Tumgik
illupo00 · 5 years
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Il varco è chiuso per me, 
ed il cielo è cucito alla mia vitalità. 
Sento le colonne degli angeli serrarsi 
mentre con il pensiero, indago l'aldilà. 
Così devo scivolare indietro. 
Ma che sofferenza, papà
 tornare in ogni luogo  
 -che non sia il tuo-   
 La tua nave è salpata dal mio torace: 
se qualche divinità la vedrà navigare 
lungo le acque celesti dell'eternità 
saprà esattamente 
quale pezzo del mio cuore ho perso.   
 Tuttavia, qui, sotto i polmoni, 
dove la ferita sanguina,
sento i tuoi pollici 
premere sulla mia pelle .
 Dovunque io vada,   
li sento stringere  dentro di me.   
 So che non è mai stato abbastanza, 
ma abbiamo fatto del nostro meglio.  
 Ora dovrò abbracciare 
tutta la sofferenza che resta
-dilagante come una mareggiata
- e lasciarla entrare fino all'ultima goccia
 pregando Dio che, anziché affogare
 il cuore impari a restare a galla.
 Dovrò ritagliarmi un angolo dentro gli angoli   
sperduto in una galassia lontana dagli uomini 
dove andare a piangere e urlare
 -che avevo bisogno di più tempo- 
Tu forse mi verrai a trovare, oppure no, 
ma credo, anzi sono certo 
che il mio pensiero ti raggiungerà di tanto in tanto
 attraversando i vortici del tempo 
e spazi infiniti che non conosco 
solo per dirti, caro papà, 
che, nonostante tutto, 
mi hai reso un buon marinaio 
e tu il mio porto sempre.   
Lupo 
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illupo00 · 5 years
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Genova, 14.12.2018 
  Cara T., in questa fredda notte di dicembre, sono seduto sulla mia scrivania, intento a leggere una raccolta di lettere che uno scrittore mandò, in vita, ai propri affetti.
In un mondo come il nostro, dove la comunicazione corre più veloce dei pensieri che la generano, riscopro con piacere la forza di “quel piccolo rettangolo bianco che è tela dell'anima, ove imprimere se stesso in direzione dell'altro”.   
Così ho pensato di rispolverare questa antica arte che, nel passato, occupava il tempo ed il desiderio delle persone di mantenere forte e saldo il legame di affetto, attraverso le lande e gli oceani che questa terra frappone, a volte, tra gli esseri umani.  
 Come ben sai, in questo ultimo periodo ho preso il mio cuore sparpagliato ai quattro angoli del mondo e l'ho ricondotto finalmente a casa. 
Ho provveduto a nutrirlo solo di cose belle – sai, quelle cose che non osserva più nessuno - di minestra calda, di parole dimenticate, di musica leggera e di quel minuscolo fiore bianco, tanto curato da mia madre, che ora sembra osservarmi come testimone silenzioso delle mie stravaganti attitudini. 
Ti prego di non dubitare della mia sanità mentale: faccio ordine nei miei pensieri, affinchè tu possa navigarci abilmente, perchè sono consapevole che la mia mente resta pur sempre - una fitta foresta -
 Questa sera, più che mai, non avevo voglia di scrivere al mondo perchè il mondo a me non ha mai scritto e tuttavia, mi sono ricordato che, prima di te, mi era sempre mancata una T., come quando mancano le rose nel proprio giardino. 
Così, come un vecchio giardiniere assoldato da qualche annoiata nobildonna di Orleans, mi chino su queste poche righe, dove poso il mio sguardo per farti sapere che, a me, i tuoi petali sono cari.
 In questo – nuovo – mondo, dove siamo tutti estranei, il mio cuore prega sempre per la tua crescita.   
Imploro letteralmente il Signore che ti graviti dentro.   
 Il mondo, in fondo, non ci conosce, perchè noi non conosciamo lui. 
 Ma io so con quanta forza le tue radici hanno premuto sulla terra, per innalzarti in bellezza.  
Tutto ciò che è saldo nell'esistenza, attraversa il tuo gambo verso il cielo e si dispiega in colori.  
