di spocchia (di ritorno) che manco il peggior Sarkozy, per via della bassa stima di cui adesso gode nella sua Patria, ed ecco che alla prima occasione – incoscientemente fornitagli da due perfette mosche cocchiere italiane – Macron ci schiaffeggia col guanto dei duelli, richiamando il proprio Ambasciatore a Parigi. Non si era mai vista una cosa simile in tempi di pace ed all’interno dell’Unione europea, pur malandata che sia.
Mossa grave. Ricorderete meglio di me l’ultima volta che successe: si trattò della dichiarazione di guerra dello stato fascista alla Francia. Roba pesantissima. Poi non ci rimarrebbe che far rimpatriare gli Italiani dalla Francia ed espellere i Francesi dall’Italia ed armare i confini.
Un po’ certamente meraviglia tanta permalosità francese e forse una reazione spropositata. Tuttavia, nel caso di che trattasi la colpa è nostra, scemi come siamo a fornir loro ghiotte ed imperdibili occasioni per lasciarli passare dalla parte della ragione, a prescindere da chi abbia cominciato per primo.
Sicuramente, anche la Francia ha le sue colpe. A cominciare dagli sconfinamenti a Bardonecchia, continuando con le resistenze a Ventimiglia, risalendo per le intemerate su Fincantieri ed i tentativi di scalare le nostre industrie, e molti altri piccoli e grandi, antichi o atavici, fronti (compresa la testata di Zidane), antropologicamente conditi dalla scontatissima supponenza gallica.
Ma – si sa – i Francesi sono bulletti, specialmente con noi Italiani (e pure con gli Spagnoli), cugini di latinità considerati inferiori, per quella vecchia faccenda dei vini, dei formaggi, di Napoleone e della proprietà della Gioconda.
L’Italia non ha mai avuto una reazione tanto temeraria quanto pericolosa alle istigazioni francesi (ultimamente quasi tutte tarate sull’immigrazione), nel senso che alle loro provocazioni abbiamo fatto battute, abbiamo offeso verbalmente, abbiamo riempito i media di sfottò contro i gallici, ci siamo buttati pure sulla bufala del franco CFA che affama l’Africa sub-sahariana. Sull’intervento francese in Libia, poi, abbiamo tirato, sì, pietre ma anche nascosto la mano. E, soprattutto, nessun Governo ha sbarellato nei confronti della Francia: tutte le critiche e le incazzature (spesso sacrosante) contro quella nazione sono sempre rimaste nei precisi limiti concessi dall’opportunità politica e diplomatica.
Brutta mossa, invero, quella di Di Maio e Di Battista. L’amato Presidente Mattarella ha indubbiamente il suo stile e non mancherà di esporre il suo pensiero, ma fosse successo con Sandro Pertini in carica avremmo assistito ad una memorabile lezione – fulminea, fulminante e pubblica - di comportamento e decoro.
Abbiamo perso un’altra occasione di non aggravare la corrosione della nostra già scarsissima credibilità internazionale, grazie e due mosche cocchiere, che in paremiologia sarebbero quegli esponenti dell’entomologia favolistica i quali, stazionando dalle parti di equini accaldati per la fatica, avocano a sé il presunto merito della conduzione dell’equide.
Perché nelle intenzioni palesi del terribile duo pentastellare in trasferta, cavalcare la protesta francese da parte di esponenti politici italiani di vertice porterebbe ai gilets jeunespiù lustro, più autorevolezza, più dignità nonché ragioni ufficiali ed ufficializzate, appunto dalla carica governativa di Di Maio, dichiaratosi vicino alla protesta in quanto incarna i valori populisti fondanti del M5S.
In verità, la mossa di Dibba&Dimma (un po’ come Bibì e Bibò) è finalizzata alla ricerca di qualunque cassa di risonanza, per fare propaganda elettorale in Italia (anche perché in Francia non se li fila nessuno, i nostri pentastellari), in occasione delle prossime Europee, dato che la Lega di Salvini è in nettissimo vantaggio.
