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#per favore non mordermi sul collo
spilladabalia · 2 years
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Krzysztof Komeda - Alfred Over Rooftops
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vocenarrante · 1 year
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Roman Polanski è un dei miei registi preferiti, per la capacità di affrontare sempre in modo eccellente qualsiasi genere, da quello gangster (Cui de sac) all'horror (Rosemary's baby), dalla parodia (Pirati) al thriller (Frantic), dalla trasposizione di una tragedia schackespeariana (Macbeth) all'hard boiled (Chinatown). Anche "Per favore non mordermi sul collo" è una parodia, una parodia dei film sui vampiri, caratterizzata da un umorismo moito raffinato. Nel film era presente anche la moglie del regista, quella Sharon Tate che fu vittima del famigerato eccidio di Cielo Drive, quando i componenti della setta di Charles Manson fecero irruzione nell'abitazione dell'attrice a Bel Air e uccisero barbaramente lei e gli amici con cui stava trascorrendo la serata. Polanski si salvò perché in quel momento si trovava a Londra per la lavorazione di un nuovo film, sull'onda del successo di "Rosemary's baby" che, per ironia del destino, trattava l'argomento delle sette sataniche. — view on Instagram https://ift.tt/Qa1vFpb
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Roman Polanski and Sharon Tate in The Fearless Vampire Killers
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hollywoodparty · 7 years
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Un castello senza una cripta è come un unicorno senza il corno
Per favore non mordermi sul collo (1967, Roman Polanski)
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gianssnow · 3 years
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Top e flop 2020
Questo pezzo non riguarderà i film usciti nelle sale nel 2020 (anche perché ne ho visti molto pochi, non un campione attendibile), ma i film che ho visionato personalmente nell’anno appena trascorso. Di conseguenza ci saranno film di tutti i tempi, di tutte le nazioni, di tutte le colorazioni, di tutte le tipologie di suono, muti, sonori o musicali e chi più ne ha più ne metta. Questi sono solo una piccola parte dei film guardati, i migliori e i peggiori. Sarà insomma un compendio di consigli e sconsigli, con la garanzia che il sottoscritto è sempre dalla parte del pubblico e detesta i film barbosissimi che ricevono i magnificat della critica parruccona e dormiente. Lista dedicata al mio Maestro Massimo Bertarelli.
I migliori (10 e lode):
Family Life
La ragazza con la valigia
I grandissimi (voto 10)
I vitelloni
La sposa in nero
Hana-bi
Il pianeta delle scimmie
Il sorpasso
Umberto D.
La caccia
Un uomo da marciapiede
Miseria e nobiltà
C’eravamo tanto amati
Un volto nella folla
Un mercoledì da leoni
Wargames 
Questo pazzo, pazzo, pazzo, pazzo mondo 
Rosemary’s Baby
I notevoli (voto 9)
I visitatori 
Furia
Cimitero senza croci
Orgasmo
Harvey
Aguirre furore di Dio
A prova di errore
La guerra dei mondi (1953)
Kapò
Il texano dagli occhi di ghiaccio
Dancer in the Dark
La grande bellezza
Guardie e ladri
Odio implacabile
Re per una notte
Alba fatale
La mia vita da zucchina
Rocco e i suoi fratelli
La corazzata Potemkin
Francesco, giullare di Dio
Gli orrori del liceo femminile
After Life
Il romanzo di Mildred
Notte senza fine
Il capitalista
La notte di San Lorenzo
Non si uccidono così anche i cavalli?
La storia di una monaca
Reazione a catena
Bassa marea
Parole, parole, parole...
Arriva John Doe!
