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#la fata blu
cinematic-literature · 10 months
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L'amica geniale S02E08 (La fata blu)
Book title: Piccole donne (Little Women in English; 1868) by Louisa May Alcott
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lunamagicablu · 4 months
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S'avvicina il temporale La fata sfiora l'arpa Gocce e vento s'amano Gocce e vento danzano La fata tocca le corde Dai rami cadono ciocche Di bionde foglie del leccio Note della piccola fata blu Nell'aria la pioggia gocciola La musica s'inchina La musica fa piroette Il vento bussa alla finestra Dal portone fa eco l'arpeggio L'arpa della fata canta L'arpa della fata suona S'intona l'accordo Le note si stringono assieme Le dita della fata cuciono le note La fata cuce le note La fata tesse le note Le note sono cucite Le note sono tessute S'abbatte il fulmine S'abbatte il tuono L'arpa tesse le note L'arpa cuce le note La fata canta Canta la fata S'allontana il temporale (di Milena Esposito) ************************* The storm is approaching The fairy touches the harp Drops and wind love each other Drops and wind dance The fairy touches the strings Wisps fall from the branches Of blonde holm oak leaves Notes from the little blue fairy Rain drips in the air The music bows The music pirouettes The wind knocks on the window The arpeggio echoes from the door The fairy's harp sings The fairy's harp plays The chord is struck The notes string together The fairy's fingers sew the notes The fairy sews the notes The fairy weaves the notes The notes are stitched The notes are woven Lightning strikes Thunder strikes The harp weaves the notes The harp sews the notes The fairy sings The fairy sings The storm is moving away (by Milena Esposito) 
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susieporta · 1 day
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Non scrivo con l’inchiostro. Scrivo con la mia leggerezza. Non so se riesco a farmi capire: l’inchiostro, lo compro; ma non esiste un negozio per la leggerezza. Viene, oppure no: dipende. Quando non viene è già presente. Mi capite? È ovunque, la leggerezza: nella freschezza insolente delle piogge estive, sulle ali di un libro abbandonato ai piedi del letto, nel suono delle campane del monastero all’ora delle funzioni, un vociare infantile e vibrante, in un nome mille e mille volte sussurrato come quando si mastica un filo d’erba, nella fata che è la luce alle svolte delle strade serpeggianti del Jura, nella povertà esitante delle sonate di Schubert, nel rito di chiudere lentamente le imposte sul far della sera, nel tocco sottile di blu, blu pallido, quasi viola, sulle palpebre di un neonato, nella dolcezza di aprire una lettera attesa, prolungando di un secondo l’istante di leggerla, nel rumore delle castagne che si schiantano al suolo e nella goffaggine di un cane che scivola su di uno stagno ghiacciato, mi fermo qui, la leggerezza, lo vedete, è donata ovunque. Se allo stesso tempo è rara, di una rarità incredibile, è perchè ci manca l’arte di ricevere, semplicemente ricevere ciò che ci è donato ovunque.”
Christian Bobin, dal libro “FOLLI I MIEI PASSI”
#animamundiedizioni traduzione di Maddalena Cavalleri
Link al libro: https://www.animamundiedizioni.com/prodotto/folli-i-miei-passi/
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sorella-di-icaro · 11 months
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Barbie Sirenetta
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C'era una volta una Barbie chiamata Marina, che viveva nel profondo del mare come una bellissima sirena. Marina aveva lunghi capelli biondi, occhi scintillanti e una coda di sirena scintillante di colore blu. Era conosciuta in tutto il regno sottomarino per la sua grazia e la sua voce melodiosa.
Un giorno, mentre nuotava tra i coralli colorati, Marina vide un giovane naufrago in difficoltà. Era un ragazzo di nome Luca, che stava lottando per rimanere a galla. Marina nuotò velocemente verso di lui e lo salvò, portandolo sulla spiaggia sicura.
Luca rimase incantato dalla bellezza di Marina e dalla sua abilità di sirena. Iniziarono a trascorrere molto tempo insieme, imparando l'uno dall'altro. Marina mostrò a Luca le meraviglie del regno sottomarino, mentre lui le parlava delle terre emerse e delle avventure che aveva vissuto.
Ma la loro felicità fu minacciata quando un malvagio stregone marino, chiamato Morbion, venne a conoscenza dell'amore tra Marina e Luca. Morbion era geloso dell'affetto che Marina provava per Luca e decise di separarli.
Utilizzando i suoi poteri oscuri, Morbion lanciò un incantesimo su Marina, trasformandola in una statua di pietra situata sul fondale marino. Luca, disperato, tentò di sconfiggere Morbion, ma il suo potere era troppo grande.
Tuttavia, Luca non si arrese. Con l'aiuto di una fata marina, trovò un antico talismano che aveva il potere di spezzare l'incantesimo. Luca si immerse nuovamente nell'oceano e raggiunse la statua di Marina, stringendo il talismano con forza.
Con un raggio di luce brillante, il talismano si attivò e l'incantesimo di Morbion si ruppe. Marina riprese vita, tornando ad essere una sirena, e insieme riuscirono a sconfiggere Morbion e a liberare il regno sottomarino dalla sua oscurità.
Da quel giorno, Marina e Luca vissero felici e uniti, condividendo le meraviglie del mondo sottomarino e della terraferma. La loro storia d'amore e avventura fu tramandata di generazione in generazione, diventando una leggenda sull'amore che può superare qualsiasi ostacolo, anche nelle profondità dell'oceano.
