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kriostatika · 2 years
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Live @ruvidobarberrockclub #tastiere #tastierista #djlifestyle #sampler #sinthetizer #synthesizerguitar #synthesizers #synthesizer #modularsynthesizers #synthesizermusic #sintetizzatore #sinth #sinthwave #pluginsvst #plugins #pluginhybrid #plugin #waver #toontrack #ezbass #tbt #kriostatika #samplers #prodigy #basso #bassplayer #sinthbass (presso Ruvido Barber Rock Club) https://www.instagram.com/p/Cds-m-3M1pj/?igshid=NGJjMDIxMWI=
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criptochecca · 2 months
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Il video di Geolier acapella scusate
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diceriadelluntore · 6 months
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Storia Di Musica #301 - Weather Report, Mysterious Traveller, 1974
I detrattori di Miles Davis hanno sempre puntato in particolare su un aspetto: non è mai stato un virtuoso del suo strumento, la tromba. Effettivamente l'osservazione ha senso, ma nel progetto musicale di Davis è irrilevante il virtuosismo esecutivo, dato che aveva sempre in mente ben più potenti rappresentazioni musicali. Ma perfino i suoi più acerrimi avversari non hanno mai potuto dire nulla sua sul carisma da band leader e sul suo fiuto di talent scout, capaci di mettere insieme gruppi di musicisti sulla carta perfino antitetici, ma che con lui non solo hanno dato il loro meglio, ma hanno persino continuato e ampliato le sue idee. Questo successe al pianista, tastierista e organista Joe Zawinul e al sassofonista Wayne Shorter. Il secondo è stato il pilastro del secondo grande quintetto davisiano (a cui dedicai il mese celebrativo della 250.ma Storia Di Musica), il primo fu uno degli innesti decisivi in quel piccolo arco di tempo che attraverso i già citati capolavori In A Silent Way e Bitches Brew porta al jazz fusion. Zawinul è il più entusiasta della svolta, e anche quello più aperto alla sperimentazione, Shorter forte della sua esperienza è colui che lo asseconda ma lo tiene anche con un piede per terra. Il mix diviene perfetto quando si aggiunge il musicista cecoslovacco Miroslav Vitouš, virtuoso del contrabasso, formando il trio centrale di una nuova formazione che decidono di chiamare come qualcosa che la gente ricordi facilmente: Weather Report, il bollettino meteo.
Il primo album, omonimo Weather Report, è inciso nel marzo del 1971 in soli tre giorni. Con i tre ci sono il batterista Alphonse Mouzon e i percussionisti Barbara Burton e Don Alias entrambi agli inizi della carriera. Airto Moreira, che invece è l’unico a comparire nelle note di copertina, incide solo qualche intervento. Partono da dove era finita la lezione "elettrica" del Maestro Davis, ma spingendosi verso una spiritualità musicale, con atmosfere ancora più eteree e sfuggenti: la critica ne è rapita, tanto che la rivista Downbeat lo colloca al primo posto come album dell’anno. Il momento creativo è magico, e nello stesso anno pubblicano I Sing The Body Electric. L’album riprende il titolo da un racconto del 1969 dello scrittore Ray Bradbury che, a sua volta lo aveva preso da una composizione poetica di Walt Whitman del 1867. Nell’album compare per la prima volta il sintetizzatore di Zawinul che da qui in avanti caratterizzerà il musicista: Zawinul ne diventerà un pioniere, tanto che alcune grandi aziende produttrici se lo contenderanno sia come testimonial sia proprio come sperimentatore, e molte innovazioni tecniche di questi strumenti, e alcune derivazioni come i vocoder, devono molto all'opera del musicista nato in Austria. Le ultime tre tracce vengono registrate in Giappone durante una tournée del gruppo, e sono utilizzate anche per il terzo album Live in Tokyo dello stesso anno. Dom Um Romao alle percussioni e Eric Gravatt alla batteria subentrano nella sezione ritmica ai musicisti originari. Nel 1973 esce Sweetnighter, più orecchiabile dei lavori precedenti, che è apripista per il disco di oggi, che chiude in un certo senso il primo percorso della band.
