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#rompighiaccio
pettirosso1959 · 3 months
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Brillante idea quella della Meloni di ritirare l'Italia dal progetto della "Via della Seta", per la realizzazzione di mega infrastrutture tra Russia, Cina ed Europa, per il collegamento ultrarapido via treni TAV/Maglev, la realizzazione di nuove città e centrali nucleari per migliorare il trasporto merci, creare lavoro e nuova tecnologia, ed evitare le rotte via mare.
Un vero asso è stata a seguire Biden oltre il burrone.
La rotta artica? No?
Inoltre, restando sul tema del post, ci sarebbe anche la rotta artica.
Ma per farla ci vogliono le rompighiaccio nucleari russe che aprono la via, "Ma sono russe!" Dicono.
"E no! Lì ci sono i russi con le loro rompighiaccio nucleari, per il servizio vogliono essere pagati. Noi abbiamo imposto sanzioni alla Russia...!"
Tra l'altro la rotta artica, dal Sud-est asiatico fino ai porti di Rotterdam e Amburgo pare essere addirittura più corta di quella dal canale di Suez.
🤣🤣🤣
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diceriadelluntore · 2 years
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Storia Di Musica #233 - Franco Mussida, Racconti Della Tenda Rossa, 1991
Il luglio dedicato ai chitarristi lo vorrei chiudere con un omaggio ad un grandissimo musicista italiano. Il suo nome dà i brividi di piacere ad una generazione musicale, quella del prog italiano, che come raramente è capitato poteva guardare a testa altissima i colleghi stranieri in quegli anni. Tra i chitarristi prog italiani, voglio ricordare tre nomi. Il primo, Nico Di Palo, dei New Trolls, agli inizi degli anni ’70 fu inserito in una classifica del prestigiosissimo magazine musicale inglese Melody Maker (all’epoca una Istituzione) tra i dieci migliori chitarristi europei; il secondo, Marcello Todaro, chitarrista del Banco Del Mutuo Soccorso, capace di disegnare la via mediterranea al prog con la sua chitarra vibrante e visionaria, e personalmente trovo una delle sue migliori performance nel disco omonimo dei Crystals, il super gruppo nato dalla sua uscita dal BMS e composto da Giorgio ”Fico” Piazza della Premiata Forneria Marconi al basso, Nanni Civitenga della Raccomandata con Ricevuta di Ritorno / Samādhi alle chitarre, Giorgio Santandrea degli Alphataurus alla batteria e Carlo Degani alla voce con Paolo Tofani degli Area, anche lui mitico chitarrista, a produrre (un disco prodotto nel 1974 che è rarissimo, dato che la Cramps non lo pubblicò mai, e vide la luce solo su Cd a fine anni ’90); il terzo è Alberto Radius, che ha attraversato 40 anni di musica italiana, segnando un traccia profondissima con i Formula 3 e il sodalizio “indiretto” con Lucio Battisti. Proprio la storia di Radius si intreccia con quella che ho deciso di raccontare oggi: a Milano nel 1965 una band, che si chiamava Quelli, il cui cantante è Antonio Teocoli, poi divenuto famoso comico con il nome di Teo, il cui batterista è Franz Di Cioccio, pubblicano il loro secondo singolo, Una Bambolina Che Fa No No No (cover in italiano di La Poupée Qui Fait Non del cantautore francese Michel Polnareff): hanno un buon successo e Alberto Radius è chiamato a sostituire il chitarrista e autore della band, chiamato al servizio di leva, Franco Mussida. Mussida dopo il servizio militare tornerà nei Quelli, alternandosi a suonare in alcuni tra i più importanti dischi italiani: ricordo tra gli altri le collaborazioni con Fabrizio De André, con Lucio Battisti, la sua chitarra è quella de La Canzone Del Sole, Paolo Conte, Francesco Guccini. Nel 1971, con l’ingresso di Mauro Pagani, la band dei Quelli diventerà la Premiata Forneria Marconi, che segnerà un’epoca, suonando nei più grandi palcoscenici del mondo, in tour negli USA 50 anni prima dei Maneskin, disco considerati dei capolavori anche dalla stampa estera, con milioni di copie vendute nel mondo. A quel suono contribuì non poco l’estro compositivo ed esecutivo di Mussida, il suo tocco elegante e delicato, in alcuni dei passaggi chitarristici più famosi del periodo. Più che a quel periodo, vorrei però ricordarlo da un altro punto di vista: impegnatissimo nel sociale (l'insegnamento all'interno di carceri e nelle comunità di recupero della Lombardia), Mussida nel 1984 fondò a Milano il Centro Professione Musica, una scuola di musica popolare contemporanea che recentemente è stata riconosciuta Centro di Alta Formazione Musicale, scuola a cui si deve la formazione di moltissimi artisti, ultimo dei quali Mahmood. Solo nel 1991 pubblica il primo disco solista: Racconti Della Tenda Rossa. La Tenda Rossa del titolo era la tenda all'interno della quale trovarono rifugio i superstiti dell'incidente del dirigibile Italia del Comandante Umberto Nobile da quando caddero sul pack della banchisa polare artica alle ore 10:33 del 25 maggio 1928 sino al momento del loro salvataggio operato il 12 luglio dal rompighiaccio sovietico Krasin. Il disco è composto da 14 brani, caratterizzati dalla sua chitarra jazz con accenni di musica etnica (sono gli anni dell’esplosione della world music). Mussida in alcune canta anche, sfoggiando un bel timbro dolce ed elegante: Voci, Orizzonti Del Cuore, uno strumentale delicatissimo per chitarra e pianoforte, Radici Di Terra sono piccole gemme intrise di smooth jazz, contrappunti di strumenti particolari, tra cui i flauti indiani, tabla, sezioni di fiati come il bel sax di La Cava Di Sabbia. Himalaya e la piccola serie di strumentali come La Tempesta, Porti Lontani, Piani Paralleli potrebbero passare per una musica scovata in qualche disco perduto della ECM; Caffé Concerto, che sa di bossa nova, ha in sottofondo il brusio delle voci di una clientela di un bar. Prodotto dalla Virgin, Mussida si avvale di una foltissima schiera di musicisti di grande qualità, tra cui spiccano i nomi di Tino Tracanna al sassofono, le voci di Angelo Branduardi e Fabio Concato in Radici Di Terra. Mussida dopo 4 anni pubblicherà un secondo disco, Accordi, e nel 1997 uno dei suoi progetti più visionari: Sinfonia Popolare Per 1000 Chitarre, un’opera rock in tre atti che in un memorabile concerto in Piazza Duomo a Milano venne eseguita da una mega orchestra di 1350 componenti tra chitarre, fiati e coro. Rimane un mito per la sua sconfinata cultura musicale, per il ruolo di maestro e insegnante e perchè si leva il tocco delle sue dita sulle corde ad alcuni dei momenti più belli del rock di questo paese, e non solo.
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benzedrina · 10 months
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In questo mese di nulla, di attesa dei bandi, di scazzo, di pausa (in realtà da febbraio), ho preso un mazzo dei tarocchi e ho letto un po' di libri. Sta che alla fine ho cominciato a leggere i tarocchi. 2 anni fa comincia con le cose dell'oroscopo e del tema natale. Funzionano? Non sta a me dirlo. L'oroscopo lo trovo un buon rompighiaccio e un modo per poter dire cose alle persone che non direi mai così de botto. I tarocchi sono divertenti, quasi un gioco di dinamiche e incastri. Al momento le carte che mi perseguitano sono "il papa" e l'asso di spade.
Perché inizio sempre cose? Non lo so bene. Questo è anche il periodo dell'uncinetto e dei costumi ma sento la mancanza del treno e di quelle 2 ore al giorno perse nel viaggio. Sto leggendo poco, roba che mi porto un libro da mesi e non tocco un fumetto da un po'. Per i manga levando i soliti, l'ultima infoiata è stata monster. Serie non ne seguo, i film cadenza di uno ogni due/tre giorni. Che faccio allora? Boh
Domani voglio andare al mare, prendo la macchina, vado al mare 30/40 minuti, leggo un po', faccio due foto, disegno un paesaggio che non so disegnare. Poi vado a dipingere in quel buco che ho affittato. Ho circa 50 fogli a3 fatti con lo smalto e qualche tela. Il prossimo step è comprare il rotolo della tela e poi farci dopo il telaio. Ma sai che bello un quadro 1 metro x 1 metro? Una cosa stupenda. Di venderli boh, non ho conoscenze e non faccio mostre. Sono quadri che stanno lì, alcuni mi piacciono altri piacciono più ad altri, penso che funzioni così. Dovrei sistemare quel sito che ho, mettere le foto e sapere che è lì come base, però io sono un totale casino. Sul sito metterei fotografie, disegni e altre robe che sarebbe tipo ordinata come casa, cioè a cazzo.
