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#uscire con il favore delle tenebre
deathshallbenomore · 5 months
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in texas mi attende una cena alle 17:15 💀💀💀💀💀
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flowersmoonlight · 2 years
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l'altra parte dello specchio
Lo specchio riposto comunemente in bagno era quadrato. Il riflesso ne palesava ogni errore: echeggiava tramite quella chiazza sulla sua guancia ustionante ancora un suono sordo di uno sparo, nascosto tra porte chiuse e semi aperte di quel bagno di servizio, usciolando dietro ad una di esse per sentir il terribile pianto di un pompiere sopravvissuto. Una figura inerme, immota, a bruciarsi gli occhi di ricordi.  La camicia macchiata di gocce di memoria putride, di un rosso scarlatto rinsecchito, si posava su di lui; spalle, braccia, corpo. Un manichino tremante.  La delicatezza tipica del tessuto accarezzò la sua pelle, un desideroso conforto, mentre abbandonava via una parte di sé, gettando l'indumento macchiato nei rifiuti e lasciando che marcissero i resti. Inspira ed espira. I suoi polmoni raschiavano aria e essa creava spine, non permettendogli di respirare. Cercò di ripetersi che fosse tutto ok, una falsa illusione, provava a convincersi di star bene, che era tutto un malinteso. Non era più in un campo di battaglia contro se stesso e contro un cecchino per salvare Eddie, ma l'aria non lo ascoltava, sorda dal trauma e cieca dal dolore, mozzandogli il fiato come un colpo di un proiettile. L'alone di una vita quasi distrutta sul suo viso tendeva ad espandersi come macchia d'olio, giocava con la sua pelle, prendendone possesso a mo' di uno stupido divertimento, deridendo il suo stato di shock che stava rivivendo. L'acqua pareva non poterne più; scaraventata, usata, per far sì che Buck si levasse di dosso quel sangue non suo, quel sangue che non doveva essere lì. Può una macchia essere indelebile, scolpita sulla superficie, un continuo rivissuto? Può prendersi gioco di te, minuto dopo minuto, tatuandosi senza un consenso alcuno su di te? Buck sospirò, prendendo il suo capo tra le mani con fare disperato, a rischio di farsi male. A costo di cancellarsi come uno schizzo non riuscito. Chiudere gli occhi e non pensarci.  Difficile dirlo, quando il buio si fonde con ombre dei propri incubi. Quando la stessa materia delle tenebre si impossessa in lui e lo riporta di nuovo lì: tra cemento e sangue. Tra uno sparo e caos. Buck strofina, strofina, cancella con mani tremanti il sangue sul suo viso. Una gomma vuota, in un foglio distrutto. Uscì come un sospiro forzato l'ironia del suo pianto: secco, duro, sporco di una terra conosciuta, quella terra che aveva scavato per trovar la luce che il destino tentava di portargli via ad ogni costo. Era così stanco. Così dannatamente stanco di perdere le persone. Silenzio, Se stesso, In un ospedale. L'odio per gli ospedali aumentò a dismisura. Per quanto il suo corpo si burlasse di lui, rendendolo una lugubre foglia secca spezzata da una comune suola di una scarpa in pieno autunno, riuscì a rivestirsi. La maglia nera premeva su di lui, ne evidenziava i lineamenti del suo corpo, eppure non ne sentiva l'essenza. Quasi non sentiva nulla. La porta si aprì, un ignoto eruppe all'interno di quel bagno comune con fare violento.  L'intruso era un uomo sulla sessantina; il trauma dipinto sul suo viso come lui, con la paura ad incoronare i suoi occhi come una scavatura viscerale.  "Si sente bene?" Buck rimase inerme sul posto, "Devo chiamare un dottore?" sollecitò lo sconosciuto, scrutandolo in cerca di qualche malanno esterno.  Aveva i capelli brizzolati e grigi, sicuramente appiattiti da un cappello da poco rimosso ed un cardigan marrone comune.  Con un movimento meccanico dettato dall'imbarazzo Buck chiuse il rubinetto. Il flusso d'acqua si interruppe, ed il suono dello sparo si fece sempre più lontano. "Sto bene, la ringrazio." smorzò il tutto con un sorriso spento, facendo un cenno di ringraziamento prima di uscire dal bagno con passo svelto.
Per favore, ti chiedo per favore, non abbandonarmi. Non abbandonarmi. Non abbandonarmi. So che lo stai facendo, Eddie, ti scongiuro, non abbandonarmi. Sono così stanco, sono così stanco...
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corallorosso · 4 years
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Voi ridete, scherzate, sfottete. Ma credete che sia facile essere leghisti? Eh? Credete che sia un gioco? Vorrei vedere voi al posto loro. Avete idea di cosa significhi alzarsi ogni mattina con il terrore di accendere la tv o il telefono e scoprire da quale cazzata del giorno dovrete difendere Salvini? Chiedervi ogni volta con la mano tremante: “Che cazzo avrà combinato stavolta? Come lo giustifico mo?. Oggi, dopo aver pregato in diretta con la D’Urso, dopo aver baciato più madonne e crocefissi lui di una suora, dopo aver sollevato una canea epocale contro il governo che affiliato al Regno delle Tenebre non voleva far celebrare le messe, che fa il suo partito? In Parlamento non vota favore della ripresa delle celebrazioni delle messe. E secondo voi, un leghista, come si sente? Avete una minima idea di quanto sia spossante una vita così? E “no all’Europa” e “Uscire dall’Europa non è nel nostro programma”. E “Basta Euro” e “Sì euro”. E “I profughi sono miei fratelli, bisogna lasciare loro i porti aperti” e “Chiudete i porti ai profughi”. E “vi taglio le accise” e non taglia le accise. E “rispedisco a casa 100 clandestini al giorno” e ne spedisce 20. E “Italia Paese di merda” e “io amo l’Italia”. E “mai con i 5 Stelle” e si allea con i 5 Stelle. E “questo governo dura 5 anni” e poi fa cadere il governo. E “la Germania garantisce i prestiti alle aziende, noi no” poi lo fa il governo “Le aziende non se ne fanno niente dei prestiti garantiti”. E “il Qatar è uno stato fondamentalista” e “viva il Qatar”. E “i Prefetti sono parassiti” e poi da più poteri ai prefetti. E “i clandestini sono 600.000” (quando è all’opposizione) e “i clandestini sono solo 90.000” (quando è al governo. E “aprite tutto” e “chiudete tutto”. E “autorizzate le messe” e poi non vota a favore della celebrazione delle messe. Ecc. Ecc. Ogni giorno così. Ogni giorno. E poi le bufale da giustificare, i gattini da spiegare, i vinciSalvini da sopportare. Ma credete che sia facile essere un leghista? Amici miei, amici leghisti, noi vi siamo vicini. E vi esprimiamo solo immensa solidarietà. Il governo dovrebbe darvi un reddito aggiuntivo perché la vostra è una tifoseria usurante. E noi per questo proviamo per voi solo tanta, tanta ammirazione. Non sappiamo chi ve lo fa fare. Ma lo fate bene. Lo fate alla grande. (Emilio Mola)
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Capitolo 357 - Ritorno Trionfale All'Alba - Analisi Era scritto da qualche giorno ma per problemi di tempo posto quello che ho preparato già da scan inglesi. Al solito gli impegni. Trovate il capitolo in italiano, già uscito su mangadex, gli altri due siti che di solito inseriamo non li ho ancora controllati, per vedere se l'altro gruppo ha tradotto per leggere le due versioni. Spero che quanto ho preparato sia interessante -Beppo Il capitolo riparte con Griffith che osserva l'ormai defunto e sconfitto Re dei troll e giganti (o alcuni lo chiamano il boss), dopo un ultimo affondo. Rimane ad osservare gli apostoli intorno a lui e interessante è la frase "Spianando la via per poter avanzare...". Gli apostoli portano a compimento lo sterminio dei nemici e Griffith telepaticametne parla con Sonia, chiedendole di far vedere tramite le sue capacità a tutti quanti quel che è accade visto dai suoi occhi sul campo di battaglia. Tutti quindi si accargono che il loro generale ha posto fine velocemente alla questione, lasciando i pesci piccoli, ma nonostante questo la battaglia è già terminata. Griffith quindi torna sul cavallo e, dopo la pulizia, resta solo il mare di sangue a fare da panorama. Griffith richiama a sè gli spiriti dei caduti e questo lascia stupiti, nonostante non sia la prima volta, tutti i presenti, compreso Mule. Viene riproposto il concetto che le anime di coloro che muoio per Griffith possono salutare un'ultima volta le persone care e questo pone centinaia di punti a favore del Falco, come innegiano tutti. NOn solo, Mule conferma il fatto che Griffith sta ripulendo zone intorno al suo regno da esseri oscuri ma cè ancora molto da estirpare e questo comunque indica che sono tutti felici anche di questo. Pulizia, protezione e garanzia per gli umano di tornare a vivere senza rischi. Sonia termina il suo lavoro, ben accolta da griffith (tra l'altro la faccia del falco accanto a Sonia ha fatto storcere il naso a molti per come è presentato, ben diverso dall'inizio di Falconia) e si presenta un nuovo elemento che pare chiave. Una pietra che risolverà molti loro problemi. A vedere la tavola dopo, si notano elemetni simili allo Stoneange. Grunbleld esegue l'ordine di griffith, riportare le rovine a come erano originariamente e questo porta i presenti ad ammirare l'apostolo non timorosi come all'inizio ma anzi, sopresi e felici delle capacità. Unire il fatto delle anime che possono salutare prima di andar via e apostoli che fanno queste cose non ha reso felici i fan che leggevano sapendo la verità dell'eclisse, però noi possiamo dire che abbiamo un dubbio. Ma ne parliamo dopo... Adesso per gli umani, gli apostoli sono i nuovi fidati compagni che rischiano la vita per loro e al loro fianco. I vecchi falchi cosa avrebbero da dire al tal proposito? Certo, direte voi, nessuno sa nulla ma anche questa parte la completiamo dopo su SOnia... Una volta terminata la sistemazione delle pietre, Griffith annuncia che andrà bene per l'utilizzo che ne buole fare, ordina di prepararsi ad andare, includendo gli apostoli in forma umana. Interessante è il commento di Sonia dopo, dove afferma che in forma completa di apostolo potrebbe restare bloccati se avanzano così... Incerti, i falchi però eseguono e Sonia pone gli ultimi avvisi, finchè non avviene qualcosa. Mule e Laban si accorgono che qualcosa sta accadendo, stanno volando ocn tutti i cavalli. Griffith e Sonia davanti e le formazioni dei gruppi dietro in file ordinate. Sonia presenta quindi quello che molti