Tumgik
#lettere sgrammaticate
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La mia vita è andata avanti di qualche anno, e pare correre sempre di più. Ho ventisei anni ormai e talvolta mi sento uno sfigato alla ricerca del proprio posto nel mondo.
Ed io sto provando a fare quei passi all'interno del mondo, sto provando ad avere nonostante tutto la mia dignità al primo posto, alla ricerca di un posto di lavoro che però non sia solo sfruttamento.
(...)
Ed in un certo senso, avevo trovato quel posto, nonostante siano stati solo quindici giorni lavorativi: il mio primo lavoro post laurea a Pompei, all'interno delle domus romane come addetto alla vigilanza e sorveglianza.
Lavorare a Pompei è stato praticamente qualcosa di meraviglioso che mi ha fatto sentire felice, un trampolino verso il mio sogno più grande.
Un trampolino durato solo quindici giorni perché sono stato assunto solo per sostituire una persona infortunata.
Un vero peccato, già (anche se ci sono possibilità di essere richiamato presto).
Pompei era il mio trampolino di lancio verso la realizzazione del mio sogno: vivere da solo in una città ad oltre 900 km dai miei genitori.
E non perché io voglia scappare da Napoli o dai miei, ma semplicemente perché per realizzare il mio sogno ho bisogno di fare esperienza.
(...)
Ho 26 anni ormai e mi sento pronto, nel caso ricevessi la chiamata che tanto spero, ma ovviamente un passo alla volta.
(...)
In questi anni ho imparato a cucinarmi ed essere autosufficiente, e voglio che quello sia il mio banco di prova, voglio costruirmi qualcosa di mio.
(...)
Mi manca la vita da universitario, preparando letteratura spagnola e filologia romanza, mentre parlavo di come trovassi antipatica la prof di Latino 1 e come trovassi carina la ragazza che aveva dato l'esame di lingua inglese con me.
(...)
Sembrano passati secoli da quando ho conosciuto quella che sarebbe diventata la persona più importante della mia vita (no matter per come finirà con lei, ma le dovrò essere sempre riconoscente per come è riuscita a tirare fuori il meglio di me negli anni) e di come i miei sentimenti per lei avessero cancellato con un colpo di spugna tutte le precedenti cotte.
Un fulmine a ciel sereno nella mia vita, quella persona per cui avrei davvero spostato i muri solo per vederla (cosa che poi ho anche tecnicamente fatto).
(...)
E niente, cosa sarà ora della mia vita non lo so: spero solo che mi attenda qualcosa che mi porti tante gioie, proporzionali alle pene che ha inflitto il covid e il post laurea alla mia autostima.
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cosastratta · 3 years
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Vedi
Essere abituata al niente ti porta a pensare che le lettere d'amore sgrammaticate siano belle comunque
Quelle in cui nessuna virgola è al posto giusto ed i periodi sono un susseguirsi di brutte esperienze
Ma dici 'sì dai, va bene anche così, l'amore non ha lingua nè grammatica, quel che conta è il messaggio'
Ignorando consensualmente che la forma è messaggio, un tipo di comunicazione completamente diversa ma che parla con molta più verità
E la verità è che la tua vita è misera
Come la miseria che c'era in me quando pensavo di aver bisogno di farne parte
Misera per la solitudine sofferta ma comunque ricercata per paura del confronto
La paura di conoscere persone di spessore che gettino luce sulla tua pochezza
La stessa paura che ti ha fatto fuggire da me
Misera per il lusso, i valori simulati che nascondono grandi carenze affettive e grandi vuoti di sostanza
Misera per le maschere e le bugie e tutte le cose che hai nascosto e che non hai ancora avuto il coraggio di rivelare perché un codardo ama nascondersi dietro ad una copia fittizia della realtà
E io, è opportuno parlare anche di me
Io ero accecata da tutta quell'apparente sostanza
Dal movimento o dall'illisione di avere potere d'azione
Dai ristoranti, dalle sicurezze economiche di un benestare che comunque non avresti mai condiviso con me
Perché senza i tuoi soldi non sei niente,lo sai, e questo è il motivo per cui non riesci a separartene
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pangeanews · 5 years
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Arcano elogio di Marcel Schwob, il costruttore di maschere
La storia ha l’odore di una beffa, ma forse è una parabola. Per motivi coincidenti a una esistenza vissuta sull’argine del caso, mi trovavo a Milano, davanti al portone della casa editrice La Vita Felice, per un appuntamento con Silvio Raffo. Il poeta provvidenziale, più tardi, sulla sua spider arancio, lungo la tratta Milano-Varese, con Giuni Russo in sottofondo, mi avrebbe intimato di vedere almeno due film: Il silenzio di Ingmar Bergman e Roulette cinese di Fassbinder (con chiosa: “cosa gli è saltato in mente di uccidersi a quello lì?, chissà quanti altri bei film avrebbe potuto realizzare…”). Quarant’anni fa, mi diceva Raffo, André Téchiné firma un film meraviglioso su Les Soeurs Brontë, con – rombo di tamburi – Isabelle Adjani, Isabelle Huppert, Marie-France Pisier, “nessuno lo conosce, guardalo!”. Naturalmente, so nulla, annuisco. Poco prima, però, il guru de La Vita Felice, con cui Raffo ha pubblicato l’ultimo libro di poesie, La ferita celeste, mi ha regalato un libro bellissimo. Il re dalla maschera d’oro. Raccolta di racconti miliare, pubblicato nel 1892, firma Marcel Schwob, in libreria tra qualche giorno. “Che trina di parole meravigliose!”, scrisse Léon Daudet al grande Marcel, intendeva complimentarsi. In effetti, quel lieve libro è un paradigma del ‘genere’, ammiratissimo da Jorge Luis Borges: nessuno come Schwob conosce il gesto bizantino di graffiare oro su chicco di riso. Il libro, per altro, è curato da Matteo Noja, che ricordo nei recessi della Biblioteca di via Senato, bibliofilo di platino, conosciuto qualche vita fa. Tutto è perfetto – infatti, il giorno dopo, nel trono del sedile del treno, mi leggo Schwob, fiero di scriverne, sognando i suoi stessi sogni.
