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#moda sostenible
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Fibra biodegradable
Kintra Fibres presenta su nueva biofibra que sustituye al poliéster
La firma estadounidense Kintra Fibres, ha desarrollado una fibra de fuentes naturales y biodegradables. La cual, respeta la naturaleza y responde a las necesidades del sector textil.
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La producción de esta resina emite solo un 5% de las emisiones de carbono habituales en la producción de poliéster. Fuente de la foto FashionUnited.
Las nuevas fibras sostenibles continúan posicionándose en el mercado textil, como lo es la nueva biofibra de la  empresa estadounidense Kintra Fibers. Este nuevo material está fabricado en una base orgánica, obtenida a partir del maíz, con la que logran excluir el uso de materias primas derivadas de los combustibles fósiles, como el petróleo.
Actualmente, la empresa Kintra cuenta con una planta que ya ha producido 250 kilos de resina que han servido para realizar pruebas piloto. Además, entre los inversores de la empresa, destacan los grupos H&M, Bestseller, Fashion For Good y varios fondos inversores, como New York Ventures, Tech Council Ventures y Fab Ventures.
Así como esta biofibra fue diseñada para que se biodegrade en ambientes aeróbicos, con la intención de ayudar a resolver el problema de la contaminación por microfibras del PET. Al igual que ellos, en Carro tenemos una gran motivación para generar un cambio respondiendo a los valores de una economía circular, sostenible y esté en armonía con el medio ambiente.
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Renet es un textil resistente, liviano e impermeable. Fuente de la foto ensamblecarro.
Por esto, hemos creado “Renet”. El cual está creado con plásticos recuperados. A partir de la termofusión se combinan redes plásticas descartadas por la industria con silo-bolsas recuperadas del mundo agropecuario. La presión y la temperatura permiten que los materiales se unen generando una nueva lámina de patrón único, resistente, liviana e impermeable.
Ambos materiales son importantes avances en la maquila de materiales que ayudan a crear productos con un ciclo de vida menos perjudicial, lo que evidentemente impone nuevas oportunidades de consumo responsable con el futuro del planeta Tierra.
Noticia escrita por: Halina González
Enlaces externos:
Noguez, O. (12 de abril del 2023). Kintra crea poliéster biodegradable e invento actualiza al apparel. Obtenido de Revista Merca2.0. https://www.merca20.com
Martinez, J. (10 de abril del 2023). Kintra y su “bio-poliéster” levantan 8 millones en una ronda participada por H&M y Bestseller. Obtenido de Fashion United. https://fashionunited.co
Martinell, F. (8 de mayo del 2023). Kintra Fibres presenta Kintra, una biofibra que sustituye al poliéster. Obtenido de Pinker Moda. https://pinkermoda.com
Carro, efectos portantes. Obtenido de ensamblecarro. https://www.ensamblecarro.com.ar
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annacguimaraes · 10 months
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Nike y Adidas están en la vanguardia de la moda sostenible, asegurando que cada producto sea amigable con el planeta y beneficioso para la sociedad.
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vampiriquejuliette · 2 months
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Riflessioni sul fast fashion dell'ultima settimana
Il fast fashion è un termine usato per descrivere quel fenomeno nell’industria della moda caratterizzato da capi a basso costo, prodotti in tempi velocissimi, per rimanere al passo con le nuove tendenze. Trovare prezzi così miseri per indumenti all’ultima moda può sembrare il sogno se non consideriamo i danni indiretti che ne comporta.
Intanto si tratta di un terribile danno ambientale: per una maglietta di cotone si utilizzano in media 2.700 litri d’acqua, dalla piantagione di cotone fino all’arrivo al consumatore, rendendo insostenibile l’impronta idrica dell’industria. Inoltre, le fabbriche riversano le acque inquinate da questi processi nelle risorse idriche naturali. Non lo vediamo perché non succede a casa nostra, si tratta di aree dove le normative lavorative e ambientali sono carenti (Cina, India, Turchia). Anche materiali come poliestere e nylon, sicuramente più usati, richiedono grandi quantità di energia e acqua e generano pure gas serra. Si tratta almeno del 10% di emissioni di carbonio, tanto quanto l’intera UE.