 Se avessi un erbolario, scriverei “T., raccolta a Marzo”.  
Il mio giardino è molto piccolo, amica mia. 
Così faccio un bouquet minuscolo – che se la dimensione lascia a desiderare – non così l'intensità del suo profumo. 
Molti, a questo mondo, tendono a vantarsi di possedere “intere serre”.
 Così, se dovesse capitare di trovarti a sorridere a pochi altri fiori, nel mio piccolo bouquet, ti prego di ricordarti che – se ce ne fossero molti – non verrebbero indossati sul seno – ma lasciati a morire indistintamente in un qualche sperduto pascolo.   
Così io mi chino e ti indosso, amica mia, mentre vado a dormire, coprendoti con la mia mano, sapendo di svegliarmi all'indomani “insieme al mio fiore”.  
Capisci perchè mi  fa sorridere quando  dici “non mi scrivi più su whatsapp”. 
 Vedi, questo è il mio modo di scriverti e di dirti le cose: prodigioso -insensato- folle- il fatto  che abbia bisogno più di trecento parole per spiegarti cosa sento. 
In questo – fulmineo – mondo, dove la parola è svuotata di ogni significato, spolpata come il granchio sul tavolo di principi annoiati - io mi prendo il mio tempo.
 E' l'unica cosa che mi appartiene davvero - “l'oro che distribuisco con parsimonia”- lasciando che al suo interno maturi
 l'estate / in luogo dell'inverno -  
la ninfa / in luogo del soldato 
 o  la rosa bianca che cerca di addormentarsi sul tuo seno, cosicchè tu possa sentire l'odore del mio affetto per te.  
Non voglio andare oltre, altrimenti rischierei di perdere il senso di quello che sento o -chissà- letteralmente il senno – che tanto in alto vola, quando percepisce la meraviglia. 
Ti auguro una notte serena, così come è la mia stasera, mentre sento il freddo fuori dalla finestra, consapevole che, ora, non può raggiungermi.   Dai un abbraccio forte a D. – il buon marinaio – della tua nave.     
Con affetto
 Lupo  
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illupo00 · 8 years
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A volte un'ora è un Mare Fra alcuni, e me.
Il tempo è decisamente una cosa relativa.
Tra lo zero e l'uno esistono infiniti numeri ed ancora di più tra lo zero ed il due.  Alcune ampiezze di pensiero sono incalcolabili e l' attuale universo è in espansione.
Sto cercando di dirvi che c'è posto per tutto.
Anche se, a volte, voglio farci credere il contrario.
Ma cos'è che rende un minuto  -una vita intera- o un metro quadro - la regione più estesa della terra-?  
Io credo che dipenda da noi, da quello che facciamo.
Ogni tanto mi guardo intorno e mi accorgo che alcuni sono bravi ad occupare lo spazio ed il tempo, riescono a scandirlo per quello che è - minuto dopo minuto:  lo misurano, lo prevedono, e non lasciano un solo centimetro della loro esistenza al caso.
Vorrei dirvi che appartengo a questa categoria e, anzi, provo l'istinto di “indorare la pillola”, per alleggerire la mia posizione.
Ma il punto è questo: non sarebbe la verità.  
A me piacciono solo i momenti in cui - un'ora è la Via Lattea – il resto, per me,  è solo un necessario intermezzo.
Sia chiaro, io ci vivo bene nell'intermezzo. Mi prepara agli istanti.
E poi mi consente di dilatarli per il tempo che serve.  
Lo so, il mio moto vitale non è continuo e così, in definitiva, risulto essere scostante.  
Ma la verità è che io non sento la necessità del tutto. Intendo la necessità di riempire ogni, singolo, minuto.  
Anzi, mi confonde e mi imprigiona in luoghi dove non voglio stare.  
Questa mia caratteristica infierisce anche sulla mia memoria.  
Non ricordo mai le cose quotidiane: cosa ho mangiato ieri, cosa ho visto alla televisione una settimana fa, chi ho incontrato dove un mese fa.
Io ricordo solo dei momenti precisi.
