Tumgik
#mi ha dato pure il buongiorno in chiamata
te voglio bene assaje.💜❤️‍🩹
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ame-r-chaucer · 5 years
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Metamoro Yacht!AU
Chi non muore si rivede!! Ebbene no, non ho abbandonato questa cosina a se stessa senza una fine né un minimo di gioie per Ermal che è stato mollato a sbavare senza ritegno sul culo di Fabrizio. Ebbene sì, in questo aggiornamento non succede assolutamente nulla, ma avevo il timore che risultasse troppo lungo e noioso quindi ho deciso di spezzarlo dalla scena successiva.
E niente, vi mollo qui la parte uno e qui la parte due!
-Si ringrazia sempre @generaleferri per l’aiuto e il supporto. <3-
Buona lettura!
E così iniziano a conoscersi.
E quindi, seduti in quel pub, Ermal e Fabrizio parlano.
Parlano tantissimo.
Parlano di tutto.
Parlano del tempo, del mare, del lavoro di Fabrizio, della vita a bordo di Ermal.
Parlano di musica.
Parlano del fatto che Fabrizio suona la chitarra, scrive canzoni e ogni tanto, per sbarcare il lunario, si esibisce nei locali meno turistici, quelli nascosti tra le vie inerpicate della città.
Ermal tiene per se il desiderio di sentire qualcosa di suo un giorno, ma è Fabrizio a proporsi di fargli sentire qualcosa, se mani ne avrà voglia.
Ed Ermal gli risponde che gli piacerebbe molto. Insomma, come non potrebbe?
E poi è il suo turno ed è lui a raccontare delle lezioni di pianoforte, delle canzoni scritte di notte, quando la Luna fa brillare il mare scuro e tutta la nave dorme.
Probabilmente avrebbe continuato a parlare per ore se solo Fabrizio non avesse scoperto che Ermal non ha mai provato “l'Innominato”.
E, insomma, non puoi dire di aver vissuto veramente se non ne hai mai provato uno.
“Nessuno ha mai trovato il coraggio di dargli un nome. La prima volta che l'ho bevuto ho dormito per tre giorni.” esordisce Andrea, mentre Fabrizio torna al tavolo con un bicchiere ricolmo di un liquido ambrato in una mano e un bicchierino di sciroppo rosso scuro (amarena forse?) nell'altra.
Ed il sorriso che ha dipinto sulle labbra non è per nulla promettente.
“Mi raccomando, bevi prima questo e poi buttaci dietro l’altro. E, soprattutto, prima soffia”.
E come se niente fosse tira fuori un accendino dalla tasca dietro dei pantaloni e da fuoco al liquido.
Ermal sa che bere sarebbe davvero una pessima idea, lui che l'alcool lo regge davvero molto male.
Allora guarda Marco che, dall'altro lato del tavolo, gli lancia uno sguardo eloquente del tipo “Se muori abbandono qui il tuo cadavere”, ed è davvero tentato di rifiutare la proposta.
Ma poi si volta e incontra lo sguardo di Fabrizio che lo osserva incoraggiante con annesso enorme sorriso dipinto sulle labbra.
Come fa a non bere?
Infatti non fa e, senza indugiare oltre afferra il bicchiere che ancora sta bruciando, ci soffia sopra e beve tutto d'un sorso tra le urla festanti dell'intero tavolo -tranne quelle di Marco che già sa come andrà a finire la serata-.
E mentre beve gli viene l'atroce dubbio di averlo spento male perché non crede che sia normale che la sua gola bruci in quel modo.
Non appena il liquido ambrato finisce, Ermal appoggia il bicchiere sul tavolo con un rumore sordo e va alla ricerca del bicchierino con lo sciroppo, sperando che almeno quello gli dia un po' di sollievo alla scia di fuoco che ha nello stomaco.
Glielo porge Fabrizio, mentre lo incita a bere anche quello tutto d'un fiato.
Ed Ermal può forse dirgli di no?
Ma figurarsi!
E se solo avesse immaginato che quello non è proprio per il cazzo uno sciroppo di amarene ma tabasco mischiato ad altro alcool di cui davvero non vuole scoprire il nome, con il grande e possente membro di Rocco che l'avrebbe bevuto.
Ma ormai è tardi e il suo Grisù interiore si sta risvegliando dal coma etilico.
“Allora? Com'è?” gli domanda Fabrizio, facendoglisi vicino.
Ad Ermal ci vuole giusto qualche secondo per riuscire a riprendere coscienza da quel momento di morte.
E davvero non sa come faccia a sorridere e ad alzare il pugno in segno di vittoria senza vomitare il pranzo di Natale dell'anno passato.
Quello che sa è che Fabrizio gli ha passato un braccio intorno alle spalle e quindi il suo stomaco che sta cercando di digerire le fiamme dell'inferno può anche fottersi.
“Per ora sono vivo, spero di rimanerlo ancora per qualche anno”.
“ 'O so è forte, ma ora puoi dì d'esse' n'uomo vero! “
Ed è la risata di Fabrizio dopo quella frase l'ultima cosa che si ricorda di quella serata.
