Tumgik
#viaggia con me
stregamorganablog · 2 months
Text
Tumblr media
"Una strega non... .
Una strega non si inginocchia davanti agli dei, ma cammina fianco a loro.
Una strega non implora gli dei di favori, ma chiede di dare forza e discernimento per conquistare i suoi obiettivi.
Una strega non crede nel peccato, è libera e appartiene solo a se stessa.
Una strega non dorme, viaggia verso altri piani.
Una strega non si vergogna del suo corpo, anzi questo è il suo tempio e non esiste nulla di più sacro.
Una strega non giudica, anzi accoglie gli esclusi e difende la minoranza, poiché conosce il dolore della fiamma del giudizio.
Una strega non nasconde i suoi sentimenti, lei vive ognuno con intensità e impara a dominarli per il proprio bene.
Una strega non sa cosa sia una via di mezzo, è un vulcano calmo, ma al punto da esplodere, se ne avesse bisogno.
Una strega non rinnega mai la sua arte, è orgogliosa di essere diversa, di sentire diversa e di vedere il mondo diverso.
E nel caso ti adatti a una di queste caratteristiche, la strega che abita in me, saluta la strega che vive in te! " - Renan Ryan
Fonte Witch Clubhouse
24 notes · View notes
a-dreamer95 · 2 months
Text
Ho "attraversato" il dolore cercando di mantenere intatta la bellezza dei miei sentimenti. Nessun amore va mai perduto, anche se chi ne è l'oggetto, legittimamente, non lo corrisponde. L'amore è nato e cresciuto in noi e ci ha resi sicuramente migliori, se glielo abbiamo permesso, accettando la realtà senza cercare di sfuggire alla sofferenza che provoca. Tornerò a provare amore e gioia, è importante comprendere che si tratta solo di un momento della mia vita.
Ho solo voglia di restare con la felpa a guardare la luna dal terrazzo che si diverte a farsi inseguire con gli occhi. Ho sempre provato piacere a guardarmi indietro e a mettere un punto per "Riniziare" con la maiuscola. Stasera, invece, ho bisogno di spazio e di virgole, di lettere minuscole e di pochi imperativi. Sorrido e penso a quanto è bizzarra questa sera: la vita ha fretta che io diventi una donna con un lavoro, con obiettivi chiari e con la voglia di costruire, eppure io mi sento ancora un po' bambina perché non ho tutte le risposte, perché non so come affrontare il distacco dalla mia famiglia, ma nel mio respiro mi sento anche una giovane donna. Tra me e me mi dico" Vai, assapora ogni momento, prendi a morsi ogni dubbio, viaggia, respira (sennò poi sbotti), leggi, balla, canta, scrivi, muoviti, stai ferma, prenditi in giro, fai tante domande senza mai forzare nessun rapporto, ma soprattutto dai un tempo a questi anni che passano come lancette impazzite, dagli il tuo tempo, il tuo senso e la tua verità."
Nel frattempo, farò qualsiasi cosa possibile per far sentire meno sola anche soltanto una persona e per rimanere autentica in un mondo che ha paura di mostrare le fragilità. Paragonarsi agli altri non fa altro che allontanarmi da quello che voglio io e, quindi, da ciò che fa stare bene me. Va bene fermarsi perché ho imparato ad ascoltare e ad osservare, a fare ciò che mi è possibile in quel momento di vita. Va bene anche stare male e accogliere i "momenti no": non durano mai per sempre ma possono essere utili per conoscermi meglio e per crescere. Va bene iniziare un percorso e avere delle ricadute perché ho interiorizzato che non esistono linee rette, ma è proprio questo che rende interessante la mia strada. E quindi va bene guardarsi con occhi più gentili, accogliendo i difetti e capendo cosa si può fare per migliorare. Non si tratta di una gara a tempo e non si può sperare in un cambiamento se non vogliamo accettare di poter inciampare, cadere, fallire. Stiamo già cadendo nel momento in cui cerchiamo di essere persone perfette perché, per quanto rincorriamo questo estenuante obiettivo, sappiamo benissimo che non riusciremo mai a raggiungerlo. Abbiamo solo bisogno di cambiare la visione delle cose, di fare un passo indietro, per andare avanti. Con i nostri desideri, le nostre paure, i nostri tempi, i nostri modi, il nostro bagaglio di vita.
