Tumgik
#vita sperduta
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I libri, loro non ti abbandonano mai. Tu sicuramente li abbandoni di tanto in tanto, i libri, magari li tradisci anche, loro invece non ti voltano mai le spalle: nel più completo silenzio e con immensa umiltà, loro ti aspettano sullo scaffale.
C'era come la sensazione che mentre gli uomini vanno e vengono, nascono e muoiono, i libri invece godono di eternità. Quand'ero piccolo, da grande volevo diventare un libro. Non uno scrittore, un libro: perché le persone le si può uccidere come formiche. Anche uno scrittore, non è difficile ucciderlo. Mentre un libro, quand'anche lo si distrugga con metodo, è probabile che un esemplare comunque si salvi e preservi la sua vita di scaffale, una vita eterna, muta, su un ripiano dimenticato in qualche sperduta biblioteca a Reykjavik, Valladolid, Vancouver.
- Amos Oz
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focacciato · 7 months
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Il problema di trovare una strada è fartela andare bene anche quando ti metti il bastone tra le ruote da solo, quando sei così scazzato da fare un biglietto per una città sperduta e far perdere le tracce. C'è qualcosa di così noioso in questa vita che a volte mi chiedo se sono realmente pronto a convivere con me stesso giorno dopo giorno. Ho una capacità innata di lamentarmi anche quando non ho nulla di così grave per farlo. È scontato dire che sono il primo nemico di me stesso, ma allo stesso tempo è un peso così grande che a volte mi affossa e mi immobilizza
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alessandrom76 · 9 months
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ti devi abituare alle strade in salita che ci portano al mare.
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fast animals and slow kids - vita sperduta
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Purtroppo il treno ha tardato molto,quindi sei arrivata di notte fonda,sono venuto a prenderti alla stazione ed eravamo entrambi troppo stanco per divertirci così abbiamo deciso di dormire.
Non riesco a prendere sonno,al contrario di te che riposi beatamente,il pensiero di averti lì non mi fa chiudere occhio e, anzi,la testa fa mille pensieri diversi.
Non potendo più sopportare le fantasie che mi passano per la mente decido di assecondarle,così mentre dormi ti lego e ti bendo,per poi caricarti in macchina.
Durante il viaggio tu ti svegli,e sei un po' spaventata,ma io ti rassicuro facendoti capire che è tutta opera mia e appoggiandoti una mano sulla gamba.
Arriviamo in una campagna un pochino sperduta,ti faccio scendere per fare un pezzo di strada a piedi.
Dopo poco arriviamo,tu non puoi vederlo quindi ti descrivo io dove siamo;
C'è una porta nascosta dalla vegetazione sul fianco della collina,apro la porta e ti accompagno dentro con la torcia del telefono accesa,sulle pareti iniziali è pieno di lumaconi...bleah,ci inoltriamo nel tunnel dentro la collina,il terreno non è lineare e completamente sabbioso, l'aria è viziata e si respira a fatica.
Andiamo sempre più infondo,tu non dici niente,ti fidi di me,ma io ti dico ugualmente che siamo in una vecchia grotta scavata dai partigiani durante la guerra.
Quando penso che siamo arrivati abbastanza in profondità ti fermi e ti giro verso di me,comincio a sfiorarti il viso con le dita,fino alle labbra,dove mi soffermo per più tempo,tu ne approfitti per succhiarmi un dito,subito lo tiro fuori e ti afferro la mascella facendo in modo che la tua bocca non possa chiudersi, poi ti dico:" ti ho forse detto che potevi prendere l'iniziativa?"
Tu non rispondi,così ti do uno schiaffo molto leggero per poi riafferrarti la mandibola
"Se sei così ansiosa di assaggiarmi,è meglio che tu lo faccia come si deve"
Ti afferro per i capelli e ti trascino verso il basso facendoti inginocchiare sulla sabbia,non appena sei all' altezza giusta spingo il mio cazzo infondo alla tua gola non una volta,non due volte ma di continuo.
Ad un certo punto mi stanco e ti faccio rialzare,ti prendo in braccio e lo metto dentro;
Mentre ti scopo tu provi a non farmi sentire quanto ti piace tenendo la bocca chiusa,così scelgo di cambiare gioco,ti do 5 minuti di tempo per trovare l'uscita e scappare,dopo di che se dovessi raggiungerti e prenderti,non mi tratterrei più.
Scatta il tempo,passano circa 3 minuti,trovi l'uscita e provi a scappare,finito il tempo esco anche io,ti vedo in lontananza così ti corro dietro come un matto con gli ormoni a palla,ti raggiungo,mi butto su di te bloccandoti a terra,una mano sulla testa per tenerti ferma e l'altra sul collo stringendo il più possibile,te lo faccio sentire un po' sul culo,la voglia cresce sempre di più,finché non riesco più a trattenerla,lo metto nella tua figa completamente bagnata di colpo,e continuo senza sosta,tu provi ad ansimare ma il piacere di blocca in gola impossibilitato ad uscire per colpa della mia mano,non manca molto,lo tiro fuori,è tutto zuppo della tua essenza,così inizio a spingere nel culo,ma non entra.
Spingo sempre più forte,con più insistenza finché,penetrò dentro di te e,a quel punto si che ti sento,il piacere che stai provando trova il modo di farsi sentire,non ti do tregua,ti scopo il culo come se non avessi mai scopato in vita mia,fino a venirti dentro e riempirti.
Ti carico in macchina,ti porto a casa, ti lavo e ricomincio a divertirmi con te.
