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#Guido Mazzoni
marcogiovenale · 7 months
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roma, villa pamphili, 26 novembre e 16 dicembre: i primi due incontri di "poesia in villa"
Guido Mazzoni, 26 novembre Sara Ventroni, 16 dicembre cliccare per ingrandire A cura di Maria Teresa Carbone _
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queerographies · 1 year
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[Il profilo del rosa][Franco Buffoni]
Il profilo del rosa di Franco Buffoni, pubblicato per la prima volta nel 2000 (Lo Specchio – Mondadori), viene oggi riproposto nella collana Vega di Luigi Pellegrini Editore arricchito da un’ampia, circostanziata postfazione di Guido Mazzoni.
La poesia è chiamata al compito di raccontare lealmente e senza filtri i grandi temi dell’amore, del tempo e del suo scorrere impietoso, delle cadute e delle illusioni. In Il profilo del Rosa Franco Buffoni evoca tutto ciò con straordinaria bravura: da quando la vita è tenera e si promette come avventura, a quando entra nelle fitte spire del destino. È una eloquente, tersa autobiografia formulata…
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mary-tudor · 1 year
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•Arthur's Appearance: an interpretation by historian Sean Cunningham•
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“The known portraits of Prince Arthur show a tall boy, possibly in his early teenage years. He has auburn hair and pale skin and a long, far, angular face. He has a slim and wiry build and is dressed very richly with intricate pieces of jewellery in his hat and around his neck.
His father Henry VII was also known for these physical characteristics, and the prince also shares the hoods and bagsed eyes of his grandmother Margaret Beaufort.
A quick correlation of these features makes it tempting but (dangerous) to suggest that Arthur therefore was blessed with the same kind of personality ascribed to his father and to his Beaufort relatives - serious, focussed, dogged, suspicious and calculating.
Arthur's brother Henry, on the other hand, in near-contemporary pictures, has the round, slightly chubby appearance of his mother, Elizabeth of York, and her father Edward IV. A painted terracotta bust by Guido Mazzoni from the Royal Collection is thought by some experts to represent a laughing Prince Henry aged about seven, from the period 1498-9.
The unproven association of this work with Henry has made enough of a connection for later writers to link imagery and personality. It is all too easy to use identifiable images of people from the past to begin to reconstruct what their personalities might have been like.
The works above, when addressed together, instantly separate the character of the two princes and tend to confirm our beliefs about written descriptions of their personalities.
Prince Henry was full of life, carefree and impulsive; Arthur was cold, detached and careworn. Written comments and notes often help to qualify such descriptions but they might also only compound what we have taken from visual evidence.
The ambassador to Milan in September 1497 described Arthur as taller than his age might suggest, with striking grace and beauty. The prince's conversations in Latin were also noticeably impressive. That brief summary suggests that Arthur's education was working very effectively.”
Cunningham, S. Arthur Tudor: The Tudor King Who Never Was.
