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#Hamas cresce»
fafo53 · 7 months
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vintagebiker43 · 8 months
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In queste ore convulse dove tutti dicono un po' di tutto, vorrei fare qualche considerazione anch'io:
1) Israele NON rappresenta "i valori dell'Occidente", per un semplice motivo: non è uno Stato laico e liberale, è uno Stato che nasce e cresce su base etnico-religiosa. In Israele gli solo gli Ebrei di discendenza ebrea sono cittadini realmente di serie A.
2) Hamas rappresenta i palestinesi tanto quanto i coloni Israeliani rappresentano Israele, ovvero in esigua minoranza. Anche i coloni sionisti sono una frangia estremista, fondamentalista religiosa, totalitaria e violenta, ma nessuno dice che la politica di Israele sono le loro idee. Chiaramente molti palestinesi simpatizzano per Hamas così come molti israeliani simpatizzano per i coloni, non foss'altro che per ammirazione verso il loro sprezzo del pericolo e la loro fede incorruttibile.
3) In queste ore ho letto decine e decine di commenti su quello che sta accadendo in Israele e a Gaza, e mi sembra che improvvisamente tutti si siano dimenticati del Piano Trump proposto nel 2020, che Netaniyahu ha accolto con favore, iniziando i progetti di implementazione. In pratica il "Piano di Annessione" prevede l'annessione a Israele di molti territori della Valle del Giordano e il riconoscimento di tutti gli insediamenti dei coloni nella zona. Il piano non dice cosa farne degli Arabi ivi residenti... La cosa più probabile è il classico Apartheid. Nel piano si prevede il riconoscimento di quel poco che resta come territorio dello Stato Palestinese , però "demilitarizzato" e costretto a accettare strade blindate e barriere al suo interno per la protezione delle colonie Israeliani presenti a macchia di leopardo.
Chiamare "Stato" una cosa del genere è chiaramente un eufemismo. Già subito, nel 2020, Hamas dichiarò che il Piano Trump era "una dichiarazione di guerra".
Qualcuno ha provato a fare qualche ipotesi di quello che in un Paese Occidentale Liberale sarebbe la cosa più logica e normale, ovvero risolvere dando agli arabi residenti in quei territori in Cisgiordania la cittadinanza Israeliana, iniziando un processo di integrazione e di concessione di pari diritti. Chiaramente, visto che, come già detto qui sopra Israele NON è affatto uno Stato laico e liberale, la maggioranza degli Israeliani si è sempre dichiarata contraria, e di fatto in Israele un'opzione di questo tipo non è mai stata presa seriamente in considerazione. Se vuoi prenderti la terra dove abita un altro gruppo etnico-religioso e ti dichiari contrario a qualsiasi forma di integrazione di queste persone, quali opzioni rimangono? Restano di fatto solo l'apartheid e/o la pulizia etnica. Soluzioni che non hanno nulla a che vedere con i valori fondanti dei moderni Stati Occidentali.