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thecatcherinthemind · 2 months
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La mia Pasqua è iniziata quando a mezzanotte lui mi ha chiesto "Posso raccontarti una cosa che non sa nessuno?".
Eravamo davanti ad una chiesetta, una delle tante di questa cittadina sperduta che non avevo mai visitato e meno che mai avevo raggiunto in auto prima di ieri sera, quando ho dovuto attraversare stradine buie con la nebbia per poterlo rivedere. Non so perché io l'abbia fatto, probabilmente avevo bisogno di uscire ed ero comunque disposta a farmi i chilometri pur di vedere un volto familiare.
Abbiamo parlato ininterrottamente per quasi sei ore, senza mai stancarci, e se non ci fosse stato il cambio d'ora probabilmente sarebbero state sette. Scattate le quattro, come al magico rintocco delle campane di Cenerentola, ho sentito l'esigenza di andarmene, perché oltre quell'ora sono stata sveglia per poche persone in vita mia e il superamento della soglia bisogna guadagnarselo. Tornando a casa mi sono sentita sporca, come se avessi sbagliato a passare la serata con lui, come se stessi tradendo qualcuno.
Poco fa mi è arrivato un suo messaggio, in cui mi ha ringraziata di averlo ascoltato e in cui ha ribadito di essere disposto a starmi vicino in questo periodo buio, perché non vuole lasciarmi sola. Non riesco a vederla come una bella cosa, perché penso solo di aver dato l'impressione di non farcela da sola.
Un anno fa a quest'ora stavo per essere scaraventata nel periodo più buio della mia vita e sento di essermi spostata pochissimo e sempre in cerchio. Mi sono ripromessa di non permettere mai più a nessuno di mettermi in condizione di essere distrutta con uno schiocco di dita.
Ora capisco la sensazione di tradimento che mi porto addosso: sto tradendo me stessa. Non abbasserò mai più il muro. Giurin giurello.
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fragilityisavirtue · 2 months
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Lo spiraglio dell’alba
respira con la tua bocca
in fondo alle vie vuote.
Luce grigia i tuoi occhi,
dolci gocce dell’alba
sulle colline scure.
Il tuo passo e il tuo fiato
come il vento dell’alba
sommergono le case.
La città rabbrividisce,
odorano le pietre
sei la vita, il risveglio.
Stella sperduta
nella luce dell’alba,
cigolio della brezza,
tepore, respiro
è finita la notte.
Sei la luce e il mattino.
Lo spiraglio dell’alba, Cesare Pavese,
9 marzo 1950
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chez-mimich · 1 year
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GLI SPIRITI DELL'ISOLA
Rompere un'amicizia è sempre una cosa spiacevole, a volte anche molto spiacevole, ma qualche volta può addirittura sfociare in un vero e proprio dramma, specie se si vive su una sperduta isola di un arcipelago irlandese. Ci troviamo nel 1923 (non è fatto da poco che nemmeno esistessero né i social, né il web ad alleviare la pesantezza del vivere) e, come si è già detto, sulla remota isola irlandese (immaginaria) di Inisherin, accade che Colm (intepretato da Brendan Glee) decida all'improvviso di interrompere la frequentazione di Pàdriac (Colin Farrell) il suo più caro amico, senza nessun plausibile motivo, almeno all'apparenza, mentre Pàdriac non sopporta il rapporto danneggiato e il mutismo dell'ormai ex amico. La vita sull'isola continua prevedibilmente a scorrere monotona, tra il pub sulla scogliera, la chiesa e il porto dalle acque grige e tempestose di quelle latitudini. Ma Pàdriac non si rassegna e, come il più molesto degli stalker, non molla la presa di Colm che, uomo burbero e scontroso, decide di tagliarsi un dito di una mano ogni qual volta Pàdriac gli rivolgerà la parola. Detto fatto, il (povero) Colm si ritrova senza tutte le dita della mano destra. Colm è un violinista-compositore e il suo gesto appare ancora più masochistico, ma darà anche luogo successivamente alla rappresaglia contro Pàdriac, con l'uccisione della asinella di quest'ultimo. Pàdriac, a sua volta, brucerà la casa di Colm che tuttavia casualmente resterà incolume. Naturalmente il focus di tutto il film è centrato sulle motivazioni che spingono Colm, parrebbe insensatamente, a rompere l'amicizia con Pàdriac. Perché Colm si chiude in una sorta di autismo nei confronti dell'amico? In realtà è lo stesso Colm a spiegarlo anche piuttosto esplicitamente: l'amicizia di Pàdriac, ormai, non è più in grado di offrirgli nulla e quindi preferisce di gran lunga la composizione musicale e il violino alla compagnia di Pàdriac, uomo gentile, ma di quella gentilezza un po' asfittica ed appiccicosa di cui si può benissimo fare a meno, anche se con una certa dose di cinismo. Quanto c'è in noi di Pàdriac e quanto c'è di Colm? Al di là delle piccole storie dell’isola irlandese e delle sue inquietanti presenze, è proprio questa domanda che rende interessante la pellicola di un regista disincantato e crudo come Martin McDonagh (suo era il magnifico "Tre manifesti a Ebbing Missouri"). Ognuno potrà rispondere secondo una propria tavola di valori : Pàdriac reclama di essere un uomo gentile, Colm risponde che la gentilezza non trapasserà nei ricordi dei posteri, mentre certamente arriverà la musica, nella fattispecie quella da lui composta. E allora la domanda investe noi tutti: vale la pena dedicare il proprio tempo coltivando una affettuosa, ma asfittica, amicizia o meglio spenderlo coltivando i propri interessi anche a scapito dei rapporti interpersonali?