Indefettibili, ben definiti, istanti della mia vita, scolpiti a fuoco nelle mie ossa.
Ad esempio, ricordo il momento in cui mi innamorai, un Agosto.  
Il colore dei suoi occhi in quel preciso istante: non verdi, non blu, non neri, non marroni.  
Il momento in cui persi una persona cara, un Febbraio.
L'odore dell'acqua di colonia sulla sua pelle.  
Il colore del fiore posto tra le sue mani.
Ricordo il momento in cui, a otto anni, vinsi un premio per una poesia.
La costanza con cui mia madre mi spinse ad andare alla premiazione.
Il suo sorriso consapevole e fiero, di chi già sapeva.  
Il calore della sua mano sulla mia spalla.  
Il momento in cui il medico mi prese da parte e mi disse che sarebbe stato difficile stare vicino ad una persona così fragile, ma che avrei potuto farcela, se lo volevo.  
Il suono della mia promessa stretta tra i denti, il mio si così deciso  da non poterci piangere sopra.
Sono i momenti così, le cose che ricordo.  
Piccoli momenti pieni di gioia o di dolore, a cui mi sono preparato -per quanto ci si possa preparare-  mentre il mondo andava avanti lasciandosi distrarre dal tutto -o dal nulla- imperante.  
Non mi annoia la quiete dell'intermezzo, perchè mi accompagna verso le cose che per me contano.
Quelle cose che mi infrangono, nel profondo, e, poi, mi ricompongono.
Quegli unici momenti in cui un'ora è il mare fra alcuni, e me,  con una verità tanto grande nel mezzo,   che, son sicuro,
non abita in nessun altro luogo.
Lupo
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illupo00 · 8 years
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Oggi è uno di quei tipici giorni in cui non ho voglia di fare niente. Un niente pieno di cose, che abbia il sapore della quiete. Lasciarmi fotografare su una qualche prateria del middle-west con un cappello di paglia ed una spiga di grano tra i denti. O meglio, con le gambe penzolanti su uno strapiombo, con chi passa preoccupato che io stia per buttarmi giù dalla scogliera. Senza sapere che è solo mare.
Lupo
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illupo00 · 9 years
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Ti bacio ogni tre parole,
perchè non dimentichi,
mentre parli,
che non mi importa
di quello che dici.
Tanto è il mio amore,
per te. 
Lupo
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illupo00 · 9 years
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Uno squarcio di blu,
Un tratto di Grigio,
Qualche chiazza azzurra - nei tuoi occhi  -
Compongono il cielo serale.
Ed io - Un po' di terra
- scivolata nel mezzo di scarpe inadatte -
guardo in alto
come un astronauta che non ritorna.
La mia fede è il suo sbuffo di ceruleo tra le nuvole,
strappato nelle domeniche distratte
da campane stonate e sermoni più corti
che inneggiano al Signore
C'è quella funzione - limitata
in estensione e durata poichè
- si conclude -
Ma il mio credo è un pianeta dopo il plutone
che si raggiunge  restando a letto
in mutande  a fare il Corista
Fra tue braccia -come una Cupola -
E' Così- invece di meritare il paradiso,
alla fine, con te
- Ci vado- per tutto il tempo.
Lupo
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illupo00 · 9 years
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Ti bacio ogni tre parole,
perchè non dimentichi,
mentre parli,
che non mi importa
di quello che dici.
Tanto è il mio amore,
per te. 
Lupo
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illupo00 · 10 years
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Da bambino mettevo le mani nelle pozzanghere.
Mi sgridavano sempre, perchè dicevano che era una cosa cattiva, che non si doveva fare.
Facevo tante altre cose che non vi dico, potreste dire: Che schifo!
In realtà avevo già intuito che alcune cose non erano cattive o sconvenienti perchè lo erano, ma solo perchè ce lo dicevano.
Non mi è mai interessato del cielo. Cosi distante, lontano, così asettico, da risultare, in sostanza, inesistente.
 Adoravo la terra, io.
Quella terra cosi mutevole ad ogni stagione, arida, verde,seminata, quella terra che a volte non aveva più nulla da offrire,e tuttavia era li così concreta, da sostenere ancora il passo di chiunque la calpestasse.