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houseofdaena · 1 year
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Cuore delle limpide sorgenti
Volume 1
Sotto la cascata di luce lunare, un ragazzo in lacrime espresse un desiderio alla sorgente. Una fata, che proveniva da lontano e aveva iniziato a vivere in quella sorgente disabitata, ascoltò in silenzio il desiderio muto di quel ragazzo.
Le fate di sorgente non sanno nulla di ricordi distanti o di sogni profondi: esse nascono dall’essenza dell’acqua e sono le discendenti senza volto degli angeli. Pertanto, quando la fata curiosa emerse dall’acqua, ascoltò il pianto del cuore di quel ragazzo e si interessò alla sua vita, che era più giovane e fragile della propria. La fata silenziosa allungò le sue dita senza forma, fredde come la rugiada di mezzanotte e morbide come la fortuna che aveva perso, e accarezzò dolcemente la fronte e le guance del ragazzo.
Colto alla sprovvista da quel tocco, il ragazzino alzò la testa e incrociò lo sguardo della fata. “Puoi esaudire il mio desiderio?” chiese il ragazzo. La fata della sorgente fu sorpresa e confusa da quella domanda sfacciata. Ma non sapeva parlare, quindi annuì soltanto. Il ragazzo andò via soddisfatto.
Non sapeva che la fata della sorgente aveva perso buona parte della propria saggezza ed era completamente sola, senza amici né famiglia. Quando l’acqua della sorgente fluì dalle crepe delle pietre nella sua pozza, la fata osservò i frammenti di luna riflessi sulle increspature dell’acqua, e a poco a poco, finalmente, recuperò la capacità di pensare e di imitare dei brandelli di linguaggio. La fata osservò il mondo circostante con innocenza, meraviglia e amore, curiosa come una bambina. Gioì con la volpe e lo scoiattolo che rubavano le bacche, e si addolorò alla vista delle scure nubi che coprivano l’orizzonte.
Inoltre, un sentimento complesso ma immaturo per quel ragazzino sgorgò dal suo cuore. Era sola al mondo e le mancavano il potere e la saggezza necessari a esaudire il suo desiderio. Però poteva condividerlo, così attinse la propria forza vitale dalla condivisione dei fardelli del ragazzino.
Volume 2
Il giovane osservò i frammenti di luna riflessi sulle increspature dell’acqua e riversò il proprio cuore nella sorgente. La fata imparò a conoscerlo grazie alle sue parole. E l’autostima del ragazzo crebbe grazie al suo silenzio.
La fata della sorgente capì vagamente che al mondo c’erano altre cose belle, oltre al chiaro di luna e alla frutta, e che nelle tenebre c’era ben altro a parte le nuvole. Il ragazzo le parlò delle foreste e degli alberi, delle città e delle mura, e condivise con lei gioie, dolori e paure. Ascoltandolo, la fata si innamorò del mondo imperfetto in cui era nata.
Quando il ragazzo si sentiva demoralizzato per la propria impotenza, la fata della sorgente gli asciugava le lacrime in silenzio e con dolcezza. Quelle lacrime l’aiutavano a capire un po’ di più il mondo esterno alla sorgente. Le lacrime fluivano nell’acqua e la fata le purificava, trasformandole in un dolce nettare che gli donava bei sogni. Il ragazzo si dimenticava del dolore provato da sveglio, e in sogno incontrava la fata silenziosa alla sorgente.
Ogni volta che accadeva, sorrideva anche la fata addormentata nella sorgente inzuppata dal chiaro di luna. La rugiada fresca nutriva i sogni del ragazzo, e i suoi sogni rinvigorivano l’anima sola della fata. Durante quei sogni, la fata raccontava al ragazzo del lontano regno di Hydro. Narrò della propria terra natia blu zaffiro, cantò dell’esilio e della conseguente nostalgia di casa, sospirò per la lontananza e il senso di appartenenza. Nei sogni, era il ragazzo ad ascoltare in silenzio, a piangere per i suoi problemi e a gioire della sua felicità.
Col tempo, i ricordi e i sogni del ragazzo insegnarono alla fata a parlare. I due divennero amici che condividevano ogni cosa.
Volume 3
Quando il vento smise di soffiare, i frammenti di luna riflessi nell’acqua si riunirono, e il ragazzo udì per la prima volta la voce della fata. Le fate sono creature così delicate e sensibili da superare la comprensione degli umani, e il ragazzo rimase profondamente ammaliato dalla sua voce dolce ed elegiaca.
Ma in quanto creatura tanto delicata e sensibile da essere oltre la comprensione degli umani, la fata, attraverso gli occhi del ragazzo, vide il suo nudo desiderio e la promessa che stava per farle.
All’improvviso la fata ebbe paura.
Le vite mortali sono forti ma effimere, e quel ragazzo prima o poi sarebbe cresciuto e invecchiato. Come avrebbe trattato i discendenti elementali, una volta persa la giovinezza e l’innocenza? Al crepuscolo della propria vita, si sarebbe pentito di averla gettata via per una promessa infantile?
La fata della sorgente era pura e gentile, ma non comprendeva l’amore provato dagli umani. Non aveva mai assistito al miracolo dell’umanità, ed era rimasta pigramente inerte durante millenni di cambiamenti; il distacco le provava grande timore.