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ferrugnonudo · 11 months
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Vivo un disagio costante. Vivo in uno stato di orrore e meraviglia, in senso negativo, costante. Non trovo nemmeno le parole per definire e definirmi. Non so se il mondo sia sempre stato così pessimo o se lo sia di più oggi solo per la sovraesposizione di immagini e fatti, video e reel, praticamente ovunque, all'apertura di qualsivoglia social club e altro.
Stare male.
Dice il Saggio, Allontanati da tutto. Fatti una vita in una zona sperduta dell'Atlantico. Brucia la carta d'identità. Diventa apolide. Diventa l'indiano senza identità e con i piedi grandi, rinvenuto su una spiaggia in culo al mondo dagli indigeni del posto che ritrovavi spesso in uno dei tuoi n-all'infinito sogni.
Brucia materassi in riva al mare.
Dice il Saggio: Anche allontanandoti da tutto il Brutto radicherà, radica, ha radicato.
Stare male.
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pr0scenio · 1 year
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The Banshees of Inisherin
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Da Martin McDonagh mi aspetto sempre molto, ha dimostrato più volte di essere un regista capace di creare storie non banali e soprattutto personaggi non banali, andare oltre i cliché del buono e del cattivo, persone reali strutturate su più livelli di introspezione e profondità, persone complesse e brillanti nella vittoria e nella sconfitta, in una parola: Colin Farrell. Però non basta mica lui da solo, la coppia perfetta si forma solo con l'aggiunta di Brendan Gleeson, amaro, incazzato, eccessivo e probabilmente anche un po' pazzo.
Il cast è ridotto all'essenziale ma semplicemente perfetto, complice anche la natura stessa del film. In fondo ci troviamo su una sperduta isoletta irlandese nel mezzo degli anni '20 del 900, non esattamente un luogo brulicante di vita. Ed al film non serve altro. Poche persone immerse in una natura che appare incontaminata, la bellezza dei paesaggi non è solo lo sfondo ma un co-protagonista di questa vicenda, all'apparenza banale ma allo stesso tempo sempre profonda: come funziona l'amicizia? Che vuol dire essere amici? È solo la noia e la solitudine a scegliere per noi, o siamo noi stessi a scegliere chi diventa nostro amico? Fino a che punto si può sacrificare sé stessi a scapito degli altri? Cosa vuol dire essere sé stessi e tramandare sé stessi?
Questo film non è solo la storia di due amici che litigano, è la storia del rapporto di ognuno di noi con la noia, con la solitudine e con l'abisso del rapporto con gli altri. Figo eh, ma proprio un sacco di ansia!
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eyelandonthemoon · 2 years
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Ti ci porto a piedi
Sarò la macchina che mi chiedevi
Dimmi che mi accetti lo stesso
Che il futuro non è scritto
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mattia480 · 2 years
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Il pesce e lo scorpione
Questo racconto narra la strana vicenda di come uno scorpione ed un pesce riuscissero a parlarsi tramite strani dispositivi che permettevano loro di confrontarsi nonostante le evidenti difficoltà di dialogo tra questi animali (notoriamente non dispongono un linguaggio comune da utilizzare come accade invece per gli umani). Ancor più incredibile però, è come i due riuscissero a dialogare nonostante si trovassero in periodi temporali distinti e da luoghi diversi nello spazio.
Lo scorpione viveva nel presente in luoghi densi di altre forme di vita e circondato da luci e rumori, il pesce invece, viveva su un'isola sperduta in un qualche mare in uno spazio temporale vicino al presente, ma leggermente futuro. Diciamo quello che potrebbe essere chiamato "un po' dopo" o "a distanza di un'ora" dall'Homo Sapiens.
I dialoghi tra i due animali, considerando che le loro strade non si erano mai intrecciate prima di quel momento, furono del tutto inspettati e generati dalle casualità della situazione. Tutto ciò creo però un'aura di mistero, di curiosità, una complicità ed un interesse reciproco quasi come se fosse un'alchimia unica ed incomprensibile.
Poco dopo il pesce si ritrovò a dover viaggiare ad alta quota e lo scorpione privato del suo elemento: il mare. Quando i due animali ripresero i contatti, gli spazi temporali si erano come invertiti.
Ad oggi non è ancora chiaro se l'alta quota in cui si è trovato il pesce o la lontananza del proprio elemento da parte delle scorpione abbiano contribuito in questa inversione, ma qualsiasi cosa sia accaduta sappiamo per certo che ora è il pesce che vive il presente e lo scorpione che vive il futuro.
Lo scorpione del futuro mostra peró un aspetto cupo ed insoddisfatto, come a voler simboleggiare la nostalgia di qualcosa, forse dell'alchimia di quella conversazione di cui ancora ha reminiscenza?
Adesso, miei cari lettori, decidete voi cosa reputate più probabile: che lo scorpione non abbia ancora ritrovato la magia di quel dialogo perché un pesce ad alta quota ed in carenza di ossigeno ha bisogno di qualche giorno per riprendersi dal trauma oppure perché uno scorpione privato del suo elemento non digerisce bene l'inversione dello spazio temporale?