*
Eppure, ha avuto la meglio l’incubo. Insomma, ho amato talmente quel libro da perderlo, letteralmente. Torno a casa, lo cerco, non c’è. A dire il vero, a quel punto, cerco anche Vite immaginarie – non l’ho nella traduzione di Irene Brin, ma in quella di Fleur Jaeggy, per Adelphi – perché pare che sia divorato e vomitato da una specie di incantesimo. Non trovo neppure quello: Schwob è scappato dalla finestra di casa. In effetti, per uno scrittore come lui, la cui scrittura è un gioco di specchi, una tela di ragno, l’apparizione di un regno di nuvole sulla superficie di un lago, il destino di sparire è una grazia. Sarà.
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L’unico libro che riesco a trovare, in uno scaffale remoto, in prossimità di lavatrice, è Il terrore e la pietà, raccolta di “Racconti e scritti vari”, dietro cui alligna Calvino – “Mi sembra doveroso dichiarare che la raccolta antologica qui presentata corrisponde a uno schema stabilito da Italo Calvino e Claudio Rugafiori nel 1979”, dichiara Nicola Muschitiello – stampata da Einaudi, nella bella collana ‘Gli Struzzi’, nel 1992. In quella raccolta ci sono alcuni racconti tratti da Il re dalla maschera d’oro – precisamente: Le milesie, La Grande-Brière, Il paese azzurro, quest’ultimo dedicato a Oscar Wilde – ma non quello che ha folgorato la mia immaginazione, che dunque è inevitabilmente perduto. Questo articolo, dunque, si concentra su ciò che è perso, su un vuoto, su un buco in cui seppellire queste poche parole.
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L’edizione precedente de Il re dalla maschera d’oro e altri racconti è del 1983, traduzione di Maria Teresa Giaveri e Silvana Turzio, stampa SugarCo. Sfogliando qualche repertorio on line, risalgo al titolo del racconto che mi aveva così colpito. S’intitola Le imbalsamatrici. Con una scrittura domata, ferma, senza sfizi esotici, Schwob racconta di due viaggiatori che visitano un villaggio africano – etiope, mi pare –, ambrato di leggenda, abitato da sole donne. Costoro, di micidiale bellezza, fanno le imbalsamatrici: la descrizione del modo con cui, grazie a particolari uncini, estraggono il cervello dei cadaveri – maschi – dal naso e di come li sviscerano è accurata. Naturalmente, le fatali imbalsamatrici – un po’ amazzoni, un po’ sirene – pensano di tentare, con l’incanto del bello, i due, per scannarli. I temi sono evidenti: l’uomo pupazzo tra le mani della donna; la donna che dà la vita e ha potere di morte; la seduzione come incantamento letale. Il racconto starebbe bene sulle palpebre di Borges: il villaggio delle imbalsamatrici ha struttura labirintica, l’ipotesi dichiara che l’uomo, infine, non è che la contraffazione di una idea originaria, manipolata; il suo corpo è una falena.
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Il racconto mi fa andare a due avvenimenti della vita troppo breve di Schwob (che ricavo dalla Notizia biobibliografica di Muschitiello). L’anno prima di pubblicare Il re dalla maschera d’oro, Schwob, di famiglia benestante, si accompagna a Louise, “una giovane operaia, forse prostituta, malata di tubercolosi, di modi infantili, le cui lettere sgrammaticate lo riempivano d’incanto”. Schwob ha 24 anni, già sogna di regredire all’infanzia, che vede, per apparizioni, nell’ingenuità di una creatura ‘del sottosuolo’. Schwob ama con totale trasporto questo emblema d’innocenza: nel 1893 “Louise morì, stroncata dalla tubercolosi, nonostante le cure e la devozione di Schwob, il quale diventò come pazzo: piangeva ovunque si trovasse, non voleva mai essere lasciato solo, per paura che la morta potesse morire ancora”.
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La paura della solitudine come se, solo, scoprisse di appartenere a un’altra specie, non più umana; la possibilità che si possa morire continuamente. Nel 1895, un anno prima di pubblicare il testo più noto, La Croisade des enfants, Schwob si lega a Marguerite Moreno, attrice del Théâtre Français. Ancora una volta, Schwob si innamora di una maschera – la prostituta, l’attrice – e di una idea – gli inferi, il palcoscenico. A Marguerite, che in effetti gli restò al fianco fino alla morte, che accadde nel 1905, Schwob scrisse lettere di straziante potenza: “Farò ciò che vorrai – Capisci. Io non mi appartengo più – non ho paura di nulla – di una cosa soltanto – non lasciarmi mai – o uccidimi, prima di lasciarmi. Vorrei essere ucciso da te. Perché la morte sarebbe ancora te”. Il suo desiderio profondo è quello di morire integralmente nell’altro – d’altronde, la sua arte da scrittura è tutta nel trattenere e nel nascondere, nel levare e nel levigare. Anche il viaggio verso le Samoa, compiuto tra il 1901 e il 1902, in onore di Robert Louis Stevenson, malato, arde di un profondo desiderio di morte.
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Il breve saggio che apre Il re dalla maschera d’oro – che ho recuperato altrove – celebra l’idea letteraria di Schwob. “Ho scritto un libro dove ci sono maschere e volti coperti; un re con la maschera d’oro, un selvaggio dal muso di pelliccia, viandanti italiani dalla faccia appestata e viandanti francesi con un viso finto, galeotti con un elmo rosso, fanciulle invecchiate improvvisamente in uno specchio, e una folla singolare di lebbrosi, imbalsamatrici, eunuchi, assassini, indemoniati e pirati, verso i quali, prego il lettore di credermi, io non ho preferenze di sorta, perché sono certo che essi non sono così diversi tra loro… volentieri dirò che la differenza e la somiglianza sono dei semplici punti di vista”. Mentre lo scrittore contemporaneo ha per obbiettivo primo lo ‘smascherare’, Schwob aggiunge maschera alla mascherata umana. Non disvela ma vela, all’apparenza – in effetti, già il nostro volto è maschera, le nostre parole sono puro travestimento, pur travisate dagli altri. Lo scrittore intaglia le maschere per appropriarsi del rito della scrittura. D’altronde, nel discorso sul simile e il differente e il loro miscuglio – per lo scrittore tutto è nuovo, diverso, e a tutto si avvicina, si fa simile – è evidente la formula alchemica. (d.b.)