Domenica d’agosto
Il tempo del raccolto del grano
The Nice Guys
Bugsy
El Cid
Tutti a casa
Reality
La marcia su Roma
Ultimo domicilio conosciuto
La collina del disonore
Manhunter 
Leon Morin, prete 
Spider Baby 
I soliti ignoti
Toy Story 4 
Milano odia: la polizia non può sparare 
Ragazze interrotte 
20.000 leghe sotto i mari 
Blood Diamond 
Il cattivo tenente
8 1/2 
L’ultima eclissi
Chicago
Nessuno lo sa
Un mondo perfetto
Sette notte in nero
Le vie della violenza
L’ultima risata
I tartassati
Piccole volpi
Nazarin
I guerrieri della notte
Il ritratto di Jennie
Testimone d’accusa
I discutibili (voto 5)
Birdcage Inn
Ballando con uno sconosciuto
L’ora più buia
Per favore, non mordermi sul collo!
Il conte di Essex
Donne in attesa
Tokyo Fist
Gozu
Il grande inquisitore
Mariti
Porcile
Dark City
Ashes of Time
La notte dei serpenti 
Le parole che non ti ho detto
Un americano a Parigi 
Linea mortale
Una lunga domenica di passioni
Zona di guerra
Elizabeth
Le porcherie (voto 0-4)
I visitatori 2: Ritorno al passato
Conoscenza carnale
Midsommar 
Cronos
La terza parte della notte
Utamaro e le sue cinque mogli
Lo specchio
American Beauty
Il serpente di fuoco
Gli amori di una bionda
Lo spirito dell’alveare
Room
Burning - L’amore brucia
I diavoli
The Endless
Before Midnight
Borat
Mind Game
Tempesta di ghiaccio
Cuore selvaggio
L’elemento del crimine
Valhalla Rising
Giochi nell’acqua
Nel corso del tempo
Racconto di Natale
Lion - La strada verso casa
Yi yi - E uno... e due!
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pangeanews · 5 years
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Il poeta che sfidò Charles Manson. A 50 anni dall’omicidio di Sharon Tate e dai massacri della “Famiglia”
Quante volte hanno catturato il bel bimbo del Sogno Americano, afferrato per i capelli, tuffato nella vasca da bagno di casa, uccidendolo. Qualcosa di sadico anima la creatura: tramuta l’Eden in camera delle torture, volta l’abbraccio in assassinio, il bacio in pistola, il patto in tradimento.
*
Questa storia ha due storie – le altre, si moltiplicano di conseguenza. Il fermo immagine è lei, bellissima, straziata brutalmente, dopo che hanno ammazzato gli amici, li aveva invitati a casa, al 10050 di Cielo Drive, dorato quartiere di Los Angeles. Wojciech, l’attore, Abigail, la sua ragazza, Jay, il parrucchiere delle star. Roman, fedifrago, sull’orlo di essere padre, non c’era, preferiva le ansie londinesi. Scannarono anche Steven Parent, che era lì per caso. Sharon Tate era di una bellezza fragorosa, qualcosa di intoccabile. L’ultimo film che gira, distribuito postumo, Una su 13, la vede insieme a Vittorio Gassman, a Orson Welles e a Vittorio De Sica. Di fatto, la sua carriera comincia con Polanski, due anni prima, con Per favore, non mordermi sul collo! In appendice al film, Polanski la fotografa, seminuda, divina, “Playboy” pubblica – è il 1967. A massacrarla sono loro, Susan, Patricia, Linda, le tre ‘grazie’ della Famiglia Manson. Sharon è all’ottavo mese di gravidanza – al figlio mai nato fu dato nome Paul Richard. La squartano, come un maiale. Susan intride un panno nel sangue di Sharon, questa specie di Madonna hollywoodiana. Sulla porta di casa scrive la parola “PIG”. Maiale. Patricia defeca in sala. Charles Manson non c’è: non si lorda di sangue. Lui, il padre, il dio, guida la carneficina da lontano. Guarda.