chiamavo level up di Griffith (ma sicuro solo per lui?) dove afferma che quello che stanno usando è un modo di viaggiare, stanno attraversando i rami dell'albero del mondo. In pratica quello che sembra riuscire a fare il bambino della luna. Velocemente quindi giungono a Falconia, con stupore di tutti, che non credono di aver percorso quella distanza in così oco tempo. Ecco che per tutti il Falco ha compiuto un miracolo, portandolo ad essere considerato ancora maggiormente. Il falco ha creato una nuova leggenda, loro ne sono testimoni e compiranno imprese a suo nome. SOlo da Mule e Laban notiamo come , anche dagli occhi quando parlano di lui, ammirazione e fiducia sono al massimo e Sonia afferma che il sol fatto di servirlo, significa vivere una leggenda mai vista. Mule afferma che ora, con a disposizione le vie dell'albero, in un istante potranno fare grandi cose ma Sonia lo calma. Solo lei stessa e Griffith possono orientarsi tra i rami. Solo chi ha speciali qualità come loro possono usufruirne, perchè ci si può perdere nel peggiore dei modi. Griffith fa parecchi completi a SOnia avvicinandosi, affermando che grazie alle qualità della Sacerdotessa Sonia non ci saranno problemi e lei felice di tutto, conferma l'idea di molti che per lui è pronta a tutto. Il capitolo termina con i falchi che tornano tronfi fi orgoglio per la vittoria mentre il sole si innalza all'alba. COnsiderazioni: Innanzitutto sembra che la parte riguardante le imprese di griffith come salvatore e Falco di Luce siano terminate e che l'ultima tavola preannunci il matrimonio e l'incoronazione. Si presume, ovvio, ma sembra il modo migliore per presentare l'ultimo elemento che consacra Griffith come semi divinità per le sue abilità e capacità, Re e imperatore supermo ammirato e considerato da tutti. L'idea della fine di questo capitolo è che, come per la guerra dei cento anni, una parata di vittoria come a Wyandam sia il preludio di una investitura gloriosa per lui. E sappiamo come Miura reinserisca elementi già presenti in altre saghe per inserire nuovi elementi. La scena dove gli apostoli combattono e poi eseguono gli ordini di Griffith e sembrano 'amici' degli umani. Questa parte sta dividendo il fandom. Nel senso che per alcuni è solo una facciata perchè di certo, si pensa, devono mangiare e saziare la loro fame di umani... e che griffith e Falconia nascondano ben peggio che molti intorno a lui non vedono. Una sorta di Shilat che scopre la parte oscura del'imperatore, ricordate? Poi... Non è che Griffith sta usando gli apostoli e le loro capacità portando una sorta di "bene" che cerca di requilibrare il malefatto di tutti loro prima della sua rinascita? Ma da lui? COlui che ha devastato i falchi corpo e spirito per il suo sogno, facendoli morire nel modo peggiore con anime a lui sacrificate e tutto? E apostoli che ora servono e proteggono gli umani? Certo, molti di loro hanno ancora una parte umana, o meglio quello che con Sonia è stato intravisto, ma cosa porterà davvero per questi apostoli, servire Griffith così fedelmente e cancellando, mettiamola così, la loro natura prima? Mi chiedo dove siano ora i limiti di Griffith. Ce ne sono? Rickert li aveva mostrati senza saperlo per altri e per Grif stesso? Tutto quanto visto finora e sopratutto in questo capitolo è la chiave del fatto che stiamo vedendo come sta costruendo attivamente un regno fortemente (e sempre di più) leale nei suoi confronti. Per il resto del mondo Guts sarà il cattivo perchè vuole affrontare il Falco e forse i lvecchio concetto della Chiesa, Il falco delle tenebre, tornerà contro Guts. Falco nero e falco bianco. Il popolo di Falconia vede Griffith come un dio e un eroe. Li ha salvati e ha unito il mondo. Non sanno, pensano molti fan, che in realtà è un dio demone e quando muoiono vanno all'inferno. Stanno sul lato di Griffiths perché non sanno la verità, si può dire come i falchi originali che rispetto a Guts e Casca, vedevano solo quello che Grif voleva far vedere. Sonia è lì, portavoce delle parole del falco e spronatrice delle masse, la gente di falconia ceh crede che quel posto sia il paradiso illuminato da un nuovo Dio. Sono completamente devoti a Griffith, ma vedranno mai la verità? Griffith sembra che stia riportando a splendore le rovine di 1000 anni passati, ridisegnando l'intero Midland nel regno di Falconia. A questo punto è lecito chiederci se sta preparando l'umanità per una fine ancora più devastante come sacrifici per il suo sogno da portare in eterno (tipo tutti apostoli come si pensa da un pò). Ha ri-eretto le rovine, le ha trasformate in Falconia, costruito e popolato il suo regno con tutti gli umani sopravvissuti e senza dubbio sacrificherà ogni singolo abitante per ancora più potere o sudditi eterni. Ha la sua lealtà, ammirazione e abbastanza apostoli per mantenere il regno ed evitare problemi tipo Rickert. A questo punto Guts, Rickert e chiunque altro potranno fare qualcosa? Elfhelm sarà la prossima tappaa attraverso i portali? Potrebbe essere un buon modo per far uscire anche la banda dall'isola. Forse Sonia condurrà alcuni falchi lì per Grif o da sola e apprenderà la verità, e potenzialmente porterà il gruppo di nuovo sulla terraferma. Un portale per Elfhelm cè? Guts attraverserà i portali, magari con la guida di Schierke? Anche se li fa impensierire, gli abitanti di Skelling non sembrano davvero troppo preoccupati di Grif, e questo pone due domande. 1. Ci sarano come si ipotizza level up anche per Guts da Danaan? L'idea che , tra gli altri anche noi, Guts abbia già ricevuto aiuto o cure particolari da affievolire gli effetti dell'armatura, riportandolo a come era per la saga dei bambini perduti, è vero? 2. Verrà inserita l'idea dei rami e dei portali per far viaggiare Guts più velocemente? Uno dei problemi indicati da Sonia è che possono entrare tutto il gruppo o solo Guts, con una guida, ma potrebbero finire per andare su strade completamente diverse da quelle di Grif e allungare il brodo. Questo non vuol dire che sarà un giro tipo quello visto in questi anni, perché Sonia ha la capacità di rilevare mentalmente entità viventi da una certa distanza, quindi potrebbero... incontrarsi?!?... ma sono teorie! E poi volete mettere il cavalluccio marino volante... che spettacolo! Ciò però apre anche la possibilità a Griffith di lanciare un attacco militare praticamente da qualsiasi luogo in cui possano costruire quei "stargate" e questo pone altre domande. Anche se Griffith pianifica chiaramente di bonificare più terre per il suo regno, sappiamo che non sarà mai abbastanza veloce se Rickert o Guts stanno pianificando una sorta di insurrezione. E bisogna vedere quanti nemici di griffith ci sono ancora. E poi, Guts può teletrasportarsi a falconia senza che Griffith se ne accorga? Sonia lo noterebbe? Per quanto riguarda le porte cè da dire una cosa. Questi sono santuari per creature astrali, luoghi positivi. Probabilmente non dissimili dal santuario della Dea delle Acque di Enoch, prima che costruissero un tempio della Santa Sede sopra di esso. E sì, il fatto che Griffith fa uso di questi è piuttosto agghiacciante visto che positivo non è, ma questo è permesso perchè fa parte della Mano di Dio, o cè dell'altro? In particolare cè da sommare dei punti, la proiezione di Sonia al Jotunn che già è una qualità spirituale e il portale di Stonehenge, che porta a una incognita che sta girando. Perchè mai griffith avrebbe bisogno di Sonia, essendo quel che è...? Secondo molti fan prima, accedere all'albero o fare come il bambino della luna implicava il beherit come chiave o l'essere qualcosa di spirituale per accedervi, ma questo episodio mostra che ci sono più metodi per accedere ai rami, anche con corpi fisici, quindi ce ne sono altri oppure maghi, streghe e elfi come Danaan possono utilizzarli? E sarebbe al di là delle capacità di Schierke oppure lei è in grado, per fare da guida tipo Sonia? Quindi, Griffith e il suo esercito possono coprire rapidamente lunghe distanze usando questo metodo. E' probabilmente che i circoli di pietre esistenti in questo mondo di berserk, sono tutti attivabili. Essere in grado di usare queste strutture dove vuoi sarebbe estremamente utile sopratutto quando il mondo è pieno di apostoli e membri della Mano che fanno come vogliono e tu, come Guts, vorresti trovarli tutti. Ma possono esserne creati di nuovi? Le vecchie reliquie sono state costruite dagli umani per rendere omaggio e connettersi alla dimensione metafisica del mondo astrale e alle forze della natura che racchiude. Ora che questa dimensione è stata accorpata nel reale, sembra improbabile che il tipo di potere spirituale necessario per santificare questi monumenti sia presente in qualsiasi comunità umana allo stesso modo... o si? I Falchi sembrano tornare a Falconia attraverso i rami dell'albero, non diversamente dal bambino della luna, l'ultima volta che l'abbiamo visto e questo apre ancora un altro interrogativo. Berserk è una marea di interrogativi :D Potrebbe essere un altro indizio pensato da molti, che Griffith e il bambino siano la stessa cosa? Può essere che no sia il figlio di Casca ma una parte di Grif? Ma ne parliamo in un post apposito. Secondo Puck nel volume 7 collection, queste strutture simili a Stonehenge servivano come santuari agli Elfi e Guts li usava per rifugiarsi dagli spettri e dagli incubi per poter riposare prima di riprendere. Una specie di porto sicuro come la miniera di Godor ma a cielo aperto. Griffith è una mano divina, appropriarsene per i suoi scopi è ... pericoloso o qualcosa di positivo come detto sopra?. Noi come altri presumiamo che ci sia importanza per queste pietre, una sorta di "struttura" e installazione spiriturale come una forma di trasporto che sta cambiando le cose sul piano fisico. Ma può uno come Grif usarle senza problemi o è solo per Sonia e cosa è rispetto a Grif che lui può usufruirene? E quindi è felice di averla con sè per questo? perchè molte cose per la sua natura oscura non può fare? I viaggi veloci e Gut. Cosa potrebbe quindi accadere se li usa lui? Hanabufuku o Danaan e il CAvaliere sono a conoscenza di questi passaggi? Secondo noi ni, nel senso che lui ha la sua spada particolare che fa qualcosa di diciamo simile, se prima dell'albero fosse stato possibile probabilmente come per Danaan quando ne parla, lui lo avrebbe detto al suo