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dil3tta · 2 years
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Mi ero ripromessa di non scrivere mai più cose per il mio ex, ma questa più che una lettera/cosa per lui è una lista di cose a cui sto pensando ultimamente e che sento di dover sputare fuori in qualche modo perché forse poi mi sentirò più leggera.
Tu non mi manchi più da tempo, dalla settimana successiva a quando ci siamo lasciati. Non penso più a te in modo romantico, non provo nostalgia nei confronti della nostra relazione perché ripensandoci ho capito che con me sei sempre stato un po' stronzo, e adesso mi fai un sacco schifo, non lo dico con cattiveria ma con disgusto, del tipo che guardo la tua faccia e mi viene da ridere e penso "ma come posso essermi innamorata di questo pesce lesso?". Hai perso tutta la magia che avevi ai miei occhi quando stavamo insieme, prima sembravi un principe azzurro e adesso sei più uno scappato di casa, uno di quelli che non guarderei minimamente nemmeno in una stanza completamente vuota con solo te in mezzo. Sei stra imbarazzante e lo so che è davvero brutto dirlo ma ti auguro il peggio, spero che tu rimanga solo per tutta la tua vita, che tu resti nel tuo buco di casa con quei rompipalle dei tuoi nonni e che quando non ci saranno più ti dovrai accollare quel problema sociale di tuo padre, perché siete tutti dei problemi sociali nella tua famiglia e me ne sono resa conto quando ho capito che senza di te stavo meglio perché non sentivo più il peso della tua vita gravarmi sulle spalle, tutte le stronzate che facevi e che io ti dovevo aiutare a risolvere, come la scuola, il polso che ti eri slogato, i tuoi paradossali problemi di salute, la macchina sfasciata, ma spero che manco la riprenderai mai la macchina guarda, e che se la riprendi ti si sfascia di nuovo, e spero che ti renderai conto dello schifo di vita che conduci e diventerai un vecchio brutto scorbutico e rompipalle come tuo nonno, tiè.
Dopo questa carellata di insulti ti dirò, tu non mi meritavi affatto, e spero che ci piangi ancora la notte perché sei stato davvero un cretino, non mi scrivevi mai le lettere anche se sapevi che per me valevano più di mille rose e se lo facevi era perché te lo chiedevo io ed erano tipo di 3 righe sgrammaticate, non mi hai mai fatto una sorpresa, manco mezza, e non lo dico perché voglio regali o simili perché per me una sorpresa è anche venire sotto casa mia quando meno me lo aspetto, poi sei stra ignorante, ma tipo una capra, e i tuoi amici fanno tutti schifo, e non ho mai sopportato come tu abbia screditato i miei sentimenti per difendere quei caproni degli amici tuoi, non ho mai sopportato che tu vedendo la tua ragazza piangere a dirotto al posto di difendermi abbia detto che stavo esagerando, e ho capito la gravità della questione quando mio padre ha completamente tagliato i rapporti con la sua stessa sorella perché lei aveva trattato malissimo mia madre, insomma, sei un vigliacco e uno stronzo, e lo sei stato tutte le volte che hai preferito loro a me e tutte le volte che io ti volevo parlare delle mie preoccupazioni e tu te ne fregavi, e sei stato così egocentrico e spocchioso quando mi davi della sociopatica solo perché a differenza tua non passavo mattina e sera con gli amici perché studio, ecco un'altra cosa, non hai mai pensato al tuo futuro, sei sempre stato pigro a merda e per me la pigrizia è la cosa peggiore del mondo soprattutto la tua, a tratti mi disgustava, e volevi sempre le cose per forza come le decidevi tu, hai sempre avuto un carattere di merda, un modo di fare infantile e sei stato il peggior ragazzo del mondo. Questo è tutto quello che vedo guardandomi indietro, niente nostalgia né malinconia perché mi si è tolto un velo da davanti agli occhi, sei stata la scelta peggiore che potessi mai fare e spero che la tua vita d'ora in poi faccia schifo perché te lo meriti, punto e basta.
Lo so che non me ne dovrebbe fregare nulla ma queste cose non le posso dire a nessuno sennò mi prenderebbero per psicopatica ma penso sia normale avercela con il proprio ex, a me di lui non importa più un accidenti ma volevo sputare per l'ultima volta il rospo su tutto quello che di disgustoso rappresenta ora la sua persona per me. Quando mi "lasciai" con L provai un incondizionato fascino nei suoi confronti fino a quando non conobbi T e invece con N provo solo schifo schifo schifo proprio perché lui non ha mai avuto niente di affascinante, ero solo io che ero troppo smielata e abituata in un certo senso a lui quindi non contemplavo il lasciarlo. E che disastro se non ci fossimo lasciati, che vita pesante veramente. Quindi, sunto della questione, N fai schifo sotto ogni punto di vista e ti odio.
Ora, caro futuro ragazzo: sappi che i miei standard sono aumentati. Voglio che tu mi compri i narcisi per il mio compleanno, che tu mi scriva lettere meravigliose, che tu sia una persona colta e soprattutto bella dentro (e anche fuori, basta body positivity ora voglio le tartarughe e i tricipiti), ti voglio proprio un figone, che ti fai bello per vedermi e che mi tratti da principessa, poi se sarai milanese pretendo regali belli e costosi e niente problemi in famiglia, voglio essere accolta in casa tua come una figlia e voglio che tu ti fidi di me e che rispetti le mie scelte future. E ste cose le voglio, non le vorrei o le preferirei, punto e basta.
