Giostre – Storie, immagini, giochi
di Cristina Sartorello
--- Si è aperta il 23 marzo 2019 a Rovigo, a Palazzo Roverella la mostra “Giostre”, proposta dalla Fondazione Cassa di Risparmio di Padova e Rovigo, insieme al Comune di Rovigo e all’ Accademia dei Concordi, a cura di Roberta Valtorta, con la collaborazione di Mario Finazzi per il percorso riservato alla pittura.
Ho parlato con Roberta Valtorta poco prima della inaugurazione chiedendole cosa l’avesse spinta oltre all’incarico dalla Fondazione Cariparo, per ottenere un risultato così buono. Lei mi ha risposto dicendomi di essere partita con grande entusiasmo, poiché l’idea della giostra l’ha appassionata, quindi anche la mostra doveva essere accattivante, sembrare una giostra giocosa per i colori e malinconica per la rotazione circolare, un tempo che non torna indietro, non si ripete più.
©Martin Parr
La mostra parte con l’idea della “madeleine” di Proust, cioè il ricordo che è bellezza, perché di fronte a qualsiasi giostra ciascuno di noi si mette a ricordare, o come la macchina “ Broyeuse de chocolat ” di Marcel Duchamp che non serve a niente, non produce nulla, ma dona gioia, emozioni.
L’esposizione ha più livelli di lettura da fine ‘800 al 2018: la ricerca non finiva mai, e Roberta Valtorta ha dovuto contenere il numero dei fotografi, inoltre ha trovato lei il quadro di Balla ed i poster degli anni ’20 delle fiere popolari della collezione Salce di Treviso.
Questa esposizione è stato un lavoro di gruppo anche perché in giostra non si va da soli; è una mostra vera non troppo specialistica, anche a livello fotografico, è trasversale perché è per tutti.
Ci sono testi molto brevi in mostra collegati alle opere esposte, partendo dall’origine delle giostre che viene dal mondo contadino, fino ad arrivare alle giostre tecnologiche fatte con le macchine, presenti fin dalle prime Expo universali, dove la giostra diventa una protagonista, nei “Luna park”, prima a Coney Island con le sue numerose attrazioni diventato in seguito il termine riferito a tutti i parchi di divertimento.
©Paolo Monti
Ora le giostre fabbricate a Bergantino (Rovigo) sono ipertecnologiche e la parte meccanica dei materiali metallici e plastici è controllata dall’informatica e robotizzata.
Tutte le fotografie ben descrivono questa realtà, dalle prime stampe in bianco e nero o color seppia per la stampa alla gelatina bromuro d’argento, ad effetto retrò, che hanno un effetto documentativo, fino ad arrivare a grandi nomi della contemporaneità come Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Guido Guidi, più artistici, ai più moderni come Paolo Ventura che nasce come fotografo, poi prepara i fondali per lo spettacolo Carousel, che fotografa e li dipinge e diventeranno davvero i fondali; ai fotografi della Magnum Photos, come Martin Parr che hanno lavorato sul movimento.
La curatrice è partita delle prime giostrine, inoltre conosceva dei fotografi, poi c’è stata una ricerca in internet ed al Museo Carnavalet per Eugene Atget, con stampe all’albumina ed aristotipo, poi i prestiti dalle Raccolte Museali Fratelli Alinari, dalla Fondazione Henry Cartier-Bresson, dall’Archivio Mario Giacomelli e Gabriele Basilico, dagli Eredi Luigi Ghirri, e da collezioni degli artisti stessi.
La mostra legge il tema della giostra in chiave soprattutto sociale, affidandosi a grandi fotografi ed a grandi artisti che l’hanno declinato nelle loro opere.
©Robert Doisneau
L’ampia sezione di fotografie comprende opere di più di sessanta importanti fotografi: tra questi, le immagini ottocentesche di Celestino Degoix e di Arnoux; quella della Parigi dell’inizio del Novecento di Eugène Atget e di Frères Seeberger; le fotografie degli anni Quaranta-Sessanta di Henri Cartier-Bresson, Mario Cattaneo, Cesare Colombo, Bruce Davidson, Robert Doisneau, Eliot Erwitt, Izis, Mario Giacomelli, Paolo Monti, Willy Ronis, Lamberto Vitali, David Seymour; per l’epoca contemporanea, le immagini di Bruno Barbey, Gabriele Basilico, Olivo Barbieri, John Batho, René Burri, Stefano Cerio, Raymond Depardon, Luigi Ghirri, Paolo Gioli, Guido Guidi, Jitka Hanzlovà, Guy Le Querrec, Raffaela Mariniello unica fotografa presente, Bernard Plossu, Pietro Privitera, Francesco Radino, Ferdinando Scianna.
Per la curatrice la giostra nelle fotografie da lei raccolte mostra alla macchina fotografica la sua struttura meravigliosamente simmetrica, che come una calamita attira intorno a sé folle in cerca di un divertimento semplice, in un movimento che dissipa le forme.
Il mosso va oltre il mito dell’istante fotografico e il non-nitido dà forma allo stratificarsi del tempo, generando una immagine anomala che pregiudica la somiglianza alla quale culturalmente la fotografia restava legata” (RV).
©Paolo Gioli
La rassegna è arricchita da una selezione di importanti opere pittoriche, tra cui Valerio Berruti, Paolo Ventura, Giacomo Balla, Massimo Campigli, e da manifesti di fiere di paese e sagre popolari. Importante l’installazione dell’artista contemporaneo Stephen Wilks “Donkey Roundabout” e il film di Adriano Sforza “Jodi delle giostre”, vincitore del David di Donatello 2011, dove la giostra ti porta ad una godibilità immediata e poi ad una riflessione, perchè il girare della giostra è legato ai flussi migratori ed i giostrai sono persone sradicate che vivono in camion adattati o roulottes, sono persone poco scolarizzate dovendo sempre trasferirsi.
La mostra si avvale della collaborazione con il Museo Storico della Giostra e dello Spettacolo Popolare di Bergantino-Rovigo.
©Stefano Cerio
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GIOSTRE – a cura di Roberta Valtorta
Dal 23 marzo al 30 giugno 2019 a Palazzo Roverella, Via Laurenti n.8/10, Rovigo
Orario: da lunedì a venerdì 9.00–19.00, sabato, domenica e festivi 9.00–20.00
Biglietto: Euro 5,00 (gratuito il 7 aprile ed il 5 maggio)
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