Paul Olden
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realnews20 · 9 days
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Se c’è un primo risultato che emerge dalla guerra a Gaza e che di certo non farà piacere al primo ministro di Israele, Benjamin Netanyahu, è che la mattanza di civili sembra aver scosso le fondamenta dell’Europa, dove cresce il fronte dei Paesi che riconoscono ufficialmente l’esistenza dello Stato palestinese. Ai nove Stati che ben prima della deflagrazione del conflitto in Medio Oriente hanno già preso questa strada, ossia Svezia, Malta, Cipro, Polonia, Ungheria, Cechia, Slovacchia, Romania e Bulgaria, a breve se ne aggiungeranno altri tre. Infatti, nel volgere di poche ore, anche Norvegia (che non fa parte dell’Ue, ndr), Irlanda e Spagna hanno annunciato che il prossimo 28 maggio riconosceranno l’esistenza della Palestina. Medio Oriente, in Europa cresce il fronte dei Paesi che riconoscono lo Stato Palestinese con l’ok di Irlanda, Norvegia e Spagna Come prevedibile, questo annuncio ha scatenato la reazione di Tel Aviv, che ha immediatamente richiamato i propri diplomatici da Dublino, Madrid e Oslo in segno di protesta. Un’azione a cui ha fatto seguito l’intervento del ministro degli Esteri, Israel Katz, secondo cui “Israele non lascerà passare tutto questo sotto silenzio”, definendo la mossa dei tre Paesi europei come una “parata di stupidità”. “Irlanda e Norvegia intendono lanciare oggi un messaggio ai palestinesi e al mondo intero: il terrorismo paga. Il passo distorto di questi Stati è un affronto alle vittime del 7 ottobre”, ha concluso Katz spiegando che “ciò danneggia anche gli sforzi per riportare indietro i 128 ostaggi”. Se possibile, è stato ancor più duro il ministro delle Finanze israeliano e leader di estrema destra, Bezalel Smotrich, che ha chiesto a Netanyahu di “autorizzare 10mila nuove case di coloni” in risposta all’annuncio. Del tutto diversa la posizione del leader dell’Autorità Palestinese, Abu Mazen, che ha accolto con favore il riconoscimento, affermando che la decisione sancirà “il diritto del suo popolo all’autodeterminazione” e sosterrà gli sforzi per realizzare una soluzione a due Stati con Israele. Alle parole di Katz e Smotrich, ha risposto il primo ministro norvegese, Jonas Gahr Store, dicendo di “prendere atto” delle critiche di Tel Aviv, precisando che quello di Netanyahu “è un governo con il quale abbiamo molti disaccordi. Ciò su cui siamo d’accordo è condannare il crudele attacco di Hamas del 7 ottobre”. Poi, ribadendo il diritto alla difesa dello Stato ebraico, ha aggiunto che a suo parere “questo governo israeliano rifiuta il diritto dei palestinesi ad un proprio Stato e ha voci che parlano di soluzioni molto pericolose. Non siamo d’accordo con questo”. Dello stesso avviso anche il premier spagnolo, Pedro Sánchez, secondo cui “il riconoscimento dello Stato palestinese non è contro nessuno, non è contro il popolo di Israele, che rispettiamo e apprezziamo, né contro il popolo ebraico, né è a favore di Hamas”; è invece “a favore della coesistenza pacifica tra Israele e Palestina e della soluzione dei due Stati”. La posizione di Roma sul Medio Oriente Se mezza Europa riconosce o si appresta a riconoscere la Palestina, l’Italia continua a fare orecchie da mercante. Il vicepremier e ministro degli Esteri, Antonio Tajani, sulla questione ha voluto tenere il piede in due scarpe, spiegando che “siamo anche pronti a lavorare ad una soluzione così come proposto dalla Lega Araba per preparare il terreno alla nascita dello Stato palestinese finita la guerra, con una sorta di amministrazione dell’Onu, anche con una presenza militare a guida araba, e siamo pronti a inviare militari italiani che possono essere parte di questa missione”, salvo poi precisare la contrarietà a “passi che servono soltanto a creare tensione che non servono”. Ben diversa la posizione del leader M5S, Giuseppe Conte, che continua a ritenere la politica dei “due Stati per due popoli” come l’unica soluzione possibile alle tensioni in Medio Oriente. Dello stesso avviso la segretaria Pd, Elly Schlein, che ha dichiarato: “Bene la Spagna di Pedro Sanchez, la Norvegia e l’Irlanda, che riconosceranno lo Stato di Palestina.