A prescindere da come andrà, non perdere mai la speranza. Ricordati che anche le cose peggiori possono portare conseguenze positive. Domani sarà più semplice e andrà meglio, un giorno alla volta.
13 notes · View notes
orotrasparente · 1 year
Text
sei un pensiero che a volte viaggia veloce, altre volte te la prendi con calma e resti qui, nella mia testa e scavi, scavi fino a consumarne le pareti, ti sento così fortemente dentro di me che qualche volta non sono certo di chi sono ora e di chi ero prima di te
68 notes · View notes
astra-zioni · 1 year
Text
Questa retorica del viaggiare, ormai tutti viaggiano, amano viaggiare, roba necessaria, linfa vitale, a me ha frantumato i coglioni. Solitamente chi porta avanti questa retorica viaggia male, e per viaggiare male intendo che va due giorni da qualche parte, fa la fotina a se stesso davanti al quadro famoso, una generica foto del panorama trito e ritrito e si sente Darwin. Viaggiare è sopravvalutato ed è un lusso. Ti fai una settimana in capo al mondo durante le ferie dove ti stressi solo per riuscire a incastrare le cose “da vedere” e per dire di aver fatto o visto quello e quest’altro e ritorni più depresso di come sei partito. Per me il viaggio è darsi il tempo. Stare un mese o più in un posto. Conoscere la cultura. Vedere le periferie di una città. Stringere amicizie locali. Conoscere le cose “nascoste” e meno turistiche del posto in cui si va. Per far questo ci vogliono i soldi, naturalmente, e il tempo, due cose che scarseggiano sempre di più. Ma i viaggetti di cinque giorni instagrammabili io non li reputo viaggi, è esattamente come trovarsi sul divano di casa propria e fare un tour digitale della città in cui si è andati, sborsando lo stipendio di un mese però. E soprattutto quello che non mi piace di questa retorica è il voler scoprire nuovi posti quando il vostro sguardo rimane praticamente lo stesso, e credete che vedere la Gioconda dal vivo vi apra gli occhi e vi trasformi. Se siete imbecilli lo siete a Roma a New York e in Thailandia. Il viaggio di per sé non cambia niente nella tua persona, se per viaggio poi si intende sostare in un albergo a quattro stelle e visitare un museo per sbaglio. Io ho sempre pensato di amare viaggiare, posso dire di aver viaggiato abbastanza, eppure nell’ultimo anno ho capito che probabilmente m’ha rotto le palle. Mi causa stress e ansia, non mi godo un cazzo. I viaggi più belli che ho fatto son stati quelli totalmente inutili, in cui mi son ritrovata in città che avevo già visto turisticamente e mi son potuta dare il tempo di girare nelle periferie e vedere cose che altrimenti non avrei mai visto. In cui mi son sentita parte di quel luogo, non solo una turista. In questo senso, viaggiare può aprirti gli occhi ed essere bello. Ma se sei depresso in culo lo sei in ogni parte del globo. Detesto andare da qualche parte e dover andare proprio in quel museo a vedere proprio quel quadro con una fila chilometrica davanti come se quello stesso quadro non lo stampassero in tutte le salse, pure sui calzini del mercato. Detesto dover mangiare cibo che mi fa cagare per fare la parte di quella aperta culturalmente. Detesto imporre la mia presenza occidentale in luoghi in cui è deleteria, fonte di sfruttamento, e un insulto alla cultura locale. Detesto le esperienze standardizzate, le foto che devi fare per forza, la corsa al tempo per vedere, vedere e poi i tuoi occhi rimangono gli stessi. Preferisco il divano, il condizionatore e un buon libro. Viaggio lo stesso, a costo zero e senza sbatti. Ma non posso mica dirlo ad alta voce, per carità. Altrimenti quelli “aperti di mente” che fino all’altro ieri credevano che la Cina si trovasse in Giappone mi mangerebbero viva.
31 notes · View notes
lunamagicablu · 1 year
Text
Tumblr media
“Viaggia con me verso la primavera: l’amore, se è qualcosa, è forse questo.” tratto dalla poesia "Steepletop" NANCY BOYD art by Doug Kreuger ******************* “Travel with me to spring: love, if it is anything, is perhaps this.” from the poem "Steepletop" NANCY BOYD art by Doug Kreuger 
33 notes · View notes
canesenzafissadimora · 8 months
Text
“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia, post dell' 11 agosto 2016
da una pagina fb
10 notes · View notes
pensieroso-e-attento · 6 months
Text
Oggi è un giorno di quelli dove la testa viaggia tra pensieri, idee, dubbi, paranoie e paure. Da tutto ciò si originano molti se e molti ma.
