Tumgik
#mi conosce troppo bene
idettaglihere · 1 month
Text
ho confessato al mio bff che ho una cotta per uno e la sua prima domanda è stata: "quanti figli ha?"
VI GIURO STO MALE
9 notes · View notes
ninna--nanna · 9 months
Text
La mia bimba mi ha regalato questa e la mamma mi fa: appena l'ha vista mi fa "questa è per *mio nome*".
Tumblr media Tumblr media
Mi sciolgo ❤️‍🩹.
14 notes · View notes
la-novellista · 2 months
Text
Tumblr media
Gentilissimo,
con questa mia poco convenzionale lettera la vorrei invitare a bere qualcosa con me. Che sfacciata penserà, ma ormai dovrebbe aver capito come sono fatta e poi ascolti me, chi se ne frega della bella facciata!
Perché non demordo dice? Perché non conosco questa parola, Lei la conosce? Le si addice? Io conosco la perseveranza che con Lei, a mio parere, si sposa benissimo.
Bene, si sieda di fronte a me, sa, il proprio "nemico" si affronta sempre guardandolo negli occhi. Facciamo a chi imbarazza chi?
Inizio io. Sarebbe troppo semplice parlare di ciò che palesemente colpisce della Sua persona, ma sa cosa mi affascina invece? Il buio. Non lo veda come una caratteristica negativa, perché è nel buio che siamo obbligati a sentire,c'è sempre qualcosa di raro in ciò che è nascosto ed è quello che è difficile da comprendere che porta con sé il valore dell'unicita'.
Quindi, in sintesi, direi che non c'è niente che le assomigli. Che dice può bastare?
45 notes · View notes
lamargi · 3 months
Text
Tumblr media
Avevo un appuntamento quel giorno con il mio amante. Un collega di lavoro di mio marito, con cui avevo imbastito una storia appena qualche settimana prima. Ci eravamo dati appuntamento in un bar fuori mano. Per lui, mi ero vestita più provocante di quanto di solito non faccio, stivali, collant velati, un vestito corto.
Ma l’imbecille era in grande ritardo e non rispondeva più ai miei messaggi. Mi ero rassegnata a rinunciare alla scopata che avevo voglia di fare, quando….
- Buongiorno, signora…
Accidenti, proprio Andrea, il compagno di scuola di mio figlio! E mi ha riconosciuto subito! Nonostante gli occhialoni.
Devo fingere per non insospettirlo: chissà cosa potrebbe farsi scappare di bocca.
Così, anziché cacciarlo, invento una scusa per giustificare il fatto che aspettassi in quel bar…e lo invito a prendere qualcosa.
Lui non abita lì, ma è andato a trovare i nonni. Che sfiga, proprio quel giorno è proprio in quel quartiere incontrare qualcuno che mi conosce.
Andrea ha fatto tutte le scuole con mio figlio. Lo conosco da bambino. È un ragazzetto educato e a modo, sempre rispettoso, un po’ timido. Per niente malizioso, sono sicura che con poche parole di circostanza riuscirò a sviarlo senza che sospetti e a mandarlo via.
Ma, invece, sembra che non se ne voglia più andare! Si è seduto, ha preso una coca cola e resta là dicendo qualche parola di circostanza, e sorseggiando, lentissimamente, quella maledetta coca.
Intuisco perché: mi sta guardando le cosce, e senza nemmeno troppo preoccuparsi di non farsi notare.
Bè, la cosa in fondo mi lusinga anche un poco. Accavallo più volte e lo lascio guardare.
Il mio appuntamento ormai è saltato, ma non mi interessa quasi più. Il ragazzo non mi aveva mai guardato così, come una donna. Ci credo, di solito non sto in casa con stivali a tacco alto e gambe scoperte e inguainate dalle calze. E quanto a lui, bè a guardarlo bene è carino, tutto sommato. Giovane, forse….vergine? Mmmm
Ero eccitata all’idea di vedermi con il mio mante, e l’eccitazione non è scomparsa, anzi….
- Andrea, ma cosa devi fare dopo? Niente. Cioè mamma non ti aspetta a casa ? Bene….cioè volevo dire posso darti un passaggio ?
Pago, ci alziamo.
In macchina, gli prendo una mano e me la poggio sulla coscia. Si lascia fare, deliziosamente.