*
Ermal si sveglia di soprassalto, lo stomaco che brucia come la faccia di un demone a contatto con l'acqua santa, la lingua impastata e la testa che pulsa in maniera così dolorosa che l'istinto di sbatterla prepotentemente contro un muro è davvero forte.
Si guarda intorno, sperando che il collo regga e non si stacchi dalle sue spalle, giusto per rendersi conto dove diamine si fosse addormentato la sera prima.
Apparentemente al suo letto c'è arrivato.
E, sempre apparentemente, non è morto soffocato nel sonno dal suo stesso vomito.
Anche se il tremendo sapore che ha in bocca sembra dirgli l'esatto contrario.
Non ricorda niente, assolutamente niente di niente.
O per meglio dire, ricorda di aver bevuto quell'intruglio del demonio.
Ricorda di aver riso davvero tanto.
Ricorda pure Fabrizio costantemente al suo fianco e il rumore della sua risata.
E ricorda forse di aver lanciato una scarpa da qualche parte?
Effettivamente in fondo al suo letto di stivaletto ce n'è solo uno.
Oddio, che cazzo ha fatto.
Ci impiega circa cinque minuti ad alzarsi da letto e mettersi un qualcosa addosso.
Dovrà ricordarsi di ringraziare Montanari per avergli almeno tolto la maglietta prima di lanciarlo sul letto.
… Perchè è stato lui a lanciarlo sul letto, vero?
Non ha idea se ha ancora qualcosa nello stomaco -e soprattutto se ha ancora uno stomaco-, ma la nausea che il dondolio costante della nave non aiuta a placare non lo sta agevolando nel compito di uscire dalla propria camera.
Appellandosi a qualche santo che decide di miracolarlo, riesce ad arrivare sul ponte dove c'è il suo salvatore Marco che sta parlando al telefono.
“No sta ancora dormendo. Non mi sembra proprio il caso di ripetere stasera Francesco.”
Origlia Ermal, prima di andare a sbattere contro il tavolino e attirare così l'attenzione dell'amico.
“S'è svegliato, sembra vivo. Ti chiamo dopo” detto ciò chiude la chiamata e Ermal davvero spera che quello sguardo severo sia solo uno scherzo che Marco ha premeditato prima di dirgli di stare tranquillo che non è successo niente.
“Buongiorno, Ermal. O forse dovrei dire buon pomeriggio visto che sono le tre.”
No, non è uno scherzo. Dio santo che cazzo ha fatto.
“Marco, ti prego, evitata. È stato così tremendo?” Domanda, lasciandosi cadere a peso morto su un divanetto.
“Allora, vediamo, sei stato stranamente divertente per le prime ore quando in circolo nel corpo avevi solamente quell'intruglio che ti hanno propinato, ma poi hai avuto la brillante idea di assaggiare il cocktail di Fabrizio e te lo sei scolato, quindi  hai iniziato a raccontare qualche aneddoto divertente.”
“Ti prego, dimmi che non ho raccontato di Praga”
“Oh, sì che hai raccontato di Praga. Sei anche salito sul tavolo per essere sicuro che quelli del bar accanto fossero abbastanza fortunati da sentire.”
Ermal inizia a sperare che un enorme buco nero si apra sotto i suoi piedi e lo inghiottisca.
“Che altro ho fatto, Marco”.
“Hai continuato a bere, mandandomi coloritamente a fanculo quando ti ho consigliato di darti una regolata, hai fatto una scommessa con Andrea, che era circa ubriaco quanto te, che grazie a Dio nessuno ha vinto perchè sarebbe stato complicato spiegare a tua madre il perchè di un tatuaggio ambiguo sulla faccia, poi ti sei aggrappato a Fabrizio iniziando a parlare in albanese, e meno male che nessuno ti ha capito perchè ho come l'impressione che gli stessi dicendo cose non adatte ai minori, ed infine, oltre ad avermi fatto vivere un incubo per riportarti qui sullo yacht, e per questo devi ringraziare quel santo di Fabrizio perchè se non fosse stato per lui saresti a correre nudo su qualche spiaggia, ti sei strappato la camicia sfidandolo a fare lo stesso intimandolo con un, cito testuale, “Ma solo perchè voglio vederti nudo”, inoltre hai gettato una scarpa in mare solo perchè volevi vedere se era capace di nuotare. Per la cronaca no, non è capace.”
Ermal, dopo vent'anni di vita, ha capito cosa vuol dire perdere la dignità.
“Dovevi uccidermi, che razza di amico sei Montanari.”
“Non volevo infierire ulteriormente.”
E Marco un po' di pena per Ermal la prova in quel momento, nel vederlo ridotto uno straccio, con le occhiaie che gli accarezzano le ginocchia, la consapevolezza di essersi comportato da completo coglione davanti al ragazzo per cui sbavi da settimane e un dopo -sbornia da paura.
“Se ti può consolare anche Fabrizio era un po' ubriaco” tenta, sentendosi forse un po' in colpa per aver esposto i fatti in maniera così dura e diretta.
Ma Ermal sembra intento a pensare ad un modo per uccidersi in maniera veloce e indolore per prestare realmente attenzone a quello che Marco sta aggiungendo per cercare di addolcirgli la pillola.