Ciò che gli umani percepiscono come miracolo della devozione, per le fate elementali non è altro che un piacere effimero. E neanche il potere delle fate può invertire l’invecchiamento della persona amata.
La tenera fata non poteva sopportare di assistere all’arrivo di quel giorno, e con un bacio gli impedì di pronunciare quella promessa. Ma l’innocente ragazzo capì, al contrario, che la fata accettava la sua promessa.
In quel momento, la fata giurò che un giorno sarebbe riuscita a lasciarlo. E il ragazzo giurò che sarebbe rimasto per sempre alla sorgente.
Volume 4
Col tempo, il ragazzo crebbe, si fece dei nuovi amici e visse nuove esperienze. La fata della sorgente continuò a cantargli le proprie silenziose elegie.
Poi, un giorno, lei se ne andò, e non posò mai più lo sguardo sul ragazzo. Tra i gocciolii della sorgente smisero di fluire le parole, e i frammenti di luna riflessi nell’acqua non si riunirono mai più. All’improvviso la fata capì che, pur avendo trovato un luogo a cui appartenere e pur avendo provato la fugace felicità, era ancora sola.
Il ragazzo, che era ormai cresciuto, non percepì la fuga della fata e si diede la colpa della propria solitudine. “Forse non era altro che una fantasia infantile...” pensò tra sé e sé mentre ascoltava il gorgoglio della sorgente.
Ma quel fresco bacio era reale, così com’era reale il vento che giocava coi suoi capelli. All’improvviso capì che, pur essendosi fatto tanti amici e avendone persi altrettanti, pur avendo viaggiato più di quanto riuscisse a ricordare, era ancora solo.
Quindi, proprio com’era accaduto tantissimi anni prima, le lacrime del ragazzo caddero nel puro stagno e si immersero tra i frammenti di luna. Ma questa volta, come promesso, la fata non tornò. Lei si voltò di spalle testardamente, poiché desiderava essere l’oggetto di un innocente sogno infantile, un’errante e fugace ospite proveniente da una terra straniera, ma non che la propria quasi eterna vita spezzasse la promessa del suo amato.
Secondo la leggenda, quando piove a dirotto, le gocce di pioggia che cadono nello stagno si mescolano alle lacrime della fata della sorgente. Il ragazzo credette profondamente a tale diceria fino alla fine dei propri giorni. Purtroppo, la fata della sorgente che era fuggita dai propri sentimenti non ci credette mai.
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blogitalianissimo · 3 years
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Aspe, come otteneva Aisha l enchantix?
E poi Bloom non salvava un anziana di Domino?
Aisha perde la vista, la regina sirena dice che col potere del suo scettro (che prima deve raccogliere l'ultimo raggio del tramonto blablabla) può guarirla, ma la regina finisce ferita gravemente, e Aisha usa il potere dello scettro per salvarla invece che su se stessa.
No, Bloom va a fare karate kid in un pianeta di draghi, lì un'anziana la allena, le dice di credere in se stessa, le regala una boccetta blu con l'essenza di quel pianeta /???/ (è praticamente la stessa boccetta della polvere di fata). Poi arrivano le Trix a rompere, la provocano dicendo "Valtor farà questo/quello", lei si incazza "Valtor non vincerà mai" e parte la musichetta dell'enchantix. Non salva la vita di nessuno, non si sacrifica, semplicemente lei c'ha la fiamma del drago e le basta sentire il suo drago interiore per raggiungere l'enchantix (lo dice la signora). Quindi le altre un altro po' ci rimanevano secche, ma a lei basta solo la giusta motivazione.
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batrachois · 3 years
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Sara. Dobbiamo discutere di che cazzo hanno fatto alle Winx. Dove è finito lo schema dei colori brillanti, sbrilluccicosi e solo vagamente collegati ai loro poteri. Dov'è la combo di outfit improbabili eppure stranamente azzeccati per delle adolescenti degli anni 2000. Dov'è la scuola cgi in cui tutte le bambine italiane sognavano segretamente di andare. DOV'É?!?
sorry in advance for what’s about to come (a long and incoherent rant in italian on the topic of “Fate: a winx story” or wtv netflix called that aberration)
hhhahdghsnkladijofehujkdnsjlwi HAAAAAAAAAAH
1. dov’è ALFEA QUELLA BELLA QUELLA CHE LUCCICA 2. che fine ha fatto tecna l’amore mio 3. ma ????? musa e flora???????????? cioè?????? hello?????? AAA odio
odio odio odio odio odio questo nuovo trend di rendere tutto edgy e dark e dfkjsn che sc h i f o  porco il porco. cioè okay si era carino i primi tempi, ma nessuno vuole r*v*rdale con le fate, su. datemi del GLITTER datemi dei COLORI datemi la MAGIA
e poi i costumiiiiiii checccchifooooo - bloom: l’hanno vestita di rosso???????? rosso? lei? ew. - COSA HANNO FATTO ALLA MIA STUPENDA AISHA E AL SUO SCHEMA VERDE/ROSA AAAAAAAAAA cos’è quella palandrana blu oscena con le toppe che le hanno messo addosso cristissimo in croce EW. - stella??????? vestita di nero????????? Q U  A N   D O  É UNA FATA DELLA L U C  E - flora...................... cioè non per essere fat shaming ma................ flora mi ha resa quel che sono gay e questo è un insulto bello e buono. vuoi farmela plus size??? okay ma falla FIG A  PORCO  D D D D - musa non la aknowledgo neanche ciao basta sono riusciti a whitewashare una roba che aveva diversity quando neanche faceva figo averla io e a rovinare una bella sub trama (quella col padre che giuro la ricordo ancora che a 7 anni piangevo come una bestia quando passavano quell’episodio) e io boh
e non parliamo degli specialisti!!!!!! CHE SCHIFO ODDIO!!! hanno preso quelli che erano dei jock simpy e li hanno resi degli eboy demmerda che EWEWEWEWEW disgustoso
chiunque abbia pensato che questa versione dark e edgy e brutta fosse quello di cui avevamo bisogno allora c’è proprio un problema di fondo nel capire il motivo per cui le winx erano il massimo dell’intrattenimento per tutta una generazione (di italiani ma shh).