Durante certe giornate ci vorrebbe qualcuno con cui poter parlare di qualsiasi cosa. Magari passando da cose divertenti/spiacevoli della giornata a riflessioni che ti porti dentro da tanto per poi finire a parlare dei piani per il prossimo futuro con tutti i dubbi che si trascina dietro.
Questo qualcuno è diverso da persona a persona. C'è chi ha trovato questa figura in un genitore, chi nel partner, chi nel fratello o la sorella e chi ha trovato ciò in un amico.
Infine, ci sono quelle persone che si tengono tutto dentro e combattono tutti questi pensieri da soli.
Ricordo ancora la sensazione che provavo, sentirmi debole perché sopraffatto da pensieri negativi. Pensieri piccoli che singolarmente non provocherebbero alcun problema ma che ammassati sulle spalle ti schiacciano a terra lo spirito quasi come a sprofondare nell'oceano dove tutto si fa pian piano più cupo. Quella sensazione sgradevole, un sentirsi sbagliati perché sembri esserne l'unico a soffrirne ma sai che così non è. Che gli altri siano più forti? No, tutti, nessuno escluso, hanno dei momenti cupi.
Ho trovato il mio "qualcuno", sono più persone che insieme formano questa figura e a tutte loro voglio un bene quasi senza confini. Nonostante io abbia questo qualcuno oggi non saprei nemmeno da dove iniziare ad aprirmi. Arrivato a questo punto meglio mettere una gigantesca pietra su questa giornata e dare tutto me stesso con lo scopo di svegliarmi domattina senza questa malinconia addosso.
14 notes · View notes
fantasticazioni · 9 months
Text
“Ma tu dove hai casa adesso esattamente?”
Ogni volta che qualcuno mi fa questa domanda non so mai cosa dire. È quell'avverbio – "esattamente" – che mi ammutolisce, e non solo perché io una casa esattamente non ce l'ho, ma anche perché non sono sicura che la casa rientri nel novero delle realtà esatte.
Se per casa si intende il posto in cui arrivano le multe dell'auto, in cui faccio le lavatrici e in cui il gatto mi riconosce, allora casa mia è Cabras, è Torino, è Roma. Se invece per casa si intende quell'approdo da dove anche chi parte per mille destinazioni ha la tendenza segreta a ritornare, allora l'esattezza va del tutto a farsi benedire e subentra la molteplicità, la sovrapposizione, l'abbraccio tentacolare di mille familiarità.
Perché casa mia è una donna con un rossetto da ragazza che sforna una torta al cioccolato prima di uscire con me, ancora profumata di lievito e vaniglia. È una signora di settant'anni che scova in un armadio un caftano mai messo e se lo infila, perché crede che di feste nella vita gliene spettino ancora. È un gruppo di whatsapp dal titolo surreale che mi regala leggerezza proprio quando il mondo fa di tutto per portarmi a fondo.
Casa mia è un treno che si ferma a Oristano e la donna che scende col cappello rosso lo fa per me. È un amico timido che mi manda sms preziosi, perché un “ti voglio bene” così vero si può confessare solo se non lo sente nemmeno chi lo dice. È una coppia di amici in moto che viaggia verso il mare di notte per fare un bagno con te, nudi come trent'anni fa, lasciando a casa figlie, nipoti e cane.
Casa mia è un fratello capace di prendere in mano il posto che si è divorato la sua adolescenza e trasformarlo nel giardino in cui far fiorire le piante grasse, la sua maturità e i sogni dei suoi figli. È una bambina bionda che mi si addormenta addosso perché non conosce altri modi di dirmi che per lei io sono un luogo sicuro. È la chiave di un appartamento dove un gatto grigio può decidere che, in assenza dei padroni, nel letto gli vado bene pure io.
Casa mia è un amico che ride e canta gli U2 a squarciagola al mio fianco mentre corriamo brilli per le strade della Marmilla. È una donna che sa insegnare alla sua bimba che crescere significa anche accettare di essere misurate da chi ti ama. E' una scritta temeraria col gessetto lasciata di nascosto su una lavagna da una mano che aveva fretta, ma il tempo per quello l'ha trovato.