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juanvaldescesar · 2 years
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Guido Mazzoni. Santa María Magdalena. 1483.85. exposición Maddalena
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londranotizie24 · 7 months
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Holbein alla corte dei Tudor: al via la nuova eccezionale mostra alla Queen’s Gallery di Londra
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Di Roberta Leotti @ItalyinLDN @ICCIUK @ItalyinUk @inigoinLND Holbein alla corte dei Tudor: parte oggi la nuova eccezionale mostra alla Queen’s Gallery di Londra, fino al 14 aprile 2024. E ci sono anche importanti artisti italiani alla mostra Holbein alla corte dei Tudor della Queen’s Gallery di Londra Dopo l’esposizione temporanea di Artemisia e Orazio Gentileschi alla Queen’s Drawing room al castello di Windsor (fino al 29 aprile 2024), questa settimana prende il via un’altra mostra eccezionale curata dal Royal Collection Trust alla Queen’s Gallery di Buckingham Palace: "Holbein at the Tudor Court". Oltre 100 opere risalenti alla corte internazionale di Enrico VIII, con artisti ed artigiani da vari paesi del vecchio continente: fiamminghi, spagnoli e anche Italiani. Ad inizio del percorso espositivo si segnala il busto in terracotta dipinta di un bambino sorridente dell’artista modenese Guido Mazzoni, in passato erroneamente attribuita a Enrico VIII bambino, opera unica di questo genere in esposizione. Nella stessa sala con altre opere delle collezioni di Enrico VII ed Enrico VIII, si trova anche il dipinto dalle gradazioni “bianco e nero” dell’artista e ingegnere di corte Girolamo da Treviso (A Protestant Allegory). Questi, a metà del 16 secolo, infatti percepiva da Enrico VIII un salario annuale di £100. La mostra è dedicata a Hans Holbein il Giovane, artista svizzero all’epoca molto popolare alla corte reale per i suoi ritratti. Merito di Sir Thomas More, suo primo patrono, che già in una lettera del dicembre 1526 definì ‘meraviglioso’ il lavoro dell’artista appena arrivato in Inghilterra. A detta della curatrice Kate Heard, l’insieme dei disegni, dipinti e miniature di Holbein che il pubblico può ammirare da questa settimana è il più ricco mai esposto da oltre 30 anni. Filo conduttore della mostra sono sicuramente gli oltre 40 disegni preparatori dei ritratti; solo una parte della produzione dei Holbein, ma i migliori per stato di conservazione. Dove possibile, i disegni sono collocati al lato del ritratto come nel caso di Sir Henry Guildford (foto in alto) o come nella preziosa miniatura di Elizabeth, Lady Audley consentendo al visitatore di constatare da vicino il talento e i cambiamenti nella produzione artistica di Holbein, resi necessari anche per far fronte alla crescente richiesta dei suoi ritratti. ... Continua a leggere su www.
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personal-reporter · 9 months
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Custodi di arte e fede: Duomo di Modena
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Il Duomo di Modena è considerato uno dei più significativi esempi del Romanico europeo e fa parte del patrimonio dell’umanità Unesco. La sua storia cominciò quando il cantiere, affidato all’architetto Lanfranco, fu aperto nel 1099, per dare una nuova chiesa alla città ed una nuova sepoltura al patrono di Modena, San Geminiano. La proposta architettonica di Lanfranco era improntata alla campata di base quadrata, una delle strutture più significative dell’architettura romanica europea, infatti la pianta della chiesa è di tipo basilicale, a tre navate, senza transetto sporgente, mentre la facciata a salienti evidenzia i rapporti interni tra navata centrale e navate laterali, oltre a un motivo unificante per interno ed esterno, ovvero il triforio entro una grande arcata, donando eleganza all’insieme, dove la cripta in cui è deposto il sepolcro di Geminiano è sotterranea, mentre il presbiterio è sul modello di Cluny. Sulla struttura di Lanfranco si innestò, con straordinaria armonia, la scultura di Wiligelmo, che popola di motivi