Vitouš si chiama fuori, e parteciperà solo ad una traccia di Mysterious Traveller, che esce nel marzo del 1974, frutto di registrazioni del Novembre del '73 e di una giornata di perfezionamento poco prima dell'uscita del disco nel marzo 1974. Infatti è presente solo in un brano, la sua American Tango, musica che più si mantiene legata agli standard iniziali, e lascia il posto ad Alphonso Johnson, fenomeno del basso elettrico, che porta con sé tutta la forza della nuova musica nera; entra nel gruppo insieme al batterista Ishmael Wilburn, il quale prende il a sua volta il posto di Greg Errico, batterista nelle sessioni e nel tour di Sweetnighter, ma che declinò l'offerta di entrare in pianta stabile nel gruppo. Mysterious Traveller si apre con uno "scherzetto": gli oltre dieci, magici, minuti di Nubian Sundance, una sorta di rituale musicale magico con un celestiale coro scat singing, furono registrati in una surreale unica take di registrazione, e per valorizzarne l'effetto, fu fatta passare come un brano live, a cui aggiunsero applausi e brusii di pubblico in post produzione. Il disco mostra come ormai sia quasi del tutto naturale la contaminazione nelle strutture del jazz di sonorità funk, R&B, persino di musica etnica, che proprio in quegli anni stava avendo un notevole interesse di riscoperta. Cucumber Slusher è il funk del basso che accompagna gli assoli di Shorter e le terzine ai piatti di Wilburn e le percussioni etniche, in uno dei brani più famosi della compagnia. Mysterious Traveller è un brano sognante e armonioso, che sfuma nel duetto\scontro tra Zawinul e Shorter di Blackthorn Rose, vertiginosa scalata elettrica. Scarlet Woman, compassata e ritmica e l'intro quasi prog di Jungle Book (che sarà il punto di partenza per chiunque si accosterà alla materia per mille future divagazioni world e fusion) segnano un passaggio storico al pieno utilizzo degli strumenti elettronici nel jazz. Il risultato fu accolto con grande successo sia di pubblico, con il disco che va altissimo nelle classifiche di vendite jazz, e non sfuggì all'occhio attento dei lettori della rivista Downbeat, che lo decretarono disco dell'anno.
Zawinul continuerà ancora a registrare questo jazz-funk-rock fino al 1976, quando l'incontro con un altro genio, Jaco Pastorius, renderà ancora diverso, rinnovandone l'unicità, il suono meraviglioso e distintivo di una band che volle chiamarsi con un nome che tutti potevano facilmente ricordare.
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yomersapiens · 1 year
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10 di questi giorni!
I primi auguri che mi arrivano sono quelli automatizzati della farmacia di fiducia, forse il luogo dove da dieci anni investo più soldi. No io non investo in bitcoins, o nel mattone, io investo in pastiglie. Sanno tutto di me, ogni pomata per ogni escoriazione. Per questo i loro auguri sono quelli che apprezzo di più. "Matteo stai invecchiando da fare schifo e decadi malamente ma noi ti siamo vicini e ti forniremo antidolorifici che tu pagherai caro e con quei soldi noi andremo in vacanza e avremo cene in tuo onore".
La cosa assurda, ho sempre invidiato i nati in primavera perché loro potevano festeggiare all'aria aperta. Fare un picnic. Solitamente io dovevo stare rintanato in qualche locale, pensare a un tavolo e a chi eleggere meritevole di un invito ma quest'anno no! Complice la fine del pianeta e le temperature ridicolmente elevate posso finalmente anche io fare qualcosa all'aria aperta!
Invece ho pensato bene di salire su un treno e di tornare in Italia, perché il giorno del tuo compleanno le ferrovie austriache ti regalano il viaggio e io sto messo male con i soldi e allora accetto ogni tipo di elemosina, sorridendo e ringraziando. Ho iniziato a vendere parti del mio appartamento. Piccoli pezzi inutilizzati che conservo solo perché mi ricordano qualcosa che ero. Tipo il sintetizzatore. Uno strumento musicale che nelle mani giuste poteva fare grandi cose ma nelle mie ha fatto biii biiiip biiiiii baaa per qualche anno e ora prendeva solo polvere. Il ragazzo che è venuto a provarlo e poi se l'è portato via era davvero gentile. Lo ha accarezzato e rideva quando premeva i tasti, si divertiva a ricreare canzoni di dubbio gusto e mi ha fatto capire che facevo bene a separarmene. La nuova ansia che mi è salita è una vecchia ansia che si ripresenta a tappe decennali. L'ultima volta mi fece lasciare l'Italia, ora mi sta spingendo a liberarmi di tutti i beni materiali che possiedo. Sento ogni oggetto su i miei scaffali come un peso sulle mie spalle. L'appartamento è un guscio di tartaruga e io riesco a tirare fuori la testa a malapena. Devo liberarmi di ogni zavorra e forse trasferirmi sulle nuvole. Una mongolfiera sarebbe l'ideale. Ernesto apprezzerebbe la vista e insieme si viaggerebbe chissà dove.
Ho sbloccato il superpotere definitivo: non mi interessa più scopare. Occasioni ne ho avute nell'ultimo periodo e mi sono sempre tirato indietro. Una volta era tutto un ossessivo bisogno di conquistare, mettere la bandierina, riempire un vuoto. Ora c'è accettazione. Non sei tu, tu sei bellissima, tu meriteresti davvero di ricevere numerosi minuti di intrattenimento da nudi ma io non ne ho voglia. Va bene così. Qualcuna si è arrabbiata e ho pensato alle volte che è capitato a me e a come mi sono sentito e quanto tempo ci ho messo per imparare a controllare i miei istinti e a non essere più comandato da loro. Forse è solo un traguardo che si sblocca invecchiando ma mi fa sentire bene. Una vita passata a ricercare l'approvazione degli altri e a sentirmi bello attraverso lo sguardo innamorato di una persona che non sono io. Ora tutto tace e mi perdo a scrivere per giorni interi una storia lunghissima che non vedo l'ora di pubblicare.