*
50 anni fa. Il 9 agosto. Il giorno dopo, vengono massacrati Leno LaBianca e la moglie Rosemary. Leno è un imprenditore nel campo degli alimentari, la strada la ha tracciata per lui il padre, Pasqualino, figlio di italiani immigrati a Los Angeles. Leno ha soldi, ha comprato la casa che fu di Walt Disney, la rivende, non gli piace. Si sposa, divorzia, si risposa. Leno e la moglie furono massacrati a coltellate. Era il 10 agosto 1969. La Family, dopo il massacro, squaderna il frigorifero. Le donne si danno al cibo. Poi fanno la doccia. Una piscia sulle scale. Segue ritorno da papi Charles in autostop.
*
Dietro la storia, efferata, c’è la leggenda. Il film di Polanski. Rosemary’s Baby. Esce nel 1968; al posto di Mia Farrow avrebbe voluto Sharon Tate. Il film sancisce la fine della relazione tra Mia e Frank Sinatra. Così perfetto da sembrare diabolico, quel film: prefigurazione, forse, dell’assalto demoniaco al 10050 di Cielo Drive. Così sussurrano. Polanski ha titillato le voglie del dominio – e non smetterà di farlo. “Rosemary’s Baby è stato definito il più imponente manifesto propagandistico del satanismo che sia mai stato escogitato. E nella Los Angeles di fine anni sessanta c’era più di una signorina invasata che sosteneva di aver dato alla luce di figli del diavolo… Ultimata la lavorazione di Rosemary’s Baby, Sharon Maria Tate e Roman Polanski si sposarono a Londra”. Così scrive Ed Sanders. Il poeta che sfidò Charles Manson.
*
L’altra storia, appunto, è quella di Ed Sanders. Ed ha la faccia buffa di un personaggio uscito dai Peanuts. Nato a Kansas City, fa trent’anni esattamente una settimana dopo il doppio massacro perpetrato dalla ‘Famiglia Manson’. Ed ha genio ed energia: l’epopea hippie lo travolge. Va a vivere al Greenwich Village, sperpera la propria tradizione (lo ammette lui: “Mi sono reso conto che, durante gli anni passati nella conrocultura, a volte mi ero comportato male e mi ero allontanato da certi aspetti della tradizione giudaico-cristiana in cui ero cresciuto”), si specializza in lingua greca, scrive il primo poema su una carta da culo, in carcere. Arrestato per eccesso di pacifismo. Apre una libreria a Lower East Side, New York, il “Peace Eye Bookstore”, covo di beat e antro di retate della polizia; fonda una rivista d’avanguardia, “Fuck You. A Magazine of the Arts”; celebra concerti poesia rock con il suo gruppo, i Fugs. Quando legge la storia di Charles Manson ne resta ustionato. Nati nello stesso liquido amniotico fatto di utopismo, ribellismo, canzoni dei Beatles, religioni orientali, new age e Lsd, uno, Ed, si sbatte per il libero amore e l’amore per il prossimo, l’altro uccide, è il dito indice del maligno. Gli opposti si attraggono.
*
Intorno a Charles Manson, l’uomo che sognava Hollywood nei sobborghi del carcere, che sverginava le ragazzine con facili schitarrate, che aveva una infarinatura di ipnotismo e sfrigolii da eresiarca, che mescolava il “White Album” dei Beatles con l’Apocalisse, che aveva fatto il pappone e smanettava la pazienza del prossimo raccontando della prossima guerra ordita da falangi di neri, armati fino ai denti, è fiorita una bibliografia fenomenale. Il libro più grande, però, l’ha scritto lui, Ed Sanders, il poeta beat, l’amico di Lawrence Ferlinghetti, l’immortale. “La maggior parte dei libri e dei documentari su Charles Manson e la sua ‘famiglia’ si risolve in qualcosa di schifosamente cruento, illeggibile, inaccettabile. Nessuno ha la luce di The Family. Il libro è una micidiale fusione di giornalismo e prosa poetica, che regge ancora perché non rientra in alcuna categoria, in alcun ‘genere’, è qualcosa di unico, di indifendibile, di ossessivo. Il caso Manson era enigmatico e insondabile: soltanto un poeta poteva dare forma all’orrore, qualunque cosa questo significhi”. Questa è Saraha Weinman – autrice, per altro, di un ottimo studio su The Real Lolita, 2018 –, la chiusa di un vasto saggio, The Family Affair (sottotitolo: “Come Ed Sanders, il poeta pacifista, scrisse il libro definitivo sui massacri orditi da Manson”), pubblicato su “Poetry”.