- Voglio portarti in un posto ….sussurro…..se sei capace di mantenere un segreto.
Arrossisce e e fa segno di si con la testa.
In quel momento suona il cellulare. Il collega di mio marito. Non rispondo. Ho di meglio, adesso.
20 notes · View notes
falcemartello · 1 year
Text
Tumblr media
Così scrivevano alcuni giornalisti sul caso Tortora:
«Mi pare che ci siano gli elementi per trovarlo colpevole: non si va ad ammanettare uno nel cuore della notte se non ci sono delle buone ragioni. Il personaggio non mi è mai piaciuto. E non mi piaceva il suo Portobello mi innervosiva il pappagallo che non parlava mai e lui che parlava troppo senza mai dare tempo agli altri di esprimere le loro opinioni. Non mi piaceva neppure il modo con cui trattava gli umili: questo portare alla ribalta per un minuto la gente e servirsene per il suo successo» Camilla Cederna, sulla Domenica del Corriere.
Ne abbiamo altri, come Marino Collacciani, che su Il Tempo scriveva:
«Enzo Tortora rivela una calma addirittura sospetta al momento dell’arresto. Le labbra mosse con flemma, i muscoli del collo e della faccia tirati e la voce compassata sembrano voler ricordare e riprodurre a tutti i costi il personaggio del piccolo schermo, amato dalle massaie.»
«Dosando con grande mestiere indignazione e sbigottimento ha retto bene la parte della vittima innocente.» Wladimiro Greco, il Giorno
E ancora: «Il suo arresto conferma quello che chiare indicazioni davano già per sicuro, e cioè che Tortora è un personaggio dalle mille contraddizioni. Ligure spendaccione, se non proprio generoso, giornalista e quindi osservatore ma al tempo stesso attore e portato all’esibizione, umorale e tuttavia al servizio del più rigoroso raziocinio, colto (come ama anche ostentare in tv) eppure votato alle opere di popolarità, incline a un’affettazione non lontana dall’effeminatezza ma notoriamente amato dalle donne e propenso ad amare le più belle (due mogli e falangi di amiche). Moralista infine – proprio questo il sigillo che l’arresto imprime alla sua sfaccettata personalità – e ora colpito da un’accusa che fa di colpo traballare ogni sua credibilità morale» Luciano Visintin, dal Corriere della Sera, una persona davvero splendida, da come si può vedere...
Curioso Costanzo Costantini: «Desta qualche sospetto quando fa di tutto per nascondere la sua vita privata, quando conduce sotto l’insegna dell’ordine una vita personale tutt’altro che ordinata assumendo nello stesso tempo atteggiamenti da moralista o da Catone il Censore. I moralisti o i moralizzatori sono sempre da salutare con favore, specialmente in tempi come quelli i che viviamo, ma a condizione che non bistrattino con l’azione i loro princìpi, che conducano una vita irreprensibile.»
Già ai tempi si confondeva la vita pubblica con un'ipotizzata vita privata, costruita da questi rapsodi che invece di cucire i canti, cantavano bugie Alessia Donati, su Novella 2000: «Qualcuno a Milano dice che quando era stato licenziato dalla Rai lo si poteva vedere, di notte, in un giro di balordi. Qualcun altro si meravigliava di averlo incontrato spesso, anche in questi ultimi tempi, sugli aerei Roma-Palermo Palermo-Roma. Che interessi poteva avere Tortora in Sicilia? E poi, per chi lo conosce bene, c’è un altro elemento inquietante: Tortora, di solito violento a parole nel difendersi e così conscio del potere dei giornali e della tv, quando è uscito dalla questura di Roma aveva a sua disposizione televisione e giornalisti: poteva dire quello che voleva; invece, a parte generiche dichiarazioni di innocenza, non ha avuto le reazioni che gli erano solite.»
Pur di scrivere, pur di non "prendere un buco", come si dice in gergo... veleno «Anche perché lo spaccio operato da Tortora non consisteva certo in stecchette o bustine, ma in partite di 80 milioni a botta. Un’attività durata anni e stroncata solo ultimamente, secondo indiscrezioni, per uno sgarro commesso dal noto presentatore. E ancora, pranzi e cene con noti e meno noti camorristi, incontri segreti, rapporti, inchieste, raccomandazioni, suggerimenti, appalti» Daniele Mastrogiacomo da Repubblica, presente qui su twitter, che sicuramente penserà diversamente oggi, vero? Saviane intuì il valore del suo cognome, per il livello di errore di cui è intriso: «Era un po’ malinconico, non tanto perché costretto a camminare con le mani ammanettate e la scorta dei carabinieri, ma perché è arrivato sul teleschermo senza il suo concubino pappagallo».