Eravamo seduti a un tavolo di un bar sovraffolato. Lei piena di tatuaggi, a Vienna per caso perché sta esplorando l'Europa per la prima volta da sola completamente. Mi ha detto di essere una strega. Io le ho detto che poteva essere qualunque cosa volesse che tanto io stavo bene così, a bere un negroni parlando con degli sconosciuti per avere spunti per altre storie da scrivere. Mi dice di essere israeliana e poi mi chiede cosa penso dell'Israele. Le dico che non poteva trovare un argomento più facile per rompere il ghiaccio. Abbiamo riso e dopo un sacco di parole mi sono ricordato di quando ospitavo gente in casa senza nessun motivo, solo perché mi andava di aprirmi al mondo. Lei mi dice che quello è il mio modo di viaggiare. Ha ragione, io odio salire sugli aerei ma se posso portare l'India da me lo faccio subito e ricordo la volta che ospitai la professoressa indiana e mi misi al suo servizio per dieci giorni e fu come essere a Delhi senza dovermi spostare più in la del salotto. L'ho invitata a stare da me, si lamentava del russare del compagno di stanza nell'ostello così le ho offerto il divano. Ci sono stati quei 5 secondi in cui ho ipotizzato di tornare su i miei passi e fare la mossa ma poi ho pensato alle conseguenze. Aprirsi. Spogliarsi. Baciarsi. Imparare un altro sapore. Condividere il mio letto. Assaggiare. Ho lasciato perdere, non mi va più di sovrascrivere costantemente i sentimenti. Avete presente quello che si dice del popolo israeliano? Che arrivano in una terra e occupano tutto quello che possono e ti cacciano anche in malo modo? Ecco, credo di averla invitata solo per provare sulla mia pelle questa sensazione. Dopo 10 minuti in casa mia ogni stanza, mattonella, mobile, era invaso da qualcosa di suo. Una serata l'ho passata rannicchiato sulla sedia in cucina perché mi sentivo espulso dal salotto. Ed è stato interessante ridere insieme di tutto ciò. Sentire cosa diavolo le passava per la testa. Sono diventato la Palestina e non appena ho potuto l'ho cacciata via. Ha detto che mi avrebbe scritto una mail per il mio compleanno ma ancora non ho ricevuto niente. A meno che non abbia iniziato a lavorare presso la farmacia locale.
Prima il gatto, poi Israele, infine separarmi dagli oggetti. È come se stessi cercando di non sentirmi più a casa nelle mie quattro mura. Diventare un fantasma che attraversa le pareti e deve risolvere quello che ha lasciato in sospeso durante la vita terrena prima di passare di livello. Ecco un altro futuro che non mi dispiace.
Andrò a parlare del podcast dal vivo questa settimana. Mi hanno chiesto di farlo davanti ad un pubblico. Chi avrebbe mai pensato che i diari nati come post qua su Tumblr alla fine sarebbero diventati oggetto di discussione con persone fatte di carne. È proprio vero che condividere i cazzi propri ti rende più contemporaneo di quello che vorresti. Il giorno dopo invece, mi metterò a leggere delle poesie che ho scritto insieme a un musicista jazz e ci perderemo in un viaggio per superare la notte.
Non voglio più avere una collezione di videogiochi. Tutte quelle console. Una tv. Strumenti musicali. Un armadio pieno di copie dello stesso vestito. I libri che non rileggerò. I vinili che non ascolterò perché voreebbe dire comprare un giradischi e dove lo metto, ho troppe piante adesso. Voglio solo andare in giro con le mie storie. Portando con me Ernesto finché ne avrà voglia, prima di cercare una nuova casa dove stabilirci oppure no, neanche quello credo sia importante. Tanto lui è un delinquente che sta bene ovunque lo metti e quando andiamo in metropolitana dovreste vederlo, niente lo spaventa.
Bisogna solo resistere e accumulare. L'israeliana mi diceva che a differenza sua io faccio un sacco di cose, che vorrebbe anche lei scrivere e avere storie e canzoni e un podcast e chissà quanti altri progetti. Io le ho detto che tutto questo che ora raccolgo, l'ho seminato nel corso di 39 anni di vita. Mica l'ho fatto da un giorno all'altro. Che se ragioni in quest'ottica allora ti rendi conto che non è proprio tantissimo anzi, è quasi niente. Tu sei ancora giovane, devi passarne di anni di tristezza e solitudine prima di vedere qualche frutto. Lei ha guardato i miei frutti e da brava israeliana ha detto che ora erano suoi e si è portata via una storia.