*
Sembravano così candide, sorridenti, innocenti, luminose, le ragazze-amanti di Manson, capaci di una ferocia che silenzia, che ci fa ammettere che il male c’è, il caos ha intelletto.
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The Family esce nel 1971. Sconquassa. Nel 1972 lo traduce, per tramite di Raffaele Petrillo, Feltrinelli. Il titolo è esplicito: La “Famiglia” di Charles Manson. Gli assassini di Sharon Tate. La copertina è nera, emerge il viso ipnotico di Manson, appare la scritta, bestiale, “Pig”. Meno dirompente la versione replicata lo scorso anno nella collana ‘Narratori’ (alla voce “traduzione” c’è anche il nome di Silvia Rota Sperti). Il titolo resta quello originario, La Famiglia; la copertina non allude a Charles Manson (tre ragazzine hippie, belline, sorridono: il male in sinuosa beltà); il libro è presentato come un romanzo. L’anno scorso, in una densa recensione su la Repubblica, Luca Valtorta concludeva, “Manson ha fatto perdere per sempre alla parte più pura dell’America la sua innocenza”. La considerazione è vera. E non è vera. L’America, culla della libertà, icona della democrazia, fin dal primo assassinio ha voltato l’Eden in stupro, l’orazione in strazio, il sogno in incubo, la foresta in frastuono di fabbrica. Gli dèi sono stati trucidati: Hollywood li ha ricreati, più belli, pittati, per alimentare le nostre aspirazioni perdute. Di Ed Sanders, in Italia, non c’è altro – tranne un racconto, La suocera, raccolto in New York Stories, una antologia di narratori curata da Paolo Cognetti per Einaudi, nel 2015. Tra Fitzgerald e Thomas Wolfe, Don DeLillo e Truman Capote, c’è Ed. Ecco. La Famiglia può essere avvicinato al lavoro di Capote, A sangue freddo. Capote – con il talento che gli è proprio – disseziona la banalità del male; Ed Sanders, da buon poeta, vuole vedere il male in pieno viso.
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Il poeta che per la City Light Books di Ferlinghetti aveva pubblicato Poem from Jail, smette la giacca lirica, assume un paio di investigatori privati, s’immerge nella vita di Manson, il suo alter ego rovesciato. The Family non è un poema in prosa: è un libro secco, tragico, una anamnesi spietata nella ‘teologia’ dei ‘figli dei fiori’, ingresso nella devianza acida, precipizio nel gorgo sadico. Quei massacri furono un rituale da Baccanti luciferine, infiammate dalla dissipazione, dal desiderio di morte – che si rivolge nel dare la morte agli altri. La colla religiosa è fondamentale: l’eccesso di vita (ogni religione ambisce a vincere la morte, a dare una risposta oltre la risposta definitiva della morte) provoca morte. Voglio ‘votarmi’ fino a svuotarmi, aderire completamente all’ordine impartito a un altro, corrispondere, per annientamento.
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Fu “una storia grande e tragica”, scrive Sanders, una storia-simbolo del tramonto americano, della sua corrosiva contraddizione. “Il caso Manson… Aveva i sogni di gloria e di celebrità, aveva religioni di ogni tipo, aveva le stragi interne e le guerre, il tutto concentrato in un’enorme e vorticosa storia di sesso, droghe e crimini violenti”.