Anche noi chiediamo il riconoscimento europeo dello Stato di Palestina, per aiutare il processo di pace”. [ad_2] Source link
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L’inchiesta: “Israele utilizza l’IA per individuare gli obiettivi di Hamas a Gaza. Così cresce il rischio di errori sui civili”
Due software genererebbero l’elenco dei bersagli raccogliendo foto, dati anagrafici, contatti WhatsApp e creando un registro di probabili miliziani. I programmi tentano di indovinare anche la presenza di civili vicino: il comando militare ha ordinato di accettare un numero di… source
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lamilanomagazine · 4 months
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L'Fmi non cambia le stime: l'Italia crescerà dello 0,7% nel 2024
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L'Fmi non cambia le stime: l'Italia crescerà dello 0,7% nel 2024. L'Italia crescerà dello 0,7% nel 2024 e dell'1,1% nel 2025. Lo prevede il Fondo Monetario Internazionale nell'aggiornamento del World Economic Outlook, nel quale ha confermato il 0,7% di crescita quest'anno e ritoccato leggermente al rialzo di 0,1 punti percentuali quella per il 2025. Con il suo +0,7% l'Italia cresce più del Regno Unito (+0,6%) e della Germania (+0,5%) nel 2024. Nel 2023 il Pil italiano, corretto per gli effetti di calendario e destagionalizzato, è aumentato dello 0,7% rispetto al 2022, chiuso a +3,7%. Lo rende noto l’Istat, precisando che nel 2023 ci sono state due giornate lavorative in meno del 2022 e che i risultati dei conti nazionali annuali saranno diffusi il prossimo 1 marzo. La stima del governo contenuta nella Nadef indicava per lo scorso anno una crescita dello 0,8% ma, dopo lo scoppio della guerra tra Israele e Hamas, il ministro dell'Economia Giancarlo Giorgetti ha evidenziato il rischio di un rallentamento dell'economia e quindi di una revisione al ribasso delle previsioni. La crescita annuale dell'Eurozona e dei ventisette Paesi dell'Ue nel 2023 è stata dello 0,5%. Lo comunica Eurostat nella sua prima stima flash sul Pil. Il Pil tedesco nel quarto trimestre 2023 è sceso dello 0,3% rispetto al trimestre precedente. Lo comunica l'Ufficio federale di statistica, in base a dati provvisori, come riporta Dpa. Nel 2023 il Pil al netto dei prezzi è sceso dello 0,3% confermando le prime stime del 15 gennaio. L'economia spagnola ha chiuso il 2023 con una crescita del Pil su base annua del 2,5% e una robusta accelerazione nel quarto trimestre dello 0,6% rispetto allo 0,4% del trimestre precedente, secondo i dati diffusi oggi dall'Istituto nazionale di Statistica (Ine). In un contesto complicato dai conflitti e nonostante l'aumento dei tassi di interesse, il Pil ha superato le previsioni del governo, che a inizio anno situavano la crescita su livelli di poco superiori all'1%.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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brasilsa · 7 months
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noticiasauto2 · 8 months
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Israel-Hamas: temor de escalada regional cresce com combate na fronteira no Líbano e tensão com Irã - G1
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GERUSALEMME. NETANYAHU: "DALLA GUERRA AD HAMAS ALLA PUNIZIONE COLLETTIVA CONTRO I PALESTINESI".