Solo i più fanatici pentastellari in Italia possono pensare che sia stata una gran mossa esportare il metodo del Movimento5Stelle in una nazione la quale, pur non avendo i mille anni di storia rivoluzionaria (come ha tanto convintamente quanto erroneamente scritto Di Maio), comunque ha una salda e sprovata tradizione organizzativa sociale e popolare. Basti considerare che gli scioperi in Francia riescono sempre tutti e portano a casa importanti risultati. (Gli scioperi francesi sono studiati dalle scienze dell’organizzazione sociale, sapevatelo. Noi Italiani possiamo essere pittoreschi, e finanche arrabbiati durante le nostre manifestazioni, ma il famosissimo 23 marzo 2002 cofferatiano è stato possibile solo e soltanto grazie alla miglior organizzazione mai (più) messa in campo da quel sindacato. Sapevatelo anche questo.)
E poi, con tutti i problemi che abbiamo già in casa, non hanno trovato di meglio – le già citate mosche cocchiere – che combinare altri casini oltreconfine? Nell’ultimo Consiglio dei Ministri sarebbero volati stracci tra il Premier e l’incoscienza grillina, per via del grave incidente diplomatico con la Francia. (Il Vicepremier pentastellato – riportano i retroscenisti – sarebbe arrivato ad intimare al Presidente del Consiglio di rimanere chiuso a Palazzo Chigi a lavorare di più. Brividi.)
Bisogna essere proprio inconsistenti per non considerare la scelleratezza politico-diplomatica di mettere il cappello sulle proteste estere, alla faccia del Governo di quello Stato. Non puoi andare in Francia, tu che sei un componente dell’Esecutivo, rappresentante del Governo italiano, tu che sei addirittura un Vicepremier, e dire en souplesse (in scioltezza, per rimanere in stile) ai Francesi barricaderi di condividere la lotta contro Macron.
Considero fuori dalla grazia della ragione andare a sollevare vespai diplomatici di tale portata.
I nostri baldi cavalieri hanno dato – strumentalmente - crediti e riconoscibilità ad un capopolo facinoroso, Chalencon, che straparla di guerra civile contro Macron e quest’ultimo non deve adombrarsene? Macron non deve reagire?
Macron ha tutte le ragioni per reagire, caspita. (Macron, approfittando della circostanza di sentirsi parte offesa, ha perfino rispettato il patto della SeaWatch accogliendo la quota di migranti assegnata alla Francia.) L’intemerata dei deux Italienes ha rappresentato una dichiarazione formale contro quel Governo nazionale ed è legittimo il richiamo dell’Ambasciatore.
Infine, controbattere che il Governo-del-cambiamento può cambiare anche le regole diplomatiche e di buon vicinato internazionale è letteralmente da ubriachi.
Analogamente, altre mosche cocchiere, segnatamente del Piddì, hanno pensato bene di scrivere (come partito, non come Governo) direttamente al Presidente Macron una nota di scuse, in cui hanno definito scellerati ed incompetenti il Governo ed i suoi Ministri.
Possiamo avercela contro la Francia ed i Francesi a livello antropologico, aneddotico, letterario, ma da una prospettiva politica ed economica non possiamo e non dobbiamo innescare gravi tensioni e guerre diplomatiche.
Possiamo, parimenti, prenderli e farci prendere in giro, fare satira vicendevolmente (beh, Asterix è una continua satira contro Roma, no?), con le modalità solite e artisticamente riconosciute, le quali, tuttavia, non contemplano lettere di candidati-alla-segreteria-di-partiti-in-via-di-estinzione rivolte ad un Capo dello Stato estero.
Non expedit, si direbbe in vaticanese, non conviene, non è opportuno. Eppure, è successo.
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idaitaly · 5 years
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REGOLAMENTO IDA ITALY 2019: SHOW CATEGORY CATEGORY
LA DJ BATTLE di quest’anno sarà online e sarà così strutturata:
ATTREZZATURA: almeno 1 giradischi e 1 mixer, oltre a qualsiasi combinazione di controller / strumenti che si desidera!
LUNGHEZZA DEL SET: un round di 6 minuti 
Naturalmente, lo scratch e il breat juggling sono importanti - l'IDA è una competizione per turntalbist. Nella categoria SHOW, tuttavia, sei incoraggiato a esplorare altre tecniche di performance e mostrare le tue capacità come producer. Sentitevi liberi di utilizzare MPC, NI Maschine, Ableton Push, campionatore, controller MIDI, pedali, flauti, chitarre e in realtà qualsiasi altra cosa possa essere importante per la tua performance. In questa categoria è una questione di musicalità e originalità. Pensate a una routine della SHOW Category come se foste un artista o band che esegue una canzone di 6 minuti con il turntablism al centro. Questa non è una tradizionale categoria di turntablism. Ecco perché abbiamo aggiornato le regole per la categoria TECNICA. VAI OLTRE AL TURNTABLISM TRADIZIONALE E MOSTRA SEMPRE QUANTO SEI IN GRADO DI FARE!