Soprattutto è l'uomo amato che si sveglia in un'alba di Salisburgo e sa che la sua casa ovunque resto io.
Non c'è niente di esatto in tutto questo ed è meglio così.
Infatti non è utile che mi chiediate dove ho casa.
Io so dire solo in chi.
Michela Murgia
13 notes · View notes
falcemartello · 2 years
Text
•••
Nel frattempo.. 
chi non ha un misero conto corrente in Banca Intesa come me, viaggia da Milano a Los Angeles in tutta ecologia con l’aereo privato a propulsione di puttanate.
CLIMATE CHANGE, me raccomando.  
Tumblr media
79 notes · View notes
ho la pelle dura, l'ho detto tante volte e non è mai stato vero, ad ogni colpo mi si sfracellava l'anima come un'auto a duecento chilometri orari contro un muro d'amianto. Ho detto tante volte anche che avrei smesso di legarmi alle parole, di legarmi a chi le dice e invece, non era vero nemmeno questo. Ho detto tante cose, quante volte ho pronunciato con tono sicuro "questa è l'ultima volta" e invece non lo era mai, mai. Ancora uno, ancora uno, dai questa è l'ultima, la prossima è l'ultima e non finiva mai, colpo dopo colpo, parola dopo parola fino a che non è rimasto più nulla da sfracellare contro quel muro. E quanti pianti, quante lacrime sono cadute sul mio viso, lo stesso viso sul quale ho tirato schiaffi molto più forti di quanto avrebbero mai potuto fare gli altri, ma non ho mai imparato niente. Vorrei riuscire a volermi bene, vorrei poter trovare qualcuno che mi voglia puramente bene anche nelle cose che il resto del mondo cataloga stupide e insignificanti. Forse ho smesso di credere in qualcosa, forse ho smesso di credere nella sincerità del prossimo perché non sarà mai del tutto sincero, forse ho smesso di credere nell'amore reciproco, uno dei due ama sempre di più, forse io ho smesso di sperare. La speranza mi ha aiutata la maggior parte delle volte, la buona fede, la gentilezza, o forse sono state solo il capro espiatorio dei miei assassini. Io questo non lo so o forse lo so, ma non voglio ammetterlo che l'unico problema è sempre stato il mio cuore, la mia buona volontà di metterci l'impegno serio. Avrei dovuto dare meno peso, meno importanza, avrei dovuto legarmi di meno come fanno loro, come fanno tutti e invece no. Mi sono sempre sgretolata, ogni volta che qualcuno me lo chiedesse, ho eseguito ogni richiesta come un bravo soldato, non importava quanto male mi facessero i muscoli e le ossa, ma evidentemente questo non è mai bastato. Non è bastato nemmeno portarmi via dalle mani armate in cui ho riposto il mio cuore, non basta andarci coi piedi di piombo, non basta avere cautela, non basta restare leggeri, non basta non pensarci, la testa viaggia va in posti che nemmeno so. Arrivata a questo punto, l'unica cosa che so è che niente è bastato davvero, che forse semplicemente non sono una persona amabile, che forse io sono la cosa più pesante per un mondo che vuole vivere leggero. E va bene, va bene se finisco in frantumi ogni volta che viene detta una parola o ogni volta che non viene detta, va bene. So cosa voglio ma so che non lo troverò e allora fingo di cercare, qualcuno che non abbia bisogno di spiegazioni su come afferrare la mia mano e stringerla forte, qualcuno che sappia come tenermi all'interno della propria vita, perché sa che le soglie delle porte non mi piacciono perché fa corrente, fa corrente. Vorrei poter essere piuma come voi, ma sono solo una parola sbagliata detta ad alta voce che trascina a fondo il mondo. Non ho la pelle dura, ho mentito, ma so cosa significa addormentarsi ogni sera contando le ferite.
33 notes · View notes
smokingago · 1 year
Text
In qualche posto difficile della mia vita mi è capitato di mettermi a parlare da solo.
C’è una briciola di conforto nella voce umana e , in mancanza di meglio, va bene anche la mia.
Mi rivolgevo al corpo, chiedendogli come riusciva a sopportare.
Non mi rispondeva, se ne stava assorto, pronto, paziente.