Il 15 gennaio del 1986 ecco l'organo del partito comunista italiano, e anche Fausta Pizzuto sul Resto del Carlino, il 18 giugno del 1983 sbatte in prima pagina
Tumblr media
Il bello di internet è che se un po' cerchi non si perde nulla. Qui , archiviolastampa.it/component/opti… ,possiamo leggere i giudizi dell'epoca. Anche qui, sempre dall'archivio: http://www.archiviolastampa.it/component/option,com_lastampa/task,search/mod,libera/action,viewer/Itemid,3/page,3/articleid,1029_01_1983_0172_0003_14677209/
Qui i giudici spiegano in 267 pp perché lo condannarono:
Tumblr media
Poi, con il candore ipocrita di chi ha sempre mentito senza mai dubitare, ecco che nel 1995 arriva l'articolo: in cui si scrive:
Quando decise di pentirsi, nell'inverno dell'84, Gianni Melluso era rinchiuso nel penitenziario di Paliano: «Mi portarono a Napoli, nella caserma dei carabinieri «Pastrengo», dove dove fui accolto da numerosi collaboratori di giustizia. Mi dissero: non fare il fesso, quello l'abbiamo già accusato noi, tu dacci una mano e otterrai ciò che vuoi». «Melluso - sostiene Visto «costruì un teorema accusatorio da lui stesso giudicato davvero incredibile». Un castello di menzogne, insomma, che sarebbe stato costruito a beneficio dei giudici napoletani. Almeno così sostiene l'ex pentito, che fino a qualche tempo fa ha continuato a lanciare dichiarazioni velenose contro
Tortora: «Mi si volle credere - avrebbe giurato davanti ai magistrati Scolastico e Bonadies -, avevo capito che agli inquirenti facevano comodo le mie parole: evidentemente temevano che, se le accuse ad un personaggio tanto famoso fossero cadute, sarebbe crollata anche operazione di polizia condotta contro la camorra di Raffaele Cutolo». Chiaro? Sempre che sia vero o no, il punto è quanto l'azione dei giornalisti, incompetenti peracottari che vogliono farsi du spicci porti alla distruzione di persone perbene.
Chiudo (per ora) riportando questa frase:
"E quando ci saremo ripresi il nostro Paese, ricordiamoci che la democrazia non è stata uccisa dai politici, ma dai giornalisti".
Alberto Bagnai, 21 ottobre 2014
@MattSDpell
70 notes · View notes
Text
Ieri ho trovato il coraggio di lasciarti andare per sempre
Ieri ti ho detto addio
Ieri è iniziata la mia rinascita tra il dolore infinito che sento dentro il vuoto di te che già non sei più parte della mia vita, delle mie giornate, della mia quotidianità
Ci siamo lasciati dandoci per l'ultima volta tutto il bene che ci siamo sempre promessi fin dal primo giorno e ora posso dire fino all'ultimo istante
Ci siamo lasciati senza odio alcuno, augurandoci il meglio l'uno per l'altro. Tu lo hai detto a chiare lettere augurandomi la felicità che merito e lì ho iniziato a temere di aver perso per sempre l'unica persona che davvero mi conosce profondamente ma era troppo difficile continuare, stava diventando un'amicizia distruttiva perché io non riesco a reprimere le mie emozioni, non riesco a smettere di immaginarti al mio fianco ogni momento e tu invece sì eri capace di tenere ben distinta la realtà dalla chat, da una vicinanza solo virtuale e questo sentivo che ci stava allontanando ogni giorno di più e sapevo che entro la fine di quest'anno tutto sarebbe finito, avrei voluto resistere ancora, stringere i denti ancora un poco il tempo per poter vivere insieme ancora un paio di tappe e traguardi importanti come la tua laurea, come la pubblicazione dei nostri libri, come la mia patente e l'inizio dei nostri lavori e invece ieri sera ci siamo salutati per l'ultima volta tra le lacrime più sincere
Ieri sera ho letto per l'ultima volta il tuo nome in chat proprio mentre stavo per sedermi sugli spalti di quel concerto che tu sai aspettavo da tanto tempo, quello della mia cantante preferita che ha scritto ogni canzone come la playlist della mia vita oltre che della sua, ho letto velocemente le tue ultime frasi che sono incise sul mio cuore, ti ho detto per l'ultima volta ciao, ho chiuso per sempre quella chat, ho chiuso per sempre ogni contatto con te, mi sono seduta tremavo ancora subito dopo si sono spente le luci ed è iniziato il concerto, ogni frase era una pugnalata ma nonostante ciò mi costringevo a cantare a buttare attraverso quelle parole tutto il dolore interiore, a urlarle quelle frasi e poi proprio tra le prime canzoni inaspettatamente c'è