A voi le risposte,
Mr. Al-Khīmiyya
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orotrasparente · 2 years
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balla sui problemi e non pensarci più
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notizieoggi2023 · 2 months
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Perché il silenzio di Chiara Ferragni fa rumore Vanno a due velocità diverse, Chiara e Fedez. Lei tira il freno, lui corre. Dopo l'annuncio della rottura - anche se nessuno ha ancora pronunciato ad alta voce le parole definitive che sanciscono la fine - l'imprenditrice si è rifugiata negli affetti, nelle vacanze di famiglia, nei giri sulle giostre, nelle feste di compleanno, in quei piccoli attimi di normalità che ti tengono nel presente. E nel silenzio, ormai conscia di non essere più alla guida della macchina perfetta che era la sua immagine. Niente fit-check, niente "best of these days". Un silenzio che sta facendo rumore: i detrattori dicono che senza figli, attualmente a Miami con Fedez, adesso non le rimanga nulla da postare e che questa sparizione sia obbligata. I fan invece sono preoccupati, la vedono smagrita e triste, le scrivono parole di incoraggiamento sotto ai post, invocano una rinascita. La verità è probabilmente un'altra: Chiara è tornata da Dubai e ha trovato la casa vuota, perché il marito nel frattempo ha portato via le sue cose mentre lei e i bambini non c'erano. Non sono supposizioni, lo abbiamo visto mentre succedeva nelle storie di lui. Davanti ai segni della sua relazione che si sgretola, Chiara forse ha deciso di elaborare in solitudine. Dopo Dubai, dove ha trascorso la Pasqua con i suoi affetti fidati e i suoi due figli Leone e Vittoria, non a caso è sparita: non posta da giorni, latitano pure gli aggiornamenti fugaci che segnano il suo feed fin dal pandoro gate di dicembre. Sembra, così tutto d'un tratto, che abbia smesso di fingere che tutto vada bene, che non abbia più voglia di rimanere iperconnessa com'era prima, ancorata a uno sguardo dove a trionfare era una proiezione dell'influencer inattaccabile e ideale. Fedez intanto corre: ora è a Miami con i figli e si diverte a fare il bagnino di Baywatch, a Milano ha ripreso a uscire, si è trasferito nella nuova casa dove ha già piazzato i suoi gadget amatissimi come a marcare il territorio. La stampa lo tratteggia come "uomo nuovo" ringalluzzito dalla rottura, come se questi anni di matrimonio lo avessero represso e ora fosse tornato a respirare. Chiara, a confronto, sembra sperduta: prima aveva il lavoro, oggi anche quello non funziona, è tutto bloccato al 15 dicembre, giorno in cui il caso Balocco è esploso. E se quella prenatalizia è ancora oggi una data simbolo per i Ferragnez, ce n'è un'altra che incombe con altrettanta invadenza: quella del 9 aprile. Giorno in cui il marito (forse) rivelerà, seduto sullo sgabello di Belve, cosa è successo alla coppia più invidiata d'Italia. Le diffide di Chiara a Fedez per evitare che parli dei fatti loro in trasmissione sono state in parte smentite (Francesca Fagnani ha fatto presente che a lei non è arrivato nulla. Ma non sappiamo se lo stesso valga per il rapper) e le anticipazioni parlano di un Fedez in lacrime che parla della sua compagna perduta e dei figli. E intanto, almeno mentre scriviamo, di Chiara non c'è traccia. Forse ha tenuto fede alla promessa fatta a Fabio Fazio durante l'intervista a Che Tempo Che fa: meno tempo davanti allo smartphone, più tempo per la vita vera. Lì per lì sembrava una frase vuota, forse però adesso che la vita vera si è affacciata sgretolando la perfezione del passato, da sempre filtrata a uso e consumo di quelli che non fanno difficoltà a passare da follower a hater in un lampo, Chiara Ferragni ha trovato un po' di sollievo.
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lamilanomagazine · 4 months
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Festa della Toscana: Pietro Ichino, la lezione sul messaggio teologico-evangelico di Don Milani
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Festa della Toscana: Pietro Ichino, la lezione sul messaggio teologico-evangelico di Don Milani. Firenze – "L'intendimento originario di tutta l'opera di don Milani è di natura essenzialmente teologico-evangelica, l'amore per il prossimo come manifestazione di Dio su questa terra, ed etica: non c'è una sola parola di argomento politico, detta o scritta da lui, che non si collochi nell'ambito di un discorso eminentemente etico e di fede cristiana". È questo uno dei passaggi più importanti della lezione, aperta anche agli studenti – erano presenti in sala studenti del Liceo Machiavelli di Firenze e del Liceo artistico Petrocchi di Pistoia – che Pietro Ichino, docente di Diritto del lavoro ed ex senatore, ha tenuto oggi pomeriggio su Don Lorenzo Milani nell'auditorium del Consiglio regionale della Toscana. La lezione, intitolata 'Il miracolo sconosciuto di Don Lorenzo Milani. La parola e la scuola', è stata il cuore dell'evento organizzato dal Premio internazionale Ceppo nel quadro delle iniziative della Festa della Toscana 2023 ("I Care", la Toscana dei valori umani e della lotta alle disuguaglianze a 100 anni dalla nascita di don Milani"), che il Consiglio regionale ha voluto dedicare al sacerdote di Barbiana nel centenario della nascita per ricordare il suo insegnamento. "Don Lorenzo Milani è stato un grande educatore – ha detto il presidente del Consiglio regionale, Antonio Mazzeo –. Per raccontarlo abbiamo scelto tante personalità con altrettanti punti di vista differenti. Ho