Le condizioni dei lavoratori sono disastrose: fabbriche fatiscenti senza misure di sicurezza, oltre le accuse di lavoro minorile e traffico di esseri umani. I prezzi sono così bassi a causa dei salari miseri, per ogni euro che risparmi pagano loro: in Bangladesh lo stipendio medio è di 96 dollari mensili e per vivere una vita decente, secondo il comitato salariale del governo, dovrebbero guadagnarne almeno il triplo. Consideriamo inoltre la gran quantità di donne che ci lavorano e gli abusi che subiscono giornalmente nelle fabbriche: l’80% dei lavoratori sono donne con un’età compresa tra i 18-24 anni.
Le conseguenze sulla moda non sono da ignorare: siamo portati a comprare e buttare spesso per colpa della nascita dei micro-trend. Se prima una moda durava per diversi anni, ad oggi una moda può sopravvivere al massimo un mese e ciò lo dobbiamo a una società con ritmi vertiginosi, sempre bisognosa di novità. Il consumatore medio ha bisogno di sentirsi parte della società e, spinto dalla pubblicità, compra ciò che va di moda. Se la moda è così fugace, come si può rimanere al passo? Si rientra nel ciclo descritto prima acquistando il nuovo e buttando il “vecchio”, che sarebbe spesso un capo in perfette condizioni. Il fast fashion guadagna da questi ritmi perché il consumatore sarà portato ad acquistare di continuo. La continua produzione inoltre non garantisce capi di buona qualità; quindi, saranno più propensi a rovinarsi in tempi brevi. Trovo anche che la mancanza di mode ben affermate ai nostri tempi rischia di non dare ai giovani la possibilità di trovare un proprio gusto poiché sono costantemente bombardati da novità e non riescono a “digerire” ciò che consumano prima. Per non parlare dei design che le grandi catene rubano agli artisti per venderli a prezzi miseri, svalutando il loro lavoro. Si stanno perdendo i valori della moda: la qualità (per la quantità) e la creatività.
In quanto consumatori abbiamo una responsabilità e nel nostro piccolo possiamo migliorare le cose. I recenti buoni che girano nelle nostre chat sono una distrazione dalle conseguenze spiegate prima e non dobbiamo lasciarci abbindolare da soldi promessi (facendo parte di uno schema Ponzi d’altronde). Non mento, pure a me capita, seppur raramente, di comprare fast fashion per immediato bisogno di vestirmi o perché mi regalano buoni. Il fast fashion, come ho detto prima, è fatto apposta per essere comprato a poco prezzo e in poco tempo, quindi, è normale che chiunque prima o poi ci compri. Vedo però tante persone malate di consumismo negli ultimi giorni che sono disposte a contattare chiunque pur di ricevere un misero punto. Magari insultano pure chi critica questo sistema perché trovano insopportabile pensare che attivismo non è solo condividere storie, ma compiere attivamente scelte consapevoli. Non voglio attaccare, forse esiste qualcuno che ha davvero bisogno di 150 euro di vestiti al momento ma vorrei offrirvi un momento per pensarci meglio. Riflettete sul vostro effettivo bisogno di acquistare nuovi vestiti: avete bisogno di 150 euro di buono? Davvero non potete valutare altre opzioni più etiche prima? Se il bisogno non è immediato ma si tratta di acquisti di piacere, non potete portare più pazienza? Nelle nostre città sono presenti mercatini rionali e negozi dell’usato, ad oggi possiamo trovare persino applicazioni create per vendere e comprare usato e sono realtà più convenienti ed etiche per le attività locali e l’ambiente. Se avete il tempo usatelo per cercare in questi contesti e verrete ripagati con pezzi unici e spesso di alta qualità. Vi invito inoltre a non buttare ciò che non usate più, piuttosto rivendete o modificatelo a vostro piacimento (lunga vita al diy). Se lo stato e le aziende non sono pronti a cambiare, cambiamo noi.