stata "frasi a metà" e lì ho sentito come se la Pausini sapesse che dovevo sentire una conferma di aver fatto la cosa giusta al momento giusto e lo ha fatto me l'ha confermato con quella frase "non c'era posto migliore" e forse è davvero così non c'era posto migliore perché questo mi ricorda quanto non poteva funzionare tra noi, tu in un posto così non ci avresti mai messo piede mentre io mi sento viva in quella confusione, se la Pausini ha fatto la playlist della mia vita non c'era davvero posto migliore per iniziare a rinascere a riprendere in mano la mia vita lasciandoti andare per sempre. Dopo un'ora buona ha cantato "come se non fosse stato mai amore" lì ho pianto e ho cantato con la voce spezzata e ho pianto ancora, sentivo di starti dicendo ancora una volta addio ancora più forte "ieri ho capito che è da oggi che comincio senza te", "ma adesso è troppo presto", "e vorrei fuggire via, e vorrei nascondermi ma resto ancora così senza parlare senza dirti non te ne andare".
È la fine di un capitolo intenso davvero ma se voglio tornare a vivere devo andare avanti da sola senza te e lo faccio per me, volto pagina ora torno a vivere per me
Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media Tumblr media
21 notes · View notes
tiaspettoaltrove · 1 month
Text
Non sono io a fare paura.
C’è chi scrive che sono banale, tremendo, che faccio paura, che sono sociopatico. Quante grasse e genuine risate. Partiamo dall’inizio? Va bene, dai. Certe mie asserzioni sono dichiaratamente banali. Ma lo sono per me, e per chi mi rivolge tale critica. È un bene, significa che qualcuno ha compreso quel che ho compreso io. Ma purtroppo (purtroppo!) non sono banali in senso assoluto, giacché a quanto risulta vanno ribadite di tanto in tanto, dal sottoscritto o da chi per lui là fuori. Amerei, paradossalmente, attorno a me persone che mi considerino banale. Per il sol fatto che significherebbe che ciò che dico (e scrivo) è considerato assodato. Sarebbe una fortuna, per quanto mi riguarda. Tremendo lo divento, a volte, se mi metto qualcosa in testa. So avere una grande determinazione, che non di rado mi porta al successo. Quando forzo la mano, ottengo quasi sempre ciò che voglio. Quindi certo, in questo senso sono tremendo. Ché ho tante sfaccettature, peculiarità, e so esercitarle abbastanza bene anche in combinazione, per stordire, per plasmare. Si può sempre migliorare, logicamente, ma non mi lamento. Mi limito a osservare e ascoltare, il resto viene naturalmente di conseguenza. Sociopatico? Qui purtroppo debbo dissentire. Chi mi conosce bene, nella vita di tutti i giorni e non certo su Tumblr, sa quanto sono empatico, e il rispetto di base che nutro per il prossimo. Mi raffronto quotidianamente con persone che nutrono una grande stima e ammirazione per me, e nonostante ciò mantengo sempre una spiccata umiltà, come è giusto che sia. Sono un perfetto signor nessuno, e amo questa mia riservatezza. Non ho bisogno di ergermi o di salire su un piedistallo, affatto. Né di distruggere tutto ciò che incontro. Non è nella mia indole. E sul fare paura, be’: l’ultima volta che me l’hanno scritto era riferito al mio pene, considerato troppo grosso. E sì, mi fa ridere a ripensarci, però credo di aver sottolineato l’infondatezza di tale accusa. E mi sento di rincuorare le ragazze che stanno leggendo il post: non ritengo che sia davvero troppo grosso. Mi viene detto che è enorme, ma non penso che potrebbe dispiacere. Sapete, credo che purtroppo tale timore derivi da una visione pornografica dal sesso, che comprendo. Ma con la mia compagna, ovviamente, prenderei tutte le accortezze del caso. Non sfonderei un apparato riproduttivo a patto che non mi venga esplicitamente richiesto. Ragazze, non sottovalutate la mia dolcezza e tenerezza, che dai miei testi spesso non viene fuori lasciando spazio solo alla veemenza. Avere un bazooka in mezzo alle gambe non mi preclude, quando si ritiene necessario, di essere estremamente gentile e delicato. Esistono molteplici modi in cui poter stare bene senza necessariamente pensare alla penetrazione nuda e cruda. Poi ovvio: se la mia donna volesse strozzarsi col mio pisellone, sarebbe brutto non assecondarla. Così come sarebbe un peccato non godersi la scena, accarezzandole la guancia sinistra con amore, con altrettanta dedizione.