Ho saputo in quei posti che aveva senso chiedere al corpo.
E ho saputo che non ero il suo proprietario, ma l’ultimo inquilino.
Lo avevo ereditato da innumerevoli antenati che lo avevano sperimentato nelle usure di grandiose fatiche, pericoli, ferocie.
Era una macchina da combattimento addestrata alle svariate sopravvivenze.
Capivo dalla sua pazienza che aveva margini di resistenze inesplorate da me.
Nascendo si eredita oltre alla propria vita anche l’immenso tempo precedente della specie umana.
Sta nelle ossa, nei nervi, nei sensi, nell’ossicino detto labirinto che dall’interno dell’orecchio governa l’equilibrio.
So di abitare un animale antico e di arredarlo con quello che mi capita vivendo.
Come un vecchio appartamento di Napoli, l’ho trovato già pieno di fantasmi, incubi, tarantelle, orchi e principesse che avevano lasciato impronte precedenti.
Potevo imbiancarle ma non cancellarle.
Mi accorgo del corpo, della sua indipendenza da me quando si trova allo stremo.
Allora è bene per me ammutolire i pensieri e starmene in ascolto.
All’inizio avverto l’andatura automatica della macchina cuore/polmone, seguo il sangue che viaggia per biforcazioni fino all’estremità dei capillari. Da lì rimbalza e torna indietro.
Proseguo la discesa negli organi, infine nelle ossa.
A quel punto della percezione sto rannicchiato, minuscolo dentro un’immensa fabbrica che esegue un suo spartito di lavorazioni.
Il corpo batte musica pure dentro il dolore, nello sfinimento.
E’ indifferente all’ultimo inquilino che lo sta abitando.
Morire sarà allora sgomberare il locale, rimetterlo alle sue componenti indistruttibili, alla terra, all’aria, all’acqua, al fuoco.
La polvere del suolo di cui parla l’opera di creazione dell’Adam, contiene l’energia di una materia viva.
Da meridionale cresciuto sopra terre sismiche la riconosco in ogni terremoto.
Questi pensieri mi hanno accompagnato nelle esperienze fisiche della mia esistenza.
Mi hanno assegnato le misure che mi spettano dentro la vastità del tempo e dello spazio.
Invece di sgomento mi hanno trasmesso pace, togliendomi un po’ di grasso dalla presunzione di possedere un corpo.
Erri De Luca - da “Il corpo abitato”
Tumblr media
14 notes · View notes
volumesilenzioso · 10 months
Text
inutile
la mia intera essenza si racchiude in questa parola. mi sento inutile, vuota, spenta e sfinita. le mie giornate sono tutte uguali, come se fossero state progettate con uno stampino, ogni giornata è piena di niente, il vuoto che sento dentro diventa sempre più grande e, se qualcuno mi guardasse bene negli occhi, sarebbe sicuramente in grado di vederlo, perché i miei occhi parlano, la dicono lunga, portano all’esterno tutta la stanchezza che ho dentro. mi sento sempre sull’orlo di una crisi emotiva di quelle pesanti, non sarebbe di certo la prima, proprio per questo posso affermare con certezza che la prossima crisi sarà peggio di quella che l’ha preceduta, ma meglio di quella che la seguirà, sempre se ce ne sarà un’altra. il tempo scorre per tutti, lo vedo nelle persone che ho intorno. loro progrediscono, c’è chi studia, chi lavora, chi fa entrambe le cose contemporaneamente. c’è chi insegue i propri sogni, chi dedica la sua vita al conseguimento dei propri obiettivi, chi incontra ostacoli su ostacoli e riesce comunque a non abbattersi. c’è chi esce spensierato e si diverte con i suoi amici, c’è addirittura chi riceve lo stesso quantitativo di amore che dà, in alcuni casi anche di più. c’è chi riesce ad amare senza pretese, chi riceve amore, chi non ha paura di relazionarsi con il prossimo e di instaurare legami. ci sono persino persone che si fidano ciecamente degli altri e, quando vengono deluse, quando la loro fiducia viene tradita, non smettono di credere che nel mondo e nelle persone ci sia del bene. c’è gente che viaggia, gente che ride, gente che sorride alla vita anche quando questa si fa dura. ci sono persone che si lasciano alle spalle il passato, che hanno la capacità di accettare, o meglio, di accogliere i cambiamenti. ci sono persone che vivono davvero e non hanno paura di farlo, che non si lasciano scoraggiare dai momenti difficili, ma li sfruttano per crescere e continuare sempre a progredire, a evolvere. ci sono persone che riescono a trattare le brutte giornate come cose isolate da tutto il resto, che sono in grado di operare una distinzione tra i momenti brutti e quelli belli, e riescono a cogliere del bello anche nelle cose negative, che se un lato positivo non c’è, loro se lo inventano. per queste persone il tempo scorre normalmente e la vita, per quanto possa essere difficile, è comunque qualcosa di prezioso e nel complesso bellissimo. per me non è mai stato così, è come se il mio orologio interno si fosse fermato tanti anni fa e per lui non esistessero pile di ricambio poiché non ce ne sono di compatibili.
