Tumgik
#sono già stanca di socializzare
accidentiaituoiocchi · 4 months
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I quadi 30 anni si riconoscono anche dal fatto che vorrei comprare solo coordinati caldi per stare in casa
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Sono le otto di sera di una domenica qualunque, fuori fa freddo e dentro è umido. Il week end è quasi giunto al termine, come vorrei non dovermi svegliare presto domani. Sono giorni che penso a dove sono, da dove sono partita, a tutte le aspettative che avevo e che sono state disattese. La vita è sorprendente. Sono arrivata qui con un’idea che è ora più lontana che mai. Era un salto nel vuoto, l’avevo scelto io, per una volta. Non essere obbligata a seguire un piano, vivere senza un disegno. Fra pochi giorni saranno quattro mesi, eppure sembra ieri. Il tempo scorre troppo velocemente, mi sembra di non averne affatto. Quante cose voglio fare, quante – sadicamente – penso che avrei già dovuto aver fatto. Imparare lo spagnolo, prendere il C1 di francese, studiare meglio la domanda di dottorato, dare gli esami per l’insegnamento. E’ tutto così banale. Non sono soddisfatta. Non è una novità. C’è sempre qualcosa di sinistro nella mia insoddisfazione, qualcosa di drenante. Uno pensa che l’insoddisfazione sia un incentivo, un motore in procinto di accendersi o di esplodere, ma per me non è così. Non provo alcun sentimento di rivalsa verso la mia insoddisfazione. Finisce che mi lascio inglobare da essa, prosciugare. Mi svuota, rende tutto insignificante. Riesce a rovinare persino le cose che amo, anche se alla fine sono quelle che mi salvano. Ora faccio un lavoro che non mi piace e scopro, non sorprendentemente, che non sono brava coi compromessi. So che non è solo questo: è la mia solitudine. Ogni volta me la prendo con lei, comincia a sembrare una scusa. Vorrei esserne certa, dopo ventitré anni ancora non lo sono. Non ho energie, non ho le forze di fare le cose più semplici, non so quanto tempo è che non esco di casa da sola se non per andare a lavorare. Non trovo la voglia di andare al cinema o di vedere una mostra; non ho amici, ma pensare di infilarmi in un locale per socializzare mi lascia indifferente, addirittura quasi mi stanca. Non so che succede. Non è l’indifferenza, non potrei essere meno indifferente. Non è la prima volta che mi sento così, ma non credo di essermi mai sentita così per così tanto tempo. Mi sento costretta, in qualche modo e da qualcosa. Spero che lasciare il mio lavoro sia l’inizio di una risposta. Dicono che la vita a un certo punto risponde. Non so quanto tempo ci vorrà, e questo mi atterrisce. Non voglio vivere così, ma – al solito – non so cosa fare. Mi sto piangendo addosso. Direi che non è da me, ma non è completamente vero. Ci sono lati di me tremendamente inerti e statici; questo è uno di quelli. La mia perenne insoddisfazione mi paralizza: se una cosa non funziona allora anche tutto il resto perde di senso. Non è la semplice incapacità di godersi le cose, è molto di più: è non trovare cose che valgano la pena di essere godute. Di solito questo è l’inizio di una spirale decisamente più drammatica. Dovrei sforzarmi, costringermi a fare ciò che non vorrei fare, lo so. Ieri Jesus ha detto una frase che mi ha colpita: è importante fare le cose quando non si ha voglia, aiuta a creare un ritmo. Mi chiedo perché io non riesca mai a costringermi. E’ un circolo vizioso o un cortocircuito su cui non ho il minimo controllo. L’avrò scritto mille volte: per me il benessere è euforia e la tristezza disperazione. Quando sto bene non ho freni, mi sento invincibile, piena di vita, irrefrenabile; non devo obbligarmi a fare nulla, e ho scoperto che riesco a tentare persino le cose per me più difficili. Pensavo fossero progressi indelebili. Il mio analista mi ripeterebbe che il progresso non è lineare, ed io so che ha ragione, ma non lo sopporto. Questo indietreggiamento, questa vigliaccheria. L’ho fatto una volta – mi dico – posso farlo di nuovo. Eppure non succede. Succederà di nuovo, ma sarà come ricominciare tutto da capo. Sono esausta, vorrei piangere, ma non accade neanche quello.
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Nero...
Sono caduta in un tunnel da cui non riesco più ad uscire. Intorno a me è tutto nero, e non riesco più a trovare uno spiraglio di luce a cui aggrapparmi per essere salvata. 