avuto la possibilità di leggere in questi giorni in libro di Pietro Ichino, che contiene un messaggio forte di don Lorenzo Milani: l'educazione, la formazione, la scuola sono il modo per superare le disuguaglianze. Sono contento che siano presenti le ragazze e i ragazzi di due scuole, perché questo messaggio dobbiamo farlo arrivare prima di tutto a loro". Mazzeo ha voluto ringraziare Ichino per essersi fatto portatore di messaggi di speranza. La Toscana è sempre stata terra di grandi ideali e di progresso, vhe ha lavorato per costruire una società più giusta. Per riuscirci serve che alcuni valori fondamentali siano condivisi da tutti. Nella sua lezione, Ichino ha messo in evidenza l'attualità del messaggio di don Lorenzo Milani attraverso il ricordo diretto dei suoi incontri di ragazzino con il sacerdote. Nel 1959 il Priore di Barbiana e i suoi primi sei allievi, di età intorno ai dieci anni, vennero ospitati per una settimana a Milano dalla famiglia di un altro ragazzo della stessa età, Pietro Ichino, che con loro partecipò alla visita della città e di due grandi sue fabbriche, sotto la guida e con il commento dello stesso don Lorenzo. Ne seguì un legame profondo e una frequentazione assidua tra di loro, fino alla morte del sacerdote ma anche in seguito, con i ragazzi di Barbiana che ne hanno custodito l'eredità, di cui restano numerosi documenti: dai temi scritti dai sei primi allievi sulla loro esperienza milanese subito dopo il ritorno a Barbiana, alla corrispondenza tra don Lorenzo e con i genitori di quel ragazzo. Il quale nel corso di quell'esperienza rimase colpito nel vedere prodigiosamente avverarsi sotto i propri occhi una massima paradossale appartenente alla cultura ebraica che accomunava la sua famiglia a quella dei Milani, proprio nella testimonianza sconvolgente del sacerdote esiliato nella sperduta pieve di montagna, che sull'esilio stesso fondava il senso della propria vita. Ichino aveva 18 anni quando don Lorenzo Milani morì, nel 1967. Ha parlato del rapporto fra Don Milani e la sua famiglia nel libro "La casa nella pineta" (Giunti 2018), nel quale in appendice sono riprodotte le lettere dei ragazzi di Barbiana che raccontano questa esperienza. Don Milani, ha detto ancora Ichino a margine del colloquio, "viveva molto profondamente la scelta di parità sociale, era un vero comunista, più di tanti altri, ma il suo era un comunismo etico, non fondato su dottrine politiche, ma su una spinta fondamentalmente evangelica". Il presidente del Premio Ceppo Paolo Fabrizio Iacuzzi, che ha preso parte all'incontro anche in rappresentanza di Giunti editore, insieme al giurato del Premio Ceppo, Filiberto Segatto, ha ricordato che "Il premio Ceppo ha cominciato a lavorare con i ragazzi delle scuole di Firenze e Pistoia su un progetto educativo, per il quale il professor Ichino è un testimone importante: aveva l'età di questi ragazzi quando conobbe don Milani nella sua gita a Milano. Anche la radice etica della scelta personale di Ichino, influenzata da don Milani, è molto importante da trasmettere".  L'evento si è svolto con la compartecipazione del Consiglio Regionale della Toscana – Festa della Toscana 2023 e del Comune di Pistoia, con il sostegno della Fondazione Caript e il contributo di Giunti Editore. Prima dell'evento in Auditorium, il presidente Antonio Mazzeo, ha ricevuto Pietro Ichino nel suo studio per un breve incontro privato, al termine del quale Ichino ha firmato il Libro degli ospiti del Consiglio regionale. -------------- Pietro Ichino (Milano, 1949) è professore di Diritto del lavoro e avvocato. È stato dirigente sindacale della Fiom-Cgil (1969-73), responsabile del Coordinamento servizi legali della Camera del Lavoro di Milano (1973-79), deputato nel Parlamento italiano nell'ottava legislatura (1979-83) e senatore dal 2008 al 2018. Nel 2009 gli è stato assegnato l'Oscar del Riformista per il miglior parlamentare dell'anno. Ha scritto numerosi libri in materia di lavoro e di diritto, tra i quali, per Mondadori, Il lavoro e il mercato (1996), A che cosa serve il sindacato? (2005), I nullafacenti (2006), Inchiesta sul lavoro (2011), Il lavoro ritrovato (2015). Collabora con il Corriere della Sera. Nel 2018 ha pubblicato per Giunti Editore La casa nella pineta. Storia di una famiglia borghese del Novecento... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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daimonclub · 5 months
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Pensieri e riflessioni sul Natale
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Riflessioni, pensieri e provocazioni sul Natale Pensieri e riflessioni sul Natale, idee originali, meditazioni, divagazioni, critiche e speculazioni sul Natale e la natività a cura di aforismicelebri.com La celebrazione della nascita di Cristo, non fissata dalla tradizione a una data precisa, si afferma nella chiesa solo tardivamente, e in connessione, più che in contrapposizione, con feste pagane. Cristo, Sole di Giustizia, viene identificato con le antiche divinità solari. La tenebra è fugata, il sole rinasce nel buio della più lunga notte invernale. Sergio Quinzio Alcuni suggerimenti per un regalo di Natale. Al tuo nemico, perdono. Al tuo avversario, tolleranza. A un amico, il tuo cuore. A un cliente, il servizio. A tutti, la carità. A ogni bambino, un buon esempio. A te stesso, rispetto. Oren Arnold Per Natale, una sperduta tribù del Congo ha ricevuto dall'O.N.U. dei generi commestibili in dono, ma gli indigeni hanno protestato, perché avrebbero voluto anche qualche