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Il libro crea problemi a Ed. La congrega chiamata “The Process Church of The Final Judgment” cita in giudizio l’editore perché Ed ha impunemente avvicinato la loro attività alle manie teofolli di Manson. Ed procede nella sua lotta. Nel 1976, per la casa di Ferlinghetti, pubblica il manifesto Investigative Poetry. Come a dire: il poeta è l’essere adatto a investigare l’orrore, angelo della consolazione, ha i polmoni capienti per affogare tra i perduti senza farsi predare. Solo il poeta può accettare l’uomo in tutte le sue oscenità. D’altronde, è Orfeo a penetrare gli inferi.
*
Incipit: “Il 22 luglio 1955, giorno più giorno meno, Charles Manson era alla guida di una Mercury 1951 rubata e stava andando da Bridgeport, nell’Ohio, a Los Angeles. Insieme a lui c’era sua moglie Rosalie, diciassette anni, incinta. Tutto comincia da lì”. Descrizione di Manson: “Un ometto sudicio e dalla parlantina facile, che andava a caccia di giovani fanciulle, chitarra a tracolla, blaterando di misticismo e di guru”; “Locandiere degli sballati”; “Era schietto. Aveva una capacità incredibile nel manovrare una parte di una personalità contro l’altra, nell’individuare al primo istante le debolezze dell’interlocutore, creare confusione, in tal modo, presentarsi come leader”; “Evidentemente l’ostia di quella comunione era l’Lsd”; “Fu verso la metà del 1968 che Manson cominciò a dichiarare di essere al tempo stesso Gesù e Satana, Cristo e il Demonio”.
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Si chiama family, famiglia, quella di Manson. Accoglie chi non ha casa e chi fugge da casa, Manson. La famiglia dei senza-famiglia. La famiglia è la matrice dello Stato, la comunità nella comunità, luogo di reciproco servizio. La famiglia è la colonna portante della storia: qui è un verminaio di virus, un circuito di iene. Il demonio albeggia nell’istituzione considerata pia, un putiferio.
*
Ed Sanders compie 80 anni il 17 agosto: nel 2015 è tornato nel luogo del delitto, firmando la biografia di Sharon Tate, Sharon Tate: a Life. Susan Atkins è morta dieci anni fa; Patricia Krenwinkel detiene il primato di detenzione nello stato della California; Linda Kasabian, testimone fondamentale nel processo, ha compiuto 70 anni il 21 giugno. Charles Manson, condannato all’ergastolo, è morto il 19 novembre 2017. Il poeta, Ed, ha continuato a scrivere poesie – perché il linguaggio può deformare un uomo e le sue intenzioni, e bisogna abitarne la soglia bianca. (d.b.)
L'articolo Il poeta che sfidò Charles Manson. A 50 anni dall’omicidio di Sharon Tate e dai massacri della “Famiglia” proviene da Pangea.
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io-pentesilea · 5 years
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Per favore non mordermi sul collo.
(Citando)
Pentesilea
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recensissimo · 2 years
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Per Favore Non Mordermi Sul Collo: La Recensione del Film https://ift.tt/fdMiAPu
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C’era una volta a Hollywood
Diamo inizio al countdown: tra meno di un anno uscirà al cinema il nuovo, attesissimo film di Quentin Tarantino, Once upon a time in Hollywood. Non è mai troppo presto per prepararsi al film evento dell'anno, quindi diamoci da fare!
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QUENTIN TARANTINO C'è bisogno di presentazioni? I suoi film hanno fatto scuola e ispirato nuove generazioni di cineasti. Stando ai fortunati che hanno letto in anteprima la sceneggiatura, Once upon a time… ricorda molto Pulp Fiction (1994) per la coralità e per l'intreccio temporale à la Tarantino, anche detto “da mal di testa”. Facciamo un ripasso?