Mi raccontavano della magia del cielo, della sua meraviglia e osservavo gli amanti sugli scogli intenti ad osservarlo.
E non capivo il senso di adorare qualcosa che non si potesse toccare, provare, maneggiare. In sostanza, una semplice visione lontana di qualcosa che non era.
Venne naturale non capire neanche perchè un Dio avesse deciso di vivere nei cieli.
" Un giorno ci andrai anche tu" mi dicevano. Ed io sorridevo, con il mio pugno di terra nella mano, perchè ero cresciuto, ed il paradiso l'avevo già fatto scendere in terra innumerevoli volte. Non era un regno nei cieli, no era molto molto di più.
Non una visione,ma carne e sangue, sudore ed un battito accellerato di cuore.
  Ho anche capito che gli uomini sono fatti nello stesso modo, in fondo.
C'è chi è terra, cosi solido e concreto da poterlo raggiungere in ogni istante. Ne rimane l'odore sulla tua pelle, e lo puoi indagare attraverso ogni tuo senso, come un esploratore sperduto nella giungla più remota.
Altri sono come il cielo, cosi irraggiungibili da non poter neanche immaginare di sfiorarli.
Cosi lontani e indistinti da non poterne neanche distinguere il nucleo essenziale. Non lasciano nessun profumo, e non scendono fino a te, a farsi scoprire.
Si credono l'infinito, senza capire che non c'è bisogno di infinito tra gli uomini.
Eppure sono il cielo, e dicono, il cielo è tutto.
  No, il cielo fà schifo. 
Ed oggi, come ieri, immergo ancora le mani nelle pozzanghere, pugni di terra sporca, per cercare di toccare il paradiso con le mie mani a tirarne fuori uomini.
  (Lupo)
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illupo00 · 10 years
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Le cose vanno e vengono. 
Pare funzioni così. 
Ci perdiamo e ci ritroviamo a sprazzi alterni, a giorni diversi, con volti dispersi nella  speranza di essere sempre noi. 
Dico benvenuto a chi c'è ancora e a chi c'è di nuovo. 
Dico addio a chi non tornerà più.
E in questo giorno, dove non ho assolutamente voglia di fare nulla, starei qui ore ed ore a scrivere parole su parole, una sull'altra, a cancellare, a riscrivere, a ripensare e riformulare, arroccato su una qualche torre dei miei perchè. 
Già ora, in questo momento, sento i pensieri accavallarsi, unirsi e diventare un tutt'uno. 
Se dovessi scrivere d'impeto butterei giù una cosa priva di senso ma è proprio questa la parte più difficile, in tutte le cose: fare ordine.
E allora devo prima tirare un respiro e incominciare a dire che alcuni li ho sempre aspettati, come uno stoico personaggio che incontri solo nei romanzi dell'ottocento, fermo, come un senzatetto alla fermata di una qualche sperduta città di provincia, in attesa di qualcuno a cui importasse. 
Altri li ho dovuti mandare via perchè non sempre chi resta lo fa per un valido motivo. 
C'è chi rimane solo perchè non ha un altro luogo dove andare e non avevo bisogno di questo, non avevo bisogno di una presenza che non fosse la normale conseguenza di un desiderio e di una volontà. 
Alcune cose le ho perdute lungo il cammino - forse un po' di spensieratezza e quel bracciale d'argento che mi sono portato dietro da Sanremo. -
Ho perduto buone e cattive abitudini, indistintamente in base al meteo e al mio umore. Non c'è regola in proposito. Accade. 
Altre cose le ho ritrovate, sulla base dei medesimi meccanismi. 
C'è un'abitudine, sono sicuro non solo mia, che è quella di andare a rovistare ogni tanto nei cassetti per vedere cosa esce fuori. 
Io ci ho passato dei pomeriggi  e non sò dirvi se lo facessi perchè lo faceva anche Dawson di Dawson's creek o se ha davvero senso. 
Fatto sta che nella vita funziona esattamente così: devi metterci le mani dentro, rovistare, aprire porte e cassetti e vedere cosa trovi, cosa perdi, cosa resta e cosa non torna più. Senza un accenno di paura. 