nuora. E magari pure due o tre nipoti di quelli teneri! Bilbo Baggins Caro, caro Natale, che hai il potere di ricondurci alle illusioni della fanciullezza, che ricordi al vecchio i piaceri della sua gioventù, che riconduci da mille miglia lontano il viaggiatore e il navigante al suo focolare, fra le pareti tranquille della sua casa! Charles Dickens Da sempre la festa è sacra e liberatoria; grazie alla religione talvolta l'uomo può riposare, infatti se non si credesse in qualcuno forse dovremmo lavorare tutti i giorni. Io osservo con gioia tutte le feste, in questo senso sono profondamente religioso. Il Natale ovviamente è quella che preferisco, la Pasqua è già meno importante, e lo dimostra il fatto che anche i giorni di riposo per questa occasione sono inferiori (con grande rammarico degli studenti). In pratica diciamo pure che la vita e la nascita di Gesù valgono almeno il doppio della sua morte. Del resto come diceva Levi Della Vida, se Natale è la festa della nascita, Pasqua è quella della rinascita. La promessa e la speranza affiorate tra lo squallore della bruma invernale si compiono luminose nel rigoglio del verde e dei fiori di cui si veste la primavera nascente. E questo dimostra che le nostre società non credono troppo alla rinascita, e dunque celebrano questa ricorrenza con la metà dei giorni di festa dedicati alla nascita. Carl William Brown Natale può essere uno di quei momenti in cui vi sembrerà di dover affrontare tutti i vostri problemi in una volta sola. Se avete una famiglia numerosa sarete in trappola sotto lo stesso tetto insieme a una notevole quantità di parenti, che potrebbe includere un certo numero di bambini sovraeccitati. È probabile che in un mese spenderete tanto quanto, di norma, spendereste in tre; di sicuro mangerete troppo, farete molta aria e forse vi verrà pure la diarrea, o magari il contrario, e alla fine pagherete anche pegno per aver bevuto troppo. Se siete sposati o fate coppia fissa, uno di voi senza dubbio litigherà con i suoceri e per questo potrete litigare tra voi. Se siete fidanzati, probabilmente sarete costretti a rispondere a varie domande personali su questa relazione. Se siete single, infine, vorranno sapere perché e questo potrà farvi desiderare di non esserlo e lasciarvi in preda a una terribile solitudine. Se non avete una famiglia numerosa, o se passate il Natale da soli con il vostro cane, potrete certamente sentirvi soli o sentire la mancanza dei vostri famigliari. Tutto considerato, l'esperienza del Natale può condurre alla perdita della fede e al desiderio di chiudersi in un armadio, al buio, da soli. Ella Berthoud e Susan Elderkin E ricomincia l'impietosa manfrina dei regali di Natale. La samba dei pensierini. E io son felice come un fringuello con una zampa rotta. Mettiamoci d'accordo. Prima di tutto sull'etimologia della parola pensierino. Dicesi pensierino un piccolo pensiero, una minuscola attività psichica che richiede un minimo sforzo. Ricapitolando: ti faccio un "pensierino" significa quindi: penserò a te ma poco. Per cui, se per Natale abbiamo deciso di farci le coccole solo con pensierini, fastidiosa imbecille che non sei altro, non mi piombare in casa la notte di Natale, vestita da cassata siciliana, porgendomi una spilla d'oro da un chilo, una cisterna di champagne millesime o una liseuse di Prada da 750 euro. Donatrice incontinente. Perché io, qui spiaggiata come una balena tra le pecorelle del presepe, per te ho comprato solo 4 mandaranci e una manciata di bagigie. E mi viene da augurarti non un mondo di bene ma una vagonata di contumelie. Luciana Littizzetto
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Pensieri, riflessioni e idee sul Natale Noi desideriamo poter accogliere Gesù a Natale, non in quella gelida mangiatoia che è a volte il nostro cuore, ma in un cuore pieno d'amore e di umiltà, in un cuore così puro, così immacolato, così caldo di amore l'uno per l'altro... Natale ogni volta che sorridi a un fratello e gli tendi la mano; ogni volta che rimani in silenzio per ascoltare un altro; ogni volta che volgi la schiena ai principi per dare spazio alle persone; ogni volta che speri con quelli che soffrono; ogni volta che conosci con umiltà i tuoi limiti e la tua debolezza. Natale ogni volta che permetti al Signore di amare gli altri attraverso te. Madre Teresa di Calcutta Finito di fare il presepe: ho messo: 5 case distrutte dai terremoti, 4 case alluvionate, 4 container dove far vivere la gente sfollata, 25 banche, 82 chiese; il bue e l'asinello non me li posso permettere vista la tassa sugli animali domestici. Ho messo la grotta, ma senza Gesù, considerato che Giuseppe e Maria con il loro lavoro non arrivano a fine mese e l'ici sulla grotta è una spesa in più e i loro genitori con la riduzione della pensione non possono più aiutarli. Ho messo 1500 re magi rigorosamente in auto blu. Mi sembra finito! Simona Renaudo Collegati con la festa del Natale sono gli usi chiaramente derivati dai Saturnali romani, che appunto si celebravano nella seconda metà di dicembre. Alla scelta del 25 dicembre contribuì anche il simbolismo naturale: festeggiare, cioè, nei giorni in cui la luce comincia a ricrescere, dopo il solstizio d’inverno il ‘natale’ di Cristo, sole di giustizia e verità che dissipa le tenebre del mondo. Carl William Brown Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Si avvicina il Natale e per chi ha uno stipendio, magari pure cospicuo, anche la famosa tredicesima, che lo raddoppia. Per chi invece non ha un lavoro e per di più è povero, vale lo stesso principio, anzi