17 notes · View notes
vuotosoffocante · 11 months
Text
Non lo so.
Non so cosa pensare, cosa dire, cosa fare mi sento bloccata tra la mia ansia e la mia paranoia, il famoso “ overthinking ” bloccata tra mille pensieri che sovrastano ogni cosa impedendomi di fare qualsiasi attività che non sia piangere e pensare ad eventi catastrofici o mettere semplicemente mettere in dubbio me stessa. Da quando è finita le cose nella mia testa vanno male, molto male, mi sono sempre fidata soprattutto nell’ultimo periodo non controllavo più nulla perché mi fidavo ma da quando è finita le cose son ben diverse, non perché io non mi fidi eh ma è finita, ne prendo atto e prendo atto che anche se forse c’è possibilità di poterci riprovare ho paura che possa trovare di meglio, diciamoci la verità c’è di meglio di giro. Da quando mi ha detto non puoi avere una relazione se non ami prima te stessa mi son sentita distrutta, ho sentito il mio cuore rompersi perché io mi amavo un po’ di più da quando era entrato nella mia vita, avevo ripreso a mangiare piano piano fino a prendere persino chili in questi anni ed ora? ora che mi resta? solo dubbi e paranoie. dubbi che voglia di meglio, dubbi che voglia cercare di meglio, dubbi che magari voglia conoscere nuove persone, ho l’autostima più bassa del solito, mi sento davvero una nullità, un essere troppo problematico per essere amato, troppo problematico per ricevere amore e io cosa posso dire a questo punto? mi aveva sempre detto “ ho capito sin da subito che con te non sarebbe stato facile ” allora perché lo hai accettato ma adesso mi sento così sbagliata? perché adesso se son così non merito amore? Ho così tante cose in testa, una mente paranoica che viaggia alla velocità della luce, mille pensieri in testa al secondo che non mi danno tempo di respirare, tempo di vivere o metabolizzare qualsiasi cosa. Da quando è finita vivo nell’ insicurezza di non essere più abbastanza e forse alla fine è proprio così..
9 notes · View notes
Text
sono una di quelle persone che da sola non sa stare. cioè, ci sto per forza di cose, però ne soffro parecchio. qualche volta sono uscita da sola al centro commerciale, sono stata dei giorni a lavoro da sola, ma per il resto è difficile che riesca a fare attività da sola, anche il semplice andare a farmi i capelli per me è un ostacolo che non compendo, infatti non ci vado mai se non viene qualcuno con me. forse è colpa del mio disturbo evitante, forse ho paura che mi accada qualcosa, paura di non farcela, tutto un insieme di cose. ultimamente ho tanto tempo libero per uscire da sola, fare shopping, ma non ci riesco, non voglio uscire da sola. non mi è mai successo, per ora, qualcosa che abbia scatenato in me questa """fobia""", ma penso sempre "e se proprio oggi mi succede qualcosa??" le affronto le cose, per carità, ma sulle sciocchezze che posso evitare mi perdo e mi precludo uscite magari interessanti. forse mi vergono anche di stare sola, mentre magari vedo coppie o gruppi di amiche in giro. però ho pensato che sotto sotto questo problema possa essere nato ai tempi della scuola, quando venivo emarginata da tutti, forse lo stare sola e fare cose da sola, inconsciamente, mi riporta a quei momenti lì, a quella tristezza, quel non capire cosa ho che non va, forse il mio corpo non ha mai smesso di scordare quelle sensazioni. quando sento gente che parte e viaggia sola io mi rendo conto che non potrei mai e poi mai farcela, colpa anche dell'ansia perenne che mi porto appresso. ho affrontato tanto da sola, le prese in giro che nascondevo a familiari e amiche, nessuno che mi difendesse, malesseri