LA GUERRA HAMAS-ISRAELE HA RAGGIUNTO LO SCOPO PREFISSATO DA NETANYAHU CHE NELLE SUE INTENZIONI NEPPURE TROPPO NASCOSTE VOLEVA UNA PUNIZIONE COLLETTIVA NEI CONFRONTI DELLA POPOLAZIONE PALESTINESE, INTANTO CRESCE LA TENSIONE PER IL TEMUTO INTERVENTO DELL’IRAN, CHE ALLARGHEREBBE IL CONFLITTO A TUTTA L’AREA MEDIORIENTALE. Nella foto le immagini dei bambini palestinesi uccisi dall’esercito israeliano…
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dalata1 · 8 months
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uol bullet
visualizar esse email aqui Terça-feira, 10/10/2023  Imagem de satélite divulgada pela Maxar Technologies nesta terça mostra os restos da torre Watan, na Cidade de Gaza, após ataque aéreo israelense. 10.out.2023 – AFP / IMAGEM DE SATÉLITE 2023 MAXAR TECHNOLOGIES Guerra entre Israel e Hamas avança, e cresce temor de mais risco para civis Roger Modkovski Com o número de mortos até agora podendo…
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apsny-news · 1 year
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Razzi da Libano e Gaza su Israele, cresce la tensione - Mondo
La pioggia di razzi su Israele dal Libano e da Gaza rischia di infiammare il Medio Oriente. Lo Stato ebraico ha accusato fazioni palestinesi legate ad Hamas di essere responsabili del lancio di 34 missili dal Paese dei Cedri verso la Galilea occidentale. Razzi preceduti da altri 7, di cui 5 verso Israele, tirati direttamente dalla Striscia in apertura della giornata in cui si festeggia la Pasqua…
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recantodaeducacao · 3 years
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Hamas: o que é o grupo palestino que enfrenta Israel e comanda Gaza
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Desde o dia 10 de maio, os olhos de todos os países do mundo ficaram voltados para o Oriente Médio. Nos últimos dias, a região foi palco da maior escalada de violência entre Israel e Palestina desde 2014. Desta vez, a tensão entre os povos foi intensificada após famílias palestinas, que vivem em um bairro de Israel, receberem ameaças de despejo. O novo capítulo do conflito se estendeu pelas últimas semanas e deixou, entre civis e militares, mais de 240 mortos. Nesta sexta-feira, 21, israelenses e palestinos concordaram com o cessar-fogo. Mesmo que a medida seja comemorada pela comunidade internacional, israelenses e palestinos compreendem que a trégua é temporária. Isso porque a nova tensão corresponde apenas a um novo capítulo da disputa pela Terra Santa, que se arrasta há décadas.
De um lado, Israel ataca para “combater organizações terroristas”, proteger seu povo e avançar sobre os territórios da Faixa de Gaza e da Cisjordânia. Do outro lado, o Hamas – a maior organização islâmica presente nos territórios palestinos, luta pela instauração de um Estado palestino que inclua todo o território da Palestina Histórica – o equivalente à junção das regiões da Faixa de Gaza, Israel e Cisjordânia. Em entrevista à Jovem Pan, o professor de Relações Internacionais e coordenador do núcleo de Oriente Médio da ESPM, Gunther Rudzit, explicou a atuação do Hamas — o grupo palestino que surgiu como forma de resistência à ocupação israelense e atualmente é uma das maiores forças políticas da região.
Quando o Hamas surgiu?
O nome ‘Hamas’ remonta à sigla em árabe para Movimento da Resistência Islâmica (Ḥarakat al-Muqāwamat al-Islāmiyyah). O grupo palestino surgiu em 1987, após a primeira rebelião popular dos palestinos contra a ocupação israelense da região. Fundado com o intuito de destruir Israel através de seu braço militar — as brigadas al-Qassam, e de oferecer programas de bem-estar social para o povo, o Hamas se consolidou como o principal movimento que pega em armas para combater o avanço dos israelenses sobre o território. Mesmo sendo um grupo de oposição, o professor Gunther Rudzit esclarece que o próprio Estado de Israel apoiou a criação do Hamas. “Naquele momento, a Organização para a Libertação da Palestina (OLP), outro movimento de oposição, ganhava muita força e se tornava uma grande ameaça a Israel. Com a ideia de enfraquecer a OLP dividindo o apoio dos palestinos ao grupo, Israel apoiou a formação do Hamas. A OLP realmente enfraqueceu, mas a um custo muito alto porque Israel nunca pensou que o Hamas tomaria tamanha proporção”, explicou.