vegetali e di esseri fantastici i capitelli della loggia, le mensole dei sottostanti archetti e le lastre ornamentali, come nei Rilievi della Genesi e nei decori del Portale maggiore. Legati al cantiere del Duomo sono i maestri che decorarono la Porta dei Principi o del Battesimo e quella della Pescheria, a cui si unì il Maestro delle Metope e le opere da lui realizzate, unitamente ai reperti provenienti dalle chiese di Modena precedenti quella romanica,  sono custodite nel Museo del Duomo. Con gli anni Trenta del XII secolo si concluse la prima fase di costruzione e nel 1184 papa Lucio III consacra l’edificio. Dal 1190 subentrarono nei lavori i Maestri Campionesi che sopraelevarono l’area presbiteriale, aprirono il rosone in facciata e la Porta Regia, che è l’ingresso monumentale su Piazza Grande. L’impianto dell’edificio è suddiviso in tre navate con falsi matronei, dove pilastri cruciformi scandiscono le cinque campate della navata centrale alternati a colonne di marmo sormontate dai capitelli di Wiligelmo. Tra le varie opere custodite nella cattedrale ci sono il Presepio in terracotta opera del plasticatore modenese Antonio Begarelli (1527), l’affresco della cosiddetta Madonna delle Ortolane di un pittore locale (1345), l’Altare delle Statuine di Michele da Firenze (1440), la Cappella Bellincini di Cristoforo da Lendinara (1475), San Sebastiano fra i Santi Girolamo e Giovanni Battista, tavola di Dosso Dossi (1518-1522), il coro ligneo intarsiato (1465) e i quattro pannelli con gli Evangelisti (1477) di Cristoforo e Lorenzo Canozi da Lendinara, il Pulpito di Enrico da Campione (1322) oltre al Pontile con scene della Passione, opera dei Campionesi. Nel presbiterio si trova la cripta, a tre navate, sostenuta da colonnine con capitelli d’arte lombarda della fine dell’XI secolo, con il Sepolcro di San Geminiano e, nell’abside destra, il gruppo in terracotta policroma della Madonna della Pappa di Guido Mazzoni (1480-1485). Read the full article
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lamilanomagazine · 1 year
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Festival Musica Bella: svelati i nomi dei partecipanti al Festival dedicato a Gianni Bella. Tra gli ospiti anche Gogol, Mario Biondi e Silvia Mezzanotte
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Festival Musica Bella: svelati i nomi dei partecipanti al festival dedicato a Gianni Bella. Tra gli ospiti anche Gogol, Mario Biondi e Silvia Mezzanotte. La Commissione Artistica del Festival Musica Bella ha decretato i nomi dei 22 artisti che hanno superato le pre-elezioni del contest della 1ª edizione del Festival Musica Bella, l’evento musicale interamente dedicato al grande compositore e cantautore Gianni Bella, ideato da Chiara Bella, figlia di Gianni, e da Emanuela Cortesi, vocal coach e vocalist. Il Festival si svolgerà in due serate, condotte da Riccardo Benini, che si terranno il 24 e 25 giugno in Piazza Mazzini a Montechiarugolo (Parma). Il 24 giugno gli artisti, accompagnati da una band diretta da Rosario Bella, fratello di Gianni, interpreteranno il brano con il quale si sono candidati e accenneranno la loro reinterpretazione di una canzone tratta dal repertorio di Gianni Bella. Questi i 22 nomi dei qualificati: ALFONSO CAPRIA da Crotone con il brano “L’aria”, CAMILLA PANDOZZI da Formia (Latina) con il brano “Amore”, LA LANDUCCI (al secolo Caterina Landucci) da Lucca con il brano “Con Quella Voce, CHRISTIAN ANNIBALE da San Marcellino (Caserta) con il brano “Artide”, DANIELE (al secolo Daniele Ragghianti) da Lucca con il brano “Lontano, Vicino”, DEMETRA (al secolo Demetra Tegas) da Porto Ferraio (Livorno) con il brano “Cashmere”, DILETTA GIANGIULIO da Ravenna con il brano “Libera”, FIJORD (al secolo Filippo Labadini) da Parma con il brano “Morto”, GAETANO MORAGAS da Dresano (Milano) con il brano “Storie Fragili”, GLORIADAICAPELLIBIONDI (al secolo Gloria Galassi) da Cesena (Forlì-Cesena) con il brano “Prima Di Andare”, GUIDO MARIA GRILLO da Parma con il brano “Chi Ci Salverà”, il quartetto MALAKAS da Ravenna con il brano “Kaffè”, UND1C1 (al secolo Manuel Bruschi) da Collecchio (Parma) con il brano “Caos”, ST.ELLE (al secolo Maria Letizia Mazzoni) da Montechiarugolo (Parma) con il brano “Furente”, ROSSELLA LONGO da Modena con il brano edito “Oggi Sono Io”, MARIA STELLA DI RUZZA da Villa Santa Lucia (Frosinone) con il brano edito “Nothing Compares 2 U”, MAREA (al secolo Maria Suraci) da Montecchio Emilia (Reggio-Emilia) con il brano “Mamma (Non Ti Parlo Più)”, MATTIA ADDUOCCHIO da Rimini con il brano “Mille Passi”, MORENA PARLAGRECO da Bollate (Milano) con il brano “Dimmi Dove Sei”, ROXENNE (al secolo Rebecca Magri) da Parma con il brano “Pyroxene”, SIMONE B. (al secolo Simone Bilella) da Caprara (Reggio-Emilia) con il brano “Fai Quello Che Vuoi” e VERA (al secolo Veronica Castellucci) da Forlì (Forlì-Cesena) con il brano “Strano, Vero”. Il Festival Musica Bella, avvalendosi di quanto previsto dall’Art. 15 del seguente regolamento, in sede di valutazione delle candidature ha attuato una deroga all’Art. 1 del Regolamento, ammettendo 2 artisti minorenni. Una giuria, composta da addetti ai lavori, giornalisti, produttori musicali, discografici, autori e compositori di rilevanza nazionale, selezionerà i 10 artisti che si esibiranno nel corso della serata successiva. L’appuntamento del 25 giugno, oltre a decretare il vincitore della 1ª edizione del Festival Musica Bella, vedrà la speciale partecipazione dell’autore MOGOL che racconterà il grande talento di Gianni Bella attraverso aneddoti, mentre MARIO BIONDI e SILVIA MEZZANOTTE si esibiranno con una personale versione di uno dei brani di Gianni Bella. In conclusione di serata, Gianni Bella consegnerà al vincitore del Festival il premio, che consiste in un riconoscimento in denaro pari a € 2.000 e la Commissione Artistica, presieduta dall’autore e compositore Giuseppe Fulcheri, assegnerà la targa per il Miglior Testo inedito. «Con orgoglio annunciamo la partecipazione di due grandi artisti legati a mio padre da un profondo sentimento di amicizia e stima: Mogol e Mario Biondi. Abbiamo, inoltre, voluto completare questo cast d’eccezione con la presenza di Silvia Mezzanotte – racconta Chiara Bella – Siamo felici di offrire ai giovani partecipanti la possibilità di esprimere il proprio talento di fronte ad una giuria di personalità autorevoli della discografia e della musica italiana in generale. Inoltre, i migliori di loro parteciperanno a un tour di promozione del Festival e delle musiche di Gianni Bella». Info accesso: 24 giugno: ingresso libero fino ad esaurimento posti. 25 giugno: biglietti in vendita sulla pagina web. Il Festival Musica Bella è organizzato dal Comune di Montechiarugolo, in collaborazione con il Circolo Culturale Montecristo, Nuova Gente Edizioni Musicali e con il fondamentale sostegno di: Emiliana Gourmet (Main Sponsor), Oiki Acciai Inossidabili, Molino Cerioli, I E Park International, Montanari & Gruzza, Parafarmacia Corradini di Traversetolo, Campanini Food Packaging System, Italsughero dei Fratelli Correggi, Ceresini Auto, Ferrarini & Bonetti, Vale Immobiliare di Langhirano, Polleria Rosticceria Otello, Mo-El Italy, Bollani Milano. Direzione Artistica: Chiara Bella - Emanuela Cortesi Consulenza Organizzativa: Francesca Campanini Testi: Giuseppe Fulcheri Conduce Riccardo Benini... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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erosioni · 1 year
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Ti piace sotto gli alberi in autunno. Tutto è mezzo morto. Il vento mutilato passa tra le foglie, ripete parole senza senso. Allo stesso modo eri felice in primavera tra i mezzi colori delle mezze cose, il cielo un po’più luminoso, le nuvole che si sciolgono, l’uccello solo, la luna oscura che illuminava un mondo oscuro di cose che non sarebbero mai state espresse abbastanza, dove tu stesso non eri mai te stesso per intero, non volevi e non dovevi desiderando l’euforia dei cambiamenti, il motivo per la metafora, fuggendo il peso del mezzogiorno primario, l’ABC dell’essere, l’umore vermiglio, il martello del rosso e del blu, il suono duro, acciaio contro accenni, il lampo acuto, la vitale, arrogante, fatale, dominante X.
