Vanity Numero 1 Gennaio 1982
Trimestrale di moda e stilismo
Progetto e realizzazione di Anna Piaggi
Edizioni Condé Nast, Milano 1982, 76 pagine, 23 x 29,5 cm
euro 240,00
Direttore responsabile Franco Sartori
Direttore artistico Alberto Nodolini
Impaginazione Sam Rey, Antonella Sacchetto
Ricerche di moda Vern Lambert
redazione Emma Treves, Ornella Vallini
Quando nel 1962, trentunenne, Anna Piaggi sposa a New York il fotografo Alfa Castaldi, la sua carriera è in piena maturazione. Lavora come traduttrice per Mondadori e si avvicina alla moda un po’ per comunione d’intenti con il suo giovane sposo, un po’ perché ama scrivere e soprattutto leggere la società e le sue contraddizioni; la sua penna piace alle pagine mondane, collabora con L’Espresso e con Panorama. Quando a Londra, nel 1967, si imbatte nella bancarella di abiti di seconda mano e archivio di Vern Lambert, le si spalancano le porte verso il futuro del personaggio che sarebbe diventata. Con lui, collezionista e storico, stringe un’amicizia indissolubile, e impara a riconoscere il valore della couture. Dagli abiti del passato capisce la forza pervasiva della tradizione, del fatto a mano, del sartoriale, della modellistica, che sostengono il guizzo delle nuove intuizioni; mischiarli a quelli del suo tempo diventa naturale, come riportarli in vita per dimostrare a se stessa e chi ormai la fotografa in ogni occasione, che quando in un capo o in un accessorio c’è l’impronta del genio, il momento di indossarlo è oltre le epoche o le stagioni. Diventa maestra e regina di styling, inventando esotismi ed esagerazioni difficilmente replicabili. La chiama Vogue, dandole una rubrica nel 1988, le Doppie Pagine, su cui si è formato molto del giornalismo di settore contemporaneo; era sovversiva, irriverente, inquisitoria. Poco prima aveva fondato il suo magazine Vanity, tra le più interessanti avventure editoriali del periodo, dove gli illustratori e i talenti emergenti della fotografia erano di casa.
16/07/23
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ammazza che paura, er compagno Brunetta ci trascinerà verso gli abissi della dittatura proletaria
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«Più bello che intelligente.» (cit.)
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b.m. Beppe Modenese Minister of Elegance
Direzione artistica Luca Stoppini, Redazione Anna Albano, Giovanna Rocchi
Skira Editore,Milano 2003, 280 pagine, Rilegato, 28,3 x 23 cm, ISBN 978-88572-193-18
euro 49,00
Indiscusso protagonista della moda italiana degli ultimi cinquant'anni, grande organizzatore di eventi e, soprattutto, ambasciatore dello stile italiano in tutto il mondo, Beppe Modenese nel 1983 venne definito dal Women's Wear Daily "Italy's Prime Minister of Fashion", ovvero Primo ministro della moda italiana. A trent'anni dal prestigioso riconoscimento, un omaggio a questo moderno "arbiter elegantiae", presidente onorario della Camera Nazionale della Moda (l'ente che gestisce le più importanti rassegne del fashion system in Italia) attraverso un dettagliato racconto autobiografico dello stesso Modenese, le testimonianze delle persone che l'hanno conosciuto e hanno lavorato a stretto contatto con lui e una lunga galleria di immagini che lo ritraggono in vari momenti della sua vita pubblica e privata. Concepita e realizzata da Luca Stoppini, la monografia (che comprende i testi di Roberta Filippini, Giulia Crivelli, Franca Sozzani, Suzy Menkes, John Fairchild, Cesare Cunaccia, Roberta Filippini) ripercorre i contorni della straordinaria carriera di Modenese, i tanti raggiungimenti di un itinerario articolato sull'arco di vari decenni, che per gran parte corrisponde alla nascita, alla crescita e affermazione di quel clamoroso e diversificato fenomeno che è noto sotto il nome di Made in Italy.
28/12/22
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CNEL: coinvolgere le parti sociali
oh che sorpresa, si rivede la concertazione che ha dato "ottimi" risultati in fatto a retribuzioni in Italia.
Proseguiamo con:
No al salario minimo ma largo a premi di produttività, profit sharing cottimo. Cioè la precarizzazione del salario anche per gli assunti a tempo indeterminato.
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Quando la politica scade nelle offese personali
Quando la politica scade nelle offese personali
Ieri pomeriggio, partecipando alla trasmissione di Lucia Annunziata, il ministro Brunetta ha attirato un moto di solidarietà e di simpatia per la signorilità, e tanta sofferta commozione, con cui è stato chiamato a rispondere all’accusa di essere un traditore. Con l’aggiunta di indecenti riferimenti alle sue caratteristiche fisiche. Non era mai riuscito a gestire la questione e, per la prima…
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Prévenir les victimes et les futurs victimes
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