lottatore. Se non era possibile intendiamo. Elfhelm ha alcune di queste pietre? Una cosa importante di questi portali o porte dovremmo dirla, visto che noi abbiamo letto l'opera e ne siamo fan. Questo concetto della 'porta delle vie', una serie di passaggi in un livello distante da quello reale, con veri e propri portali, pericolosi, dove è possibile perdersi senza una guida noi l'abbiamo vista in una opera fanstasy più belle che conosciamo. Il concetto infatti secondo noi è una via di mezzo dalla serie Wheel of Time di Robert Jordan, un riferimento a Yggdrasil nella mitologia norrena, è l'albero cosmico, l'albero del mondo. E allo Stargate del famoso film anni '90. Il viaggio di questo corridoio tipo Stonehenge è stato davvero bello, cè da dirlo. Quando il sentiero si snoda prima di arrivare ai rami dell'albero a spirale del mondo, sembrava come per i volumi 2 e 3, un omaggio nuovamente a Escher. Griffith sta usando Sonia per rintracciare le creature astrali navigando attraverso l'albero a spirale del mondo? E, in tal caso, quali sono le possibilità di trovare Skellig così?. Ad ogni modo questo capitolo pone le basi per tantissime cose, tantissimi accadimenti e ci conferma che Griffith ha le maree della causalità e le gira come vuole. Non so, molti hanno avuto l'impressione che forse Grif non stia seguendo la casualità ma stia cercando di rigirarla diciamo contro Idea. E questo riporta al fatto che forse Grif sta agendo contro di lui e contro la Mano ma ne avevamo parlato in un altro post ma potremmo anche riprenderlo. Guts e Griffith comunque, sfidano la causalità, ma non significa che uno dei due quindi sia intoccabile. Griffith sembra più simpatico ... E' vero. Griffith tratta i suoi attuali seguaci come se trattasse la Banda del falco nei tempi antichi. È carino e mostra loro rispetto, e riceve in cambio la loro adorazione. Sicuramente sembra molto meno "inumano" di prima, guidato dagli obiettivi e solo quelli, ed è più vicino a come era durante l'età dell'oro. Potrebbe essere che stia ritornando a essere presentato come il carismatico Falco positivo anche per i fan e che potrebbe finire per sopravvivere e diventare un personaggio neutrale alla fine della storia? Finendo per confermare che il suo fandom meritava si supportarlo? C'è un cambiamento molto deliberato nella personalità di Griffith in questo capitolo. È sottile, ma si comporta in modo più umano, come il suo vecchio sé. Non è involontario. Mi chiedo se il fatto di essere in un corpo umano per così tanto tempo stia iniziando a influenzarlo, riportando lentamente la sua umanità contro il suo controllo, forse non se ne accorge ancora. Inoltre cè da dire che il bambino della luna, se è davvero il fetus, o il feto solo non abbiano influenzato Grif dopo aver visto i genitori e come sono. Forse non se ne accorgerà fino a quando non rivedrà Guts e Casca di nuovo, e si rende conto che la sua vulnerabilità è tornata. Questo potrebbe essere un suggerimento alla sua eventuale rovina. E' interessante invece il fatto che Sonia fosse usata per trasmettere visivamente la morte delboss dei giganti sul campo di battaglia... ma a tutti, anche i giganti potevano vedere la proiezione? Se è così, è un'azione molto demoralizzante per i giganti, soprattutto perché sono stati tutti uccisi in seguito in malo modo. Ebbene sì, credo che il vero scopo di mandare quell'immagine del Re morto è stato quello di demoralizzare le sue truppe e terminarle. Senza dubbio ha contribuito a ridurre le perdite sul lato di Falconia. Per la fine.... Comunque, la chiusura di questo capitolo significa che o andremo a vedere che cosa è successo a Rickert o torneremo a Elfheim, altrimenti una parata trionfale per il falco e matrimonio annesso. Ciò giustifica davvero la citazione del "nulla è cambiato" di Griffith a Gutse dell'arco del falco millenario. Il capitolo rispecchia il griffith dell'età d'oro e il suo rapporto con la banda del falco prima. Vergognoso, ma è Grif. Ora che si ha accesso al viaggio veloce attraverso i rami dell'Albero del Mondo, potrebbe significare che la fine è più vicina di quanto pensassimo, se decidessero di portare la battaglia su Elfhelm?. Il nemico potrebbe letteralmente cadere dal cielo per Grif o Guts, per una gita in barca da parte di Guts finendo tra le braccia di grif, oppure il falco fa la sua apparizione tipo i sogni di Casca contro Skellig. Il discorso riguardantee le apparenze di cui parlavamo sopra per Guts e Griffith ma qui per gli apostoli. La gente era spaventata da queste figure mostruose e secondo Laban lo sono ancora, ma Sonia ha s ottolineato che, nonostante sembrano malvagi, stano combattendo contro il nemico con e per gli umani e che avrebbero dovuto seguire Griffith nonostante avesse questi demoni di guerra. Vedere Grunbeld lavorare come un amichevole gigante buono potrebbe essere solo un temporanei specchietto per le allodole... il giusto tempo di cuocere tutti gli umani a puntino ed ecco che la parte di grif reale arriva. Laddove altre persone vedevano i demoni, Sonia vedeva alleati come lei, schierarsi con Griffith è una forza per il bene dice. Non è chiaro se Sonia è completamente infatuata di Griffith e dice questo per lui, o semplicemente perchè è lei, accetta di avere demoni e simili perchè non ci vede neinte di male. O Perché sa cosa è veramente Griffith e quindi li accomuna? Non penso che questo fondamentalmente cambi le possibilità per la progressione della storia. Forse è un dato di fatto che non avremmo visto un lungo viaggio di ritorno in nave come si teneva e altri venti anni ad attendere. Si presumevano viaggi via mare, oppure avrebbero approfittato dellaspada beherit del Cavaliere in una delle sue apparizioni per tornare istantaneamente.O Danann conquelche sue magia. Viaggiare usando l'albero è una terza possibilità, e sebbene sia stato effettivamente introdotto da poco con il bambino della luna, crea un maggior impatto per cosa significa per tutti i giocatori in campo nel manga. Una struttura simile a Stonehenge per questo tipo di viaggio etereo porta anche un'altra questione. Guts sta sempre di più avvicinandosi alla magia e spiritualità per divenire qualcosa di oltre l'umano come Griffith? Già essendo nel baratro lo è, ma sarebbe questo il level up?. Questo episodio si impegna per mostrare l'estensione della strategia di Griffith e cosa potrebbe comportare. Abbiamo sempre saputo che ha in programma di governare letteralmente il mondo, un impero. Questo tipo di strategia meticolosa è anche molto simile al Griffith che abbiamo sempre conosciuto ma, come molti lo accusano, è riuscito solo tramite dei trucchi vergognosi che superano il griffith precedente in tutti i sensi in senso negativo. Conquistare il mondo, le persone, le storie... è quello che è bravo a fare, quello che ha sempre desiderato, quale è stato il suo ruolo da sempre. Mi ha sorpreso la rapidità di Griffith, ha già spazzato via la maggior parte delle creature astrali nell'est del suo territorio, altri prima e sicuramente dopo... Cosa ne pensano gli apostoli di questo? Le missioni contro i Kushan sono una cosa, ma combattere la popolazione di creature mitiche e spirituali è un'altra, e se si imbattessero in una creatura al livello del Dio del Mare o di Kundalini... ? Certo, con Ganishka è stato diciamo facile per Griffith, ma è vero che lui sta decimando creature lo stesso, no fratelli degli apostoli ma chi lo dice se non ragiona come prima e per lui son come i falchi originalI, da sterminare apostoli contro apostoli? Eppure, questa è una strategia magistrale, inondando il mondo di mostri e sterminandoli, usando al contempo apostoli sanguinari spacciandoli per amici, gli permette di annettere moralmente il mondo intero venerandolo come qualcuno di luce. Mi chiedo anche se ci siano delle realtà che alterano le conseguenze a quello che sta facendo... i piani astrali a livello esistenziale saranno influenzati dall'avere spazzato via interi mondi o no?, Una sovrabbondanza degli spiriti maligni e dell'energia negativa, cosa sta portando in questo nuovo mondo no nacnora visto? In ogni caso questa sarebbe un'opportunità interessante per espandersi in altri paesi, magari vedere luoghi del passato di Guts, Casca e Grif (la famiglia di Casca e le sue origini, molto dibattuto) e Guts e Grif non possono non incontrarsi e, se si pensa che stia giungendo la fine, la battaglia o meno finale.
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berna282 · 4 years
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The Way of the Rain | Reflections on Earth
L’ AMORE FAVORISCE I RAPPORTI PACIFICI 
NON SI COMPRTA IN MODO INDECENTE,NON CERCA IL PROPRIO INTERESSE, NON CEDE ALL’ IRA, NON TIENE CONTO DEL MALE. ( 1CORINTI 13:5) 
ADIRATEVI,MA NON PECCATE. SFOGATEVI NEL VOSTRO CUORE, NEL VOSTRO LETTO,MA TACETE. (SALMO 4:4) 
ADIRATEVI MA NON PECCATE; IL SOLE NON TRAMONTI MENTRE SIETE ANCORA IN COLLERA, ( EFESINI 4:26) 