fisici che solo quando ero allo stremo chiedevo aiuto, altrimenti trattenevo e ancora trattengo perché io mi vergono del mio dolore, o forse mi vergono solo ad esistere. anni fa c'è stato un periodo in cui mi ero resa conto di non voler lasciare il mio ex per paura di rimanere sola, il che è il colmo visto che ancora avevo amiche. mi limita tanto, lo so, ma non è facile e non l'ho mai nemmeno affrontato come argomento nelle sedute di psicoterapia, chissà se la psicologa mi sarebbe stata di aiuto a parte nel ricordarmi che sono funzionale, sì ok, funziono ma io sto male e non è normale. odio quando mi si fa notare tutto ciò, che da sola non faccio quasi niente, lo odio a morte, mi sento giudicata quando invece vorrei solo qualcuno che mi dicesse "e che problema c'è? ci sono io, poi magari pian piano ti sblocchi". mi rendo conto che alla mia età è sciocco ma che ci posso fare? i piccoli passi li faccio ma non bastano mai. vorrei tanto sapere se davvero dipenda dal bullismo subito in passato o se effettivamente c'è altro, come vorrei tanto essere più indipendente e bastarmi da sola.
5 notes · View notes
shuuji-chan · 1 year
Note
Perché shippi satoshi con gou?
Ok, preciso meglio. Quando e perché hai deciso che loro due fossero la tua otp?
Non chiedo per attaccarti o altro, anzi sei libera di shippare chi vuoi. Voglio solo capire cosa ti ha fatto pensare "amo sti due"
Mmmh
Non mi è mai fregato molto dell’anime pokemon, però ho sempre comprato I giochi. Giocando a SwSh AMAVO Dande tantissimo e quindi ho deciso di dare una possibilità a Journeys. Ho iniziato a guardarlo quando era uscito l’episodio 3.
Ho visto Gou blushare fortissimo mentre guardava Satoshi e mi sono detta:
“Fermi tutti.”
“Mi state dicendo che in questa stagione Ash viaggia DA SOLO con un altro ragazzo così carino, che sta arrossendo come un matto?! E il suo starter è Scorbunny, che si evolverà presto in Cinderace (che mi ricorda il mio pg preferito di Inazuma Eleven, Gouenji Shuuya)?!?!!!?? Che il suo sogno è qualcosa di irrealizzabile come quello di Ash ed è molto in linea con quello che fanno molti giocatori??!!???? (Per non parlare che si chiama ‘Gou’ per l’app Pokemon GO) E LA SERIE È AMBIENTATA IN TUTTE LE REGIONI?!?!??!!??”
Sign 👏 me 👏 the 👏 f**k 👏 up👏
È andata più o meno così. E volevo comunque vedere Leon
10 notes · View notes
entropiceye · 7 months
Text
Costanza dell'oggetto
Il regalo più bello che potessi mai farmi, è proprio questo.
Sai, prima di te, nella mia vita c'erano solo delle presenze aleggianti e inconsistenti. Con nessuno prima d'ora avevo potuto respirare quella soave e rassicurante aria di quotidianità.
Quella calma placida che, per chi viaggia sull'onda delle relazioni traumatiche, coincide con la noia.
Con te so che non si tratta della fantomatica "quiete prima della tempesta", so che non mi crollerà all'improvviso il cielo sulla testa, perché con te, la comunicazione non è uno scoglio insormontabile ed i problemi si affrontano con gli sguardi intrecciati.
Ed anche se a volte le ombre del passato e le insicurezze del presente, tornano ad affollarmi la mente e a stritolarmi il cuore, so di poter trovare un rifugio sicuro tra le tue braccia. So di poter abbassare il volume dei miei pensieri concentrandomi sui tuoi battiti, mentre il calore avvolgente del tuo profumo mi invade le narici.
È questo l'amore per me. Sapere che ci sei, anche quando non siamo vicini.
E non vedo l'ora di poter vivere insieme, perché il momento in cui ci ricongiungiamo, è il momento in cui posso finalmente tirare un sospiro di sollievo e sentirmi a casa.
Tumblr media
4 notes · View notes