Però appunto, il segreto è sempre resistere e avere pazienza. Avete notato che sono tornate le tette? Vi ricordate di quando le avevano tolte? Tutti sono andati via da qua, per avere una spunta blu a pagamento altrove. Ma noi no, noi siamo rimasti. Giorno dopo giorno a resistere sotto lo sguardo tossico dell'uomo pikachu. Ma ce l'abbiamo fatta. La tempesta è passata, le nuvole si diradano e in cielo, luminosi, compaiono due immensi capezzoli. Indosso gli occhiali da sole e li guardo con orgoglio. Non mi fate più lo stesso effetto di qualche anno fa, ma mi siete mancati. Non sarò io a gioirne ma sono più che felice per i miei compagni di avventure, chi ora barzotto, chi partecipe in altro modo.
Quando mi fanno gli auguri e mi dicono 100 di questi giorni a me sale l'ansia. Facciamo 10, anche meno dai, le aspettative sempre al minimo e a letto presto mi raccomando. Invecchiare è un impegno quotidiano e invecchiare male è una missione di vita per me.
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t-annhauser · 6 months
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La solitudine del musico
Nessuno mi ama come mi amo io, e per fortuna, perché altrimenti sarebbero dolori. Piuttosto volevo scrivere, prima che mi prendesse la citazionite paolocontiana (Luxury Bound/Nessuno mi ama, 1987), che nessuno ama la mia musica, cioè quella che posto e le mie playlist su spotify, io amo il suono del basso, le chitarre riverberate, il suono del sintetizzatore ("synth" fu il mio primo nickname qui su internet, quando esistevano ancora i transistor e tutti i nomi più belli erano ancora vergini e non abbisognavano dell'aggiunta di un numerino o dell'anno di nascita per essere considerati validi). Questa solitudine musicale mi ferisce e mi offende. Sulla musica lirica andiamo meglio, è facile dire Verdi, Monteverdi e Puccini, aggiungici pure Wagner e Mozart, e Rossini, e non ti puoi sbagliare. Ma in quanto a musica pop non ci sono cazzi, proprio non mi volete bene.
E mettiamolo allora Paolo Conte, che piace agli intellettuali.
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gcorvetti · 9 months
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10 anni senza...
George Duke, grandissimo pianista jazz, acquisito da Zappa tra i suoi ranghi, fu Frank infatti a invogliarlo a cantare e a suonare un sintetizzatore regalandogliene uno e dicendogli "Puoi tirare le note", il classico bending che si fa con le corde della chitarra che con il pianoforte non puoi fare. Così George divenne ancora più grande, posto un brano che mi piace tantissimo e che mostra tutta la fantasia di Zappa e la bravura dei suoi musicista, naturalmente mega assolo di Duke.
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giulia-liddell · 1 year
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Io non voglio essere rompiscatole ma quello di Fasma è un sintetizzatore, che non corregge il tono, non si tratta di un autotune, che normalmente non sarebbe nemmeno individuabile a primo ascolto
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Look
CLAUDIO BAGLIONI
STRADA FACENDO
Interprete: Claudio Baglioni
Etichetta: CBS
Catalogo: CBS 84764
Data di pubblicazione: Giugno 1981
Matrici: CI 84764-1L/CI 84764-2L
Supporto:vinile 33 giri
Tipo audio: Stereo
Dimensioni: 30 cm.
Facciate: 2
Note: Fotografia di David Bailey / Busta interna con i testi delle canzoni (vedi link "Altre immagini") - La seconda ristampa presenta diversa colorazione dello sfondo di copertina (vedi link "Altre immagini") / Registrato da Richard Manwaring negli studi The Manor di Oxford (Inghilterra) / Trasferito su disco da Ian Cooper negli studi The Town House di Londra (Inghilterra) / Collaborazione alle registrazioni di Marlis Duncklau, Geoff Calver, Steve Prestage, Steve Tayler e Chris Dibble / Distribuito da CBS Dischi - Milano
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BRANI
Lato A
1.
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Claudio Baglioni (chitarra)
VIA
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Stuart Elliot (batteria) , Frank Ricotti (percussioni) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (sintetizzatore Fender)
I VECCHI
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Stuart Elliot (batteria) , Paul Keogh (chitarra) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (archi)
2.
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Claudio Baglioni (chitarra)
NOTTI
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Stuart Elliot (batteria) , Ray Russell (chitarra) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (cori) , Geoff Westley (sintetizzatore Fender)
RAGAZZE DELL'EST
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Geoff Westley (sintetizzatore Fender) , Geoff Westley (piano)
Lato B
STRADA FACENDO
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Paul Keogh (chitarra acustica) , Paola Massari (cori) , Phil Palmer (chitarra elettrica) , Peter Van Hooke (batteria) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (organo)
3.
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Claudio Baglioni (chitarra)
FOTOGRAFIE
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Stuart Elliot (batteria) , Phil Palmer (chitarra acustica) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (archi) , Geoff Westley (sintetizzatore Fender)
ORA CHE HO TE
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Andy Brown (basso) , Phil Palmer (chitarra elettrica) , Peter Van Hooke (batteria) , Geoff Westley (piano) , Geoff Westley (organo)
4.