Em seu estatuto original, o Hamas se compromete com a destruição de Israel e a formação do Estado Islâmico. “O Movimento de Resistência Islâmica sustenta que a Palestina é um território de legado hereditário para todas as gerações de muçulmanos, até o Dia da Ressurreição. Ninguém pode negligenciar essa terra, nem mesmo uma parte dela, nem abandoná-la, ou parte dela. […] Nenhuma organização, ou todas as organizações juntas – sejam elas palestinas ou árabes – têm o direito de fazê-lo, porque a Palestina é território de legado hereditário, dado para todas as gerações de muçulmanos, até o Dia da Ressurreição”, registra parte de sua carta de fundação. Conforme os anos se passaram, o movimento alcançou popularidade entre os palestinos, desenvolvendo, além dos braços militar e social, um braço político. Por isso, desde 2007, o Hamas governa a Faixa de Gaza, região onde vivem cerca de dois milhões de habitantes.
O Hamas se envolve em conflitos por questões políticas ou religiosas?
O professor aponta que, no Oriente Médio, a religião é um fator estruturante. Por isso, interesses econômicos e políticos estão atrelados às questões religiosas na região. Por exemplo, Israel e Hamas disputam a Terra Santa há décadas. Para os judeus, o local é conhecido como a “Terra Prometida” por Deus à Abraão. Já para muçulmanos, o território é sagrado porque, além das menções da região no Alcorão, teria sido onde ocorreu a ascensão de Maomé aos céus. Apesar disso, a cada novo conflito, ambos disputam forças políticas e econômicas na região. “O Hamas se refere ao local como ‘A Palestina Islâmica’, mantendo sua postura religiosa”, disse.
Apesar disso, há quem diga que o grupo está deixando de lado alguns de seus princípios, como a luta pela eliminação de Israel. “Estão fazendo um jogo duplo. No que diz respeito à criação da Palestina, parte dos dirigentes do Hamas estão debatendo se princípios devem ou não serem abandonados. Isso porque, conforme seu estatuto de fundação, o grupo defende a criação de uma única Palestina, que se estenderia do Rio Jordão ao Mar Mediterrâneo. Atualmente, a maior parte deste território está sob o controle de Israel. Além disso, através de um de seus braços, o Hamas aceita o jogo político como está posto para tentar ocupar o governo da região.”
O movimento pode ser considerado um grupo terrorista?
“A definição ‘grupo terrorista‘ é fundamentalmente política porque, na prática, o terrorismo se utiliza da violência para alcançar objetivos políticos – assim como a guerra”, afirmou Gunther Rudzit. Sendo assim, o professor explica que o Hamas pode ser considerado um grupo terrorista ou não “dependendo de quem o analisa”. “O Hamas não é só uma entidade militar, sua origem é a assistência social, portanto possui hospitais, escolas e bancos na região. Além disso, conforme foi ganhando popularidade, desenvolveu o braço político. Por isso, para muitos governos — sobretudo muçulmanos, o Hamas não é um grupo terrorista. No entanto, para nações historicamente alinhadas a Israel, como Estados Unidos e União Europeia, o movimento é terrorista. Ainda há países que reconhecem apenas as brigadas militares como terroristas porque assim conseguem manter um diálogo com o braço político do Hamas”. 
Como o Hamas se mantém financeiramente e militarmente na Faixa de Gaza?
Para responder à questão, Gunther Rudzit deixa claro que o Hamas atua como um governo na Faixa de Gaza. Por isso, além da ajuda financeira de outras nações, o grupo também se mantém localmente, a partir da arrecadação de impostos. “O grande ponto é o braço político do Hamas. Em 2006, ele efetivamente se tornou uma força política e ganhou as eleições com grande apoio em Gaza e na Cisjordânia. No entanto, a organização que ainda hoje comanda a Cisjordânia, a Fatah, não reconheceu a vitória do Hamas, declarou estado de emergência e nunca mais chamou eleições. Desde então, o Hamas controla apenas a Faixa de Gaza. Ele é o governo do local, possui toda uma estrutura social e ainda recebe ajuda financeira de governos da região do Golfo, que são ricos em petróleo. Inclusive, a Arábia Saudita é um dos países que mais ajuda o Hamas financeiramente”, analisa.