dateci il trash, il kitch, il camp, il glitter, le fatine con le ali, le trasformazioni colorate con la musichetta pop o la morte
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john-keat-s · 4 years
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"Non voglio perderti".
Storia del nuovo cognome, La Fata Blu.
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cinematic-literature · 10 months
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L'amica geniale S02E08 (La fata blu)
Book title: La divagazione by Elena Greco
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lunamagicablu · 2 years
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In qualunque luogo dell'emisfero settentrionale, dalle Terre disabitate del grande nord, dove l'unica luce è un riflesso lattiginoso per poche ore al giorno, alle isole mediterranee dove l'aria è limpida, il sole appare smarrito e fatica a sfiorare l'orizzonte, forma le ombre più lunghe dell'anno sulle meridiane e nelle pianure battute dal vento gelido, per poi precipitare negli abissi del buio. Elbeth è la fata che presiede al giorno più corto e malinconico dell'anno. Profonda conoscitrice dell'animo umano, sa quale brivido freddo stringe il nostro cuore in questa data e come l'energia vitale che ci lega alla Terra sia debole e incerta e che la lunga notte ci attende, la più lunga dell'anno, sarà una lotta dove le forze oscure cercano di prevalere. E' lei che assiste alla sfida tra l'ombra e la luce. Coperta di un lungo manto blu bordato d'ermellino che lascia scoperto il suo viso pallido, gli occhi azzurri e i capelli neri e lucenti, porta con sé un ramo d'agrifoglio, la pianta che non muore mai, pungente contro gli spiriti nefasti e ricco di bacche rosse, la corona che le cinge la fronte e i fermagli che chiudono il mantello sono d'argento adornati di grosse perle bianche che ricordano il frutto del vischio, altra pianta sempreverde a lei sacra. Una volpe bianca l'accompagna, una torcia di abete e resina rischiara il suo cammino in questa notte senza fine.
Per aiutare gli umani che chiusi nelle loro case tremano di freddo e di paura, convinti che il drago delle tenebre abbia inghiottito il sole, Elbeth ha creato la Festa dell'Ombra e della Luce. Gli abitanti dei villaggi hanno preparato grandi cataste di legno d'abete e di agrifoglio, le hanno cosparse di resina e di vischio. Alla sommità hanno posto doni per la fata del solstizio d'inverno. Poi si sono chiusi nelle loro case. Aspettano. Elbeth arriva prima del crepuscolo. E' l'ora in cui il sole cade e un presagio di morte soffia su tutte le terre del nord. La sua ombra si allunga sulle case, sulle fontane e le piazze deserte. La fata compie un giro completo attorno al villaggio e ciascuno vede venir meno la luce al suo passaggio. Tutto è fermo e silenzioso. Nelle case si bruciano sulle candele rametti di vischio e agrifoglio conservati dall'anno prima. Cade la notte. Allora Elbeth scende fra le case, lunghe il sentiero deserto e con la sua torcia appicca il fuoco alla pire di legna.
Ben presto grandi falò illuminano il villaggio. Dagli usci spalancati escono i contadini recando fiasche di sidro, i bambini portano sagome di legno, nere e lunghe, forme di mostri e incubi che rappresentano le ombre e le gettano nel fuoco, le donne pongono a cuocere sulle braci pani dolci, insaporiti di frutta secca ed uvette, gli anziani siedono a scaldarsi e ricordano la loro giovinezza ahimé lontana, i suonatori di flauto e di strumenti a corda fanno a gara nell'invogliare le ragazze al ballo.
Per tutta la notte i fuochi punteggiano le valli, le pianure, le coste dei mari e le rive dei fiumi e dei laghi in una corona luminosa che disegna il profilo dell'emisfero boreale. E la fiamma non deve spegnersi mai, fino a quando una striscia di pallido azzurro romperà il nero della notte e le stelle impallidiscono lasciando avanzare il rosa dell'aurora. Rinasce il sole, tornano la vita e il calore, da quel mattino i giorni saranno sempre più lunghi e le notti più brevi e il Tempo riprenderà la sua corsa che sembra essersi fermata. Gli umani raccolgono i tizzoni ardenti e li portano nelle case per accendere il focolare, si scambiano doni e promesse d'amore. E nessuno fa caso a una fiamma che si allontana e si perde nel bosco. E' Elbeth che si affretta a raggiungere il fitto degli alberi per scomparire prima del canto del gallo.