DINA,LA FIGLIA CHE GIACOBBE AVEVA AVUTO DA LEA, AVEVA L’ ABITUDINE DI USCIRE PER STARE CON LE RAGAZZE DEL PAESE. SI’CHEM FIGLIO DI ‘EMOR L’ IVVEO,  UN CAPO DEL PAESE,LA NOTO;’ QUINDI LA PRESA E LA VIOLENTO’. E SICHEM SI AFFEZIONO’ MOLTO A DINA, FIGLIA DI GIACOBBE;SI INNAMORO’ DI LEI E LE PARLO’ IN MODO PERSUASIVO. ALLA  FINE DISSE A SUO PADRE EMOR: ‘’PRENDIMI IN MOGLIE QUESTA RAGAZZA’’. QUANDO GIACOBBE VENNE A SAPERE  CHE  SI’CHEM AVEVA DISONORATO SUA  FIGLIA DINA,I SUOI FIGLI ERANO CON IL BESTIAME NEI CAMPI.PERCIO’ GIACOBBE NON DISSE NULLA FINO AL LORO RITORNO. POI’ E’MOPR, PADRE DI SICHEM, ANDO’ A PARLARE CON GIACOBBE. MA I FIGLI DI GIACOBBE SEPPERO QUELLO CHE ERA SUCCESSO E TORNARONO IMMEDIATAMENTE DAI CAMPI.ERANO FERITI E MOLTO ARRABBIATI, PERCHE’ SI’CHEM AVEVA DISONORATO ISRAELE VIOLENTANDO  LA FIGLIA DI GIACOBBE, COSA CHE NON SI DOVEVA ASSOLUTAMENTE FARE. E’MOR DISSE LORO: ‘’MIO FIGLIO SI’CHEM SI E’ AFFEZIONATO A VOSTRA FIGLIA. PER FAVORE ,DATEGLIELA IN MOGLIE E IMPARENTATEVI CON NOI:DATE A NOI LE VOSTRE FIGLIE E PRENDETE PER VOI LE NOSTRE FIGLIE. POTRETE VIVERE IN MEZZO A NOI E IL PAESE SARA’ A VOSTRA DISPOSIZIONE. STABILITEVI QUI, FATE AFFARI E ACQUISTARE DELLE PROPRIETÀ’’’. QUINDI SI’CHEM DISSE AL PADRE DI LEI E AI SUOI FRATELLI: ‘’DATEMI IL VOSTRO CONSENSO,E IO VI DARO’ QUALSIASI COSA MI CHIEDERETE. POTETE ESIGERE UN PREZZO DELLA SPOSA MOLTO ALTO E TANTI DONI. SONO DISPOSTO A DARVI TUTTO CIO’ CHE CHIEDERETE,SE SOLOMI FATE SPOSARE LA RAGAZZA!’’MA I FIGLI DI GIACOBBE DECISERO DI INGANNARE SI’CHEM E SUO PADRE E’MOR, PERCHE’ SI’CHEM AVEVA DISONORATO LA LORO SORELLA DINA. DISSERO LORO:’’NON POSSIAMO PROPRIO FARE UNA COSA DEL GENERE: DARE NOSTRA SORELLA A UN UOMO CHE NON E’ CIRCONCISO SAREBBE UNA VERGOGNA PER NOI. POSSIAMO ACCONSENTIRE SOLO A QUESTA CONDIZIONE: DOVETE DIVENTARE COME NOI, CIRCONCIDENDO TUTTI I MASCHI TRA VOI. ALLORA DAREMO A VOI LE NOSTRE FIGLIE E PRENDEREMO PER NOI LE VOS TRE FIGLIE; VIVREMO IN MEZZO A VOI E DIVENTEREMO UN UNICO POPOLO. MA SE NON CI ASCOLTATE E NON VI CIRCONCIDETE,ALLORA PRENDEREMO LA RAGAZZA E CE NE ANDREMO’’. LA PROPOSTA PIACQUE E E’MOR E A SUO FIGLIO SICHEM. IL RAGAZZO NON TARDO’ A FARE QUELLO CHE GLI ERA STATO CHIESTO, PERCHE’ LA FIGLIA DI GIACOBBE GLI PIACEVA DAVVERO,E LUI ERA L’UOMO PIU’ ONOREVOLE DI TUTTA LA CASA DI SUO PADRE. QUINDI EMOR E SUO FIGLIO SI’CHEM ANDARONO ALLA  PORTA DELLA CITTA’V E PARLANDO AGLI UOMINI DELLA CITTA’,DICENDO: ‘’QUESTI UOMINI VOGLIONO AVERE  RAPPORTI PACIFICI CON NOI. LASCIAMO CHE VIVANO E FACCIANO AFFARI NEL PAESE, PERCHE’ IL PAESE E’  ABBASTANZA GRANDE PER TUTTI . NOI POTREMO SPOSARE LE LORO FIGLIE E LORO LE NOSTRE. SOLO A QUESTA CONDIZIONE GLI UOMINI ACCONSENTIRANNO A VIVERE IN MEZZO A NOI COSI’ DA DIVENTARE UN UNICO POPOLO: OGNI MASCHIO TRA NOI DEV’ ESSERE  CIRCONCISO PROPRIO COME LOSONO LORO. ALLORA I LORO BENI,LE LORO RICCHEZZE E TUTTO IL LORO BESTIAME SARANO NOSTRI. PERCIO’ ACCETTIAMO LA LORO RICHIESTA COSI’ CHE VIVANO IN MEZZO A NOI’’. TUTTI QUELLI CHE SI ERANO RADUNATI ALLA PORTA DELLA CITTA’ ASCOLTARONO E’MOR E SUO FIGLIO SI’CHEM ,E TUTTI I MASCHI FURONO CIRCONCISI,TUTTI QUELLI RADUNATI ALLA PORTA DELLA CITTA’. COMUNQUE IL TERZO GIORNO ,MENTRE GLOI UOMINI PROVAVANO ANCORA DOLORE,DUE FIGLI DI GIACOBBE, SIMEONE E LEVI, FRATELLI DI DINA, PRESERO LA SPADA , ENTRARONO NELLA CITTA’, IN CUI NESSUNO SOSPETTAVA NULLA,E UCCISERO TUTTI I MASCHI. UCCISERO CON LA SPADA E’MOR E SUO FIGLIO SICHEM,POI’ PRESERO DINA  DALLA CASA DI SI’CHEM E SE NE ANDARONO. GLI ALTRI FIGLI DI GIACOBBE PIOMBARONO SUGLI UCCISI E DEPREDARONO LA CITTA, PERCHE’ LA  LORO SORELLA ERA STATA DISONORATA. PRESERO LE LORO GREGGI,LE LORO MANDRIE,I LORO ASINI E TUTTO QUELLO CHE ERA NELLA CITTA’ E NEI CAMPI. PRESERO ANCHE TUTTI I LORO BENI, CATTURARONO TUTTI I LORO BAMBINI E LE LORO MOGLI,E DEPREDARONO TUTTO QUELLO CHE TROVARONO NELLE CASE. GIACOBBE ALLORA DISSE A SIMEONE E A LEVI:’’MI AVETE ROVINATO , FACENDOMI ODIARE DAGLI ABITANTI DEL PAESE,DAI CANANEI E DAI FAREZEI. IO HO SOLO POCHI UOMINI, MENTRE LORO DI SICURO SI UNIRANNO PER  ATTACCARMI,E IO  E LA MIA CASA SAREMO ANNIENTATI’’. MA LORO RISPOSERO:’’E NOSTRA SORELLA? DOVEVA FORSE ESSERE TRATTATA COME UNA PROSTITUTA?’’ ( GENESI 34:1-31)
‘’SIMEONE E LEVI SONO FRATELLI. HANNO USATO LE LORO ARMI PER COMMETTERE VIOLENZA. NON STARE IN LORO COMPAGNIA, ANIMA MIA! NON UNIRTI A LORO, CUORE MIO! LA  RAGIONE E’ CHE NELLA LORO IRA UCCISERO UOMINI,E PER PURO PIACERE TAGLIARONO I GARRETTI AI TORI. LA LORO IRA SIA MALEDETTA, PERCHE’ E’  CRUDELE,E COSI’ IL LORO FURORE, PERCHE’  E’ SPIETATO. FAMMELI DISPERDERE IN GIACOBBE, E FAMMELI SPARPAGLIARE IN ISRAELE. ( GENESI 48:5-7)
ORA MOSE’ ERA  DI GRAN LUNGA IL PIU’ MANSUETO DI TUTTI GLI UOMINI SULLA FACCIA DELA TERRA. ( NUMERI 12:3) 
POI MOSE’ E ARONNE CONVOCARONO LA CONGREGAZIONE DAVANTI ALLA RUPE,E MOSE’ DISSE LORO:’’ORA ASCOLTATE,RIBELLI! DOBBIAMO FSARVI USCIRE ACQUA DA QUESTA RUPE?’’ ALLORA MOSE’ ALZO’ LA MANO E COLPI’ DUE VOLTE LA RUPE CON IL SUO BASTONE,AL CHE INIZIO’ A SGORGARE MOLTA  ACQUA,E L’ ASSEMBLEA E IL SUO BESTIAME BEVEVANO. GEOVA DISSE POI’ A MOSE’ E AD ARONNE: ‘’DATO CHE NON AVETE MOSTRATO FEDE IN ME E NON MI AVETE SANTIFICATO DAVANTI AGLI OCCHI DEL POPOLO DI ISRAELE , NON  SARETE  VOI A FAR ENTRARE QUESTA  CONGREGAZIONE  NEL PAESE CHE LE DARO’’. ( NUMERI 20:10.12) 
PROVOCARONO DIO ALLE ACQUE DI MARIBA, E QUESTO A CAUSA LORO SI RIVELO’ DISASTROSO PER MOSE. LO AMAREGGIARONO,  E LUI PARLO’ IN MANIERA AVVENTATA. ( SALMO 106:32,33)
E NON LASCITE SPAZIO AL DIAVOLO. ( EFESINI 4:27) 
NON SI  COMPORTA IN MODO INDECENTE, MA CERCA IL PROPRIO INTERESSE, NON CEDE ALL’ IRA, NON TIENE CONTO DEL MALE. ( 1CORINTI 13:5)
SE TU TENESSI CONTO DEGLI ERRORI,O IAH, CHI  POTREBBE STARE IN PIEDI,O GEOVA? (SALMO 130:3)
‘’PERCIO’ PENTITEVI E CONVERTITEVI, PERCHE’ I VOSTRI PECCATI SIANO CANCELLATI,E VENGANO COSI’ DA GEOVA STESSO TEMPI DI RISTORO (ATTI 3:19) 
NON ESSERE  UNO CHE SI OFFENDE FACILMENTE,  PERCHE’ L’ OFFENDERSI RISIEDE NELL’ ANIMO DEGLI STUPIDI. ( ECCLESIASTE 7:9) 
IN CUOR TUO, INFATTI,SAI BENE CHE MOLTE VOLTE ANCHE TU HAI PARLATO MALE DI ALTRI. ( ECCLESIASTE 7:22) 
COPRE OGNI COSA, CREDE OGNI COSA, SPERA OGNI COSA, SOPPORTA OGNI COSA. ( 1 CORINTI 13:7) CONTINUATE A SOPPORTAVI GLI UNI GLI ALTRI E A PERDONARVI SENZA RISERVE, ANCHE SE QUALCUNO HA MOTIVO DI LAMENTARSI DI UN ALTRO. PROPRIO COME GEOVA VI HA PERDONATO SENZA RISERVE, COSI’ DOVETE FARE ANCHE VOI. (COLOSSESI 3:13)
L’ AMORE CI AIUTA A PERSEVERARE 
L’ AMORE E’ PAZIENTE E PREMUROSO. L’ AMORE NON E’ GELOSO,NON SI VANTA,NON SI GONFIA D’ORGOGLIO, ( 1CORINTI 13:4)
LA MOGLIE E’ LEGATA AL  MARITO FINCHE’ LUI VIVE. SE PERO’ IL MARITO SI ADDORMENTA NELLA MORTE E’ LIBERA DI SPOSARE CHI VUOLE,MA SOLO NEL SIGNORE. ( 1CORINTI 7:39)
NON METTETEVI SOTTO LO STESSO GIOGO CON  I NON CREDENTI,IN UN’ UNIONE MALE ASSORTITA. CHE RELAZIONE C’E’ ,INFATTI,TRA LA GIUSTIZIA E LILLEGALITÀ’? COS’ HANNO IN COMUNE LA LUCE E LE TENEBRE? (2CORINTI 6:14) 
MA SAPETE CHE LA PRIMA VOLTA CHE VI HON ANNUNCIATO LA BUONA NOTIZIA E’ STATO A MOTIVO DI UN’ INFERMITÀ’ FISICA.E NONOSTANTE LE MIE CONDIZIONI DI SALUTE FOSSERO UNA PROVA PER VOI, NON MI AVETE TRATTATO CON DISPREZZO NE’ AVETE PROVATO DISGUSTO; AL CONTRARIO MI AVETE ACCOLTO COME UN ANGELO DI DIO, COME CRISTO GESU’. ( GALATI 4:13,14)
MA POER ORA RITENGO  NECESSARIO MANDARVI EPOFRODITO,MIO FRATELLO E COMPAGNO D’ OPERA E DI BATTAGLIA, CHE VOI  AVETE INVIATO PER PROVVEDERE AI MIEI BISOGNI. LUI INFATTI DESIDERA MOLTISSIMO VEDERE TUTTI VOI ED E’  SCONFORTATO PERCHE’  SIETE VENUTI A SAPERE CHE SI ERA AMMALATO. IN EFFETTI SI ERAQ AMMALATO COSI’ GRAVEMENTE CHE AVEVA RISCHIATO DI MORIRE;MA DIO HA AVUTO MISERICORDIA DI LUI,E NON SOLO DI LUI MA ANCHE DI ME, PERCHE’ NON AVESSI UN DOLORE DOPO L’ ALTRO. PERCIO’ VE LO MANDO CON LA MASSIMA PREMURA, AFFINCHÉ’ POSSIATE RALLEGRARVI DI NUOVO NEL RIVEDERLO E ANCH’IO POSSA ESSERE MENO PREOCCUPATO. ACCOGLIETELO DUNQUE COM’E’ CONSUETUDINE NEL SIGNORE CON GRANDE GIOIA E TENETE IN ALTA STIMA GLI UOMINI COME LUI., PERCHE’ PER L’OPERA  DI CRISTO E’ STATO IN PUNTO DI MORTE, RISCHIANDO LA VITA PER OFFRIRMI L’ AIUTO CHE VOI NON POTEVATE DARMI DI PERSONA. (FILIPPESI 2:25-30)
E VOI SARETE ODIATI DA TUTTI A CAUSA DEL MIO NOME, MA CHI AVRA’ PERSEVERATO SINO ALLA FINE SARA’ SALVATO. ( MATTEO 10:22) 
FELICE E’ L’UOMO CHE CONTINUA A SOPPORTARE LA PROVA,PERCHE’ ,ESSENDO APPROVATO, RICEVERÀ’ LA CORONA DELLA VITA, CHE GEOVA HA PROMESSO A QUELLI CHE CONTINUANO AD AMARLO. (GIACOMO 1:12)
FELICE E’ L’UOPMO CHE CONTINUA A SOPPORTARE LE PROVE, PERCHE’, ESSENDO APPROVATO, RICEVERÀ’ LA CORONA DELLA VITA,CHE GEOVA HA PROMESSO A QUELLI CHE CONTINUANO AD AMARLO. (GIACOMO 1:12) 
COPRE OGNI COSA, CREDE OGNI COSA, SPRA OGNI COSA, SOPPORTA OGNI COSA. ( 1CORINTI 13:7) 
QUINDI GESU’  DISSE AI SUOI DISCEPOLI: ‘’SE QUALCUNO VUOL VENIRE DIETRO A ME, RINNEGHI SE’ STESSO, PRENDA IL SUO PALO DI TURTURA E MI SEGUA DI CONTINUO. ( MATTEO 16:24) 
NON AVETE SUBITO NESSUNA TENTAZIONE CHE NON ABIANO SUBITO ANCHE ALTRI UOMINI. E DIO E’ FEDELE E NON LASCERÀ’ CHE SIATE TENTATI OLTRE CIO’ CHE POTETE SOPPORTARE, MA CON LA TENTAZIONE FARA’ ANCHE LA VIA’ D’USCITA PERCHE’ POSSIATE SOPPORTARLA. ( 1 CORINTI 10:23) 
SE POSSIBILE ,PER QUANTO DIPENDE DA VOI, SIATE PACIFICI CON TUTTI.(ROMANI 12:18) 
FARTE IL POSSIBILE PER VIVERE IN PACE,BADARE AI FATTI VOSTRI E LAVORARE COIN LE VOSTRE MANI, COME VI ABBIAMO INSEGNATO, COSI’ CHE POSSIATE COMPORTARVI CON DECORO DAVANTI A QUELLI DI FUORI E NON ABBIATE BISOGNO DI NULLA. ( 1TESSALONICESI 4:11,12) 
AD ESEMPIO,CHI DI VOI ,SE VUOLE COSTRUIRE UNA TORRE,NON SI METTE PRIMA A SEDERE E NON CALCOLA LA SPESA PER VEDERE SE HA ABBASTANZA PER COMPLETARE I LAVORI?  ALTRIMENTI POTREBBE GETTARE LE FONDAMENTA E POI’ NON ESSERE IN GRADO DI FINIRE,E VEDENDOLA TUTTI RIEBBERO DI LUI. ‘QUEST’ UOMO’, DIREBBERO,’HA COMINCIATO A COSTRUIRE MA NON E’ STATO IN GRADO DI FINIRE’. O QUAL E’ QUEL RE CHE , SE DEVE AFFRONTARE UN ALTRO RE IN GUERRA,NON SI METTE PRIMA A SEDERE E NON SI CONSULTA CON ALTRI PER  VEDERE SE CON 10. 000 SOLDATI PUO’ SCONFIGGERE QUELLO CHE VIENE CONTRO DI LUI CON 20.000? SE IN EFFETTI NON PUO’ FARCELA, MENTRE L’ ALTRO RE E ANCORA LONTANO GLI INVIA UN CORPO DI AMBASCIATORI PER CHIEDERGLI  LA PACE. ALLLO STESSO MODO, DUNQUE, CHIUNQUE TRA VOI NON SI SEPARI  DA TUTTI I SUOI AVERI NON PUO’ ESSERE MIO DISCEPOLO. ( LUCA 14:28-33) 
PERCIO’ NON SMETTIAMO DI FARE CIO’ CHE E’ ECCELLENTE, PERCHE’ SE NON CI STANCHIAMO,A TEMPO DEìBITO RACCOGLIEREMO. ( GALSATI 6:9) 
L’ AMORE  , ‘’UNA VIA CHE SORPASSA TUTTE LE ALTRE’’ 
VOI, COMUNQUE,CERCATE IN OGNI MODO DI OTTENERE I DONI MAGGIORI.MA ORA VI MOSTRO UNA VIA CHE NON HA UGUALI. ( 1CORINTI 12:31)
SE PARLO LE LINGUE DEGLI UOMINI E DEGLI ANGELI MA NON HO AMORE,SONO UN GONG CHE RIMBOMBA O UN CEMBALO DAL SUONO  ASSORDANTE.  E SE HO IL DONO DELLA PROFEZIA E COMPRENDO TUTTI I SACRI SEGRETI E TUTTA LA CONOSCENZA,E SE HO TANTA FEDE DA SPOSTARE I MONTI, MA NON HO AMORE,NON SONO NULA. ( 1CORINTI 13:1,2)
PERCIO’,ORA CHE  CI SIAMO LASCIATI DIETRO GLI INSEGNAMENTI BASILARI RIGUARDO AL CRISTO, AVANZIAMO VERSO LA MATURITÀ’ SENZA PORRE DI NUOVO UN FONDAMENTO,CIOE’ IL PENTIMENTO PER LE OPERE MORTE E LA  FEDE IN NDIO, (EBREI 6:1) 
GRAZIE A QUESTO TUTTI SAPRANNO CHE SIETE MIE DISCEPOLI:SE AVRETE AMORE  FRA VOI’’. ( GIOVANNI 13:35) 
SIETE PREMUROSI GKLI UNI CON GLI ALTRI, MOSTRANDO TENERA COMPASSIONE E PERDONANDOVI  A  VICENDA SENZA RISERVE PROPRIO COME DIO, MEDIANTE CRISTO ,HA  PERDONATO VOI SENZA RISERVE. ( EFESINI 4:32)
L’AMORE NON VIENE MAI MENO. MA QUANTO AL DONO DELLA PROFEZIA, SARA’ ELIMINATO; QUANTO AL DONO DELLE LINGUE,  CESSERA’; QUANTO AL DONO DELLA CONOSCENZA , SARA’ ELIMINATO. ( 1CORINTI 13:8) 
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novalistream · 4 years