Quindi, non solo ha dato il peggio di se davanti ad un intero tavolo di sconosciuti, no, ha anche dichiarato a Fabrizio stesso di volerlo vedere nudo e chissà che altro gli ha detto nella sua lingua madre.
Dio, potrebbe andare peggio di così?
E noi tutti ci ricordiamo cosa abbiamo detto del karma nelle due puntate precedenti, vero?  
Esatto, il karma è una puttana quindi ovviamente può andare peggio di così.
“Ao Marco, ciao! Com'è? S'è svegliato Ermal?”
Ermal vede chiaramente Marco, poco distante da lui, lanciargli un'occhiata veloce prima di spostarsi verso il parapetto dello yacth e rispondere al saluto di Fabrizio con un cenno della mano.
“Io sto bene, lo stesso non si può dire di Ermal che si è svegliato ora e sembra finito sotto uno schiacciasassi”.
E probabilmente è il suono della risata di Fabrizio che lo fa alzare dal divanetto e lo porta ad affiancare Marco.
“Non sto messo così male. Ho solo una nausea tremenda e la testa che scoppia.”
E una profonda vergogna che gli divora l'anima,
“Già che sei riuscito a metterti 'n piedi dopo tutto quello che te sei scolato ieri sera me pare 'n ottimo risultato!”
“Aspetta che scendo”
E senza aggiungere altro, senza nemmeno preoccuparsi di rendersi un minimo più presentabile, Ermal scende di due piani, attraversa la passerella e raggiunge la terraferma.
Il tutto senza cadere in acqua.
Bene, e ora?
“C'hai na faccia pallida da spavento, sei sicuro di star bene?”
“Ho avuto giornate migliori, ma almeno sto in piedi”.
Ermal si incanta a guardare Fabrizio sorridere e si domanda come faccia ad essere sempre così bello.
Cioè,da vicino è ancora più bello che visto dall'alto del suo yacht.
Poi si rende conto che magari dovrebbe anche cercare di dire qualcosa invece che fissarlo come un coglione.
Anche perchè non è che la sera precedente ha fatto poi una figura con i fiocchi.
“Senti... Mi scuso per il mio comportamento di ieri sera. Mi ha detto Marco che ho un po', ecco, esagerato”.
E davvero vorrebbe che il pavimento lo inglobasse e lo liberasse da questa situazione ignobile, ma la risata a cui si abbandona Fabrizio è decisamente il motivo per cui ritrova il coraggio di alzare lo sguardo, che prontamente aveva abbassato sulle sue ciabatte con la vergogna nell'anima.
Cioè, lui si sta scusando per essersi comportato come un coglione Fabrizio ride.
Al che la domanda sorge spontanea: ride di lui o ride con lui?
“Ma sta tranquillo! Ho capito che nun sei sempre così,  s'è visto che nun sei per niente abituato a bere tutta 'a roba forte che t'avemo propinato”.
E in una condizione normale, Ermal si sarebbe scansato con ribrezzo, nell'esatto momento in cui vede la mano di Fabrizio alzarsi e puntare alla sua testa.
Sono poche -davvero davvero poche- le persone che possono osare toccargli i capelli.
E di solito devono avere sulle spalle almeno tre anni di conoscenza.
Ma, insomma, Fabrizio è Fabrizio ed è normale non battere ciglio nemmeno quando quella mano finisce dritta tra i suoi capelli, scompigliandogli maggiormente i ricci che, in post-sbornia, è già tanto che siano ancora attaccati alla sua testa.
Può chiaramente sentire il “GASP” di Marco che, lo sa, li sta spiando dal piano superiore dello yacht.
Ma al momento Ermal si sta elevando fino in paradiso nel percepire il calore di Fabrizio così vicino alla sua pelle, il tocco gentile sulla sua nuca e quel sorriso a pochi centimetri di distanza.
E nonostante la nausea persistente, il mal di testa lancinante, l'equilibrio più che precario, Ermal ha deciso che quella giornata è cominciata proprio bene.
Ed è lo stesso Fabrizio a riportarlo con i piedi per terra.
“Ma senti ‘n po’, tra du’ giorni c’ho la serata libera e vado a suona’ ‘n pochetto in un posto. Magari se nun c’hai nulla da fare, me farebbe piacere se venissi.”
Ermal può quasi giurare di aver visto le sue guance colorarsi appena, ma è stato un momento troppo breve per esserne certo visto che Fabrizio si è premurato di voltare la testa e abbassare lo sguardo.
Sicuramente lui è arrossito.
Insomma, fino a ieri lo stava fissando dall’alto dei cieli e adesso Fabrizio lo ha invitato ad uscire e, cosa non meno importante, ha ancora la mano affondata nei suoi ricci.
Forse se l’è dimenticata.
Come se ad Ermal dispiaccia.
“Cioè, se c’hai da fare ‘n fa niente, n’te perdi nulla!” e come se gli avesse letto nel pensiero sfila la mano da quell’intreccio di capelli per passarla nei propri.
Ed Ermal si chiede se davvero Fabrizio sia in imbarazzo per avergli fatto quella proposta o se è la sua mente che gli sta giocando brutti scherzi facendogli vedere cose che in realtà non stanno accadendo.
“Vengo molto volentieri, Fabbrì” risponde forse un po’ troppo velocemente.