Quindi niente, post brutto e sgrammaticato e dalla punteggiatura pietosa per vomitare un po' di merda e non pensarci più (nell'ultima lettera a N ho scritto "forse ci rivedremo in un'altra vita, dove saremo entrambi dei gatti" ma il cazzo se penso che te devo rivede in un'altra vita sbratto). Shalom a tutti.
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lucapastore17 · 7 years
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“tanti auguri amore!”
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Lui deve andare al lavoro, non la sveglia per darle il buongiorno, non le ha neanche dato un bacio. Così va in cucina, si fuma una sigaretta e pensa. Nel microonde c’è una tazza di caffè, spinge il bottone e la riscalda. Lei è ancora assonnata e non vede il bigliettino sul tavolo. Accende la TV , sfoglia i canali e si ferma dove trova della buona musica. Quella era la loro canzone, quella che la mette sempre di buon umore, così inizia a cantarla a bassa voce.. Lancia un’occhiata sul tavolo e vede il biglietto. Lo apre. Si mette gli occhiali e inizia a leggere: ” Buongiorno, amore. Non avevo sonno, mi sono alzato verso le 3 di mattina e ho pensato di scriverti qualcosa. è tanto che non ti scrivo, so che ti piaceva leggere le mie lettere un po’ sgrammaticate. Ti ho lasciato il caffè nel microonde e ti ho fatto delle crepes, si trovano nel piatto accanto al forno. Ho pensato di tenerti un po’ di compagnia oggi, anche se non sono vicino a te fisicamente. Guarda sotto al piatto delle crepes, c’è un altro bigliettino, ci vediamo là, un bacio ” Si alza dalla sedia, vede le crepes e cerca il secondo bigliettino. ”Mi dispiace se ho bruciato la prima, ma so che a te piacciono anche quelle bruciacchiate un po’. Come sono? Ti piacciono? Mi sono uscite bene? Avrei voluto che tu vedessi come le volteggiavo in aria, un vero maestro. Adesso probabilmente stai con il piede destro sopra l’altro perché ti scappa e devi andare velocemente in bagno,così leggi molto in fretta. Sicuramente hai svuotato il piatto. Il prossimo biglietto è in bagno, sotto il dentifricio. Ne parliamo lì.” Si pulisce le dita con un fazzoletto , corre al bagno, prende il biglietto e lo legge. ”Scommetto che sei più rilassata ora. Mentre prima dormivi mi hai tirato pugni, calci e mi hai tolto la coperta di dosso, forse sognavi che qualcuno ti stava inseguendo.. Ti ho svegliato per calmarti e mi hai detto che non hai rubato fiori, che li hai trovati sul tavolo. Mi hai fatto sorridere e ti ho lasciata dormire, sapevo che non ti saresti ricordata più nulla. Dopo circa un’ora ho sentito il bisogno di darti un bacio così te ne ho dato uno sulla fronte.. Mi piace dormire con te. Hai finito? Andiamo sul balcone, dai..” Si lava le mani, il viso e i denti. Sul balcone trova un biglietto e un foglio strappato a metà. Prende le due parti del foglio, le riunisce e inizia a leggerle. ”Vedi quanto ti conosco? Lo sapevo che avresti alzato prima questo foglio! Non c’è scritto niente quindi prendi il bigliettino.” Lei sorride e raccoglie il biglietto. ” Questa mattina stavo quì e mi fumavo una sigaretta. Stavo pensando a quanto sono felice quando sto con te così ho deciso di farti una sorpresa. Ti piacciono ancora le sorprese? Che domanda,certo che sì.. Ho comprato i biglietti per il film che aspetti da un anno. Sono nel frigorifero,accanto ad un altro biglietto. Sbrigati che ti si raffredda il caffè.” Sorride e si avvia saltellando verso il frigorifero.Ha un sorriso di 360 gradi. Trova tutto sotto un gelato. ”SORPRESAA, ieri ti ho comprato questo gelato. Volevo dartelo dopo cena ma ti ha fatto male il pancino così ho deciso di rimandare. Spero che tu sia entusiasmata tanto quanto lo sono io per quest’idea dei biglietti. Spero solo di non annoiarti. Oggi facciamo un anno da quando stiamo insieme e volevo farti gli auguri in un modo speciale. Vai all’armadio dove tengo le felpe, nelle scarpe troverai un altro biglietto. Come quali scarpe? CORRI!” Con il fiato che le resta,corre e trova un nuovo paio di scarpe. Sono quelle che due giorni prima le aveva provate al centro commerciale ma non le aveva comprate perché troppo costose. Nelle scarpe , un altro biglietto.. ”Ti stanno? Tanti auguri amore, abbi cura di esse. Quando finirai di ammirare il tuo piede perfetto vieni in cucina, mi troverai nella caffettiera rossa.” Va in cucina ma non trova una caffettiera rossa. Inizia ad arrabbiarsi e mette tutto sottosopra. Lo trova dentro la pentola a pressione nel forno. lo apre e prende il biglietto. ”Ecco perché ti amo, non avrei mai pensato di cercare dentro la pentola a pressione nel forno, chi mai potrebbe pensarci? Tu non molli mai, ecco perché hai sempre lottato per noi.. Oggi ho voluto dimostrarti che , anche se sono cambiato, non mi sono dimenticato di noi due. Ricordo ancora cosa ti piace, cosa desideri e cosa non faccio più. Peccato che quest’idea non mi sia venuta un anno fa, quando ci siamo lasciati….