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cborrador · 2 months
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Moda Sostenible: La Revolución del Nailon Reciclado
¡Hola emprendedores! Hoy traemos noticias frescas que no solo impactan en el mundo de la moda, sino también en la sostenibilidad y la economía circular. BASF e Inditex se unen para presentar una innovadora solución que promete revolucionar la industria textil: prendas de nailon fabricadas completamente a partir de residuos textiles. Este avance no solo demuestra un compromiso con el medio…
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vestiam · 3 months
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lunarojastienda · 3 months
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¿Qué esperas? No te pierdas de este increíble panti.
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demujeresblog · 7 months
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Cerveza Cristal invita a los chiricanos a canjear puntos de reciclaje por moda sostenible
El balance entre innovación y propósito está presente en la “Colección Barú” la cual fue lanzada recientemente en el marco del Chiriquí Fashion Week. Las piezas ecológicas de esta novedosa colección son confeccionadas a partir de materiales reciclados que fusionan moda y sostenibilidad para fomentar un cambio positivo en la gestión de residuos de la provincia. Todos los pobladores mayores de edad…
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aracelliworld · 10 months
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youtube
Me comprè unos zapatos usados en la tienda sostenible vinted!! te los muestro!!
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Gafas y relojes de madera Livegens
Gafas de sol de bambú polarizadas y relojes de madera sostenibles Livegens. Productos de diseño artesanales, ecofriendly y 100% libres de plásticos. Moda sostenible por un mundo mejor, con el medioambiente en el corazón. Planta la semilla del bambú en tu vida.
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ecosentido · 1 year
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Estudiantes de la Universidad de Puerto Rico (UPR) Recinto de Río Piedras desarrollan textiles utilizando macroalgas
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Sostenibilidad y medio ambiente
La economia circular: impulsando la sostenibilidad en la industria textil
Esta nueva forma de hacer moda está generando beneficios tanto para la industria como para el medio ambiente. Desde la conservación de los recursos naturales hasta la creación de empleo y la promoción de una moda más etica y consciente.
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La moda circular y sostenible ha emergido como una tendencia poderosa en la industria textil. (Foto de Ron Lach/Pexels)
En los últimos años, el término "economía circular" ha ganado cada vez más relevancia en los debates sobre sostenibilidad y medio ambiente. ¿Pero qué significa realmente? La economía circular se basa en la idea de reducir, reutilizar, reciclar y regenerar los recursos para minimizar el desperdicio y maximizar el valor en todos los sectores. Por eso en Carro consideramos que es tan importante la economía circular en la industria textil, porque es una herramienta fundamental para abordar los desafíos ambientales, promover una producción y un consumo más responsable.
La industria textil es conocida por su impacto negativo en el medio ambiente. Desde la extracción de materias primas hasta la producción y el desecho de prendas, cada etapa tiene consecuencias ambientales significativas. La producción de fibras requiere grandes cantidades de agua, energía y productos químicos, lo que contribuye a la contaminación del agua y del aire. Además, la mayoría de las prendas de ropa terminan en vertederos o incineradoras, generando enormes cantidades de residuos textiles.
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Mantener los productos en circulación el mayor tiempo posible, mediante las tres erres "reducir, reusar, reciclar". (Foto de Sarah Chai/Fuente Pexels)
Es aquí donde la economía circular entra en juego. En lugar de seguir el modelo lineal de producción-consumo-desecho, esta propone cerrar el ciclo y mantener los recursos en uso durante el mayor tiempo posible. Esto se logra mediante estrategias como la reutilización de prendas usadas, el reciclaje de fibras textiles, el diseño de productos duraderos y la adopción de sistemas de producción más eficientes. Al dar una segunda vida a la ropa, se evita la extracción de nuevos recursos y se reduce el impacto ambiental asociado.