Guido Mazzoni
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neapolis-neapolis · 2 years
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Guido Mazzoni, Alfonso II d'Aragona duca di Calabria (1492-93), Museo Nazionale di Capodimonte, Napoli.
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goldencrownofsorro · 2 years
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carloskaplan · 3 years
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Guido Mazzoni: Pranto por Cristo morto (1492-1497)
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marcogiovenale · 10 months
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"essere giusti con carlo (bordini)" @ archive.org
  link: https://archive.org/details/su-carlo-bordini-i-generi-letterari-e-la-sperimentazione-risposta-a-un-video-31lug2023 su facebook: https://t.ly/-UDul per futuri aggiornamenti: https://t.me/slowforward Continue reading Untitled
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buon-tempo · 4 years
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Incontro Rino Genovese in Boulevard de Montparnasse, ci conosciamo male, passiamo i primi minuti a calibrare le distanze, attraversiamo i passaggi mentali che le persone attraversano per accostarsi alle persone. Fra qualche mese lui compirà sessant’anni; io penso a come sia avere sessant’anni, vedere la propria vita diventare indecifrabile per chi esiste nel presente, regredire nel passato. La lastra sopra di noi si muove senza le nuvole, i passanti oltre i tavolini camminano senza uno scopo. È agosto, è domenica; anch’io sto regredendo. Parliamo degli anni Novanta, degli anni Settanta, di un’assemblea in cui Genovese prende la parola come militante di un gruppo extraparlamentare per spiegare ai compagni la rivoluzione comunista in Angola. È il 1976, ha ventitré anni, non è mai stato in Africa, non conosce il portoghese, sa di essere bordighista ma non sa nulla delle quaranta lingue che si parlano in Angola – ma per mesi interi, nel 1976, va in piazza per difendere la rivoluzione comunista in Angola, parla dell’MPLA, dell’FNLA, dell’UNITA, dell’ingerenza del Sudafrica, di imperialismo americano. Migliaia di sconosciuti combattono una guerra di cui capiscono poco e che terminerà, venticinque anni dopo, per estenuazione, eccesso di morti, indifferenza; lo fanno per obbligo, per necessità, per interesse, perché appartengono a un’etnia, per puro caso – ma nel 1976 il mondo è leggibile, lo è oggettivamente; la realtà è un conflitto fra due forme di vita, e questo schema è rozzo ma sta dentro le cose, le semplifica e spinge masse di giovani italiani a parlare, per mesi, della rivoluzione comunista in Angola, a scendere in piazza, a Massa o a Pescara, come se l’Angola avesse un rapporto con Massa o con Pescara, o come se Massa o Pescara avessero un rapporto con la storia, compiendo un gesto che nel 1976 è ovvio, ma che cinque anni dopo sarebbe diventato incomprensibile come un rituale totemico o una processione medievale – e mentre l’aneddoto ricrea questo mondo, qualcosa si lacera, il paesaggio si fa ironico, la parola ‘bordighista’ si copre di virgolette, il cellulare ci riporta nel presente e mi trovo a disagio come quando, negli ultimi vent’anni, ho parlato di Ruanda, Jugoslavia o primavere arabe mentre era palese che a nessuno interessava parlarne veramente, e ascoltavo gli altri, e ascoltavo me stesso ripetere idee di terza mano per obbedire a un rituale che apparteneva a un’altra epoca, seguendo un’ossessione che, se vista da lontano, non è molto diversa da quella che occupa la mente di coloro che organizzano il proprio tempo intorno a uno dei tanti dada di cui è fatta la vita umana, alla monomania di chi vive per il fitness, i giochi di ruolo o l’Atalanta; perché i conflitti che ci interessano significano solo se stessi, perché il Ruanda, la Jugoslavia, le primavere arabe significano solo se stesse, sono eventi illeggibili, pure vittime, mentre la politica comincia quando non esistono più eventi illeggibili o pure vittime, quando diventa giusto morire e soprattutto uccidere in nome di qualcosa, anche se oggi non osiamo più pensarlo, anche se oggi non oseremmo scriverlo, o lo faremmo solo in una poesia. Per questo guardo il viale e passo ad argomenti prossimi, per questo voglio sentirmi credibile e presente – i miei problemi, la forma dei suoi occhiali, la chemioterapia di un amico, la gravidanza di un’amica, un altro neonato. Ci salutiamo così.