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picros · 7 years
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!!!
volevo scrivere in qualche modo delle emozioni che provo guardando le chiese e di quanto mi sarebbe piaciuto aver scelto lo scientifico invece del classico solo per avere basi più forti se mai dovessi andare a studiare architettura all'uni e stavo per iniziare questa cosa con le seguenti parole: “Se potessi tornare indietro ora…” una frase proprio brutta banale asettica una frase del cazzo ma poi mi sono chiesta Chi sono io per pretendere di scrivere bene e suscitare qualche emozione in chi leggerà sta merda (che poi su tumblr la metà dei miei follower sono porno amatoriali, blog morti dal 2013 quando tumblr era ancora lamette e cara catastrofe di vasco brondi o, e questa è una novità anche per me, blog biblici bo come posso definirli insomma vi giuro che mi segue un tizio che pubblica salmi e passi del vangelo) fino a due anni fa pensavo addirittura che questo modo di scrivere un po’ soliloquio senza punteggiatura mi desse un che d'artistico Scrivo a flussi di coscienza sono come Joyce cazzo, ora con più consapevolezza, datami anche e soprattutto dalla mia prof di italiano che mi toglie sempre sempre sempre un punto nei temi per la punteggiatura e mi annota sempre sempre sempre un LA PUNTEGGIATURA PAULA!!! a piè di pagina sempre sempre sempre con tre !!! punti esclamativi, mi accorgo che non basta mica dire le cose a cazzo sgrammaticate senza virgole oppure se mi gira puresenzaspazicosì e se mi capita di scrivere su quel foglio qualcosa che rileggendolo mi piace ho paura, strappo, prendo un altro foglio e no: io penso che per dire di fare arte, qualsiasi genere di arte, uno debba prendere tutta la prepotenza che ha e riempirsene i polmoni perché deve essere pronto a respirare aria che altre persone non sanno respirare una cosa però: l'unico talento che posso dire con certezza di avere è quello di far sembrare tutte le cose che scrivo una stronzata buttata lì per noia e questa è una cosa che mi fa arrabbiare moltissimo perché il lessico che uso, il modo in cui lo uso, il contesto in cui lo uso può sì essere definita una scelta artistica nel suo reale significato, eppure è involontariamente sottovalutato e questa cosa l'ho già detto mi fa arrabbiare moltissimo perché più persone mi hanno detto che a leggermi viene da sorridere se non da ridere e io lo so che la sparo qualche minchiata qua e là, pure a me fa ridere il cubismo però sinceramente non mi permetterei mai di ridere davanti ad un quadro di Picasso e non c'entra niente Picasso con me per carità (ok questa mi sa che era proprio una stronzata ma non la cancello perché qui avete il permesso di ridere) ma per dirvi no che dietro ad ogni cosa c'è un parte della propria persona e c'è l'impegno soprattutto c'è un sacco di impegno anche per la stronzata del tizio cristianissimo che ha iniziato a seguirmi c'è stato dell'impegno, non sono parole a caso sono cose che se scrivo è perché viene turbata la quiete nella mia testa che diventa bisbigli e bisbigli e bisbigli e sono troppe troppe le parole le lettere la punteggiatura che dovrei usare ora, o mai (posso fare come mi pare voglio mettere le parentesi? le metto perché mi piacciono le parentesi perché le cose tra parentesi le immagino dette all'orecchio, alla fine, con più calma però e dico È bellissimo che posso fare come mi pare posso plasmare i miei pensieri come mi pare ed è bellissimo)
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...😢
“tanti auguri amore!” — Lui deve andare al lavoro, non la sveglia per darle il buongiorno, non le ha neanche dato un bacio. Così va in cucina, si fuma una sigaretta e pensa. Nel microonde c’è una tazza di caffè, spinge il bottone e la riscalda. Lei è ancora assonnata e non vede il bigliettino sul tavolo. Accende la TV , sfoglia i canali e si ferma dove trova della buona musica. Quella era la loro canzone, quella che la mette sempre di buon umore, così inizia a cantarla a bassa voce.. Lancia un’occhiata sul tavolo e vede il biglietto. Lo apre. Si mette gli occhiali e inizia a leggere: ” Buongiorno, amore. Non avevo sonno, mi sono alzato verso le 3 di mattina e ho pensato di scriverti qualcosa. è tanto che non ti scrivo, so che ti piaceva leggere le mie lettere un po’ sgrammaticate. Ti ho lasciato il caffè nel microonde e ti ho fatto delle crepes, si trovano nel piatto accanto al forno. Ho pensato di tenerti un po’ di compagnia oggi, anche se non sono vicino a te fisicamente. Guarda sotto al piatto delle crepes, c’è un altro bigliettino, ci vediamo là, un bacio ” Si alza dalla sedia, vede le crepes e cerca il secondo bigliettino. ”Mi dispiace se ho bruciato la prima, ma so che a te piacciono anche quelle bruciacchiate un po’. Come sono? Ti piacciono? Mi sono uscite bene? Avrei voluto che tu vedessi come le volteggiavo in aria, un vero maestro. Adesso probabilmente stai con il piede destro sopra l’altro perché ti scappa e devi andare velocemente in bagno,così leggi molto in fretta. Sicuramente hai svuotato il piatto. Il prossimo biglietto è in bagno, sotto il dentifricio. Ne parliamo lì.” Si pulisce le dita con un fazzoletto , corre al bagno, prende il biglietto e lo legge. ”Scommetto che sei più rilassata ora. Mentre prima dormivi mi hai tirato pugni, calci e mi hai tolto la coperta di dosso, forse sognavi che qualcuno ti stava inseguendo.. Ti ho svegliato per calmarti e mi hai detto che non hai rubato fiori, che li hai trovati sul tavolo. Mi hai fatto sorridere e ti ho lasciata dormire, sapevo che non ti saresti ricordata più nulla. Dopo circa un’ora ho sentito il bisogno di darti un bacio così te ne ho dato uno sulla fronte.. Mi piace dormire con te. Hai