De acordo com o professor, as doações dos governos aliados são essenciais para a manutenção do grupo, já que Israel tenta estrangular financeiramente o movimento e a Fatah se recusa a repassar fundos arrecadados. Além disso, ele afirma que a ajuda de outros países é fundamental para as armas chegarem ao Hamas. “As armas são enviadas fundamentalmente pelo Irã, sobretudo os mísseis. Para que o repasse aconteça por água, o Irã conta com a ajuda do Hezbollah, uma organização do Líbano. Às vezes, o Irã também faz o transporte via terra pelo Egito, apesar do país estar tentando interromper a movimentação em suas terras.”
O Hamas se enfraquece nos conflitos contra Israel?
“Cada uma destas ações militares só fortalecem o Hamas. O apoio ao grupo não cresce apenas entre os palestinos que vivem na Faixa de Gaza, sob seu controle, mas também entre aqueles que moram na Cisjordânia. Isso porque, independente da região onde habitam, são irmãos palestinos e apoiam quem está os defendendo — neste caso, o Hamas. O Fatah, que controla a Cisjordânia, não está lutando pelos palestinos de seu território. Por isso, cada vez mais, aumenta o descrédito da população em relação à Fatah, ao passo em que cresce a vontade dos jovens de apoiarem politicamente o Hamas”, explica Rudzit.
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realnews20 · 12 days
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Se l’intenzione della guerra nella Striscia di Gaza, sferrata da Benjamin Netanyahu, è quella di neutralizzare definitivamente i terroristi di Hamas e le loro strutture logistiche, allora la strada è ancora lunga e forse si può già parlare di un possibile fallimento. A dirlo, senza troppi fronzoli, è il portale statunitense Politico in un lungo e dettagliato articolo in cui, citando diversi funzionari degli Usa, spiega che: “L’amministrazione di Joe Biden teme che Israele stia sprecando disastrosamente la sua opportunità di vittoria contro Hamas, perdendo la sua migliore possibilità di eliminare la presa del gruppo su Gaza e la minaccia al popolo israeliano”. Il problema, secondo l’importante sito informativo, è che “sebbene le comunicazioni e le capacità militari di Hamas siano state degradate, solo il 30-35 per cento dei suoi combattenti – quelli che facevano parte di Hamas prima dell’attacco del 7 ottobre – sono stati uccisi e circa il 65 per cento dei suoi tunnel sono ancora intatti, secondo quanto riferisce l’intelligence americana”. Basterebbe questo per capire la portata del fallimento a Gaza, ma c’è di più. Secondo Politico, i funzionari di Biden “sono sempre più preoccupati per il fatto che Hamas sia riuscito a reclutare migliaia di persone” durante questi sette mesi di inconcludente guerra, e “ciò ha permesso al gruppo di resistere a mesi di offensive israeliane” senza perdere né la presa sul territorio di Gaza né le capacità militari del gruppo. Gaza, dopo sette mesi di guerra il potere di Hamas è immutato Insomma, al di là del supporto pubblico degli Stati Uniti a Israele, sotto traccia Washington non lesina critiche a Tel Aviv. “Israele ha il diritto e la responsabilità di sconfiggere Hamas, ma la sua attuale strategia di operazioni militari convenzionali su larga scala si ritorcerà contro e minerà tale obiettivo”, ha dichiarato il deputato americano Jason Crow. “Gli Stati Uniti hanno imparato nel corso di decenni che, se non si concentrano i bisogni umanitari e la protezione dei civili nei conflitti, i propri obiettivi militari falliranno” ed è proprio qui che Netanyahu avrebbe fallito perché, insiste Crow, “stiamo vedendo in prima persona che Hamas sta riemergendo rapidamente dopo le operazioni dell’esercito israeliano (IDF) e mantiene sostanzialmente intatte le capacità nonostante mesi di combattimenti”. In altre parole, se la guerra nella Striscia sarà un fallimento, prosegue Politico, tra i motivi principali