Guido Mazzoni,  La pura superficie, Donzelli poesia, pp. 38-39
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garadinervi · 5 years
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Retrospettiva Balestrini, Presented by Valerio Massaroni, Introduced by Marco Giovenale, Centro di Poesia e Scritture Contemporanee dell'Upter – Università Popolare di Roma, Roma, September 23, 2019. Feat, Maria Grazia Calandrone, Maria Teresa Carbone, Andrea Cortellessa, Massimiliano Manganelli, Guido Mazzoni, Vincenzo Ostuni, Tommaso Ottonieri, Lidia Riviello, Franca Rovigatti, Sara Ventroni, Michele Zaffarano
Esplose improvviso
poi dilagò che         sconvolse il mondo la prima forza         sovversiva stai ascoltando provocata dall’abbondanza         che un movimento non voleva e non dalla miseria         non più sacrificarsi per la ma vivere         pienamente ascolta bene la rivoluzione e ancora         che voleva grazie alla cambiare ascolta la         vita e il mondo ma senza questa volta         prendere il potere qualcosa di simile a una ri         portata da testimoni ascolta ancora         viventi in evoluzione quindi permanente         uno strano tipo di rivol vissuta nel presente         la della parola nel presente vissuta         permanente quindi in evoluzione adesso parla tu         testimone vivente del mondo e della vita         cambiata nell’abbondanza sovversiva dilaga e
– Nanni Balestrini [Balestrini, N., Caosmogonia, «Lo specchio», Mondadori, Milano, 2010; also in Caosmogonia di Nanni Balestrini per Autoanalfabeta, 2013 (pdf here)]
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amespeciale · 5 years
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Elephant and Castle
Gli stormi scossi quando il treno esce dalla terra, il cielo nero oltre gli sciami dei segnali e il vento che nasce tra i binari e si disperde tra i capannoni, le serre abbandonate, le colonne dei camion nella nube, l’erba medica ai lati della strada, nel colore che copre la città mentre le luci dei lampioni colpiscono le nuvole –
e la calma di quando si comprende che la vita esiste e non significa, mentre il vagone ridiscende e il vostro volto riflesso scompare dalla plastica dove le dita muovono la brina.
Essere questo, nella prima onda del ritorno, un vuoto liquido sopra la rete delle strade, un giorno che ripete se stesso; quando si impara a vivere il presente senza pensare di non appartenergli e la grande periferia da attraversare è il mondo vero, il proprio posto nel campo delle forze.
Guido Mazzoni 
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snapheart1536 · 5 years
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Henry VIII When a Young Boy by Guido Mazzoni (c.1498), so they say.
OH DEAR GOD!!!
The weaver of nightmares is before me!
The horror of the dark universe is made flesh!
The evil bled from the beginning, BLED I tell thee!
Such grotesquerie stings my eyes!
Behold the soul-eating minion of Satan!
Save yourselves!
(Are you really surprised it didn't turn out well? The clues were there!)
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