Renzo Mosca ********************************** In any place in the northern hemisphere, from the uninhabited lands of the great north, where the only light is a milky reflection for a few hours a day, to the Mediterranean islands where the air is clear, the sun appears lost and struggles to touch the horizon, forms the longest shadows of the year on the sundials and in the plains beaten by the icy wind, and then plunges into the abysses of darkness. Elbeth is the fairy who presides over the shortest and most melancholy day of the year. Deep connoisseur of the human soul, she knows what cold shiver gripping our hearts on this date and how the vital energy that binds us to the Earth is weak and uncertain and that the long night awaits us, the longest of the year, will be a struggle where dark forces try to prevail. It is she who witnesses the challenge between shadow and light. Covered in a long blue cloak edged with ermine that reveals her pale face, blue eyes and shiny black hair, she carries with her a branch of holly, the plant that never dies, pungent against nefarious and rich spirits of red berries, the crown that surrounds her forehead and the clips that close her cloak are silver adorned with large white pearls that recall the fruit of the mistletoe, another evergreen plant sacred to her. A white fox accompanies her, a fir and resin torch illuminates her path in this endless night.
To help humans who, locked in their homes, tremble with cold and fear, convinced that the dragon of darkness has swallowed the sun, Elbeth has created the Festival of Shadow and Light. Villagers have prepared large piles of fir and holly wood, sprinkled them with resin and mistletoe. At the top they placed gifts for the winter solstice fairy. Then they closed themselves in their homes. They wait. Elbeth arrives before dusk. It is the hour when the sun falls and an omen of death blows over all the northern lands. Her shadow extends over the houses, the fountains and the deserted squares. The fairy takes a complete circle around the village and each one sees the light fail as she passes by. Everything is still and silent. In homes, sprigs of mistletoe and holly, preserved from the previous year, burn on candles. Night falls. Then Elbeth goes down among the houses, along the deserted path and with her torch sets fire to the pyre of wood.
Soon large bonfires light up the village. From the wide open doors the peasants come out carrying flasks of cider, the children bring wooden shapes, black and long, shapes of monsters and nightmares that represent the shadows and throw them into the fire, the women place sweet breads flavored with fruit to cook on the embers dried and raisins, the elderly sit down to warm up and remember their youth alas far away, flute and string instrument players compete in enticing girls to dance.
Throughout the night the fires dot the valleys, the plains, the coasts of the seas and the banks of rivers and lakes in a luminous crown that draws the profile of the northern hemisphere. And the flame must never go out, until a strip of pale blue breaks the black of the night and the stars turn pale, letting the pink of the dawn advance. The sun is reborn, life and heat return, from that morning the days will be longer and longer and the nights shorter and Time will resume its run that seems to have stopped. Humans collect the burning embers and bring them into homes to light the hearth, they exchange gifts and promises of love. And no one notices a flame that goes away and gets lost in the woods. It is Elbeth who hurries to reach the thick of the trees to disappear before the crowing of the cock.
Renzo Mosca
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Oggi sono andata a fare la tinta. A tingermi di un colore che ho sempre voluto fare dai tempi delle superiori. Ma che mai ho voluto fare perché troppo lontano dalla mia comfort zone a cui ero abituata. All’inizio avevo pensato di farli solo blu, poi blu con sfumature viola infondo e alla fine li ho fatti blu scuro alla base e azzurro con sfumature nelle lunghezze. Come si vede in foto. Anche se, probabilmente non si capisce molto, penso. Ho scattato delle foto da mostrare a dei miei amici, a cui avevo promesso di inviare il prima e il dopo. Oggi pensandoci, e facendogliene presente sulla mia indecisione di mostrarmi qui, senza mostrare del tutto il viso. Mi hanno incoraggiata a farlo. Sono uscita fuori essendoci il sole e ho scattato varie foto, ma nessuna mi convinceva tranne due quelle dhe mi hanno colpita di più e che mi sono piaciute di più. Gliele ho inviate e mi hanno confermato di pubblicarle. E le ho pubblicate. Con un po’ più di fiducia ma non troppo, come mio solito ovviamente. Ma oggi mi sono sentita felice, a mio agio. Grazie al colore fatto e grazie al loro incoraggiamento.
Appena tornata dalla parrucchiera sono andata dai miei nonni, gli ho fatto vedere il nuovo colore e stranamente è stato apprezzato questo cambiamento, mia nonna era scettica appena le dissi che colore di capelli volevo fare. Ma appena mi ha visto è stata contenta ed ha apprezzato. Anche mio nonno, stranamente ha apprezzato, cosa molto rara visto che critica qualsiasi cosa. Ma ero felice.
Poi ho parlato con la migliore amica, voleva vedermi dal vivo, ci siamo messe d’accordo e organizzate al volo. È venuta a prendermi, non perché non abbia la patente, ce l’ho ma la mia auto l’aveva mia mamma perché al momento non ha ancora la sua. È dal carrozziere. Appena mi ha visto il suo commento è stato, tra il sorriso e le risate: sembri la fata turchina con quei capelli. Sapeva da quanto tempo volevo farmeli blu e finalmente me li sono fatti.