Ciascun partecipante dovrà presentare un video che riprenda chiaramente l’esecuzione nella sua esecuzione agli strumenti.
Il video dovrà essere inviato entro e non oltre 27 ottobre, tramite wetransfer, dropbox, google drive o simili a [email protected] indicando nome, cognome, dj name e la categoria a cui vuoi partecipare.
LA GIURIA: Come da tradizione la giuria sarà composta da turntablist, dj e produttori riconosciuti unanimemente (per titoli conquisti e chiari riconoscimenti di carriera).
Il vincitore della Show Category parteciperà alla finale IDA WORLD CHAMPIONSHIP il 30 Novembre a Cracovia (Polonia)! (*)
(*) Il costo della trasferta (viaggio / vitto / alloggio) è a carico del partecipante.
PREMIO: il vincitore riceverà il trofeo IDA ITALY 2019 CHAMPION realizzato come da tradizione da VINILIFICIO.
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sportpeople · 6 years
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Diluvia letteralmente sulla Capitale. È il giorno della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Buona parte della città è congestionata a causa del traffico che inspiegabilmente raddoppia quando la pioggia comincia a cadere rigogliosa.
Sono onesto fin da subito: da Juventus-Milan non mi aspetto granché a livello di tifo. Mi fa piacere assistere a una sfida del genere per il mero gusto di partecipare a una finale composta da due squadre blasonate del nostro calcio, ma nella mia mente ho pochissimi stimoli rivolti alle due curve. Forse perché negli anni, quando mi sono trovato di fronte a bianconeri e rossoneri, quasi mai sono uscito dallo stadio con considerazioni positive.
Tuttavia partecipare a un evento che assegna una coppa, con le due squadre più titolate del nostro Paese, è sempre stimolante se si ama il calcio. Sì, lo so, il nostro di calcio è ormai talmente disastrato che la Coppa Italia ne è un perfetto manifesto: iniqua, noiosa e sempre ad appannaggio dei grandi club. Ma questo passa il convento. Per una sera meglio non fare troppo i sofisticati.
Tutti i tagliandi sono andati via nella fase di prevendita e questo è facilmente riscontrabile nei numerosi torpedoni giunti da ogni parte d’Italia per seguire la sfida. Chissà in quanti avranno rimembrato quando Juventus-Milan assegnava sì una coppa, ma quella dalle grandi orecchie. Erano gli ultimi sprazzi della “belle epoque” del pallone nostrano, che ora fatica terribilmente nel confronto con gli altri club europei e ha ridotto la propria portata a spettacoli tecnicamente indecenti a cui assistiamo ogni domenica. Oltre che a campionati ormai quasi sempre scontati, che arrivano a fine stagione con verdetti già scritti.
Tornando a quello che più dovrebbe interessare i nostri lettori, una volta saliti gli scalini della Monte Mario lo sguardo va subito alle due curve. In Nord sono sistemati i milanisti, con tutti i loro classici striscioni. Mentre la Sud è stata riservata ai fan della Vecchia Signora. Su ambo i fronti si stanno preparando le coreografie, con il direttivo della Sud rossonera impegnato sulla pista d’atletica per coordinare il tutto.
Dopo la discutibile esecuzione dell’inno nazionale da parte di Noemi, le squadre si preparano a fare il loro ingresso sul terreno di gioco. E le scenografie cominciano a prendere forma. Bella, elaborata e difficile da realizzare quella dei milanisti. Penso di non fare torto a nessuno dicendo che attualmente sono tra i migliori in Italia nel realizzare simili spettacoli. E questo credo che rifletta anche una loro peculiarità che ho potuto apprezzare in questa serata: l’estrema organizzazione. Quasi maniacale.