No solo hay beneficios ambientales, sino también ventajas económicas para las empresas. La adopción de estas prácticas puede mejorar la eficiencia en el uso de recursos, reducir los costos de producción y aumentar la rentabilidad a largo plazo. Debido a esto, cada vez más consumidores valoran la sostenibilidad y buscan marcas que ofrezcan productos y servicios más responsables con el medio ambiente, lo que puede brindar una ventaja competitiva a las empresas que adopten un enfoque más consiente.
Para concluir, la economía circular desempeña un papel crucial en la transformación de la industria textil hacia prácticas más sostenibles y responsables. Además, promueve la innovación y la eficiencia en los procesos de producción, y puede generar ventajas económicas para las empresas que adopten este enfoque.
Artículo de opinión escrito por Halina González.
Fuentes externas
Cómo impulsar la circularidad de la industria textil. Residuos Profesional. https://www.residuosprofesional.com/impulsar-circularidad-industria-textil/
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biodiversidadenaccion · 10 months
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El lujo discreto es una falacia
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Moda y sustentabilidad ¿tienen un vínculo similar? ¡Claro que no!
El término «lujo discreto» o “tranquilo“ se ha popularizado en los últimos años para describir una nueva tendencia en el consumo de lujo. 
Esta tendencia se caracteriza, supuestamente, por un enfoque más discreto y sutil del lujo, en el que los productos de gama alta se compran por su calidad y artesanía, en lugar de por su ostentación o por la marca. 
Sin embargo, la idea del «lujo discreto» es una patraña, porque sigue basándose en la compra de artículos extremadamente caros que sólo pueden permitirse los más ricos.
Podemos pensar el tema como una analogía con la moda y la sustentabilidad, pero no estaríamos menos que equivocados: no solamente la industria puede sino que la industria debe convivir con ideas y producciones mucho más sustentables. 
Hagamos la analogía con el lujo y la discreción para dar paso, luego, a la reflexión. 
En primer lugar, el propio concepto de «lujo discreto» es erróneo porque sugiere que el consumo de lujo puede disociarse del contexto social y económico en el que se produce.
En realidad, el consumo de bienes de lujo está íntimamente ligado a cuestiones de desigualdad de riqueza y estatus social. 
Quienes pueden permitirse artículos de lujo suelen formar parte de una pequeña élite de individuos que ostentan una riqueza y un poder desproporcionados en la sociedad. 
Al creer en la idea del «lujo discreto», estas personas simplemente intentan justificar su propio consumo excesivo de una forma más aceptable para los demás.
La serie Succession es uno de los principales puntos de referencia de la idea de que el lujo puede ser discreto.
La historia gira en torno a una familia propietaria de una de las mayores empresas de medios de comunicación del mundo. Claro, no llevan logotipos llamativos, pero tienen chóferes privados y casas caras. Es un ejemplo perfecto de por qué no existe el lujo discreto cuando se es multimillonario.
Además, los productos que suelen asociarse con el «lujo discreto» suelen ser tan caros como sus homólogos más ostentosos. 
Por ejemplo, un bolso de «lujo discreto» puede no tener los mismos logotipos y adornos llamativos que un bolso de marca más ostentosa, pero aun así puede costar varios miles de dólares.
En muchos casos, el precio de estos artículos tiene poco que ver con su calidad o artesanía, y más con la exclusividad que supone poseer algo que sólo unos pocos pueden permitirse.
Otro problema del concepto de «lujo discreto» es que da por sentado que los consumidores son capaces de elegir con conocimiento de causa los productos que compran. En realidad, la industria del lujo es famosa por su falta de transparencia, lo que dificulta que los consumidores sepan de dónde proceden sus productos, cómo se han fabricado y si se han producido de forma ética y sostenible.
Esto significa que incluso aquellos que quieren tomar decisiones más conscientes sobre su consumo a menudo se quedan a oscuras sobre el verdadero coste de sus compras.