visto che il clima è quello di una fetente solidarietà, il tutto viene anche triplicato, (3 x 0 = 0). Nel frattempo nascono nuovi partiti che inneggiano all'uguaglianza e alla libertà, ed io da povero intellettuale, parco, mite, modesto e pacifista, non posso fare altro che sperare che si riaprano i forni crematori! Altro che giornate della memoria, voglio vederli dal vivo, con il fumo che esce dal camino, altro che ricordarli! Carl William Brown La prima volta in cui un essere umano scopre che la vita è fatta di bugie. Tutti se la ricordano, la notizia bomba. La triste rivelazione. "Babbo Natale non esiste, fesso." Ahhh. Che dolore atroce. Che corazón espinado. Ma come non esiste? E i regali chi li porta? "Tuo padre, imbecille." Ahhh... seconda coltellata. Scompiglio di sentimenti. A me è successo in terza elementare per bocca di mio cugino. "Babbo Natale non esiste perché è troppo grasso per passare dal camino." Cogito ergo sum. E poi ha aggiunto: "Solo che dobbiamo crederci lo stesso perché siamo bambini ed è obbligatorio". Mammamia, come ti odio. E allora chi è Babbo Natale? "Tuo padre." Impossibile mio padre sta in negozio tutto il giorno, altro che andare in giro per il mondo a consegnare doni. E poi sono entrata in garage e non abbiamo nessuna slitta. Luciana Littizzetto Il Natale è una festa commerciale, come tutta la nostra vita. Per questo si comincia a battere la grancassa un mese prima. È una sovraeccitazione drogata, pilotata, penosa, fastidiosa e inutile perché c'è poco da eccitare in una società estenuata, sfibrata, che vive in perenne stato di overdose. La felicità è un attimo che non può essere dilatato. E Natale non è più Natale perché adesso è Natale tutto l'anno. Massimo Fini
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Pensieri e riflession i sul Natale Innumerevoli sono quei cuori cui reca il Natale una breve stagione di gaudio e di felicità. Quante e quante famiglie, sparse e disseminate di qua e di là dalle lotte assidue della vita, si riuniscono in quel giorno, s'incontrano di nuovo in quella cara compagnia, in quella vicendevole affettuosità, che è sorgente di tanta purissima gioia e che così poco s'accorda con le cure e i dolori del mondo, che la credenza religiosa delle più civili nazioni e le rozze tradizioni dei popoli più selvaggi l'annoverano fra le prime delizie di una vita futura, preparata per gli eletti! Quante vecchie memorie, quante simpatie sopite non desta il Natale! Charles Dickens Il prezzo dei regali a Natale e' inaudito. Ricordo un Natale di tanti anni fa, quando mio figlio era piccolo. Gli ho comprato un carro armato giocattolo. Costava piu' di cento dollari, una bella cifra per l'epoca. Lui ignoro' il carro armato, e gioco' con la scatola della confezione. L'anno dopo imparai la lezione: lui si becco' una scatola di cartone, ed io una bottiglia di whisky da cento dollari. Johnny Carson Fatti come la nascita da una vergine e la resurrezione dalla morte costituiscono ovvi archetipi universali, condivisi dalle mitologie di molte culture. Ad esempio, la scelta del 25 dicembre come giorno della nascita di Gesù è mutuata dalla festa del Sol Invictus, “Sole Invitto”, il Dio Sole (El Gabal) che l’imperatore Eliogabalo importò nel 218 a Roma dalla Siria. L’imperatore Aureliano ne instaurò il culto nel 270 e ne consacrò il tempio il 25 dicembre 274, durante la festa del Natale del Sole: il giorno, cioè, del solstizio d’inverno secondo il calendario giuliano, quando il Sole tocca il punto più basso del suo percorso, si ferma (da cui il nome solstitium, “fermata del Sole”) e ricomincia la sua salita, in un succedersi di eventi che si può metaforicamente descrivere come la sua “morte, resurrezione e ascesa in cielo”. Piergiorgio Odifreddi Io ho sempre ritenuto il giorno di Natale ... come un bel giorno, un giorno in cui ci si vuol bene, si fa la carità, si perdona e ci si diverte: il solo giorno del calendario, in cui uomini e donne per mutuo accordo pare che aprano il cuore e pensino alla povera gente come a compagni di viaggio verso la tomba e non già come a un'altra razza di creature avviata per altri sentieri. Charles Dickens In occasione del programma Telefood pensato dalla Fao per raccogliere fondi contro la fame nel mondo, alcuni ricchi testimonials, gente abituata a ville, pranzi reali, aerei personali, yacht e feste principesche ha invitato il gentile e misero pubblico di telespettatori a donare fondi per il nobile fine, adducendo che loro a causa di questa tragica realtà non dormono più neanche di notte. Sia lodata la stupidità. In genere queste raccolte fondi vanno molto di moda anche verso Natale, dove tutti sono più buoni ed i terremotati del bel paese sono al freddo e al gelo. Amen Carl William Brown Per non parlare dei fatidici cestini di Natale. Chi ti vuole bene davvero non ti regala un cestino. Il cestino te lo regala chi ti vuole vedere morto. Perché è un'arma letale. Tanto vale mettere una pistola dentro un paniere. Se io ti regalo un cotechino da mezzo metro, una putrella di torrone, un barattolo di crema di peperoni, un vaso di mostarda e uno di pepe di caienna, lo so che per bene che ti vada ti vengono delle emorroidi che non ti siedi più fino alla Befana. Lo faccio apposta. Altro che buona fine e buon principio... Speriamo almeno che il Natale ci porti qualcosa di bello. Per adesso da me sono spuntate le cornamuse. C'ho le pive sotto casa. A stantuffarmi a nastro di quanto sia bianco questo Natale, di quanto il cuore esulti e ci siano jingle bells dappertutto. Io quando scendo agli zampognari un'offerta gliela faccio. Due euro. Perché si spostino. Vadano un po' più in là, a suonare sotto un'altra finestra. Luciana Littizzetto Se fossi un filosofo, scriverei una filosofia dei giocattoli per dimostrare che nella vita nient'altro bisogna prendere sul serio, e che il giorno di Natale in compagnia dei bambini è una delle poche occasioni in cui le persone diventano davvero vive. Robert Lynd Una mela per la vita, un'arancia per la ricerca, una stella di natale per la solidarietà, un uovo di pasqua per sconfiggere la leucemia, un concerto contro il cancro, una sottoscrizione per la sclerosi e una sfilata per sconfiggere l'Aids, ma per carità non dimenticatevi, almeno un penny per Guy Fawkes (rivoluzionario inglese, un cattolico pacifista che stava per far saltare in aria il parlamento). Carl William Brown