Più semplice quella degli ultras bianconeri. Anche se tuttavia non l’ho trovata poi così male. Diciamo che negli ultimi anni, allo Stadium, hanno spesso toppato. In questa occasione invece mi sembra ingeneroso criticare eccessivamente il loro lavoro. Mettiamoci anche che non deve essere semplice instillare nella mente dei molti tifosi “occasionali” le regole base per far riuscire una coreografia.
Dicevo dell’organizzazione dei milanisti: forse è l’aspetto che mi ha più impressionato. Sapevo del loro periodo di buona forma, ma non mi aspettavo una prestazione così buona. Sarà che almeno in trasferta sono sempre stato abituato a vederli infarciti di tifosi provenienti da ogni luogo d’Italia e non solo, con cui è davvero difficile coordinare bene il tifo. Eppure si vede che in questi mesi ci dev’essere stato un buon lavoro da parte della Sud. Tanto che, malgrado il pesante passivo di 4-0, i meneghini sfoderano una prestazione davvero molto buona: cori tenuti a lungo e cantati quasi sempre dall’intero settore, belle manate, tamburi battuti alla perfezione e numerose torce accese qua e là. Evidentemente la voglia di risultati e il pessimo andamento sportivo delle ultime stagioni ha prodotto la giusta fame!
Discorso diverso per la sponda bianconera. Se si fa eccezione per qualche coro eseguito da tutto il settore, gli juventini fanno davvero fatica a farsi sentire con una certa continuità. Non so se a causa di una difficile coordinazione interna o per l’abitudine alla vittoria che ormai ne ha giocoforza alterato l’entusiasmo, però complessivamente la loro performance è tutt’altro che esaltante. In compenso belle esultanze ai gol e buona dose di colore quando tutti si ricordano di utilizzare le bandiere.
Come detto in campo finisce 4-0 per la Juventus, che conquista così la tredicesima Coppa Italia della sua storia.
All’esterno solita, pessima, organizzazione della viabilità attorno allo stadio Olimpico. Strade chiuse, autobus deviati e tifosi provenienti da fuori costretti a brancolare nel buio.
Testo di Simone Meloni. Foto di Lello Onina.
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Juventus-Milan, Finale Coppa Italia: spesso la fame restituisce la gloria Diluvia letteralmente sulla Capitale. È il giorno della finale di Coppa Italia tra Juventus e Milan. Buona parte della città è congestionata a causa del traffico che inspiegabilmente raddoppia quando la pioggia comincia a cadere rigogliosa.
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italianaradio · 4 years
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ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca
Nuovo post su italianaradio https://www.italianaradio.it/index.php/orgoglio-e-pregiudizio-lamaro-sfogo-dei-tifosi-del-san-luca/
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca Lente Locale
R. & P.
L’Orgoglio e il Pregiudizio (titolo anche di un romanzo della scrittrice britannica Jane Austen) vengono visti e definiti come due sentimenti d’impeto. Invece, l’orgoglio, nella tifoseria dell’Asd San Luca calcio (numerosissima) assume il senso della fierezza, il desiderio di ragionare sulle complicazioni sovrastanti. L’obiettivo sportivo da raggiungere, la serie D (intanto è primo in classifica), può attirare più attenzione anche sul terreno del disagio sociale. Proprio  per il rispetto che questo sforzo merita, il pregiudizio che di frequente viene indirizzato  verso questa squadra è ancora più colpevole. Non può venire in aiuto la tecnologia, così le decisioni degli arbitri in alcuni incontri fanno imbestialire i tifosi, alzare la voce a giocatori e dirigenti. La società denuncia molti torti, e si registrano episodi che si ” vestono” di pregiudizio : per ultimo, la decisione di assegnare la tribuna coperta sul neutro di Lametia (in città c’è una squadra anch’essa in corsa per la promozione) , nella finale di Coppa Italia, ai pochi tifosi al seguito della Morrone, mentre i circa 500 sostenitori del San Luca son dovuti rimanere sotto la forte pioggia che  ha accompagnato tutta la partita. Gli addetti all’ordine pubblico non hanno preso neppure in considerazione l’impegno solenne, con le tifoserie messe insieme ad assistere alla partita, di evitare e impedire screzi e disordini.  