Fino ad oggi ho cercato di non pensarci, di lasciare che la mia vita seguisse il suo corso senza fermarla solo per affidarmi al cammino che mi aveva riservato il Destino. D’un tratto però mi sono svegliata, e guardando il calendario mi sono accorta di aver perso un anno o poco più della mia vita inseguendo sogni che non sono mai diventati realtà, forse perchè credevo potessero realizzarsi da soli, senza bisogno di lottare, siccome l’avevo già fatto in passato.
Stamattina davanti ai miei occhi ho rivisto quella ragazzina che aveva compiuto 18 anni da qualche mese, ma che davanti a sè aveva tanta strada da fare, siccome era appena iniziato il suo percorso universitario, che credeva sarebbe durato troppo e che invece solo dopo si sarebbe accorta di quanto gli mancasse.
Ricordo quegli anni come se non fossero mai passati per davvero, sembravano infiniti, tra gastiti, attacchi di panico, crisi di pianto, giornate di studio interminabili con solo 4 ore a notte di sonno e come dimenticare la gioia che seguiva ogni esame quando riuscivo ad ottenere quel voto per il quale avevo rischiato di mettere a repentaglio la mia salute mentale e fisica. Mi giuravo che non avrei mai rimpianto questi giorni, perchè mi sarei voluto liberare al più presto di quei libri, convinta che una volta arrivata la traguardo sarei riuscita a trovare il mio posto nel mondo. Quel giorno è arrivato, e improvvisamente, appena ho poggiato il tocco di laurea sulla mia testa mi sono sentita smarrita, come se non sapessi che strada prendere, non sapevo più quale direzione seguire per trovare i miei sogni. Credevo che bastasse la laurea per diventare grande ma il giorno dopo mi accorsi di non poter restare ferma a guardare la mia vita, perchè altrimenti il tempo che avevo guadagnato anticipando i miei passi sarebbe andato perso. Incerta e confusa mi iscrissi ad un Master, ma in realtà ero più emozionata all’idea di riempire la mia vita che a ciò che mi avrebbe portato nel futuro. I giorni lì passavano veloci e per la prima volta in vita mia ero riuscita a socializzare senza timore di non essere all’altezza degli altri. Mi sentivo viva perchè stavo vivendo senza avere paura. Ero pronta a prendere il volo e trasferirmi in una nuova città. L’estate però portò sul mio cammino quello che credevo sarebbe stato il mio primo amore, ma doo quattro giorni sparì così come le mie ambizioni per il futuro. D’un tratto non importava più di nulla, volevo che la mia vita andasse in stand-by, così come il mio cuore. Dopo alcuni mesi decisi che dovevo rimettermi in gioco e da lì con la stessa tenecia di quella 18enne, anche se più stanca cominciai una serie di colloqui, rifiutando occasioni che oggi rimpiango, perchè ero troppo accecata dalla certezza che sarei riuscita ad ottenere quello che volevo. Invece il covid ha spazzato via tutto. I giorni passavano e la mia vita era ferma. Mi facevo coraggio dicendomi che prima o poi sarei riuscita ad ottenere ciò che voelvo come avevo sempre fatto, ma poi solo ora mi accorgo che in realtà quei piccoli successi che ho raggiunto ai miei occhi sono sempre sembrati più grandi di quelli che fossero in realtà, forse solo perchè la mia vita è stata una corsa ad ostacoli, e mentre c’è chi diventava giornalista o otteneva uno stage a Milano, io mi sentivo felice solo per aver partecipato ad un misero festival che non mi ha insegnato nulla, se non a fare attenzione a chi si incontra nel mondo dello spettacolo, perchè la gente sa illuderti usandoti ai loro comodi. 