Ma lo farebbe di nuovo un miliardo di volte se questo vuol dire poter godere di quel sorriso luminoso che è andato a dipingersi sulle labbra di Fabrizio.
“Bene, perfetto, allora te faccio tenè ‘n posto! Ovviamente è invitato anche Marco.”
“Sono sicuro che verrà con piacere anche lui.”
E per un momento Ermal spera che tutto il gruppo gli dia buca così da poter godere di una serata da solo in compagnia di Fabrizio, ma il suo buon senso gli ha saggiamente suggerito di portare pazienza.
E si sa che la pazienza premia i pazienti.
Forse non è così il proverbio.
In ogni caso, quella giornata ha davvero preso una piega decisamente più che piacevole.
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Si rimane in B2 !!!
Esatto avete capito bene ! Le ragazze della bellissima squadra di B2 hanno fatto il loro dovere sui campi di via dello sport, Domenica 11 Luglio, data che entra di diritto nella storia dello Sport Italiano ma che nel nostro piccolo abbiamo onorato alla grande.
Come sta succedendo da qualche blog a questa parte non vorremmo dare troppo peso ai dettagli tecnici che comunque resta doveroso sottolineare, riportando gli score con cui le nostre hanno sbaragliato le liguri dopo il 2 a 2 di due settimane fa.
COLOMBO ASYA (2.5) b. BONELLO REBECCA (2.4) 60 62 con la nostra bravissima a rintuzzare il tentativo di ritorno della ligure ad inizio secondo set. Sono quei match che sembrano troppo semplici nelle parti iniziali ma che nel nostro sport abbiamo visto troppo spesso cambiare direzione in pochi attimi, in pochi colpi. Ancora bravissima Asya e bravo coach Mauro a tenerla concentrata e sempre presente a se stessa !
URELLI VALENTINA (2.5) b. MOCCIOLA SILVIA (2.6) 46 63 62 con Vale che impone anche una volta la regola Urelli court non facendo espugnare il campo 4 contro una giocatrice che ha dimostrato ancora una volta una dote davvero essenziale a questi livelli, quella di riuscire a far giocare male le avversarie con un tennis magari non troppo appariscente ma molto intelligente e a volte imprevedibile. Valentina ha dimostrato ancora una volta di riuscire a mettere in campo tutta la sua esperienza e di trascinare e farsi trascinare dalla squadra. Grande Vale anche e soprattutto a non scomporsi nel terzo e decisivo set, avanti 5 a 0 e rimontata solo sino al 5 a 2 !
CASSANI SONIA (2.6) b. CRETTI ILARIA (2.6) 64 62 grazie ad una solidissima prova soprattutto al servizio di una Sonia in grande fiducia in questo fondamentale. Tutti in tribuna siamo rimasti affascinati dalla notevole penetrazione non solo della prima di servizio ma soprattutto dalla seconda (cit. Giorgio Biondi tifoso doc) che metteva regolarmente in posizione di rincorsa la brava pari classifica. Ci ripetiamo ma poter contare su una giocatrice del vivaio che fornisce una tale garanzia non ha eguali !
Rimaniamo in B2 quindi e con tanto orgoglio lasciamo la parola a Mattia, che come tradizione vuole termina le stagioni con parole dedicate a ciascuna delle sue o meglio delle nostre giocatrici. Eccole:
Buongiorno ragazze, giornata lunga ieri ma ricca di grandi soddisfazioni!
Il vostro successo non poteva che coincidere con una data storica e con un avvenimento straordinario come il Campionato Europeo di Calcio.
Ma ora giusto celebrare voi, come abbiamo celebrato la straordinaria impresa dei ragazzi promossi in B1.
Cerco di essere breve, ma temo di fare una grande fatica.
Siete state eccezionali, avete dimostrato di essere un gruppo di amiche che ha saputo gestire e superare i momenti difficili che questo campionato ci ha costretto ad affrontare.
Con un pizzico di fortuna avremmo pure potuto fare qualcosa di incredibile accedendo ai playoff, ma superare poi i playout a cui siamo stati relegati non era affatto scontato, avendo davanti una storia piena di squadre che immeritatamente retrocedono.
Siete state super e tutti noi del CTP siamo orgogliosi di quanto fatto, al primo anno in Serie B e con un gruppo nuovo da cementare.
Ma rendiamo merito a voi, alle assolute protagoniste di questa squadra:
Carola:
Hai vissuto un paio di mesi difficili, ma sei stata un perno fondamentale del gruppo. Avresti voluto dare un maggior contributo, ma sei sempre stata presente, hai dimostrato attaccamento alla squadra e non hai mai fatto mancare il tuo sostegno alle tue amiche. Sei la nostra modella top player e il prossimo anno sarai il pilastro grazie a cui ambire a traguardi ancora maggiori.
Asya:
Che piacevole sorpresa! Ti sei integrata alla grandissima, hai vinto praticamente SEMPRE e hai trascinato le tue compagne con un carisma incredibile. Sei stata la nostra arma a sorpresa e sembra che giochi a Parabiago da una vita!