c’è proprio il fatto che “a Gaza non sono arrivati abbastanza aiuti umanitari, diffondendo condizioni simili alla carestia in tutta l’enclave e facendo arrabbiare i palestinesi che devono costantemente fuggire dalla violenza o rischiano di essere uccisi come migliaia di altri civili. Tra il peggioramento delle condizioni e le accuse secondo cui Israele ha intenzionalmente ritardato l’assistenza alle persone bisognose, cresce il rischio che i residenti di Gaza finiscano tra le braccia di Hamas”. Scontro frontale tra Israele e Onu su Gaza Davanti a questa analisi, fa sorridere il fatto che il premier Netanyahu si sia paragonato a Winston Churchill e Franklin Delano Roosevelt in un’intervista alla Cnn in cui, tanto per cambiare, ha attaccato la procura della Corte penale internazionale per aver richiesto un mandato di arresto contro di lui ed altri dirigenti del suo governo, oltre ai principali leader di Hamas, per presunti crimini di guerra nella Striscia di Gaza. Intervista in cui ha paragonato sé stesso all’ex presidente George W. Bush e i suoi nemici di Hamas al leader di Al-Qaeda, Osama bin Laden, arrivando a sostenere, letteralmente contro tutto e tutti, che le Forze di difesa israeliane hanno fatto molto meglio delle Forze armate statunitensi nella città irachena di Fallujah durante la guerra in Iraq del 2003 in quanto “il rapporto tra civili e combattenti uccisi è il più basso nella storia della guerra urbana, certamente una guerra urbana densa come questa. Si tratta di uno a uno”. Una tesi che appare
indifendibile alla luce delle dichiarazioni dell’Onu secondo cui Israele “continua a compiere palesi violazioni dei diritti umani” a Gaza, e proprio per questo l’Agenzia delle Nazioni Unite per i rifugiati palestinesi (Unrwa) è stata costretta ad annunciare la sospensione della distribuzione di cibo a Rafah, per problemi di approvvigionamento e sicurezza a causa dei combattimenti in corso. [ad_2] Source link
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Diario da Gaza – L’amore segreto e il sesso negato: l’intimità ai tempi della guerra di chi prova ad andare avanti
RAFAH – Quella che stiamo vivendo mesi è la guerra più lunga da quando Hamas governa la Striscia di Gaza. Sono quasi sei mesi che viviamo sotto le bombe, un tempo insopportabile che ci sta cambiando profondamente, anche nelle nostre consapevolezze. Cresce infatti la percezione che questa non è più soltanto una situazione temporanea ma una nuova condizione e che per sopravvivere, non solo nel…
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sebastiancazeiro · 7 years
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AUSTRÁLIA: PARTIDO PROMETENDO "REDUZIR O ISLÃ" CRESCE EM POPULARIDADE
AUSTRÁLIA: PARTIDO PROMETENDO “REDUZIR O ISLÔ CRESCE EM POPULARIDADE
Fonte/Source: Australia: Party vowing to “reduce Islam” soaring in popularity —JIHAD WATCH
AUSTRÁLIA: PARTIDO PROMETENDO “REDUZIR O ISLÔ CRESCE EM POPULARIDADE
POR CHRISTINE WILLIAMS
7 DE JANEIRO DE 2017
A Q Society  (da qual Robert Spencer, diretor da Jihad Watch, é o “Primeiro Membro Vitalício”) é descrita no artigo abaixo como “anti-Islã” e marcada como uma entidade reacionária que reage…
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Isabel Marant Portugal Outlet Como em qual comprar quando o apenas direito Isabel Marant Tênis