In estate poi incontri di nuovo l’amore a cui mi aggrappai con tutte le mie forze sperando di potermi così salvare dalla depressione, e in quei giorni la mia vita dipendeva solo da quella persona così come la mia felicità. Nulla aveva più senso intorno a me, perchè in fondo non c’era nulla da fare. Però quella persona mi ha fatta sprofondare nel tunnel più nero che possa esistere, e quando  tornata dopo avermi lasciato da sola nella mia agonia per più di due mesi ho scoperto di aver amato una bugia. Una persona che non era mai esitita, e che quindi il mi 2020 era stato un totale fallimento non solo nell’ambito lavorativo, ma anche in quello sentimentale. Non ero riuscita a portare niente a compimento, avevo perso tutto o forse in realtà non avevo mai avuto nulla. Per mesi mi sono crogiolata nelle bugie che avrei trovato la mia strada e anche l’amore, accettando un incarico dal quale sono stata tirata fuori senza neanche essere mai presa in considerazione, e ho aperto di nuovo il mio cuore a quella bugia che giorno dopo giorno diventava più grande. Mi sono fidata e ho amato persino a mezzanotte del 2021 perchè credevo che sarei riuscita a salvare qualcosa di quell’anno da dimenticare. Invece è scappato via lasciandomi da sola a fare i con una me che guarda con nostalgia quella ragazzina piena di speranze, perchè ora sono disorientata, persa, delusa. Ho scritto libri che nessuno ha mai letto, ho interrotto gli studi convinta che sarei riuscita a lavorare nella città dei miei sogni, invece ora sono qui a chiedermi se abbia sbagliato ogni scelta. Sì, c’è sempre tempo per ricominciare, ma ho paura sia troppo tardi per riprendere a studiare, realizzare quel sogno, andare via da casa. Cosa sarebbe accaduto se due anni fa avessi preso una strada diversa? Dovrei essere orgogliosa di me, di quello che ho ottenuto, ma poi mi accorgo che non è niente di speciale rispetto a quelli che ho conosciuto che ora non sono qui a guardare la loro vita dietro un cellulare mentre la mia continua lentamente a passare ed io non posso fermarla. Ho bisogno di ritrovare la mia strada, ce la farò. Ho promesso a me stessa che per la fine di Gennaio ritroverò la mia strada anche al costo di ripartire da zero. L’anno scorso a marzo ho fermato la mia vita, quest’anno inizio da zero. 
Vorrei dire a quella ragazza che un giorno smetterà di sognare perchè la realtà è diversa da come la sognava da bambina. Non correre, resta lì ancora un pò.
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learnforoneself · 5 years
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vorrei riuscire a capire ma certe persone veramente sanno solo come farti sentire ancora peggio di quanto ti senti già male di tuo e io non riesco a credere di quanto cogliona sono a continuare a provare soltanto a socializzare ed essere una persona normale, ma credo sia sempre e solo meglio che io torni a isolarmi come una stupida che almeno sto male per qualcosa di più sensato, o meglio, mi sento un pochino più tranquilla a non dover avere a che fare con qualcuno che tanto mi sento strana e ci resto male a prescindere, io, vorrei semplicemente andarmene via e stare sola, voglio restamene da sola, sono stanca di tutto questo e di come le persone si divertano a non comprendere per nulla la mia anima, mi viene da piangere e vomitare al tempo stesso, è tutto così un non lo so più
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arminissocute · 4 years
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Soirée in the Canary Hall
Capitolo 4
Tumblr media
Luogo: Corridoio
Qualche giorno dopo
Izumi: ….
(Da quel giorno, nei nostri incontri ci siamo sempre impegnati a provare per il live, ma Ou-sama non si è più fatto vedere neanche una volta.
Be', questo di per sé non è così insolito; spesso si presenta solo per l'esibizione.
Però accidenti, quell'idiota- dov'è, e cosa sta facendo?)
Nazuna: ...Hmm? Oh, ma è Izumi-chin! He~y, Izumi-chin ♪
Izumi: Oh, Nazu-nyan. Che c'è? Mi stavi cercando?
Nazuna: No, non proprio! Ma quando si incontra qualcuno che si conosce, non è carino incrociarsi senza salutarsi.
Oh, però c'è una cosa che ti volevo chiedere- per caso sai dove sia finito Leo-chin ultimamente?
Izumi: Huh, Ou-sama...? Già, non so nulla. Non ne ho visto neanche l'ombra, negli ultimi giorni.
Nazuna: Capisco~ A parte per il fatto di essere nella stessa unit, pensavo tu lo avresti saputo di sicuro visto che siete amici così intimi.
Izumi: Non siamo così tanto intimi, ma comunque, prima di tutto, di solito non si usano queste parole quando si tratta di due ragazzi, non lo sai?
È cosììììì fastidioso, ma lui è il tipo che si stanca se è costretto a socializzare troppo.
Nazuna: Lo dici proprio tu, huh~? Be', comunque, scusami se ti ho fatto perdere tempo.
Izumi: Nah, è a posto. Comunque, perché stavi cercando quell'idiota? Hai bisogno di lui per qualcosa?