Che dire, sono contenta e soddisfatta. So che non fregherà a nessuno. Ma volevo scrivere questo pensiero
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corallorosso · 3 years
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La favola della strega cattiva Renzi e del candido Giuseppi che mangiò la mela avvelenata C’era una volta, lontano, lontano, nel regno di Televoto, la strega cattiva Renzi che tutti i giorni compulsava ansiosamente la rubrica dei sondaggi per controllare il proprio livello di popolarità: “Schermo, schermo delle mie brame/ dimmi: chi è il più figo del reame?”. E la risposta che non si faceva attendere era sempre la stessa: “Il più figo sei ancora tu, o mia signora”. Ma un brutto giorno dallo schermo giunse la ferale notizia: “Assai figo tu sei, o mia signora. Ma al mondo c’è/ qualcuno in abito blu e pochette ancora più figo di te”. La strega invidiosa capì subito dall’accenno sartoriale che il messaggio riguardava il candido prence Giuseppi; e la rabbia s’impossessò del suo animo vendicativo. Come osava quel parvenu, quel bricoleur della politica insidiare la sua primazia? Nani e ballerine tra i più celebrati del reame – l’ebbro giullare Rosatellum e la cavallina nitrente Etruria Boschi – vennero convocati per distrarre la Renzi e mitigarne le furie; mentre quella continuava ad appesantirsi a vista d’occhio per l’accumulo di grasso ansioso. Quando ormai appariva evidente che la strega cicciona stesse trasmigrando di storia (e così finire nell’altra della rana gonfiata fino a scoppiare imitando un bue), si decise di adottare estremi rimedi per mali estremi. Perciò venne convocata la guardiacaccia Teresa Bellanova, che la Renzi utilizzava in tutte le soluzioni finali. “Portami il cuore del fighetto Giuseppi”, l’odine impartito. Così, il giorno dopo, la monumentale donna di mano convinse la sua futura vittima a seguirla nel bosco, promettendogli che l’avrebbe fatto incontrare con un mago della pianificazione in materia di investimenti strategici di fondi europei. Ma la feroce Bellanova era anche una terribile pasticciona, come si era visto quando fu spedita in Apulia a ordire una congiura elettorale ai danni del margravio locale, ser Emiliano, e finì per farlo votare. Così si fece scoprire mentre cercava il coltellaccio da macellaio per sgozzare il candido prence, rovistando nella sporta da bracciante, Comprese le intenzioni dell’accompagnatrice, quello si diede precipitosamente alla fuga, dimettendosi dalla compagnia. Sicché la sgozzatrice mancata, per salvare le apparenze, afferrò un tremulo leprotto Scalfarotto di passaggio; il cui muscolo cardiaco ancora pulsante fu portato al cospetto della Renzi, che ne fu deliziata. Intanto il fuggitivo si aggirava sperduto nel bosco. Finché arrivò davanti a una casupola cadente. Lesse la targhetta sulla porta con la scritta Pd e bussò: come al solito era vuota. Non c’erano catenacci e così il nostro eroe poté entrare: scoprì un ambiente dove tutto era minimal, compresi i sette lettini su cui coricarsi come se fosse un unico giaciglio di normali dimensioni. Era stanchissimo e si addormentò subito. Al risveglio era circondato dai padroni di casa, che lo guardavano interrogativi: i sette nani Orlandolo, Zingarettolo, Franceschinolo, Bersanolo, Gualtierolo, Dalemolo e Speranzolo. Visto che era un ospite garbato ed elegante si decise di ospitarlo, in attesa che i suoi amici del ducato delle Cinque Stelle smettessero di litigare accorgendosi della sua scomparsa. Invece chi se ne era accorto era la solita strega malvagia, a cui lo schermo aveva rivelato l’accaduto. Per questo la bieca Renzi, travestita da vü cumprà arabo saudita, si presentò all’uscio della casetta del sette nani, che avevano raccomandato a Giuseppi di non far entrare nessuno. Attraverso la finestra aperta la strega offrì al prence una mela contenente il veleno della sfiducia, invitandolo ad assaggiarla. Appena addentato il frutto fatale, l’incauto cadde a terra fulminato. Nel frattempo i sette nani erano tornati dal lavoro in miniera e si ricordarono che un tempo, prima di finire rimpiccioliti, avevano militato in un grande partito. Così presero coraggio e attaccarono l’avvelenatrice con pale e picconi, fino a precipitarla nel baratro del 2 per cento. Poi composero le spoglie di Giuseppi in un’urna di cristallo piangendo, alcuni lacrime sincere e altri di coccodrillo. Ma costui non era morto: fortunatamente serbava nel taschino l’antidoto di una santa immaginetta di Padre Pio, che aveva sviato l’avvelenamento mortale in un sonno eterno. Così c’era ancora l’opportunità per la fata turchina Mattarella di assicurare il previsto lieto fine. Purtroppo, per il risveglio del bell’addormentato in coma, non aveva trovato a disposizione niente di meglio di Roberto Fico, quale cavaliere sul bianco destriero. Fico per figo? Bah… (continua) Pierfranco Pellizzetti
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matteoartizzu · 4 years
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Storia del nuovo cognome, una recensione
Non ho “voluto” vedere “L’amica geniale – Storia del nuovo cognome” perché, per prevenzione e per prassi, non prediligo la visione di produzioni seriali che, quasi sempre a mio avviso, non rispettano la promessa iniziale, evolvendosi in prodotti frutto di necessità diverse da quelle puramente “artistiche”.