A febbraio ho conosciuto una tizia. A una cena a casa di tipello finiamo sullo stesso divano a vedere la finale di Sanremo. Lei mi propone di tornare e passare la notte insieme, io le rispondo che non la conosco. Capitano altre due occasioni del genere, intervallate da un bacio random, e la risposta mia è sempre quella. Se non ho una conoscenza profonda, un rapporto affettivo, una chimica forte di cui tendo a fidarmi, nada, non se ne fa nulla.
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frenchcurious · 1 year
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Raduno Harley Ruote da Sogno (Rompighiaccio 2023).
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Scoperta una catena di vulcani sottomarini in Antartide
Una catena di vulcani sottomarini estesa su una superficie di oltre 500 chilometri quadrati è stata scoperta nei mari remoti della Terra Vittoria Settentrionale, in Antartide, da indagini geologiche e geofisiche condotte a bordo della nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dell’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS, nell’ambito del progetto internazionale BOOST…
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lamilanomagazine · 10 months
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Il Titan è imploso: morti i 5 passeggeri a bordo
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Il Titan è imploso: morti i 5 passeggeri a bordo. Il sommergibile Titan ha avuto una “catastrofica perdita di pressione”: è imploso ad oltre 3mila metri di profondità nelle acque del Nord Atlantico. Non ci sono sopravvissuti. I cinque passeggeri all’interno del sommergibile Titan erano il milionario britannico Hamish Harding (58 anni), il businessman pakistano Shahzada Dawood (48 anni) col figlio Suleman (19 anni), l’esploratore e pilota di sommergibili francese Paul-Henri Nargeolet (77 anni) e Stockton Rush (61 anni), il patron di OceanGate, l’azienda proprietaria del Titan. “Crediamo che l'equipaggio del nostro sommergibile sia morto”. Lo afferma OceanGate in una nota, confermando la morte dei cinque passeggeri del sottomarino disperso da domenica. Fra i rottami trovati dal robot impegnato nelle ricerche ci sarebbero la parte posteriore e il telaio di atterraggio del sommergibile disperso sulle orme del Titanic. Lo riporta la Bbc citando un esperto e un amico dei passeggeri. Secondo i funzionari della Guardia Costiera Usa il campo di detriti del Titan è stato scoperto vicino al naufragio del Titanic, ma è troppo presto per dire esattamente quando si sia verificata "la catastrofica implosione”. Non è dunque chiaro se l'implosione sia avvenuta domenica o nei giorni successivi, durante la ricerca internazionale per ritrovare il sommergibile scomparso. Il campo di detriti del Titan si trovava a circa 488 metri dal Titanic. Rimangono dubbi sulle otto ore intercorse tra il momento in cui il Titan ha perso la comunicazione con la superficie e il momento in cui la sua nave di supporto canadese, il rompighiaccio Polar Prince, ne ha denunciato la scomparsa alla Guardia Costiera degli Stati Uniti. Il ritardo deve ancora essere spiegato dalla società proprietaria del sommergibile, OceanGate Expeditions. Sean Leet, capo della società comproprietaria della nave di supporto del Titan, non ha discusso la cronologia, dicendo solo che «tutti i protocolli sono stati seguiti per la missione». Ma gli esperti che hanno familiarità con l'esplorazione di acque profonde affermano che quelle ore perse sollevano molti interrogativi. Al Telegraph la famiglia del miliardario britannico Hamish Harding, che è a bordo del sommergibile Titan, accusa OceanGate di aver impiegato «troppo tempo» per lanciare l’allarme. Un ritardo di otto ore, è «troppo lungo», afferma Kathleen Cosnett, cugina di Harding. Il sommergibile ha perso il contatto con la nave di superficie Polar Prince intorno alle 9:45 ora locale di domenica, ma la Guardia Costiera degli Stati Uniti non è stata informata della sua scomparsa fino alle 17:40.... #notizie #news #breakingnews #cronaca #politica #eventi #sport #moda Read the full article