Si, lo so, fa paura. 
Chiedere di rimanere.
Restare in attesa.
Chiedere di andare. 
Ma le cose vanno e vengono.
Pare funzioni così.
E tu non saprai mai, se non tocchi con mano questo genere di cose, che per qualcosa che perdi c'è sempre qualcosa che trovi. 
E chi non tocca con mano, resta sempre senza niente.
  (Lupo)
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illupo00 · 10 years
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L’una di notte mi riesce più facile di tante altre cose. Si vive solo a certe ore del giorno. Ognuno ha le sue. Io ho l’una di notte. Ecco.
Lupo
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illupo00 · 10 years
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Potrei dirti
a quanti chilometri
dista il mio 
paradiso.
Non ti chiederei
neanche un angelo,
di quelli che portano
solo al tuo regno, 
-sono certo-
sopravvalutato.
Perchè se tu vedessi
quelle labbra, 
e gli infiniti modi in cui
potrei baciarle, 
-sono sicuro-
proveresti invidia.
In fondo, dici che il paradiso 
è un luogo da conquistare:
invece ti passa davanti,
un giorno, sorridendoti
Ed è lui a conquistare te.
Lupo
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illupo00 · 10 years
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Il sole è a oriente.
Era un po’ di tempo che non scrivevo nulla.
Dicono che, in genere, quando non si scrive è perchè si impegnati a vivere.
E’ una stupidaggine.
Nasce da un pensiero nella testa, da una sensazione che quel pensiero ti procura: deambula, lì, da qualche parte, tra lo stomaco e l’appendice (se ce l’hai ancora) e sale per la colonna vertebrale, dritto nelle sinapsi a pretendere che tu gli dia voce, forma, tempo e spazio.
Non ti avverte.
Forse non è ancora chiaro il concetto.
Provo a farvi un esempio.
Tizio ha 23 anni, vive in un paese sperduto nell’Emilia e lavora in un negozio di abbigliamento.
Scrive di lui che ha sempre sognato di fare il cantante, ma alla fine il suo lavoro gli piace.
Afferma, nello specifico, che al giorno d’oggi non ci si può lamentare del lavoro che si fa, perchè fondamentalmente la fortuna è averlo.
Un ragazzo concreto.
Poi attacca con gli aneddoti dei clienti che frequentano il suo locale: dalla Signora che prova a mettersi la scarpa sinistra nel piede destro, al ragazzino che annusa le sciarpe e così via. Arrivo ad avere le lacrime agli occhi dal ridere.
C’è questa aria di allegria che fa da contorno, in ogni cosa che dice, che la sensazione è quella del primo sole di Giugno.
Non credo che esista una persona più solare.
Poi Tizio è anche una di quelle persone che ti scrive che oggi non si sente bene perchè ha avuto una seduta di chemioterapia, e te lo dice così, come ti stesse dicendo che ha preso il raffreddore.
Eccolo lì, nasce da un pensiero nella testa, da una sensazione che quel pensiero ti procura: deambula, lì, da qualche parte, tra lo stomaco e l’appendice e sale per la colonna vertebrale, si ricollega ad altri pensieri, e la tua mente si espande.
Ripensi a quando gli hai detto che eri preso male per il ritardo al lavoro, o quando volevi tirare un pugno per il ragazzo che non ti considerava.
Vai ancora più in là, e pensi a tutte le persone che hai incontrato, grige come la pietra per la troppa noia accumulata, o vittime di quell’insensata insoddisfazione per la vita mista ad una immotivata sete di affermazione figlia dell’insicurezza che regna sovrana.
Io lo so che questo discorso è trito e ritrito, che si sa, di fronte a simili situazioni, è normale sentirsi piccoli e stupidi.
Ma io vorrei farvi capire che non è questo il punto.
Il punto è la sua allegria: della potenza di un’armata nucleare e della tempesta di un sole grande cento vole la terra.
Il pensiero ha preso forma, tempo, spazio e voce.