En última instancia, la idea del «lujo tranquilo» es una falacia porque perpetúa los mismos viejos problemas que siempre se han asociado al consumo de lujo. Refuerza la noción de que la riqueza y el estatus son cosas muy importantes en la vida, y que poseer cosas caras es el signo definitivo del éxito.
También permite a quienes pueden permitirse artículos de lujo justificar su propio consumo, ignorando las implicaciones sociales y económicas más amplias de sus acciones.
En conclusión, el concepto de «lujo tranquilo» es una falsa promesa que hace poco por abordar los verdaderos problemas del consumo de lujo. 
Si de verdad queremos crear una sociedad más sostenible y equitativa, tenemos que dejar atrás la idea de que poseer cosas caras es el objetivo último en la vida. 
En su lugar, debemos centrarnos en construir un mundo en el que todos tengan acceso a las necesidades básicas de la vida, y en el que la búsqueda de riqueza y estatus deje de ser la fuerza motriz de nuestras acciones. 
Lo mismo aplica a la sustentabilidad ¡Sigamos reflexionando juntos acerca de cómo lograrlo!
Originally published at http://accionbiodiversidadblog.com/ May 15, 2023.
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Guía FVS Ropa sostenible
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Sabemos que por mucho que lo intentemos, es prácticamente imposible reducir por completo el consumo en estas fechas.
Y aunque nos encantaría, no podemos evitarlo, pero si podemos controlarlo.
Por eso, hoy te traemos una guía sobre ropa sostenible, porque, si estás en la rueda del consumo, por lo menos hazlo de la mejor manera posible: con conciencia, cuidado y reduciendo al máximo.
En esta Guía FVS Ropa sostenible, hablamos sobre la segunda vida de la ropa, las fibras textiles y tejidos que no dañan al planeta, tiendas y aplicaciones que trabajan de forma respetuosa... ¡Y mucho más! 
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tebosamaniego · 2 months
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Ecuador Fashion Week Winter 2024
En el corazón de Sudamérica, Ecuador se prepara para deslumbrar al mundo de la moda con su Ecuador Fashion Week Winter 2024. Este evento, más que una simple muestra de tendencias, es un homenaje a la rica diversidad cultural y natural del país. Este año, el foco está puesto en los vestidos, no solo como prendas de vestir, sino como lienzos que narran historias, tradiciones y la belleza de las…
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crisis-ambiental · 10 months
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TURISMO RESPONSABLE: ESO QUE HACE QUE LA SOSTENIBILIDAD SEA ASOMBROSA ¡Y NOS SEGUIMOS SORPRENDIENDO!: PARTE 3
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EL TURISMO RESPONSABLE COMO ALIADO DE LA SOSTENIBILIDAD: EN ESTA TERCERA ENTREGA, PROFUNDIZAMOS EN CÓMO LAS PRÁCTICAS TURÍSTICAS CONSCIENTES PUEDEN IMPULSAR LA SOSTENIBILIDAD A NIVEL MUNDIAL, FORJANDO UN FUTURO MÁS VERDE Y REFORMANDO NUESTRA FORMA DE VIAJAR Y DISFRUTAR DE LAS ATRACCIONES CULTURALES.
El turismo sostenible, afortunadamente, se multiplica. Y vemos que los ejemplos florecen en todos los rincones del mundo.
Por eso, estamos encantados de destacarlos en nuestro blog. En esta tercera parte descubre otra joya, esta vez, un ejemplo deslumbrante de la industria sostenible.
UNA FUNDACIÓN PARA LA SOSTENIBILIDAD EN ÁMSTERDAM Ó COSECHAS LO QUE SIEMBRAS
Fashion for Good es una fundación para la sostenibilidad con sede en Ámsterdam que pretende interrumpir el modelo de moda rápida de la industria textil actual y dirigirla hacia una economía más circular que no sea tan entrópica y moralmente quebradiza como el statu quo actual.