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sauolasa · 10 months
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Titanic. Corsa contro il tempo per localizzare il sommergibile scomparso
Aerei militari, rompighiaccio e sonar, per localizzare il sommergibile disperso da domenica sui luoghi del naufragio del Titanic. A bordo cinque persone. Al momento degli ultimi contatti si stimava un'autonomia di 96 ore di ossigeno. I soccorritori: "Area remota e ricerche proibitive"
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letteredalucca · 11 months
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Guardami negli occhi
Ho partecipato a un corso di formazione. Come gioco rompighiaccio dovevamo passeggiare e salutare i compagni di corso scegliendo ogni volta una delle seguenti modalità: Stretta di mano Abbraccio Guardarsi negli occhi per due minuti Bacio sulla guancia. All’inizio ho optato per una tedesca stretta di mano, poi qualche abbraccio mi ha sciolto e dopo un paio di bacetti mi sono lanciata con un…
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enkeynetwork · 1 year
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claudio1959 · 1 year
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RACCONTO DELLA DOMENICA
Dell’Ing. Marco Pianigiani (ingegnere navale, La Spezia)
"Sono in Norvegia, in fondo ad un fiordo del cazzo, privo di qualsiasi attrattiva naturalistica. Ma come sono finito in questo posto? Lavoro in un grande gruppo cantieristico italiano e sono in una squadra che deve consegnare una nave rompighiaccio per ricerca oceanografica ad un armatore norvegese presso il cantiere che si trova in fondo a questo fiordo del cazzo.🇳🇴
E questo posto improvvisamente si è trasformato in un laboratorio antropologico, dove ho capito fino in fondo perché noi Italiani siamo amati individualmente ma odiati come popolo; guardo gli operai norvegesi sono esteticamente impeccabili, tuta mai scolorita, scarponi, casco, occhiali protettivi, cuffie antirumore, ma tecnicamente incapaci, per fare un lavoro banale serve un quaderno di istruzioni.🤓
Poiché con gli operai norvegesi non riuscivo a completare gli ultimi lavori per la consegna della nave, ho dovuto richiamare la mia squadra italiana che è formata da un gruppo di napoletani; una mattina si sono presentati in cantiere in otto; chi già con addosso gli abiti da lavoro, chi con un sacchetto del Conad con dentro una tuta che ha visto mille lavaggi; il loro capetto si chiama Maurizio, come dice lui “coming from Torre Annunziata”.🍕🌋
Lo guardo e gli chiedo: “Dove sono i cassoni degli attrezzi e del materiale?” “Boss mi hai chiamato ieri l’altro sera, secondo te in 24 ore oltre a trovare un volo ed un albergo cosa posso fare di più?” “Secondo te, con che cazzo lo facciamo il lavoro?” “Sono le 8 del mattino, in portineria mi hanno detto di andare tutti insieme al corso della sicurezza di questi mammalucchi e poi mi organizzo”; sto per inveire tutti suoi avi quando mi dice: “Prima che cominci a gridare nel telefono aspetta mezzogiorno che ti do un ritorno” “Se non mi arriva il ritorno sicuramente ti arriverà una flangia cieca DN300 in piena fronte”.🔧
Arrivò mezzogiorno, e passò; mezzogiorno e mezzo, niente; all’una arriva Maurizio, prima che potessi offenderlo come sempre mi anticipò: “Già che c’ero sono andato a mangiare, poi ho trovato il magazzino del materiale, ho visto che c’è quasi tutto quello che mi serve e mi sono messo d’accordo con Alf” “e chi è Alf?” “Il magazziniere, è nu bravo guaglione” “Ma Alf parla inglese?” “No, ma quando mai! e poi io non parlo inglese” “Chissà che cazzo avrà capito!” “Ho trovato anche il magazzino degli attrezzi, è a disposizione di tutti, inoltre i polacchi mi prestano il banco, la saldatrice, il cannello, la piegatubi, e la torcia per il TIG” “e le fasce di sollevamento?” “Sono d’accordo con il gruista dopo le tre si ferma e mi fa gli imbarchi; domani sera ti chiudo il primo impianto”.