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Voi ridete, scherzate, sfottete. Ma credete che sia facile essere leghisti? Eh? Credete che sia un gioco? Vorrei vedere voi al posto loro. Avete idea di cosa significhi alzarsi ogni mattina con il terrore di accendere la tv o il telefono e scoprire da quale cazzata del giorno dovrete difendere Salvini? Chiedervi ogni volta con la mano tremante: “Che cazzo avrà combinato stavolta? Come lo giustifico mo?. Oggi, dopo aver pregato in diretta con la D’Urso, dopo aver baciato più madonne e crocefissi lui di una suora, dopo aver sollevato una canea epocale contro il governo che affiliato al Regno delle Tenebre non voleva far celebrare le messe, che fa il suo partito? In Parlamento non vota favore della ripresa delle celebrazioni delle messe. E secondo voi, un leghista, come si sente? Avete una minima idea di quanto sia spossante una vita così? E “no all’Europa” e “Uscire dall’Europa non è nel nostro programma”. E “Basta Euro” e “Sì euro”. E “I profughi sono miei fratelli, bisogna lasciare loro i porti aperti” e “Chiudete i porti ai profughi”. E “vi taglio le accise” e non taglia le accise. E “rispedisco a casa 100 clandestini al giorno” e ne spedisce 20. E “Italia Paese di merda” e “io amo l’Italia”. E “mai con i 5 Stelle” e si allea con i 5 Stelle. E “questo governo dura 5 anni” e poi fa cadere il governo. E “la Germania garantisce i prestiti alle aziende, noi no” poi lo fa il governo “Le aziende non se ne fanno niente dei prestiti garantiti”. E “il Qatar è uno stato fondamentalista” e “viva il Qatar”. E “i Prefetti sono parassiti” e poi da più poteri ai prefetti. E “i clandestini sono 600.000” (quando è all’opposizione) e “i clandestini sono solo 90.000” (quando è al governo. E “aprite tutto” e “chiudete tutto”. E “autorizzate le messe” e poi non vota a favore della celebrazione delle messe. Ecc. Ecc. Ogni giorno così. Ogni giorno. E poi le bufale da giustificare, i gattini da spiegare, i vinciSalvini da sopportare. Ma credete che sia facile essere un leghista? Amici miei, amici leghisti, noi vi siamo vicini. E vi esprimiamo solo immensa solidarietà. Il governo dovrebbe darvi un reddito aggiuntivo perché la vostra è una tifoseria usurante. E noi per questo proviamo per voi solo tanta, tanta ammirazione. Non sappiamo chi ve lo fa fare. Ma lo fate bene. Lo fate alla grande. (Emilio Mola)
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Spezzare le catene
                                 Zhenxi Città di Zhengzhou, Provincia di Henan
Dieci anni fa, guidata dalla mia natura arrogante, non ero mai in grado di obbedire completamente alle disposizioni della chiesa. Obbedivo se queste mi si confacevano, altrimenti sceglievo se obbedire o meno. Questo provocò, nell’esecuzione del mio compito, il violare seriamente alcuni accordi lavorativi. Andai fino in fondo, offendendo l’indole di Dio e, di conseguenza, fui mandata a casa. Dopo molti anni di autoriflessione, avevo più o meno una qualche conoscenza della mia natura, ma per quanto riguarda l’aspetto della verità, che è la sostanza di Dio, non ne avevo ancora grande consapevolezza. In seguito la chiesa mi diede un’altra chance, ma quando fui a capo dell’opera di evangelizzazione, cominciai ad avere sospetti su Dio: “Sono così corrotta e ho anche offeso l’indole di Dio. Perché Egli dovrebbe usarmi? Mi sta sfruttando? Sarò eliminata dopo essere stata sfruttata?” Ah! Dato che la chiesa mi aveva dato una chance, io l’avrei custodita, anche se avessi dovuto diventare una servitrice. Da quel momento in poi eseguii il mio dovere con questa mentalità, ma senza inseguire un obiettivo più elevato: essere resa perfetta da Dio.
Una volta, mentre praticavo la devozione spirituale, vidi queste parole di Dio: “Oggi, non puoi limitarti a essere contento di come tu sia stato conquistato, ma devi anche considerare il cammino che percorrerai in futuro. Devi avere aspirazioni e il coraggio di essere reso perfetto e non dovresti pensare sempre di non esserne capace. La verità ha dei favoriti? Può la verità deliberatamente contrapporsi alle persone? Se persegui la verità, può ciò sopraffarti? Se resti saldo per la giustizia, ciò ti getterà a terra? Se la tua vera aspirazione è perseguire la vita, può la vita sfuggirti? Se sei privo della verità, non è perché la verità non ti riconosca, ma perché sei tu a restarne lontano; se non sei in grado di attenerti fermamente alla giustizia, non è perché ci sia qualcosa che non va nella giustizia, ma perché sei tu a credere che non sia in linea con i fatti; se non ti sei guadagnato la vita dopo averla perseguita per molti anni, non è perché la vita non ha coscienza nei tuoi confronti, ma perché tu non hai coscienza nei confronti della vita e l’hai respinta; […] Se non persegui tali obiettivi[a], allora si può dire solo che sei una nullità senza alcun valore e non hai alcun coraggio nella tua vita, e non hai lo spirito per resistere alle forze delle tenebre. Sei troppo debole! Non sei in grado di sfuggire alle forze di Satana che ti assediano, e sei disposto solo a condurre questo tipo di vita sicuro e tranquillo e a morire nell’ignoranza. Ciò che dovresti realizzare è la tua ricerca di essere conquistato; questo è un tuo sacrosanto dovere. Se ti accontenti di essere conquistato, allora allontani l’esistenza della luce” (“Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio” in La Parola appare nella carne). Dopo essermi nutrita di questo passaggio della parola di Dio, ero molto toccata. Vidi che la volontà di Dio è permettere alle persone di inseguire la perfezione ed essere adatti a essere usati da Lui. Allora decisi: “Metterò da parte i miei timori e non sarò più negativa e passiva. Crederò nelle parole di Dio e mi batterò per essere resa perfetta da Lui”. Ma, gradualmente, dato che ancora non conoscevo la sostanza della fedeltà di Dio, cominciai nuovamente a non credere alle Sue parole, pensando sempre che fossero destinate a qualcun altro e che potessero dare solamente un po’ di conforto e incoraggiamento a qualcuno come me. Continuavo a ricordarmi di come, già una volta, avessi offeso l’indole di Dio, a riflettere che la mia natura è così corrotta che a volte l’avevo addirittura rivelata mentre adempievo il mio dovere; pensavo che non avrei mai potuto essere resa perfetta, a prescindere da quanto ci ricercassi e che avrei dovuto essere contenta di essere solo una servitrice. Così, senza volerlo ricominciai a vivere nella passività. Quanto scritto sopra ritornò, in seguito, a comunicarmi circa l’aspetto della verità nel conoscere l’essenza di Dio, ma non ero ancora molto illuminata. Finché un giorno, mentre mi stavo nutrendo della parola di Dio, vidi le Sue parole seguenti: “La sostanza di Dio è fedele. Ciò che Egli dice, farà. Ciò che Egli fa, dovrà essere fatto. Egli è fedele” (“L’altro significato del Dio fatto carne” in Registrazione dei discorsi di Cristo). In quel momento sembrò che fosse scattata una scintilla dentro di me, come se una foschia diffusa intorno al mio cuore si fosse dissipata in un istante. Anni di incomprensioni e timori svanirono improvvisamente. Allora ricordai di nuovo quel passaggio della parola di Dio del quale ero solita nutrirmi: “Se la tua vera aspirazione è perseguire la vita, può la vita sfuggirti? Se sei privo della verità, non è perché la verità non ti riconosca, ma perché sei tu a restarne lontano; se non sei in grado di attenerti fermamente alla giustizia, non è perché ci sia qualcosa che non va nella giustizia, ma perché sei tu a credere che non sia in linea con i fatti; se non ti sei guadagnato la vita dopo averla perseguita per molti anni, non è perché la vita non ha coscienza nei tuoi confronti, ma perché tu non hai coscienza nei confronti della vita e l’hai respinta…” (“Le esperienze di Pietro: la sua conoscenza del castigo e del giudizio” in La Parola appare nella carne). In quel momento sentii la comunicazione della maestosa giustizia e dello sconfinato amore fra le righe delle parole di Dio, che Lo rendevano così nobile e grande mentre, allo stesso tempo, mi facevano vedere la mia solitudine, piccolezza e decadenza. Dio è fedele. Questo è incontestabile e fuori di ogni dubbio. Dio ha una sostanza fedele, è degno di fiducia e sta provando al massimo grado possibile a salvare l’uomo. Finché l’uomo insegue la verità e un cambio di indole secondo i requisiti di Dio, Egli ne farà un uomo completo, perché ciò che Dio promette farà e ciò che Egli fa dovrà essere realizzato! Prima, invece, sospettavo che Dio fosse come l’uomo e che mi avrebbe messa da parte una volta che avessi finito di essere utile. Non trattavo affatto la Sua parola come la verità e, inoltre, non credevo genuinamente e positivamente in Lui. Al contrario, vivevo con la fantasia e il sospetto nella mia mente, mancando di coraggio di fronte alla verità e cedendo vigliaccamente alle influenze oscure, incapace di lottare per la giustizia. Fu allora che apprezzai realmente che ricercare la comprensione della sostanza di Dio è troppo importante. Se avessi da subito fatto attenzione a inseguire la conoscenza della Sua indole e della Sua sostanza in precedenza, non avrei trascorso così tanti anni nel timore, ritardando così l’evoluzione della mia stessa vita.
Grazie, Dio Onnipotente! Sei Tu che Ti sei preso cura di me e mi hai illuminata e guidata a liberarmi dalle catene che mi hanno tenuta bloccata per così tanti anni, permettendomi di uscire dalla foschia. In passato non Ti conoscevo e ho spesso vissuto nel fraintendimento, incapace di credere alla Tua parola e trattandola come se fosse qualcosa meramente per confortare e incoraggiare la gente. Non ho considerato la Tua parola come verità e vita e, soprattutto, non ho trattato Te come Dio. Eppure, Tu non mi hai trattata come le mie trasgressioni. Tu mi hai tollerata, sei stato paziente con me e mi hai dato la possibilità di pentirmi. Hai illuminato e fatto risplendere la Tua luce su di me, cosicché io potessi avere un po’ di consapevolezza della Tua essenza fedele e giusta. Questo è un esempio preciso del Tuo amore per l’uomo. Oh Dio! D’ora in poi metterò un enorme impegno nella verità del conoscerTi, sarò all’altezza di quanto Ti aspetti da me, inseguirò la comprensione della Tua sostanza e cercherò subito un cambio di indole, così che possa essere resa perfetta da Te!