Si è anzi avvertito – denunciano  tifosi e dirigenti della squadra aspromontana – qualche atto arrogante di troppo. La lettera di protesta alle istituzioni del Sindaco di San Luca Bruno Bartolo, che insieme al Presidente della società Giampaolo e alla dirigenza, ha rinunciato nella gara alla tribuna coperta, è pure rimasta senza risposte. E sappiamo bene che, come ci ricorda Rinaldo Sidoli, “bisogna avere  più paura di chi sta in silenzio che di chi discrimina” (perché di un atto discriminatorio si è trattato). La  risposta più bella è venuta dalla sportività del pubblico, tutto a battere le mani a fine partita, e con la squadra della Morrone che si è recata sotto la gradinata dove erano assiepati i tifosi dell’Asd San Luca per tributare e ricevere un lungo applauso… Uno schiaffo agli organizzatori! San Luca si presenta con Corrado Alvaro, Padre Stefano De Fiores, Polsi, il grande impianto sportivo locale, la lotta, come altrove, tra il bene e il male. Ma restiamo sul tema, la ribalta nel calcio la raggiungono anche realtà (piccole) che non ti aspetti, Empoli e Villarreal per tutti (il Crotone l’altro anno era in serie A). San Luca ci crede alle serie superiori, esonera persino un allenatore che ha vinto quasi sempre ma non sempre (…). Con i successi si può distanziare la marginalità e lavorare ad un’immagine migliore!  Chi  vuole fare strada rispettando le regole, raggiungere serie superiori (nel calcio e nella vita), non va però ostacolato. L’Asd San Luca conquista ormai da due anni la Coppa Disciplina, per la  correttezza in campo e della tifoseria dentro e fuori le mura amiche, eppure ci sono state partite in trasferta con insistite perquisizioni all’ingresso dello stadio. “I pregiudizi hanno più sugo, talvolta, dei giudizi” (Gesualdo Bufalino). Da quelle parti sanno di dover agire controvento e che non tutti ne aiutano l’azione. Alvaro ha rammentato i… “torbidi torrenti” che “corrono a mare”, l’habitat contrastante, che non ha visto ancora spiegati tutti i suoi misteri,  i rischi per la sicurezza. Eppure quei torrenti hanno intorno tutti i colori. La comunità va avanti con diffidenza. Per fargliela abbandonare, occorrerebbe non dargliene motivo.  Parlando della cittadina e del momento magico della sua squadra, Gianni Brera utilizzerebbe il titolo di un suo libro, San Luca  ” Una storia di fiumi e di campioni”.
Franco Crinò – Giuseppe Nobile
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca Lente Locale
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca Lente Locale
R. & P. L’Orgoglio e il Pregiudizio (titolo anche di un romanzo della scrittrice britannica Jane Austen) vengono visti e definiti come due sentimenti d’impeto. Invece, l’orgoglio, nella tifoseria dell’Asd San Luca calcio (numerosissima) assume il senso della fierezza, il desiderio di ragionare sulle complicazioni sovrastanti. L’obiettivo sportivo da raggiungere, la serie D (intanto è […]
ORGOGLIO E PREGIUDIZIO L’amaro sfogo dei tifosi del San Luca Lente Locale
Gianluca Albanese
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giancarlonicoli · 4 years
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29 DIC 2019 12:19
RAI DI TUTTO, DI PUS - L’ALBERGATORE DI SANREMO E I FURBETTI DEL FESTIVAL: FATTURE FALSE PER AVERE I DIPENDENTI RAI CHE PRESENTAVANO ALL’AZIENDA SCONTRINI TAROCCATI - CHIUSA L’INCHIESTA PER 52 PERSONE, ORA RISCHIANO IL PROCESSO PER TRUFFA – ECCO COME FUNZIONAVA IL SISTEMA RAI ESCOGITATO PER GONFIARE LE SPESE DI TRASFERTA
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Michela Allegri per www.ilmessaggero.it
Notizie riservate spifferate sottobanco, una contabilità parallela e un vero e proprio «sistema Rai», escogitato da decine di dipendenti per gonfiare le spese di trasferta. Agli atti dell’inchiesta sul maxi raggiro costato all’azienda di Stato circa 120mila euro di rimborsi non dovuti elargiti a tecnici del suono e delle luci, registi, autori, direttori della fotografia e scenografi incaricati di seguire il Festival di Sanremo, c’è un’informativa della Guardia di finanza di Imperia che tratteggia i contorni dell’imbroglio.