Ed io non so dirvi se Tizio è forse un alieno o è riuscito a vivere in quella parte del nostro animo dove c’è sempre luce e non ho nemmeno idea se è ci devi nascere con questa capacità o se richiede un atto di coraggio oltre ogni misura.
Ma sono certo di una cosa: alcune persone, come Tizio, abitano là, in quel luogo, da qualche parte, che si raggiunge alla fine di ogni nostra paura.
Ed era mio dovere raccontarvelo.
Lupo
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illupo00 · 10 years
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Alcuni no vogliono solo trovare un si più forte.
Lupo
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illupo00 · 10 years
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Regno di Francia
So che Egli esiste.
  Da qualche parte - in silenzio - nascondendo la sua vita rara ai nostri occhi grossolani.
  Giusto perché anche la Bellezza abbia la sua sorpresa.
  Ma dovesse il gioco rivelarsi inaspettatamente grande, dovesse la gioia cristallizzarsi nel serio sguardo di una promessa, a quale regno si accederebbe?
  E' il regno di Francia, davanti alla Corte di Luigi XIV.
  Dame di corte e orchestre sinfoniche.
  Tu sei il misero paggio di un qualche principe annoiato.
  Non c'erano principi a Versailles? Fa niente, sei un semplice cameriere.
  Lei Entra come l'oriente, da ovest. Sorge dall'ingresso alle 18:00 precise.
  Ha imparato dal sole, tu pensi. Non c'è altra spiegazione.
  Un vestito pregiato, così rifinito in grazia e accessori che sembra indossi un'opera d'arte fatta e finita da chissa quale famoso sarto dell'epoca.
  Non hai mai visto nulla di ciò,pensi, nei bordelli che sei solito frequentare.
  Non hai il coraggio di avvicinarti, e non per il gioco misero dei ruoli sociali, ma perchè qualcuno di parlò deI caro Icaro e sai che ali di cera nulla possono contro la forza del sole.
  No, dai, scherzo, sei un semplice cameriere, non conosci Icaro, e se lo conosci, non t'importa.
  Spieghi le maniche del tuo vestito prestato, e vai, sicuro.
  Il violino suona sempre più veloce: anche il cuore ha, forse, le sue corde da toccare?
  Versi lo champagne nella sua coppa, la guardi con gli occhi di chi non mangia da anni. Tu sei il precursore di Robinson Crusoe, ma che dico, tu sei Cristoforo Colombo in linea diretta verso la sconosciuta America.
  Gli sguardi dei cortigiani sono su di te, divertiti, curiosi, avidi di un prossimo scandalo, pronti a farsi beffe dei buoni propositi.
  Lei ti sorride, si sporge dal ponte della nave e tu sussurri "salti tu, salto io?". Ah, no, scusate, questo è Titanic.
  Dicevo: lei ti sorride, non si volta ancora, è lì, ferma, ad un centimetro da te, e tu sai che non basteranno gli occhi, le labbra, l'inflessione della voce, o la parola più giusta della terra per farla innamorare di te.
  Non servirà porgere altro champagne, o quelle terribili tartine con il caviale più pregiato dei sette mari, o se i mari sono sei, o se quello non è caviale. Sei un cameriere, che ne sai.
  Ma tu sai che Egli esiste.
  Da qualche parte - in silenzio - nascondendo la sua vita rara ai tuoi occhi grossolani.
  Giusto perché anche la Bellezza abbia la sua sorpresa.
  Ma dovesse il gioco rivelarsi inaspettatamente grande, dovesse la gioia cristallizzarsi nel serio sguardo di una promessa, a quale regno si accederebbe?
   A voi la risposta. 
  Lupo.
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illupo00 · 10 years
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Il sole è a oriente.
Era un po' di tempo che non scrivevo nulla.
Dicono che, in genere, quando non si scrive è perchè si impegnati a vivere.
E' una stupidaggine.
Nasce da un pensiero nella testa, da una sensazione che quel pensiero ti procura: deambula, lì, da qualche parte, tra lo stomaco e l'appendice (se ce l'hai ancora) e sale per la colonna vertebrale, dritto nelle sinapsi a pretendere che tu gli dia voce, forma, tempo e spazio.