Vale:
Garanzia di gioco qualitativo, di impegno e atteggiamento sempre professionale. Anche in questa stagione le partite chiave le hai sempre centrate! A te non si deve mai rimproverare nulla, ormai sei una veterana del nostro spogliatoio e un esempio per tutte.
Aurora:
New Entry di altissimo livello! Chiamata in causa hai risposto presente con due vittorie pesanti. Hai potuto vivere la squadra un filo meno delle altre per svariati motivi, ma hai sempre dato il tuo supporto come una compagna di squadra dovrebbe sempre fare.
Sonia:
Che dire? Per me e per il CTP sei come una figlia. Sei tutto quello che una giocatrice parabiaghese dovrebbe essere. Bravissima e sempre una di noi!!!
Ilaria:
La figura di maggiore importanza della squadra! (AUGURI di Buon Compleanno per oggi!). Sempre pronta, sempre presente, la nostra leader silenziosa in alcuni momenti e super tifosa in altri! Ci hai resi orgogliosi di te! Adesso pedala e mostra di essere pronta a fornire super prestazioni la prossima stagione!
Un grazie a tutte di cuore da parte di tutti e un mio sentito ringraziamento a Mauro che mi ha accompagnato in questo percorso, tanto delicato quanto complicato.
Questo risultato viene da un lavoro di team non casuale!
Avanti cosi e vi voglio bene!
CTP B2AGAIN
Chiudiamo con la solita carrellata di immagini della bella giornata di ieri partendo dai festeggiamenti sul campo al termine del singolo di Sonia
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Passando per la bellissima foto di gruppo con anche le avversarie a cui Grazia ha voluto omaggiare con un ricordo della giornata passata insieme
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Sono queste le foto che ci piacciono, una sorta di terzo tempo stile rugby che tanto fa bene al nostro sport e che vorremmo diffondere in tutti i Circoli della zona, presuntuosi di essere di esempio
Chiudiamo con la gioia delle ragazze raccolte attorno al vero punto di riferimento del CTP per i nostri momenti insieme, GRAZIA
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UN GRAZIE ANCORA A TUTTE E ORA NON MOLLIAMO NULLA !!!
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misereorcordis · 7 years
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Non interessa molto ma sentivo il bisogno di scrivere, di raccontare a me stessa come è successo, come mi sono innamorata. Era il 17 Novembre del 2015, appena dichiarata a mia madre 10 giorni prima. Non pensavo che quel giorno avrei incontrato la persona che avrei chiamato "Amore" per più di un anno. Era sera, al cenacolo, in chiesa. Avevamo il primo incontro di preghiera e io sarei stata da sola per tutta la prima parte della serata perché mia sorella era all'università e sarebbe tornata alle 21. Arrivano in ritardo questi due fratelli con gli occhi azzurri e io ero troppo persa tra i miei pensieri per notarile subito. Quindi mi presento e non alzo nemmeno lo sguardo, allungo la mano e dico "Alessia, piacere". Era arrivato il momento di parlare ed esprimere un giudizio sul discorso che stavano affrontando e per un momento guardo la ragazza nuova, mi chiedevo a chi assomigliasse ma nel contempo mi importava poco, era bella, dai tratti dolci, mi piaceva e basta. Inconsapevolmente mi distrae quindi inizio a bofonchiare e a dimenticare ciò che dovevo dire. Mi interrompo chiedendo all'animatrice se potevo uscire a prendere un po' di aria fresca fuori. Mi stavo sentendo male, farfalle nello stomaco, solletico al cuore, bloccata tra la risata e il pianto. Chiamo Carlo e gli racconto tutto ma lui, che mi conosce come le sue mani, sapeva benissimo che ero in quelle condizioni perché mi stava piacendo e mi ha aperto la mente. "A te vengono gli attacchi di panico perché hai paura, ma ora non è colpa sua, hai paura che ti possa piacere e lo sai che è così." Aveva ragione. Rientro in stanza cercando di concentrarmi su quello che dovevo fare e su come controllarmi ma fallisco miseramente perché non arrivo a sedermi sulla sedia e casco a terra. Lei rideva, e si divertiva, ed era bellissima. Quando faccio passare il rossore dalle guance e mi ricompongo la guardo per un momento e vedevo che lei mi stava guardando pure, quando si rigira per un momento ho pensato "Tu mi cambierai la vita". All'inizio non sapevo se in modo positivo, ma ora ne ho la conferma. Alla fine della serata mi sono fatta avanti prima di andarmene. -"Ciao, mi chiamo Alessia, tu?" -"Eluliana, ma è troppo difficile. Chiamami Elu" -"Che scuola fai?" -"Concetto Marchesi, classico." -"Oh voi oggi eravate al corteo?" Mi guarda in modo strano e mi rimangio tutto. -"No vabbè, lascia perdere." -"Tu?" -"Emilio Greco, artistico." La sua faccia era un misto tra confusione e disgusto, in