Mais importante, usar todas as estratégias de moda faz com que seja bonito. De fato, escolher os sapatos em particular é uma questão extremamente importante que você pode nos fazer. Muitas pessoas sempre sentem se os sapatos permanecem fora de moda e estilo ou se encaixam em ocasiões extraordinárias. Por conseguinte, muitas vezes é o top escolha. Isabel Marant Sneakers Outlet quele estilo favorito e cor, qualidade provavelmente são todos perfeitos aqui no supermercado. Embora vários são muito moda sapatos disponíveis sem esforço nos dias. Tamanhos, cores, criações e padrões são pletóricos prósperos! Há algo para todos, além de tudo que é necessário para alguém. Naquele tempo de sapato de verão para os sapatos de lã de caxemira linda, se você pode ser altamente um método fanático, você deve dar um objetivo de comprar Sapatos Isabel Marant. Um namorado deve curtir seu estilo, então seja automaticamente o sapato da sua namorada! Bem como que tipo de tamancos é que você simplesmente bom par de sapatos? Aprenderemos no Velho Continente e no País as estrelas colossais aqui no outono e no frio este período pode desfrutar das escolhas de sapatos, o que vai ser uma extração de valor, você não é capaz de faltar de altos patifes! Fabricantes de um tênis isabel marant agora têm que descer a mente para a moda consciente em relação à mulher no mundo real. Certamente, a moda de um homem é certamente também ou talvez o objetivo. Assim, eles não projetam atualmente o calçado masculino, mas prestam atenção significativa quando o estilo do homem. Ao longo de uma palavra, os designers gráficos isabel marant querem que você domine atualmente o domínio da moda em sua terra atual. Talvez, não para uma longa final, eles certamente transformem a atenção de um indivíduo na moda infantil. Todos os designs, além das cores que todos querem, vão ser entendidos em Isabel Marant dentro da estação de compras. Aqui, o seu site não precisa mais comprometer a escolha do estilo da melhor qualidade. Essas posições unem forças a esses dois elementos diferentes que dão aos seus pés finais uma viagem maravilhosa e particular. Vamos exigir a caneca de café todos os dias, então a tecnologia da informação é tremendamente essencial para escolher os tênis certos para os seus pés pessoais. As condições de frio do outono são o clima incerto, um blusão rosa convidativo é bom e acelera a aparência inclusiva, parecida com as mãos direitas. Como nós dois sabemos, o blusão espetacular deve ser adequado para um bom e sólido par de saltos caros. Seu próprio par de aceitação natural e individualidades de salto alto pode tornar possível para você olhar mais lindo e frio. Procure inspiração nos filmes: Sid e Nancy (1986), Um Runaways em particular (2010), Subúrbio (1984), The Punk Rock Rock Filme (1991). Acesse as coisas do designer deste ano mencionadas anteriormente e inicie o emparelhamento com uma variedade de itens semelhantes. Esta moda para é, apesar de tudo muito eficaz em 2010. Designers como Balmain, Burberry Prorsum, Balenciaga, bem como uma venda isabel marant fornecido seus aparelhos para a pista mais importante cerzir sobre espartilhos cravejados, tops de malha, rasgou calça e botas profundamente. Absolutamente um associado com os melhores shows daquele ano provavelmente foi o de Jean Paul Gaultier que pode rotear totalmente a tendência punk. As modelos de Gaultier vestidas com botas de Dr. Martens, cabelo espetado em cima das perucas de Joan Jett, sempre seus muitos arquivos famosos foram encontrados na trilha sonora. 'Eu absolutamente amo a vibração do programa! Meu companheiro sempre me Isabel Marant Portugal Outlet hama de princesa de Miami quando se trata de ajudar a moda. Embora viajar, portanto, muito para o trabalho parece ter expandido um gosto para ajudar outros 'sabores da vida', área sul da Flórida sempre fará meu corpo e um pouco de casa. O que eu amo que a cena de Miami Fashion continua e cresce, assim como a atenção das pessoas, já que algumas delas provavelmente não exigirão isso tão na moda) Enquanto eu penso Quando eu definitivamente vou me sentir maravilhosa em uma roupa de banho, corte, e flops, recontou Heide.
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E il setup cresce #hama #staffareflex #piccolivideomakercrescono #principiantiallosbaraglio #attesainfinita (presso Calcinelli, Emilia-Romagna, Italy)
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