Dopo aver compreso queste cose, una sorta di potere sbalorditivo è cresciuto nel mio cuore. Non sono più passiva nell’affrontare le difficoltà e tanti anni di incomprensioni, sospetti e apprensioni sono del tutto scomparsi. Vivo ora completamente in una situazione attiva, cercando di essere resa perfetta da Dio.
Fonte: La Chiesa di Dio Onnipotente
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jamariyanews · 7 years
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La PROFEZIA di Rudolf Steiner del 1917: “Bloccheranno il nostro risveglio attraverso i vaccini!”
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Rudolf Steiner
30 maggio 2017 da spezziamolecatene
I vaccini costituiscono un notevole indebolimento della struttura fisico-vitale umana. Che è la fondamentale base terrena della vita psichica. Ostacolare la vitalità del corpo significa creare un enorme problema all’evoluzione spirituale. Si sta fortunatamente sviluppando un’onda di rifiuto dei vaccini, ancora minoritaria… Mentre le strutture sanitarie governative e internazionali, saldamente nelle mani dei poteri oscuri, tendono a ipervaccinare bambini, anziani, tutti…
Rudolf Steiner quasi 100 anni fa parlava dello sviluppo di un vaccino particolare, contro l’evoluzione spirituale, contro lo sviluppo dell’onda di coscienza. Ora siamo in piena crescita dei risvegli di coscienza. Ritenete che il vaccino menzionato da Steiner sia già in 
I bambini che stanno nascendo negli ultimi anni hanno spesso grandi qualità spirituali. Arrivano bambini più forti proprio per “reggere” alla nuova minaccia, o questo specifico vaccino è ancora nei laboratori e deve ancora uscire? Cosa ne pensate?
Ecco cosa dice Steiner: 
“Ma gli Spiriti delle tenebre sono in mezzo a noi, sono qua. Dobbiamo restare in guardia in modo da accorgerci quando li incontriamo, in modo da comprendere dove si trovano. Perché la cosa più pericolosa nel prossimo futuro sarà abbandonarsi inconsciamente a tali influssi, che realmente esistono intorno a noi. Infatti, che l’uomo li riconosca o meno, non fa alcuna differenza per la loro reale esistenza. Ma soprattutto, per questi Spiriti delle tenebre sarà importante portare confusione, dare false direzioni in ciò che si sta ora diffondendo in tutto il mondo e per cui gli Spiriti della luce continueranno a operare nella direzione giusta. Ho già avuto occasione di mettere in guardia su una direzione sbagliata, che è davvero tra le più paradossali. Vi ho indicato che i corpi umani si svilupperanno in modo tale che vi potrà trovar posto una certa spiritualità, ma che il pensiero materialista, la cui diffusione è sempre più alimentata dalle indicazioni degli Spiriti delle tenebre, opereranno in modo da opporvisi con mezzi materiali. Vi ho detto che gli Spiriti delle tenebre ispireranno le vittime di cui si nutrono, gli uomini che abiteranno, PERSINO AD INVENTARE UN VACCINO PER DEVIARE VERSO LA FISICITÀ, FIN DALLA PRIMISSIMA INFANZIA, LA TENDENZA DELLE LE ANIME VERSO LA SPIRITUALITÀ. Come oggi si vaccinano i corpi contro questo e quello, così in futuro SI VACCINERANNO I BAMBINI CON UNA SOSTANZA PREPARATA IN MODO CHE ATTRAVERSO LA VACCINAZIONE, QUESTE PERSONE SARANNO IMMUNI DALLO SVILUPPARE IN SÉ LA “FOLLIA” DELLA VITA SPIRITUALE, follia, ovviamente, dal punto di vista materialistico. (…) Tutto questo tende in ultima analisi a trovare il metodo con cui si potranno vaccinare i loro corpi in modo che essi NON POTRANNO SVILUPPARE INCLINAZIONI VERSO IDEE SPIRITUALI, ma crederanno per tutta la loro esistenza solo alla materia fisica. Così, come dagli impulsi, che la medicina ha tratto dall’inclinazione all’inganno [qui Steiner fa finta di sbagliarsi facendo un gioco di parole tra Schwindelsucht, parola che vuol dire all’incirca disposizione all’inganno e Schwindsucht, che significa tubercolosi ndT] – pardon, scusate, – ha tratto dalla tubercolosi, oggi vaccina contro la tubercolosi, cosi DOMANI SI VACCINERÀ CONTRO LA DISPOSIZIONE VERSO LA SPIRITUALITÀ. Con ciò si intende solo dare un accenno a qualcosa di particolarmente paradossale tra le molte altre cose che accadranno in questo ambito in un futuro prossimo e anche più remoto, in modo di creare scompiglio in ciò che deve fluire sulla terra dai Mondi spirituali grazie alla vittoria degli Spiriti della luce.”
Rudolf Steiner O.O.177 conferenza 27 Ottobre 1917
Un vaccino anti-spirito. E’ già in distribuzione?
Vaccini Anti-Spirito: ecco come bloccano il nostro Risveglio
Se guardiamo le nuove generazioni risulta fin troppo evidente che Rudolf Steiner ci aveva visto molto molto bene già 100 anni fa. La situazione già oggi è a dir poco allarmante, eppure c’è gente che deride chi lotta a favore della vita e della salute. Continuiamo a farci la guerra tra di noi, mentre la cosiddetta élite si gode l’indecente spettacolo. Siamo divisi in tutto e per tutto. Tifiamo come un qualunque sport a favore dei faccini e contro chi non lo è. Siamo a livelli di psicopatia che fanno rabbrividire. Emeriti PSICOPATICI che hanno il coraggio di sostenere il crimine farmaceutico a discapito della vita dei BAMBINI! Fintanto non capita loro chi se ne fotte, no? Questa mentalità ci sta fottendo il futuro e non lo vogliamo ancora capire.
Vaccini analizzati in Germania sono inquinati! Cosa dicono i violenti BURIONANI???
VACCINI: Il BURIONESIMO esulta alla radiazione del Dott. Miedico e chiede più epurazioni per i LIBERI PENSATORI! IL PENSIERO UNICO è tra noi!
VACCINI: critiche al TOTALITARISMO PD, che per qualche italiota è GIUSTO e CIVILE! Benvenuti in ItaliOTA, un paese SOTTOSOPRA!
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1992 Ridley Scott’s “Christopher Columbus” - La (tremenda) trasposizione cinematografica della “conquista del Paradiso” nel cinquecentenario del primo viaggio colombiano
«Cinquecento anni fa, la Spagna era una nazione abbandonata alla paura e alla superstizione, sotto la legge della corona e di un’Inquisizione che perseguitava senza pietà tutti coloro che osavano sognare. Un solo uomo ha sfidato questo potere. Consapevole del proprio destino, ha attraversato il Mare delle Tenebre, alla ricerca di onori ed oro, per la maggior gloria di Dio»
Queste le parole che scorrono a schermo per fare da collegamento tra i titoli di testa e il girato di 1492: La Conquista del Paradiso, il film di Ridley Scott su Cristoforo Colombo uscito nelle sale nell’ottobre del 1992, durante il cinquecentenario dello sbarco del genovese a Guanhani.
In queste parole è condensata, in effetti, buona parte del messaggio di una pellicola che, lungi dal voler restituire la complessità di una figura storica altamente simbolica e problematica, si limita a portare avanti una narrazione celebrativa del navigatore, rifacendosi alle “agiografie” dei discendenti, alla retorica antispagnola anglosassone e all’immagine di un illuminista ante-litteram. Da questo incontro fra secoli di strumentalizzazione ed Hollywood, dunque, quello che nasce non è certo un buon prodotto di ricostruzione storica, ma la conferma dell’appartenenza di Colombo a un pantheon di eroi della sola civilizzazione europea.
 Cristoforo: uomo di scienza e d’azione
Il film ruota attorno al personaggio di Colombo, interpretato da Gerard Depardieu. Sono ben rare le scene in cui il genovese non compare, e ancor meno quelle in cui non è il centro dell’azione. Il ruolo di protagonista che gli viene già affidato dalla sceneggiatura è dopotutto in linea con il tema principale della storia, ovvero quello della lotta di un uomo solo contro tutto e tutti. Quella che viene restituita allo spettatore è l’immagine di un sognatore, che è però sempre pronto a scendere in prima linea per far valere le sue idee non convenzionali.
In quanto uomo di scienza, la sua prima battaglia, in senso figurato, è quella contro gli accademici castigliani. A un Colombo che porta a suo favore dati e ricerche moderne si contrappongono chierici oscurantisti, cultori dell’auctoritas aristotelica, che rifiutano per principio tesi diverse da quelle in disaccordo con la dottrina. A differenza loro il Colombo di Scott non è un uomo che si è fermato allo studio dei libri. Appare pienamente consapevole dell’importanza dell’esperienza rispetto alla teoria, accusando i monaci che lo sostengono, ma che evidentemente non condividono il suo “genio”, di non aver mai abbandonato le loro scrivanie per uscire e vedere «di cos’è fatto il mondo». Sensibilità empirista che è evidente anche quando, durante il viaggio, gli viene chiesto di spiegare in quale modo sapesse orientarsi la notte usando il sestante “come i saraceni”. Ma il film non si limita a suggerire tutto ciò; durante l’edificazione di La Isabela, la voce fuori campo di Colombo stesso, intento a scrivere una lettera, informa il pubblico su come l’impianto urbano che avrebbe preso a modello sia quello della “città ideale” di Leonardo da Vinci. Difficile non scorgere in questo passaggio un tentativo di porre in continuità i due personaggi storici, seguendo il fortunato filone retorico del “genio italico”.
Ma l’azione non si limita alla messa in pratica delle conoscenze scientifiche. Colombo, come ogni esploratore che si rispetti, guida personalmente i suoi uomini nello sbarco a Guanhani e nelle perlustrazioni dell’isola. È un vero leader anche quando si tratta di ultimare il campanile della nuova cattedrale di La Isabela, spingendo carri e tirando funi come tutti gli altri, ma anche quando si tratta di dover dare battaglia agli indigeni che hanno ucciso i guardiani della miniera, o di dare la caccia a Moxica e i suoi compagni rivoltosi.
Il Colombo cinematografico è peraltro disposto a tutto pur di raggiungere questi suoi scopi. Disposto a lasciare la famiglia per anni, a rischiare le vite dei suoi uomini a partire dal primo viaggio, nonché quindi ad impugnare una spada e ad uccidere quando la situazione degenera. Nonostante ciò, non passa mai l’idea di un uomo spregiudicato. Sono piuttosto sempre le circostanze a costringerlo alle azioni più brutali.
 Cristoforo e la Spagna
Come in ogni buona storia che si rispetti, ad un protagonista deve contrapporsi un antagonista. In questo film, il suddetto ruolo è generalmente riconoscibile in buona parte del mondo spagnolo che gravita attorno alla vicenda, trovando poi una personificazione drammatica, per non dire eccessivamente stereotipata, in Adrián de Moxica.
Regia e sceneggiatura danno pieno spazio alla leyenda negra nel dipingere a tinte fosche la Castiglia del 1492: folle esaltate assistono a dei roghi in piazza, non è dato sapere se di eretici o altro, per mano dell’Inquisizione, che “magnanimamente” ricorre alla garrota per chi si è pentito in extremis dei suoi peccati, risparmiandogli la pena delle fiamme. A questa scena assiste, ovviamente disgustato, Colombo, che cerca di allontanare il figlio dalla vista di quell’orrore. Anche dal punto di vista puramente visivo, è facile cogliere la pervasività dell’elemento religioso, tramite l’onnipresenza dell’elemento della croce. Altro tema della parte della storia ambientata in Spagna, è quello della Reconquista appena conclusa. Alla conquista di Grenada si fa più volte riferimento, tanto nei dialoghi quanto visivamente. Molto del girato è ambientato nei suoi palazzi dalle decorazioni moresche e due scene in particolare mostrano la fine dell’esperienza musulmana nella città: la lunga colonna di persone ferme a pregare lungo la via dell’esilio e l’abbattimento di una mezzaluna dal tetto di una cupola mentre una croce di legno viene portata per le strade in processione. Al dogmatismo e al fanatismo imperanti, però, Cristoforo contrappone una religiosità umanista, genuina, che si manifesta nella scena corale dell’innalzamento della campana sulla cattedrale appena realizzata a La Isabela; tutti sono chiamati a partecipare nell’erezione di una nuova chiesa nel Nuovo Mondo.