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Riflessioni e critiche sul Natale L'umanità è pur essa una grande, immensa famiglia... Di ciò è conferma quel che suscita il Natale nei cuori. Il Divino Fanciullo sorride a tutti; i cari occhi rifulgono in grazia e splendore. Le durezze vengono addolcite, le ansie placate, i dolori leniti. Alla tempesta succede la calma... È la prima, è la grande benedizione del Natale, questa: ciascun uomo si purifica, vede più chiaro innanzi a sé, si dispone a servire più compiutamente alle sue responsabilità... Il Natale è la gioia delle nostre case, ed esso la suscita anche là dove si piange; dove esistono preoccupazioni e tristezze. Basta quella visione per dare balsamo ai cuori più tormentati e suscitare tenerezza, sollievo, ogni slancio di bontà e generosità. Giuseppe Angelo Roncalli Costruire il presepio ogni anno e non sapere quali controversie portarono all'arianesimo o cosa fu il concilio sull'iconofilia; fare la comunione col pane e col vino e ignorare l'esistenza del dogma dell'infallibilità papale; assistere alla messa di Natale e non sapere nulla del recupero da parte della Chiesa di questa data pagana del solstizio d'inverno in cui si festeggiava il sol invictus; assistere ai battesimi, ai matrimoni, ai funerali familiari davanti all'altare e non aver mai sentito parlare dei vangeli apocrifi; farsi vedere sotto un crocefisso e trascurare il fatto che la pena per l'accusa mossa contro Gesù era la lapidazione e non la crocefissione; e tanti altri vicoli ciechi culturali, dovuti alla feticizzazione dei riti e delle pratiche: sono tutti aspetti problematici per una ipotetica pratica illuminata della propria religione. Michel Onfray Avvicinandosi il 25 dicembre, decine di migliaia di teneri abeti vengono strappati dai boschi della Penisola per allestire il tradizionale albero di Natale. Ogni anno lo scempio si ripete, tra la generale indifferenza. Soppresso l'Ente protezione animali, figuriamoci se qualcuno ha voglia di proteggere gli alberi. Diciamo la verità: la sola pianta che interessi all'italiano medio è la pianta stabile. Indro Montanelli La smorfia napoletana naturalmente associa il numero 25 al Natale. Il numero 25 evoca numerosi avvenimenti in molte tradizioni e culture e sono tutti molto carichi di significati. Per esempio Isacco, figlio di Abramo, arrivò dopo venticinque anni di attesa del padre. Nella Bibbia si dice che Gesù fece in tutto 25 miracoli. Per i Musulmani invece, Maometto sposò la ricca vedova Khadjia Khuwaylid a 25 anni. Statisticamente è molto probabile che all’avvicinarsi del Natale ci sia un’impennata di giocate al lotto con il numero 25 come capogioco o comunque come numero in generale. Ricordati però che il numero 25 può essere giocato anche se per qualche recondito motivo ti ritrovi semplicemente a pensare al Natale. Il numero 25 ha la sua validità di gioco anche quando si sognano cene con numerose persone o se si dovessero sognare dei doni. Spesso però sognare il Natale ha un certo “retrogusto” malinconico, soprattutto se il sogno lo facciamo dopo una certa età. Questo perchè è innegabile che il gusto del Natale, il senso e l’aspettativa per tale festa, cali con l’aumentare dell’età e questo permea quindi il sogno della malinconia per quelle sensazioni che non torneranno più. Vista da un’altra prospettiva invece sognare il Natale può anche significare il bisogno di unirsi insieme alla famiglia, un ritorno al focolare domestico, alla spiritualità ed all’affetto dei propri cari. Vi è poi un altro modo di vedere il Natale, ossia sotto il punto di vista del consumismo e non da ultimo, le reali origini pagane del Natale. Il numero 25, assodato che vada giocato sicuramente qualche volta in più vicino alle feste Natalizie o quando sogniamo il Natale, possiamo utilizzarlo nelle nostre giocate anche quando sogniamo di bere o annodare una corda, vedere dei cavalli, o sognare un allevamento. Possiamo porre in gioco il numero 25 anche se dovessimo sognare un razzo, uno scheletro, una stella, un lupo o dei nemici. La smorfia napoletana https://www.youtube.com/watch?v=n-EbtEkRcF0 Se amate il Natale, le feste e la letteratura potete anche leggere i seguenti articoli: Aforismi e citazioni sul Natale Aforismi divertenti sul Natale Ridere del Santo Natale Mercatini di Natale in Italia Mercatini di Natale in Germania Barzellette Read the full article
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kendrene · 6 months
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2, 49, 51, 99
2. Big black car - Greogory Alan Isakov
49. Vita Sperduta - Fast Animals and Slow Kids
51. Where do we go from here - Ruelle
99. Eastside - Halsey e Khalid
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