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Claudio Baglioni (chitarra)
BUONA FORTUNA
Autori: Claudio Baglioni Musicisti: Geoff Westley (sintetizzatore Fender) , Geoff Westley (piano)
PRODUTTORE
Geoff Westley
ARRANGIATORE
Geoff Westley
EDIZIONI MUSICALI
April Music
Cosa
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Learning Synths di Ableton è un modo fantastico e gratuito per imparare le basi per suonare un sintetizzatore.
The Learning Synths by Ableton is an awesome, free way to learn the basics of playing a synth.
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multiverseofseries · 10 hours
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Love Lies Bleeding
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Rose Glass dà il massimo nel suo primo film prodotto negli Stati Uniti, un'affettata combinazione di thriller poliziesco e storia d'amore lesbica con Kristen Stewart e Katy O'Brian
Se l'esordio della regista britannica Rose Glass, Saint Maud, era un film dell'orrore disciplinato e mirato, la sua prima avventura americana, Love Lies Bleeding, è il suo opposto: un'appassionante storia d'amore, un crime-thriller con elementi fantasy da incubo e una dichiarazione femminista che non rifugge dal camp e non si prende troppo sul serio. Il risultato è una corsa sfrenata che non raggiunge le vette artistiche del primo lungometraggio della Glass, ma non pretende nemmeno di farlo.
Lou (Kristen Stewart) è un'impiegata di una palestra nella cittadina del New Mexico nel 1989. Questo lavoro senza prospettive le permette di incontrare Jackie (Katy O'Brian), una body-builder sbandata che sogna di sfondare a Las Vegas. Le due iniziano subito una storia d'amore appassionata, con Lou che aiuta Jackie a raggiungere il suo obiettivo - che forse diventa anche il suo - fornendole steroidi da banco.
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Ma la situazione di Lou è molto più complicata di quanto sembri. Suo padre, il signore del crimine locale Lou Sr (Ed Harris) è il proprietario del poligono di tiro locale, dove Jackie trova lavoro come cameriera dopo aver fatto sesso sul sedile posteriore con il gestore del locale, JJ (Dave Franco), che a sua volta è il marito violento di Beth (Jena Malone), sorella di Lou. Quando Beth finisce in ospedale con gravi ferite, si innesca una catena di eventi alimentata non poco dall'eccesso di steroidi di Jackie, che la rendono frenetica ed estremamente aggressiva.
Da questo momento in poi, il film assume le sembianze di un crime-thriller in stile fratelli Coen, con la conta dei morti che si accumulano attraverso inaspettate e improvvise esplosioni di violenza e maldestri tentativi di nascondere i crimini e depistare la polizia, finanziata da Lou Sr. C'è anche l'FBI, che gli dà la caccia ma non ha le prove per inchiodarlo.
La fotografia widescreen di Ben Fordesman cattura l'America di Glass come un luogo di sogni scartati, bettole, strade polverose e spazi deserti. In questa atmosfera, la storia d'amore tra Lou e Jackie è ancora più crudamente sessuale e sovversiva, ma anche senza speranza, se non fosse per il fantasioso finale. L'effetto degli steroidi sul corpo di Jackie è mostrato in modo allucinatorio, il che potrebbe far pensare che si tratti solo di una sua percezione, ma se fosse "reale", si adatterebbe allo spirito campy del film, che si ferma appena al di là del trash più sfrenato. Il controllo tonale di Glass è ammirevole.
Stewart, che sta vivendo un momento di rinascita della sua carriera di attrice, e l'esplosiva esordiente O'Brian sono perfettamente accoppiati: la disillusione e il cinismo della prima trovano un'adeguata controparte nell'entusiasmo e nella spensieratezza della seconda, ma man mano che il loro rapporto si modifica e il comportamento di Jackie diventa sempre più irregolare, la Stewart passa a una modalità più affermativa e decisamente stringata.
Ambientato alla fine degli anni '80, il film mostra dettagli accurati dell'epoca, fortunatamente senza immergersi troppo nella nostalgia troppo sfruttata per l'epoca, iniziata con Stranger Things. La variegata colonna sonora di Clint Mansell inizia con un brano che richiama i temi di suspense di John Carpenter con la sua linea di basso e gli accordi di sintetizzatore, ma con l'avanzare del film cambia e diventa completamente diversa.
Love Lies Bleeding è un film che non va molto in profondità, ma  compensa ampiamente con il suo sfrenato slancio cinematografico, l'approccio tematico audace e i personaggi affascinanti.