C’è però chi non intende affatto partecipare alla “conquista del Paradiso” nei termini voluti dal genovese. Ai nobili propositi di Colombo si contrappone infatti l’aristocrazia spagnola, che trova due tipi principali in Gabriel Sánchez e Adrián de Moxica, entrambi personaggi realmente esistiti. Mentre il primo è il principale rivale dell’esploratore in Castiglia e trama per beneficiare a suo discapito delle scoperte oltreoceano, il secondo è l’incarnazione del conquistador violento e arrogante. Un vero e proprio villain, Moxica ne rispecchia i canoni anche a livello estetico; viso affilato, lunghi capelli neri, come pure gli occhi e gli abiti. Un’iconografia chiaramente marcata, resa ancor più evidente nel confronto con un Colombo biondo e spesso in camicia bianca, come nel (mancato) duello finale. Nella finzione cinematografica, sarà proprio l’insubordinazione di Moxica e di altri nobili spagnoli a segnare l’inizio della fine per il progetto colombiano a La Isabela, liberando sostanzialmente Colombo da ogni colpa.
Una delle scene in cui, forse, è resa al meglio la distanza fra Colombo e la società spagnola, che viene messa alla berlina per la sua ipocrisia, è quella dell’esecuzione dei capi della rivolta sopravvissuti a Moxica. Creando un parallelismo con le immagini dei roghi all’inizio del film, lo strumento con cui viene eseguita la pena capitale è ancora una volta la garrota, ma la reazione della folla circostante è ben diversa: ad assordare non sono le grida, accompagnate da una colonna sonora carica di pathos, bensì il silenzio. Nessuno prova piacere alla vista della morte dei nobili spagnoli, anzi; se durante il rogo il clero assisteva compiaciuto, a La Isabela il suo rappresentante più alto, frate Buyl, si alza e se ne va, incapace di assistere. Lo stesso Buyl, che, prima di abbandonare la città per tornare in Spagna, accusa Colombo di trattare alla stessa stregua spagnoli e indigeni, dimostrando, almeno agli occhi dello spettatore moderno, scarso spirito di fratellanza cristiana con questi ultimi.
C’è però un personaggio iberico che sfugge a questa feroce critica antispagnola: la regina Isabella di Castiglia. È lei che permette a Colombo di partire nonostante la contrarietà degli accademici; è lei che gli consente di tornare su Hispaniola nonostante i risultati del primo viaggio non siano stati dei migliori; è lei che gli concede la libertà dopo l’arresto, come pure di partire per il suo terzo viaggio. Questa benevolenza, nel film, è giustificata dal suo essere molto simile a Colombo stesso. Entrambi sono riusciti in imprese da tutti giudicate impossibili ed entrambi hanno molto faticato per questo: se al primo incontro Isabella, reduce della conquista di Grenada, appare più vecchia di quanto non sia realmente, così Colombo, di un anno più giovane della sovrana, sembrerà molto più vecchio di lei nel loro ultimo incontro, dopo le peripezie del secondo viaggio.
 Cristoforo e i Taino
L’altra società con cui Colombo deve misurarsi è quella degli indigeni Taino. Nonostante Colombo, ancora con una voce fuori campo, affermi che essi «non sono selvaggi», il rapporto fra i, de facto, invasori e i locali appare sbilanciato già nelle premesse ideologiche. I Taino non sono davvero riconosciuti dal genovese come soggetti alla pari, ma come persone da trattare «come si tratterebbero le proprie mogli e i propri figli» e quindi poste sostanzialmente sotto tutela, e in quest’ottica paternalistica sono anche stabilite le leggi a divieto di saccheggio e stupro. È dalla religione, con il chiaro riferimento alla futura, possibile, conversione di questi popoli dell’«Eden», che sembrano scaturire le ragioni di questa buona predisposizione verso i Taino.
Nonostante queste premesse esplicitate, la rappresentazione cinematografica degli indigeni finisce per appiattirsi su un dualismo del buono e del cattivo selvaggio di retaggio cinquecentesco. I Taino prima accolgono Colombo e i suoi compagni con curiosità e benevolenza, per poi obbedire placidamente fino alle angherie di Moxica; ma le violenze indigene sono sempre perpetrate da altri; i membri della spedizione che rimangono a Hispaniola al termine del primo viaggio sono uccisi dai Caribes, popolazione rivale dei Taino, mentre l’eccidio di spagnoli alla miniera d’oro è compiuto da una sanguinaria tribù guerriera. Solo tre personaggi vanno a dare un poco di spessore a questo mondo: Juan, il ragazzo spagnolo dal labbro leporino; il “sovrano” dei Taino di Hispaniola; Utapán, guida e interprete di Colombo.
Per quanto riguarda il primo, il mozzo della Santa Maria è tratteggiato mentre si converte agli usi e ai costumi degli isolani, probabilmente a simboleggiare la possibilità di riscatto individuale che la vita nel Nuovo Mondo può offrire a chi, probabilmente anche a causa della sua deformità, era in patria costretto ai ranghi più bassi della scala sociale. Il capotribù di Hispaniola, invece, trascende l’idilliaca e stereotipica figura dell’indigeno che, buono per natura, fa tutto quello che gli viene chiesto di fare dal conquistatore europeo; è consapevole dei fini di Colombo e lo sembra anche del fatto che non possa fare nulla per impedirne le azioni.
È però Utapán il personaggio Taino più rilevante nel film, perché strettamente legato a Colombo. Come sua guida e interprete gli è sempre al fianco fin dallo sbarco a San Salvador, ma è nell’ultima scena in cui compare che si esplicita l’idea che il film vuole dare del perché il rapporto fra l’esploratore e i nativi non sia andato come sperato; Colombo non ha mai imparato la sua lingua, ovvero non ha mai provato a mettersi nei panni degli indigeni.
 Cristoforo e la natura
Questo dialogo finale fra Colombo e Utapán avviene all’inizio della violentissima tempesta che si abbatte su La Isabela. Come a coronare la serie di ribellioni contro il protagonista, al seguito degli indigeni e degli aristocratici castigliani giunge la natura a dare il colpo di grazia all’esperimento di città ideale avviato nel 1494. Una natura che è infatti l’unico avversario a cui Colombo non può opporre alcuna resistenza.
Introdotta fin dalla comparsa della costa di Guanhani fra le brume dei Sargassi, a dominare è la giungla caraibica. Descritta come l’Eden da Colombo durante la fase iniziale di conoscenza con i nativi, la terra scoperta sembra perfetta per la fondazione di una colonia, dove le sementi crescano rigogliose e gli animali si riproducano in abbondanza. L’ambiente, però, è anche denso di minacce, che siano serpenti velenosi o malattie sconosciute, per l’esploratore e i suoi uomini, che non demordono dalla loro ricerca di tesori fino a che non diventa evidente che Pinzón, il secondo di Colombo, è troppo debilitato e deve essere riportato in Spagna.
Ma è proprio nell’uragano finale che si realizza appieno la potenza di questa natura. Il vento e la pioggia fanno scempio degli edifici, persino di quelli in muratura, penetrando fra le finestre e raggiungendo un Colombo che cerca riparo senza trovarne. La violenza della scena culmina con un fulmine che, colpendo la croce sulla piazza, la incendia.  Al mattino seguente, una colonna di formiche va e viene dalla camera di Colombo: la natura si è ripresa i suoi spazi.
 Alcune conclusioni
Questo film è molto lontano dall’offrire un quadro preciso e affidabile della reale vita di Cristoforo Colombo, ma non è questa la sede in cui evidenziare le pur numerosissime imprecisioni storiche. Ciò che forse è più importante è notare come la figura del genovese sia palesemente ripresa solo da fonti a lui favorevoli.
La cosa è resa palese nei primi e negli ultimi minuti della pellicola, quando si intende che la narrazione si avvale delle memorie scritte dal figlio Fernando. In alcune parole, che scorrono a schermo al termine del girato, è poi evidente che si ritenga che tali memorie famigliari siano da considerarsi più che valide; si dice infatti, nero su bianco, che la biografia di Colombo redatta da Fernando ha «reso [al padre] il suo posto nella Storia». La famiglia Colombo in realtà si impegnò in una battaglia per la riabilitazione di Cristoforo non solo a livello memoriale, ma anche legale, dalle accuse che portarono al suo arresto e alla privazione dei titoli, proprio al fine di riappropriarsi dei privilegi promessi nelle Capitulaciones di Santa Fe e minacciati dal resto della nobiltà spagnola. Considerati quindi gli interessi materiali dei Colombo, è difficile pensare che utilizzare solo i loro scritti come fonte di ricostruzione del protagonista possa essere una scelta onesta.
Dopotutto, però, il fine del film sembra essere più che altro quello di narrare la storia avventurosa di un eroe romantico ante-litteram, lasciando in disparte la simbologia politica, ideologica e culturale che il nome Colombo si porta appresso nella realtà. A dominare è la retorica, toccando livelli altissimi in alcuni discorsi o dialoghi del protagonista. Durante il primo viaggio, ad esempio, Colombo sprona il suo equipaggio, provato dal lungo navigare e propenso a credere in una maledizione divina contro l’impresa, parlando della gloria a loro riservata quando «la gente parlerà del coraggio dei primi uomini che attraversarono questo oceano e tornarono» e loro potranno dire «io c’ero». Al termine di quest’arringa, il vento torna a gonfiare le vele dopo la bonaccia, come a sancire il sostegno divino di cui i marinai avevano dubitato.
Oppure, nella parte finale del film, nel dialogo fra Sánchez e Colombo e fra il nobile castigliano e il prelato Rojas. Il tesoriere accusa Cristoforo di essere un «sognatore», al che il genovese gli fa presente come i palazzi e i campanili, la civiltà che lui e Sánchez possono vedere dalla finestra, siano opera di «uomini come me», altri sognatori che, proprio al pari di Colombo sono riusciti a realizzare le proprie aspirazioni. Rincarando la dose, poi, Cristoforo fa presente allo spagnolo che la differenza che incorre fra i due sia che solo «io ce l’ho fatta. Voi no», lasciandolo interdetto. Sánchez sembra quindi aver compreso quanto dettogli nel momento in cui, poche scene dopo, così risponde a Rojas che, visto Colombo in lontananza, giudica la sua esperienza una «tragedia. Lo spreco di una vita»: «Uno spreco? Se il vostro nome, o il mio, saranno mai ricordati […] sarà solo grazie al suo».
Sembra esserci nei personaggi, dunque, una forse eccessiva consapevolezza del peso che la vicenda di Colombo avrebbe effettivamente ricoperto nei secoli a venire, e soprattutto del peso di Colombo stesso nella Storia. Una consapevolezza più probabilmente propria dello sceneggiatore e del regista.
In ultimo, a coronare l’opera di mitizzazione positiva, è da sottolineare come viene presentata la privazione di Colombo del titolo di viceré e il nulla osta di Isabella a compiere un ultimo viaggio. Il genovese sembra sollevato dal non dover più essere governatore, mentre è subito pronto per una nuova avventura per mare, come se dopo il disastro di Hispaniola abbia ripreso coscienza della sua vera natura: essere un esploratore assetato di conoscenza. Come un novello Ulisse, in sostanza, con il quale l’analogia appare ulteriormente marcata dal rapporto con l’amante Beatrice che, come Penelope è stata fatta oggetto delle proposte di molti uomini durante l’assenza dell’eroe, ma ha atteso sempre l’amato girovago.
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renudo79 · 4 years
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Il Conte di Volturara Appula
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#Conte proroga la chiusura fino a dopo #Pasqua. Non specificando di quale anno.
(Se vi siete persi la diretta di Conte la trovate su #PornHub nella categoria anal rape.)
Il lockdown durerà fino al 3 maggio. Giusto il tempo che mi passi l'erezione per la strigliata di Conte a #Salvini e #Meloni.
Riapriranno solo le librerie. Il nemico naturale dei sovranisti.
Conte attacca Salvini e Meloni. Alle proprie responsabilità.
(Conte strapazza Salvini e Meloni. È iniziata la #fase2, quella anale.)
Conte: "Questo governo non opera con il favore delle tenebre". È quando accendi la luce che vedi gli scarafaggi scappare.
Stasera ho capito che Conte vive vicino a Salvini e già gli aveva anticipato la conferenza di oggi.
Meloni: "Credo non si sia mai vista una cosa del genere nella storia della democrazia". Neanche tu.