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HOLLYWOOD BABILONIA Veniamo alla trama: Leonardo di Caprio e Brad Pitt saranno un attore televisivo in difficoltà (il primo) ed il suo stunt-man (il secondo), alla ricerca dell'occasione giusta per sfondare ad Hollywood. E proprio Hollywood sarà l'altra grande protagonista del film: siamo nel 1969, anno che fa da spartiacque tra la lunga summer of love degli hippie di San Francisco, e l'ondata di violenza che hanno innescato Charles Manson e la sua Famiglia, aprendo gli occhi del mondo su quella terra di nessuno che era la California dell'epoca. Prima che la Famiglia irrompesse con coltelli e baionette, a Hollywood ci si divertiva: droghe e perversioni sessuali non erano un tabù, nelle grandi magioni sulle colline succedeva di tutto e, cosa ancora più sorprendente, le porte erano aperte a tutti! Bastava conoscere l'indirizzo giusto e chiunque, anche gli sporchi seguaci di Manson potevano partecipare a festini con i più grandi attori e musicisti del tempo. Nel film non mancheranno quindi tanti volti noti: Bruce Lee, Steve McQueen e star tv da noi poco famose. Per saperne di più della dissolutezza dello star system di quei tempi, non perdetevi Hollywood Babilonia II, la Bibbia del gossip hollywoodiano del tempo, soprattutto quello più scandaloso e macabro.
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LA DIVA Tra i protagonisti di Once upon a time… troviamo anche Margot Robbie nei panni della splendida e sfortunata Sharon Tate. Per chi non la conoscesse, la Tate è stata uno degli astri nascenti del cinema americano, diventata famosa grazie a La Valle delle Bambole (tratto dall'omonimo best seller) e Per favore, non mordermi sul collo! (1967), brillante horror comedy diretta da Roman Polansky. Proprio sul set di questo film scoppia la scintilla tra la bionda Sharon ed il geniale regista, una coppia insolita ed anticonvenzionale che però si consolida fino a sposarsi quell'anno stesso. Non solo attrice, la Tate era un modello di bellezza e carattere, regina delle riviste di moda ancor più quando resta incinta del marito. E' proprio questo dettaglio a rendere il crimine della Famiglia di Manson ancora più insopportabile: quando è stata assassinata, per motivi tuttora sconosciuti e forse inesistenti, la Tate era al nono mese di gravidanza.
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L'INTELLETTUALE All'epoca Polansky era famoso per due motivi: per essere il regista del famoso Rosemary's Baby (1968), e per essere il marito di Sharon Tate. Il fatto che il regista polacco avesse affrontato tematiche legate all'occultismo e al satanismo proprio nel suo film più celebre, e il macabro omicidio che lo coinvolse in prima persona, diede adito a strane teorie, sostenute dalla stampa sensazionalistica, che volevano lui e sua moglie implicati in misteriosi riti e legami sconvenienti. In realtà Polansky restò segnato dal terribile omicidio e si prodigò per investigare in prima persona alla ricerca dei colpevoli, seguendo perfino delle piste che lo portarono a Cuba e alle pratiche della santeria.
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IL CRIMINALE Se Charles Manson sarà interpretato da un attore televisivo semi sconosciuto, la sua Famiglia avrà invece i volti noti di Lena Dunham, Dakota Fanning e Austin Butler. Per conoscere fin nei dettagli più cruenti la loro storia, è imprescindibile la lettura de La Famiglia di Ed Sanders (2018). Siamo certi che Tarantino avrà letto e riletto questo tomo che ripercorre la genesi, la gloria e il disfacimento della setta di Manson, i suoi legami con le bande di motociclisti satanisti e con lo star system, la minaccia dell'Helter Skelter, ovvero la fine del mondo, le fughe per i canyon e la follia che sembrava aleggiare ovunque in quel momento storico. Suggeriamo anche la visione di The Manson Family (2003), nonché delle molte registrazioni televisive di interviste e processi, facilmente reperibili su Youtube.
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Di carne al fuoco ce n’è tanta e Tarantino non potrà mai deluderci. E ora, chi riesce ad aspettare altri 10 mesi?!