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koufax73 · 2 months
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Indianizer: "Oro" è il nuovo video
Oro è il primo estratto dal nuovo album degli Indianizer, secondo disco registrato interamente in italiano e sesto della loro decennale storia. Riccardo Salvini (voce), Salvatore Marano (sintetizzatore, piano elettrico, organo, voce), Gabriele Maggiorotto (batteria, percussioni) e Marco Gervino (chitarra elettrica, voce) sono animali da palco, perfetti per far esplodere i dancefloor dei live club…
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tastierearranger · 3 months
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Winter NAMM 2024: Korg presenta PaAS MK2
Quest’anno Korg si è presentata al Winter NAMM californiano con un sacco di novità. Sul lato dei pianoforti, abbiamo Grand Stage X (nuovo piano da palco) e Poetry (un elegante pianoforte digitale dedicato agli amanti della musica di Frederic Chopin). Ci sono nuove versioni a modulo di strumenti noti come wavestate module (sintetizzatore digitale) e modwave module (synth basato su wavetable). La…
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Em 1992, Hermeto Pascoal gravou o disco Festa dos Deuses. Nele, apresenta uma criação musical que eu nunca tinha ouvido. Ele faz melodias a partir de falas, discursos. Na faixa Pensamento Positivo, recriou a melodia que estava escondida em um discurso de Collor. Tem também Três Coisas, uma melodia feita a partir de um poema recitado por Mário Lago. Ou ainda, Aula de Natação, que o próprio nome já explica o que se trata. Em 2020, eu criava músicas instrumentais para um álbum que intitulei de Gioia, Malinconia, Basso, Sintetizzatore. Era a chance de tentar botar em prática, do meu jeito, o caminho mostrado pelo mestre Hermeto Pascoal. Em 'O segredo de Flor-de-lis no peito', eu recriei a melodia que existe (pelo menos aos meus ouvidos) em um trecho de uma resposta de Clarice Lispector para uma entrevista para o antigo Programa Panorama, da TV Cultura. Quando vi pela primeira vez Lispector falando nessa entrevista, a sua voz me chamou a atenção. Além do seu jeito de falar e o tom carregado de emoções como tédio, frieza, cansaço e uma profunda resignação. E ainda tinha as suas pausas misteriosas. O vídeo acima é uma edição do trecho do programa em questão, com o áudio da música 'O segredo de Flor-de-lis no peito'. Viva Hermeto e viva Clarice!
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diceriadelluntore · 1 year
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Storia Di Musica #273 - Todd Rundgren, Something/Anything?, 1972
Le storie di musiche di Aprile hanno avuto il tratto comune di copertine con i fiori. I garofani stilizzati poco rappresentano un disco che, per mantenerci nella metafora, ha la qualità, la quantità e la bellezza di un grandioso orto botanico. Protagonista assoluto di questo capolavoro è Todd Rundgren. È una di quelle figure che in uno studio di registrazione sa fare di tutto: musicista, compositore, arrangiatore, produttore, a cui si aggiungono le magie di tecnico del suono, alcune pioneristiche che faranno scuola, appassionato anche di tecniche di registrazione video, il tutto sublimato in un carattere giocoso e bizzarro, che si rifletterà anche nelle sue scelte musicali e artistiche. È giovanissimo quando entra nel primo gruppo, i Nazz, quartetto rock pop che si rifaceva nel suono al beat inglese degli inizi degli anni ‘60. Nel 1969 i Nazz si separano. Rundgren è già un fiume in piena e pubblica a cavallo tra 1970 e 1971 due dischi, Runt (soprannome che gli ha dato Patti Smith) che ha il primo hit nel singolo We Gotta Get You A Woman, il secondo inaugura la fortunata collaborazione con la casa editrice Bearsville, fondata dal manager di Bob Dylan, Albert Grossman. La casa editrice aveva un meraviglioso studio di registrazione vicino Woodstock, nei pressi dove anche Dylan aveva una graziosa villa di campagna, e lì Rundgren sperimenterà tutta la sua creatività. In primis, come produttore: tra gli altri produrrà Paul Butterfiled, i Badfingers, la band di Robbie Robertson ma soprattutto i Grand Funk Railroad e Bat Out Of Hell di Meat Loaf nel 1977, con cui avrà successi commerciali giganteschi. Tutta la sua passione per la musica si esprime al meglio in questo doppio disco che esce nel 1972: 4 facciate che sono un inno d’amore alla musica, soprattutto la grande stagione del Brill Buildings, della canzone d’autore americana ma dove i spazia verso il rock, il proto punk, le sperimentazioni. Rundgren le prime tre facciate, ed è clamoroso, le suona, le arrangia e le produce tutto da solo: suonando tutti gli strumenti e cantando in tutti i brani. La quarta facciata, pensata come un mini musical concept, lo vede affiancato da un gruppo di grandi artisti tra cui Rick Derringer alla chitarra, Michael Brecker ai fiati, alcuni musicisti della Paul Butterfield Band. La parte personale la registra a Los Angeles, utilizzando anche tecniche rivoluzionarie all’epoca, come un sintetizzatore VSC3, uno dei primi utilizzati (e ci sono dei piccoli frammenti vocali nel disco dove Rundgren ne descrive l’utilizzo, si ascolti la bellezza strumentale di Breathless, che sembra 10 anni avanti il 1972), il resto a Woodstock. Le melodie orecchiabili