La moda rápida es una crisis medioambiental, humanitaria y económica que agota los recursos mucho más rápido de lo que se reponen, explota a los trabajadores de los países en desarrollo y estafa a la gente para que compre prendas de mala calidad que hay que sustituir periódicamente, todo ello en nombre de un beneficio ciego.
A modo de ejemplo: hoy en día, la gente compra de media un 60% más de ropa al año que hace 15 años, pero la conserva sólo la mitad de tiempo.
Además, más de la mitad de la ropa nueva que se compra cada año termina en incineradoras o basurales, sin mencionar las terribles condiciones laborales de los «talleres de explotación» de los que se siguen aprovechando muchas de las grandes tiendas de ropa actuales. Obviamente, nada de esto es sostenible, pero la buena noticia es que se están desarrollando muchas soluciones y tecnologías innovadoras para ayudar a combatir la moda rápida.
Esta ONG ha desarrollado una plataforma que reúne a innovadores, inventores, investigadores, ONGs y otras personas de todos los sectores de la cadena de suministro de la industria de la moda, y trabaja con marcas corporativas para aplicar y ampliar estas innovaciones sostenibles en grandes sectores del mercado.
El objetivo último es reorientar toda la industria de la moda en torno a cinco principios de Buena Moda:
Buenos materiales: seguros, saludables y diseñados para la reutilización y el reciclaje.
Buena economía: creciente, circular, compartida y beneficiosa para todos.
Buena energía: renovable y limpia
Agua buena: limpia y disponible para todos
Respeto y dignidad: las condiciones de trabajo y de vida dignas, justas y además seguras.
OTRO EJEMPLO DE TURISMO RESPONSABLE
Con socios como Zalando, Chanel, Adidas, Tommy Hillfiger y otros a bordo del movimiento, está claro que esta valiente plataforma holandesa de moda sostenible ya tiene una gran influencia en el sector.
Sin embargo, cambiar la mentalidad de los líderes del sector es sólo la mitad de la batalla. Fashion for Good es muy consciente de que el cliente siempre tiene razón, por lo que también ha desarrollado una solución de turismo responsable para ayudar a abrir las mentes de los consumidores: la Fashion for Good Experience.
Situada en pleno centro de Ámsterdam, esta atracción única y envolvente ofrece un emocionante recorrido por las innovaciones de vanguardia diseñadas para abordar el problema de la moda rápida, al tiempo que presenta una estimulante visión general de la historia de la industria de la moda.
Extravagante, elegante y alucinante, es uno de los mejores ejemplos de turismo responsable en una ciudad a la que no le vendría mal más.
A través de una serie de exposiciones interactivas, aprenderás cómo puedes formar parte de un futuro mejor, con un montón de medidas reales y tangibles que puedes tomar y programas en los que puedes participar para ajustar tus hábitos de vestuario y vivir una vida más sostenible. Y sí, podrás imprimir tu propia camiseta sostenible.
Las mentes detrás de esta iniciativa creen en la práctica de lo que predican, por lo que cada centímetro cuadrado de su espacio está diseñado teniendo en cuenta la sostenibilidad y la economía circular.
El mobiliario es de segunda mano o de alquiler, se aprovecha la luz solar natural siempre que es posible para reducir los gastos de electricidad, mientras que todas las instalaciones, impresoras, alfombras e inclusive las paredes provienen de materiales reciclados.
Como en el caso de Gardens by the Bay, aquí hay algunas ideas específicas de un sector determinado, pero también muchas iniciativas fáciles de aplicar en las que pueden inspirarse todos los recintos.
La experiencia de los visitantes constituye una actividad totalmente reveladora, inspiradora y divertida que mejorará cualquier día en Ámsterdam.
Y ya que está en la movida, puede redoblar la apuesta ecológica con un paseo en barca de pedales por el anillo de canales de la UNESCO.
Continuará…
Originally published at https://crisisambiental.com/ July 12, 2023.
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