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simonettiwalter · 4 years
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“Noi diamo le nostre vite,noi diamo il nostro amore, E lodiamo Voi lassù sulle stelle, Noi sentiamo il vostro potere, il vostro fuoco che brucia, Voi innalzate i nostri spiriti sempre più in alto” #theprocesschurchofthefinaljudgement Io do la mia vita per te Sharon, io do il mio amore per te Sharon e non ci crederai perché ho la faccia da perdente è una vita senza passato senza presente senza futuro. Io lodo te che sei lassù sulle stelle e sento il tuo potere che innalza il mio spirito sempre che vuol dire per sempre e mi sembra quando la luccicanza avanza dentro di me che sto bruciando d’amore. E vorrei dire a mia moglie che non ho mai sognato un harem ma ho il cuore che si spezza quando penso a loro o come la sensazione di averle deluso e che il nostro patto di sangue non valga più niente. Per questo ti chiamo anche Madre. Sharon un ultima parola prima di morire di scomparire nel nulla creatore. Io sono un non essere perché non mi hanno permesso di vivere e amare i fascio-comunisti guidati dai liberali della domenica. E a volte ti vedo nei miei pensieri confusi e infelici ti vedo vicino al letto che mi porgi la mano, a volte sogno ad occhi aperti due bambini sorridermi. E penso spesso ad un film Per favore non mordermi sul collo! Che guardavo spesso in vhs e ridevo e piangevo per te! Perché non sapevo o sapevo questa è la mia maledizione. A volte mi stupisco di te “Riccardo io ti amo!” Mi dici e non so cosa fare e dire. Come Elisabetta anch’io ho una sentenza capitale, Vivo nel braccio della morte ma non importa, non importa nulla, basta che tu ritorni, basta che mi ritorni in mente. Sharon ... ti amo oltre il mondo che ci divide. #frasi #guerraagliumani #simonettiwalter #segretodistato #amore #pensieri #viverepermorire #morirepervivere #morireperamore https://www.instagram.com/p/CA2mXOUi8cO6E1waU143d0lO154sHT-xORE-j80/?igshid=18mw4m3kd7kdu
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thegoregoregirls · 7 years
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1967: Per Favore, non mordermi sul collo
1967: Per Favore, non mordermi sul collo
 Regia – Roman Polanski
“A scholar and scientist whose genius was unappreciated, Abronsius had given up all to devote himself body and soul to what was to him a sacred mission. He had even lost his chair at Königsberg University, where for a long time his colleagues used to refer to him as “The Nut”.”
Non avrei mai pensato che il vincitore sarebbe stato Polanski: non è un film poi così apprezzato…
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giornalepop · 7 years
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CELEBRIAMO ROMAN POLANSKI IN 6 SEQUENZE
CELEBRIAMO ROMAN POLANSKI IN 6 SEQUENZE
In attesa dell’uscita nelle sale italiane dell’ultimo film di Roman Polanski, Da una storia vera, di cui sono protagoniste la moglie Emmanuelle Seigner ed Eva Green, vogliamo celebrare uno tra i più importanti registi del cinema europeo proponendo sei sequenze da alcuni dei suoi capolavori.