La procura di Roma - il pm è Alberto Pioletti - ha chiuso le indagini per 52 persone, tutte accusate di truffa: 51 dipendenti Rai e Matteo Paracchini, cognato del sindaco di Sanremo e titolare dell’hotel Belsoggiorno, che dal 2013 al 2015 avrebbe emesso fatture false permettendo ai clienti di presentare all’azienda scontrini taroccati. È stato proprio lui il primo a parlare del «sistema Rai» e a lasciare intendere di essere stato avvisato dell’indagine a suo carico.
Quando nel 2016 i finanzieri hanno bussato alla porta del Belsoggiorno per un controllo fiscale, Paracchini si aspettava la visita: nell’informativa si legge che prima dell’arrivo del suo avvocato, ha detto che «nell’aprile 2016, quando è stato avviato il controllo fiscale, ha ricevuto una telefonata nel corso della quale una persona, di cui non ha voluto indicare le generalità, gli comunicava di essere venuto a conoscenza del controllo». La talpa gli avrebbe anche rivelato che l’indagine riguardava «la questione Rai», avvertendolo «di stare attento». Poi ha aggiunto che «il sistema Rai gli era stato imposto». Paracchini sosteneva di essere «costretto» ad accettare quelle condizioni «per garantirsi la presenza dei dipendenti Rai».
Aderendo al sistema, infatti, «sarebbe stata garantita la sistematica occupazione delle camere per l’intero periodo delle manifestazioni da parte di quel personale che avrebbe soggiornato per il periodo più lungo. In caso contrario, presso la struttura sarebbero state alloggiate persone che, ricoprendo mansioni marginali, avrebbero soggiornato per un periodo più breve».
Erano i dipendenti della tv pubblica, infatti, a scegliere tra gli alberghi convenzionati quelli dove alloggiare. E avrebbero optato per il Belsoggiorno proprio perché l’accordo con la proprietà avrebbe permesso loro di “taroccare” gli scontrini. «Nel novembre dell’anno precedente il Festival qualche dipendente chiamava per assicurarsi che l’accordo fosse sempre valido e, ottenuta la conferma, passava la voce ai colleghi», ha raccontato un addetto alla reception. L’albergatore avrebbe aggiunto di avere seguito le regole dopo il controllo del 2016, constatando un calo di presenze. Poi, però, in presenza del suo avvocato, ha ridimensionato i fatti, parlando di un tentativo di evasione fiscale. In realtà, dalle indagini è emersa l’esistenza di una «contabilità parallela a quella ufficiale», chiosa la Finanza.
Le false fatture sarebbero state emesse anche in altre occasioni: la Milano-Sanremo, la festa dei Carri fioriti, Sanremo giovani. A raccontarlo, sono stati i dipendenti dell’albergo, che hanno spiegato come funzionava il «sistema Rai». Un testimone ha dichiarato che «l’albergo, ospitando i dipendenti della tv di Stato, provvedeva a emettere fatture fiscali per pasti che non venivano consumati, erano gratuiti, venivano consumati con un esborso di denaro inferiore».
Gli stessi documenti venivano poi «usati dai dipendenti Rai per ottenere il rimborso di spese mai sostenute». Il testimone ha aggiunto che «Paracchini era costretto comportarsi così in quanto, in caso contrario, i dipendenti Rai avrebbero chiesto l’alloggiamento altrove». Un ex addetto alla reception ha poi spiegato gli escamotage per evitare che le fatture ritoccate venissero contabilizzate: veniva fatta una fotocopia a colori di un documento fiscale originale in bianco, e veniva poi usata per emettere la fattura senza inserire nulla nella contabilità ufficiale. Oppure, veniva usato un file excel, appositamente predisposto, con i caratteri uguali a quelli del programma contabile dell’albergo.
Un altro receptionist ha detto che, nonostante la convenzione prevedesse l’alloggio in una camera singola, spesso i dipendenti Rai decidevano di stare in coppia, mentre la camera, già pagata dall’azienda di Stato e lasciata libera, veniva rivenduta ad altri clienti. «Paracchini corrispondeva ai due “conviventi” 20 euro a testa al giorno per il tempo di soggiorno». L’accordo sui pasti funzionava così: «Il primo pasto consumato era gratuito, mentre il secondo era pagato al 50%, cioè circa 20 euro». Mentre il rimborso chiesto alla Rai era relativo a due pasti, per un totale di 60 euro.
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