9 notes · View notes
angela-miccioli · 1 year
Text
Tumblr media
"L'ho anche frequentato per un periodo, uno tutto muscoli e addominali. Uno di quelli che quando ci sedevamo al ristorante faceva il conto delle calorie che gli mancavano da ingurgitare per completare il percorso ottimale segnato dal personale trainer. Uno di quelli che ordinava un filetto scondito. E che quando esordivo con la mia carbonara, mi guardava come se avessi arrotato un pedone sulle strisce.
"Ma di sera non è troppo pesante?".
Così mi disse, e io ripiegai con un finto sorriso su di un'ottima caprese.
Uno di quelli che poi, quando arrivi al dopo cena, ti toglie il vestito, lo ripiega, lo appoggia sull'appendino e volendo ci passa anche un po' di Stira e ammira.
Fu drammatica la serata e la ricordo ancora. La ricordo così tanto che da allora sono stata molto più accorta. Ho capito che un uomo (come una donna del resto) lo si capisce e lo si conosce a tavola.
Uno che ti ordina una bistecca con l'osso e magari ci sorseggia un brunello e quando ti versa il vino ti guarda negli occhi. Poi taglia il primo pezzo di Fiorentina e ti guarda ancora. E mica ti guarda. Ti spoglia. E ti spoglia mentre mastica e gode. Per il piacere della carne, per il sapore del rosso.
Uno che si siede e si ordina un'amatriciana. E alla prima forchettata ti fa il piedino, quasi a dirti "cazzo, ora ti metto al posto della pancetta".
Uno che si prende un tiramisù, e col cucchiaino ti imbocca, lasciando a te il pavesino più buono.
Uno che a tavola gode. E gode perché mangia e perché mentre mangia ti guarda.
E non vale solo per gli uomini. No la tavola è unisex.
Ma che son donne quelle che si siedono ed ordinano un'insalata? Ma che son donne quelle che guardano ad un pezzo di salame come se fosse un testimone di Geova? No, che non lo sono. E sono quelle che se poi ti invitano per un drink nella loro casa dopo cena, sull'uscio ti fanno levare le scarpe e ti infilano le pattine.
Le donne sexy sono altre. Sono quelle che un bicchiere di vino lo gustano e una pastasciutta la seducono.
Ricordo una scena, del film Flashdance. Lei un'operaia, lui il grande capo. La prima cena. Lei si toglie la giacca mostrando una schiena che vabbè. Si arriva fino lì. Ma poi inizia a mangiare aragosta. Con le mani. E si lecca pure le dita. Ma lo fa con una grazia, con una eleganza con una sensualità, che lui era già andato, era suo, che nemmeno quando lei ballava mezza nuda nel night.
Perché il buon cibo è come il buon sesso. E non c'è l'uno senza l'altro.
Ed io se parlo degli uomini, è perché donna sono.
E allora dico che va bene il romanticismo, la canzone ed il tramonto. Ma quando c'è da amare, come da mangiare, il maschio deve essere maschio.
E deve essere quello che ordina l'amatriciana e il vino rosso.