Maurizio non è mai stato in questo cantiere, non è mai stato in Norvegia, ma è laureato in sopravvivenza alla facoltà di Castellammare di Stabia, guardo lui e guardo i suoi uomini guizzare come delfini intorno ai norvegesi che sembrano un branco di acciughe stordite. Ecco perché questo popolo è odiato, perché è più intelligente”.❤️
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enricoemili5 · 1 year
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Sono in Norvegia, in fondo ad un fiordo del cazzo, privo di qualsiasi attrattiva naturalistica, se non fosse perché il termine villaggio è completamente diverso dalla nostra tradizione mediterranea e dalla nostra percezione semantica; un territorio di 1410 km quadrati con una popolazione di 1147 abitanti, come capirò in seguito, uguale ad altri mille, ovvero una impalpabile spolverata di case lontane una dalle altre. Nella lunga notte invernale, queste case sono rintracciabili, ai bordi dell’unica strada che circumnaviga il fiordo, perché hanno delle abat-jour, delle luci, delle candele finte alle finestre prive di scuri, sempre accese notte e giorno. Questo lontananza abitativa delle persone, è rappresentativa della densità dei sudditi del regno, più grande dell’Italia ma con soli cinque milioni di abitanti. La prima caratteristica di questo popolo, che salta all’occhio dello straniero, è la presunzione di superiorità, evidente effetto della mancanza di abitudine alla convivenza che inevitabilmente porta al confronto con gli altri e ad una reale consapevolezza di sé come individui e come popolo. I Norvegesi disprezzano gli Svedesi, figuriamoci gli Italiani, ma come sono finito in questo posto? Lavoro in un grande gruppo cantieristico italiano e sono in una squadra che deve consegnare una nave rompighiaccio per ricerca oceanografica ad un armatore norvegese presso il cantiere che si trova in fondo a questo fiordo del cazzo. E questo posto improvvisamente si è trasformato in un laboratorio antropologico, dove ho capito fino in fondo perché noi Italiani siamo amati individualmente ma odiati come popolo; guardo gli operai norvegesi sono esteticamente impeccabili, tuta mai scolorita, scarponi, casco, occhiali protettivi, cuffie antirumore, ma tecnicamente incapaci per fare un lavoro banale serve un quaderno di istruzioni. Poiché con gli operai norvegesi non riuscivo a completare gli ultimi lavori per la consegna della nave, ho dovuto richiamare la mia squadra italiana che è formata da un gruppo di napoletani; una mattina si sono presentati in cantiere in otto; chi già con addosso gli abiti da lavoro, chi con un sacchetto del Conad con dentro una tuta che ha visto mille lavaggi; il loro capetto si chiama Maurizio, come dice lui “coming from Torre Annunziata”. Lo guardo e gli chiedo: “Dove sono i cassoni degli attrezzi e del materiale?” “Boss mi hai chiamato ieri l’altro sera, secondo te in 24 ore oltre a trovare un volo ed un albergo cosa posso fare di più?” “Secondo te, con che cazzo lo facciamo il lavoro?” “Sono le 8 del mattino, in portineria mi hanno detto di andare tutti insieme al corso della sicurezza di questi mammalucchi e poi mi organizzo”; sto per inveire tutti suoi avi quando mi dice: “Prima che tu cominci a gridare nel telefono aspetta mezzogiorno che ti do un ritorno” “Se non mi arriva il ritorno sicuramente ti arriverà una flangia cieca DN300 in piena fronte” Arrivò mezzogiorno, e passò; mezzogiorno e mezzo, niente; all’una arriva Maurizio, prima che potessi offenderlo come sempre mi anticipò: “Già che c’ero sono andato a mangiare, poi ho trovato il magazzino del materiale, ho visto che c’è quasi tutto quello che mi serve e mi sono messo d’accordo con Alf” “e chi è Alf?” “Il magazziniere, è nu bravo guaglione” “Ma Alf parla inglese?” “No, ma quando mai! e poi io non parlo inglese” “Chissà che cazzo avrà capito!” “Ho trovato anche il magazzino degli attrezzi, è a disposizione di tutti, inoltre i polacchi mi prestano il banco, la saldatrice, il cannello, la piegatubi, e la torcia per il TIG” “e le fasce di sollevamento?” “Sono d’accordo con il gruista dopo le tre si ferma e mi fa gli imbarchi; domani sera ti chiudo il primo impianto”. Maurizio non è mai stato in questo cantiere, non è mai stato in Norvegia, ma è laureato in sopravvivenza alla facoltà di Castellammare di Stabia, guardo lui e guardo i suoi uomini guizzare come delfini intorno ai norvegesi che sembrano un branco di acciughe stordite. Ecco perché questo popolo è odiato, perché è più intelligente”.