Dicevo, non ho voluto vedere la seconda stagione, dopo aver visto solo a tratti la prima. È stata piuttosto “lei” ad attrarmi, lentamente ma inesorabilmente. E per fortuna. Ne “L’amica geniale – Storia del nuovo cognome”, l’esperienza principale dello spettatore che credo di poter definire, si riassume nel termine magnetismo. Ma il magnetismo non è solo l’esperienza vissuta dallo spettatore: come cercherò di spiegare in seguito, è tutta la storia a girare attorno a questo concetto.
Lila e Lenù. Due corpi celesti che si guardano, che si respingono, che osservano il mondo che esse stesse costruiscono, e che inesorabilmente si attraggono. Lila e Lenù, il sole e la luna. In mezzo a loro c’è il Mondo, il loro mondo, che ognuna costruisce, spinta da quella che solo superficialmente è competizione – associata ad altri stati d’animo come l’invidia, la rabbia, la titubanza, la volontà, la felicità. Essendo tra di loro, quasi a dividerle, il Mondo ha in serbo due percorsi di vita distinti. Strade imboccate un po’ per scelta, un po’ per il fato. Lila e Lenù, il sole e la luna, la prima è la forza propulsiva della storia, l’amica geniale motore di tutto, la seconda è l’anima ordinata, esecutrice del disegno della prima. Il Mondo, lo stesso mondo, si frappone alle due amiche ma, dicevo, tra di loro c’è quel magnetismo che le attrae, nonostante la promessa ricorrente di non volerne più sapere dell’altra. Questo perché senza l’una, l’altra non può affrescare il proprio percorso. Senza Lila (e più che il romanzo La fata blu, i suoi quaderni “segreti”), Lenù non scriverebbe il suo romanzo. Senza Lenù, Lila non ricomincerebbe a leggere durante quell’estate a Ischia e non darebbe alla vita la “creatura”, figlia di Nino Sarratore. Ma come due magneti, basta invertire uno dei poli e l’attrazione diventa repulsione, ed è così che Pisa diventa il rifugio più o meno voluto da Lenù, e il quartiere delle fabbriche malsane (attenzione Lila..) e del macello diventa per Lila l’esilio più o meno voluto.
Come per il giorno e la notte, Lila e Lenù – il sole e la luna – si incontrano durante quei raggi verdi, interstizi metaforici delle loro vite, per dare nuovo senso e nuova forza a tutto quello che verrà in seguito. Quando Lenù annuncia all’amica che pubblicherà un libro, Lila le stringe forte le mani, colma di felicità. Lila però, da prima eroina femminista, sa di dover proseguire la sua strada e per questo, buttando al fuoco “La fata blu” – ma non dimenticando veramente mai le sue aspirazioni – ritorna al lavoro necessario per il futuro della sua “creatura” Rino. Perché sarà lui, chissà, la rivincita e il grazie che potrà finalmente dire alla maestra Oliviero. Anche Lenù, è eroina a suo modo, o a sua insaputa, perché rappresenta un cambiamento nella società, che affronta con metodo e dubbio, che associato alla caparbietà, smuovono come l’aratro un terreno calpestato e apparentemente arido. In questo senso, Lila e Lenù, il sole e la luna, diventano eroine come lo sono i fratelli Carati e altri personaggi de La Meglio Gioventù di Marco Tullio Giordana (es. il metalmeccanico siciliano de L.M.G. come Enzo Scanno de L.A.G.).
Dalla voce di Lenù, che – se non erro ha nella sua tesi di laurea dei riferimenti all’astronomia – è lei a raccontare questa epopea di sole e luna e di amiche geniali. Ne vedremo il seguito.
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ashtray-girl · 4 years
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some of my all-time fave italian songs:
Gli Uomini Non Cambiano - Mia Martini
Amarsi Un Po’ - Lucio Battisti
Fuliggine - Mina
Specchi Riflessi - Mina & Celentano
Apri Il Cuore - Adriano Celentano
Hanno Ucciso L’Uomo Ragno - 883 (*)
Amore Disperato - Nada
Zeta Reticoli - Meganoidi
Io Sto Bene - CCCP Fedeli alla Linea
La Mia Parte Intollerante - Caparezza
Dalla Parte Del Toro - Caparezza
Abiura Di Me - Caparezza
Domani Smetto - Articolo 31
Non E’ Un Film - Articolo 31
Gente Che Spera - Articolo 31 (ft. Reverendo)
Acida - Prozac+
Cagna - Prozac+
Angelo - Prozac+
Tolleranza Zero - Punkreas
Fata Morgana - Litfiba
Il Volo - Litfiba
Vivere Il Mio Tempo - Litfiba
Tribù - Piero Pelù
Amore Immaginato - Piero Pelù (ft. Anggun) (**)
Un Altro Ballo - Gemelli Diversi
Qualcosa Di Grande - Lunapop
50 Special - Lunapop
Niente Di Più - Lunapop
Lost In The Weekend - Cesare Cremonini
La Mia Storia Tra Le Dita - Gianluca Grignani
Mama Maé - Negrita
Che Rumore Fa La Felicità - Negrita
Viaggia Insieme A Me - Eiffel 65
Il Mio Nemico - Daniele Silvestri (***)
Via Le Mani Dagli Occhi - Negramaro
Cade La Pioggia - Negramaro (ft. Jovanotti / Lorenzo Cherubini)
Basta Così - Negramaro (ft. Elisa)
Eppure Sentire (Un Senso Di Te) - Elisa
Gli Ostacoli Del Cuore - Elisa (ft. Ligabue)
Sei Solo Tu - Nek (ft. Laura Pausini)