Perché poi noi donne siamo così. E ci piace essere prese così. Con passione con forza ed impeto. Con voglia ed irruenza. Così come si agguanta e si gusta un pezzo di rosticciana. Con le mani, mica con la forchetta."🍀
104 notes · View notes
ilpianistasultetto · 1 year
Text
Mi piacciono le persone e tutto quel mondo  “proletario” che ho vissuto e tutt’ora frequento. Quando  uso questo termine non parlo solo di una condizione socio-economica ma di uno stato mentale.  Mi piace chi  ama mangiare in quelle terrazze di trattorie ombreggiate da pergole di viti dove sui tavoli ci sono tovaglie di carta o quelle plasticate a scacchi bianchi e rossi. Quelle persone che amano rovistare tra bancarelle cariche di cianfrusaglie sperando sempre di trovare un buon affare. Quelle che si siedono a terra intorno a un bel falo' in quelle sere piene di stelle cantando insieme. Mi piace chi non ostenta, chi conosce la misura, chi ha rispetto dei suoi guadagni, chi spende i suoi soldi  ma lo fa con quel pizzico di etica  pensando che tanta gente non ce la fa nemmeno a mettere insieme un pranzo con la cena. Chi sperpera in sentimenti, sapere e conoscenza. Mi piacciono le  persone che aiutano e non discriminano, chi ha il piacere di vivere dentro  quel mondo popolare fatto di cose semplici e sentimenti  genuini. Forse perché è un mondo che mi ricorda le origini, chi erano i miei nonni e i miei genitori. Quel mondo così umile ma solidale dove il disperato riusciva ad aiutare queĺli piu' disperati di lui. Oggi potrei girar le spalle a quel mondo, potrei  ignorarlo,  potrei ostentare quel mio status borghese, avere l’orgoglio per le belle cose, le belle case o per  qualcosa di gran lusso ma sarei come un pesce fuor d’acqua. Ci devi nascere, devi essere predisposto a fare certe scelte. Quando mia madre faceva enormi sacrifici per farmi studiare pensava sicuramente ad una mia vita migliore della sua ma non credo pensasse a una vita “troppo migliore”. Ma no, non poteva pensarlo perché non la conosceva una vita “troppo migliore”. Lei conosceva quelli di “una vita tranquilla”, quelli ammirava e invidiava. Ecco, si, lei pensava una vita tranquilla, senza disagi economici, una vita dove puoi comprarti il gelato se ne hai voglia e fermarti a mangiare in qualche trattoria senza fare i conti in tasca o fare qualche bella vacanza. Ma il gelato, la trattoria, non l’hotel 5 stelle o il ristorante stellato. E così mi ritrovo con le tasche piene di quel tipo d’insegnamento e non saprei fare diversamente. Seguito contento a stare dentro quel mondo che m'ha dato tanto e ci sto veramente bene.
@ilpianistasultetto
73 notes · View notes
aitan · 4 months
Text
"Generalmente, un dialetto è molto meno codificato di una lingua. Infatti, dei dialetti esistono numerose varianti, nessuna delle quali si impone sull’altra come “corretta” o preferibile; anche perché tutte le lingue vernacolari e i dialetti sono insofferenti alle regole, alle classificazioni, alle accademie ed alle grammatiche normative. In genere, non esiste nemmeno un sistema unico e standardizzato che permetta tutti di scriverlo allo stesso modo.
Se si cominciasse a insegnarlo a scuola (come hanno fatto in Spagna con il catalano, il gallego e il basco) si dovrebbe scegliere uno standard che costringerebbe le comunità di parlanti a utilizzare un unico codice scritto e orale. Cosa che a me, personalmente, non farebbe affatto piacere. Il dialetto è per sua natura anarchico e insofferente a briglie e regole fisse."
Questo scrivevo un paio di anni fa e questo credo ancora oggi, a prescindere (ma non troppo) dal caso geolier.
Aggiungo che Geolier non lo conosco, ma mi sta incuriosendo tutto questo parlare del suo napoletano scritto e orale; tuttavia, so bene che anche i rapper afroamericani scrivono spesso in un inglese difficilmente comprensibile da chi non conosce lo "Jive English" (U, B4, thru, Yo, what's crackin', homie? We chillin' on the block, keepin' it real, ya feel me?).