quel momento ho capito che era meglio se mi stavo zitta e mi facevo i cavoli miei. Torno a casa e inizio a seguirla su Instagram e faccio vedere tutte le foto a Carlo. Volevo il suo parere. Il giorno dopo non sarei andata a scuola, avevo una visita medica ma non ho fatto altro che pensare a come attirare la sua attenzione. Notando i suoi interessi nella descrizione di Instagram invio una foto di una serie tv in comune nel gruppo del cenacolo. Lei ha notato, e abbiamo iniziato a parlare. Uguali. Stessi interessi, stesse serie tv, stessi libri. Il giorno dopo ci inviamo il buongiorno e vado a scuola più felice del solito. Ero già cambiata, era stata lei. I miei compagni notano che io mi ero fatta salutare e addirittura abbracciare. Arriva Carlo. -"Com'è Ale?" -"È blu." Una risposta idiota all'apparenza. Il blu è un colore bellissimo, che esprime tutto il bello di questo mondo, il suo colore preferito, la libertà e la dipendenza. Una canzone che ascoltai quella mattina parlava di una persona "blu". Alla fine della ricreazione, durante il compito mentre io ero in classe è squillato il telefono. Il display si illumina "Eluliana". Esco dalla classe come se niente fosse e le rispondo. -"Ei" -"Ciao" -"Che fai?" -"Niente, tu?" -"Ho appena finito di fare educazione fisica." -"Perché mi hai chiamata?" -"Perché mi piace parlare con te." Si avvicinano le mie compagne "Ale ora rompi le palle anche a sta ragazza?" Lei sente e si mette a ridere. -"Hai sentito?" -"Si ma tranquilla" Io impazzita. Completamente. Non facevo altro che parlare con lei, e aspettare di rivederla e ogni volta mi mancava sempre di più. E mi guardava, e si rigirava quando vedeva che mi accorgevo dei suoi occhi su di me. Era sempre così. Poi é venuto Giovanni per verificare questa cosa. Quella sera io non mi sono avvicinata a lei, mi guardava aspettando che facessi qualcosa ma invece lei si è alzata e si è messa accanto a me poi si è messa davanti a me e giocava con la mia collana di PLL. -"Di che segreto parli?" -"Se te lo dicessi non sarebbe più un segreto." -"Giusto" Alla fine quando me ne dovevo andare non l'ho salutata e lei è rimasta a guardarmi aspettando che lo facessi e invece no. Ma non si è arrabbiata. Forse c'era rimasta solo male. Poi le davo calci alla sedia, e lei si girava e mi guardava. -"Sei rossa" -"Nah, ti sbagli" -"Nono, hai anche le orecchie rosse." -"Stai mentendo" Invece volevo solo autoconvincermi del fatto che lei non mi faceva nessuno effetto. Mi sbagliavo come sempre. Perché è arrivata quella sera, in cui ho accettato il mio sentimento. Potevo fare tutte le volte visualizzato quando mi scriveva, potevo mandarla via quando mi parlava ma alla fine mi faceva mancare il fiato. Quella sera lei si è messa accanto a me. -"È inutile che parliamo 24h su 24 e poi quando ci vediamo mi mandi via." -"Te ne devi andare, non voglio starci con te. Mi dai fastidio." Si alza e si allontana. Si era messa davanti alla TV e non si toglieva nemmeno con la ruspa. -"Non sei Carlotta Ferlito, ti puoi togliere dalla tv." -"Ma perché io infatti sono meglio di lei, vedrai..." È tornata accanto a me dopo due minuti circa. Stavo guardando Grey's Anatomy. -"Se non vuoi stare con me allora sarò io a stare con te." -"Sto guardando la tv." -"Vabbè niente.." -"Ti piace Grey's?" -"Mi fanno schifo le persone squartate." Ma inspiegabilmente conosceva i nomi dei miei personaggi preferiti e le loro relazioni. -"Ma quindi lo hai visto già?" -"No, siccome piaceva a te mi sono documentata." Niente, sono crollata, mi sono addormentata sulla sua spalla e lei non mi ha svegliata. Era morbida, calda e il mio cuore era comodo, sarei potuta rimanere in quel modo per ore a sentirla respirare e il suo profumo. Ma sono dovuta andare via dopo poco. Non l'avrei salutata nemmeno quella sera, mi sarei limitata solo ad un gesto con le mani ma invece lei mi ha fermata per i polsi e mi ha dato un bacio nella guancia. -"Buonanotte" Io ero terrorizzata. Mi sono lasciata andare. Stare senza di lei, anche per pochi giorni mi metteva tristezza, mi odiavo per quello che facevo e sapevo anche che era tutto vano, mi sarei affezionata a lei inevitabilmente. Mi mancava, sentivo il bisogno di dirglielo, avrei voluto abbracciarla e stringerla, volevo darle un bacio e volevo farglielo sapere e non potevo. Glielo dico? Non glielo dico? E se si allontana? Le dedico qualche canzone magari glielo faccio capire. La tua bellezza, Tappeto di fragole, Sei parte di me. Ascolto il cuore, glielo dico. -"Mi piaci" -"Non c'è niente di male." Il vuoto, silenzio. Stavo male, ma meglio di niente. Non mi ha detto che lei non provava niente. Mi sono arresa e ho lasciato che tutto facesse il suo corso. E ci siamo innamorate.