Non ti avverte.
Forse non è ancora chiaro il concetto.
Provo a farvi un esempio.
Tizio ha 23 anni, vive in un paese sperduto nell'Emilia e lavora in un negozio di abbigliamento.
Scrive di lui che ha sempre sognato di fare il cantante, ma alla fine il suo lavoro gli piace.
Afferma, nello specifico, che al giorno d'oggi non ci si può lamentare del lavoro che si fa, perchè fondamentalmente la fortuna è averlo.
Un ragazzo concreto.
Poi attacca con gli aneddoti dei clienti che frequentano il suo locale: dalla Signora che prova a mettersi la scarpa sinistra nel piede destro, al ragazzino che annusa le sciarpe e così via. Arrivo ad avere le lacrime agli occhi dal ridere.
C'è questa aria di allegria che fa da contorno, in ogni cosa che dice, che la sensazione è quella del primo sole di Giugno.
Non credo che esista una persona più solare.
Poi Tizio è anche una di quelle persone che ti scrive che oggi non si sente bene perchè ha avuto una seduta di chemioterapia, e te lo dice così, come ti stesse dicendo che ha preso il raffreddore.
Eccolo lì, nasce da un pensiero nella testa, da una sensazione che quel pensiero ti procura: deambula, lì, da qualche parte, tra lo stomaco e l'appendice e sale per la colonna vertebrale, si ricollega ad altri pensieri, e la tua mente si espande.
Ripensi a quando gli hai detto che eri preso male per il ritardo al lavoro, o quando volevi tirare un pugno per il ragazzo che non ti considerava.
Vai ancora più in là, e pensi a tutte le persone che hai incontrato, grige come la pietra per la troppa noia accumulata, o vittime di quell'insensata insoddisfazione per la vita mista ad una immotivata sete di affermazione figlia dell'insicurezza che regna sovrana.
Io lo so che questo discorso è trito e ritrito, che si sa, di fronte a simili situazioni, è normale sentirsi piccoli e stupidi.
Ma io vorrei farvi capire che non è questo il punto.
Il punto è la sua allegria: della potenza di un'armata nucleare e della tempesta di un sole grande cento vole la terra.
Il pensiero ha preso forma, tempo, spazio e voce.
Ed io non so dirvi se Tizio è forse un alieno o è riuscito a vivere in quella parte del nostro animo dove c'è sempre luce e non ho nemmeno idea se è ci devi nascere con questa capacità o se richiede un atto di coraggio oltre ogni misura.
Ma sono certo di una cosa: alcune persone, come Tizio, abitano là, in quel luogo, da qualche parte, che si raggiunge alla fine di ogni nostra paura.
Ed era mio dovere raccontarvelo.
  Lupo
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illupo00 · 10 years
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Ti prometto
una colazione all’inglese,
nelle nostre mattine
sbronze
  Il vino d’Asti
a mezzogiorno spaccato,
quello cosi schifoso
che ci faremo l’amore sopra
  Ti prometto
un autobus a notte fonda,
quelli cosi vuoti
che sembrerà di andare
all’inferno.
  Una casa in disordine
perchè tu possa stare in mutande
tra le bottiglie di whiskey
come un gatto randagio sul
ciglio di una strada.
  Litigate così forti che ti sembrerà
di aver scopato con il mondo
e scopate cosi lunghe
che ti sembrerà finito, il mondo.
  Ti prometto
baci di lino e stracci di carta
davanti ad albe confuse
su una qualche strada del ritorno
  E un sorriso più gentile di quanto
non sia mai stato il tuo,
che ne ha fatti innamorare 10,
E non ha mai promesso niente.
  Lupo
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illupo00 · 10 years
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Mi piaceva per come era nudo quell' amore. 
nudo e senza difesa:
Che avrei potuto colpirlo  dritto al cuore
e mi avrebbe regalato larga resa.
E quel Suo bel volto,
che non sapevo dove incominciasse il  sorriso
dalla potenza di un abbraccio lungo cento anni
o di un nuovo sole appena nato. 
Lupo
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