Briciole - Noemi
L’amore Si Odia - Noemi (ft. Fiorella Mannoia)
Vieni Da Me - Le Vibrazioni
Le Cose Che Non Dici - Tiziano Ferro (****)
Rosso Relativo - Tiziano Ferro
Xdono - Tiziano Ferro
Il Confine - Tiziano Ferro
Ti Scatterò Una Foto - Tiziano Ferro
Hai Delle Isole Negli Occhi - Tiziano Ferro
Due Destini - Tiromancino
La Descrizione Di Un Attimo - Tiromancino
Alfonso - Levante
Cuori D’Artificio - Levante
Farfalle - Levante
Contare Fino A Dieci - Levante
Ciao Per Sempre - Levante
Pezzo Di Me - Levante (ft. Max Gazzé)
Eri Bellissima - Ligabue
Cosa Vuoi Che Sia - Ligabue
Ossigeno - Raf
Ballo - Raf
Tutti I Miei Sbagli - Subsonica (*****)
Nuova Ossessione - Subsonica
Incantevole - Subsonica
La Glaciazione - Subsonica
66 (Diabolus In Musica) - Linea 77 ft. Subsonica
Rose Viola - Ghemon (******)
Criminale Emozionale - Ghemon
Happy Days - Ghali
Wily Wily - Ghali (*******)
Piromani - Le Luci Della Centrale Elettrica
Il Tempo Passa Per Noi - L’Orso
Morirò Da Re - Maneskin
Immortale - Maneskin
Ultimo Ostacolo - Paola Turci
FEMME - Francesca Michielin
Uramaki - Mahmood
Asia Occidente - Mahmood
Barrio - Mahmood
Rapide - Mahmood
Come No - Baby K
Quelli Che Benpensano - Frankie Hi-NRG MC
Rivoluzione - Frankie Hi-NRG MC (ft. Roy Paci & Enrico Ruggeri)
Quello Che Non C’è - Afterhours
Viba - Verdena
Angie - Verdena
Attento - Yane (********)
Cosa Mi Manchi A Fare - Calcutta
Un Film Sul Panico - Caponord (*********)
L’Autunno Che Cade - Caponord
Andromeda - Elodie (**********)
Pensare Male - The Kolors & Elodie
Musica (E Il Resto Scompare) - Elettra Lamborghini
Non Sei Come Me - Achille Lauro
Angelo Blu - Achille Lauro (ft. Cosimo)
Mamacita - Achille Lauro (ft. Vins)
1990 - Achille Lauro
Cadillac - Achille Lauro
Delinquente - Achille Lauro
Me Ne Frego - Achille Lauro
Carillon - Nahaze (ft. Achille Lauro)
(*) the title literally means: “They Killed Spider-Man” and the lyrics are just about... trying to understand who actually did it. also i’m pretty sure if you’re over 18 and you don’t know the entire song by heart, they revoke your citizenship (**) this is half in Italian and half in English, so it might be more accessible if you don’t speak Italian and want to understand (at least partially) what the lyrics are about (***) Daniele Silvestri said FUCK American imperialism back in ‘02, we stan a visionary king (****) when this song first came out i was far too young to pay attention to the lyrics, but listening to it now i’m honestly surprised ppl didn’t talk abt it more at the time, bc they’re essentially abt being a closeted gay man and Tiziano Ferro came out years later but i mean... come on. it’s not like the clues weren’t there from the beginning (the title literally means “The Things You Don’t Say”) (*****) Subsonica are actually in the top 3 of my fave bands ever. i don’t talk much abt them on here bc their fandom is minuscule but they really do mean a lot to me, i’ve seen them live like 6 times and it was hard not to put their entire discography on here, bc i basically like all of their songs and i genuinely think they’re one of the best bands we have (and, from what i’ve heard, they seem like lovely ppl as well) (******) as much as i loved Mahmood’s Soldi and i’m glad it won, this would’ve actually been my winner for Sanremo 2019. i think it’s one of the best italian songs of the last 5 years and Ghemon deserves FAR more credit for it (it’s about domestic violence but the lyrics are so delicate and compassionate, and the video is visually stunning) (*******) Ghali grew up in Milan but his family is Tunisian, so the lyrics are a mixture of Italian, Arabic and French (********) Yane is a local artist from my area and i’m honestly gutted he’s not more well-known bc i think he’s really talented. even though this song is from a few years ago i still think it should’ve been a hit and i can’t accept the fact that nobody knows abt it lmao (*********) this is another band nobody seems to know abt and it was actually my parents who introduced it to me. i’m not even sure they’re still active anymore, but i still think they’re criminally underrated (**********) my winner for Sanremo 2020. i still can’t get over the fact that she ended up 7th!! also, she kicks ass in general and her new album is great from start to finish, so maybe give her a chance and stream This Is Elodie, pls and ty.
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blogitalianissimo · 5 years
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L’Italia è la principessa Aurora, Carbonia-Iglesias la fata Serenella e VCO la fata Flora. Tutti sappiamo che alla principessa Aurora dona il blu, ma a VCO e alla disney non frega nulla, hanno deciso di appiopparle il colore rosa.
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