che nelle note di copertina sono descritte in verità sono un’amalgama disumana di bravura e di passione, sebbene siano chiari i fari di ispirazioni per Rundgren. In scaletta pezzi che diventeranno hit come I Saw The Light, ispirata al suono dei Beatles, It Wouldn't Have Made Any Difference, altra hit, in stile Motown, The Night The Carousel Burnt Down, canzone da night club, cristallina e deliziosa. Sperimenta di tutto: i ritmi latini in One More Day (No World), sonda il blues in I Went To The Mirror, è cupo e dannato nella gotica Black Maria, satura di feedback chitarristici, omaggia persino Hendrix nella bellissima Little Red Lights. Saving Grace inizia con la voce distorta dal sintetizzatore ma continua come una grande ballad alla Bacharach, con degli arrangiamenti perfetti per tutto il disco. Se proprio si vuole concentrare in un brano la varietà di questo lavoro direi che basta Slut, che chiude l’ultima facciata: blues, boogie, rock'and roll urlato sguaiatamente, cori femminili, un vortice che prende spunto dal Wall of Sound spectoriano e che sale di potenza fino alla fine. Una prova magistrale, che lo impone come uno dei maestri della musica, per la sua eclettica grandezza. Il disco vende benissimo, e Rundgren ci prende gusto e ci riprova l’anno dopo con l’ancora più ambizioso A Wizard A True Star (titolo enfatico su come si sente lui stesso nel panorama musicale), dove il suo stile fantasioso raggiunge il massimo, e avrà un singolo in classifica in International Feel e nella rilettura del brano Never Never Land dal cartone animato di Peter Pan. Il trittico si conclude nel ‘74 con un altro doppio, Todd, anche stavolta realizzato quasi tutti da solo. Nello stesso anno, nascono gli Utopia, che lo accompagneranno per il resto della sua carriera, alternando dischi a nome solista a dischi a nome Utopia. Resta il fatto che Something/Anything? rimane una delle più memorabili espressioni di capacità musicali di un singolo musicista, e forse il più grande album “enciclopedico” di power pop. È stabilmente in tutte le classifiche dei più grandi dischi della storia, come esempio anche di eccessiva autostima, che però scivola via subito ascoltando la bellezza delle sue composizioni.
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chez-mimich · 5 months
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LINA ALLEMANO: “ CANON”
Ho sempre amato i titoli rigorosi, magari anche un po’ austeri e così “Canon” di Lina Allemano, in uscita il prossimo 8 dicembre per l’etichetta Lumo Records, mi ha subito attirato. Coi canoni non si scherza, sono rigorose strutture entro le quali l’artista, il compositore in questo caso, fa nascere la poesia. E’ dal massimo rigore che deriva la massima libertà, come sosteneva Paul Valery. Con queste certezze (seppur relative) ho iniziato ad ascoltare “Canon” e nessuna fiducia fu meglio riposta. E’ il lavoro che mi aspettavo, nove brani originali (e non solo nel senso che sono frutto del lavoro della musicista), di cristallina bellezza, dove l’improvvisazione gioca un ruolo fondamentale nel solco del rigore e, a volte, dell’estremo rigore. È “3 Trumpet Canon” ad aprire il disco, brano dall’equilibrio pressoché perfetto e dalle simmetrie appena appena disturbate, in particolare dagli sbuffi e dai refoli nella parte finale del pezzo. Più caldo e colorato “Bobby’s Canon” dove la tromba di Lina è come “temperata “ dagli inserti di violoncello, morbidi e avvolgenti di Peggy Lee. Una melodia dolce e ricorrente percorre tutto il pezzo, facendolo inclinare verso le sonorità di una ballata quasi folk. Più inquieto e dissonante “Shadows”, uno dei quattro pezzi composti con Mike Smith: atmosfera sospesa e piena di attesa dove la tromba di Lina Allemano è sempre in un rapporto di equilibrio/disequilibrio nel tessuto musicale che sembra sfibrarsi per poi ricompattarsi. Anche “Butterscones” sembra strizzare l’occhio alla ballata benché, anche qui, sia il rigore e l’equilibrio la cifra stilistica del brano; tutt’altra musica con il rigore sperimentale di “Wilds”, con quella sua tromba creatrice di equilibrio nel quasi ossessivo refrain e poi dissolutrice dell’equilibrio appena creato. Con “Twinkle Tones”, minimale e sommessamente atonale entriamo nella intimità più profonda con lo strumento di Lina Allemano, un viaggio nel suono profondo come capita in questi casi, viaggio compiuto in compagnia del sintetizzatore di Ryan Driver, del contrabbasso di Rob Clutton e della chitarra di Tim Posgate. Più disteso e pacato, ecco “Moons” con la tromba che pare aprire lunari e placidi orizzonti che ancora persistono, anche col supporto del trombone di Matthias Müller, in “Canon of Sorts”. Chiude il lavoro “Ponds” solo di tromba, in compagnia degli effetti elettronici di Mike Smith. È qui, proprio in questo brano, che l’assoluta autonomia della tromba può dirsi compiuta, anche grazie a questo sentore “definitivo” del timbro. Lina Allemano è una originalissima compositrice ed interprete del jazz contemporaneo, e questo non lo scopro certo io, ma è anche, attraverso la sua musica e la sua ricerca, una delle più grandi assertrici della autonomia e della bellezza della tromba che del jazz ha contribuito a costruirne la leggenda. E siccome sono un inguaribile esteta, nota di merito alla cover di Lena Czerniawska. Disco super.