Dell’Ing. Marco Pianigiani (ingegnere navale, La Spezia)
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apsny-news · 1 year
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Rompighiaccio italiana arriva in un punto mai raggiunto in Antartide - Mondo
La nave rompighiaccio italiana “Laura Bassi” dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale – OGS ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave. L’impresa rientra nella campagna oceanografica della 38/a Spedizione Italiana del Programma Nazionale di Ricerche in Antartide (PNRA). I ricercatori e i tecnici a bordo hanno raggiunto, all’interno della Baia delle Balene,…
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kritere · 1 year
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La rompighiaccio italiana Laura Bassi è arrivata in un punto mai raggiunto in Antartide
DIRETTA TV 31 Gennaio 2023 La nave rompighiaccio italiana Laura Bassi dall’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale ha toccato il punto più a Sud mai raggiunto da una nave, battendo un record mondiale. 5 CONDIVISIONI La nave Laura Bassi, rompighiaccio italiana Il punto più a sud del mondo. Lo ha raggiunto la nave italiana Laura Bassi, rompighiaccio impegnata nel corso…
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dariomassi · 1 year
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A sud-ovest di Helsinki, nella penisola di Katajanokka tra la suggestiva e imponente cattedrale ortodossa di Uspenski e l'attracco delle navi rompighiaccio finlandesi. Il vento gelido ha smesso di soffiare, la temperatura ora è intorno ai -10 °C e non c'è alcun rumore se non quello della natura e delle poche persone che incontro. La traversata da Tallinn con la neve che scendeva è stata incredibile: mi ha regalato un paesaggio nordico intenso, aspro, ma allo stesso tempo vero e ricercato dall'anima vivida e avventurosa che mi porto dentro.
Nonostante il freddo penetrante non mi permettesse di restare troppo tempo all'esterno, né tantomeno di togliere i guanti termici o cambiare gli obiettivi, dal ponte di poppa della nave, sono riuscito a scattare alcune fotografie. Non vedo l'ora di scaricarle sul notebook: lo farò durante la rotta di ritorno in Estonia sorseggiando una buona cioccolata calda.
Lascio alcuni video degli spostamenti nelle storie in evidenza su IG.
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zinicaviaggi · 2 years
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👉 Noi amiamo le esperienze indimenticabili ! I nostri clienti sono in Lapponia svedese, su una rompighiaccio e , impavidi, sfidano il mare gelato tuffandosi nel Golfo di Botnia 😊 Una bellissima avventura e clienti felici ! 📷 by Sabina Re tour leader Quality group VisitSweden Luleå #rompighiaccio #neverstopexploring #almenounavoltanellavita😍 #zinicaviaggi #viaggiaconzinica https://www.instagram.com/p/CaIfBUTKr7S/?utm_medium=tumblr
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Un anno fa il record mondiale della rompighiaccio Laura Bassi
Un anno fa la nave oceanografica italiana Laura Bassi raggiungeva il punto più meridionale mai toccato da un’imbarcazione: un record mondiale assoluto segnato nel corso della 38/a spedizione italiana del Programma nazionale di ricerche in Antartide. Lo ricorda l’Ogs.     In quell’occasione, il personale tecnico e di ricerca a bordo aveva raggiunto, all’interno della Baia delle Balene nel Mare…
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