Nazuna: Sì, oggi doveva essere di turno con me per le faccende di pulizia della classe. Non è un gran problema perché posso farlo da solo, è solo che mi ha fatto pensare che ultimamente non l'ho visto a scuola per niente.
Pensavo che stesse saltando solo le lezioni, invece sembra che non sia così.
Izumi: Gi~à, è stato del tutto assente...
Nazuna: Ho provato a chiamarlo ma non riesco a prendere la linea. Leo-chin, dove sei finito~?
Izumi: Chi lo sa; quel tipo fa tutto quello che gli pare. Però non è mai stato molto presente alle lezioni, perciò, ti sembra così strano?
Nazuna: No è vero, hai ragione. Be', forse mi sto preoccupando troppo.
Izumi: Nazu-nyan... vuoi che ti aiuto con le faccende oggi?
Nazuna: C-che cosa ti succede, Izumi-chin? Hai mangiato qualcosa di strano...?
Izumi: Haa? È questa la tua risposta quando qualcuno si offre di fare qualcosa di carino per te? Sei cosìììì maleducato.
Nazuna: No, per niente- è solo che non me lo aspettavo da te. Scusami, questo è stato maleducato davvero~
Be', accetterei volentieri il tuo aiuto, ma quello che c'è da fare è soltanto scrivere sul journal di classe- e bisogna essere onesti con i propri sentimenti per fare questo genere di cose.
Comunque, Izumi-chin, ormai ti ho fatto perdere molto tempo davvero... sei sicuro che per te vada bene?
Izumi: Sì, fino a poco fa mi stavo allenando con i Knights, ma abbiamo finito.
C'è ancora un po' di tempo prima dell'esibizione, ma sarebbe bello se Ou-sama partecipasse anche alle prove.
Nazuna: Huh? Prove? Avete un live in programma?
Izumi: Sì, c'è questo edificio in stile occidentale chiamato Canary Hall che sta per essere demolito, perciò Anzu-chan ci ha chiesto di esibirci all'evento di chiusura.
Nazuna: Eh, la vogliono abbattere!?
Izumi: Hmm? Ci sei stato, Nazu-nyan?
Nazuna: Sì, era molto tempo fa... Ci ho cantato quando ero nel coro. Dopo non ci sono più stato, ma ricordo ancora che era un posto bellissimo, mi deve essere rimasto proprio impresso. Mi dà un senso di solitudine pensare che un luogo così pieno di ricordi stia per essere distrutto.
Izumi-chin, voglio vedere la vostra esibizione. Venderete dei biglietti?
Izumi: Sì, se ne occupa Anzu, ma sono sicuro che se glielo chiedi te ne terrà da parte uno.
Nazuna: Ho capito. Allora, cercherò Anzu per chiederglielo!
Però devo veramente fare quelle faccende, perciò ora devo andare. Izumi-chin, grazie per avermi detto della Canary Hall.
Izumi: Sì, sì; è soltanto saltato fuori l'argomento mentre parlavamo, perciò non c'è bisogno di ringraziarmi, no?
(Comunque, che starà facendo quel tipo per continuare a non presentarsi?
...odio tutto questo. Per un momento, non sono riuscito a evitare di pensare all'ultima volta che c'è stato un periodo in cui non si presentava a scuola.)
Segue
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apeir0nn · 7 years
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Fail with consequence
Ultimamente non sono interessata a niente e nessuno, ho solo circa 9 libri da leggere che pian piano riempiono i miei grossi momenti di noia. Ho sempre attraversato periodi in cui mi sono interessata a qualcosa: a questa o quella serie tv oppure a una disciplina o a un gruppo musicale o chissà cos'altro. Ora, invece, riempio le mie giornate con rituali sistematici, che si ripetono ciclicamente, e che le stanno rendendo monotone e meccaniche. È una cosa che non ho mai sopportato, né nei rapporti umani, né nelle azioni in generale. Mi sento vuota e quasi robotica, so di non mettere passione in quello che faccio perché non mi piace, sostanzialmente. Di conseguenza appaio spenta, fin troppo calma e quasi stanca. Nei libri incontro personaggi tormentati come me, ma chiaramente la mia vita non è un libro anche se per anni ho sperato che lo fosse. A volte mi sento anche una scema a stare così perché a 26 anni una dovrebbe già muoversi, fare qualcosa, essere impegnata e “costruire” cose, ma tant'è. Prima in bagno, luogo di culto per quasi tutti, pensavo alla mia incapacità di socializzare e/o consolidare rapporti: non avere qualcuno con cui confidarmi a volte, tipo stasera, mi rattrista.