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valeria-manzella · 7 years
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..PAPA FRANCESCO..UDIENZA GENERALE..Piazza San Pietro..La Speranza cristiana..La Speranza, forza dei martiri..Cari fratelli e sorelle, buongiorno!..Oggi riflettiamo sulla speranza cristiana come forza dei martiri. Quando, nel Vangelo, Gesù invia i discepoli in missione, non li illude con miraggi di facile successo; al contrario, li avverte chiaramente che l’annuncio del Regno di Dio comporta sempre una opposizione. E usa anche un’espressione estrema..Sarete odiati..odiati..da tutti a causa del mio nome.. (Mt 10,22). I cristiani amano, ma non sempre sono amati. Fin da subito Gesù ci mette davanti questa realtà: in una misura più o meno forte, la confessione della fede avviene in un clima di ostilità..I cristiani sono dunque uomini e donne..controcorrente..E’ normale: poiché il mondo è segnato dal peccato, che si manifesta in varie forme di egoismo e di ingiustizia, chi segue Cristo cammina in direzione contraria. Non per spirito polemico, ma per fedeltà alla logica del Regno di Dio, che è una logica di speranza, e si traduce nello stile di vita basato sulle indicazioni di Gesù..E la prima indicazione è la povertà. Quando Gesù invia i suoi in missione, sembra che metta più cura nello ..spogliarli.. che nel..vestirli!..In effetti, un cristiano che non sia umile e povero, distaccato dalle ricchezze e dal potere e soprattutto distaccato da sé, non assomiglia a Gesù. Il cristiano percorre la sua strada in questo mondo con l’essenziale per il cammino, però con il cuore pieno d’amore. La vera sconfitta per lui o per lei è cadere nella tentazione della vendetta e della violenza, rispondendo al male col male. Gesù ci dice..Io vi mando come pecore in mezzo a lupi..(Mt 10,16). Dunque senza fauci, senza artigli, senza armi. Il cristiano piuttosto dovrà essere prudente, a volte anche scaltro: queste sono virtù accettate dalla logica evangelica. Ma la violenza mai. Per sconfiggere il male, non si possono condividere i metodi del male..L’unica forza del cristiano è il Vangelo. Nei tempi di difficoltà, si deve credere che Gesù sta davanti a noi, e non cessa di accompagnare i suoi discepoli. La persecuzione non è una contraddizione al Vangelo, ma ne fa parte: se hanno perseguitato il nostro Maestro, come possiamo sperare che ci venga risparmiata la lotta? Però, nel bel mezzo del turbine, il cristiano non deve perdere la speranza, pensando di essere stato abbandonato. Gesù rassicura i suoi dicendo..Perfino i capelli del vostro capo sono tutti contati.. (Mt 10,30). Come dire che nessuna delle sofferenze dell’uomo, nemmeno le più minute e nascoste, sono invisibili agli occhi di Dio. Dio vede, e sicuramente protegge; e donerà il suo riscatto. C’è infatti in mezzo a noi Qualcuno che è più forte del male, più forte delle mafie, delle trame oscure, di chi lucra sulla pelle dei disperati, di chi schiaccia gli altri con prepotenza… Qualcuno che ascolta da sempre la voce del sangue di Abele che grida dalla terra..I cristiani devono dunque farsi trovare sempre ..sull’altro versante.. del mondo, quello scelto da Dio: non persecutori, ma perseguitati; non arroganti, ma miti; non venditori di fumo, ma sottomessi alla verità; non impostori, ma onesti..Questa fedeltà allo stile di Gesù..che è uno stile di speranza..fino alla morte, verrà chiamata dai primi cristiani con un nome bellissimo..martirio..che significa..testimonianza..C’erano tante altre possibilità, offerte dal vocabolario: lo si poteva chiamare eroismo, abnegazione, sacrificio di sé. E invece i cristiani della prima ora lo hanno chiamato con un nome che profuma di discepolato. I martiri non vivono per sé, non combattono per affermare le proprie idee, e accettano di dover morire solo per fedeltà al vangelo. Il martirio non è nemmeno l’ideale supremo della vita cristiana, perché al di sopra di esso vi è la carità, cioè l’amore verso Dio e verso il prossimo. Lo dice benissimo l’apostolo Paolo nell’inno alla carità, intesa come l’amore verso Dio e verso il prossimo. Lo dice benissimo l’Apostolo Paolo nell’inno alla carità..Se anche dessi in cibo tutti i miei beni e consegnassi il mio corpo per averne vanto, ma non avessi la carità, a nulla mi servirebbe.. (1Cor 13,3). Ripugna ai cristiani l’idea che gli attentatori suicidi possano essere chiamati ..martiri..non c’è nulla nella loro fine che possa essere avvicinato all’atteggiamento dei figli di Dio..A volte, leggendo le storie di tanti martiri di ieri e di oggi..che sono più numerosi dei martiri dei primi tempi..rimaniamo stupiti di fronte alla fortezza con cui hanno affrontato la prova. Questa fortezza è segno della grande speranza che li animava: la speranza certa che niente e nessuno li poteva separare dall’amore di Dio donatoci in Gesù Cristo (Rm 8,38-39)..Che Dio ci doni sempre la forza di essere suoi testimoni. Ci doni di vivere la speranza cristiana soprattutto nel martirio nascosto di fare bene e con amore i nostri doveri di ogni giorno. Grazie..Saluti..