11 notes · View notes
io-e-la-mia-mente · 3 months
Text
Tumblr media
Sono io ad aver scelto di seguire la mia natura , ciò che ne consegue è colpa e merito mio .. di giorni in cui si tocca il cielo con un dito è pieno e di giorni in cui si tocca il fondo , pure .. ma non rimpiango assolutamente nulla .. non mi lamento per la gentilezza o la crudeltà del Padrone , mai lo farò .. ieri sera mi ha fatto vivere momenti difficili , ma mai , neanche per un solo istante , ho pensato di volermi tirare indietro .. Sono prove che interiormente fanno tanto male, e oggi , per quanto io stia bene , mi sento diversa , ho la mente che continua ad andare a ieri sera , ho lo stomaco che si attorciglia e fa male , la testa che pensa e pensa senza fermarsi e faccio anche un po' fatica a sedermi .. Lo sa anche il Padrone che è stato dura per me , le Sue attenzioni ci sono sempre , il Suo premurarsi che io stia bene è un sollievo per il mio animo in subbuglio .. Devo riuscire ad interiorizzare gli eventi più in fretta , ci metto troppo tempo e non va bene perché così mi perdo tutto quello che potrei vivere in modo più sereno .. Le punizioni devono essere punizioni , se fossero dei solletichini che senso avrebbero ? Se fossero date tanto per dare , senza un motivo in particolare , che cosa potrebbero mai sortire ? non sarebbero ovviamente delle vere punizioni , però , lasciatemi dire che fanno tanto male , e perché ? perché il Padrone mi conosce bene e sa dove toccare per ottenere il massimo risultato in poco tempo .. Lo amo , ogni giorno di più e ogni giorno ho bisogno di Lui .. Sono io ad aver scelto di seguire la mia natura e non ho alcun rimpianto , ho solo certezze sempre più salde
schiava-di-ING
12 notes · View notes
osmosidelladecenza · 1 year
Text
Chi mi conosce davvero sa bene che non sono ne maleducata, ne presentuosa, ne scortese
Sono asociale!
Ma non me la tiro troppo per questo, anzi ritengo sia un deficit, una specie di malattia contagiata dai coglioni
25 notes · View notes
autolesionistra · 11 months
Text
Un po’ di cose a caso.
Ultimamente sono stato stupito in maniera particolarmente positiva e particolarmente negativa da alcune persone e la sensazione alla fine della fiera è piacevole perché ora mi sento molto open to meraviglia verso gli altri esseri umani.
Detto ciò,
uno dei motivi per cui scrivo meno dei cazzi miei è che dopo soli (argh) 14 anni del blogghe c’è un numero un po’ troppo consistente di gente che mi conosce che passa da queste parti e pur essendo una sensazione incredibilmente lusinghiera finisce che mi freno un poco per evitare che uno possa leggere in quello che scrivo cose in più che magari non ci sono (o ci sono). Un amico (ciao) dice sempre che i social non lo attirano perché non gli piace raccontare i cazzi suoi agli sconosciuti: ho realizzato che a me tutto sommato piace, e più uno è sconosciuto meglio è. Forse questa cosa andrebbe analizzata da uno bravo, ma un blog costa meno.
Detto ciò,
uno dei motivi per cui scrivo meno dei cazzi di attualità pur essendo un momento particolarmente ricco di (brutti) spunti è che avrei bisogno di uno straccio di lucidità da qualche tempo irreperibile. Credo di stare superando la sottile linea rossa fra “è il periodo” e “mi sto rincoglionendo in maniera irreversibile”. È un problema ricorsivo perché per capirlo dovrei essere lucido.
Detto ciò,
dopo aver ripetuto per la 561° volta alla figliolanza frustrata per qualche motivo futile che le cose prima che ti vengano bene ti devono venire di merda tante volte mi sono reso conto che è uno dei tanti temi in cui predico bene e razzolo male perché ci sono cose che non faccio proprio perché so che verranno una merda tante volte prima che vengano vagamente decenti. Fra i fioretti da disattendere di quest’anno ci mettiamo anche: fare tante cose di merda.