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genmablogsp · 5 months
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Shoot-Em-Up
Rude Breaker
Sistema: PC98, Windows//Sviluppatore: Compile//Uscita: 1996
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Spotlight Rude Breaker (ルードブレーカー) fa parte della raccolta The Guide to Shoot-Em-Ups: Vol. 1, Hardcore Gaming 101, 2016. Ad opera di Kurt Kalata e i ragazzi di Hardcore Gaming 101, il primo volume copre oltre cinquanta titoli dei giorni di gloria degli anni ’80 e ’90, realizzati da sviluppatori leggendari come Compile, Hudson, Technosoft, Irem e molti altri. The Guide to Shoot-Em-Ups: Vol. 1 è disponibile su Amazon.it.
          Negli anni ’90, la software house Compile pubblicava una rivista con CD chiamata Disk Station dove erano presenti piccole demo di giochi. Rude Breaker è proprio una queste, pubblicato nel numero 10 del 1996.
         Il mini shoot-em-up ricorda un po’ Star Soldier a cui chiaramente si ispira. All’inizio del gioco è possibile scegliere tra tre diverse armi secondarie da equipaggiare sulla propria nave. Nel gioco, prendendo i collezionabili rilasciati dai nemici e contrassegnati con la lettera “P”, si potenzia l’arma principale, mentre afferrando le icone delle sub-armi si inseriscono nella nave dei moduli extra. Questi aumentano notevolmente la nostra potenza di fuoco e possono essere ulteriormente migliorati ad ogni gettone acquisito.
          Preso singolarmente, Rude Breaker non è nulla di speciale. Diventa un successo, però, se si considera la piattaforma su cui gira. Sebbene il PC98 di NEC fosse nettamente più potente dell’MSX2, non era comunque adatto ai giochi d’azione e pochissimi shoot-em-up sono stati pubblicati per questa piattaforma a causa di serie difficoltà di programmazione. Il fatto che le animazioni e lo scorrimento siano fluidi è una prova dell’abilità da parte del team Compile. Inoltre, il gioco ha una risoluzione più alta rispetto alla maggior parte dei rivali: 640x400, anche se l’azione si svolge in una finestra grande circa 2/3 dello schermo. Il sistema ha una tavolozza limitata a quella risoluzione, ma gli artisti hanno fatto un lavoro abile con i soli 16 colori a disposizione anche se lo stile artistico, così come il gioco stesso, è piuttosto blando.
          Considerando che si tratta di un minigioco rilasciato con una rivista, sarebbe ingiusto paragonarlo alle release più grandi della compagnia, ma nel suo contesto è eccellente. Non ci sono documentazioni di gioco o filmati che indichino la storia ma, come dimostra il finale, porta avanti la tradizione Compile di un pilota donna. Inoltre, la musica, fornita da Toshiaki Sakoda, è fantastica. Il sintetizzatore del PC98 ha un suono molto simile a quello del Mega Drive, il che fa di questa colonna sonora una sorta di seguito non ufficiale di MUSHA, rendendola una vera chicca per gli appassionati. GB
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Quanto sopra riportato è un adattamento in lingua italiana - e non completo - dell’originale in lingua inglese (tutti i riferimenti all’articolo originale sono qui sotto). L’articolo è stato editato, tradotto, trascritto e pubblicato senza alcun fine di lucro.
Autore: Kurt Kalata//Da: Hardcore Gaming 101 Presents: The Guide to Shoot-Em-Ups: Vol. 1 (US)//Data: 7 dicembre 2016//Immagini: YouTube (zazi 77)//Adattamento: @GenmaSensei//Riferimento: The Guide to Shoot-Em-Ups: Vol. 1, Hardcore Gaming 101, 2016
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Rude Breaker sembra uno shoot-em-up per PC-Engine dei primi anni 90. Mancano solamente un ampio arsenale e un sistema di progressione avanzato
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Quando si sposta il laser, i moduli aggiuntivi ottenuti ruotano attorno alla nave per creare una barriera protettiva; è possibile, inoltre, scegliere tra due tipi di formazione, una votata all’attacco, l’altra alla difesa
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Legal Disclaimer From Hardcore Gaming 101: “Blast off and check out the first in HG101’s line of books on shoot-em-ups! Volume 1 covers over fifty titles from the glory days of the 80s and 90s, by such legendary developers as Compile (Zanac, Aleste / Power Strike, MUSHA, Space Megaforce, The Guardian Legend), Hudson (Star Soldier, Gate of Thunder, Sapphire), Technosoft (Thunder Force, Hyper Duel), Irem (R-Type, X-Multiply, Dragon Breed), Cotton, Rayxanber, and several other individual titles like Recca, Magical Chase, Coryoon, and Gleylancer. Featuring a cover inspired by the works of Naoyuki Kato, who illustrated the Japanese artwork for The Guardian Legend”. All materials are copyright of their respective rights holders.
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