[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua francese, in particolare la fanfara La Rosablanche e i fedeli venuti da Svizzera e Francia. Vi invito a leggere la vita dei martiri, di ieri e di oggi, per scoprire con quale forza hanno affrontato le prove. Sul loro esempio, mettiamo tutta la nostra speranza in Gesù che ci dona la forza, nell’abnegazione e nel sacrificio di sé, di fare il bene e di compiere il nostro dovere tutti i giorni della nostra vita. Dio vi benedica!]..[Saluto i pellegrini di lingua inglese presenti all’odierna Udienza, specialmente quelli provenienti da Inghilterra, Scozia, Galles, Svezia, Australia, Hong Kong, Indonesia, Filippine e Stati Uniti d’America. Rivolgo un saluto particolare ai partecipanti al Convegno sulla nuova Ratio Fundamentalis Institutionis Sacerdotalis, assicurando la mia preghiera per il loro importante ministero. Su tutti voi e sulle vostre famiglie invoco la gioia e la pace del Signore nostro Gesù Cristo.]..[Con affetto saluto i pellegrini di lingua tedesca, in particolare i giovani provenienti dall’Oldenburger Münsterland. Cari amici, i martiri hanno dato tutto per il Signore. Preghiamo Dio che conceda anche a noi la forza di essere suoi testimoni, soprattutto nel “martirio nascosto di ogni giorno”, facendo bene e con amore i nostri compiti e doveri. Il Signore ci renda forti nella speranza.]..[Saluto cordialmente i pellegrini di lingua spagnola, in particolare i gruppi provenienti da Spagna e America Latina. Saluto, inoltre, il gruppo argentino che ha lavorato sulla enciclica Laudato Si 'e al dialogo interreligioso, con i membri islamici di quel gruppo: Buon Compleanno! Domani celebreremo la solennità degli Apostoli Pietro e Paolo, hanno dato la vita per amore di Cristo. Chiediamo a Dio per loro intercessione che ci conceda il dono della fortezza di seguire ed essere testimoni della speranza cristiana che vive, soprattutto in questo martirio continuo e nascosto di fare bene e amare i nostri doveri ogni giorno. Grazie mille]..[Cari pellegrini provenienti dal Brasile e da altri Paesi di lingua portoghese, vi saluto tutti, riconoscente per l’affetto e le preghiere con le quali quotidianamente sorreggete il mio ministero di Successore di Pietro. Alla nostra comune Madre, la Vergine Maria, affido le vostre vite e le vostre famiglie, chiedendo per loro la grazia di crescere nell’intimità col suo divin Figlio, fonte della vera vita.]..[Rivolgo un cordiale benvenuto ai pellegrini di lingua araba, in particolare a quelli provenienti dal Medio Oriente! Cari fratelli e sorelle, i martiri sono quegli uomini e quelle donne fedeli alla forza mite dell’amore, alla voce dello Spirito Santo, che nella vita di ogni giorno cercano di aiutare i fratelli e di amare Dio senza riserve; essi ci insegnano che, con la forza dell’amore, con la mitezza, si può lottare contro la prepotenza, la violenza, la guerra e si può realizzare con pazienza la pace. Il Signore vi benedica!]..[Do il benvenuto ai pellegrini polacchi, in particolare agli ospiti degli Arcivescovi metropoliti che domani riceveranno il pallio. Cari fratelli e sorelle, proprio domani la liturgia ci ricorderà il martirio delle due colonne della Chiesa, i Santi Pietro e Paolo. Guardando l’esempio della loro sconfinata dedizione a Cristo e al Vangelo, chiediamo a Dio che anche a noi dia sempre la forza per essere Suoi fedeli testimoni. Ci aiuti a vivere la speranza cristiana, soprattutto nel martirio nascosto di compiere bene e con amore i nostri doveri di ogni giorno. Dio vi benedica!]..Rivolgo un cordiale benvenuto ai fedeli di lingua italiana..Sono lieto di accogliere le Ancelle della Visitazione ..Oasi Tabor.. e le Figlie della Divina Provvidenza in occasione dei rispettivi Capitoli Generali, e le incoraggio a promuovere il loro carisma con spirito di servizio e di fedeltà alla Chiesa..Porgo un saluto speciale ai partecipanti al Convegno dell’Associazione Nazionale Familiari del Clero, ed esorto i suoi membri a coltivare l’amicizia con i sacerdoti, particolarmente quelli più soli, sostenendo la loro vocazione e accompagnando il loro ministero. Saluto i monaci basiliani di San Giosafat, che ricordano il quarto centenario di fondazione; i pellegrini della Via Francigena; i militari del 17° reggimento ..Acqui.. di Capua, come pure i fedeli di Altamura e gli sbandieratori di Grumo Appula..Saluto infine i giovani, gli ammalati e gli sposi novelli. Domani celebreremo la Solennità dei Santi Pietro e Paolo, Patroni di Roma. Cari giovani, dal coraggio dei martiri, sul cui sangue si fonda la Chiesa, imparate a testimoniare il Vangelo e i valori in cui credete; cari ammalati, l’amore degli Apostoli per il Signore sia la vostra speranza nella prova del dolore; cari sposi, insegnate ai vostri figli la passione per la virtù e la dedizione senza riserve per Dio e per i fratelli!..
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