finito? Andiamo sul balcone, dai..” Si lava le mani, il viso e i denti. Sul balcone trova un biglietto e un foglio strappato a metà. Prende le due parti del foglio, le riunisce e inizia a leggerle. ”Vedi quanto ti conosco? Lo sapevo che avresti alzato prima questo foglio! Non c’è scritto niente quindi prendi il bigliettino.” Lei sorride e raccoglie il biglietto. ” Questa mattina stavo quì e mi fumavo una sigaretta. Stavo pensando a quanto sono felice quando sto con te così ho deciso di farti una sorpresa. Ti piacciono ancora le sorprese? Che domanda,certo che sì.. Ho comprato i biglietti per il film che aspetti da un anno. Sono nel frigorifero,accanto ad un altro biglietto. Sbrigati che ti si raffredda il caffè.” Sorride e si avvia saltellando verso il frigorifero.Ha un sorriso di 360 gradi. Trova tutto sotto un gelato. ”SORPRESAA, ieri ti ho comprato questo gelato. Volevo dartelo dopo cena ma ti ha fatto male il pancino così ho deciso di rimandare. Spero che tu sia entusiasmata tanto quanto lo sono io per quest’idea dei biglietti. Spero solo di non annoiarti. Oggi facciamo un anno da quando stiamo insieme e volevo farti gli auguri in un modo speciale. Vai all’armadio dove tengo le felpe, nelle scarpe troverai un altro biglietto. Come quali scarpe? CORRI!” Con il fiato che le resta,corre e trova un nuovo paio di scarpe. Sono quelle che due giorni prima le aveva provate al centro commerciale ma non le aveva comprate perché troppo costose. Nelle scarpe , un altro biglietto.. ”Ti stanno? Tanti auguri amore, abbi cura di esse. Quando finirai di ammirare il tuo piede perfetto vieni in cucina, mi troverai nella caffettiera rossa.” Va in cucina ma non trova una caffettiera rossa. Inizia ad arrabbiarsi e mette tutto sottosopra. Lo trova dentro la pentola a pressione nel forno. lo apre e prende il biglietto. ”Ecco perché ti amo, non avrei mai pensato di cercare dentro la pentola a pressione nel forno, chi mai potrebbe pensarci? Tu non molli mai, ecco perché hai sempre lottato per noi.. Oggi ho voluto dimostrarti che , anche se sono cambiato, non mi sono dimenticato di noi due. Ricordo ancora cosa ti piace, cosa desideri e cosa non faccio più. Peccato che quest’idea non mi sia venuta un anno fa, quando ci siamo lasciati…. Forse ora non sognerei ad occhi aperti te dentro questa casa ormai vuota da un anno..
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Lei è ancora assonnata e non vede il bigliettino sul tavolo. Accende la TV , sfoglia i canali e si ferma dove trova della buona musica. Quella era la loro canzone, quella che la mette sempre di buon umore, così inizia a cantarla a bassa voce..
Lancia un’occhiata sul tavolo e vede il biglietto. Lo apre. Si mette gli occhiali e inizia a leggere:
” Buongiorno, amore. Non avevo sonno, mi sono alzato verso le 3 di mattina e ho pensato di scriverti qualcosa. è tanto che non ti scrivo, so che ti piaceva leggere le mie lettere un po’ sgrammaticate. Ti ho lasciato il caffè nel microonde e ti ho fatto delle crepes, si trovano nel piatto accanto al forno.
Ho pensato di tenerti un po’ di compagnia oggi, anche se non sono vicino a te fisicamente. Guarda sotto al piatto delle crepes, c’è un altro bigliettino, ci vediamo là, un bacio ”
Si alza dalla sedia, vede le crepes e cerca il secondo bigliettino.
”Mi dispiace se ho bruciato la prima, ma so che a te piacciono anche quelle bruciacchiate un po’. Come sono? Ti piacciono? Mi sono uscite bene? Avrei voluto che tu vedessi come le volteggiavo in aria, un vero maestro. Adesso probabilmente stai con il piede destro sopra l’altro perché ti scappa e devi andare velocemente in bagno,così leggi molto in fretta. Sicuramente hai svuotato il piatto. Il prossimo biglietto è in bagno, sotto il dentifricio. Ne parliamo lì.”
Si pulisce le dita con un fazzoletto , corre al bagno, prende il biglietto e lo legge.
”Scommetto che sei più rilassata ora. Mentre prima dormivi mi hai tirato pugni, calci e mi hai tolto la coperta di dosso, forse sognavi che qualcuno ti stava inseguendo.. Ti ho svegliato per calmarti e mi hai detto che non hai rubato fiori, che li hai trovati sul tavolo. Mi hai fatto sorridere e ti ho lasciata dormire, sapevo che non ti saresti ricordata più nulla. Dopo circa un’ora ho sentito il bisogno di darti un bacio così te ne ho dato uno sulla fronte.. Mi piace dormire con te. Hai finito? Andiamo sul balcone, dai..”
Si lava le mani, il viso e i denti.
““Lui deve andare al lavoro, non la sveglia per darle il buongiorno, non le ha neanche dato un bacio. Così va in cucina, si fuma una sigaretta e pensa. Nel microonde c’è una tazza di caffè, spinge il bottone e la riscalda.
Sul balcone trova un biglietto e un foglio strappato a metà. Prende le due parti del foglio, le riunisce e inizia a leggerle.
”Vedi quanto ti conosco? Lo sapevo che avresti alzato prima questo foglio! Non c’è scritto niente quindi prendi il bigliettino.”
Lei sorride e raccoglie il biglietto.
” Questa mattina stavo quì e mi fumavo una sigaretta. Stavo pensando a quanto sono felice quando sto con te così ho deciso di farti una sorpresa. Ti piacciono ancora le sorprese? Che domanda,certo che sì.. Ho comprato i biglietti per il film che aspetti da un anno. Sono nel frigorifero,accanto ad un altro biglietto. Sbrigati che ti si raffredda il caffè.”
Sorride e si avvia saltellando verso il frigorifero.Ha un sorriso di 360 gradi. Trova tutto sotto un gelato.
”SORPRESAA, ieri ti ho comprato questo gelato. Volevo dartelo dopo cena ma ti ha fatto male il pancino così ho deciso di rimandare.
Spero che tu sia entusiasmata tanto quanto lo sono io per quest’idea dei biglietti. Spero solo di non annoiarti. Oggi facciamo un anno da quando stiamo insieme e volevo farti gli auguri in un modo speciale.