20 notes · View notes
c3ss4 · 5 months
Text
mio fratello è ancora nella fase del rinnego, finge che io non esista e se mi incontra in un contesto sociale fa una faccia da funerale………….ogni tanto tento invano di socializzare con lui tramite attività assolutamente family friendly quali: fumarsi le bombe assieme. talvolta gli mando qualche reel su ig o mi sforzo di averci una conversazione, anche se nella maggior parte dei casi non ottengo risposta. un po’ mi manca avere un bel rapporto con mio fratello. è una cosa a cui non ho mai dato peso durante la mia infanzia e adesso comincia a far male. forse è perché sono circondata da casi anomali. forse alla fin fine non è così strano che io e mio fratello non ci sopportiamo. i rapporti umani sono così complicati. complicati, ma soprattutto contraddittori. prendiamo ad esempio mia madre. vorrei non volerle bene, eppure lo faccio. è una persona difficile. una di quelle che devi costantemente giustificare e di cui devi interpretarne i comportamenti. però ci sono tante cose che ammiro di lei. la prima fra tutte forse è che si sbatte anche troppo per gli altri. il che è strano per una donna che odia il contatto fisico e che preferisce l’ onestà ai complimenti. eppure è fatta così. ti prende un regalo e dice che ti ha pensato. quando hai una linea di febbre, ti porta i pasti a letto, ti accarezza le mani e dice sempre “ma perché non è venuta a me”. si offre sempre di accompagnarmi, nonostante possa benissimo prendere i mezzi, anche a costo di incastrare i suoi mille impegni. questo natale, mentre scartavamo i regali ha tirato fuori una piccola scatola. “è per la famiglia. non so se possa essere utile...” dice trattenendo una risata. erano i suoi risparmi di un anno. per un anno, ogni mese aveva messo via parte dei suoi soldi per poi darli a noi. siamo tutti scoppiati a piangere e l’ abbiamo abbracciata. forse dovrei solo darle tempo. è questo quello che mi ripeto da 23 anni. tempo di capirmi. ed è quello che mi ripeto anche con mio fratello. forse ancora non mi conosce abbastanza.
17 notes · View notes
volumesilenzioso · 1 year
Text
anche se non ci vediamo più, anche se non ci sentiamo, anche se non so come stai e tu non sai come sto, anche se ci siamo separati per l'ennesima volta, anche se il tuo cuore è fisicamente distante dal mio, anche se le nostre fronti non si toccano più, anche se le nostre mani non si stringono e le nostre labbra non si incontrano, anche se la strada che hai davanti non ti riporterà da me, anche se ci siamo fatti un'altra vita, anche se tra di noi c'è questo rumoroso silenzio che difficilmente si romperà, anche se abbiamo fatto vincere l'orgoglio o forse la paura, anche se restiamo troppo simili per incastrarci, anche se non passiamo intere giornate a pensarci a vicenda, anche se stiamo bene così come stiamo, anche se ci sono altre persone nella nostra vita a ricoprire i ruoli che ricoprivamo l'uno nella vita dell'altro, anche se il passare del tempo ha reso tossico il nostro rapporto, anche se non ti scrivo quando all'improvviso mi rendo conto che mi manchi, anche se tu non mi scrivi, anche se salto le canzoni che mi ricordano te, anche se il nostro legame indissolubile alla fine si è dissolto nel mondo fisico, anche se non avremo mai il coraggio di affrontare i nostri sentimenti, anche se non ti invierò le mille lettere che ti ho scritto, anche se alla fine ci siamo persi, anche se non ci amiamo, anche se alla fine ciò che ci legava ci ha distrutti. anche se ci sono tutti questi "anche se", voglio che tu sappia che il tuo posto nella mia vita sarà sempre e solo tuo, che non importa quanto saranno distanti i nostri cuori, perché ciò che li lega non conosce distanze, voglio che tu sappia che mai nessuno al mondo avrà per me la stessa importanza che hai tu, che potrò innamorarmi di persone diverse, ma nessuna di queste sarà paragonabile a te. voglio che tu sappia che sei proprio tu la mia persona speciale, quella che nessuno supererà mai nel mio cuore. ho sempre creduto che ci fosse una persona del genere, e una soltanto, per ognuno di noi. la mia sei tu, e se potessi tornare indietro rifarei tutto da capo, perché non riesco ad immaginare niente di diverso, non riesco a immaginare altro volto che non sia il tuo in quella parte così importante del mio cuore. voglio che tu sappia che niente al mondo potrà togliermi l'affetto che nutro nei tuoi confronti, che non importa quanto male ci siamo fatti, perché ricorderò sempre meglio il bene che mi hai fatto. voglio che tu sappia che non ho mai giocato con te, che non ho mai finto, mai ingrandito le cose. voglio che tu sappia che ti ho amato e che non ti dimenticherò mai
28 notes · View notes
letmebechiara · 8 days
Text
Tumblr media
Il mio bf mi commuove, mi conosce troppo bene
2 notes · View notes