Per favore… non mordermi sul collo (The Fearless Vampires Killers, 1967) Guardato con sospetto dagli…
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kirafava · 10 years
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MARCO TRAVAGLIO: PER FAVORE, NON MORDERMI SUL COLLO
MARCO TRAVAGLIO: PER FAVORE, NON MORDERMI SUL COLLO
La palla è rotonda, però…
Vincere, e vinceremo! “Caro Prandelli, cari ragazzi, in questi anni la Nazionale ha dato tante soddisfazioni agli italiani, quello che vi chiediamo è di giocare con intelligenza, dignità e onore, sempre nel rispetto dei valori dello sport. Mettetecela tutta, mettiamocela tutta! Nel 2006 ero a Berlino con la squadra di Marcello Lippi a soffrire in tribuna e poi a…
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simonettiwalter · 4 years
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"Si sopravvive a tutto per innamorarsi". Amarsi è questo: escludere D'essere i soli al mondo,I soli ad esser soli amando,Sterminandola l'invincibile armata." Battisti Panella I ritorni «Quando i morti camminano, signori, bisogna smettere di uccidere... o si perde la guerra.» (Il vecchio prete/Jesse del Gre) Gli zombie sono un incubo liberale. Ecco finalmente le masse, che tanto vorremmo amare, che si presentano alla porta di casa nostra con i visi che cadono a pezzi. Noi cerchiamo di mostrarci più umani possibile, ma loro si mettono a divorarci il gatto. E la paura dell'attività di massa, dell'irrazionalità su scala nazionale, spiega la mia paura degli zombie. [Clive Barker] Meditate mentre aspettate il vostro turno, perché è assolutamente impensabile che possiate fuggire da qui."Per favore, non mordermi sul collo! (Dance of the Vampires) Perché Ritorno? Come Michael Myers di Halloween "sono io la morte è ballo sovrana” Angelo Branduardi) e ogni volta che vengo ucciso il mio corpo si rialza si rianima, una forza primordiale gli da una parvenza di vita per continuare la mia Leggenda Personale (Paulo Coelho). Ritorno però in punta di piedi come uno spettro fatto di carne e sangue freddo. Ritorno per Giuseppe per tutti i miei figli e figlie ritorno per voi ragazze oggi donne che non mi avete tradito sacrificando la propria umanità. L’ho già detto dopo la morte di Dio anche l’uomo è morto si è dissolto nella nuova caccia alle streghe. L'estinzione della mia specie che c’è stata l'anno scorso è il culmine di una politica nazista e mafiosa è il culmine della civilizzazione chiamata oggi democrazia neo-liberale. Qui ed ora resisto  da un paese che è un punto di non ritorno.
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simonettiwalter · 4 years
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"Si sopravvive a tutto per innamorarsi". Amarsi è questo: escludere D'essere i soli al mondo, I soli ad esser soli amando, Sterminandola l'invincibile armata." Battisti Panella I ritorni «Quando i morti camminano, signori, bisogna smettere di uccidere... o si perde la guerra.» (Il vecchio prete/Jesse del Gre) Gli zombie sono un incubo liberale. Ecco finalmente le masse, che tanto vorremmo amare, che si presentano alla porta di casa nostra con i visi che cadono a pezzi. Noi cerchiamo di mostrarci più umani possibile, ma loro si mettono a divorarci il gatto. E la paura dell'attività di massa, dell'irrazionalità su scala nazionale, spiega la mia paura degli zombie. [Clive Barker] Meditate mentre aspettate il vostro turno, perché è assolutamente impensabile che possiate fuggire da qui."Per favore, non mordermi sul collo! (Dance of the Vampires) Perché Ritorno? Come Michael Myers di Halloween "sono io la morte è ballo sovrana” Angelo Branduardi) e ogni volta che vengo ucciso il mio corpo si rialza si rianima, una forza primordiale gli da una parvenza di vita per continuare la mia Leggenda Personale (Paulo Coelho). Ritorno però in punta di piedi come uno spettro fatto di carne e sangue freddo. Ritorno per Giuseppe per tutti i miei figli e figlie ritorno per voi ragazze oggi donne che non mi avete tradito sacrificando la propria umanità. L’ho già detto dopo la morte di Dio anche l’uomo è morto si è dissolto nella nuova caccia alle streghe. L'estinzione della mia specie che c’è stata l'anno scorso è il culmine di una politica nazista e mafiosa è il culmine della civilizzazione chiamata oggi democrazia neo-liberale. Qui ed ora resisto  da un paese che è un punto di non ritorno. PS: Sharon per favore mordimi sul collo!
Dawn of the Dead! Perché Ritorno come Halloween
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