Vai all’armadio dove tengo le felpe, nelle scarpe troverai un altro biglietto. Come quali scarpe? CORRI!”
Con il fiato che le resta,corre e trova un nuovo paio di scarpe. Sono quelle che due giorni prima le aveva provate al centro commerciale ma non le aveva comprate perché troppo costose. Nelle scarpe , un altro biglietto..
”Ti stanno? Tanti auguri amore, abbi cura di esse. Quando finirai di ammirare il tuo piede perfetto vieni in cucina, mi troverai nella caffettiera rossa.”
Va in cucina ma non trova una caffettiera rossa. Inizia ad arrabbiarsi e mette tutto sottosopra. Lo trova dentro la pentola a pressione nel forno. lo apre e prende il biglietto.
”Ecco perché ti amo, non avrei mai pensato di cercare dentro la pentola a pressione nel forno, chi mai potrebbe pensarci? Tu non molli mai, ecco perché hai sempre lottato per noi..
Oggi ho voluto dimostrarti che , anche se sono cambiato, non mi sono dimenticato di noi due. Ricordo ancora cosa ti piace, cosa desideri e cosa non faccio più. Peccato che quest’idea non mi sia venuta un anno fa, quando ci siamo lasciati….
Forse ora non sognerei ad occhi aperti te dentro questa casa ormai vuota da un anno..””
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xluanaracitix-blog · 7 years
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“Lui deve andare al lavoro, non la sveglia per darle il buongiorno, non le ha neanche dato un bacio. Così va in cucina, si fuma una sigaretta e pensa. Nel microonde c’è una tazza di caffè, spinge il bottone e la riscalda.
Lei è ancora assonnata e non vede il bigliettino sul tavolo. Accende la TV , sfoglia i canali e si ferma dove trova della buona musica. Quella era la loro canzone, quella che la mette sempre di buon umore, così inizia a cantarla a bassa voce..
Lancia un’occhiata sul tavolo e vede il biglietto. Lo apre. Si mette gli occhiali e inizia a leggere:
” Buongiorno, amore. Non avevo sonno, mi sono alzato verso le 3 di mattina e ho pensato di scriverti qualcosa. è tanto che non ti scrivo, so che ti piaceva leggere le mie lettere un po’ sgrammaticate. Ti ho lasciato il caffè nel microonde e ti ho fatto delle crepes, si trovano nel piatto accanto al forno.
Ho pensato di tenerti un po’ di compagnia oggi, anche se non sono vicino a te fisicamente. Guarda sotto al piatto delle crepes, c’è un altro bigliettino, ci vediamo là, un bacio ”
Si alza dalla sedia, vede le crepes e cerca il secondo bigliettino.
”Mi dispiace se ho bruciato la prima, ma so che a te piacciono anche quelle bruciacchiate un po’. Come sono? Ti piacciono? Mi sono uscite bene? Avrei voluto che tu vedessi come le volteggiavo in aria, un vero maestro. Adesso probabilmente stai con il piede destro sopra l’altro perché ti scappa e devi andare velocemente in bagno,così leggi molto in fretta. Sicuramente hai svuotato il piatto. Il prossimo biglietto è in bagno, sotto il dentifricio. Ne parliamo lì.”
Si pulisce le dita con un fazzoletto , corre al bagno, prende il biglietto e lo legge.
”Scommetto che sei più rilassata ora. Mentre prima dormivi mi hai tirato pugni, calci e mi hai tolto la coperta di dosso, forse sognavi che qualcuno ti stava inseguendo.. Ti ho svegliato per calmarti e mi hai detto che non hai rubato fiori, che li hai trovati sul tavolo. Mi hai fatto sorridere e ti ho lasciata dormire, sapevo che non ti saresti ricordata più nulla. Dopo circa un’ora ho sentito il bisogno di darti un bacio così te ne ho dato uno sulla fronte.. Mi piace dormire con te. Hai finito? Andiamo sul balcone, dai..”
Si lava le mani, il viso e i denti.
Sul balcone trova un biglietto e un foglio strappato a metà. Prende le due parti del foglio, le riunisce e inizia a leggerle.
”Vedi quanto ti conosco? Lo sapevo che avresti alzato prima questo foglio! Non c’è scritto niente quindi prendi il bigliettino.”
Lei sorride e raccoglie il biglietto.
” Questa mattina stavo quì e mi fumavo una sigaretta. Stavo pensando a quanto sono felice quando sto con te così ho deciso di farti una sorpresa. Ti piacciono ancora le sorprese? Che domanda,certo che sì.. Ho comprato i biglietti per il film che aspetti da un anno. Sono nel frigorifero,accanto ad un altro biglietto. Sbrigati che ti si raffredda il caffè.”
Sorride e si avvia saltellando verso il frigorifero.Ha un sorriso di 360 gradi. Trova tutto sotto un gelato.
”SORPRESAA, ieri ti ho comprato questo gelato. Volevo dartelo dopo cena ma ti ha fatto male il pancino così ho deciso di rimandare.
Spero che tu sia entusiasmata tanto quanto lo sono io per quest’idea dei biglietti. Spero solo di non annoiarti. Oggi facciamo un anno da quando stiamo insieme e volevo farti gli auguri in un modo speciale.
Vai all’armadio dove tengo le felpe, nelle scarpe troverai un altro biglietto. Come quali scarpe? CORRI!”
Con il fiato che le resta,corre e trova un nuovo paio di scarpe. Sono quelle che due giorni prima le aveva provate al centro commerciale ma non le aveva comprate perché troppo costose. Nelle scarpe , un altro biglietto..
”Ti stanno? Tanti auguri amore, abbi cura di esse. Quando finirai di ammirare il tuo piede perfetto vieni in cucina, mi troverai nella caffettiera rossa.”
Va in cucina ma non trova una caffettiera rossa. Inizia ad arrabbiarsi e mette tutto sottosopra. Lo trova dentro la pentola a pressione nel forno. lo apre e prende il biglietto.