Salvini contro le dichiarazioni di Conte: "Roba da Unione Sovietica". Basta Mattè, per oggi già sono venuto troppe volte.
Salvini e Meloni rispondono a Conte fugando ogni dubbio circa le loro capacità mentali.
Meloni vorrebbe lo stesso spazio e alla stessa ora per rispondere al premier. Ma quanto può essere lungo un rutto?
Salvini e Meloni contro Conte. Gli psicologi l'avevano detto che se non si fanno uscire poi i bambini fanno i capricci.
#Mentana critica l'uso personalistico della conferenza stampa da parte di Conte. A lui non è piaciuto quando il premier si è messo a fare l'elicottero col cazzo.
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pangeanews · 4 years
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1, 10, 1000 Rimbaud! Per una nuova traduzione di Arthur: “ha posto un interrogativo senza tempo: è davvero necessario scrivere poesia?”
Paradosso meridiano: Rimbaud, lo scomparso, il giovane svanito, il gioco di prestigio della lirica – eccolo, lo dici, ne acciuffi il ceppo del verbo e… puf!, è già via – chiede condivisione di miracolo. Va spezzato, come il pane. Se lo leggi da solo, nello shuttle della tua stanza, Rimbaud ti confonde, ti divora, ti ammazza. Non puoi imitarlo; devi seguirlo. Cioè, starti zitto. Smettere l’opera quotidiana – la scrittura, oppure: l’accomodarti tra le ore – e partire, avventarsi nell’ignoto, nel senza niente, avventurarsi a mordere la limonaia della vita. Da solo, Rimbaud brucia; insieme, stiamo intorno alla sua fiamma, oranti a quel lampo. Stiamo intorno alla sedia lasciata vuota dal poeta veggente, facendo rito di gratitudine – quella sedia è lì, chi avrà fame sufficiente per sedersi? In questa moltiplicazione di Rimbaud – un Rimbaud centuplicato, acceso all’eccesso – credo stia il lavoro di Carmine Pistillo, che si è messo nel pericolo maggiore, tradurre Una stagione all’inferno (per La Vita Felice), dopo che nell’inferno del tradurre Rimbaud si sono messi in moltissimi. La traduzione, però – che, come deve accadere, esige che il tradotto perda ogni vocabolario – è l’esito di un incontro fugace – con Moravia, mito dell’adolescenza di Pistillo – e di una ossessione mordace – inizia a tradurre ventenne. Rimbaud, appunto, obbliga al silenzio. E Pistillo – che ha esorcizzato il silenzio scrivendo decine di pagine introduttive – per uscire dall’incubo bianco in cui è piombato ha chiesto aiuto. Ai vivi. Ai morti. Per capire questo libro, parere mio, bisogna partire dal fondo, dalla “Crestomazia rimbaudiana” – che dura sessanta pagine – dove si schedano molteplici, millesimati Rimbaud: di Giovanni Testori (“Credo che Verlaine avesse intuito subito una cosa: che gli angeli in esilio non desiderano il paradiso, bensì l’inferno; e che fatalmente lo cercano sulla terra dove, appunto, sono stati gettati…”) e di Vittorio Sereni (“Su Rimbaud si potrebbe tranquillamente spendere una vita di studio. Ma come vincere lo smarrimento di fronte a quel baratro; o, per altro verso, la tentazione di abbandonarsi alle troppe e contrastanti ipotesi che pullulano dal fondo di esso, variamente autorizzate da quanto lui ha lasciato di scritto?”), di Soffici e di Solmi e di Penna e di Bloom, ma pure dei poeti viventi, pretesi da Pistillo per questo libro, spesso balbettanti di fronte a Rimbaud il Tagliagole, ma è questo il bello, l’audacia dell’indeciso, del titubante (tra tutti, ritaglio parte del pensiero di Giancarlo Pontiggia: “Leggere Rimbaud, negli anni del ginnasio, fu come entrare in un continente nuovo, in una sorta di Africa nera della poesia. Come muoversi, quasi ipnoticamente, verso le sorgenti del Nilo, abbeverarsi di cieli inauditi, di pensieri assoluti”). Voglio dire, il resto è un gioco spericolato, un puzzle infernale, la mattanza sotto il mattino delle allocuzioni. Falciare brandelli di Saison e compararli:
Io! io che mi sono proclamato angelo o mago, liberato da qualsiasi obbligo morale, sono qui, riportato sulla terra, con un dovere da cercare, e la ruvida realtà da stringere! Contadino! Sono forse in inganno? la carità è sorella della morte, per me? Infine, chiederò perdono per essermi illuso con le menzogne. E andiamo. Non c’è nessuna mano amica! e dove chiedere aiuto? (Carmine Pistillo)
Io! io che mi ero detto mago o angelo, dispensato da ogni morale, eccomi riportato al suolo, con un dovere da cercare, e la realtà rugosa da stringere! Bifolco! Sono ingannato? la carità sarebbe sorella della morte, per me? Insomma, chiederò scusa per essermi nutrito di menzogna. E andiamo. Ma neanche una mano amica! e dove attingere soccorso? (Diana Grange Fiori)
Io! io che mi son detto mago o angelo, esonerato da ogni morale, vengo restituito al suolo, con un compito da cercare, e la realtà rugosa da abbracciare! Bifolco! Sono ingannato? la carità sarebbe forse sorella della morte, per me? Infine chiederò perdono per essermi nutrito di menzogna. E via. Non una mano amica, però! e dove trovare aiuto? (Ornella Tajani)
Eppure, è questa comunità rimbaudiana, di poeti ribaldi che non hanno neppure un’Africa né un Aden in cui sparire, in espatrio poetico, che coltivano il cuore di tenebre nell’Harar della metropolitana, che mi conquista. Non resta, rifiutati, sfigati, spretati, che conquistare una città, il circondario del sé, fino all’ultimo fiato. (d.b.)
L’editore Marsilio ha da poco pubblicato una nuova traduzione delle poesie di Rimbaud: di fatto, non c’è editore che non abbia il ‘suo’ Rimbaud. Perché non ti sei accontentato del tanto che già editorialmente esiste, delle traduzioni esistenti, intendo?
La risposta, in un certo senso, è già nella domanda. La Vita Felice, la mia casa editrice, accanto a moltissimi classici antichi e moderni, non aveva nel catalogo Rimbaud. Ma non è solo questo, naturalmente. Sarebbe una risposta editoriale che non mi compete. In realtà, come scrivo nella premessa, avevo un conto in sospeso con questo poeta rivoluzionario. La traduzione della Saison en enfer, in gran parte scritta ai tempi del servizio di leva – nel libro racconto come – era rimasta in silenzio sotto forma di desiderio inconfessato. Quel primo manufatto scritto a vent’anni sia a mano che di nascosto con l’Olivetti della fureria, dormiva da decenni nel cassetto. Parlando con l’editore è riemersa quell’idea, che poi ho abbandonato forse per paura di misurarmi con tutta la letteratura già esistente in proposito e sicuramente perché Rimbaud mi aveva gettato in una spirale di malinconia e di disfatta creativa. Sono stato un anno intero chiuso in casa, seduto in poltrona a guardare il soffitto. Come talvolta accade a chi scrive, mi sono sentito assediato dal fantasma del personaggio.  Era già accaduto anni fa con Vincent van Gogh, un altro parto lunghissimo che mi ha portato a sperimentare la scrittura automatica. Parti di quel libro sono state scritte così. Non so spiegarne le ragioni. Probabilmente sono un caso clinico. Ma è anche vero, come dice Benn, che: “bisogna continuare /a portare in sé i motivi, / per anni, si deve saper tacere”. Quando devo affrontare un autore ho sempre la sensazione di trovarmi davanti a un’urna segreta e inviolabile. A un certo punto, come alcuni personaggi pirandelliani, Rimbaud ha deciso di venire alla luce e di chiedermi conto e giustizia poetica di quell’esperienza giovanile. Voleva esistere ancora una volta sulla pagina. Come un bravo soldato, ho obbedito. Ho ripreso la marcia.
Di Rimbaud, poi, scegli “Una stagione all’inferno”, lavoro barbarico e forse terminale: come mai?
Un caso. Comprai il libretto di Rimbaud tradotto da Ruggero Jacobbi in una libreria di Sabaudia, sotto gli occhi di Moravia, autore che amavo incondizionatamente e che ebbi la fortuna di conoscere proprio in quel luogo. Rimbaud, ha scritto Moravia, ha contribuito a salvargli la vita durante la sua lunga malattia. Se Moravia ama Rimbaud, pensai, come per una sorta di transfer, non posso che seguire il suo esempio. Tra una marcia e una ronda, una lezione di balistica e di storia, vale a dire tra la noia e la nausea per il servizio militare, mi avventurai nella traduzione di quel prosimetro infernale. Non so giudicare il risultato. Spetta a chi ne sa più di me. So che per trasformare un fantasma in un oggetto di studio, non mi è bastato tradurre la sua opera più famosa, ma ho dovuto scrivere un saggio di sessanta pagine che accompagna la traduzione. E altre duecento che dormono in uno dei tanti files dentro la memoria del computer.
Spalanco la domanda precedente: perché è ancora così decisivo Rimbaud, oggi? Perché è necessario continuare a tradurlo, a tradirlo?
Rimbaud, il ragazzo di Charleville, rappresenta la storia infinita della poesia. Con la sua opera ha posto un interrogativo senza tempo: è davvero necessario scrivere poesia? Lui l’ha fatto egregiamente, ma poi ha lasciato a noi il conto in sospeso.  Ha preferito andarsene in giro per il mondo e ripiantare le radici in Africa. Nel momento stesso in cui ha decretato la fine della sua poesia, ha lasciato a noi l’onere di riportarla in vita. È come se ci avesse detto: se ci credete, andate avanti voi! Forse sta qui il motivo di cercare la spaccatura, la ferita che ha prodotto la sua metamorfosi, vale a dire quell’istante in cui è accaduto qualcosa di enorme e d’inspiegabile: il sacrificio delle parole poetiche a favore di quelle della vita.  È questa la sfida!
Ti sei fatto accompagnare, nel lavoro, da una massa di poeti, ciascuno dei quali ha dato descrizione del suo Rimbaud: come mai questa scelta? 
Avevo rinunciato, ero solo.  Chi scrive, lo so, è sempre solo. Scrivere vuol dire decidere d’imprigionarsi nelle stanze della propria mente. Scrivere, ha detto Hebbel, vuol dire anche suicidarsi. Ma nessuno sapeva di questo lavoro rimasto in sospeso e che stavo male. Nemmeno l’editore, che pazientemente aspettava il lavoro finito. E lì che è scattata l’idea di chiedere ai poeti una loro testimonianza, in realtà un soccorso spirituale. Quell’idea è stata terapeutica. Tutti i libri in circolazione riportavano sempre il giudizio e le riflessioni di scrittori morti. Un vero cimitero, una sequela di croci legate alla cultura del passato. Nessuna contemporaneità.  Ho cominciato a fare l’appello e la risposta è stata… beh, basta sfogliare quella che ho definito Crestomazia rimbaudiana, in assoluto un unicum. Si tratta di sessanta pagine, un libro nel libro. Alcuni poeti hanno scritto dei brevi saggi, andando al di là della misura richiesta. Naturalmente, accanto ai testimoni d’oggi, tutti corredati della loro bibliografia, ho voluto recuperare le voci del passato, alcune mai citate, ma cruciali e fondamentali per la mia prospettiva. Ne è venuto fuori una specie di palcoscenico con i poeti di ieri da un lato e quelli di oggi dall’altro. Al centro Rimbaud, l’oggetto del desiderio.
Ognuno, in effetti, ha il ‘suo’ Rimbaud: Arthur è tanto sfuggente da stare nella tasca di chiunque lo legge, si fa predare da tutti, essendo di nessuno. Qual è il tuo Rimbaud? O meglio: qual è l’aspetto di Rimbaud che ti ha affascinato, che ti continua a conquistare?
La sua vita, la prosa più della poesia. Lo so, sembra un paradosso, soprattutto per un autore come me che vive immerso nei libri e che rifugge dagli aspetti del mondano.
 *In copertina: caricatura di Rimbaud sulla copertina di “Les Hommes d’aujourd’hui”, n.318, gennaio 1888
L'articolo 1, 10, 1000 Rimbaud! Per una nuova traduzione di Arthur: “ha posto un interrogativo senza tempo: è davvero necessario scrivere poesia?” proviene da Pangea.
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