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smarties05 · 7 years
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Perché Marty? Perché dovresti stare male per questo? Perché devo tirarmi fuori sempre queste storie? Mah... Forse perché sono una scema. Non é perché c'é lui che mi sento cosí... O forse in parte si, ma non in quel senso... Mi sentirei accerchiata da persone che non conosco e che mi troverebbero noiosa dopo un attimo... E il fatto che ci siano due persone che mi conoscono e che sanno già come sono fatta mi disturba e basta. Mi sento appiccicata in fronte l'etichetta "ragazza triste" come quando ero alle superiori. Non lo sopporto. Se ci fossero solo ed esclusivamente sconosciuti riuscirei a parlare, a presentarmi, a tirarmi nel giro. Mi sento sola!!!!!!! Voglio andare a letto con un ragazzo... Sono cosí stufa di essere vergine, senza esperienza, nerd, sfigata. Sono stanca di nascondermi in camera la sera anziché uscire, socializzare, limonare con qualcuno (non ho mai nemmeno dato il mio primo bacio!!!😂😭) Basta, io sono stanca di essere me!!! Preferirei essere una troia piuttosto! Io mi sento sola.... Bastaaaaaaaa!!!!!😭😭😭😭😭 Voglio essere una ragazza allegra, spensierata, senza problemi esistenziali, per una fottutissima volta nella mia vita!
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3.1
Ogni tanto bisogna ripartire da zero. Per esempio, con la giornata di oggi, così vuota ed inconcludente, ho subito l'ennesimo stop in termini di energia e motivazione. L'esame, stamattina, non è andato come speravo e probabilmente dovrò ridarlo.Va bene, sempre bene, il vaffanculochissenefregadellamedia, ma ho pur sempre una dignità. In questi giorni poi, ripensavo ad S. alla nostra storia finita e al suo silenzio tombale, e mi sono convinta sempre più che pur avendola presa malissimo all'inizio... Come immaginavo... Forse anche per lui ormai era solo questione di abitudine. Entrambi, probabilmente, eravamo più innamorati di quel senso di stabilità e quella vita che si era creata, piuttosto che l'uno dell'altra. Oddio, meglio così. Mi sento molto meno in colpa per aver "distrutto" una cosa che agli occhi di tutti funzionava egregiamente. Ma la verità è che non funzionava affatto e io ho rischiato di spegnermi, d'imbruttirmi e di buttare anni della mia esistenza. A dirla tutta, tre anni son già finiti nel cesso, in effetti. Ma non bisogna parlare così! Bisogna anzi dire che da ogni esperienza c'è sempre qualcosa di positivo da tirare fuori. Purtroppo, per il momento, l'unica cosa positiva è un po' di sana indipendenza: il potersi concentrare sui propri obiettivi, senza essere condizionati da un'altra persona mi farà bene, ma non so quanto durerà. Inoltre, devo recuperare due anni di università trascurata e le tasse incalzano, quindi devo rimandare i benefici del single status a più avanti. Tipo al prossimo anno? In tutto ciò c'è A. che insiste a fare videochiamate da ubriaco per cantarmi il suo amore e ora che ha preso il via, mi è difficile contenerlo. Lui, poi, è tutto il contrario di S. Ha tutte le caratteristiche che in S. cercavo di tirare fuori: intraprendente, espansivo, propositivo, coinvolgente... Con S. non c'era verso, chiuso nel suo bozzo introspettivo, gli era difficile socializzare con i suoi amici... Figuriamoci col mondo. A. invece è argento vivo e... In un altro periodo, lo avrei adorato. Lui è il classico uomo che il "troppo non è mai abbastanza". Figo, sì... Ma non adesso che sono lunatica, stanca e spaesata. Ma qui il dilemma: 1) Sono single, voglio rimanere tale e siccome A. vuol far sul serio chiudo la storia e chi s'è visto s'è visto? 2) Con lui ci sto bene e lui sta bene con me. Sono stata chiara fin dall'inizio e anche ora, continuo ad essere chiara e lui mi ripete che gli sta bene. Quindi, continuo candidamente la mia "relazione-non-relazione"? Se si è chiari... Non è illudere, vero? 3)Ultima opzione, fanculo, per una volta non ascolto la vocina dei pro e dei contro, e mi butto di testa in questa storia un po' stramba e assolutamente non cercata?
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