”Ecco perché ti amo, non avrei mai pensato di cercare dentro la pentola a pressione nel forno, chi mai potrebbe pensarci? Tu non molli mai, ecco perché hai sempre lottato per noi..
Oggi ho voluto dimostrarti che , anche se sono cambiato, non mi sono dimenticato di noi due. Ricordo ancora cosa ti piace, cosa desideri e cosa non faccio più.
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myvanillabean · 7 years
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Pt. 10 1/2
Se passano altri giorni dove non ci sei io non ti vengo a prendere, siamo una marea d'incertezza e passi e falsi, dove va a finire il mare? Ti scrivo per cercare di riempire il vuoto che mi lasci ogni giorno quando ti vorrei e non ci sei, e lo farei anche se non mi leggessi, è tutto ciò che ho e mi appartiene, due parole messe insieme non formano i castelli. E il mio nome non è più apparso sulla schermata del tuo cellulare, ne ti ho citofonato, ne ti ho lasciato pezzi di carta straccia sul tuo cammino, nemmeno a Natale, e Natale non hai idea che stronzata assurda quest'anno. Cavolo è il Natale poi se non ci sei, che dobbiamo festeggiare? Neanche a Capodanno comunque, e mi premeva un sacco ricordare il nostro ultimo primo giorno dell'anno insieme, mi sono chiesta se te ne fossi ricordato anche tu e mi sono risposta che sicuramente anche solo per qualche secondo si, mi stavi ricordando. Il punto è che parlo con te ma con me, il punto è che il tuo sarcasmo può restare fuori dalle mie parole, il punto è che il mio modo di resistere, restare. Ammetto, è sicurezza e protezione, averti senza averti, creare con le lettere tutte le parti di te che adoro. Ci sono mille richieste d'aiuto, frasi a sproposito spesso sbagliate e sgrammaticate, ma la grammatica in amore non serve, ti racconto inventando parole e usando metafore un po' a cazzo, come quando dico che albeggi, inondi, bruci. È il mio modo di vederti e paragonarti a cose che riesco a vedere tutti i giorni e che portano bellezza, un po' come la tua. Sai che leggere fa bene? Penso che una buona mezz'ora ce l'hai impiegata e leggere le folli idee di una ragazza un po' pazza, se diventa un libro lo chiamò così, nella prima pagina metto la dedica a te. Sei il posto dove mi rifugio quando non riesco a dormire perché mi manchi, come adesso. Quando piango, quando sto male, quando tutto va male perché non ci sei. Questo sei e credo vada bene. Sono troppe le parole che non riesco a dirti e soffoco con un sacco di sospiri, perché sarebbe tutto più facile senza le barriere, o forse ce le inventeremo perché ci si deve sempre complicare in qualche modo, ma come sarebbe bello se tutto diventasse naturale come quando ti scrivo e le parole escono da sole, è che mi sembra tutto sbagliato, come un gioco dove si perde sempre sul finale o un cavolo di film che non riesco a finire perché si blocca il caricamento.
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Musica, Indie, Concerti, Afterhours ed i Miei
Quando avevo quindici anni ho iniziato ad ascoltare la musica indie e la musica alternative, partendo da gruppi stranieri famosi come gli Arctic Monkeys e i The Strokes (oggi probabilmente i miei due gruppi preferiti con i Baustelle) fino ad arrivare alla musica italiana dello stesso genere, i Verdena, gli Afterhours e così via fino ad arrivare a cose sconosciute che adesso faccio fatica a ricordare come La Fame di Camilla, L'Orso (che bello dio mio il loro primo album ne ero veramente innamorato, peccato per dopo) L'Officina della Camomilla ed i Kutso (che conoscevo da prima del loro debutto a San Remo, per la bellissima cover che fecero di De André). Diciamo che fino ai diciannove anni ero fissato col dover scoprire sempre gruppi nuovi, conoscere nuovi dischi ed anche se facevano cagare li consideravo fighi perché non mainstream (e non mi accorgevo nel mentre che l'indie stava diventando mainstream, vedi Lo Stato Sociale e i The Giornalisti che DIO MIO RICORDATE IO NON ESISTO?).
Diciamo che mi sono fatto un numero esagerato di concerti grazie a tutti questi gruppi, ho visto lo stato sociale, brunori sas, the zen circus, i marlene, i verdena due volte e così via: il concerto più bello però fu al PummaRock festival nel 2014 con gli Afterhours e Giorgio Canali, io credo che sia stato uno dei giorni più belli della mia vita per cui ringrazio sempre di essere vivo: ve lo giuro un concerto realmente infinito, una scaletta lunghissima ed io che lacrimavo durante Nuvole Senza Messico. Il concerto fu bellissimo anche per la foto con M. Agnelli ma soprattutto perché ci andai da solo, con due cellulari, senza pullman perché il giorno dopo era festa ed io abito dalla parte opposta della città: io sono al centro, il concerto era a Sant'Antonio Abate e per prendere la metro avevo bisogno di arrivare a Castellammare, quindi mi feci tutta la città a piedi al ritorno con mamma a telefono che voleva uccidermi come giusto che sia.
Mi mancano quei giorni che senza mezzi di trasporto (i miei non guidano, io nemmeno) zaino in spalla facevo scampagnate senza chiedere l'autostop: mi piaceva proprio fare cose simili, oggi le camminate le faccio ancora in solitario ma non hanno distanza abissali.
Il mio entusiasmo è andato perduto col tempo ma ammetto che forse la gioia maggiore che ho ora è la fiducia dei miei che hanno ancora in me: non importa la distanza, si fidano di me e mi lasciano andare anche a piedi dove voglio. Talvolta mi dispiace quando altre persone parlano male dei loro genitori, semplicemente perché io non riesco: non hanno mai avuto peli sulla lingua con me ed io con loro lo stesso: a me viene spontaneo anche parlare di sesso con loro! Sapete Rory e Lorelai? Ecco, una cosa simile (ed io e mamma vediamo Shameless insieme, con tanto di battutine su Fiona e Lip quando scopano ad inizio puntata). Spero solo di diventare un giorno come loro
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